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LA VEDOVA NERA |
UNA VOLTA VENDICATORE…
Di Carlo Monni
Questo racconto si svolge dopo Marvel Knights #11 e prima di Vendicatori #12
Palazzo dei Vendicatori
Non è certo la prima volta che si trova di fronte al portone della sede del più grande Supergruppo della Terra, ma Natalia Alianovna Romanova, o, se preferite la versione anglicizzata del suo nome, Natasha Romanoff, meglio conosciuta come la letale Vedova Nera continua a sentirsi un po’ a disagio. I suoi ultimi ricordi di questo posto sono legati a quello che considera uno dei suoi peggiori fallimenti, la sua inadeguatezza come leader dei Vendicatori in uno dei periodi più discussi della loro storia, che culmino con la scomparsa di quasi tutti i Vendicatori in carica in un mondo parallelo creato da Franklin Richards.[1] In molti le hanno detto che non fu colpa sua, ma lei non può sfuggire a questo senso d’inadeguatezza. È stata molte cose nella sua vita questa donna: voleva essere una ballerina classica, finì per diventare una delle migliori spie dell’Unione Sovietica, una specie di Mata Hari dei tempi moderni, considerata pericolosissima dai governi occidentali ed una benemerita della Patria dal suo. Ironicamente, quando decise di scegliere l’occidente, nella sua patria d’adozione la considerarono un’eroina, mentre per il suo paese divenne una traditrice degna solo della pena di morte. Questo è il passato, però, altri affari più urgenti la spingono qui quest’oggi e la portano a suonare il campanello della sontuosa dimora d’arenaria.
Come al solito è l’efficiente Jarvis ad aprire
-Buongiorno Madame Vedova Nera. Se posso permettermi, la trovo bene, a parte la mano.-
Natasha si osserva la mano destra fasciata, le fa ancora male, ma non così tanto, in fondo
-Nulla di grave Jarvis, un infortunio sul lavoro diciamo.-[2] un sorriso e poi la domanda –Ero venuta per chiedere un favore. C’è Wasp o qualcuno degli altri?-
.Si, ci sono Miss Wasp ed anche Padron Occhio di Falco e qualche altro, venga, l’accompagno.-
-Non serve, conosco la strada.-
-Certo Miss Natasha.-
Jarvis è un perfetto maggiordomo, segue Natasha stando due passi indietro. La Vedova Nera cammina lungo il corridoio. All’altezza della stanza dei monitor vede Occhio di Falco seduto dinanzi allo schermo. Rivederlo le riporta alla mente molti ricordi. L’amava un tempo, e molto, anche. Fu per lui che decise di defezionare dal suo paese, che decise di cambiare la sua vita. Perché l’ha lasciato alla fine? Fu lei a deciderlo, una decisione ragionata, presa a mente fredda. La strada che lei aveva scelto per se era incompatibile con quella di lui e così doveva lasciarselo alle spalle, semplice…si, semplice.
-Natasha, sei proprio tu?- lui l’ha vista ed ora si alza e le si avvicina
-Si Clint, sorpreso? Dopotutto dovrei esser ancora un Vendicatore, credo.-
-Certo. Una volta Vendicatore, sempre Vendicatore. È il motto della casa, ricordi?-
Natasha abbozza un sorriso, non è sempre sicura di esserlo stata veramente.
-Come stai?- gli chiede
-Bene…come può esserlo uno che ha da poco ricevuto un messaggio dall’aldilà dalla defunta moglie.- risponde Occhio di Falco
-Cosa?-
-Ricordi quel pasticcio di qualche mese fa a Central Park con i vendicatori morti fatti rivivere dal Sinistro mietitore?[3] C’era anche Bobbi[4] e mi lasciò un messaggio che solo di recente siamo riusciti a decifrare.-[5]
Le racconta degli ultimi sviluppi e lei l’ascolta con cortesia. Sa che Bobbi era importante per Clint e che ci ha messo molto tempo a rimettersi dalla sua morte. Strano, non ci aveva mai pensato, ma lei e Barbara Morse erano molto simili per storia personale.Meglio non proseguire su questo linea di pensiero, però.
-Cosa ti porta qui Natasha?- chiede lui riportandola alla realtà
-Devo chiedervi un favore, ma proferirei parlarne alla presenza degli altri, se ci sono.-
-Certo, vieni con me.-
-Grazie.
