Non credete al soprannaturale, vero? Per voi non esiste una
realtà che si trova ad un battito di ciglia da quella tradizionale, eppure più
lontana della più lontana delle galassie. Non volete crederci, perché farlo
minerebbe la vostra sicurezza in un mondo ordinato dove ogni cosa è spiegabile
tramite leggi ferree ed immutabili, Liquidate come sciocchezze assurde le paure
che avevate da bambini, quando ogni luogo oscuro, che fosse il fondo
dell’armadio o sotto il letto od un buio sottoscala, celava un mostro che
aspettava solo di potervi ghermire e cibarsi di voi. Non credete al
soprannaturale. vero? Sbagliate! I mostri esistono e sono proprio alle vostre
spalle, acquattati nell’ombra e aspettano il loro momento, quando potranno
attraversare il fragile velo tra la realtà e l’immaginazione. Aspettano proprio
voi. Non ci credete? Allora non correte rischi, quindi, che aspettate?
Voltatevi e potrete scoprirlo da soli, dopotutto non c’è nulla nascosto nel
buio, vero? Vero?
#20
FIGLI DELLA NOTTE
1.
Chiamatemi Hannibal King, sono un detective
privato, ma non sono proprio come quelli dei film, anche se mi piace andare in
giro con l’impermeabile come il mitico Bogart. In realtà, si può affermare che
io sia un po’ speciale dopotutto. Il perché? Diciamo che io vivo di notte ed i
casi di cui mi occupo sono un po’ più particolari rispetto a quelli di cui si
occupano i miei colleghi.
Prendiamo il caso di cui mi sto occupando adesso: è cominciato quando nel mio ufficio è entrata nientemeno che Stella Houston, l’attrice o forse dovrei dire l’ex attrice. Anni fa lei era una delle più ricercate star dell’industria cinematografica ed era la compagna del re degli horror, Jason Roland; e Roland era il motivo per cui mi aveva cercato. A quanto sembra, Roland aveva fatto un patto col Diavolo, o, almeno con un demone che sosteneva di essere lui; le solite cose: fama, gloria, ricchezza e donne, in cambio dell’anima, ma Roland non aveva voluto rispettare il patto ma non s straccia un contratto del genere senza conseguenze e Roland si era ritrovato imprigionato per sempre nella forma del mostro che interpretava nel suo ultimo film.
Per sempre, però, è un tempo molto lungo ed il demone Satannish decise di servirsi di Roland come suo agente terreno per ottenere in sacrificio le anime di milioni di teleutenti. Fatica sprecata, secondo me! Con i programmi che fanno di questi tempi alla TV, dubito che ad un telespettatore sia rimasta un’anima di valore; quanto ai dirigenti, è opinione comune che non ne abbiano mai avuta una.
Sia come sia, a Roland fu restituita la forma umana e lui assunse l’identità mascherata del Boia e si servì dell’inconsapevole aiuto di un gruppo di supercriminali, il Night Shift per raggiungere gli scopi del suo padrone. Alla fine, però, il piano di Satannish fu bloccato nientemeno, tra tutti, che dai Vendicatori della Costa Ovest, con l’aiuto del Dottor Strange, l’allora Mago Supremo. Morale della favola, il demone punì Roland per non essere stato capace di portare a termine il piano togliendogli l’anima e lasciando dietro di se un corpo ridotto ad un vuoto involucro capace solo di vita vegetativa. Qualcuno, però, aveva rapito Roland dall’ospedale in cui era rinchiuso e Stella aveva chiamato me per ritrovarlo, sapeva, non so come, che la mia specialità sono i casi soprannaturali, ma non so se fosse anche al corrente della vera ragione della mia affinità col mondo delle tenebre, ma in fondo non aveva importanza. Andai a Malibu, ma la villa di Jason era deserta, se si eccettua un pentacolo tracciato col sangue, i segni di sacrifici umani ed un uomo impiccato ad un lampione; ah, dimenticavo la Torre delle Ombre, il sinistro edificio gotico in cui sono entrato, un edificio che in realtà non esiste, non sull’ordinario piano della realtà almeno. È qui che oltre a qualche personaggio degno di una raccolta di storie di fantasmi, ho incontrato colui che potrebbe avere la chiave del mistero di cui mi sto occupando. È apparso dal nulla in cima ad una rampa di scale immersa nella più fitta oscurità, è il boia, l’ultima incarnazione di Jason Roland
-Hai trovato ciò che cercavi Hannibal King…-mi dice -…ma, purtroppo per te, ti sarà fatale.-
Adoro questi dialoghi, fanno molto Hammer Films,
-Sei Jason Roland? Sei tornato normale? Come?- ribatto.
