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N° 113

 

BOOMERANG

 

 

1.

 

 

            Il mio nome è Ben Urich e faccio il giornalista. Me lo avrete sentito affermare un sacco di volte ed ognuna di esse vi ho narrato una storia interessante o almeno lo spero.

            Anche questa non fa eccezione. È una storia di pugili onesti, di gangster decisi a prendersi una città, di prostitute dal cuore d’oro, di poliziotti tenaci, di sicari dalla mira infallibile, di giustizieri violenti e naturalmente di eroi, alcuni dei quali in costumi variopinti. E se pensate che siano fuori luogo in un racconto noir potreste cambiare idea prima della fine.

            La fine è ancora lontana, però, e molte cose devono ancora accadere sia a Las Vegas che altrove. Vediamole insieme.

 

L’uomo che entra nella Centrale di Polizia di Seattle nello Stato di Washington ha un’età indefinibile e l’aria di uno a cui non è consigliabile pestare i piedi. Senza esitare si dirige al bancone del Sergente di Servizio, sfodera un tesserino e dice.

-Chiami il Capo dei Detective e gli dica che il Vice U.S. Marshal Sam Gerard vuol vederlo.-

            Il Sergente vorrebbe obiettare ma lo sguardo del suo interlocutore lo convince a desistere. Pochi minuti dopo il nuovo venuto è davanti al Capo dei Detective del Dipartimento di Polizia di Seattle.

-Il famoso Sam Gerard. Ho sentito parlare di lei. Cosa può fare il mio ufficio per lei?-

-Sono sulle tracce del Punitore da quando è evaso dal carcere federale di New York dopo aver ucciso un boss della mafia rumena.-[1] risponde Gerard -Mi è arrivata una segnalazione di una sua presenza qui.-

-In effetti, è stato visto nella zona del porto ma è stato diversi giorni fa e chissà se è ancora qui.-

-Se c’è lo scoprirò altrimenti continuerò ad inseguirlo finché non l’avrò preso. È il mio lavoro e sono solito portarlo a termine.-

 

            Sento il Punitore cadere a terra ma non sono preoccupato. Il mio superudito mi dice che sta respirando. Il suo corpetto antiproiettile lo ha protetto dal colpo sparatogli da un ignoto cecchino.

            Sento che sta provando a rialzarsi e gli dico:

-Vacci piano, Frank. Hai preso una bella botta e non sarei sorpreso se avessi una o due costole rotte.-

-Non ha importanza.- ribatte mentre si rimette a fatica in piedi -Devo finire il mio lavoro.-

-Se il tuo lavoro consiste nell’uccidere Della, dovrò impedirtelo.-

-Hai il cuore troppo tenero, Devil. La donna che stai proteggendo ha tentato di ucciderti e ci riproverà se ne avrà l’occasione, lo sappiamo entrambi. La sua eliminazione vendicherà molte vite e ne salverà molte altre.-

-Per riuscirci dovrai affrontarmi, Frank. Intendi sparare anche a me?-

            Non risponde e posso immaginare cosa stia pensando. Siamo in stallo ed intanto il secondo cecchino potrebbe riprovarci da un secondo all’altro a meno che a lui… o lei non ci pensi Natasha.

 

 

2.

 

 

            È stato un tentativo azzardato ma è riuscito. Il cavo si è agganciato ad uno dei pattini dell’elicottero ed ora non se ne andrà senza di lei. Ora deve risalire fino al portello ma non sarà facile-

            Il primo sparo non la coglie di sorpresa. Se lo aspettava dopotutto. Evita facilmente anche il secondo. Intanto ondeggia con una serie di movimenti a pendolo. Matt ci riuscirebbe facilmente ma anche lei è in gamba dopotutto è la Vedova Nera.

            Un ultimo salto la porta all’altezza del portello. Non avrà un’altra occasione, deve colpire adesso. Un calcio ben piazzato fa cadere il cecchino all’interno dell’abitacolo e contemporaneamente gli strappa di mano il fucile. Anche la Vedova piomba dentro l’elicottero.

