Il punto della situazione: Blade
il cacciatore di vampiri è stato posseduto dal demone Demogorge. Dopo avere
ucciso un gruppo di vampiri a Londra,[1] questi si è trasferito
a San Francisco, dove si è scontrato con Ghost ed ha ucciso quattro malvagie
streghe, assorbendo i loro poteri.[2] Successivamente ha
raggiunto New York dove, in rapida successione, prima si è scontrato col gruppo
di mannari chiamato Power Pack, decimando il cosiddetto Popolo Ombra che
abitava nel Morlockworld;[3] quindi si è scontrato
con gli Spiriti della Vendetta ed ha impazzato nella sede del Project Sabbath
facendo strage dei suoi prigionieri.[4] Sempre a New York si è
scontrato con Twilight, giovane fuggiasca dalla dimensione chiamata Darkmere e
con il misterioso John Lomax per il possesso di una pagina del Darkhold.[5] Infine, nella stessa
dimensione del Darkmere ha combattuto con i cosiddetti Supernaturals.[6] Ora, finalmente, è
diretto verso la sua meta finale: la casa di Agatha Harkness a Whisper Hill
nello Stato di New York.
Nel frattempo. in quell’antica
dimora, i Redentori del Darkhold si stanno riprendendo dal loro recente scontro
con Centurious e la Ditta e sono ignari del disastro che sta per abbattersi su
di loro. Il Dottor Strange, ospite di Agatha, però, veglia in attesa del
pericolo incombente.
La casa aveva una foggia molto antica: poteva risalire al settecento o addirittura al tardo seicento, difficile dirlo con tutte le ristrutturazioni che aveva subito nel corso degli anni. Una cosa era, certa, comunque: nessun visitatore l’avrebbe presa per una casa qualunque. C’era qualcosa in lei che richiamava alla mente l’immagine della classica casa stregata e di certo i suoi occupanti non erano persone comuni, non tutti almeno…Ad esempio c’era l’uomo vestito con una tunica blu che meditava nella posizione del loto… sospeso esattamente a due metri d’altezza rispetto alla cima di uno dei comignoli della casa. Il suo nome era Stephen Vincent Strange ed un tempo sul suo biglietto da visita subito dopo il nome ci sarebbero stare le iniziali M.D. ad indicare il suo essere un medico, un guaritore. Quei giorni e quella vita erano lontani ormai per l’uomo che si era assunto da tanto, forse troppo, tempo il peso di proteggere l’Umanità ignara dai pericoli del mondo soprannaturale. Improvvisamente il Dottor Strange aprì gli occhi, strappato ormai alla sua trance mistica e pronunciò una frase:
-È tornato!-
#14
Sam Buchanan poteva dire di averne viste parecchie nella
sua vita sia come agente dell’F.B.I. che come agente dell’Interpol, ma nessuna
delle passate esperienze stava alla pari con quanto gli era capitato da quando aveva accettato l’incarico di
guardia del corpo di Victoria Montesi. Lui, così razionale, così sicuro di se
si era ritrovato invischiato in un intrico a base di antiche entità malvagie,
demoni e libri maledetti. Il suo razionalismo ne era uscito scosso e lui aveva
dovuto ammettere che l’Occulto, il Soprannaturale erano reali come le cose che
poteva vedere e sentire. E tutto ruotava intorno ad una donna che non avrebbe
mai potuto amarlo, ma di cui lui era, non poteva non ammetterlo almeno con se
stesso, disperatamente innamorato. Victoria Montesi era lesbica, questo era un
dato di fatto e lui non poteva farci niente. Ora che lei era di nuovo a posto
dopo settimane di coma profondo e che il Libro di Darkhold era apparentemente
esorcizzato e nelle mani sicure di Agatha Harkness e del Dottor Strange, la cosa
migliore che lui poteva fare per se stesso era andarsene da lì e tentare di
rimettere insieme i cocci della propria vita. Il destino, però aveva in serbo
altro per lui.
-Mr. Buchanan…-
A parlare era stata Agatha Harkness apparsa
improvvisamente alle sue spalle.
-Posso parlarle per qualche
minuto?-
-Uh… certo.-
Quella donna aveva il dono di farlo sentire a disagio,
anzi, a dire il vero, era la stessa casa a farlo sentire a disagio. Era di certo più grande di quel
villino del New Jersey in cui avevano abitato sino a poco prima, ma c’era
un’atmosfera che non avrebbe saputo definire esattamente, ma che lo faceva
sentire… inquieto. Senza dire una parola seguì la Harkness in una stanza
vicina.