-Tante domande, King e poche risposte… per te.-
Non capisco nemmeno io come, ma mi ritrovo intorno al collo un cappio con nodo scorsoio e l’altro capo della corda è nelle mani del Boia che tira con forza irresistibile. La situazione non è affatto divertente, potete credermi
Londra. Frank Drake entra nel Victoria Hospital e
raggiunge il reparto dov’è ricoverata Penelope Clayborne. Non è sorpreso di trovare
fuori della stanza il giovane Arthur Holmwood; ha il sospetto che dopo l’ultimo
assalto della Vampira Alice Hastings alla gia debilitata Penelope[1]
non si sia più allontanato dalla camera della ragazza. Accanto a lui c’è
l’altro membro del loro team di ammazzavampiri, il Dottor Charles Seward,
ancora con le mani fasciate. Frank si chiede cosa debbono aver pensato i
colleghi medici dell’uomo, quando lo hanno curato per ustioni che non poteva
avere, anche in questo mondo bizzarro il soprannaturale è qualcosa che si tende
ad escludere dalle proprie prospettive.
-Va tutto bene?- chiede
Frank
-Nessun altro assalto di
vampiri, se è questo che intende, Drake.- risponde Seward –Io credo che la
Hastings si terrà a debita distanza per un po’.-
-E se non lo facesse?-
replica Arthur –Se tornasse e non si fermasse sino a che Penelope non sarà ….
Morta… come lei?-
Il ragazzo sembra sull’orlo di una crisi nervosa e c’è da
capirlo. Sono passati solo pochi giorni da quando sua madre è morta nello
stesso assalto di vampiri che è costato quasi la vita a Penelope Clayborne e
non è tutto, tutti loro sanno quali altri rischi stia correndo la ragazza, cose
che vanno ben oltre la morte.
-Quali sono le sue
condizioni attualmente?- chiede ancora Frank.
Seward scuote la testa
-Era ancora molto debole
quando c’è stato il nuovo assalto ed ha perso molto sangue.- risponde Seward
-Le trasfusioni immediate l’hanno salvata, ma non è ancora fuori pericolo.-
-Se dovesse morire…-
comincia a dire Frank…-
-Lo so.- risponde
cupamente il medico –So cosa andrà fatto, mi è già capitato di vederlo.-
-E sarà capace di farlo su
di lei?-
-La verità? Non lo so. E
lei Drake?-
Frank tace, si rivede nella sua casa di Boston, chino sul
cadavere di sua moglie Marlene, appena uccisa da Dracula, anche lui sapeva cosa
doveva essere fatto allora. Ora guarda i
due uomini davanti a lui, specialmente il pallore di un ragazzo troppo giovane
per aver già conosciuto l’orrore.
-Io… prego di si.-
risponde.
2.
Sdraiata nel suo letto con numerosi tubi che le escono
dalle braccia, Penelope Clayborne è ignara del mondo che la circonda, immersa
in un sonno indotto dai farmaci. La sua mente viaggia per sentieri ignoti alla
maggior parte degli esseri umani. I sentieri dei sogni assumono contorni
diversi per ogni sognatori e lei percorre senza farsi domande.