-È bello rivederti, sai? Non dovremmo lasciar passare tanto tempo. Se ti va potremmo rivederci uno di questi giorni.
-Mi farebbe piacere Clint.-
In realtà non è sicura che sia una buona idea, certi fuochi è meglio lasciarli spenti.
Casa della Vedova Nera Park Avenue
Ivan Ivanovitch Petrovitch trattiene a stento una lacrima, mentre sullo schermo compaiono i titoli di coda di “Casablanca”. Avrà visto quel film almeno un centinaio di volte, ma che importa?
Non n e fanno più di film così e non esistono più attori come Bogart, Cagney, Gable e Wayne, purtroppo. Per fortuna che esistono i videoregistratori. Spegne il televisore e si reca in cucina e decide di farsi un caffè. Uno vero, forte, come lo bevono i russi, non quell’acqua sporca che gli americani amano chiamare caffè e, magari, già che c’è potrebbe bersi anche una vodka. Esce sulla terrazza e guarda la città dinanzi al lui. Non l’amerà mai come Stalingrado (strano a dirsi la chiama sempre così anche se sono quasi cinquant’anni che si chiama di nuovo Volgograd) o Mosca, ma deve ammettere che è una città quasi unica al mondo…e poi è la città che Natasha ha scelto per viverci. Lui le vuol bene come se fosse davvero sua figlia, è stato così da quando quella donna la gettò, ancora bambina, tra le sue braccia prima di scomparire nell’incendio che divorò la sua casa e come ogni padre è preoccupato per lei, per la sua vita. Natasha è una donna forte, forse troppo forte per il suo stesso bene. Maschera sin troppo bene una fragilità emotiva, che non le ha mai permesso di aprirsi con nessun uomo, a parte Alexi, ma Alexi è morto da tanto ormai e tutti gli uomini che ha avuto da allora…alcuni li ha usati, altri l’hanno ferita anche profondamente. Ci sono cose di cui Natasha non parla mai, ma ci soffre ancora ed Ivan lo sa, vorrebbe poterla aiutare, ma come? Vorrebbe avere tutte le risposte, ma non ne ha neanche una, purtroppo.
Palazzo dei Vendicatori,
Wasp accoglie la Vedova Nera con decisa cordialità:
-Natasha cara, cosa posso fare per te?-
-Di recente sono stata sottoposta ad una specie di controllo mentale…- risponde lei -...ne sono uscita.ma voglio sottopormi ad uno scanner approfondito, per essere sicura che non rimangano tracce, non vorrei sorprese in futuro.-
-Si ho letto di quel parapiglia all’O.N.U. l’altro giorno. Come va la mano?-
Natasha se la osserva
-Fa male solo quando la muovo.- risponde sorridendo –Scherzi a parte la dottoressa Foster dice che in una settimana sarà a posto, i tendini non sono stati lesi, grazie al cielo.-
-Non mi sorprende, Paladin è un ottimo tiratore, colpisce sempre ciò che vuole colpire.- commenta Wasp
-Tu lo conosci bene vero? Che tipo è. Mi ha mandato dei fiori a casa il mattino dopo il caos all’O.N.U. e mi ha anche invitato a cena. Confesso che non mi dispiacerebbe rivederlo.-
-Abbiamo avuto una storia poco dopo il divorzio da Hank, poi le nostre strade si sono divise. Si atteggia a misterioso, ancora adesso non sono sicura di conoscere il suo vero nome. Si atteggia a cinico, interessato solo al denaro, ma accettò di aiutare i Vendicatori completamente gratis una volta.[6] È gentile, spiritoso e sa far divertire una ragazza, se capisci quel che intendo…-
-Janet Van Dyne mi farai arrossire.- ribatte ridendo lei
-Il giorno che troverò qualcosa che ti faccia arrossire nevicherà in agosto.- replica Jan
-Non è già successo?-
-Oh diciamo che si scatenerà l’inferno in terra.-
-Anche quello c’è stato o sbaglio?-
Wasp ride
-Facciamo quest’esame che è meglio.- conclude
Poco dopo Natasha si rialza da lettino e…
-Il verdetto?-
-Direi che, a quanto sembra, non ci sono interferenze nella tua mente al momento.- risponde Iron Man, unico altro presente nel salone insieme a Wasp –Sei completamente a posto, cosa che non faccio fatica a credere guardandoti.-
-Non cambi mai, vero? Beh grazie, comunque.-
-Prima che te ne vada possiamo parlare un attimo Natasha?-
-Certo. Di cosa?-
-Stasera c’è la sfilata della collezione moda Primavera-Estate, sfileremo con i modelli disegnati da te e pensavo che ti sarebbe piaciuto venirci visto che sei in cità.-
-Beh perché no? Una serata di relax mi ci vuole.-
-Ci verrò anch’io.- dice Iron Man –Dopotutto Tony Stark è uno dei maggiori investitori delle Van Dyne Industries e sono interessato alla riuscita dei suoi affari.-
-Verrai con la tua nuova fiamma, quella Colleen Wing?-
-Glielo chiederò, si, obiezioni, forse?
