N° 50
(PARTE SETTIMA)
PROLOGO
Il
tuo nome è Jeff Mace e il destino ti ha scelto per portare avanti un’eredità
impegnativa. Non era quello che avesti voluto, avresti volentieri lasciato
questo onere a chiunque l’avesse voluto, ma non ti è stata data scelta: ci
doveva sempre essere un Capitan America e quello non potevi che essere tu.
Tuo
nonno, di cui porti il nome, era stato lui stesso Capitan America tra la fine
del 1946 e quella del 1949 e prima ancora era stato un eroe in costume che si
faceva chiamare il Patriota. Tirarsi indietro avrebbe significato tradire la
sua memoria e questo tu non avresti mai potuto farlo.
Per
più di un anno hai impersonato la Sentinella della Libertà e tutto sommato lo
hai fatto bene. Non avrai forse mai il carisma dell’originale ma hai dato il
meglio di te e nessuno può chiederti di più… a parte, forse, tu stesso.
RISOLUZIONI
1.
Sei
sorpreso, ma non spaventato, anche se forse dovresti esserlo almeno un po’: dopotutto
quello che ha di fronte è uno scienziato, più avvezzo a maneggiare le provette
che le armi ed il rischio che per il nervosismo lasci partire un colpo è
davvero alto.
-Si calmi, dottor Paxton.- gli dici con la
voce più calma che puoi trovare –Metta giù la pistola prima che qualcuno si
faccia male.-
-Prima dovrete dirmi che fate qui – ribatte il
nipote di Abraham Erskine –Avete invaso il mio laboratorio e voglio sapere
perché.-
-Mi pare ovvio il perché.- ribatte il
colonnello Michael Rossi –Vogliamo sapere cosa combina qui dentro… e lei ce lo
dirà, “professore”.-
-Fuori di qui!-
Paxton
si sta innervosendo e la mano di Rossi corre alla sua pistola. Tu decidi di
agire subito.
-No!- gridi mentre il tuo scudo lascia la tua
mano e percorre una traiettoria ad arco disarmando Paxton senza fargli troppo
male e tornando, infine, quasi magicamente, nella tua presa. Dovresti essere
orgoglioso del fatto che ormai non sbagli più questa manovra.
-Sei fiero di te stesso eh, Capitan America?-
ti si rivolge Paxton –Ma che dico? Tu non sei Capitan America, sei solo una
pallida copia, non vali quanto l’originale. Io lo so: è grazie a mio nonno che
è nata la leggenda.-
Lo
afferri per il bavero e lo tiri a te.
-Ed è per questo che ha pensato di creare un
super soldato tutto suo, vero dottore?
Solo che non è andata bene come credeva: il suo siero era instabile ed
il suo “paziente” aveva bisogno di rinnovare costantemente le dosi e poi è
accaduto qualcos’altro che non aveva previsto: il suo Super Patriota ha
cominciato a trasformarsi in maniera erratica, proprio come il Dottor Jekyll
nel romanzo di Stevenson ed è per questo che è venuto qui: per chiederle una
cura.-
-Io… tu sei pazzo Capitano.-
-No che non lo è.- interviene Rossi –La sua
ricostruzione è perfetta. Manca solo un tassello, anche se credo di aver
intuito la soluzione: chi è il Super Patriota?-
È
stata una lunga notte per Falcon: le informazioni che ha avuto da Morgan sono
arrivate troppo tardi per aiutare Luke Cage contro il suo persecutore, ma per
fortuna lui se l’è cavata lo stesso.[1]
Non
è sorpreso di trovarlo nella stanza di Claire Temple quando vi entra nei panni
di Sam Wilson: Luke è una di quelle persone che sentono una speciale
responsabilità verso gli amici o le ex fidanzate.
-Dall’aspetto che hai…- gli si rivolge .-...
direi che ti sei fermato a casa tua giusto il tempo di fare una doccia e
cambiarti d’abito.-
-Beh… non è che fosse rimasto molto dei miei abiti
dopo l’esplosione del penitenziario in cui mi aveva attirato Willis Stryker.-
commenta sogghignando Luke.
Da quel che ricordo, Luke, hai sempre avuto la
straordinaria abilità di distruggere le tue camicie. Mi sono sempre chiesto se
il tizio da cui le compravi ti facesse uno sconto quantità.-
A
parlare è stato un uomo anziano, che indossa una vestaglia sopra un pigiama e
si muove a fatica, sorretto da stampelle.
-Noah!- esclama Luke –Che ci fai in giro? Da
quel che ho sentito, dovresti startene a letto.-
-Sciocchezze.- sbuffa il dottor Noah Burstein,
l’uomo responsabile se Luke oggi ha una discreta superforza ed una pelle quasi
impenetrabile- Il tuo vecchio amico non mi ha conciato così male dopotutto.
Sono un vecchio ebreo coriaceo, tu dovresti saperlo.-
-Sarà anche così, dottor Burstein.—interviene
Sam -… ma forse è meglio che si sieda.-
-Uhm… va bene, facciamo come vuole lei
senatore.-
-Per favore, mi chiami Sam.-
-Beh Doc…- commenta Luke -… sono lieto di
vederti in piedi. Se solo anche Claire…-
Non
finisce la frase: un debole lamento proviene dalla donna in coma mentre la sua
mano destra si muove.
-Claire!- esclamano all’unisono i tre uomini,
La
spedizione è stata un disastro, pensa American Dream: si sono fatti sfuggire il
prigioniero[2]
e probabilmente hanno perso tutti i dati che avrebbero dovuto recuperare. Il
fatto che abbiano catturato tre membri del cosiddetto Team Four non la consola
affatto. Non la sorprenderebbe per niente scoprire che i due emblemi
dell’arroganza maschile che ha di fronte la ritengono responsabile della
débâcle. Diavolo, lei stessa se ne ritiene responsabile.
-È una grossa sciocchezza ragazza.- le parole
del Maggiore Libertà la strappano di colpo alle sue riflessioni.
-Cosa?- chiede perplessa.
-Non ci vuole un lettore del pensiero per
capire a cosa stavi pensando. In fondo è la stessa cosa a cui stiamo pensando
io e Mr. Alucce là vicino, anche se lui non lo ammetterebbe mai, immagino:
abbiamo fatto la figura dei fessi tutti e tre. Non è stato certo per colpa tua
se è finita come è finita.-
-Beh... grazie.-
U.S.Agent
non parla, ma sotto la sua impenetrabile espressione in fondo è convinto che il
Maggiore abbia ragione. Per quanto lo riguarda, però, non ha ancóra finito con
Mystica. Il confronto finale è solo rimandato.
2.
Jacob Paxton non è abituato alla violenza e
reagisce scompostamente.
-Mi lasci, Capitano, lei non può…-
-So io cosa posso fare.- ribatti seccato –Lei
ha creato un siero del supersoldato che, a differenza di quello del suo
bisnonno, è molto instabile. Forse è per questo che stanno cercando di
ucciderla: la notizia dev’essere trapelata in qualche modo. Ora lei mi dirà chi
è la sua cavia.-
-Lascialo andare.-
Dalla
porticina da cui prima era uscito Paxton ora è comparso un altro uomo: l’agente
dello S.H.I.E.L.D. Neal Tapper, con in pugno una pistola che tiene stretta con
entrambe le mani.
-Che sorpresa.- commenta Michael Rossi.
Tapper
sta sudando e le sue mani tremano visibilmente.