Dapprima c’è solo il vuoto, il nulla assoluto… Ma c’è
qualcosa che la chiama, che la spinge verso una direzione ignota, eppure
invitante. C’è qualcosa in quel richiamo che l’attira irresistibilmente. Si
ritrova nella nebbia, ma non ha paura, avanza passo dopo passo sino a che,
improvvisamente, ecco una costruzione. Non è sicura di cosa sia, forse una
vecchia cappella diroccata o un’antica fortificazione normanna, avanza, spinta
da un impulso sempre più forte, entra nella costruzione. Al centro sta un
sarcofago e sul pesante coperchio di pietra un nome: DRACULA
Solo a questo punto Penelope si rende conto del buio ed è
presa dall’impulso di girarsi e correre via
“Finalmente sei arrivata”
Una voce, no, non esattamente una voce anche se è
riecheggiata distintamente nel suo cervello! Si volta e la vede sulla soglia.
Una lunga veste bianca, come un sudario tende le sue mani verso di lei, come
per invitarla ad avanzare ed anche se non distingue i suoi lineamenti e vede
solo i suoi occhi rossi che brillano nell’oscurità, sa che è Alice Hastings.
“Hai udito il mio richiamo e sei venuta da me!”
“No! Io non… non voglio essere qui.” Protesta debolmente Penelope.
“Menti e lo sai. Hai il mio marchio e sei mia, non puoi farci più niente ormai. Ho assaggiato il tuo sangue e la tua vita mi appartiene e così la tua prossima non vita, come ha detto il padrone. Ti unirai a me, rimpiazzerai il compagno che i tuoi amici mi hanno strappato.”
“No, non lo farò mai, mai”
La vampira ride, una risata maligna.
“Lo farai, sarai tu stessa a volerlo la prossima volta che c’incontreremo, di tua spontanea volontà. Il fatto stesso che tu sia qui, che tu abbia udito il richiamo indica che sei pronta a diventare una non-morta, anche tu apparterrai al nostro solo signore e ne sarai felice.”
“NO!” urla Penelope e nel
momento in cui lo fa, tutto intorno a lei si fa indistinto e scompare, mentre
in quella che chiamiamo realtà tutti gli strumenti che monitorizzano i sui
segni vitali sembrano impazzire contemporaneamente e lei si agita nel letto e
nella sua mente permane l’eco di una risata raggelante.
Nel cuore di Londra c’è un posto chiamato Carfax Abbey.
Nonostante il nome, è da tempo che non c’è un’abbazia in quel luogo, e dove un
tempo ne sorgevano le rovine diroccate ora c’è un palazzo la cui facciata
riprende i motivi dello stile tardo vittoriano. È la sede di una potente multinazionale
con interessi in varie branche degli affari, ma è anche qualcos’altro. Nei
livelli sotterranei tutto è rimasto com’era ai tempi in cui Re Enrico VIII
scacciò i monaci dall’Abbazia, comprese le cripte dove sono collocati alcuni
sarcofagi. Uno di essi somiglia a quello visto da Penelope Clayborne nel suo
sogno, in pietra con una sola parola inscritta sul coperchio: DRACULA. Al suo
interno l’uomo che porta questo nome sta riposando o qualcosa di simile. Questa
è la maledizione del vampiro: che al sorgere del sole deve tornare alla sua
tomba e giacere come un comune defunto sino al calar del sole, quando si
risveglia assetato e desideroso di preda. Se un vampiro sogni o sia capace di
comprendere cosa accade intorno a lui durante la sua catalessi non è dato di
saperlo. Nel suo sarcofago, Vlad di Valacchia, che i suoi contemporanei
chiamarono con l’appellativo di Dracula, figlio del Demonio, riposa ed attende.
Finalmente, il primo raggio lunare filtra attraverso i mattoni di pietra del
sotterraneo e colpisce il pesante lastrone di marmo che chiude il sarcofago ed
allora, spinti da un’arcana consapevolezza, gli occhi del vampiro si aprono, la
sua mano apre il coperchio e lui si erge nell’oscurità e le sue labbra
pronunciano una sola parola:
-Finalmente!-
A pochi passi da lui una nebbiolina fuoriesce da un
sarcofago più piccolo posto di fianco al suo e si condensa nelle forme di una
donna bionda.
-Impaziente di uscire a
caccia di preda mio caro Dracula?- chiede Rachel Van Helsing.
Dracula sogghigna malignamente scoprendo gli appuntiti
canini.
