Marvelit
presents:
2099 Chronicles #3
Avengers
2099
#1
Assemble! Pt1.
Vittoria di Pirro.
Di Yuri
N. A. Lucia.
“Ma che razzo significa!?!”
La voce di Aroon Talbert risuonò per l’enorme
ufficio, carica di accenti furiosi, come un cielo invernale lo era di procelle.
Dette un occhiata minacciosa e carica di
disapprovazione a tutti i presenti, che si sentivano notevolmente imbarazzati,
nonché in pericolo di vita, conoscendo i precedenti del loro datore di lavoro.
“Possibile,”
proseguì esasperato, alzando le mani al cielo” che con quello che vi
pago, nessuno sappia spiegarmi cosa sta succedendo qui?! Avete
tutti delle strafottute carte d’oro del razzo, vi
pago sessantacinque giorni di vacanza l’anno, usufruite di fuori serie
ultimo grido come auto aziendali, e nessuno di voi maledettissimi stronzi, sa dirmi cosa razzo succede! Sono passate
ventiquattro ore e ancora non ho qualcosa!”
Prese una
pausa, attendendo che qualcuno gli desse le risposte che cercava. Kenneth Littman richiamò l’attenzione con un
discreto colpo di tosse, e, cercando le parole giuste, onde evitare la fine di Karl Lipsitz, parlò in
tono sommesso e ossequioso:
“Siamo spiacenti, mr Talbert, il suo disappunto è
il nostro disappunto, e siamo intenzionati a risolvere la questione quanto
prima, difatti i nostri legali hanno già contattato la
Universal, e i nostre detective stanno…”
“Si, ma che cosa sappiamo?”
La domanda di Talbert era stata secca e non ammetteva risposte evasive.
“Al momento no.” Nulla?
Ammise deglutendo a fatica,
serrò gli occhi, trattenendo a stento il tremore che l’aveva colpito, in attesa che due delle guardie del corpo del suo principale
lo venissero a prelevare per trascinarlo nello sgabuzzino con i prodotti per
pulire i pavimenti, e gli piantassero un proiettile nella nuca.
Passarano alcuni secondi di minaccioso silenzio, interrotti
dalla voce nasale di Talbert che chiedeva:
“Littman?
Che le succede? Le sembra il momento di uscire fuori
di senno?”
Aprì prudentemente un occhio,
pronto a richiuderlo al primo segno di pericolo, quasi questo sarebbe bastato a
proteggerlo, e vide davanti a sé il volto del potente uomo d’affari il cui mento era appoggiato ad uno dei nodosi pugni e il cui
sguardo era fisso su di lui, colmo di un indecifrabile espressione, forse
frutto della commistione di preoccupazione disapprovazione. Intorno a loro la
sala riunioni, arredata in modo estremamente freddo e
impersonale, le mura-schermo che trasmettevano una skin
carta bianca, il mobilio marrone rossiccio, le poltrone nere, il lungo tavolo
ovale di polimeri trasparente, poggiato su di un invisibile campo di forza a
bassa densità.
“Senta, Littman,”Disse come chi si rivolgeva ad un fanciullo che
rifiutava di comprendere qualcosa di estremamente semplice, o la cui verità era
evidente “ questo tipo è comparso al climax del Reality
della Universal, Days of Thunder, che per oggetto aveva la caccia ad un gruppo di
mutanti, e dichiara in diretta sul net, mentre c’era lo share più alto mai registrato
negli ultimi sei mesi, ha dichiarato che lui e i suoi variopinti amici sono gli
Avengers, giusto?”
“Gi… giusto…”
Rispose l’ometto, sotto lo
sguardo comprensivo ed imbarazzato dei colleghi, chiedendosi se fosse quello
che l’altro volesse sentirsi in risposta.
“No. No! No! No! Gli Avengers, Littman, siamo noi! Chi
ha rilevato i diritti di sfruttamento del nome? Noi. A chi devono pagare
cinquecento dollari ogni volta che viene fatto il loro
nome in net? A noi. A chi devono pagarne cinquemila per ogni minuto di filmato
che viene messo in onda? A noi. Noi! Littman, sempre noi, e questo perché, lo tenga sempre bene
a mente, io mi sono fatto il culo
negli anni’50 per assicurarmi questo affare, e voglio
che questo lo ricordino anche questi finocchi e queste puttane presenti alla
riunione, che non hanno trovato la forza neanche di giustificare la propria
inettitudine. Non solo è stato fatto il loro nome, senza la mia autorizzazione,
su di un network concorrente, facendone alzare l’indice di gradimento di dieci ratzuti numeri, dieci, dieci! Ma
c’è anche chi dice di essere gli strarazzuti Avengers! Bene, io ho intenzione di rimettere in riga quel
tizio e i suoi compari: indagate, scoprite tutto, se dietro ce c’è o no la Universal, non me ne frega un
razzo di quello che dicono, cercate negli archivi, nei data base dei tg, dei bollettini informativi, pagate quelli dell’occhio,
voglio sapere di tutti gli avvistamenti di paramani paraumani e mutanti degli
ultimi tempi: c’è stata una vera e propria esplosione di questo tipo di
fenomeni da baraccone, ed io sono convinto che questi tipi ne facciano parte. Littman, lei mi piace, ha avuto il fegato di dirmi le cose
come stavano, perciò affido tutto nelle sue mani: si assicuri tutti i mezzi che
le servono ma mi porti delle risposte, risposte, chiaro? Ed
ora sciacquatevi tutti dalle palle! Visto che non posso far altro, mi metterò a
riflettere.”
Congedò con un gesto della
mano i presenti, che uscirono dopo mille inchini al signore della Warner Bross, mentre Kenneth ringraziava chi lo aveva salvato da una morte che
fino a qualche istante prima gli sembrava inevitabile.