-Metti giù quell’arma, Tapper.- gli si rivolge
Rossi –Non è necessaria e poi… qualcuno potrebbe farsi male.-
-Non sono uno stupido, la so usare: sono un
agente decorato non un novellino.-
-Perché l’hai fatto Tapper? Perché questa
mascherata?-
-Perché nessuno fa nulla. Io c’ero quando
Capitan America è morto: ero nella squadra che ha recuperato il suo cadavere.[3]
Gli hanno fatto un bel funerale e messo un monumento sulla sua tomba, ma gli
importava veramente di quel che voleva dire la sua morte? Di quello che
significava per la gente, per l’America? Io ho cercato di fare qualcosa e
Paxton me ne ha dato la possibilità.-
-D’accordo, capisco la tua frustrazione.-
continua Rossi –Il sistema a volte è difettoso e bisogna agire fuori dagli
schemi per migliorare le cose e di certo il Capitano qui presente non potrà che
essere d’accordo che non c’è nulla di male a mettersi una maschera ed un
costume e darsi da fare a sistemare alcune storture.-
-Assolutamente.- confermi tu mentre allenti la
stretta su Paxton. Hai deciso di stare a vedere dove vuol arrivare Rossi ed
intanto ti prepari ad agire se ce ne sarà bisogno.
-Non siamo il nemico Tapper.- continua Rossi
avvicinandosi. Intanto l’ufficiale dello S.H.I.E.L.D. si è lanciato in una
specie di monologo:
-Il siero del Dottor Paxton non funzionava
come quello del suo bisnonno. Non ha alterato solo i muscoli , ma il mio intero
aspetto: niente barba e baffi quando ero lui, mai capito perché. L’effetto non
era permanente e dovevo prenderne altri dosi del siero per tonare ad essere
lui.-
Dissociazione
psicotica: parla dell’altro se stesso come se fosse davvero un’altra persona e
tra poco comincerà a credere davvero che lo sia. Ti rivolgi a Paxton,:
-Com’è arrivato a sintetizzare il suo siero?-
Lo
scienziato esita qualche istante, poi si decide:
-Ho… ho integrato le ricerche di mio nonno con
quelle di Bruce Banner sull’uso controllato dei raggi gamma.-
-Cioè ha dato a Tapper un siero irradiato con
gli stessi raggi che hanno trasformato uno dei più brillanti fisici nucleari
della nazione in un mostro? Era impazzito per caso? Non ha pensato alle
conseguenze?-
L’altro
non risponde ed intanto Tapper continua il suo monologo mentre la sua
sudorazione ed il tremito alle mani aumentano.
-Ad un certo punto le trasformazioni
cominciarono ad avvenire spontaneamente quando meno me lo aspettavo. Mi sono
fatto trasferire in Virginia per restare più a contatto con Paxton ma nulla
sembra funzionare e io…io… no ce la faccio più!-
Tapper
lascia cadere la pistola e lancia un urlo portandosi le mani alle tempie. Sotto
gli occhi degli altri tre uomini nella stanza la sua massa corporea aumenta,
diventa più alto, più massiccio e molto più muscoloso, ma non è il solo
cambiamento: barba e pizzetto sono scomparsi, i capelli si sono schiariti e gli
occhi sono diventati color verde acqua. L’uniforme si è adattata al nuovo
fisico, deve essere composta di molecole instabili.
-Voi… avete visto troppo… dovete morire.-
American
Dream vede allontanarsi l’aereo che porta i tre mutanti verso la loro nuova
destinazione. Non può fare a meno di chiedersi quanto sia gusto imprigionarli.
Certo, hanno commesso atti mostruosi, ma erano solo pedine di qualcuno che era
molto più mostro di loro, non erano davvero responsabili delle loro azioni. Se
li si potesse aiutare a capire…
-Un penny per i tuoi pensieri ragazza.-
La
voce del Maggiore Libertà spezza il flusso dei pensieri di Liz Mace.
-Così poco?- ribatte –Si vede che sei fuori
dal giro dal 1940. Non hai idea di come sia diminuito il potere d’acquisto del
dollaro in questi anni.-
-Invece ho imparato più di quanto mi
piacerebbe. Mi sto adattando al mondo di oggi, ma questo non vuol dire che mi
piaccia.-
-Erano davvero più ingenui e puri? I tuoi
tempi intendo.-
-Non credere mai a chi te lo dice, ragazza
–Eravamo solo più bravi a guardare da un’altra parte e a nascondere lo sporco
sotto il tappeto.-
-Questo è un modo di vedere le cose molto
cinico.-
-Può darsi. Io lo definirei realista e di te
direi che sei troppo idealista, ma immagino che tu lo prenderesti come un
complimento.-
-Infatti.-
Prima
che il Maggiore possa aggiungere altro ecco sopraggiungere U.S.Agent.
-È ora di andare.- dice sbrigativo come al
solito –I pezzi grossi ci aspettano.-
American
Dream abbozza un sorriso: sarà un comitato di benvenuto o un tribunale
improvvisto? Lo scoprirà fin troppo presto.
Claire Temple apre gli occhi ma le ci vuole
qualche istante per mettere a fuoco ciò che vede.
-Che… cosa è successo?- chiede con voce debole.
-Claire… come ti senti?-
-Luke... sei davvero tu dopo tutti questi
anni? Devo stare per morire mi sa.-.
-E invece no. L’ho sempre detto che sei troppo
dura per l’Inferno.-
-Claire…- interviene Sam Wilson –Cosa ricordi
dell’incidente?-
-Incidente? Quale incidente? L’ultima cosa che
ricordo è che stavo uscendo dall’ambulatorio ed andando all’auto e… nulla, non
ricordo altro Ho avuto un incidente con l’auto, è questo che è successo? Per
questo sono in ospedale?-
-Amnesia post traumatica.- commenta il dottor
Burstein –Decisamente tipico.-
-Noah… sei qui anche tu? E quel bastone… eri
in auto con me? Sei rimasto coinvolto nel mio incidente?-
-Non esattamente.- interviene ancora Sam –Si
tratta di una storia lunga e complicata.-
-E allora che aspettate a raccontarmela?-
Prima
che quacun’altro possa aprire la bocca è
Noah Burstein a dire la sua:
-Prima sarà il caso che ti vedano i tuoi
medici curanti. Sei stata in coma per due giorni.-
-Davvero? Ecco perché mi sento così affamata.
Su, Noah, chiamali... che prima diranno che sto bene e prima potrò uscire di
qua.-
-I medici sono sempre pessimi pazienti- è il
commento di Burstein,
3.
Ok…
avevi indovinato tutto, magra consolazione se ti ritroverai con la testa
spiaccicata come un melone troppo maturo. La versione 2.0 di Tapper ti sta
caricando a testa bassa. La cosa positiva è che la sua mente sembra
ottenebrata, non sei nemmeno sicuro che sappia cosa stia facendo, ha perso ogni
controllo. Puoi usare la tua intelligenza e la tua abilità in battaglia per
contrastarlo. La cosa negativa è che se un pugno da mezza tonnellata ti
colpisce non dovrai più preoccuparti di nulla.
Salti,
evitando di misura un pugno che riduce in frantumi una scaffalatura. Lanci
contro di lui il tuo scudo, ma rimbalza contro il suo corpo senza quasi che lui
se ne accorga.
-Decidi di provare a parlargli:
-Ascolta, Tapper...-
-Non chiamarmi Tapper.- ringhia l’altro –Neal
Tapper non c’è più, c’è solo il Super Patriota… e voi siete morti.-
Tanti
saluti all’approccio soffice. Anche le sue frasi sono diventate monotone. A
questo punto è inevitabile fermarlo.