            Il cecchino è una donna proprio come aveva immaginato.

-E così, Hildegarde, non hai ascoltato il mio avvertimento dell’ultima volta[2] ed hai voluto riprovarci. Dovrò punirti come si fa con le bambine disubbidienti.- le dice Natasha Romanoff in tono sarcastico.

-Ti ucciderò, troia russa.- replica con rabbia la ragazza bionda che indossa una tuta nera ed aderente poi estrae una pistola da un fodero alla cintura.

            Prima che possa sparare una scarica del cosiddetto morso di vedova partita da uno dei bracciali di Natasha la raggiunge al polso e l’arma le cade di mano.

-Che linguaggio disdicevole, cara.- aggiunge la Vedova -Dovrò impartirti anche una lezione di buone maniere.-

            Hildegarde Dietrich la fissa con odio

 

            L’uomo mi guarda con espressione indecifrabile, rimane silenzioso per qualche istante poi dice:

-Mi deve aver scambiato per qualcun altro, Mr. Urich. Il mio nome è Malcolm Peterson e sono…-

-Un piccolo allibratore qui a Las Vegas, lo so, ma so anche che è una commedia. Il suo vero nome è Michael Powell, Agente di Pattuglia della Polizia di New York. Mi ero chiesto dove avessi già visto la sua faccia ed alla fine l’ho scoperto. Lei si è accorto che l’ho fotografato e per questo mi ha seguito, non è così?-

            Altro silenzio e poi il mio interlocutore dice:

-Mi segua, Mr. Urich.-

            In poco tempo siamo nel suo piccolo ufficio, si siede ad una piccola scrivania e mi indica una poltroncina dicendo:

-Si metta comodo, Urich. So chi è l’uomo di cui parla: un poliziotto che si era finto corrotto per potersi infiltrare nella Famiglia Bazin ma è morto molto tempo fa, ucciso, per vendetta, dai sicari di Philippe Bazin. La storia è uscita su tutti i media di New York e non solo, è ovvio che la conosca anche io.-

-Quindi mi sta dicendo che lei, nonostante la straordinaria somiglianza, non è Mike Powell la cui morte è stata orchestrata dal Programma Protezione Testimoni ed a cui è stata data una nuova identità?-

-Le sto dicendo che se lei pubblicasse le foto che mi ha preso ed insinuasse in un suo articolo che io sono Mike Powell, non importa che sia vero o meno, la mia vita sarebbe in pericolo. È questo che vuole, Urich?-

            Non esito un secondo a rispondere:

-Ovviamente no. Quelle foto non arriveranno mai al mio giornale ed a nessun altro se lei mi narrerà la sua storia. Può fidarsi della mia parola.-

            Peterson o Powell che dir si voglia si lascia scappare un sorriso e replica:

-Certo che mi fido. Lei ha un’ottima reputazione tra i giornalisti di New York, dopotutto.-

            Sorrido anch’io adesso.

 

            L’uomo corpulento con gli occhiali siede su un’ampia poltrona e riflette. Ha ricevuto un avvertimento dalla donna chiamata Elektra e lei non è una che minaccia invano. Se non abbandona il tentativo di acquisire il controllo di Las Vegas lei lo ucciderà. D’altra parte, se lo facesse sarebbe il Maggia[3] a farlo uccidere. La classica alternativa del diavolo.

            Deve esserci un modo per uscirne e l’unico che gli è venuto in mente non ha molte speranze di riuscita ma non ha scelta.

            Wolf Dietrich compone un numero di telefono ed attende.

 

 

3.

 

 

            Diario del Punitore. Ho decisamente un bel dilemma: finché Devil si frappone tra me e la killer chiamata Della io non posso sparare, ma devo trovare un modo per portare a termine la mia missione. Sono venuto a Las Vegas per eliminare l’aspirante boss del crimine organizzato Nick Cavella e non intendo fallire.