Aroon era infuriato, e sentiva la rabbia divorarlo da
dentro. Sapeva benissimo che la Universal
non centrava nulla, non poteva trattarsi di una loro trovata, non l’avrebbero
mai sfidato così apertamente, sapendo che avrebbe scatenato una vera e propria
guerra solo per togliersi la soddisfazione. Già così, gli dovevano un
risarcimento mega milionario solo perché non avevano
interrotto subito la diretta quando quella scatoletta aveva nominato gli Avengers, e avrebbe avuto,
letteralmente, le teste dei responsabili del Reality
show. Si ripromise, che i responsabili di questo, avrebbero
pagato un prezzo ben più salato.
Base Segreta – Nei pressi
di New London, ventidue ore prima.
“Ma
che razzo significa!”
L’esclamazione di Lachryma rifletteva bene quello che pensavano
Metalscream e Hulk, che
attendevano una spiegazione da parte di Galahad o del
misterioso Arthur. Questi ultimi due non sembravano
aver fretta di voler soddisfare la loro curiosità, ma si limitarono, in modo
molto cortese, ad invitarli alla calma e a sedersi. Alla fine, vinti, si accomodarono, persino il gigante di giada si accovacciò in
terra, non trovando sedia sufficientemente robusta per sopportarne il peso. In
quella situazione, solo Johnny Hazard
sembrava trovarsi a proprio agio, e continuava a studiare divertito tutte le
bizzarrie dell’arredo in quella sala.
“Signorina, signori,” cominciò pazientemente Arthur”
mi rendo conto che per voi è stata una sorpresa, e in un certo senso ne sono
felice, volevo che fosse proprio questo: una sorpresa; non vi ho mentito su
nulla, io voglio davvero formare una forza d’intervento superiore, e la sua
prima missione è stata…”
“Col cavolo!” ribatté
esasperata la vampira, interrompendolo” Non cerchi di farci fessi! Non so per chi ci abbia preso,
ma sicuramente si sta sbagliando! Non c’era nessuna missione: era solo un fottutissimo test! Ci ha trattati come cavie da
laboratorio, per vedere come avremmo reagito. Siamo
stati ingannati, su più di un punto: c’era un altro membro della squadra, Kid Current, che non ci è stato presentato, e aveva già deciso per il
reclutamento di Hulk! E già
questi due fatti da soli, basterebbero a giustificarci se ora disintegrassimo
questo posto! Lei ci ha messi in un grande pericolo tutti
quanti: una squadra dove i membri non si conoscono, è già a rischio, ma dove
addirittura ci sono membri segreti, è praticamente morta! Inoltre Hulk, avrebbe anche potuto ucciderci tutti! Senza offesa verdino,” il golia alzò le spalle a
significare che non gli importava un gran ché che” avrebbe dovuto
contattarlo, esattamente come ha fatto con noi e non mandarci li sperando che
l’avremmo convinto con il nostro esempio eroico. E,
infine, c’è questa storia dei razzutissimi Avengers! Ma lei si rende conto di
cosa ha appena fatto?!”
“Signorina, io ho pensato che
questo glorioso nome, appartenuto al più grande dei gruppi dell’era eroica
sarebbe stato adatto per chi come voi avrebbe lottato per…”
“La smetta! La smetta con il
suo accento finto inglese, con la sua voce impostata, con i modi affettati, con
la sua aria tranquillizzante, perché adesso mi stanno soltanto facendo incazzare di più! Qui non è solo questione di nome: Avengers è un marchio di proprietà della Warner Bross!!!!!
Capisce?! La Warner!!! Quella
che nelle guerre tra gli studi del ’70, ha fatto più morti di tutti! Hanno
sterminato la popolazione di una intera città, perché
non avevano onorato un contratto di esclusiva per un reality
nell’80, e sono loro che decidono il nome di chi guida la federazione
dell’est!!! E noi che cosa facciamo?! Gli pestiamo ben bene i piedi, e dopo che
tutti hanno visto le nostre facce.”
“Lachryma,
capisco la sua preoccupazione, ma…”
“No, lei non capisce! Se lei sa tutto di me, saprà anche che sono stata un
avvocato, e so cosa succede in questi casi. La Warner
è una super corporazione, ben più potente degli altri studios,
e solleverà un polverone per questa storia: ha già in mano gli estremi per
chiedere un risarcimento alla Universal,
perché non ha interrotto subito il collegamento quando è stato pronunciato il
nome Avengers, e questi ultimi, non vorranno di
sicuro inimicarseli più di quanto non abbiano fatto; non dovremo solo
attenderci un offensiva da parte di quelli della W.B.,
ma anche di chi vorrà senz’altro compiacerli, e oltre agli Universal
studios, dovremo attenderci comportamenti analoghi da
20 Century Fox, Columbia, Pixar, Disney, Spielberg, Tatantino Tarantino Productions, Disney, Attanasio’s, Bellissario’s… e l’elenco è lunghissimo! Potrei andare
avanti ancora ore! Persino i produttori amatoriali di film porno faranno la
fila per avere un pezzettino delle nostre budella da offrire come dono ai
baroni della W.B.!!! E loro
sanno chi siamo, e sicuramente non gli ci vorrà molto a scoprire questo posto!
Siamo segnati!”
“La ragazza, ha ragione,” a intervenire, era stato Hulk,
che con la sua voce profonda e cavernosa, aveva subito attirato l’attenzione di
tutti” gli Studios non scherzano su queste
cose, e la Warner, è la più feroce di tutti nel
punire chi le fa un torto, cosa che noi abbiamo fatto. Parlo al plurale, perché
anche il mio bel muso zannuto è stato ripreso mentre testa d’asino faceva le
sue belle dichiarazioni, e purtroppo non ho avuto modo di dissociarmi mentre
eravamo in diretta: adesso è troppo tardi, anche se scrivessimo delle scuse
ufficiali alla Warner, vergate con il nostro sangue,
ci vorrebbero comunque morti; non è stata una mossa
saggia, e visto il rischio che comportava, avreste dovuto avvertire i vostri
amici, ed evitare di coinvolgere un estraneo. Adesso dovrei spaccare tutto,
perché mi sento incredibilmente nervoso e penso potrebbe calmarmi un po’, ma
non sarebbe una soluzione definitiva al problema, e, adesso come adesso, non vedo soluzioni definitive. Posso solo appoggiarmi
momentaneamente a voi.”