-Anche, ma non solo, mia
cara Rachel.- risponde –Oltre al piacere della caccia ed alle mie necessità di
nutrimento ci sono gli affari che devo seguire nella mia identità di V.T. Drake
che hanno altrettanta importanza dei miei piani per distruggere i miei nemici.-
-Sei davvero sorprendente,
Vlad. Un tempo eri un governante di uomini, un condottiero, un generale ed ora…
controlli un impero economico.-
-Quando sopravvivi per
oltre 500 anni impari ad adattarti agli usi e costumi di ogni epoca ed oggi i
veri reggitori delle sorti umane frequentano banche e salotti non i campi di
battaglia.- La squadra con aria di disapprovazione –Vai a metterti il tuo
vestito da sera migliore, abbiamo un invito ad un ricevimento esclusivo nella
City e non possiamo deludere i nostri ospiti.-
Rachel sorride, un sorriso malvagio quanto quello di
Dracula.
-MI auguro che ci resti il
tempo di nutrirci prima di arrivare.-
Dracula ride:
-Ma certo, mia cara,
questa città è piena di prede.-
La corda al mio collo mi spinge sempre di più verso il Boia ed ogni mio sforzo per oppormi sembra del tutto inutile. È una forza soprannaturale quella con cui ho a che fare e, forse, conviene aspettare e vedere cosa succede, dopotutto questa corda non può uccidermi… o almeno lo spero. Credo di essere sul punto di capirci qualcosa, ormai, ma spero di essere capace di raccontarlo a qualcuno
Come se fossi appena una bambolina, il Boia mi getta dentro una stanza completamente buia, a parte una zona illuminata da un cerchio di luce e la, assisi su dee specie di troni, due uomini: uno indossa una lunga tunica rossa ed un cappuccio, ugualmente rosso, con delle punte a raggiera; l’altro è un uomo sulla cinquantina, quasi calvo, con un abito di foggia medievale ed un lungo mantello verde.
-Il nostro ospite è finalmente arrivato signori.- dice il Boia.
-Benvenuto tra noi, Mr. King.- mi si rivolge quello l’incappucciato –Io sono Asmodeus ed un tempo, nella mia vita mortale, ero il Primo Fratello dei Figli di Satannish, il mio compagno di sventure è Lord Nekron.-
I Figli di Satannish, ricordo di aver letto di loro, cerco di tenermi aggiornato sull’occulto, si batterono col Dottor Strange parecchi anni fa;.[2] Il loro capo doveva essere morto, non che faccia una gran differenza da queste parti, siamo tutti morti, chi più, chi meno.
-Che parlare forbito.- replico allentando il nodo al collo –I dialoghi shakespeariani sono il marchio della casa da queste parti?-
Asmodeus ride:
-Ben detto, Mr. King. Lasciamo da parte la retorica, quando ero vivo ero un medico, un uomo di scienza.-
-Con un gusto orribile nel vestire, vedo.- ribatto.
-Apprezzo il suo sarcasmo, King, ma non le servirà a niente; lei è qui per un solo motivo.-
-E potrei sapere quale?-
È l’uomo chiamato Nekron a rispondere
-Le narrerò una storia King, quella di due uomini ambiziosi che si rivolsero alla magia nera e fecero un patto con il demone chiamato Satannish…-
Satannish, lo stesso con cui fece il patto Roland, qualcosa comincia a quadrare almeno.
-Capisco.- replico -La solita cosa, immagino: l’anima in cambio di potere ecc. giusto?-
Nekron sogghigna.
Ha capito perfettamente.- ribatte –Nel mio caso, il patto prevedeva che ad una certa data consegnassi a Satannish due anime. Io scelsi quelle del Dottor Strange e della sua amica inglese Victoria Bentley ed avrei ottenuto quel che volevo, se il Dottor Strange non mi avesse vigliaccamente ingannato e così io fu consegnato per l’eternità all’inferno di Satannish,[3] ma ora, grazie a lei, tutto questo finirà.-
La cosa non mi fa affatto sentire tranquillo.
3.