Rossi
ha la pistola in pugno e prende la mira. Prima che spari gli abbassi la mano.
-No…- affermi -… ci deve essere un altro
modo.-
-Se lo dici tu…- replica Rossi -... ma
vorresti dirmi quale?-
Mentre
lo spingi fuori dalla traiettoria di un pugno micidiale, ti rendi conto di non
avere una risposta.
-Non doveva andare così.- esclama il dottor
Paxton –Non doveva andare così.-
Credi
proprio che abbia ragione: non è possibile che avesse pianificato proprio
questo risultato. Le dimensioni di Tapper sono cresciute in modo esagerato e
così la sua massa muscolare. Ora sembra un Hulk dalla pelle rosa e la sua
intelligenza sta regredendo sempre più rapidamente.
-Non c’è un antidoto?- chiedi.
-Un composto che lo facesse tornare normale?
Sì, avevo qualcosa di simile.- risponde Paxton –Ma era sullo scaffale che ha
distrutto prima e poi… non so... ma dubito che funzionerebbe adesso.-
Magnifico,
quindi non ti resta che saltare come un ranocchio ed evitarlo mentre ti fai
venire un’idea. Esci dal laboratorio. Meglio che segua te piuttosto che gli
altri così ci andrai di mezzo solo tu. Non è questo che farebbe Capitan
America?
-Fermi tutti quanti.-.
Ecco
una cosa a cui non avevi pensato: gli agenti dello S.H.I.E.L.D. e della Polizia
locale posti a protezione di Paxton. Non è difficile indovinare come reagiranno
davanti ad un gigante furioso.
Una
gragnuola di colpi si abbatte sulla cosa che era Neal Tapper ed ora non può
nemmeno più definirsi Super Patriota. Un grido animalesco esce dalla sua gola.
-ARRR!-
-Che succede?-
-I proiettili non lo fermano.-
Come
una belva ferita Tapper si precipita contro coloro che fino a poco fa erano i
suoi compagni e li scompagina come birilli.
Gli
salti addosso e lui tenta di sbarazzarsi di te come di un insetto fastidioso,
ma tu resti attaccato al suo collo. . Senti il suo respiro farsi affannoso ed i
suoi movimenti rallentare. Ma perché? I proiettili non lo hanno ferito, ne sei
certo allora… aspetta… il suo cuore sta avendo difficoltà[C1] ad adattarsi alla nuova
massa, la trasformazione è stata troppo veloce. Sta avendo un infarto.
Hai
appena avuto quest’intuizione che il tuo avversario si porta le mani al petto e
cade. Salti di lato appena in tempo per evitare di essere schiacciato.
-Chiamate i soccorsi, presto!-urli, poi ti
chini su di lui e cominci a praticargli come puoi un massaggio cardiopolmonare.
Non morirà se puoi impedirlo.
Claire
Temple si è sottoposta un po’ impazientemente a tutti i controlli del caso e
dopo che le è stato finalmente detto che va tutto bene, ha ascoltato il
racconto di come Willis Stryker, con l’identità di Willie Edmond, avesse cercato
vendetta contro Luke Cage colpendo anche i suoi amici presenti e passati.
-E così Willis Stryker era ancora vivo.-
commenta Claire –Perché solo i buoni restano morti?-
-Non lo so.- replica Luke –Davvero non lo so.-
Sam
Wilson si avvicina a Claire e le prende la mano.
-Ora è finita. Possiamo andare avanti…
insieme.-
Luke
Cage si allontana discretamente. Claire Temple fa parte del suo passato ormai,
ma che cosa gli riserva il futuro?
Tapper
è stato preso in custodia dallo S.H.I.E.L.D. e portato in fretta in uno dei
loro centri medici. Anche il professor Jacob Paxton è stato preso in loro
“custodia protettiva”.
-Se è vivo, è merito tuo, capitano.- ti dice
il Colonnello Rossi alludendo a Tapper –Io non so se mi darei dato tanto da
fare per lui.-
-Ho fatto quel che dovevo fare.- rispondi –Mi
restano ancora diverse domande senza risposta, però.-
-E che intendi fare adesso?-
-Non lo so. Ci sono misteri irrisolti sul
Progetto Rinascita ma quello di Paxton e del Super Patriota si è rivelato un
vicolo cieco. Non ho intenzione di arrendermi, però.-
-Ti auguro maggior fortuna, allora, Cap. Prima
di salutarti, però, posso chiederti qual è il tuo legame con American Dream?-
Chissà
perché questa domanda? Che Rossi sospetti che American Dream sia tua sorella
Liz, sua collega alla D.I.A.?
-Abbiamo lo stesso sarto.- rispondi con un
sorriso. Soltanto questo.-
INTERMEZZO
1.
Liz Mace, impeccabile nella sua uniforme di Maggiore dei Marines, entra
negli uffici del J.A.G. della Marina a Washington ed il suo collega della
Marina Martin Luther King Mitchell la accoglie con molta cordialità.
-Bentornata Liz, spero che ti sia goduta la
tua vacanza: io ho dovuto farmi carico anche dei tuoi casi.-
-Mi farò perdonare Marty.- replica lei.
-Ci spero.-
C’è
un legame speciale tra loro due e non solo perché da qualche tempo sono amanti,
ma ancor prima di quello perché entrambi sono nipoti di due eroi mascherati dei
tempi della Seconda Guerra Mondiale. Il nonno di Martin era un eroe di colore
(uno di pochissimi, se non l’unico dell’epoca), che si faceva chiamare Trottola
Umana, membro dei Commandos Minorenni e uno dei cugini di Martin è anche lui un
eroe mascherato col nome di Topspin. Si vede che certe cose ti entrano nel sangue.
Tenere
una tripla vita come avvocato militare, agente segreto della D.I.A. e
supereroina sarebbe fin troppo difficile e stressante se Liz non potesse
condividerne almeno una parte con Marty. Non gli ha detto del suo incarico alla
D.I.A. perché si è impegnata al segreto, ma per quanto potrà farlo senza
sentirsi in colpa?
-Mi sei davvero mancata.- le sussurra Marty.
-Anche tu.- replica lei e mentre lo dice, il
suo pensiero corre al suo superiore alla D.I.A. Michael Rossi ed il senso di
colpa aumenta.
Ci
sono interi quartieri d New York che un tempo erano degradati e pericolosi, ma
oggi, grazie alla cosiddetta riqualificazione, sono tornati vivibili, ma il
South Bronx non è tra questi… non ancora almeno. Certo ci sono progetti di
rinnovo e stanno anche andando bene, ma è ancora possibile vedere gli scheletri
dei palazzi bruciati nella stagione degli incendi degli anni 70 a cui si
aggiungono, silenziosi fantasmi, i palazzi abbandonati nel corso dei decenni
successivi da residenti in cerca di opzioni migliori. Il South Bronx ha uno dei
più alti tassi di criminalità di tutta New York City ed il peggior rendimento
giudiziario, con processi penali che aspettano mesi, se non anni, prima di
essere discussi. Uscire di notte nel South Bronx è ancora pericoloso e talvolta
lo è anche di giorno. Droga, violenza, prostituzione e gang più o meno
giovanili sono ancora le piaghe del quartiere. La Polizia fa quello che può e i
supereroi bazzicano poco questa zona. Un tempo cera la Tigre Bianca, ma l’eroe
ispanico è morto[4] e a nessun altro eroe in costume interessa il
Bronx… o forse no.