“Lei e la sua amica”
cerco di rassicurarlo Arthur” sarete nostri
graditi ospiti fintanto che lo vorrete. Vi assicuro
che questa base è estremamente sicura, e che i sistemi
occultanti di Sea biscuit hanno impedito ai satelliti
dei network di rintracciarvi.”
“Io avevo delle faccende da
sbrigare, delle faccende importanti, ed ora sono bloccato qui, ed ho dovuto
esporre la mia amica a un pericolo enorme, come se non
accadesse già abbastanza di frequente.”
La risata improvvisa di Metalscream creò un forte disagio e una certa indignazione ad Hulk e Lachryma,
che lo fissarono con crescente rabbia.
“Ma che diavolo ai hai da ridere!?”
Gli chiese cupa l’ex
avvocato, ricevendo però risposta dal sorridente Hazard.
“Ride, perché ha capito come
stanno le cose, e mi meraviglio che non ci siate ancora arrivati voi. Arthur e Galahad e il loro socio Kid Current, sapevano benissimo
che cosa avrebbero provocato facendo quell’affermazione
in diretta. Guardateci: abbiamo accettato la prima missione perché ci sentivamo
in obbligo di aiutare quei poveri disgraziati mutanti, ma probabilmente ci
saremmo divisi subito dopo; invece, ora, siamo con le spalle al muro e come Lachryma ha detto, siamo segnati, e come invece lei ci ha
fatto notare, abbiamo possibilità di cavarcela solo se rimaniamo qui, e, credo,
volesse anche aggiungere, se rimaniamo uniti. Ha ottenuto con una sola abile
mossa, tutto quello desiderava, compreso Hulk, che
sicuramente non avrebbe mai accettato la sua proposta di presentarsi qui per
quella bella opera di imbonimento che ci ha fatto
ieri. Ora, invece, ci ha persino chiesto di passare a prelevare la sua amica,
la famosa cantante contestatrice Quirk, di cui tra
l’altro sono anche un grande fan, e si è precipitato
qui con noi, consapevole di cosa l’attendeva se fosse rimasto da quei pizzi.”
“Hazard
è un tipo sveglio,” disse Metalscream
mentre si puliva con un panno gli occhiali” l’ho capito da subito. Ha centrato in pieno la questione, e noi, ora, siamo alla
sua mercé. Il fatto che lo capisca o che lo accetti, non vuol
dire che non stia provando ora l’irrefrenabile desiderio di sviscerarla come un
pesce, e di impiccarla con le sue stesse budella. Ce
lo ha combinato piccolo, lo scherzo.”
“Compagni d’arme, vi
prego!”l’indefinibile voce di Galahad
si era levata in difesa di Arthur,
e con un gesto aveva cercato di richiamare l’attenzione dei presenti” Capisco
il vostro sdegno, ma voi cercate di comprender le azioni di messere Arthur, il nostro mecenate, che voleva solo assicurare che
il mondo avesse non solo dei nuovi protettori, ma anche un simbolo da seguire,
da rispettare e che fosse fonte d’ispirazione per le nuove generazioni che
minacciano di crescere senza leggi né morale. Forse i suoi metodi, invero, sono discutibili, ma le intenzioni, ve lo assicuro, sono
nobili e sincere. Voi siete possenti tra i possenti, grandi giustizieri, e
quale nome era più adatto se non quello di Avengers? Vi prego, placate i vostri cuori, anche voi
madamigella Lachryma, e perdonate anche me, che sono stato il diretto responsabile di quanto accaduto.
Credetemi, quanto è stato fatto, è solo per il bene dell’umanità intera…”
“Bel discorso, cocco,” fece ridacchiando Hulk”
parli forbito, anche se i tuoi pugni fanno male, e se lo dico io… però il tuo discorsetto non cambia la realtà: noi siamo qui, e ci siamo
finiti con l’inganno, e anche se ora saremo costretti ad agire insieme, sarà
pur sempre per un inganno. Io ricordo che gli Avengers,
si formarono per contrastare un grande pericolo, e
combattevano per la verità e la giustizia, e anche se oggi questi due concetti
possono apparire antiquati, e persino ridicoli, erano dei grandi ideali e non
poteva esistere scopo più nobile. Ma questi Avengers? Noi che dovremmo esserne gli eredi morali nelle
intenzioni di quello che tu definisci mecenate, ma che io chiamo faccendieri
faccendiere, siamo nati nella menzogna, con un vile sotterfugio, e non è il
migliore degli auspici per una nascita. Dovremmo combattere per quei valori?
No, non ci riusciremo mai, hai capito? Mai!! Ti piace fare il cavaliere senza macchia
ne paura eh? Galahad, in
alcune versioni antiche del ciclo bretone, non era solo uno dei cavalieri più
coraggiosi e nobili di Camelot, ma era il campione
stesso del re, lui e non Lancillotto, e in altre, accompagnava Perceval alla ricerca del Santo Graal.
Direi che sei stato tutt’altro che nobile, e lui, che
porta il nome del Pendragon? Tutt’altro
che coraggioso: avreste dovuto invitarci qui senza inganni, e parlarci
francamente, da subito dei vostri progetti, accettando il rischio di sentire un
rifiuto. Certo, non avreste raggiunto il vostro scopo, ma state pur certi che
neanche ora ci siete riusciti, e avete anche insozzato
le vostre coscienze, sempre che ne possediate una, cosa di cui dubito assai,
messere, vista la facilità con cui avete dispensato bugie. Visto? Anche io so parlare come in una chanzone
de gest, ma non per questo sono un nobile paladino
della verità, capito caro Galahad? Ed ora, signorina
e signori, vogliate scusarmi, vado di là a cercare di spiegare bene alla mia
amica come mai sono stato costretto a prelevarla dal suo nascondiglio per
portarla di corsa qui, per spiegarle come due individui loschi, l’abbiano
condannata ad una morte certa mettendogli contro la W.B., visto che si sa in giro che l’ho salvata diverse volte e
quindi è collegata a me. Buon proseguo.”
