Ex asso dell’aviazione, spia
internazionale, Vendicatrice, Difensore ed avventuriera spaziale, dopo essere stata
esposta ad un macchinario alieno che le ha donato una forza sovrumana, il
potere di volare e quello di emettere od assorbire energia,Carol Danvers è...
#10 –
Convergenze
Antartide
Secondo le mappe,
non ci sono segni di civiltà per centinaia di chilometri in ogni direzione. Non
sono molti infatti a sapere che cosa si nasconde oltre il campo di occultamento
che blocca ogni tentativo di svelare la presenza degli abitanti segreti di
questo continente.
Capitan Marvel lo sa
benissimo, invece: pur non avendo mai lavorato al loro fianco, non può non
conoscere gli Inumani.
Rallenta un po’
mentre sorvola la città secreta per ammirarne tutti i dettagli che la rendono
unica, dagli edifici vecchi di millenni progettati per massimizzare l’utilizzo
del poco spazio disponibile alla infinita varietà dei suoi abitanti.
“Non importa quante
città aliene ho già visitato, spero di non trovare mai noiosi posti come
questo” pensa Carol mentre si avvicina al palazzo reale, osservata con
curiosità dagli Inumani che sono più sorpresi dall’avere una visitatrice che
dal fatto che possa volare, considerato quanto sono comuni i super-poteri in
questa città.
Il suo senso della
meraviglia e la sua felicità di essere qui sono però di breve durata, perché
una volta arrivata alla residenza della Famiglia Reale degli Inumani si trova
davanti l’ultimo abitante di questa città che avrebbe voluto incontrare: una
donna in costume giallo che l’aspetta a fianco di un gigantesco mastino.
-Capitan Marvel. Lo
S.W.O.R.D. ci ha avvisati che saresti arrivata – la saluta raggiante Crystal,
Principessa di Attilan ed ex Vendicatrice.
-Ho chiesto di
vedere Freccia Nera – risponde secca Carol.
-Mio cugino ha
suggerito che ne parlassi prima con me, dato che siamo state entrambe...
-E’ una faccenda di
sicurezza planetaria.
-Capisco, ma...
Dallo sguardo di
Capitan Marvel, anche con il casco rosso che ne copre parte del volto, Crystal
capisce che questa non è affatto una visita di cortesia.
-Va bene, tanto ho
sempre detestato il protocollo. Lockjaw? – la donna
chiede al grosso cane; la piccola antenna sulla fronte dell’animale brilla,
tele portando le due ex Vendicatrici.
Nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico
Il centro abitato
più vicino è a centinaia di chilometri, il che significa che nessuno può vedere
la bizzarra scena di un Quinjet nero volare a bassa
quota circondato da due elicotteri della marina militare degli Stati Uniti,
sorvegliati da due navi della flotta imperiale di Atlantide che viaggiano
appena sotto la superficie dell’acqua.
Lo speciale Quinjet nero non appartiene ai Vendicatori, ma è stato
commissionato dallo S.H.I.E.L.D alla nazione africana di Wakanda
per un compito specifico: trasportare i prigionieri dalla prigione superumana
conosciuta come la Volta ad un luogo ancora più sicuro.
Ci sono comunque due
Vendicatori a bordo, Iron Man e She-Hulk,
intenti a sorvegliare il prezioso cargo: una donna dalla pelle blu in divisa
carceraria, con manette di adamantio ai polsi e alle caviglie, intrappolata
all’interno di un campo di forza. L’ex secondo in comando di Thanos durante l’invasione della Terra, Proxima Media Nox.
<<Non c’era bisogno che venissi anche tu, Jennifer. Proxima può
anche essere forte quanto te, ma non può rompere l’adamantio>> - rompe il silenzio Iron
Man.
-Non sono qui solo
in rappresentanza dei Vendicatori della Costa Ovest, Iron
Man; vorrei vedere di persona il Raft. L’idea di un
super-carcere quasi in acque internazionali non mi fa impazzire.