I
due ragazzi volevano solo fare una passeggiata, ma i membri di una gang latina
pensavano che fosse una buona idea rapinare lui e violentare lei e li hanno
trascinati in un vicolo. Chi potrebbe mai aiutarli?
Una
figura piomba in mezzo a loro e prima che possano rendersi conto di cosa sta
accadendo, uno di loro ha ricevuto un calcio alle parti basse e un altro un
pugno allo stomaco
Approfittando
del momento di smarrimento dei membri delle gang, il nuovo venuto, un ragazzo
vestito con un costume simile a quello di Bucky e con il volto coperto da una
maschera che lascia scoperti solo gli occhi, si rivolge alle vittime
dell’aggressione:
-Scappate e chiamate la Polizia.-
-Ma… e tu?- gli chiede la ragazza.
-So cavarmela da solo, andate.-.
Davanti
a lui ha quattro uomini armati di coltelli e pistole.
-Sei solo un ragazzino sbruffone che vuol
giocare a fare l’eroe e si scotterà.- dice il capo.
-Non avete sentito parlare di me?- ribatte lui
–Capisco che non leggiate i giornali, ma speravo che almeno un’occhiatina alla
TV e a Internet l’aveste data, ma forse vi preoccupate solo di scaricare i
porno. Mi chiamano Patriot. Non dimenticatelo quando sarete usciti
dall’ospedale.-
-Che idiota. Non hai armi, non hai
superpoteri, che pensi di fare?-
-Questo!-
Patriot
si lancia in avanti. Il suo scudo triangolare devia i proiettili sparati contro
di lui. Col suo slancio abbatte i due immediatamente davanti a lui, Con un
salto evita il fendente di un coltello e poi afferra e torce il polso del suo
aggressore.
Gli ci vogliono altri
cinque minuti per sistemarli tutti e quattro. Il ragazzo si appoggia ad un muro
a riprendere fiato per poi scattare quando sente le sirene della Polizia in
avvicinamento.
Su
un tetto vicino due figure hanno osservato tutto.
-Te l’avevo detto che era in gamba Buck.- dice
quello più anziano.
-Uhm… ammetto che ci sa fare, Steve.- replica
quello più giovane –Ma non è un po’ troppo impulsivo?-
-Forse, ma non ti ricorda qualcuno?- ribatte
l’altro con una risatina.
-Non guardare me, io sono sempre stato un tipo
calmo e ragionevole,- risponde l’altro con un sorriso.
Ultimamente
non sono molte le occasioni che Jack Daniels, alias John Walker, alias
U.S.Agent, e Valerie Cooper, consigliere presidenziale, hanno di passare del
tempo insieme. Lui ha un incarico a Los Angeles presso i Vendicatori Costa
Ovest e nella sua identità segreta, presso la sede F.B.S.A. di Los Angeles, lei
è, come recita il suo titolo ufficiale, Assistente Speciale del Presidente
degli Stati Uniti per le Politiche nei confronti dei Superumani, insomma la
donna che consiglia sull’atteggiamento del Governo Federale verso i supereroi.
Il ragazzone della Georgia che ha appena il diploma superiore e la sofisticata
laureata dell’Est in un’Università della Ivy League potrebbero sembrare una
coppia male assortita secondo qualcuno, specie considerando una sorta di
conflitto di interessi.
Ormai riescono a vedersi
solo un weekend ogni tanto. Stasera una cena in un ristorantino fuori mano e
poi a casa di Valerie dove li ritroviamo nello stesso letto
-Quindi domani riparti per Los Angeles?-
chiede Val.
-Ci sono affari seri di cui devo occuparmi che
riguardano i Vendicatori.- risponde lui.[5]
-Se non avessi accettato quest’incarico come
consigliere presidenziale, mi sarei trovata un posto di docente all’U.C.L.A, e
ti avrei seguito.-
-E se ti chiedessi di lasciare il tuo posto e
venire via con me?-
Valerie
tace e Jack, dopo un attimo di silenzio replica:
-Capisco. Immagino che non avrei dovuto
chiedertelo.-
Lei
gli accarezza il viso con tenerezza.
-È solo colpa mia.- dice –Non sono il tipo di
donna che segue il suo uomo dovunque vada. Sono ambiziosa, lo so… forse a te
non farà piacere.-
-Sono un po’… vecchio stampo, lo ammetto, ma…
non ti chiederò di fare qualcosa che non vuoi.-
-Adesso non pensiamoci, vuoi? La notte è
ancora lunga, domani è lontano e noi… noi siamo insieme.-
E
per entrambi non è più tempo di parole.
2.
Patriot salta di tetto in tetto sino ad arrivare a quello di una certa
casa. Sta per aprire il lucernario quando sente una voce alle sue spalle
-Ciao Eli, possiamo parlare?-
Patriot
si volta di scatto. Chi sa che lui è Elijah Bradley? La risposta lo aspetta
vestita di bianco rosso e blu.
-Capitan America, che ci fai qui?-
-Volevo parlarti.- rispondi .-Ho saputo che
sei stato in missione coi Vendicatori.[6] Mi è spiaciuto essere stato assente.-
-Non sei mica il mio guardiano. Me la sono
cavata . Noi tutti Giovani Vendicatori ce la siamo cavata bene.-
-M fa piacere. Hi un minuto per due
chiacchiere?-
-Beh sì. Non dimentico certo che mi hai
difeso… voglio dire hai difeso noi del gruppo con gli altri Vendicatori quando
hanno scoperto la nostra esistenza-[7]
-Beh… io ti capisco, Eli, più di quanto pensi.
Il tuo nome di battaglia… era lo stesso che usava mio nonno ai tempi della
Seconda Guerra Mondiale.-
-Sul serio? Tuo nonno era quel Patriota? Ho
letto che è stato anche Capitan America.-
-Ci sono cose che non posso raccontarti per
rispetto alla privacy di tante persone, ma sono orgoglioso che tu porti avanti
il suo nome e che ti impegni per la tua comunità. Non dimenticare mai perché lo
fai.-
-Io… ci provo.
A volte però provo una tale rabbia che vorrei veder morti quei criminali
che insozzano il quartiere, ma non credo che sarebbe stato quello che avrebbe
voluto mio nonno e mi sento così… così…-
-Inadeguato? Frustrato? In colpa? Non saresti
il solo. A me capita spesso.-
-A te? Ma tu sei Capitan America, sei un
Vendicatore.-
-Sono solo un essere umano. Non siamo
perfetti, Eli., siamo solo persone che fanno del loro meglio con quello che
hanno.-
-Io… continuerò a provarci.-
-È lo spirito giusto. Ora devo andare. Se ti
va di continuare questo discorso, vieni a trovarmi domani al Palazzo dei
Vendicatori. Domani non hai scuola, giusto?-
-Giusto. Allora verrò.-
-Ci conto,
Eli
lo guarda andar via . Sarà mai quel tipi di eroe? Si chiede. Avrà mai quell’idealismo?
Ha appena 17 anni e già si sente cinico e disilluso. È questo che fa il Bronx
ai suoi figli, ma non smetterà di lottare per migliorare le cose, lo deve a suo
nonno. Mentre pensa questo rientra in casa e non pare rendersi conto che l’idealismo
che vorrebbe avere è già suo.
In
un albergo di Washington l’uomo di nome Sean Clinton McIntyre, altrimenti noto
come Maggiore Libertà, è impegnato in una conversazione telefonica.