Non molto lontano da Whisper Hill, nel mezzo della
campagna, si materializzò una figura: era Blade, il cacciatore di vampiri,
trasformato nel Demogorge, la sua figura aveva ormai solo una parvenza
umanoide. L’uomo che era stato era ormai del tutto soppiantato dal demone che
lo possedeva: il suo volto era deformato sino ad assomigliare a quello di un
pipistrello; tutto il suo corpo era ricoperto di pelliccia come quello di un
lupo; i denti erano zanne, specie i lunghissimi ed appuntiti canini; le dita
delle mani erano mutate in artigli che stringevano una coppia di spade magiche; la lingua simile a quella di
un serpente schioccava nell’aria.
-Stavolta sono vicino, lo
sento.- borbottò.
-Certo che sei vicino.- disse
in tono sprezzante una voce accanto a lui.
Gli occhi del Demogorge, due pupille rosse su iridi
gialle, si fissarono sulla figura di un nano, per dirla fuori dalle metafore
del linguaggio politicamente corretto, vestito di un impeccabile gessato scuro
molto elegante, ma che, chissà perché, gli conferiva un’aria inquietante, forse
anche per colpa del sinistro sogghigno che si allargava sul suo volto.
Il Demogorge lo riconobbe e sogghignò a sua volta.
-Il Darkhold è vicino.-
continuò il Nano –Ci sono molte forze al lavoro. Altre possono essere tue
alleate, mentre altre cercheranno di contrastarti con tutte le loro forze.-
-Che ci provino.- proclamò il
Demogorge –Li spazzerò via tutti dalla faccia della Terra.-
-Sono certo che potresti
riuscirci, ma non sottovalutarli, sono avversari tenaci e pericolosi. Abbiamo
una missione da compiere e tutto si
deciderà proprio là, a Whisper Hill.-
E così dicendo il Nano puntò il dito oltre l’orizzonte.
Ignara di quarto stava accadendo a poche miglia dalla
dimora di Agatha Harkness. Victoria Montesi, vestita di un aderente abito nero
molto scollato e che le fasciava le curve del corpo facendole ampiamente
risaltare, stava passeggiando sul retro di quella stessa casa assieme ad Amy
Chen. La giovane di origine cinese, membro del Branco Selvaggio di Silver Sable
era vestita più sobriamente: una camicetta, dei jeans, stivali ai piedi. Per
dirla tutta: non riusciva a staccare gli occhi di dosso da Vicky e la cosa la
turbava, perché lei non era certo una timida ragazzina, ma un’esperta
combattente dal carattere alquanto spigoloso. Victoria era ben consapevole
dell’effetto che aveva su Amy e doveva ammettere che la cosa la lusingava
parecchio. In fondo doveva anche ammettere che almeno in parte aveva scelto il
suo abbigliamento odierno proprio per far colpo sulla sua visitatrice. E che
c’era di male poi? Ne era passato di tempo ormai da quando la sua compagna,
Natasha “Nash” Salvato era morta uccisa dai cosiddetti Darkholders[7] e se è giusto che i
morti riposino in pace, non era altrettanto giusto che i vivi si ricostruissero
una vita? Di certo Vicky aveva dei bisogni che Amy poteva soddisfare.
-Sono contenta che tu sia
qui.- disse e prese la mano di Amy nella sua.
-Anch’io… sono contenta di
essere qui… con te.- rispose Amy stringendo a sua volta la mano della giovane
donna al suo fianco Per certi messaggi
le parole non servono, bastano gli sguardi.
Sam Buchanan non si era mai sentito veramente intimidito
da nessuno (ok c’era stata la sua vecchia maestra alle Elementari, ma era stato
un sacco di tempo fa), ma se costretto avrebbe ammesso che Agatha Harkness
aveva un modo di guardarlo che lo faceva sentire ancor più a disagio del
solito.
-Una tazza di tè Mr.
Buchanan?- gli chiese.
Ecco cos’era: quel suo fare da vecchia zia, quei suoi
modi un po’ antiquati come il suo modo di vestire. Non erano una finzione, ma
al tempo stesso mascheravano il suo vero io. Sam aveva fatto il poliziotto
troppo a lungo per non comprendere una cosa simile.
Sam prese meccanicamente la tazza fumante che l’anziana
signora gli stava porgendo, ma si rivolse alla Harkness in modo spiccio:
-Non perdiamo tempo, Mrs.
Harkness: se ha davvero qualcosa d’importante da dirmi, me la dica subito.-
-Mi piace come sa arrivare
dritto al punto Mr. Buchanan. L’accontenterò, allora: mi sembra di capire che,
come gli altri membri del suo gruppo, lei non si sia reso conto di certe…
chiamiamole stranezze… che si sono
verificate negli ultimi giorni.-
-A cosa si riferisce?- nella
voce di Sam c’era un tono preoccupato.