Il gigante di giada si alzò,
un titano che si ergeva in tutta la sua potenza, ed uscì tranquillamente dallo
studio, stringendo le spalle per non danneggiare il telaio della grande porta.
“Bene, ora con il vostro
permesso, devo sistemare un po’ di cose anch’io, adesso che è iniziato questo esilio forzato.”
Metalscream, imitò Hulk, e poi Lachryma, che guardò con disapprovazione sia Arthur, sia Galahad, lei cui
linee in quello che era il volto cambiarono forma e colore, ad assecondare
l’umore non certo roseo del cavaliere. Hazard si
fermò davanti ad esso, e in tono consolatorio disse:
“Non puoi dargli torto, Hulk, ha ragione, tu e il tuo amico avete
giocato d’azzardo, e quando lo si fa, si deve accettare il rischio di perdere,
e credo che voi abbiate riportato qualcosa di peggiore che una sconfitta: una
vittoria di Pirro.”
Nella stanza rimasero solo Arthur e Galahad. quest’ultimo gli dava le spalle, e
guardava fuori la finestra che dava sullo strapiombo, osservando lo spettacolo
delle onde che si infrangevano contro la roccia.
“Quello che ti ha detto Hazard, ti ha toccato nel vivo, vero?”
E tu? Non sei stato toccato nel vivo? Non ha torto. né lui, né Hulk, né Lachryma, né Metalscream: nessuno
di loro. Avremmo dovuto essere subito onesti con loro, non
saremmo a questo punto, ora.
“Si, avevano ragione, ma come
ha detto Hulk, molto probabilmente non avrebbero
accettato. C’è in ballo molto, e tu lo sai: il mondo ha bisogno degli Avengers, ora più che mai, specie dopo quanto abbiamo
scoperto. Tempi difficili, richiedono decisioni difficili, e non possiamo permetterci il lusso di sottilizzare, ne loro
quello di rifiutare. Dovevamo prendere una decisione: rispettare il libero arbitrio pochi, mettendo a rischio il futuro di
molti. Sono eroi, hanno fatto una scelta di vita che ancora non capiscono bene, e delle volte questo tipo di scelte comporta
delle rinunce, fosse anche la propria libertà.”
So che quanto dici è vero,
eppure non mi consola minimamente. Tutto questo… è una specie di menzogna.
“No, una mezza verità: la
parte di verità è che loro ora sono i nuovi Avengers,
e devono accettarlo.”
Ma è la parte non corrispondente alla verità che mi
preoccupa: alla fine, forse, ci distruggerà…
Grand City, Minnesota – Due ore dopo la riunione della Warner Bross.
“Ahahaha!
Avresti dovuto vedere quella vecchia faccia di cuio
di Talbert! Cielo, culo di ferro era davvero fuori dalla grazia di Dio!
Sembrava sul punto di esplodere.”
Fernando Abbot
continuava a ridere sguaiatamente, mentre Albert, suo
fratello, si massaggiava le tempie e teneva lo sguardo basso sulla scrivania di acero americano.
“Devi proprio ridere così?”
Chiese infastidito.
“Oh, cielo! Non dirmi che hai ancora fatto indigestione di narco
gomma?”
“Quello che faccio nel mio tempo
libero, sono solo affari miei.”
“Certo, ma non quando quello
che fai mette a rischio il nostro lavoro: ora siamo durante l’orario
lavorativo, e tu hai i postumi del tuo viaggio.”
“Tu bevi
bourbon alle sette del mattino.”
“Non paragonerai quella tua
schifezza sintetica, al mio buon bourbon eh? Dovresti provarlo anche tu, e
mollare quella merda, ti sta
ammazzando fratellone. Comunque,
tornando a noi, Talbert è pronto a sganciare una
bella cifra per questi Avengers, a proposito, tu non
hai ancora visionato le registrazioni?”
“No, ti sembra così strano?”
“Tutto il mondo l’ha vista, e
chi l’ha registrata sta riversando milioni di copie on line su siti illegali. Culo di ferro ha incaricato i suoi
deus ex machina dell’informatica di costruire dei filtri che ne blocchino
l’immissione o il downloadign, un impresa
praticamente impossibile, visto che la codifica viene cambiata ogni cinque
minuti. Ahahaha, non ci posso credere. Ha sganciato
un bell’anticipo per questo lavoro, e quando l’ho
visto mi è quasi preso un colpo, specie pensando a quanto sia
tirchio il nostro amico, che detto per inciso, non voglio contrariare, perciò,
fatti passare il cerchio alla testa, e mettiamoci all’opera.”
“Hai un
idea da dove dobbiamo iniziare?”
“Ho più che un idea: abbiamo dei volti, ripresi da più angolazioni; uno
è Hulk, il mostro di cui si parla da qualche
settimana a questa parte, che sta flagellando la west coast,
il biondo è iscritto all’albo dei liberi esercenti della magia, e si fa
chiamare Metalscream. Come vedi
sappiamo già un po’ di cose, dobbiamo ravanare
nell’ambiente dei super freak, e scommetto che salteranno fuori un bel po’ di
cose divertenti. Diamoci da fare! Forza, la vita è una cosa meravigliosa!”
Albert guardò di traverso Fernando, e scosse la testa:
detestava quel suo entusiasmo, quasi infantile, specie visto
che il termine delle proprie investigazioni era l’eliminazione del
proprio bersaglio.
Si tirò su, desiderando
fortemente di avere altra narcogomma da masticare, ma
si era dato una regola: quando era su una traccia,
nessun sollazzo; mai mischiare il dovere e il piacere.
Las Vegas. Casinò Presidents of America.