-Si, Susan, sono ancora qui a spese dello Zio
Sam. Penso che sarò di ritorno domani o al massimo dopodomani. Se quei tipi del
Sindacato di Chicago[8]
provano a fare ancora i gradassi con te, gli darò io una ripassata che si
ricorderanno per il resto delle loro vite, tranquilla.-
Ah
che donna quella Susan Berengetti, giusto il tipo di donna che potrebbe
accalappiare un vecchio vagabondo come lui e lo stipendio che gli passa come
capo della sicurezza del suo casinò è un altro bell’incentivo per rimanere a
Las Vegas, anche se significa mollare la sua caccia a quelli dell’A.I.M.
Che
diamine: un uomo avrà pure il diritto di dedicarsi un po’ a se stesso, no?
Sei
appena rientrato nel tuo appartamento a Brooklyn Heights, che noti la figura
seduta su una poltrona. Prima che tu faccia una mossa, l’uomo ti dice:
-Calma ragazzo, non ho intenzioni ostili.-
Conosci
quella voce, non puoi sbagliarti. Si alza e la luce della luna illumina una
specie di uniforme azzurra con decorazioni bianche e rosse ed una grossa stella
sul petto ed illumina anche un volto: quello di Steve Rogers, l’originale
Capitan America.
-Rogers!- esclami -Che ci fai in quel costume?
Sei tornato in azione?-
-È una lunga storia Jeff.[9]
Ne parleremo un’altra volta, magari.-
-Già… Cosa vuoi allora? Sei venuto a
riprenderti scudo e costume?-
-No, quelli sono tuoi ormai, non ne ho più
bisogno.-
Dirà
la verità? Non sai se sentirti sollevato o dispiaciuto.
-Ok… come vuoi.- replichi -intanto, però,
dimmi: quello la fuori è un amico tuo o un avversario?-
-Te ne sei accorto? Sei in gamba quanto
speravo, Jeff.-
Steve
si porta all’altezza della bocca il polso destro e parla:,
-Entra pure, qui è tutto a posto.- poi si
rivolge a te –Quando ero bambino e leggevo delle radio da polso nei fumetti di
Dick Tracy non avrei mai pensato di vivere abbastanza a lungo da vederle
realizzate. Un auricolare sarebbe stato più comodo, ma ho chiesto io a Nick di
farmela fare così.-
-E così c’entra Nick Fury nel tuo ritorno in
azione… avrei dovuto immaginarlo.-
-Non c’è solo quello… ma ora capirai.-
Dalla
finestra entra un uomo vestito con un costume scuro che sembra poco più vecchio
di te, Il suo volto è parzialmente coperto da una mascherina domino, ma anche
così ti sembra inquietantemente familiare. Un po’ ti infastidisce che Rogers
gli abbia rivelato la tua identità segreta, ma se si fida di lui deve essere un
tipo a posto.
-Jeff… ti presento il Soldato d’Inverno,
ovvero James Buchanan Barnes, alias Bucky. Bucky, ti presento Jeff Mace,
Capitan America.-
-Bucky? Quel Bucky?- esclami sorpreso.
-Già…- risponde lui -… pare che le notizie
sulla mia morte fossero un tantino esagerate. E così tu saresti il nipote del
Patriota? Mi ricordo di lui, ma non tutto. La mia memoria è un po’ confusa di
questi tempi. È…-
-… una lunga storia, ho capito.- dici .-Ma
credo di avere il tempo e la voglia di ascoltarla, se voi avete voglia di
raccontarla.-
E
loro cominciano.
3.
Liz
Mace si sveglia di buon mattino. Al suo fianco Marty Mitchell ancora dorme. Si chiede
se svegliarlo, ma rinuncia,. In fondo nessuno dei due deve andare al lavoro
oggi. Beh, ormai che è sveglia, tanto vale che si faccia una doccia e si
prepari la colazione.
Si
è appena messa l’accappatoio, che sente lo squillo di un cellulare, è quello
che le hanno dato al F.B.S.A. quindi è una chiamata per American Dream. Tanti
saluti ai programmi per la mattinata
-Sì, sono io. Cosa? Va bene arrivo subito.-
-Guai?- le chiede Marty che si è appena
svegliato.-
Liz
prova a sorridere e risponde:
-Del tipo bianco rosso e blu. Devo essere a
Georgetown il prima possibile. Dovremo saltare la colazione insieme… ma abbiamo
appena il tempo di una doccia se ti va di farmi compagnia.-
-Non rifiuto mai certi inviti.-
Quando
entri nella redazione di Now, ti sembra di essere stato assente per chissà
quanto tempo, ma in realtà sono stati al massimo un paio di giorni.
-Beh… ecco qua Jeff Mace, il disperso. Si può
sapere dove cavolo sei stato?-
Joy
Mercado… bellissima fotoreporter e tua…. Beh qualunque cosa sia per te, ora è
sicuramente arrabbiata.
-Passi che non ti fai vedere in redazione, ma
non che non telefoni e tieni spento il cellulare…-
-Mi spiace Joy.- ti giustifichi –Ero impegnato
in un’inchiesta scottante. Ho seguito una pista fuori città e… beh avevo scordato
il caricabatterie, quindi…-
-Non accampare scuse. Se vuoi tagliarmi fuori
da un articolo, dimmelo pure in faccia. Non hai mica obblighi verso di me. Solo
perché ci divertiamo insieme, non vuol dire che…-
-Joy ti prego, abbassa la voce.
In
sottofondo si sentono le risatine del resto della redazione.
-Ah che idiota.-
Non
sai se Joy si riferiva a se stessa o a te e non sei sicuro di volerlo sapere.
Roberta
Ann Mace, 20 anni, studentessa a Harvard, prova un brivido. Ricorda un vecchio
detto: qualcuno sta camminando sulla mia tomba.
È una ragazza razionale e
non crede ai presentimenti ma stavolta ha paura. Ma per chi dovrebbe averne?
Quando tuo nonno ed i tuoi fratelli sono o sono stati supereroi, impari a
vivere con la consapevolezza che un giorno qualcuno potrebbe non tornare a
casa, ma non è un bel pensiero.
CONSEGUENZE
1.
Si
sveglia in una stanza buia e la prima cosa che capisce è che è legata. Cathy Webster,
alias Spirito Libero, ricorda di essere stata assalita dall’Aviatore Notturno e
poi più niente... Jack Flag era con lei. Dov’è adesso?
-Ben svegliata.-
A
parlare è stato un uomo. Cathy non riesce a vederlo bene.
-Chi sei?- chiede.
-Il mio nome non ha importanza. Diciamo che
rappresento un consorzio di persone preoccupate, che pensano che questa nazione
dovrebbe avere un atteggiamento più attivo ed aggressivo verso ciò che la
minaccia e che ha deciso di agire per assicurarsi che sia così.-
-E rapire e fare il lavaggio del cervello a
degli innocenti era uno dei modi scelti?-
-Dubito che Mr. Gallows possa mai essere
definito innocente di qualcosa, specie se ha a che fare con la vita umana, ma
riconosco che i nostri sforzi in tal senso sono stati fallimentari. Non era,
però il solo piano che avevamo… che abbiamo. Adesso , per esempio, lei ed il
suo amico dai capelli discutibilmente colorati state per diventare dei martiri
della democrazia. La nazione si solleverà quando saprà che un importante
edificio governativo è saltato in aria e che sono morti ben sei eroi
patriottici.
.Sei… cosa ha in mente?-
-Lo saprà presto Miss Webster, intanto torni a
dormire.-
Spirito
Libero vede una nube di gas avvolgerla. Tenta di resistere, ma alla fine cede.