-Non io. – replica Natasha –Mai stata gelosa. Ci vedremo stasera allora.
-Chiedi a Paul se vuol venire anche lui.-
-Paul? Oh vuoi dire Paladin? Si potrei anche farlo.-
E detto questo, se ne va.
Un attico di un palazzo a Las Vegas, Nevada
L’uomo siede guardando le notizie su una serie di monitor, la W.G.B.S. sta dando ancora il giusto risalto agli eventi dell’O.N.U. e getta un occhio ai titoli dei giornali di New York: il Daily Bugle, il Daily Globe, il New York Express, tutti si chiedono cosa sia veramente successo al Palazzo di Vetro. Il volto dell’uomo c’è ignoto, ma non il suo nome: Harold Howard, plurimiliardario con l’ossessione della privacy e l’hobby del potere. In questo momento pensa al fatto che la Vedova nera non sa che se Paladin è intervenuto in suo soccorso, il merito è suo, oltre che degli efficientissimi computers del Pensatore Pazzo. Di sicuro Paladin non gliel’ha detto, il silenzio faceva parte dell’accordo preso ed il mercenario è uno che tiene fede agli accordi, Howard lo sa ed è su questo che conta, almeno per ora è meglio che lei non sappia del suo coinvolgimento.
Il rumore dell’interfono lo strappa ai suoi pensieri
<<Mr. Howard la California in linea>>
-Oh grazie miss Wright.-
Prende la telefonata e sorride pensando ancora a Natasha…
Da qualche parte a Manhattan
Un uomo ascolta le notizie che dicono che quella sera la Vedova Nera sarà al Rockefeller Center ospite ad una sfilata di moda e sogghigna:
-Bene, pensa, anch’io ci sarò, con un contratto da onorare ed un debito da saldare.
.
Rockefeller Center New York
L’evento non ha nulla di particolarmente eccezionale a New York, un’abituale serata dedicata alla presentazione delle collezioni Primavera-Estate, non si può dire che sia considerato qualcosa di fuori dall’ordinario il fatto che la nuova collezione Van Dyne sia stata disegnata da Natasha Romanov, la famosa Vedova Nera, ma, naturalmente i cronisti mondani non si lasciano sfuggire nessuna occasione e sono pronti a riferire ai loro avidi lettori chi c’era e con chi. Ecco entrare l’anfitrione della serata: Janet Van Dyne, ma i media non conoscono l’uomo biondo che l’accompagna, sarebbero sorpresi di sapere che lo sconosciuto Clint Barton è, in realtà, il superarciere noto come Occhio di Falco, membro dei potenti Vendicatori. I paparazzi non possono neanche perdersi Tony Stark con la sua ultima fiamma, ma l’attenzione di molti è concentrata su Natasha Romanoff che entra in compagnia di ben due uomini: uno è il suo padrino Ivan Petrovitch che da ampia mostra di sentirsi a disagio e l’altro è un atletico giovanotto dai capelli castani
-Non sarei dovuto venire, zarina.- sta dicendo Ivan –Non ho niente a che fare con queste scemenze mondane.-
-Lo so che ti troveresti più a tuo agio in un laboratorio o in un campo di battaglia vecchio cosacco.- replica Natasha, sorridendo -Ora zitto e goditi la sfilata.-
Dopo l’interessante spettacolo delle modelle che sfilano vestendo anche gli abiti che Natasha stesa ha disegnato, gli ospiti si ritrovano a conversare ed a sorseggiare drinks, e piluccare il buffet. Natasha si ritrova a chiacchierare con il suo accompagnatore che risponde al nome di Paul Denning, alias Paladin. Per quanto non lo conosca molto deve ammettere che, oltre ad essere attraente è davvero brillante e spiritoso. Sente gli sguardi di Clint e Tony su di loro (attento Tony, potresti far ingelosire la tua donna) e capisce cosa pensano: è affidabile l’uomo che è con lei? A dir la verità, il mistero ed il fatto che Paladin vive ed agisce ai margini della legalità, lo rendono più affascinante ai suoi occhi, lei stessa può definirsi una “cattiva ragazza” in fondo
Improvvisamente vede passare vicino a lei due persone che ben conosce: una è la Contessa Valentina Allegro De La Fontaine, Vice Direttore dello S.H.I.E.L.D. ed ex amante di Nick Fury, ma sorprenderla è il suo accompagnatore, un uomo che non vedeva da anni.