Non molto distante dalla camera di Penelope Clayborne,
c’è un altro paziente che ha subito la stessa sorte. Il suo nome è Blade ed è
stato quasi dissanguato dalla vampira Rachel Van Helsing.[4]
La sua fortuna è di essere immune al morso dei vampiri, la loro maledizione non
lo colpisce ed una volta superato l’indebolimento dovuto alla perdita di
sangue, sarà come nuovo, pronto a tornare a combattere. Al momento riposa, del
tutto ignaro che il suo antico compagno di caccia ai vampiri, Frank Drake è a
pochi metri di distanza, ignaro che il destino sta cospirando per riunirli in
una battaglia che potrebbe essere decisiva per entrambi e, soprattutto,
per le loro anime.
Blade sogna di una dimora lontana, di un’ombra che
diventa viva, di una pagina strappata e di un nome sussurrato a mezza voce:
Darkhold
Il sogno si fa indistinto, al risveglio Blade non ne
ricorderà i contorni, a parte un profondo senso d’inquietudine, ma per adesso
dorme... e non riposa.
È appollaiato sul cornicione come un doccione di pietra
di una cattedrale gotica, ma nessuna chiesa, nessun edificio sacro
l’accetterebbe mai tra le sue mura. La maggior parte dei vampiri non lo è
diventato per scelta, perfino lo stesso Dracula, ma per Deacon Frost è diverso.
Molto tempo fa lui era uno studioso tedesco che bramava l’immortalità; era
affascinato dal mito del vampiro e dal
sangue dei vampiri sintetizzò un composto che lo trasformò in un vampiro. Forse
furono le circostanze della sua trasformazione o, forse un accidente del caso,
ma Frost fa parte di quella ristretta cerchia, chiamata degli Arcivampiri, che
domina su tutti gli altri. Che lui sappia ne esistono non più di dodici sparsi
per il mondo ed il caso ha voluto che quattro di questi si trovino adesso nelle
Isole Britanniche: lui stesso, Dracula, sua figlia Lilith e Rachel Van Helsing.
Si
prospetta un’interessante sfida per il trono di Signore di Vampiri e quando
arriverà quel momento lui vuole essere in grado di vincerla. Presto ci
riuscirà, presto scoprirà il definitivo segreto della vita ed allora avrà un
potere che nemmeno Dracula ha mai pensato. Per il momento, però ha altre
priorità. Appagare la sua sete di sangue, ad esempio trovare nuovi soggetti per
i suoi esperimenti. Salta nel vuoto e nel cadere la sua figura si trasforma in
quella di un grande pipistrello che comincia a volare in cerchi sempre più
ampi, poi, finalmente, adocchia una preda e comincia la caccia.
Viktoria Von Frankenstein preferisce non pensare a quanto
costa l’affitto della casa in cui si trovano, ma d’altra parte, non potevano
rischiare di andare in un albergo, Adam non è il tipo che passa inosservato.
Adam, un nome adatto al primo uomo e questo lui è in fondo, il primo uomo
creato dal suo lontano antenato Viktor Von Frankenstein, si, perché sotto il
nome di Adam Dippel, si cela in realtà quello che è popolarmente chiamato il
Mostro di Frankenstein e Mostro non è la parola che userebbe lei per
descriverlo, lei sa quale animo gentile si celi sotto quelle fattezze
deformate. Viktoria è al corrente dei crimini che lui ha commesso per odio
verso Viktor Von Frankenstein, delle vite innocenti che ha spezzato, ma era
pazzo ed è passato tanto tempo, ha pagato abbondantemente per i suoi peccati e
si è riscattato facendo del bene. Lo guarda, pensieroso ad una finestra, perso
in pensieri che lei non potrà condividere mai.
Viktoria sarebbe stupita se sapesse di essere l’oggetto
dei pensieri del Mostro? Non dovrebbe sapere forse dei sentimenti che questa creatura
deforme nutre da tempo per lei, ma perché dovrebbe interessarsi a quel pensa un
mostro? È buona con lui, è vero, ma non più di quanto lo sarebbe verso un gatto
o un cagnolino, in fondo. Non può provare altro per lui, i suoi pensieri sono
solo per uomini normali, belli, non per un mostro. Deve dimenticare queste idee
e concentrarsi sul motivo che li ha spinti in Gran Bretagna: trovare Deacon
Frost e riprendere gli appunti di Viktor Frankenstein, sono troppo pericolosi
per lasciarli nelle mani di quel mostro.