<<Sono sicuro che i prigionieri del Raft siano trattati umanamente,
il che è più di quanto si meriti questa assassina. Hai letto di come ha
massacrato quei Guardiani ed il suo stesso avvocato, no?>>
-Sì. E’ un altro dei
motivi per cui sono qui – risponde She-Hulk,
avvicinandosi al campo di forza.
Fissa negli occhi la
prigioniera, riconoscendo nel suo sguardo il desiderio di uccidere.
-Perché hai ucciso
quelle persone, Proxima?
-Erano colpevoli.
-Di cosa?
-Di essere vive.
-Non lo sei anche
tu?
-Lo sono. E per espiare
questo peccato ho liberato quei terrestri dalla menzogna della vita.
<<Ancora convinta che non sia il caso di rinchiuderla e buttare la
chiave?>>
-E’ stato Thanos a metterti in testa queste idee, Proxima?
-Ho visto orrori che
questo mondo non può neanche immaginare. Ho visto che la vita è brutale,
dolorosa, crudele. Thanos mi ha mostrato che la morte
è pace e serenità eterna: qualunque dolore è un piccolo prezzo da pagare per i
doni che la morte ha da offrire.
<<Vado a parlare con il pilota. C’è un limite alla quantità di
pazzia che posso digerire>>
- dice Iron Man, allontanandosi per lasciare sole le
due donne.
Si ferma subito,
però, quando sente l’inconfondibile rumore di un’esplosione all’esterno.
-Incredibile a dirsi
ma sembra che tu abbia degli amici, Proxima – commenta She-Hulk.
<<Resta qui con lei, vado a vedere che cosa è successo>> suggerisce Iron
Man, aprendo il portellone del Quinjet: è chiaro che
il velivolo ha rallentato considerevolmente, ed il Vendicatore in armatura vola
fuori per investigare.
She-Hulk si avvicina al portellone per guardare;
schiva all’ultimo istante un raggio di energia, sparato da qualcosa di
invisibile all’esterno: tutto quello che lei riesce a vedere sono i due
elicotteri che sorvolano un mare trasmutato da acqua in pietra.
Alle sue spalle, il
suono di circuiti che esplodono; quando She-Hulk si
volta, Proxima fuoriesce dalla cella non più protetta da un campo di forza.
-Detesto quando devo
dare ragione ad Iron Man – sospira Jennifer Walters,
preparandosi a sferrare un pugno contro l’aliena.
Attilan, Sala del Trono
Nonostante la sua
opinione personale su Crystal, Carol sa che è meglio comportarsi al meglio di
fronte alla Famiglia Reale.
La Regina Medusa è
alla destra del trono; Carol non sa molto di lei, se non che è stata sia un
membro dei Terribili Quattro che dei Fantastici Quattro. Ma suo marito Freccia
Nera, che siede così naturalmente sul trono da far pensare che sia
un’estensione del suo corpo, è uno dei superumani più potenti dell’intero
pianeta: se emettesse un minimo suono, la sua voce raderebbe al suolo Attilan.
Lo S.W.O.R.D. ha un
fascicolo enorme su di lui, la maggior parte del quale è ben oltre il grado di
segretezza a cui Carol ha accesso.
Freccia Nera
comunica con il linguaggio dei segni, tradotto con assoluta efficienza da
Medusa:
-Freccia Nera è
lieto di collaborare con le autorità umane, Capitan Marvel, e desidera
ringraziare lo S.W.O.R.D. per il servizio reso durante l’invasione di Thanos.
“Un bel po’ di
parole per così pochi gesti; mi chiedo quanto il messaggio sia di Freccia Nera
e quanto di Medusa” pensa Carol, che aggiunge.
-Saremmo lieti di
ampliare la collaborazione, in futuro.
-In tempi di crisi,
gli Inumani faranno la loro parte. Ma abbiamo trasferito Attilan
in questa terra desolata [1] proprio per limitare il
nostro coinvolgimento negli affari degli umani.