-Paul…Paul Hamilton.- chiama prima di rendersene perfino conto
-Ciao Natasha, è un piacere rivederti.-
Natasha non bada allo sguardo che Valentina e Paladin fanno e continua:
-Cosa fai qui è da tempo che non ti vedo.-
-Dai tempi in cui aiutammo quei ragazzi portoricani. Poco dopo tu ti trasferisti a San Francisco con Devil ed io partii per l’estero
-Si.- Natasha glissa su quel discorso –Ricordo bene quei giorni. Rovinammo l’elezione al Congresso del consigliere Scarola, ma anche se ho sempre sospettato che fosse lui il Padrino che mi rapì e cercò di farmi uccidere, non ne trovammo mai le prove.-
-Ora le hanno trovate sembra, è stato arrestato nella maxi retata del mese scorso[7] e speravo proprio di parlartene Natasha.-
-Davvero? Come mai? Dimmi tutto.-
I compagni dei due si guardano sconsolati, mentre Ivan sorride sotto i baffi. Hamilton prosegue
-Ho ricevuto una soffiata al giornale, secondo cui Anthony Scarola ha deciso di chiudere i vecchi conti ed avrebbe pagato un sicario per eliminarti.-
-Le minacce dei Vito Corleone di seconda categoria non mi preoccupano. Parlami di te piuttosto…Credevo fossi in Afghanistan e da quando in qua conosci i capoccioni dello S.H.I.E.L.D.?-
Lui guarda la sua compagna e risponde a bassa voce:
-La Contessa? Le ho chiesto un’intervista esclusiva ed ha accettato ed anche un invito a cena.. Sai che ho un debole per le donne volitive.-
-Uhm, il tuo giornale hai detto. Sei di nuovo in pianta stabile a New York? –
-C’è qualcosa che non sai dunque. Sono il nuovo direttore del New York Express, nominato dalla nuova proprietà.-
-E sarebbero?-
-Un gruppo australiano: News Service Corporation.-
-News Service…?-
Natasha si morde il labbro inferiore quasi automaticamente
-Li conosci?-
-Io…-
-Natasha cara!- la voce di Wasp a distrarla, mentre si avvicina accompagnata da una donna bionda più o meno dell’età di Natasha, fasciata da un abito rosso fuoco.
-Ti devo presentare assolutamente il Capo dell’Agenzia che ci ha fornito le modelle- dice gioiosa Janet Van Dyne. –La sola ed unica Mille Collins!
-È un piacere miss Collins.- fa lei
-Chiamami Mille. Risponde l’altra –Non ti stringo la mano perchè vedo che è ferita.-
Paul Denning si fa avanti ed esegue un impeccabile baciamano
-Mi permette- dice -È un onore per me conoscere la modella più famosa di tutti i tempi.-
-Grazie, ma credo che Claudia e Cindy avrebbero da ridire su questo. Certo ero piuttosto famosa ai miei tempi, ma è stato anni fa ed ora faccio l’agente.
-Non sia modesta, lei è una vera leggenda Mille, posso chiamarla Mille vero?-
Buffone pensano all’unisono gli altri presenti
-Tesoro con i complimenti che mi fai puoi chiamarmi come ti pare. Leggende eh? Quando sei una leggenda sei ormai troppo vecchia per quasi tutto.-
Natasha sta cominciando pensare che la situazione stia diventando troppo ridicola, ci vorrebbe un diversivo, uno qualunque. Sta per essere accontentata, ma potrebbe rammaricarsene.