-Questa donna è una killer professionista al soldo del Maggia.- dico.

-Lo so benissimo.- replica Devil.

-ed intendi proteggerla ugualmente?-

-Nessuna vita verrà presa oggi se io posso impedirlo. Nessuna, ti è chiaro, Frank?-

            A sbloccare lo stallo ci pensa proprio il mio bersaglio. La ragazza comincia a correre verso il lato opposto del tetto. Io sposto l’angolo di tiro del mio fucile per inquadrarla nel mirino. Un solo colpo e con lei sarà finita.

            Il bastone di Devil colpisce la canna della mia arma facendo deviare il colpo che va a vuoto. Lo recupera e lo lancia dietro di sé colpendo la ragazza alla nuca e facendola stramazzare al suolo. Fatico a crederci.

            Mentre recupera di nuovo il bastone mi dice:

-Nessuno muore oggi, Frank. Te lo avevo detto.-

            Maledetto cuore tenero.

 

            Il Desert Gentlemen’s Club è quel genere di locale da cui la gente per bene dice che è meglio tenersi alla larga ma che poi frequenta lo stesso in cerca di emozioni forti. Sul palco una bella ragazza dai capelli rossi si sta esibendo in uno striptease integrale, cosa che sarebbe proibita dalla legge in questo Stato ma questo posto è una zona franca e su ciò che accade qui dentro, purché non varchi le sue mura, le autorità chiudono un occhio volentieri.

                In questo momento sono in un salottino privato assieme alla direttrice di questo posto, una bionda appariscente in abito nero che si fa chiamare Goldie, ed alla sua gemella Wendy, identica a lei perfino nel modo di vestirsi. Dirige un bordello appena fuori i confini della Contea di Clark dove la cosa è legale. Se pensate che la vostra Candace Nelson sia in una strana compagnia ancora non sapete tutto.

-E così sei davvero una giornalista.- commenta Wendy.

-Lavoro per il Daily Bugle di New York. Ci era arrivata una soffiata su una possibile frode sportiva nel match di boxe tra Robert Baldini e Jake Brown.- rispondo -Per questo avevo avuto l’idea di infiltrarmi tra le escort “ordinate” da Wolf Dietrich.-[4]

-Rischiando di farti ammazzare quando sei stata scoperta e, peggio ancora, di far ammazzare anche noi.- ribatte Wendy sarcastica.

-Per fortuna che tutto è finito bene.- interviene Goldie -Isabella deve tenere molto a te se ha smosso mari e monti per salvarti la buccia e salvarla pure a noi. Che rapporto c’è tra voi due?-

                Isabella MacArthur è il nome con cui le gemelle conoscono Bumper Ruggs, la famigerata regina del vizio della Costa Est anche se nessuno è mia riuscito a provarlo. Dubito che sia il suo vero nome, però.

                Che legame c’è tra noi? Non sono sicura di averlo capito io stessa.

-Una volta mi ha fatto un favore. Io l’ho ripagata ma suppongo che si sentisse in debito perché mi aveva messo in una situazione pericolosa da cui sono uscita a stento.- rispondo.

-Tipico di Isabella. Hai almeno scoperto quello che volevi scoprire?-

-Ho scoperto che il traffico di scommesse era una copertura per un piano del Maggia per impadronirsi del controllo di Las Vegas. Un paio di miei amici stanno cercando di impedirlo.-

-Credo di sapere di chi parli. Non abbiamo molti supereroi da queste parti e loro non sono certo passati inosservati.-

                Non posso darle torto.

 

                Sola contro tre gangsters ed un’assassina professionista del Maggia. Potrebbe sembrare una situazione di svantaggio e lo è… per loro.