John F. Riss
junior era tutt’altro che contento, dal momento che J.F.R. senior aveva minacciato di spiccargli la testa dalle
spalle e infilarla in una picca: e il vecchio, non scherzava mai su queste
cose. Il suo motto era semplice: punisci i dipendenti indisciplinati o carenti, e fallo con più severità se si tratta di parenti;
filosofia efficace, che nel corso degli anni aveva tenuto alta l’efficienza dei
suoi locali. Si toccò, in un gesto istintivo, il collo, quasi sentisse la pelle
cominciare a bruciarsi sotto il rosso raggio del laser, e la bocca gli si
contrasse in una smorfia di disgusto, chiedendosi se in un simile caso avrebbe
fatto in tempo a sentire l’odore della carne bruciata. L’ala ovest era
l’orgoglio del casinò, con i suoi arredi in stile tardo ventesimo secolo, la
famosa sala dei Presidenti, il bordello di Lady
Mandra, e le famose macchine da gioco Other World: da
sole fruttavano un guadagno pari a quello totale di sei mesi delle altre
macchine. Se non fosse stato così difficile reperirne,
il vecchio ne avrebbe piazzato ovunque. Stava camminando lungo un corridoio
ricoperto di moquette rosso bordoux, con lampade al
neon caldo sulle pareti, coperte da carta da parati verde chiaro, sostenute da
vecchie aplique dorate. Suo padre, pensava, non aveva
mai avuto il minimo gusto estetico, e quell’accostamento
pacchiano di colori ne era la dimostrazione. Del
resto, l’intera Las Vegas, era sempre stata un tempio
del cattivo gusto, e non era necessario che le cose cambiassero. La mala
ebraica l’aveva edificata come capitale del proprio impero criminale, la Mafia
italiana aveva scatenato una guerra contro gli ex datori di lavoro per
impossessarsene e poter riciclare gli introiti del malaffare, poi erano stati
spodestati dai primi proprietari, a loro volta messi di nuovo in rotta dalla Yakuza, che scatenò stragi
allorché la Triade volle la sua fetta. I tavoli da gioco, anziché del
tradizionale verde, avrebbero dovuto essere rosso sangue e sapeva
che, nel deserto, c’era una vera e propria necropoli costituita dalle fosse
dove erano stati gettati gangsters, truffatori,
poliziotti e qualche volta, innocenti finiti nel posto sbagliato al momento
sbagliato. Las Vegas, negli ultimi anni, aveva alzato la testa, e i proprietari
si erano resi indipendenti dalle grandi organizzazioni malavitose, resistendo
all’avanzata delle corporazioni e dei baroni dell’etere, facendo sì che la
città guadagnasse una forte indipendenza, si da essere
una specie di stato a sé, anche se non ufficialmente. C’era un esercito privato
che difendeva i confini della città e del territorio adiacente, c’erano leggi e
tribunali propri e nessuno, tranne qualche fesso, si
sognava di mettersi contro i signori del vizio. Quel tipo, invece, non si era
limitato a sognarselo ma aveva fregato i casinò e si parlava di cifre astronomiche. Anche la casa da gioco di suo padre non era stata
risparmiata. La cosa incredibile era stata barare ad una macchina Other World, qualcosa mai accaduto prima. Gli esperti
stavano ancora lavorandoci su per capire come si fossero
svolti esattamente i fatti, ma non riuscivano ad approdare a nulla, se
non alla stesso vecchio ritornello: le macchine Other
World non possono essere ingannate, quanto accaduto è impossibile.
“Leftky!”
chiamò spazientito” Allora, hai contattato quei
due detective?”
L’uomo con la bizzarra
camicia di flanella colorata si voltò, con un espressione
di imbarazzo sul volto e il timore che l’altro potesse disintegrarlo con un
solo sguardo quando avesse sentito la risposta che aveva da dargli.
“Mi dispiace signore, ma gli Abbot sono già sotto contratto: sa, si tratta di quella
storia degli Avengers e non possono…”
“Me ne fotto! Non ti ho chiesto di raccontarmi vita, opere e
miracoli degli Abbot, ma solo se erano disponibili!
Invece di perdere tempo, contatta qualcun altro: Largo
Maxx! Voglio lui! E’ uno specialista bravo quasi
quanto gli Abbot. Cosa ci
fai ancora qui impalato?! Organizza un incontro per stasera, e stavolta non
voglio sentire scuse, altrimenti è la volta buona che mi libero di te.”
Leftky Kilian sapeva che J.K. Junior non stava cercando di spaventarlo, ma gli stava
dicendo semplicemente quello che avrebbe fatto, e dopo aver bofocchiato
qualcosa di incomprensibile si affrettò a mettersi
alla ricerca di Maxx.
John portò le mani ai fianchi, mentre contemplava il
nastro di divieto d’accesso posto al corridoio che dava alle O.W. Era lì da ormai un mese e non sarebbe stato tolto
tanto presto e il che significava mancati guadagni e suo padre di umore decisamente nero.
Entrò nel suo ufficio
privato, e selezionò con il suo controller tutti i
filmati della sorveglianza interna relativi a quanto accaduto un mese prima.
Tutti gli individui sospetti
erano colorati di rosso e di nuovo le stesse conclusioni: si trattava di una
squadra; ma era certo che dietro ci fosse un'unica mente, un deus ex machina
che aveva organizzato tutto, servendosi poi di un professionista. Però, c’era una cosa che lo inquietava, qualcosa che
all’inizio non era riuscito a spiegarsi, ed era quel sorrisetto
strafottente: era lo stesso per tutti quanti, uomini o donne che fossero.
Universal Studios. Ore 7.00 a.m.
Geraldine Pinza aveva passato una notte infernale: aveva dovuto
lasciare una delle più belle scopate di tutta la sua vita, e da allora, non
aveva praticamente chiuso occhio. Quanto accaduto con
il reality rolling thunder, era completamente imprevedibile, e non solo ne aveva di fatto decretato la fine, ma rischiava di portare
sul lastrico gli studios, se non si fossero prese per
tempo le adeguate contro misure. Purtroppo l’inferno si era già scatenato:
alcuni studios minori si erano alleati per portare un
attacco agli Universal, convinti che questo li
avrebbe messi in buona luce con la Warner, e anche se
l’assalto era stato respinto con successo, erano andati perduti alcuni dei set
storici, ed uno dei centri di elaborazione olo-spettacoli più importanti, quello dove venivano
prodotti successi come il Fergusiano sado masochista e la Schiava dalle piume che puzzavano.