Il primo ad accorgersi della sua presenza è Paladin. L’uomo alto e massiccio, calvo, con la barba ed il monocolo gli ricorda qualcuno, qualcuno di cui ha letto qualcosa di poco carino, ci scommette, ma è Tony Stark a riconoscerlo. È lo stesso uomo che cercò di ucciderlo per ordine del Conte Nefaria e che Natasha affrontò, mentre lui veniva rapito dagli sgherri del Mandarino.[8] Il nome non lo ricorda, ma deve….
-Natasha attenta!-
Lei ha percepito l’arrivo dell’uomo poco prima dell’avvertimento di Tony, non rimani vivo molto a lungo nel suo ramo di lavoro, se non impari ad accorgerti dei pericoli incombenti. Il suo assalitore colpisce, sferrando un colpo di sinistro con un guanto crepitante e Natasha è pronta, dando uno spintone ad Hamilton e saltando agilmente di lato.
.Hauptmann che sorpresa!- esclama
L’uomo agita la mano sinistra in cui c’è un guanto metallico che crepita d’energia. Quasi tutti i presenti lo riconoscono, ma è Valentina Allegro De la Fontaine a dirne il nome:
-L’artiglio di Satana!-
Una delle più pericolose armi da combattimento ravvicinato creata dall’A.I.M. per il Barone Strucker, capo dell’Hydra molto tempo fa[9] ed Hauptmann sa come usarla, è chiaro.
-Morirai Vedova Nera qui ed ora!- esclama Hauptmann, mentre Natasha evita ancora una volta il suo micidiale colpo
Dietro di lei Paladin, Clint Barton, Wasp, Val ed anche Ivan si sono messi in posizione di combattimento, mentre Val estrae dalla borsetta una pistola e Tony Stark si guarda attorno cercando un’occasione per sgattaiolare via ed infilarsi l’armatura di Iron Man. Come se avesse sentito i loro pensieri, e del resto sono chiarissimi anche senza essere un telepate, Natasha esclama
-No! Se non sono capace di sconfiggerlo con una mano sola, non sono degna del nome di Vedova Nera, state da parte tutti ed intendo tutti.-
Clint sogghigna ed Ivan prende la mano di Valentina Allegro De La Fontaine facendole abbassare l’arma.
-La lasci fare…per ora..-
-Hai la tua occasione Natasha!- le risponde Janet
Dietro di loro Stark e gli altri sperano di non aver preso la decisione sbagliata
-Non te la caverai facilmente Vedova!- proclama l’altro-Hai rovinato la mia reputazione una volta e la pagherai.-
Natasha saetta via con eleganza, per niente impacciata dall’abito da sera.
-Finora eri stato l’unico della tua famiglia a non confonderti con pazzi dittatori ed aspiranti dominatori del mondo, dovevi continuare così e ritirarti finché eri in vetta.- dice all’avversario –Perché fare una sciocchezza come un attacco così teatrale?
-Non ti riguarda, tu morirai e quello che accadrà a me non ha importanza!-
O ha le spalle coperte o non gli importa dell’arresto, pensa Natasha, in ogni caso deve proteggersi dall’artiglio di Satana, quel guanto è micidiale, basterebbe un solo tocco e lei sarebbe finita. Come l’ha avuto? È stata l’Hydra ad assoldarlo? Perché? Domande, domande, la sua vita è, da sempre, una sequenza di domande con poche risposte A cominciare dal suo ruolo. Non è una supereroina, ci ha provato, per Clint, per Matt, per dare un senso alla sua vita forse, ma in questo ha fallito. È inutile che le dicano il contrario, lei sa di aver guidato i Vendicatori al disastro, di aver preso le decisioni sbagliate. Ha fatto del suo meglio lo sa, ma non è bastato, non a lei Non sarà mai come Occhio di Falco, come Capitan America, ci ha provato, non ha funzionato. Combatterà la giusta battaglia a modo, suo, con le sue regole.