-Come lo troveremo Adam?-
chiede lei come se gli avesse letto nel pensiero.
-Non lo so Viktoria, ma ci
riusciremo.- risponde lui –E poi sai come succede a quelli come noi: se non lo
troveremo noi, ci troverà lui, ma, in un modo o nell’altro c’incontreremo.-
-Quelli come noi?-
-Come me e lui: mostri.-
4.
Dire che Dracula disprezza gli uomini e le donne radunati
a questa festa di ricchi debosciati, sarebbe far loro un complimento, ma il
fatto è che servono ai suoi scopi. Il suo intento è sempre il solito: allargare
la sua base di potere. Deve reprimere l’impulso di saltare ai loro colli ed
affondarvi i canini. Non è necessario, possiede già le loro vite, che loro se
ne rendano conto o meno. C’è molta più gente che porta già il suo marchio di
quanti essi stessi sospettino. Banchieri avvocati, giudici, la crema della
società, vale la pena di sopportare la noia del loro contatto per i suoi scopi.
-E lei come vede il
Mercato Mr. Drake?-
-Pensa che le azioni della
Consolidated saliranno?-
-E le obbligazioni del
tesoro?-
Risposte, risposte, chiacchiere senza senso… poi la vede:
bionda con l’abito scuro, appoggiata alla porta-finestra che da sul giardino,
gli volta le spalle, ma ha un’aria inquietantemente familiare, deve parlarle a
qualunque costo.
Nemmeno Rachel Van Helsing si diverte. Anche quando era
viva, le feste non avevano attrattiva per lei, è sempre stata una donna
pratica, poco incline ai divertimenti e non le piace recitare la parte della
donna sofisticata. Cammina lungo il salone, altera, inguainata in uno splendido
e scollato abito da sera color rosso fuoco, attirando su di se lo sguardo di
molti uomini ed anche qualche donna. Le persone che vede le suscitano solo un
tipo di sensazione: sono solo possibili prede e lei è la cacciatrice, lo sempre
stata, è solo cambiato il tipo di preda. Le passa accanto un cameriere con
degli stuzzichini e bicchieri di champagne su un vassoio. Non servono a placare
la sua sete, ormai, quello che lei vuole è il sangue palpitante dalla vena di
un uomo vivo e la voglia, il desiderio diviene sempre più forte, prima che la
serata finisca, avrà selezionato uno di questi giovanotti e...
-Ti trovo bene Rachel, per
essere morta.-
Questa voce… Rachel si volta di scatto e lo vede,
elegante in un impeccabile smoking, con la coppa di champagne alle labbra, è
davvero lui.
-Frank!- esclama sorpresa.
-Proprio io mia cara,
proprio io.- risponde Frank Drake.
FINE
VENTESIMO EPISODIO
Il suo nome è Dracula.
Per
oltre 500 anni ha camminato sulla terra, oscena parodia di un essere vivente,
agente di un male così antico da essere diventato leggenda. Molte volte è stato
ucciso ed altrettante è risorto: molti sono stati i suoi nemici, ma egli ha
sempre prevalso, alla fine. Perché Dracula è un non morto e mentre i suoi
nemici sono invecchiati e deceduti, egli ha continuato a muoversi, intoccato
dal tempo, ridendo di loro
#21
IL SIGNORE DELLE TENEBRE
1.
Frank Drake sorride, mentre finisce di sorseggiare una coppa di
champagne.
-Ti
trovo bene Rachel… per essere morta.- dice alla giovane donna davanti a lui.
La donna in questione: bionda, alta
e fasciata da un abito da sera color rosso fuoco, è Rachel Van Helsing e
definirla donna è riduttivo, perché, in realtà, è una vampira e nel suo sguardo
è evidente la sorpresa, mentre riconosce l’uomo che un tempo ha amato.
-Frank!- esclama.