Passando per Mandy’s street, aveva dovuto coprirsi il viso con un fazzoletto,
tanto era il fetore generato dalle carni fuse dei soldati morti durante il
combattimento. L’aria era stata bonificata dalle mine I.A.7,
e gli spazzini stavano ripulendo la strada da lamiere e corpi, pulendo macchie
di fluidi e sangue con potenti getti di acqua e
detergente.
Entrò nel complesso degli
uffici, dirigendosi di gran carriera all’ufficio del Responsabile di Settore Marcus Secor, che era seduto a
capo del grande tavolo ovale, intorno al quale erano
riuniti i dirigenti di livello B e C; gli altri si erano trasferiti nei
nascondigli di sicurezza, in previsione di ritorsioni da parte delle Majors.
“Ora che ms. Pinza è qui,” disse rivolgendole uno stanco cenno di saluto” possiamo
parlare: Paramount, Fox, E.M.I., B.B.C., West Virgin, Fuji Film e le altre Majors, per il momento, si mantengono neutrali, limitandosi
a mandare lettere di solidarietà a Talbert. Il
vecchio culo di piombo è
fuori dalla grazia di Dio, ma fin’ora ha solo chiesto
un risarcimento per negligenza rispetto al codice dell’etere, e possiamo
ritenerci fortunati. Per quanto riguarda gli squali che vogliono farsi un nome,
non possiamo dire altrettanto, e proprio un quarto d’ora fa, le nostre guardie
hanno preso un cecchino appostato a due chilometri e mezzo da qui. Abbiamo
dovuto interrompere le nostre trasmissioni, per posizionare
tutti i nostri satelliti a guardia di quest’area, con
notevole dispendio di danaro e perdite economiche ingenti. Le nostre azioni in
borsa sono in caduta continua, e se continua così, potremmo fare una finaccia,
perciò dobbiamo fare l’unica cosa possibile: dobbiamo portare le teste degli Avengers a Talbert; non mi importa come, ma dobbiamo riuscirci. Condurremo delle
indagini in parallelo a quelle della Warner,
collaborando quando ce lo chiederanno, e passandogli
ogni informazione alla quale perverremo: ms Pinza?”
Lo sguardo dell’uomo era
carico di speranza e contrastava con quel volto tirato ed adombrato dal peso
delle responsabilità che parevano opprimerlo.
Pinza, si alzò con tutto lo splendore del suo metro ed ottanta, una statua
d’avorio vivente che suscitava sempre l’approvazione generale di chi le stava
intorno, anche in un momento drammatico come quello.
“ Signor Secor,
abbiamo contattato un ottimo detectiev:
Pierce Chernuchil; sappiamo
che la Warner ha contattato i fratelli Abbot, e collaborerà a distanza con loro; stiamo usando
tutti i nostri contatti per cercare di capire chi possa essere l’autore di un
simile gesto. Per il momento i sospetti si concentrano su alcuni diretti
concorrenti, ma non possiamo escludere nessuna pista.”
L’uomo sembrava un po’
deluso, sperava che la donna avrebbe detto qualcosa di più determinante,
ma non era stato così e non poteva fare altro che prendere atto del fatto che
brancolassero nel buio, con il rischio reale di finire rovinati. I presenti non
osarono scuoterlo dal torpore nel quale sembrava essere improvvisamente
sprofondato, mentre con la mente cercava di ordinare i tasselli di quella
storia.
Base Segreta nei Pressi di
New London : quattro ore
dopo.
Il colosso verde si muoveva a
disagio lungo i corridoi di quella casa partorita dall’incubo di un architetto
folle, calpestando con i piedi artigliati pregiati tappeti persiani ed
iraniani, una teoria di motivi astratti e floreali di colore porpora, turchese,
grigio, giallino che carezzavano le piante delle enormi estremità. Aveva adocchiato
un Vermushent originale, appeso lungo la parete color
pesca di un lungo corridoio che fiancheggiava la grande
sala da pranzo, e poi notò un Van Gog,
un Gougaine, un Larshan, e
uno Yashita che non ricordava però in nessun
catalogo. Si fermò a studiarlo, affascinato come sempre dalla morbidezza dei
colori che sfumavano dolcemente verso l’interno,
confondendosi l’uno con l’altro, a simboleggiare la drammaticità con cui
l’autore percepiva la condizione umana e la propria vita interiore.
“Chi lo avrebbe mai detto! Un
energumeno come te, amante di un artista tanto delicato come
Yashita.”
Hulk digrigno le zanne in direzione dell’esile figura
materializzatasi all’improvviso dall’aria. Mandò un getto d’aria dalle enormi
nari collocate all’estremità del muso che la fece ondeggiare leggermente mentre
era ancora, in parte, allo stato gassoso.
“Wow! Vacci piano campione!
Non ho idea di cosa potrebbe capitarmi se mi disperdessi nell’aria!”
“Sarebbe interessante
scoprirlo.”
Gli fece di rimando in tono
sarcastico.
“Sei un intenditore di quadri
ma tutt’altro che un gentiluomo.”
“Sono quello che sono.”
Lei si avvicinò,
apparentemente incurante del suo evidente malumore, e cominciò a sua volta a
studiare l’opera.
“E’ un quadro originale, ecco
perché non compare nei cataloghi, ma anche tu hai riconosciuto l’inconfondibile
mano di Yashita: solo lui usava in quel modo le
vernici ai polimeri; quella tecnica di impressione
della luce è rimasta segreta dopo la sua morte. Ti rendi conto che adesso
riusciamo ad andare su Marte in appena tre settimane di viaggio, e ancora non
hanno capito come lui riuscisse a fare una cosa del
genere? Il nostro Arthur deve essere qualcuno di
veramente importante se è riuscito a procurarsi un inedito del genere, oppure
uno che ama l’avventura. Ce c’è chi ucciderebbe per prendergli un pezzo del
genere, e in effetti, anche io ci farei un pensierino su.”