-So che questa è la
posizione ufficiale del vostro governo. Ma che mi dite dei vostri cittadini?-
Freccia Nera si
limita a sollevare un sopracciglio, che Medusa traduce con:
-Mio marito
preferirebbe che riformulassi la domanda con maggiore chiarezza.
-Capisco che tu sia un
re amato dal tuo popolo, Freccia Nera, ma non tutti i tuoi sudditi saranno
d’accordo nel non interferire con gli umani.
-Freccia Nera non è
un tiranno, Capitan Marvel. Gli Inumani sono liberi di agire secondo la loro
coscienza, purché non infrangano la nostra legge.
-E suppongo che
vendere Nebbie Terrigene ai Badoon sia illegale?
-Capitano!!! –
protesta Crystal; Freccia Nera alza la mano con un gesto che persino Carol
capisce istantaneamente come “lascia che ci pensi io”.
-L’uso non
autorizzato delle Nebbie Terrigene è proibito; la punizione è tra le più severe
previste dalle leggi Inumane – aggiunge Medusa, traducendo i segni successivi.
-Eppure non è senza
precedenti; ho letto alcuni rapporti SHIELD molto preoccupanti in materia. [2]
-Non siamo al
corrente di alcuna attività illegale concernente le Nebbie Terrigene, Capitan
Marvel, ed Attilan non ha alcun rapporto con i Badoon. Ma naturalmente collaboreremo con qualsiasi tipo di
indagine in corso.
-Non ne dubito. Ho
solo un’ultima domanda: dov’è Maximus?
Tutti i presenti si
innervosiscono al suono di quel nome. Persino Lockjaw
si irrigidisce.
-So che è stato
esiliato da Attilan [1]; ci sono
rapporti sul suo avvistamento a Latveria [3], ma non sono confermati. Voi non ne sapete niente, vero?
-Quel mostro non
è... – inizia a rispondere Medusa, prima di ricordarsi che in questo contesto
non deve parlare per sé ma per Freccia Nera e tornare a tradurre i suoi gesti.
-Maximus
è stato privato della sua cittadinanza e condannato a morte. Se facesse mai
ritorno ad Attilan sarebbe giustiziato. Se lo
S.W.O.R.D. lo catturasse, chiederemmo la sua estradizione.
-Ne parlerò con i
miei superiori. Vi terremo aggiornati su qualsiasi novità nelle indagini, e
gradiremmo che voi faceste altrettanto se scopriste qualcosa di pertinente.
-Mio marito
acconsente. Ma, Capitano, ho una richiesta personale – aggiunge Medusa.
-Di che si tratta?
-Se le Nebbie
Terrigene entrassero in contatto con gli umani, gradiremmo conoscere i nomi di
chiunque riesca a sopravvivere all’esposizione.
-Per quale motivo?
-Perché secondo le
nostre leggi questo li renderebbe Inumani, parte della nostra famiglia.
-Finora non è
successo, ma vi terrò informati. Vostra Maestà – risponde Carol, inchinandosi
rispettosamente. Un po’ le è dispiaciuto mentire, ma non si fida abbastanza
degli Inumani per fargli sapere della nuova Miss Marvel. Carol si allontana dal
trono, seguita da Crystal.
-Se non è un
problema, Capitano, vorrei unirmi alle indagini: credimi, poche persone in
questa città vogliono vedere Maximus consegnato alla
giustizia più di me.
-Sì, è un problema.
Il tuo cane può portarmi a Londra?
-Come? Sì, certo,
ma...
-Allora chiediglielo
– taglia corto Capitan Marvel. Crystal capisce che l’umana non ha alcun
interesse ad essere educata con lei, e dopo pochi secondo Lockjaw
teletrasporta Capitan Marvel in un altro continente.
Nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico
She-Hulk dovrebbe essere in netto vantaggio
contro Proxima Media Nox: quest’ultima può anche essere uscita dal campo di
forza, ma le manette di adamantio sono ancora saldamente strette attorno a
polsi e caviglie dell’aliena. She-Hulk è pronta a
mettere fine allo scontro con un solo pugno, e sapendo che la sua avversaria è
molto più forte di un’umana non trattiene la propria forza.
L’aliena si dimostra
anche più veloce, però, abbassandosi all’ultimo secondo per farle mancare il
bersaglio; approfittando del disorientamento di She-Hulk,
la colpisce con un pugno allo stomaco.
Proxima si posiziona
alle sue spalle, e nonostante i suoi movimenti siano limitati dalle manette
riesce a stringere le braccia attorno al collo di She-Hulk.
-La bassa gravità di
questo pianeta ti rende debole – le fa notare, stringendola così forte da darle
problemi a respirare. E nonostante il potere conferitole dai raggi gamma, la
Vendicatrice di giada non riesce a liberarsi. Normalmente potrebbe trattenere il
respiro per ore... se Proxima non l’avesse costretta con quel pugno ad
espirare.
“E’ forte almeno
quanto me. Devo arrabbiarmi... o diventare creativa” – pensa She-Hulk, flettendo i muscoli delle gambe: sfruttando la
bassa gravità di cui si è presa gioco Proxima, riesce a scagliare entrambe le
lottatrici fuori dal Quinjet dopo averne perforato la
carrozzeria.
Invece di
precipitare nell’oceano, però, le due donne atterrano sulla dura pietra.
L’acqua è stata infatti trasmutata, ed è sorvolata da una dozzina di navicelle
gialle impegnate in una complessa battaglia aerea contro Iron
Man.
-Avanzate Idee
Meccaniche – dice She-Hulk, riconoscendo la fattura
di quelle navicelle.
-Sono fuori dal loro
campo di interferenza. Procedete – ordina Proxima, parlando ad un interlocutore
invisibile.
-Oh no, bella, non
abbiamo ancora finito qui – risponde She-Hulk,
correndo verso l’avversaria: possono essere state separate dall’atterraggio, ma
ha intenzione di lasciarsela scappare.
Purtroppo per lei,
Proxima Media Nox svanisce completamente in un lampo di luce accecante solo
pochi secondi prima che tutte le navicelle A.I.M. esplodano all’unisono.
-Quella grandissima
figlia di...
<<Che è successo?>> - chiede Iron Man, volando verso She-Hulk.
-Si è teleportata! Riesci a rintracciare un qualche tipo di
segnale?
<<Niente di niente. Non è la prima volta in cui l’AIM usa
tecnologia di teletrasporto, ma questa è enormemente più avanzata dei loro
standard>>
-Vuoi dire che ci
siamo appena fatti scappare il braccio destro di Thanos
da sotto il naso!?
<<Non so cosa è peggio: che quell’assassina sia in libertà, o il
fatto che l’AIM possa avere accesso alla sua tecnologia>>
-Credimi, c’è
qualcosa di peggio – risponde She-Hulk, estraendo dal
proprio costume la Communicard dei Vendicatori.
-Vuoi dare tu la
cattiva notizia a Capitan Marvel?
Una base segreta delle Avanzate Idee Meccaniche
L’Agente Gold
attende con ansia che la cabina di teletrasporto si attivi, felice che la
divisa dell’A.I.M. ne nasconda il volto. Se non fosse così, sarebbe chiaro
quanto sia ansioso di mettere fine alla collaborazione con Contagio, l’entità
aliena che sta possedendo l’alieno al suo fianco.
Dopo un lampo di
luce, un’aliena dalla pelle blu esce dalla cabina e solleva le braccia per
mettere in evidenza le manette ancora prima di aprire bocca.
-Gargoyle? Libera la
nostra ospite – ordina l’Agente Gold, anche se non è necessario: sotto il
controllo di Contagio, il super-criminale ha già allungato le mani per toccare
l’adamantio.