-Proprio io mia cara, proprio io.- risponde l’altro –Sorpresa di
vedermi? Eppure sapevi che era solo questione di tempo prima che accadesse. Le
cose sono cambiate dall’ultima volta, vero? Allora eri una risoluta nemica dei
vampiri, non la serva di Dracula in persona.-
-Non sono la sua serva, ma la sua alleata.- sbotta Rachel –Tu non puoi
capire Frank è stato… inevitabile. Ora vattene, se lui si accorge che sei qui…-
-Non hai ancora capito vero Rachel?- replica Drake –Non sono qui per caso,
tu ed il mio amato antenato siete stati attirati in una trappola, una da cui
non uscirete, puoi credermi.-
Dracula
si aggira per la sala. Facendo fatica a contenere il disprezzo per la massa di
pecoroni che lo circonda. Ricchi debosciati senza spina dorsale, buoni a
malapena per il sangue che scorre nelle loro vene. In quest’epoca di degenerati
le leve del potere sono spesso detenute da gente che un tempo avrebbe fatto
impalare senza pensarci due volte. Una parte di lui vorrebbe solo avventarsi loro
addosso e sfogare il suo disprezzo e la sua sete massacrandoli tutti, ma, per
quanto gli ripugni l’idea, adesso ha bisogno di loro e deve dominarsi. Per
fortuna può concentrarsi su altro. Dov’è finita quella donna bionda che aveva
visto prima? Gli era sembrato che somigliasse a… Possibile che sia davvero lei,
in un posto come questo? Eccola vicino alla terrazza ed è davvero lei, deve
parlarle, subito. La gente si scosta da lui, come se percepisse la sua reale
natura e Dracula raggiunge la donna e posa la sua mano destra sulla spalla di
lei.
-Katherine!- dice.
Kate
Fraser si volta lentamente e si concede un sorriso nervoso.
-Buonasera Dracula.- replica.
-Cosa fai qui, donna? Questo non è il tuo…-
-Ambiente?- completa lei –Forse hai ragione,
ma era il posto più adatto per rivederti.-
-Rivedermi?- Dracula sogghigna –Hai dunque
finalmente deciso di accettare la mia offerta ed unirti a me?-
Kate getta un rapido sguardo alle
spalle di Dracula e poi risponde:
-No, in realtà io sono solo l’esca che doveva
portarti proprio qui. Sapevamo che non appena mi avessi riconosciuta, non
avresti esitato a raggiungermi e contavamo su questo per metterti nella
posizione giusta.-
Dracula
digrigna i denti, la sua voce sembra quasi un sibilo:
-Nella posizione giusta per cosa?-
-Per questo!-
È
stata una voce maschile a parlare e mentre Dracula si volta di scatto, si sente
una specie di fischio acuto e subito dopo qualcosa lo colpisce ad un fianco,
strappandogli un grido di dolore.
Ok, vediamo di
raccogliere le idee: mi trovo nella mistica Torre delle Ombre, un edificio che
esiste contemporaneamente nel mondo fisico e nei regni infernali, sono stato
catturato da un tizio che si fa chiamare il Boia e dai suoi due compari, ovvero
questi due tizi davanti a me. Entrambi, anni fa, hanno venduto l’anima al
demone Satannish ed ora bramano di trovare un mezzo per tornare indietro.
Da quanto ho
capito, il tizio col costume rosso si fa chiamare Asmodeus e, quando era in
vita, era un noto chirurgo che accettò di dare la sua anima a Satannish in
cambio di una vota di agi e potere. Durante lo scontro decisivo con il Dottor
Strange, il suo cuore cedette e lui morì dopo aver lanciato una maledizione che
richiamò sulla terra Surtur e Ymir, i demoni del fuoco e del ghiaccio della
mitologia nordica. Ci vollero gli sforzi combinati del Signore delle Arti
Mistiche e dei Vendicatori per fermarli.[5] Quanto
all’altro, si fa chiamare Lord Nekron e di certo non è il suo vero nome, ma
poco importa: il suo patto con Satannish prevedeva che egli avrebbe avuto il
potere assoluto per un anno, ma al termine del periodo, doveva trovare un’anima
con cui scambiare la propria o sarebbe stato portato nell’inferno di Satannish.