-Ricorda che nello scontro di
qualche giorno fa l’essere chiamato Centurious le ha spezzato il braccio
destro?-[8]
Sam Spalancò la bocca. Era vero: ora ricordava benissimo
Centurious che gli piegava il braccio, il rumore secco dell’osso che si
spezzava, il dolore atroce. Strano… non era proprio come se se lo fosse
dimenticato, aveva solo smesso di pensarci, ma come…
-E ricorda anche che pochi
minuti dopo, per inseguire Centurious che aveva rapito Victoria Montesi, ha
rimesso a posto un’auto ribaltata usando tutte e due le braccia, con l’aiuto di
Jinx, un ragazzino di meno di 18 anni?-
Era vero anche questo. Nella concitazione del momento Sam
non ci aveva pensato, non aveva nemmeno pensato al fatto che il suo braccio
avrebbe dovuto essere inservibile, che il dolore avrebbe dovuto comunque
impedirgli ogni movimento, figurarsi fargli sollevare un’auto. E l’altra cosa
strana era che nessuno ci aveva pensato, anche per gli altri era come se la
frattura non ci fosse mai stata.
-Lei non è un superumano, vero
Mr. Buchanan?- chiese Agatha –Non possiede superforza o un fattore di
guarigione accelerata, giusto? No, non occorre che mi risponda: lo so già che
non lo è. E allora come si spiega questi episodi o gli altri episodi analoghi
accaduti a lei ed i suoi compagni da quando avete ricominciato questa vostra
missione?-
-Io… non lo so.- ammise Sam
sconcertato.
-Qui sono all’opera potenti
forze magiche.- concluse la Harkness -Così potenti da riuscire a proteggere voi
Redentori da ogni serio male fisico e da obnubilare le percezioni di tutti noi
per evitare perfino che ci pensassimo. Solo grazie alla mia esperienza, sono
alla fine riuscita a rendermi conto dell’esistenza di quest’anomalia, ma non ad
individuarne la causa… non ancora almeno.- Agatha interruppe il suo discorso,
mentre il suo gatto nero, Ebony, le saltava su una spalla -Cosa c’è Ebony?-
chiese e rimase assorta come se ascoltasse chissà cosa –Pare che stiamo per
avere altri ospiti.- disse infine, alzandosi dalla sua sedia a dondolo -Devo
andare a riceverli. Riprenderemo più tardi questo discorso, Mr. Buchanan.-
Sam annuì quasi automaticamente, ma la sua mente era
altrove, rivolta alle sconcertanti rivelazioni che aveva appena avuto: se non
erano stati la Harkness o Strange a tessere quell’incantesimo di protezione o
che altro diavolo era, allora chi l’aveva fatto e perché? La risposta a queste
domande era fondamentale, Sam lo sentiva. Estrasse dalla fondina la sua pistola
e la rimirò. Ancora una volta rimpianse i tempi in cui i guai che aveva di
fronte potevano essere risolti in modi che poteva controllare, ora invece era
in balia di forze che non riusciva a comprendere: il suo destino era deciso da
altri e lui era solo una marionetta.
Appena fuori della magione di Agatha Harkness stava
atterrando un terzetto alquanto singolare. Viaggiavano su una specie di bolla
che si dissolse non appena i loro piedi toccarono il suolo. Il più appariscente
dei tre era senz’altro una specie di toro antropomorfo di colore verde,
apparentemente nudo a parte una cappa azzurra ed un amuleto al collo. Il suo
nome era Rintrah ed era il Mago Supremo della Terra.
-Cavoli, me ne sono successe
di cose nella mia vita…- disse uno degli altri due, un giovanotto alto dai
capelli biondi e gli occhi azzurri che indossava jeans, stivali, un maglione
rosso a girocollo ed un giubbotto con molte tasche. Si chiamava Frank Drake ed
aveva il dubbio onore di essere discendente del famigerato Conte Dracula -… ma questa è stata un’esperienza davvero… particolare,
Rintrah. Non potevi usare un incantesimo di teletrasporto per portarci qui? –
-Un incantesimo simile avrebbe
potuto essere debilitante per tutti noi, Mr. Drake.- rispose Rintrah –E noi
abbiamo bisogno di tutte le nostre energie per affrontare ciò che sta per
arrivare.-
-Ti sei troppo abituato alla
vita comoda, Drake…- intervenne il terzo uomo. Era un po’ più alto di Drake,
capelli neri e carnagione pallida -.. una volta non ti saresti lamentato così
tanto.-
-Fai presto a dirlo tu, King.- ribattè Drake
–Forse voi vampiri non soffrite di mal d’aria, ma io…Acc... scusa King, non
avrei dovuto dirlo, ma la mia linguaccia…-
Hannibal King fece un cenno con la testa.
-Non preoccuparti, Drake, non
mi sono offeso.-
Agatha Harkness comparve sulla soglia.