            Natasha Romanoff, la sola ed unica Vedova Nera, almeno per quanto la riguarda, sorride divertita. Questa è la vita che fa per lei, pensa mentre spedisce una scarica di morso di vedova su uno degli avversari stordendolo. Contemporaneamente spicca un salto e colpisce gli altri due con precisi calci al mento.

            Hildegarde Dietrich le balza addosso sbilanciandola e facendola cadere sul pavimento dell’elicottero. Non avrebbe dovuto sottovalutarla, pensa Natasha mentre la ragazza le stringe il collo e grida:

-Muori, maledetta puttana. Muori!-

 

 

4.

 

 

È la seconda volta da che faccio il giornalista che devo rinunciare ad uno scoop ma la mia coscienza non mi lascia altra scelta. Il che non vuol dire che non abbia comunque qualche curiosità da togliermi:

-La sua famiglia lo sa?- gli chiedo.

            Malcolm Peterson o Mike Powell che dir si voglia scuote la testa vigorosamente e replica:

-Assolutamente no e non voglio che lo sappia. È stata una scelta dolorosa ma necessaria. Solo credendo loro stessi che sono morto mia moglie ed i miei figli sarebbero stati al sicuro dalla vendetta di Bazin.-

-Philippe Bazin è morto.-[5]

-Ma sua figlia è viva ed ha assunto il controllo degli affari di famiglia. Affari criminali come lei sa bene.-

            Annuisco ed infine chiedo:

-Le piace la sua vita attuale?-

-Non è male, dopotutto.- risponde con un mezzo sorriso -Poteva capitarmi di peggio. Las Vegas è… una città interessante.-

-Lo potremmo considerare un delicato eufemismo.-

            Lui ride.

 

            Siamo decisamente in una situazione di stallo. Il Punitore non sparerà ma io non posso lasciarlo andare. È un evaso ed ha ucciso molti uomini. Il fatto che fossero dei criminali non cambia le cose: nessuno ha il diritto di ergersi a giudice, giuria e boia.

-Non rendere le cose più difficili, Frank. Arrenditi pacificamente e facciamola finita.- gli dico.

            Non mi aspetto che lo faccia. Anche se non vuole uccidermi cercherà comunque un qualche sistema per neutralizzarmi e  poter scappare.

            Sento il ritmo del suo cuore accelerare si sta preparando a fare qualcosa, ma cosa? Sento cadere qualcosa sul tetto e capisco troppo tardi cos’è: una granata flash bang. Il suo lampo non può accecarmi ma il rumore manda in tilt i miei sensi quanto basta. Quando riprendo il controllo è scomparso.

             

            La ragazza ha una stretta forte ma non basta perché la Vedova Nera conosce un bel po' di mosse per liberarsi di lei.

            Se fosse un maschio potrebbe sferrarle una ginocchiata ai testicoli ma in questo caso deve essere più creativa. Le sferra un doppio colpo alle orecchie e la ragazza si porta istintivamente le mani alle tempie.

            Natasha ne approfitta per proiettarla sopra la sua testa e subito dopo ode un grido. Mentre si rialza capisce cosa è successo: Hildegarde è, stata proiettata oltre il portello dell’elicottero. Se non ha indossato una tuta alare come l’ultima volta[6] sarà decisamente un brutto volo.

            La Vedova scrolla le spalle. Tanto peggio per lei, pensa. Gli scrupoli di coscienza li lascia volentieri a Matt Murdock.

            Si alza in piedi e si dirige verso il pilota per poi puntargli contro la tempia destra una mano chiusa a pugno dicendo:

-Fai atterrare quest’uccellino dove ti dirò io e non fare scherzi. A questa distanza ed all’intensità a cui l’ho messo il mio morso di vedova può friggerti il cervello e se ti chiedi se sarei capace di farlo, la risposta è: sì e sono anche capace di pilotare un elicottero, quindi tu non mi servi. Dunque?-

            Il pilota non ha il minimo dubbio che lei faccia sul serio. Sospira e chiede:

-Mi dica dove devo andare.-

            Natasha sorride.