Palazzo
del F.B.S.A. Georgetown, Washington D.C. Henry Peter Gyrich, capo della Sezione
Risorse Superumane sta consultando un file sulle recenti attività superumane. I
Vendicatori stanno diventando sempre più incontrollabili, decisamente peggio di
quando erano sotto la sua supervisione[10]
e già allora erano dei cani sciolti. Bah, meglio concentrarsi sulle potenziali
reclute del Programma S.T.A.R.S.
La
porta dell’ufficio si spalanca ed entra il Maggiore Libertà.
-Si può sapere a che gioco stai giocando
Gyrich?- esclama.
-Cosa? Di che parli?- Gyrich sembra davvero
stupito.
-Ordinarmi di venire qui come se fossi uno dei
tuoi scagnozzi. Se non l’hai capito, io non lavoro per voi del Governo,
mister.-
-Eppure dovresti. Abbiamo buoni stipendi ,
assicurazione sanitaria ed un ottimo piano pensioni- Gyrich ha ripreso il
controllo di se ed ora ostenta la sua solita sicumera.
-Non prendermi in giro io…-
In
quel momento entra la sua segretaria.
-Mi scusi signore: sono appena arrivati
American Dream e U.S.Agent per la riunione sul rapimento di Spirito Libero e
Jack Flag.-
-La cosa…? Per cosa?- Gyrich è sinceramente
sconcertato.
In
quel momento dall’interfono sulla scrivania esce una voce:
<<Mi scusi, signore… ma c’è qui Capitan America.
Dice che l’ha chiamato stamattina al Palazzo dei Vendicatori.>>
Ma
che sta succedendo?
New
York. Patriot entra nel palazzo dei Vendicatori senza essere fermato dai
sistemi di sicurezza che lo riconoscono come amico. Ad accoglierlo c’è il
fedele maggiordomo Edwin Jarvis.
-Benvenuto signorino Patriot, cosa posso fare
per lei?-
-Non chiamarmi signorino[11],
Jarvis.- replica Patriot –Mi fa sentire... strano. Sono venuto per vedere
Capitan America… mi ha detto che sarebbe stato qui,.
-E c’era, infatti, ma ha ricevuto una chiamata
da Washington ed è partito immediatamente. Mi ha detto di scusarmi con lei, in
effetti.-
Un’altra
emergenza? Tipico. Se fosse arrivato prima, forse avrebbe convinto Cap a farlo
venire con lui. Ma figurati se Capitan America avrebbe trascinato un ragazzino
in una missione pericolosa. Ridicolo, non è vero?
2.
La sala riunioni del primo piano del F.B.S.A. vede la presenza di tre
uomini e una donna in costume patriottico e di un Henry Peter Gyrich più
paranoico del solito assieme al Vice Direttore Jack Norriss ed in video
conferenza da New York[12]
il Direttore Jasper Sitwell.
-Voi due siete stati convocati per discutere
del rapimento di Spirito Libero e Jack Flag?- chiede Gyrich a U.S.Agent e
American Dream.
-Esattamente.- è la secca risposta di Agent.
-Non è possibile. Qui nessuno sa niente di
questo presunto rapimento e nessuno vi ha chiamato.-
-Con tutto il rispetto, Mr. Gyrich…-
interviene American Dream -… ho ricevuto la chiamata su un telefono ed un
numero forniti da voi.-
-Io ho ricevuto una chiamata alla base dei
Vendicatori.- aggiungi tu –Mi hanno detto che erano stati decifrarti dei file
che parlavano del Progetto Rinascita e che era indispensabile che venissi qui
subito.-
<<Una falla nella sicurezza, una fuga di
notizie, un traditore all’interno o tutte queste cose insieme.>> conclude
Sitwell.
-Qualcuno ci voleva tutti insieme qui.-
aggiunge il Maggiore Libertà –Ma perché?-
Bella
domanda e tu sei certo che la risposta non ti piacerà.
Un
telefono squilla. A rispondere è Norriss.
-Cosa? Va bene. Informerò io gli altri.-
Il
suo sguardo corre ai presenti.
-Brutte notizie…- dice -… molto brutte.-
Una
sala autopsie non è mai un buon luogo d incontro, men che meno quando quelli
sdraiati sui lettini di metallo sono tuoi colleghi ed amici.
-Sono davvero loro, dottore?- chiedi -Sono
davvero Spirito Libero e Jack Flag?-
-Tutto quello che posso dire, Capitan
America…- risponde il medico legale del F.B.S.A.-… è che si tratta di un uomo e
di una donna dell’apparente giusta, età, peso e corporatura e con indosso quel
che resta dei costumi giusti.-
-E convenientemente sfigurati.- aggiunge il
Maggiore Libertà,
-E convenientemente sfigurati, sì.- conferma
il medico –Una conseguenza di un qualche agente chimico, direi. Non posso fare
un’identificazione migliore. Avrei bisogno di un campione di DNA da
confrontare. Stiamo allestendo un database ma finora abbiamo solo il DNA dei
supercriminali e di quei pochi supereroi che lavorano per il Governo. Il resto
è su base strettamente volontaria.-
-Uhm… potrei farle avere un campione del DNA
di Jack Flag… in forma anonima.- dici.
-Proteggete le vostre identità segrete anche
dopo la morte? Ha senso, considerata l’alta percentuale di, chiamiamole pure
così, resurrezioni nel vostro ambiente. Mi sta bene.-
-Cosa li ha uccisi?- chiede U.S.Agent.
-Potrò essere più preciso solo dopo
l’autopsia, ma è probabile che sia stato lo stesso agente chimico che li ha
ridotti così, una specie di gas, direi,.-.
-Bastardi.- è il commento di U.S.Agent.
Non
potresti essere più d’accordo.
-L’uomo
osserva un display su cui scorrono inesorabili dei numeri,
-Il momento è adesso.- dice.
E
preme un pulsante rosso sotto il display,.
L’anziano
dottore non è affatto contento di dover fare l’autopsia ad una donna così
giovane. Quelli della sua età dovrebbero avere tutta la vita davanti e non
morire in un modo tanto brutale. Sta per praticare l’incisione a Y quando si
accorge dei segni di una precedente incisione all’altezza dello sterno. Molto
strano, pensa. Le hanno fatto un’operazione di recente? Procede con cautela ed
apre pronto ad estrarre gli organi interni, quando…
-Cos’è questo? Perché non è stato rilevato
dagli strumenti?-
-Cosa, dottore?- chiede il suo assistente che
sta procedendo all’autopsia del ragazzo.
-Non saprei… sembra una specie di cellulare e…
Oh Mio Dio è… è una…-
La
parola che stava per dire è: bomba.
3.
La doppia esplosione scuote il palazzo del F.B.S.A. l’intero piano
della sala autopsie è avvolto da un’altissima onda di calore che vaporizza
quasi istantaneamente ogni cosa che incontra. Intelaiature di metallo si
liquefano e pareti di cemento si sgretolano. Il collasso del piano ha come
conseguenza il crollo del piano superiore. Non più frenata da pareti, soffitti
e pavimenti l’onda di calore, accompagnata da un’onda d’urto di pari potenza,
si propaga in ogni direzione.
Le
strutture del palazzo sopravvissute al primo impatto dell’esplosione non sono
più in grado di sostenerne il peso.
Ai
pochi in grado di vederlo sembra che il palazzo si ripieghi su se stesso, come
se fosse stato stretto dalla mano invisibile di un gigante e come un castello
di carte si accartoccia e crolla.