-Signori, benvenuti.- disse
–Rintrah è sempre un piacere vederti, anche se immagino che questa non sia una
visita di cortesia. Se volete seguirmi, signori... credo che in salotto staremo
più comodi e parleremo meglio.-
William Hastings era il suo nome, ma tutti lo chiamavano
sempre e solo Jinx, ovvero Iella. Non ricordava neppure lui perché, ma ormai ci
si era adattato, così come si era adattato alle sue istintive capacità magiche.
Il problema era che, considerato il modo in cui era vissuto per la maggior
parte della sua vita, non era mai stato tropo bravo nei rapporti sociali, il
che lo aveva reso vulnerabile quando aveva incontrato il mezzo demone
Diabolique mascherato nei panni di un’innocente bambina di poco più di 12 anni
di nome Diana. Anche in quel momento, mentre sedeva con lei in un’altalena di
un parco giochi di Newark, nel New Jersey, era totalmente ignaro della vera
identità della “bambina” e del fatto che
il suo scopo fosse impadronirsi del Darkhold. La cosa più strana era, però, che
negli ultimi tempi l’attitudine di Diabolique era cambiata: non sentiva più il
desiderio smodato di impadronirsi del Darkhold. Già due volte aveva rinunciato
spontaneamente ad un’occasione di impadronirsene. Cosa le stava succedendo?
Forse che a lungo andare la sua finzione le aveva preso la mano e la sua parte
umana stava prendendo il sopravvento mentre emozioni del tutto nuove le
devastavano l’anima o qualunque altra cosa una come lei avesse al suo posto?
Improvvisamente Jinx alzò la testa come ascoltando un
richiamo udibile solo a lui:
-Devo andare Diana.- disse lui
–Pare che a casa abbiano bisogno di me.-
-Ma io… vorrei stare con te…
ancora.- protestò Diabolique.
-Staremo insieme domani,
promesso. Ora devo proprio andare.- la baciò sulle guance, poi fece un gesto
con la mano e nell’aria si aprì un varco, che si richiuse subito dopo che lo
aveva varcato.
Diabolique rimase silenziosa riflettendo.
-Attenta Diabolique…- la
avvertì una voce improvvisa -.. i tuoi sono pensieri pericolosi per una come
te.-
Il demone in forma di bambina si voltò verso il nuovo
venuto, il demone oracolo chiamato Whisperer.
-Ti preferivo quando ti
manifestavi solo dopo il sacrificio di due vittime, Whisperer.- ribatté Diabolique
–Ultimamente sei diventato un po’ troppo impiccione per i miei gusti.-
Whisperer rise
-Ricordati la mia
profezia Diabolique: “Uno tradirà, uno
morirà, uno si sacrificherà”, attenta a non trovarti nel mezzo o…-
-Tieni per te i tuoi stupidi
avvertimenti. Io farò quel voglio, come sempre.
Diabolique scomparve senza aggiungere altro. Whisperer
scosse la testa.
-È stata troppo tempo con gli
umani, ho paura… peggio per lei, pagherà il prezzo delle sue azioni.
Nel salotto di Agatha Harkness i Redentori del Darkhold
assieme a Frank Drake, Hannibal King, Rintrah e Amy Chen stavano ascoltando il
Dottor Strange.
-Il fatto che il Demogorge sia
tornato è già di per se preoccupante… - stava dicendo l’ex Mago Supremo -… ma
se questo è, come sospettiamo, solo un sintomo del risvegliarsi di forze ancora
peggiori, allora è necessario correre subito ai ripari. È stato l’intervento di
Centurious a liberare il Demogorge[9] e solo il Cielo sa se
il suo pasticciare col libro maledetto non abbia risvegliato forze aldilà della
comprensione umana.-
-Ma non della tua, Stephen,
giusto?- intervenne Kyllian –Tu di sicuro sei in grado di identificarle e
neutralizzarle.
-Fai pure del sarcasmo, se
vuoi, Kyllian.- replicò Strange con tranquillità –La verità, però, è che,
nonostante i miei ripetuti scandagli mistici, per non parlare del prezioso
contributo di Agatha e Rintrah, non sono riuscito a scoprire nulla di anomalo
nel Libro dei Peccati… Eppure… eppure non posso fare a meno di percepire che le
cose non stanno esattamente come sembrano, anche se non mi riesce di capire
cosa ci sia di sbagliato.-
-E cosa proponi di fare?- gli
chiese Iskelior.