Evita ancora una volta l’artiglio, non si sente minimamente frenata dal non poter usare la destra, ha imparato ad usare benissimo anche la sinistra, le secca non avere i bracciali del morso da Vedova, ah la mania del look, ma non importa, non ne ha veramente bisogno. Ha atteso il momento adatto ed ora ha la sua occasione, l’unica, se sbaglia Hauptmann la friggerà letteralmente. Oh beh, nessuno vive per sempre in fondo. Scatta con un grido e vibra un calcio al pomo d’Adamo di Hauptmann. Il colpo è riuscito, il tedesco barcolla e cade pesantemente a terra,
Tony Stark sospira, non ha sbagliato a fidarsi di Natasha.
La contessa si avvicina e tocca l’Artiglio di Satana in un punto alla sua base e lo spegne, poi lo sfila dalla mano dell’uomo
-Questo lo confisco in nome dello S.H.I.E.L.D.- dice
-Ottimo colpo.- è il commento di “Paul Denning” –Chi credi che l’abbia mandato?-
-Lo scoprirà la Polizia.- risponde la Vedova nera –Mio basta che abbia imparato la lezione.-
-Se qualcuno ti vuole morta ci riproverà lo sai.-
-Ci provi se vuole scoprirà che la Vedova Nera è difficile da uccidere!-
Alba di un nuovo giorno, attico della Vedova Nera
Natasha è uscita sulla terrazza, il vento di novembre le scompiglia i capelli e le fa svolazzare la veste. Un Paul Denning decisamente più vestito la raggiunge.
-Non senti freddo?-
Lei sorride
-Sono una russa.- risponde –Questo non è freddo per me.-
-Dimenticavo. Voi avete anche la Siberia..o è disabitata adesso che non esistono più i dissidenti politici?-
-Molto spiritoso, davvero.-
-A cosa stavi pensando prima che arrivassi?
Natasha corruga la fronte prima di rispondere
-Ho cominciato la giornata facendomi domande sul mio ruolo di Vendicatore, chiedendomi se era stato un errore entrare in quel gruppo, se non ero adatta ai loro standards.-
-E la risposta?-
-Sono persone che hanno a cuore il bene degli altri e sentono di avere la responsabilità di usare le doti che hanno nel modo più giusto. Io sono una solitaria ed i miei metodi sono molto diversi dai loro. Anni fa, poco dopo la mia defezione dall’occidente, li salvai da una minaccia aliena minacciando di uccidere il leader dei nemici, così a sangue freddo.[10] Loro non l’avrebbero mai fatto, ma io non bluffavo ed è questa la differenza. Ho provato a giocare secondo le loro regole, non ha funzionato Ci sarò sempre se avranno bisogno d’aiuto, ma ho la mia vita da vivere e al mai strada da seguire, a modo mio.-
-Bel discorso, ma ora che ne dici di rientrare?-
Lei sorride maliziosa
-Beh perché no?-risponde
E rientrano insieme.
FINE
NOTE DELL’AUTORE
Spero che il racconto vi sia piaciuto Io ho fatto del mio meglio, sperando di aver reso bene il senso d’inadeguatezza di Natasha rispetto al suo ruolo di Vendicatore e la sua convinzione che il suo ruolo nel mondo degli avventurieri in costume sia di tipo diverso.
Mi sono divertito a scrivere un racconto dove l’azione latita quasi del tutto e potrebbe sembrare inserita a forza. Credo che qualcuno lo paragonerà ad una puntata di una soap opera e potrebbe aver ragione
Mi chiedo quanti (immagino pochissimi) avranno capito chi è Millie Collins -_^
Carlo
[1] Stiamo parlando, ovviamente, del periodo che va dalla “Traversata” sino ad “Onslaught”
[2] Come mostrato in Marvel Knights #11
[3] Avengers Vol 3° #10 in Iron Man & i Vendicatori RDE 11
[4] Barbara Morse Barton alias Mimo, moglie defunta di Occhio di Falco
[5] In Vendicatori MIT #10
[6] Per la precisione, due: contro Gargoyle e Mimi Spaventia (ironicamente oggi la Vendicatrice Songbird) in Avengers Vol 1° #371 (CA&V #59) e Capitan America contro Superia in Captain America #387/392 (Marvel Extra #10)
[7] in Devil MIT #7/8
[8] In Iron Man Vol 3° #7 (in IM&V #8)
[9] Ai bei vecchi tempi in Strange Tales #157 (Devil, Corno, #59) nel 1967
[10] In Avengers Vol 1° #37 (Thor, Corno, #43)