“Yashita
ha sempre parlato al cuore, andando al di là della
mera tecnica, e se pensi che per il fatto di essere alto due metri e mezzo e di
pesare mezza tonnellata io non riesca ad apprezzarlo, ti sbaglio di grosso.
Tocca la sfera dell’intimità come pochi altri hanno saputo fare, e di fronte a
tale nobiltà d’animo, di fronte alla struggente bellezza di una così difficile
ricerca, anche uno come china il capo in segno di
rispetto. Ma ora non è il momento di parlare d’arte, anche se mi piacerebbe: la
mia amica è piuttosto spaventata dalla situazione, anche se non lo da a vedere, e ben presto questo santuario potrebbe
trasformarsi nella nostra tomba. Prima o poi i Baroni
dell’Intrattenimento ci troveranno, di questo ne puoi star certa, come hai
detto bene di là, è inevitabile. Sono inferociti perché qualcuno ha messo in
discussione il loro potere, e se conosco Talbert, non
mollerà finché i nostri intestini non gli siano serviti su di un piatto
d’argento.”
Lachryma sembrava intristita all’improvviso:
“E’ un peccato, con un simile
capolavoro davanti, dover pensare alla propria sopravvivenza e non potervisi dedicare come meriterebbe… ma è una questione di
priorità. Talbert è sempre stato il più feroce di quella cricca di assassini in doppio petto, e la Warner possiede i mezzi finanziari per iniziare una vera e
propria guerra contro di noi. Sicuramente le altre Majors,
sia per una questione d’onore, sia per poter stringere con loro delle alleanza saranno ansiose di compiacerli, specie la Universal che ora si trova in una posizione precaria e sta
rischiando molto.”
“Tu che cosa suggeriresti?”
“La prima mossa che faranno,
sarà cercare informazioni, e sicuramente si rivolgeranno a specialisti del
settore: ci sono già un paio di nomi che mi vengono in mente; dovremmo tenerli
sott’occhio.”
“Pensavo che non avresti
usato il noi… mi sembri più la tipa da ognun per sé.”
“Come vedi non sei l’unico a
riservare sorprese: quell’Arthur mi convince poco e,
a questo punto, anche il suo amico Galahad; ma non
possiamo separarci ora, perché saremmo troppo vulnerabili,
specie tu, che ti sei fatto un bel nome in queste ultime settimane.”
“L’unione fa la forza, eh?”
“Arthur
non è un uomo povero, né sprovveduto.”
“Dici? Dopo quello che ha fatto?”
“Soprattutto: voleva una
super squadra, vero? Ed ora l’ha ottenuta, dal momento che siamo costretti a
rimanere insieme.”
“Non potremmo semplicemente
dissociarci, o ritrattare tutto?”
“Ah! Senti, quando ero una
semplice umana, ero un avvocato, e anche piuttosto in gamba, e una cosa so per esperienza: una volta pestati i piedi a questa gente,
non è finita finché o tu o loro morite. Non ci si può fare niente, non si può
ignorare la cosa, e, prima o poi, si dovrà arrivare ad
una risoluzione, per quanto estrema sia.”
“Sai una cosa?” Fece
il gigante con la sua voce cavernosa, e alcuni cristalli contenuti in una
vetrinetta d’abbelimento, tintinnarono paurosamente,
attirando l’attenzione di Lachryma” Credo che
il bastardo volesse anche questo… dico metterci contro
gli Studios… quel tizio è pazzo, pensa di essere re Artù, e noi siamo i suoi cavalieri della tavola rotonda o Thor sa solo cosa. Se potessi, adesso lo prenderei e lo
strapazzerei ben bene, per sapere quello che voglio, ma adesso non è il caso e
inoltre, credo dovrei ingaggiare un altro round con
quel bellimbusto in armatura.”
“Galahad
deve essere molto forte se ha resistito ad un round con te.”
“L’ho colpito così forte da
metterlo in orbita, ma non aveva neanche un ammaccatura
e quando il pugno gli è arrivato contro, ho sentito dolore alle ossa! Non so di
cosa sia fatto, forse è adamantium.
Comunque, dovremo tenere d’occhio anche l’altro
tizio.”
“Parli di quel Kid Current?”
“Si, anche se con lui sarà un
po’ più difficile, visto che si tratta di un costrutto virtuale.”
”Potrebbe occuparsene Hazard, non
credi?”
“Ah! Parli dell’altro
costrutto? Ha tutta l’aria di essere l’inizio di una specie di patto separato.”
“Dobbiamo pur tutelarci, e
lui e il mago sono nella nostra identica situazione.”
“Potremmo essere spiati.”
“Potremmo, ma non mi interessa, anzi, meglio ancora: saprà che non deve
sottovalutarci.”
I due si scambiarono un
sorriso.
“Una vampira, o vampiro che
dir si voglia, insieme ad un energumeno di due e passa
metri: una strana compagnia.”
Hazard aveva pronunciato quelle parole con autentico
divertimento, mentre osservava un prezioso vaso Ming
posto su di un piedistallo di polimeri trasparenti, al centro della sala che
aveva ribattezzato delle silenti gemelle per via delle due statue di vergini
che stavano ai lati dell’ampia scalinata d’accesso al piano superiore. Metalscream stava rimirando la propria immagine riflessa in
un lucido tavolino di legno in stile Luigi XIV. Aggrottò le sopraciglia,
pensando che i suoi capelli erano decisamente troppo
arruffati, e dopo avergli dato un’aggiustata con le mani, rispose
flemmaticamente all’ex star di film d’azione:
“ Si, ma estremamente
intrigante, non credi? Senza contare che anche io e te siamo
una bella accoppiata: un necromante, depositario di
antiche ed arcane conoscenze dalla tradizione millenaria, e un costrutto
virtuale, simbolo di tutto ciò che questo mondo è divenuto.”