Proxima si libera
delle manette di pietra come se fossero di cartone e si rivolge direttamente a
Contagio, ignorando completamente l’Agente Gold.
-Le truppe sono
pronte per l’assalto?
-Aspetti solo un
secondo, signora Nox. L’A.I.M. ha investito milioni di dollari in questa
operazione, e prima di procedere con qualsiasi azione esigiamo concordare il
pagamento.
-Molto bene –
annuisce Proxima, stringendo la testa dell’Agente Gold tra le mani e
schiacciandola come se fosse un pomodoro maturo.
La sua espressione
non cambia minimamente neanche dopo essersi sporcata con sangue e cervello; si
limita a guardare l’uniforme carceraria che indossa.
-Ho bisogno di un
cambio di vestiti e di una forza d’invasione – notifica Proxima, scavalcando il
cadavere decapitato dell’Agente Gold per recarsi verso le vasche di incubazione
dove dozzine di cloni di Carnage si stanno agitando.
-Il tuo esercito è
pronto, Proxima. Attendiamo il tuo ordine – riferisce Contagio.
-Il momento è giunto.
Diamo inizio all’invasione della Luna.
Castello Garrington, Regno
Unito
Non appena si toglie
la maschera, Carol si sente colpevole di aver trattato Crystal in quel modo. Riconosce
che il suo atteggiamento è del tutto irrazionale, ma non può farne a meno. Non
è tanto sapere che Crystal ha avuto una relazione con Dane...
non è così gelosa, ed è successo
molto prima che si conoscessero... ma non le piace per nulla ripensare al
bizzarro triangolo amoroso in cui era stata coinvolta anche l’Eterna Sersi.
E Crystal non ha
esattamente la migliore reputazione quando si tratta di matrimoni tra
super-eroi.
-Com’è andata? – le
chiede Dane, avvicinandosi per darle un bacio sulla
guancia.
-Ancora presto per
dirsi, potrebbe essere un vicolo cieco. Le bambine sono in camera?
-Dormono. Ci ho
messo due ore a farle addormentare, non azzardarti a svegliarle.
-Va bene, tanto tra
poco dovrò allattarle di nuovo.
-Almeno così ti
vedono.
-E questo che cosa
vorrebbe dire!?
-Dovresti essere ancora in maternità, ma sei sempre in missione. Il
maggiordomo vede le bambine più spesso di te, Carol.
-Adesso non fare il melodrammatico. Cosa pretendi, che me ne stia in casa
in pantofole mentre c’è chi spaccia Nebbie Terrigene tra gli umani?
-Non sto dicendo che il tuo lavoro non sia importante. Solo che dovresti
dedicare un po’ più tempo alla tua famiglia ed un po’ di meno allo spazio; non
è per questo che ci siamo trasferiti al Castello?
-Evidentemente non ha funzionato. Penso dovremmo tornare nel Queens... mi
dispiace, ma proprio non riesco a considerare questo posto come casa mia.
-Non posso chiedere al personale di trasferirsi.
-Intendevo solo noi due e le bambine, Dane. Non
volevi trovarti un nuovo lavoro? Sarà più facile a New York, non credi?
-Anch’io preferirei crescere le bambine in America. Ma dovremo trovare un
sistema per organizzarci meglio, specialmente se tornerò a lavorare anch’io.
-Va bene. Stavi pensando ad una babysitter?
-Perché no. Potrei chiedere a Crystal se ha dei suggerimenti, lei ci è
già... che c’è? – chiede Dane, notando l’espressione
arcigna della moglie che fluttua verso la camera da letto.
-Non c’è niente. Vado a riposare.
-Cosa ho detto di male!?
-Ho detto che non c’è niente – Carol taglia corto, chiudendosi la porta
alle spalle.
Dane Whitman sospira e scuote la testa, accettando che questa è una battaglia
persa.