Apri
gli occhi e cerchi di renderti conto di cosa sia successo. L’ultima cosa che
ricordi è il rumore dell’esplosione: un brontolio sordo che dal basso saliva
verso di te diventando sempre più forte, poi ti è mancato il terreno sotto i
piedi. Devi avere istintivamente usato il tuo scudo per proteggerti durante la
caduta. Sei un po’ ammaccato ma sembri star bene. Che ne è stato degli altri,
però? Tua sorella era accanto a te. Dov’è finita?
-Liz.- chiami, poi a voce più alta –American
Dream, mi senti?-
Nessuna
risposta,
-Liz, maledizione, rispondi.-
Provi a muoverti, ma
qualcosa ti blocca le gambe. Sei intrappolato dalle macerie.
Qualcosa
… o meglio: qualcuno si para davanti a te. Per un attimo hai la sensazione di
vedere te stesso o Rogers di nuovo nei panni che sono suoi di diritto, poi
capisci che è U.S.Agent che sta sgombrando quello che ti tiene bloccato.
-Ce la fai a metterti in piedi?- ti chiedi.
-Posso provarci.- rispondi provando ad
alzarti. Un dolore lancinante alla gamba sinistra ti fa capire l’inutilità dei
tuoi sforzi.
-La gamba deve essere rotta.-
-Beh vediamo se quello che ho imparato nei boy
scout è servito a qualcosa.-
-Tu eri nei boy scout.-
-Nei sei così sorpreso?-
Tuo
malgrado ti ritrovi a ridere.
-In fondo no.-
Agent
prende due assi, residuo di qualche trave portante immagini, e le usa per
steccarti provvisoriamente la gamba.
-Così dovrebbe tenere, almeno per un po’. Ora
te la senti di resistere finché ti porto fuori di qui?-
-Che Capitan America sarei se non ce la
facessi?-
-Questo è il giusto spirito.-
Agent
ti solleva e tu ti sforzi di non mandare un lamento.
-Che ne è degli altri?- chiedi.
-Ne so quanto te. Per fortuna oggi è sabato e
l’edificio era quasi vuoto. Può darsi che la ragazza ed il Maggiore ce
l’abbiano fatta ad uscire.
È
l’unica cosa che ti resta: la speranza.
-Quest’odore… è gas. Le tubature si sono rotte
e se una scintilla raggiunge il gas...
-Saremo fuori prima.-
Ti
chiedi se U.S.Agent ci creda veramente o lo dica per tranquillizzare te e se
stesso. Ha davvero importanza?
Un
debole lamento attrae la tua attenzione. Anche Agent l’ha sentito e si muove in
quella direzione: è Gyrich ferito ma ancora vivo.
Agent
ti depone a terra e si china su di lui.
-Come sta?- chiedi.
-Quest’uomo ha sette vite.- risponde Agent e
non si capisce bene se ne sia soddisfatto o meno –Credo che abbia un polmone
perforato. Non sopravvivrà se non viene portato in superficie in tempo.
Maledizione.-
Sai
cosa sta pensando, ma sei tu a dirlo per primo.
-Lasciami qui e portalo su.-
Lui
tace e ti guarda.
-Le conosci le regole, soldato- dici ancora- I
civili prima di tutto, poi veniamo noi.-
-Potrei caricarti sulla schiena e prendere lui
in braccio.-
-Sappiamo entrambi che non ce la faresti, non
in tempo ed il tempo qui è essenziale.-
Ancora
quello sguardo. Cos’è che ci leggi? Rispetto?
-Tornerò a prenderti.- dice semplicemente.
-So che lo farai.-
Ti
fa il saluto e poi prende in braccio Gyrich e scompare in un tunnel creatosi
davanti a voi.
Aspetti
che si sia allontanato e ti appoggi alla parete alle tue spalle. Liz dev’essere
viva, pensi. Non avresti il coraggio di affrontare papà e mamma se non fosse
così. Osservi le lingue di fuoco che danzano davanti a te. Beh… forse non
dovrai preoccupartene dopotutto.
American
Dream può ritenersi fortunata: se non fosse stata abbastanza pronta da attivare
il suo campo di forza e l’onda d’urto iniziale non l’avesse spinta fuori
sarebbe rimasta intrappolata nell’edificio, invece, aldilà di un costume
strappato, un bel po’ di tagli e qualche costola rotta, si può dire che stia
bene. Spera di poter dire lo stesso di suo fratello.
I
soccorsi sono partiti rapidamente[C2] , ma nel disastro che è
diventato il palazzo non c’è stato finora molto da trovare. I pompieri hanno
isolato gli incendi in superficie. Per fortuna la sede del F.B.S.A. era in una
zona abbastanza isolata e i danni alle strutture più vicine sono stati minimi.
-Ehi, qui c’è qualcuno.- urla un vigile del
fuoco –Sembra uno di quegli eroi in costume.-
Suo fratello? Liz ignora
le fitte al petto e si alza un po’ malferma sulle gambe e va a vedere.
No, non è Jeff, è il
Maggiore libertà. Anche lui piuttosto male in arnese, ma vivo. Maledizione, che
ne è di Jeff.
-Presto, da questa parte, c’è ancora
qualcuno.-
Una
serie di colpi dal basso e poi ecco emergere U.S.Agent con in braccio la figura
esanime di Henry Peter Gyrich,
Il
ferito viene caricato su un’ambulanza. Agent, invece, rifiuta di farsi vedere
dai paramedici.
-Devo tornare di sotto.- dice –Devo andare a
prendere il ragazzo.-
-Parli di… Cap?- interviene American Dream.
-Sì. Lui ha una gamba malconcia. Devo tirarlo
fuori di lì prima che... –
Non
finisce la frase: una nuova forte esplosione scuote l’area. Gli incendi
sotterranei hanno raggiunto il gas.
-No!- urla U.S.Agent –Non adesso.
Liz
grida dietro di lui e crolla in ginocchio in lacrime.
EPILOGO UNO
<<Buongiorno cari
amici telespettatori. Siamo in diretta dal giardino del Palazzo dei Vendicatori
dove si sta svolgendo una commemorazione funebre in onore di tre supereroi
caduti nel recente attentato al Palazzo del F.B.S.A. a Washington D.C. Dopo
giorni di ricerche non è stato possibile recuperare alcun corpo.
Gli inquirenti ritengono
che le prime esplosioni si siano verificate nella sala autopsie situata in uno
dei livelli sotterranei dove erano stati portati i cadaveri di due supereroi
minori: Spirito Libero e Jack Flag, ma la forza delle esplosioni ha distrutto
ogni cosa viva o morta che fosse ed ha impedito di verificare le ipotesi. Le
ulteriori esplosioni, dovute alle fughe di gas, hanno aggravato i danni e dopo
giorni di ricerche l’’unica cosa che è stato possibile recuperare è stata l’indistruttibile
scudo di Capitan America. Si deve presumere che il suo corpo sia stato
vaporizzato come quello degli altri.
Questo ha riportato alla
memoria quando, pochi anni fa, l’originale Capitan America rimase ucciso in uno
scontro col Teschio Rosso e proprio come al suo solenne funerale al cimitero
monumentale di Arlington oggi al Palazzo dei Vendicatori si è vista la più alta
concentrazione di eroi in costume in uno stesso luogo, oltre a diversi membri
del Governo tra cui lo stesso Presidente.