“Eppure neanche tu sei esente
da contatti con i tuoi giorni,” osservò divertito
Hazard” come rivela il tuo impianto bionico.”
“L’antico deve camminare
insieme al nuovo, se non vuole estinguersi.”
“Farebbe pensare che l’antico
sia debole e deficitario rispetto al nuovo.”
“E il nuovo deve camminare
insieme all’antico, se non vuole smarrirsi.”
Corresse il tiro il mago” Va anche detto che quei due sono eccezionali
combattenti, dalle molte virtù, e potrebbero essere utili a questa squadra.”
“Ah, vedo che pensi a noi già
come una squadra. Che ne pensi di questa storia degli Avengers? Credevo non ti fosse andata molto giù questa
storia.”
“Non mi è ancora andata giù, Arthur non si è comportato bene con noi, e ho motivo di
sospettare che continuerà così anche in futuro, ma ormai siamo in ballo e
dobbiamo ballare: il tipo ci ha incastrato alla grande, e a ripensarci bene, in
un certo senso è da ammirare come sia riuscito a prenderci tutti per il naso.
Sulla questione Avengers dovremmo pensarci su bene,
non credo sia un nome che porti particolare fortuna,
visto la fine che hanno fatto quelli originali. Tu invece che
ne pensi?”
“Una volta ho fatto sia
Visione che Wonderman in un ologramma della Mirna Loy Production: sai, erano gli inizi ed ero solo un
software d’animazione di secondo livello; quei due ruoli mi hanno aperto la
strada al successo, ai creativi piacque il modo in cui gestivo
i dati storici e in cui le mie equazioni sintetizzassero comportamenti
credibili e mi permettessero battute fresche e spiritose. Rilevarono i diritti
dal mio programmatore, pagando una cifra astronomica, e disegnarono per me la skin di Johnny Hazard. Comunque, ricordo con
piacere quel doppio ruolo, e in quel periodo ho avuto modo di accedere a
parecchi dati dalla banca dati di Hollywood sugli Avengers:
razzo, ci si sarebbero potuti fare almeno altri cento film sulla vita di quei
tipi; alcuni di loro erano dei mezzi casi clinici, ma diamine, avevano delle
signore personalità ed erano dei veri eroi. Non so cosa darei per poter
stringere la mano a tipi come Capitan America, Thor o
Ironman. Forse, il male di questi tempi, è che non ci
sono più persone così, esempi viventi da seguire e che ispirano nelle persone
il desiderio di dare il meglio.”
“Povera quella terra che ha
bisogno di eroi…”
“Ahahaha,
una bella citazione, ma io non la penso così. Gli eroi servono, anche se è un
bene che non diventino un ossessione, o un oggetto di
fervore religioso.”
“E Thor? A lui è stato dedicato un intero culto.”
“Ah, beh, Thor
in fondo era un dio ed un culto a lui dedicato c’era già, quindi…”
”Per lui si potrebbe fare un eccezione? Sai, mi chiedo
se sarebbe contento nel sapere che esiste un culto del genere a suo nome:
recentemente c’è stato anche chi ha abusato del…”
Ambedue si voltarono di
scatto, in direzione del forte rumore, come un tuono esploso nelle immediate
vicinanze.
Si precipitarono nella sala
adiacente, dove erano già convenuti Hulk, Lachryma, Galahad e lo stesso Arthur.
“Che
razzo succede?”
Chiese Hulk,
ricevendo in risposta dal cavaliere:
“Un potente nemico ci
sta portando uno spietato assedio. Le difese della Base sono salde, ma dobbiamo
prevenire il peggio e agire con rapidità.”
“Col razzo! Prima voglio
sapere…”
Un'altra scossa che fece
tremare la struttura lo interruppe, e guardò di traverso
l’enigmatico guerriero, i cui filamenti di colore nuotavano sempre più
rapidamente all’interno di quel corpo che sembrava un ombra a mala pena
materiale.
“E
così ci risiamo? Adesso dovremo seguirti? No, aspetta, non lo dire, al grido
di, Avengers Assemble?!”
“Al grido di quello che
volete voi: ma dobbiamo agire immanentinente”
A Metalscream
non sfuggì lo sguardo preoccupato che Arthur aveva lanciato di sottecchi al suo campione e si
chiese cosa stesse realmente accadendo.
L’essere era a circa duecento
metri dalle mura esterne della casa, intorno alla quale si stendeva un campo di
forza protettivo che si illuminava di verde ogni
qualvolta veniva colpito dall’assalitore. Era alto quasi un metro e novanta,
uno spettacolo orripilante, uno scheletro su cui stavano brandelli di abiti, e le cui ossa emettevano una sinistra luminescenza
rossastra. Allungò il braccio in direzione del suo bersaglio, aprendo il palmo
da cui eruttò una lingua d’energia che fece illuminare il campo di forza e
tremare la costruzione.
“Uno degli uomini degli studios?”
Chiese perplessa Lachryma, che si era spalmata addosso un’altra
tuta gel per difendersi dai raggi solari.
“Non mi sembra di averlo mai
visto…”
Disse quasi sottovoce Hulk.
“Non credo sia un uomo degli Studios.”
Disse Metalscream.
“Io ne sono sicuro.”
Aggiunse Hazard.
“Ci potete scommettere.”
Commentò nei loro cervelli Kid Current, la cui presenza era
tornata a tenergli compagnia.
“Venite fuori!!! Miserabili, venite qui da me!!! Abbiate il coraggio di
affrontarmi… di affrontare il Risorto! Colui il quale
è tornato dalle tetre lande della morte ed ora chiede la sua giusta vendetta
contro chi levò impunemente la mano contro di lui.”
“Avete ragione, non è
un uomo degli Studios: è qualcosa di infinitamente
peggio e più pericoloso.”
Fine dell’episodio.