-Entro domani saranno qui
altri alleati, come Ghost e gli Spiriti della Vendetta. Insieme potremo
contrastare il Demogorge. Sono sicuro che sta venendo qui. È attratto dal
Darkhold come una falena dalla fiamma. È nemico giurato dell’Occulto ed il
libro è una potentissima fonte di magia nera.-
-E che possiamo fare per
Blade?- intervenne Frank Drake –Non sarà Mr. Simpatia, ma è stato pur sempre un
amico ed un alleato. Ci dev’essere un modo per invertire l’incantesimo del
Demogorge, l’altra volta[10] ci siamo riusciti.-
-E confido che potremo ancora
farlo, Frank.- rispose Strange –Se l’anima di Blade può essere salvata e lui
restituito alla normalità, allora io lo farò, ve lo prometto.-
-Se serve, io sono disposta a
leggere il controincantesimo del Darkhold, visto che sembra che sia l’unica in
grado di farlo senza cadere vittima dell’influsso del libro .- intervenne
Victoria Montesi, seduta accanto ad un Amy Chen perplessa. Queste faccende
dell’occulto, magie, incantesimi, demoni erano decisamente fuori dalla sua
portata, lei era abituata a minacce ben più terrene. Come aveva fatto a farsi
coinvolgere in tutta questa storia? Guardò verso la ragazza seduta accanto a
lei e si ricordò come fosse rimasta affascinata da lei sin dalla prima volta
che l’aveva vista nuda tra le grinfie di Centurious e quasi si era fatta
ammazzare a causa della distrazione.[11] Le sfuggì un sospiro.
Intanto Hannibal King stava parlando:
-Io devo già ringraziarvi
Strange: grazie all’incantesimo che tu Rintrah e la Harkness avete gettato su
di me, io potrò camminare alla luce del sole, sia pure per poco tempo.-
-Non avrai i tuoi poteri di vampiro, però.-
ribatté Strange.
-Non me ne importa… già
normalmente non ne faccio uso, ma almeno vi sarò utile durante lo scontro…
quando ci sarà.-
-Ahem.- fece Vicky
disaccavallando le gambe e concedendosi un leggero sbadiglio. -È già molto
tardi ed io ed Amy siamo davvero molto stanche. Se per voi va bene, vorremmo,
come si dice, ritirarci nelle nostre stanze.-
Ci fu un attimo d’imbarazzato silenzio, poi fu Strange a
parlare.
-Va benissimo. Non è rimasto
altro da dire. Se il Demogorge dovesse attaccarci, le difese mistiche della
casa sono state rinforzate e possono respingere qualsiasi intruso non
desiderato. Suggerisco che chiunque voglia andare a dormire lo faccia, domani
potrebbe essere una giornata campale per tutti.-
La riunione si sciolse ed in breve il salotto si svuotò.
La lunga attesa era cominciata.
La vita di una sentinella non è piacevole: lunghe ore di
attesa sperando che il pericolo che si teme non giunga mai. È la vita che
Strange aveva scelto da tanti anni, forse troppi, pensava a volte. La
responsabilità di difendere questo povero piccolo pianeta da minacce che nessun
altro potrebbe affrontare. Non era un atto di suprema arroganza credere di
essere l’unico capace di farlo? Non era forse il modo di pensare del vecchio
Stephen Strange quello, dell’uomo così superbo ed arrogante da non saper
accettare i propri limiti ed esser stato così la causa della propria rovina?
No, non era vero, non più: ora aveva amici ed alleati come Rintrah e Wong, ad
esempio, con cui dividere il fardello che si era scelto. Rintrah… ripensandoci,
non era stato un atto d’egoismo da parte sua passargli il titolo di Mago
Supremo della Terra? Un modo di sfuggire alle pesanti responsabilità
lasciategli in eredità dal suo mentore, l’Antico? Dovevano essere l’atmosfera
cupa della casa e la mancanza di Clea a fargli venire certi pensieri. Di certo
la sua sposa gli mancava molto. Da che si erano conosciuti avevano condiviso
molte esperienze che avevano fatto del loro legame, del loro amore, qualcosa di
unico. Avrebbe voluto averla al suo fianco in un momento come questo, ma Clea
aveva scelto di rimanere nel suo regno per il bene dei suoi sudditi aveva detto
e lui non aveva potuto che accettarlo.
Ora gli occhi di Strange osservavano l’orizzonte oltre la
casa di Agatha Harkness e scrutavano sperando di cogliere un primo segno del
male che si stava avvicinando. Non aveva bisogno di guardarsi allo specchio per
sapere che sulla sua fronte era apparso il mistico simbolo dell’Ankh, segno
evidente che la morte era incombente. Ma era la sua morte o quella di uno dei
suoi alleati? E c’era modo di evitarla?
La notte non gli portò risposte.
Non era il solo a dormire quella notte. Rintrah vegliava
all’esterno della casa e con lui c’era Hannibal King. Con tutti i loro sensi
all’erta attendevano il Demogorge. Non potevano immaginare che il pericolo era
più vicino di quanto sospettassero.
Nella stanza Amy Chen giaceva nuda un braccio penzoloni
fuori dal letto gli occhi sbarrati ed il volto stravolto dal terrore, come se
avesse visto qualcosa di troppo orribile da sopportare. Accanto a lei una
figura dalle forme femminili, ma completamente nera, come se fosse fatta della
stessa sostanza delle ombre, la guardò con occhi che erano solo due fessure
bianche sul nero del volto e scosse la testa.