Molti supereroi si sono
alternati sul podio a commemorare i caduti. Il giovane Patriot ha ricordato
come la figura di Capitan America sia stata determinante nell’ispirargli la
carriera di protettore dei deboli e degli innocenti. Un insolitamente serio
Speedball ha ricordato come Spirito Libero sia stata un membro fondamentale
dell’ultima incarnazione dei New Warriors. U.S.Agent ha promesso agli autori
dell’attentato, ancora ignoti, che saranno scovati dovunque siano e non
sfuggiranno alla giustizia americana,
Il pensiero di molti,
però, e, lo confesso, anche di questa giornalista, adesso è: la leggenda di
Capitan America deve dirsi finita o qualcuno si farà avanti a raccoglierne
l’eredità?>>
EPILOGO DUE
In
un luogo che per ora resterà segreto, un uomo vestito con un completo nero
osserva l’uomo e la donna in piedi, immobili, davanti a lui: vestiti entrambi
con un costume verde replica quasi esatta di quello dell’aviatore notturno. Le
maschere coprono la metà superiore dei loro voti ma è comunque possibile capire
che hanno poco più di vent’anni. Dalla maschera della donna escono fluenti
capelli biondi.
-Chi siete?- chiede l’uomo.
-Siamo gli Agenti Perfetti.- rispondono
entrambi all'unisono.
Simon
Bixby sorride. Questo sì che è perfetto, pensa.
EPILOGO TRE
Elizabeth
Mary Mace è rientrata nella sua casa di Falls Church in Virginia. Il prossimo
fine settimana magari tornerà dai suoi genitori ma ora non riesce a sopportare
i loro sguardi, il dolore negli occhi di sua madre, lo stordimento nel viso di
sua sorella.
Sa che nessuno di loro la
rimprovera, ma è lei stessa a rimproverarsi anche se razionalmente sa che non
avrebbe potuto fare nulla. Stress da sopravvissuto la chiamano i dottori, ma a
lei non importa.
Ha
rifiutato la compagnia di Marty
Mitchell, non ha risposto alle telefonate di Michael Rossi e medita di
congedarsi e andare da qualche parte, il più lontano possibile, dove non debba
ricordare ogni giorno.
Appena
entrata in camera da letto, nota su una sedia uno dei suoi costumi da American
Dream. No… è diverso: niente scollatura sulla punta superiore della stella e la
cotta di maglia è un po’ più spessa, è un costume da Capitan America e quello
posato su di esso sembra…è possibile che sia davvero lo scudo di…
-È proprio quello vero.- dice una voce alle
sue spalle.
Liz si volta di scatto
per trovarsi di fronte un uomo dai capelli biondi. Per un attimo spera
irragionevolmente che sia suo fratello, poi lo riconosce:
-Tu… sei Steve Rogers. Maledetto!-
Lo
aggredisce picchiandolo ripetutamente sul petto. Steve non reagisce e la lascia
sfogare.
-Maledetto. È colpa tua: se tu non avessi
deciso di ritirarti, Jeff non sarebbe mai diventato Capitan America e non
sarebbe morto.-
Smette
di colpirlo e comincia a piangere, appoggiando la testa sul petto di Steve.
-Lo so.- risponde quietamente lui –Mi dico che
è stato lui a fare le sue scelte, ma in realtà penso che avrei dovuto esserci
io al suo posto.-
-E ora che farai? Rivuoi il ruolo per te?
Perché hai portato qui il tuo costume?-
-È il tuo costume, non il mio. Il mio tempo è
passato ormai. Ho altri ruoli adesso e mi vanno bene come sono, ma non per
questo Capitan America deve scomparire.-
Liz
guarda il costume e lo scudo.
-No! Non puoi parlare sul serio... io… non
posso… non adesso.-
-Capisco. Comprendo il tuo dolore. Hai voglia
di scappare, vero? Non servirà: il dolore ti raggiungerà dovunque tu vada.
Affrontalo e non permettere che ti consumi. Tuo fratello non l’avrebbe voluto,
lo sai… io credo che tu lo sappia. Tuo padre mi ha detto una volta che tu
pensavi di poter essere un buon Capitan America e che pensavi che fosse stupido
e sessista impedire ad una donna di esserlo. Bene… perché non provi a
dimostrarci che è vero?-
Liz
non risponde e Steve, anche lui in silenzio, le stringe le mani, poi si volta
ed esce.
Liz
sente la porta che si chiude, ora è di nuovo sola , sola con le sue scelte.
Osserva il costume, scuote la testa, poi torna ad osservarlo e quindi comincia
a spogliarsi. Infine, quando è solo in mutandine e reggiseno, prende il
costume.
Comincia coi pantaloni e
gli stivali, poi la maglia. Le sta perfettamente, chiunque l’abbia preparata
conosceva le sue misure. Diavolo di un Rogers… o è sempre stato il tuo piano di
riserva Jeff?
Infila
la maschera e prende in mano lo scudo, lo bilancia nella mano. Che arma
perfetta, pensa, sembra fatta apposta per me.
Va
bene… Jeff… Rogers…avete vinto: ci sarà ancora Capitan America…io sarò… sono
Capitan America.
EPILOGO QUATTRO
Lo chiamano lo Scienziato Supremo. È a capo di una delle più importanti
organizzazioni criminali del mondo: le Avanzate Idee Meccaniche, un consesso i
cui membri hanno tutti un quoziente intellettivo del livello “genio” e quel
genio hanno deciso di metterlo al servizio non dell’umanità ma di ambizioni
personali. Non sembri troppo demodé dire che puntano al dominio del Mondo.
Ora
lo Scienziato Supremo sta osservando il suo ultimo progetto.
-Sicuri che sia tutto a posto?- chiede.
-Tutto signore.- risponde uno degli
assistenti.-
-Bene. Abbiamo la nostra cavia inconsapevole.
Possiamo dare il via alla prossima fase della nostra operazione.-
E
mentre lo dice, osserva il corpo conservato in un cilindro criogenico: quello
di un giovane dai capelli biondi.
NON È MAI LA FINE
NOTE DELL’AUTORE
Bene. Eccoci finalmente giunti al cinquantesimo episodio di questa
serie, un episodio dove è accaduto l’impensabile. -_^
Qualcuno sarà rimasto
spiazzato dal finale. E così Jeff Mace è morto e dal prossimo episodio avremo
addirittura un Capitan America donna. Non solo: sono apparentemente morti anche
Spirito Libero e Jack Flag e le sorprese non sono ancora finite.
Vi
interessa sapere di più? Non perdete il prossimo episodio.
Carlo
[1] Per i dettagli, leggete l’ultimo episodio e Luke Cage #1
[2] Il misterioso Mike Rogers, fuggito nell’episodio 48.
[3] È avvenuto nello speciale Capitan America & U.S.Agent quasi una vita fa. In realtà era il cadavere dell’altro Steve Rogers, il Cap degli Anni 50, ma questo Tapper non può saperlo.
[4] Su Werbspnners #32
[5] Per saperne di più leggete She-Hulk MIT #6.
[6] Vendicatori 83/84
[7] Giovani Vendicatori MIT #6
[8] Ovvero la Mafia
[9] Ma se leggete Vendicatori Segreti MIT già dovreste saperla tutta e se non li leggete ancora, che aspettate? -_^
[10] Lui la chiama così, i Vendicatori avrebbero scelto altri termini.
[11] In Inglese “Master”, che è anche lo stesso termine(storpiato spesso in “Massa” nel dialetto dei neri del Sud) con cui gli schiavi si rivolgevano ai loro padroni. Comprendiamo il disagio di Patriot.
[12] Dove è stato invitato alla festa di compleanno di Tony Stark