 

 

5.

 

 

            In piedi sul tetto del palazzo di fronte all’hotel dove alloggia Wolf Dietrich la donna di nome Elektra sembra quasi una statua. Improvvisamente ode un rumore quasi impercettibile alle sue spalle.

Le sue labbra si increspano in una specie di sorriso mentre ancor prima di voltarsi dice:

-Wolf Dietrich è decisamente prevedibile. Non contento del fallimento di Lady Bullseye, mi manda contro un’altra killer della Mano. Pensi che avrai maggior fortuna dei Serpentieri che ho ucciso qualche giorno fa?-[7]

            Elektra finisce di voltarsi e si rivolge ancora alla donna che ora è in piedi davanti a lei avvolta dalla testa ai piedi in una tuta verde che le lascia scoperti solo gli occhi:

-È questo quello che pensi… Lady Gorgon?

 

            Diario del Punitore. Posso ringraziare la mia fortuna se sono riuscito a sfuggire a Devil. Perché quei cosiddetti benefattori in costume non riescono a capire che la mia soluzione è migliore della loro? Perché debbono sempre interferire?

            Nick Cavella mi è sfuggito a causa dell’interferenza di Devil e della Vedova Nera ed ora devo decidere cosa fare.

Rimango con il rischio di scontrarmi ancora con quel buffone in costume oppure lascio Las Vegas e rimando l’esecuzione di Cavella ad un momento migliore?

            Odio fare queste scelte.

 

Pochi badano ad un cieco che cammina per la strada aiutandosi con un bastone ed un cane guida. È innocuo, pensano quasi tutti ma non possono sapere che prima di perdere la vista Willie Lincoln era uno dei migliori detective della Polizia di New York e sa ancora fare il suo lavoro: fare le domande giuste alle persone giuste, ascoltare voci ed altri suoni e mettere così insieme degli indizi. Dopotutto chi diffiderebbe di un povero cieco che si è smarrito nel quartiere di Hell’s Kitchen e sta cercando indicazioni per la fermata della metropolitana in direzione Washington Heights ed intanto si informa sui più recenti lavori di riqualificazione urbana?

            Pochi badano ad un cieco ma quei pochi possono essere molto pericolosi e Willie potrebbe impararlo molto presto a sue spese.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Riprendiamo il cammino dopo una lunga sospensione e prometto che porteremo finalmente termine questa lunga trama, su questo episodio non c’è molto da dire, quindi togliamoci subito il pensiero:

1)    Sì: Sam Gerard è basato sull’omonimo personaggio interpretato da Tommy Lee Jones nei film “Il fuggitivo” e “U.S Marshals: caccia senza tregua”.

2)    E così finalmente sappiamo chi è veramente Malcolm Peterson, ossia Mike Powell, il padre di Darkhawk. Confesso di essermi preso diverse libertà rispetto alla saga originale approfittando della regola per cui in MIT possiamo a nostra discrezione decidere di ignorare ciò che è avvenuto in albi inediti in Italia al momento del nostro distacco dalla continuity ufficiale. Cosi se in USA Mike Powell è tornato dalla sua famiglia ed al suo lavoro di poliziotto, da noi è creduto morto il che mi permetterà di usarlo in futuro in un modo che spero apprezzerete.

3)    Lady Gorgon è stata creata da Rick Remender & Roland Boschi su Punisher War Journal Vol. 2° #20 datato giugno 2008. La sua prima apparizione MIT risale invece a Marvel Knight #98.

Nel prossimo episodio. I nodi vengono finalmente al pettine ed un po' di gente muore.

 

 

Carlo



[1] Nientemeno che su Pantera Nera #14.

[2] Ovvero due episodi fa.

[3] Il sindacato internazionale del crimine organizzato.

[4] Come visto negli ultimi episodi.

[5] Su Marvel Knights #78.

[6] Nell’episodio #111.

[7] Su Marvel Knights #120