-Povera Amy…- disse con voce
divertita e le sfiorò i capelli con la mano, poi si diresse alla porta e
l’oltrepassò come se non esistesse.
-Cominciamo.- sussurrò.
Accadde così velocemente che furono tutti colti di
sorpresa. Le finestre e le porte della casa di Whisper Hill si frantumarono
contemporaneamente in tutte le stanze. Coloro che dormivano si rizzarono
rapidamente dal letto. Il Dottor Strange esclamò un sorpreso…
-Cosa…?-
Furono Hannibal King e Rintrah a vederlo per primo: il
Demogorge si stava avvicinando. Dapprima fu una figura impalpabile e fatta di
nebbia, poi divenne un enorme lupo antropomorfo che saltò alla gola di Rintrah.
A nulla valsero gli incantesimi di difesa del mago taurino, la creatura li
ignorò come se non esistessero ed affondò le zanne nel suo collo. Mentre beveva
il sangue alieno di Rintrah, una mano lo afferrò per la collottola e lo spinse lontano: era Hannibal King
-Ah, King, ci ritroviamo
finalmente… da quanto tempo.- anche la voce del Demogorge aveva perso ogni
parvenza umana
-Ascolta Blade…- cominciò
King.
-Non sono Blade…. Non più:
sono la tua morte.
Così dicendo gli balzò addosso. Nelle sue mani adunche
erano comparse due lunghe spade che trafissero King al petto strappandogli urla
di dolore.
-Ah... ma cosa...?-
-Sorpreso King? Non dovresti
esserlo: le mie armi possono ferire ed uccidere qualunque creatura
soprannaturale, compresi i vampiri. Ora scusami, ma ho una missione da
compiere. Tornerò più tardi per darti il colpo di grazia.-
Corse verso la soglia e si trovò di fronte un quintetto
di maghi: il Dottor Strange, Agatha Harkness, Kyllian, Iskelior e Jinx, la cui
sola presenza bastava ad aumentare esponenzialmente le energie degli altri
quattro.
-Oh, oh!- fece il Demogorge
–Dovrei tremare di paura adesso?-
-Empia creatura.- disse il
Dottor Strange –Ti comando di arrestare il tuo cammino o ne pagherai le
conseguenze.-
-Basta con i discorsi pomposi
Stephen, facciamolo fuori.- disse Kyllian.
-Provateci!- li sfidò il
Demogorge.
I quattro lo colpirono con scariche di energia mistica,
ma il Demogorge le assorbì ridendo. Fece un salto spettacolare e fu sul patio
della casa. Il Dottor Strange puntò un
dito su di lui.
-Che i Rossi Anelli di
Raggador ti avvolgano in una morsa impenetrabile.-
Il Demogorge rise mentre fletteva i muscoli e spezzava
gli anelli in mille frammenti che si dispersero nei venti notturni.
Il Dottor Strange lo guardò stupito. Solo poche volte
nella sua vita aveva visto un avversario liberarsi degli anelli altrettanto
facilmente. Questa incarnazione del Demogorge era più forte della precedente, a
quanto pareva. Kyllian stava pronunciando un’invocazione ad uno degli dei
celtici che erano suoi protettori.
-O Taranis io t’invoco… dammi
il potere del fuoco.-
Il Demogorge agitò la mano e Kyllian si ritrovò avvolto
dalle fiamme da lui stesso evocate. Fu un attimo, poi Iskelior le spense con un
altro incantesimo e si precipitò accanto al suo uomo. Fu un errore fatale,
perché il Demogorge la colpì con un rapido fendente alla gola.
Mentre la ragazza proveniente dall’antica Grecia
stramazzava al suolo Strange aveva innalzato gli Scudi di Seraphim a protezione
sua e di Agatha Harkness, ma il Demogorge li attraversò come se non esistessero
ed i due maghi caddero storditi dalle energie di rimbalzo.
-Tu…-borbottò Agatha cadendo a
terra –Tu… non avresti potuto… superare le difese della… casa.-
Il Demogorge sogghignò e rispose.
-Stupida vecchia, qui sono all’opera
forze ben più potenti della tua stupida magia.-
E senza dire altro, oltrepassò il patio ed entrò nella
casa.
Poco lontano da lì Diabolique aveva osservato la scena.
Nessuno era stato capace di fermare il Demogorge, anche Jinx era caduto, colpito
dalle energie di rimbalzo del Demogorge. La bambina demone sentì ribollire nel
suo petto la collera ed il desiderio di… fare cosa? Intervenire a fianco di
quei miseri umani? E perché avrebbe dovuto farlo? Piuttosto avrebbe dovuto
aiutare il Demogorge nella sua opera di distruzione… ma lui aveva ferito Jinx,
forse l’aveva ucciso e Jinx era stato gentile con lei. Cosa doveva fare… cosa?