-Secondo me sono gli ormoni – si intromette una voce femminile. Dane scatta per puro istinto, pronto ad evocare la Lama d’Ebano
prima di riconoscere la maschera rossa della donna che lo osserva rigirandosi
tra le mani una spada d’argento.
-Nemesi. Credevo fossimo d’accordo che non saresti entrata nell’area
residenziale.
-Ed ero d’accordo. Ma la spada aveva un brutto presentimento e voleva che
controllassi.
-Che tipo di brutto
presentimento? – chiede Dane. Chiunque altro
probabilmente considererebbe assurdo il concetto di una spada che avvisa il
proprietario di un pericolo incombente, ma se c’è qualcuno che deve
necessariamente avere una mente aperta in materia è il Cavaliere Nero.
-Che tutta la vita
sia sul punto di cessare di esistere e che ogni speranza sia stata spazzata
via.
-...
-Ma vedo che è tutto
a posto. Buona notte! – taglia corto Nemesi, uscendo dalla stanza con la stessa
naturalezza con cui si era intromessa senza invito.
-Sì. Buona notte –
ripete poco convinto Dane, guardando la Luna
splendere fuori dalla finestra.
Lo scienziato che è in
lui detesta ammetterlo, ma anche lui si sente nelle ossa che qualcosa non va.
Base lunare S.W.O.R.D, Zona Blu della Luna
Il codice genetico
di Genis Vell può aver ben
poco a che fare con quello di un essere umano, ma anche un mezzo-Kree mezzo-Eterno ha bisogno di dormire. Sta riposando
nella propria stanza quando improvvisamente salta giù dal letto: è stato
assalito da un terrore così indicibile da rendergli difficile respirare per
alcuni secondi. Gocce di sudore freddo scendono sulla sua fronte, e nei suoi
occhi c’è il riflesso di un campo stellato che accompagna l’uso della Coscienza
Cosmica.
Riesce con fatica a
raggiungere il proprio comunicatore, premendo la combinazione di pulsanti che
lo mette in diretto contatto con la Direttrice.
<<Vell, secondo l’orario della stazione sono le
tre di notte, devi trovarti una tua vita privata>> - risponde la voce
di Abigail Brand, più irritata che assonnata.
-Sta arrivando. E
questa volta non vinceremo.
<<Stai calmo, Vell.
Chi sta arrivando?>>
-La morte di tutto
quanto.
Alloggio della Direttrice Brand
Se si trattasse di
chiunque altro, Abigail Brand avrebbe scherzato sulla
tendenza dei super-eroi ed essere più drammatici del necessario. Ma Genis Vell...
-Che succede?
Credevo fossimo fuori servizio – fa notare l’uomo nel suo letto.
-Silenzio – ordina
la donna, recuperando gli occhiali da sole dal comodino ed indossandoli
nonostante la stanza sia immersa nel buio.
-Sissignora –
risponde l’uomo, osservando il suo ufficiale comandante avvicinarsi alla grande
finestra con una vista panoramica sulla Luna... privilegi del rango.
-Attivare protocollo
Argo – ordina la Direttrice. La finestra si trasforma in un mosaico di
immagini, inquadrature di ogni angolo della stazione che Abigail
sfoglia toccando il vetro come se fosse la superficie di un tablet. La
naturalezza con cui si muove fa pensare che non sia la prima volta in cui
utilizza questa applicazione, e presto visualizza un’immagine particolare:
un’inquadratura della camera blindata che funge da prigione per il corpo pietrificato
di Thanos.
Guardato a vista,
ventiquattro ore su ventiquattro, da sei agenti con armature da Guardiani
ampiamente modificate.
Il buio della stanza
viene improvvisamente rimpiazzato da una luce rossa intermittente, mentre una
voce registrata comunica a tutta la stazione lunare:
<<ALLARME
ROSSO. RILEVATA INTRUSIONE. ALLARME ROSSO>>
Abigail Brand si sofferma per un attimo
sull’immagine della camera blindata: nessun cambiamento. Ma non appena si
sposta su un’altra inquadratura non ci vuole molto prima di vedere qualcosa di
orribile: un agente S.W.O.R.D. trafitto da una lama creata da Carnage. E cosa ancora più terrificante, non è l’unica:
agli angoli opposti della base, altri Carnage stanno
dando inizio ad una vera e propria carneficina.