Ora colui che era stato Blade era all’interno della
dimora e si trovò di fronte ad Ebony, il gatto di Agatha Harkness e Modred, il
cagnolino di Jinx, così chiamato in onore del precedente maestro del ragazzo. I
due animali lo fissarono con ostilità. Il Demogorge li fissò, spalancò le
mascelle e ringhiò. I due animali si rintanarono, rannicchiati, in un angolino
dell’atrio.
Il Demogorge si diresse verso il salone, dove era stato
posto il Darkhold, sotto una teca protettiva risplendente di energie mistiche…
o almeno era così, finché il Demogorge non assorbì dentro di se queste energie.
Si stava avvicinando al libro quando eccheggiò una serie di spari.
Il demone barcollò sotto i colpi, poi si voltò per
trovarsi di fronte a Sam Buchanan con in pugno la sua vecchia pistola
d’ordinanza ancora fumante
-Credevi davvero di fermarmi
così.?-gli chiese ridendo il Demogorge.
-Beh, almeno dovevo provarci,
visto che i grossi calibri non hanno fatto di meglio.- rispose Sam.
-Sei fortunato ad essere un
semplice mortale Buchanan… ma forse tu ed il tuo amico Frank Drake siete stati
a contatto con l’occulto così tanto tempo che ve ne è rimasta qualche traccia
addosso, vogliamo scoprirlo?-
Avanzò verso di loro, ma prima che potesse fare qualcosa,
li vide entrambi cadere e dietro di loro avanzò il Nano.
-Non perdiamo tempo.- disse
–Facciamo ciò per cui siamo venuti.-
Il Dottor Strange avanzò a fatica nel salone. Il
Demogorge li aveva sconfitti con facilità irrisoria. Come era possibile? Come
poteva essere tanto più potente di loro… di lui e Rintrah e Agatha insieme?
Qual’era la mistica fonte che lo sosteneva? Li vide entrambi: il Demogorge ed
il Nano… lo riconobbe: era un servo di Chthon, perché era al fianco di un
demone avversario dell’occulto? Come se avesse sentito la sua domanda,
inespressa il Nano si voltò verso di lui e gli si rivolse:
-Oh, Dottor Strange… benvenuto
tra noi. Merita una spiegazione: lo scopo del Demogorge, di questo Demogorge,
almeno, non è mai stato distruggere il Darkhold. Al contrario, da quando è
rinato si è caricato di energia mistica al solo scopo di scaricarla nel
Darkhold ed usarlo per ridar vita al nostro unico padrone, Chthon, il Signore
Oscuro.-
Strange cominciava a capire, ma c’erano pur sempre dei
punti oscuri.
-Ma…- chiese –... come è
potuto diventare così potente? Nessuno avrebbe potuto fornirgli un tale potere…
solo il Darkhold, ma era stato neutralizzato…-
-Il Darkhold o qualcuno che
era tutt’uno col suo potere… qualcuno come la mia signora.-
-La tua signora?-
-Intende me.- disse una voce
di donna alle sue spalle poco prima che una scarica di energia mistica lo
colpisse alla schiena.
Strange cadde, ma ebbe ancora la forza di voltarsi e
guardare la nuova arrivata ed i suoi occhi si spalancarono per la sorpresa.
-Tu!- esclamò –Non è
possibile!-
-E perché no?- fece la donna
–Chi altri potrebbe desiderare la rinascita di Chthon se non la sua unica vera
figlia?-
E per un breve attimo il volto di Victoria Montesi si
trasfigurò in un abisso nero e la ragazza che era stata una sua alleata rise di
una risata oscena e malvagia
E con quest’episodio
la Caccia di Mezzanotte giunge vicina alla sua conclusione e con essa, forse
anche questa serie. D’altra parte con Victoria Montesi che si è rivelata una
traditrice e con il resto cast ferito se non addirittura morto, come potrebbe
la serie proseguire? Non è detta l’ultima parola, però. Ma intanto diamoci
sotto con le note:
1) In
questo racconto e nel successivo Midnight Sons #11 verranno risolti
praticamente tutti i punti rimasti in sospeso di questa serie e verrà deciso il
fato di protagonisti e comprimari. In questo modo, se qualcuno volesse
riprendere le file di questa serie si ritroverà, come si usa dire, una lavagna
pulita su cui scrivere quel che vorrà senza troppi vincoli col passato.
2) Questo
sembra il momento adatto per parlare del tomo che dà il titolo alla serie: il
Libro di Darkhold. Fa parte della
schiera dei cosiddetti libri maledetti, testi di magia nera che contengono
orribili segreti capaci di portare coloro che li leggano alla pazzia ed alla
dannazione, come ad esempio, il Necronomicon citato da H.P. Lovecraft. Si
tratta, perlopiù di creazioni letterarie, ma non manca chi crede che alcuni di
essi esistano veramente. Comparso per la prima volta nel 1972 nella serie
Werewolf By Night (in Italia nota come Licantropus) con il norne di Libro dei
Peccati, il Darkhold è stato responsabile, tra le altre cose, del risvegliarsi
di una maledizione sepolta nella famiglia Russell che ne trasforma i membri in
licantropi allo scoccare del diciottesimo compleanno ed è la fonte del potere
magico e della possibile dannazione dello stregone britanno dei tempi di Re
Artù chiamato Modred (da non confondere con il contemporaneo Mordred, malvagio
figlio di Re Artù). Nelle sue pagine è contenuta una formula per distruggere
tutti i vampiri, ma non è più attiva da quando fu usato un controincantesimo
per far rivivere tutti i vampiri (In Doctor Strange Sorcerer Supreme inediti).
3) Autore
del Darkhold altri non è che Chthon l’oscuro dio primevo diventato demone,
incarnazione delle profondità terrestri, esiliato in una lontana dimensione da
tempo immemorabile e che da sempre cerca un modo per tornare nel mondo dei
mortali. Chthon è comparso per la prima volta in Marvel Chillers #1 (prima
apparizione di Modred, tra l’altro) dove veniva chiamato “L’Altro”. Una delle sue
celebri imprese è la possessione di Scarlet in una celebre sequenza di storie
dei Vendicatori in cui veniva rivelata la sua (e di Quicksilver) origine
segreta. Si attribuiscono al residuo delle sue energie magiche nel Monte
Wundagore le strane proprietà della creta radioattiva del Burattinaio.
4) Victoria
Montesi è l’ultima discendente di una famiglia che da quasi nove secoli è
incaricata dal Vaticano di vigilare sul Darkhold. I Montesi sono tutti
ecclesiastici, ma hanno avuto la speciale dispensa di sposarsi e fare figli.
Questo allo scopo di preservare una famiglia che ha dimostrato di avere
un’immunità agli effetti nefasti del Darkhold. Victoria sarebbe l’unica figlia
di Monsignor Vittorio Montesi e di una donna americana, ma oltre ad essere donna e non aver voluto
seguire la tradizione di famiglia abbracciando la carriera ecclesiastica è
anche lesbica e fino a poco tempo fa viveva con una giovane donna che fu poi
uccisa dai seguaci del Darkhold come detto nella storia. In realtà Victoria
nasconde un segreto che nemmeno lei sapeva sino poco tempo fa: Monsignor
Montesi è sterile e per concepire un figlio è ricorso ad un incantesimo del
Darkhold, violando il suo giuramento. In realtà, però, ad ingravidare sua
moglie è stato il seme di Chthon e così Victoria non solo non è una vera
Montesi, ma è anche figlia di Chthon ed una mezza demonessa. Oggi sembra aver
scelto di stare al fianco del suo vero padre.
5) Frank
Drake e Hannibal King, come pure Blade, provengono dalla serie “Tomb of
Dracula” dove furono creati, il primo da Gerry Conway & Gene Colan e gli
altri da Marv Wolfman & Gene Colan.
6) Il
Demogorge, o, per essere precisi, questa forma del Demogorge è apparso per la
prima volta in Nightstalkers #10 (In Italia, Ghost, Marvel Italia #9).
7) La
Caccia di Mezzanotte continua e si conclude in Midnight Sons 11 dove
assisteremo alla prima riunione dei Figli della Mezzanotte dai tempi
dell’Assedio delle Tenebre (il crossover che coinvolse le testate della linea
Midnight Sons nel lontano 1994), una storia ricca di guest stars e che vedrà
uno scontro in cui è gioco il destino dell’umanità e l'anima di uomini e donne
innocenti. Non perdetelo.
8) Un
grazie sentito a Xel per aver portato avanti con bravura questa testata sino a
qui. Spero di aver saputo rendere giustizia alle sue trame e personaggi. Solo i
miei scarsi lettori potranno giudicarlo.
Ci
saranno altri episodi di questa serie? Come sempre solo il tempo potrà dirlo,
ma voi non perdete le speranze e, mi raccomando, attenti a quello che leggete
specie se l’avete ricevuto da un nano sorridente. -_^
[1] Tomba di Dracula #23.
[2] Ghost #11.
[3] Power Pack #22.
[4] Spiriti della
Vendetta #18.
[5] Darkmere #15.
[6] Supernaturals
#19.
[7] Nash fu ferita In Darkhold #1 (All American
Comics, Comic Art, #49) e morì in Darkhold #14 (inedito).
[8] In Darkhold MIT #12.
[9] Nel già citato
Darkhold #12.
[10] In Spirits of Vengeance #13 (Ghost,
MITA, #9)
[11] Ancora in
Darkhold MIT #12