-Come hanno fatto ad
aggirare il campo anti-teletrasporto!? – si meraviglia l’agente saltato giù dal
letto, mentre indossa con tutta fretta la propria uniforme S.W.O.R.D. Forse è
l’eccitazione del momento, ma impiega un po’ prima di notare che Abigail non sta facendo altrettanto: è ancora in piedi di
fronte alla finestra, in biancheria intima ed occhiali da sole, immobile.
-Uhm... Direttrice?
Dovremmo... insomma, è un allarme rosso!
-Negativo. Computer,
annullare allarme rosso, codice di identificazione AXMV33.
<<CODICE VALIDO.
ALLARME ROSSO ANNULLATO>>
-Che cosa!? Ma siamo
stati invasi!
-Computer. Allarme
Nero – dichiara la Direttrice.
La luce rossa si
spegne all’istante. Ed altrettanto rapidamente, le stelle visibili dalla
finestra vengono oscurate quando una cupa ombra oscura l’intera base lunare.
<<ALLARME
NERO. QUARANTENA ASSOLUTA ATTIVATA>>
-I miei vestiti. Ed
il mio disintegratore – ordina la Direttrice. L’agente non se lo fa ripetere
due volte, mentre Abigail si focalizza su un’altra
immagine: Proxima Media Nox che cammina per i corridoi della sua base lunare, a fianco di un altro Carnage.
-Quello grosso –
specifica la Direttrice.
Castello Garrington, Regno
Unito
Come tutte le
neo-mamme, Carol Danvers è più che rassegnata a
doversi svegliare nel cuore della notte per colpa di un frastuono inatteso.
A svegliarla però
non sono le due bambine che stanno ancora dormendo, ma un suono fastidioso ed
insistente proveniente dal suo armadio.
-Non è possibile –
commenta, fluttuando sopra le coperte ed avvicinandosi all’armadio.
-Che succede? –
chiede Dane Whitman, ancora nel dormiveglia.
Carol apre l’armadio
ed estrae il costume da Capitan Marvel: la stella su petto sta lampeggiando,
cambiando colore da giallo a nero e viceversa, e sta emettendo un lamento
impossibile da ignorare.
-Credevo che lo
S.W.O.R.D. fosse un’agenzia di spionaggio, ci si aspetterebbe fossero più
discreti; non puoi spegnere quell’affare prima che... – si lamenta Dane, interrotto da quello che era inevitabile: il pianto
forsennato delle due gemelle.
-Ecco, appunto -
sospira Dane, alzandosi dal letto e notando
l’espressione preoccupata sul viso di sua moglie. Dev’essere qualcosa di serio
se non ha nemmeno reagito al pianto delle figlie.
-Che succede? Una
qualche emergenza? – le chiede.
-Allarme Nero. La base
lunare è compromessa e completamente isolata dal mondo esterno.
-La Brand non
userebbe qualcosa di così estremo senza una buona ragione – realizza Dane.
-Anche le
comunicazioni sono bloccate... non c’è modo di sapere che cosa stia realmente
succedendo, o di aiutarli in qualunque modo – spiega Carol.
-A dire la verità,
un modo ci sarebbe – interviene una voce femminile: Nemesi è ferma sulla porta,
e Carol non è dell’umore giusto per ricordarle di non aver mai ricevuto il
permesso di entrare in questa stanza.
-Il nostro destino
chiama, Capitano. Abbiamo bisogno l’una dell’altra per salvare il mondo.
CONTINUA !
Nel prossimo numero: L’ultima linea
Note
[2]
che abbia letto MarvelIT: Agents of
SHIELD ?
[3] nelle
attuali storie di Destino MIT