Scelse l’anima del Dottor Strange, ma il mago riuscì a prevalere contro il suo
potere usando l’astuzia.[6]
Quanto
a me sono il detective privato Hannibal King, specializzato in casi
soprannaturali e mi chiedo: se la causa della sconfitta di questi due è stato
il Dottor Strange perché diavolo se la prendono con me?
-Grazie al tuo sacrificio, King,
riguadagneremo l’ingresso al mondo dei mortali.- risponde Asmodeus come se mi
avesse letto nel pensiero –Col potere che avremo, nessun mago, compreso Strange
o l’attuale mago supremo potrà fermarci, il mondo sarà nostro.-
È
la solita storia quindi? I soliti esaltati che mirano solo alla conquista del
potere personale? Avevo sperato in qualcosa di meglio, una volta tanto.
-Ed io che c’entro in tutto
questo?-
-Il tuo sangue sarà il
catalizzatore King.- risponde Nekron -Perché tu sei una creatura delle tenebre,
come noi… tu sei un vampiro.-
Già,
sapevo che si sarebbe arrivati a questo.
2.
Rachel
indietreggia, visibilmente sorpresa
-Una trappola?- esclama
-Sorpresa?- replica Frank Drake –Credevi
davvero che avremmo lasciato te e Dracula indisturbati? Che avrei permesso a quel mostro di crescere
il figlio che mi ha rapito? Mi dispiace arrivare a questo Rachel, ma se fossi
ancora te stessa, capiresti che non ho scelta.-
La
vampira solleva le labbra, mostrando i canini appuntiti.
-Non sono facile da uccidere Frank, dovresti saperlo,
non costringermi a….-
Il
discorso della vampira è interrotto da una rete che cala ad imprigionarla.
Rachel prova a spezzarla, ma ritira subito le mani, come se avesse toccato
ferro rovente
-Ah cosa…?-
-Mi dispiace Rachel…- spiega Drake -… ma le nostre
armi sono state benedette dal Vescovo della Cattedrale di St. Paul. Non ero
sicuro che funzionasse, ma sembra di si e quelle che vedi appese sono trecce
d’aglio, che inibiscono i tuoi poteri di trasformazione. Stavolta non
scapperai, Rachel, né tu, né Dracula.-
Dracula
si volge con un’espressione di stupore, mentre si tocca un fianco da cui esce
un dardo di legno.
-Ma…cosa…?- esclama
-Una pistola ad aria compressa che spara
frecce di legno di frassino con la punta imbevuta di nitrato d’argento… alcune
almeno.- spiega Kate Fraser
Dracula
alza gli occhi e vede: il salone si sta svuotando di buona parte degli ospiti,
mentre altri si schierano per la stanza, armati e tra loro, quasi fuori posto
in un elegante smoking l’Ispettore Capo Chelm.
-Al mio comando: fuoco!-
E, subito dopo Dracula si ritrova
oggetto di un intenso fuoco da parte dei suoi avversari.
Mai provato ad
essere appesi per
il collo ad una trave che sino a pochi istanti
fa nemmeno esisteva? No eh? L’immaginavo. D’altra parte, diciamolo, certe
fortune possono capitare solo a tipi come me o altrimenti non avrei mai
incontrato sulla mia strada un tipo dai capelli bianchi chiamato Deacon Frost.
Potete non credermi, ma io detesto il soprannaturale e le sue conseguenze.
Prendete la mia situazione, per esempio: razionalmente so che nessun nodo
scorsoio può spezzarmi il collo, eppure sento davvero il senso di vuoto, le mie
dita serrano la corda in cerca di quell’aria di cui non ho realmente bisogno.
Le risa dei miei avversari mi giungono ovattate. Se voglio avere una speranza
di cavarmela, devo riuscire a vedere la realtà oltre il velo dell’illusione,
fare quello che di solito mi rifiuto di fare: lascio lavorare il mio più
profondo istinto, ricordarmi che non sono un semplice mortale, ma una creatura
delle tenebre al pari dei miei nemici, un vampiro.
Ho
appena formulato questo pensiero, che il senso di soffocamento cessa, i miei
occhi si aprono e vedono perfettamente nel buio, le mie unghie cominciano a
lacerare il nodo scorsoio ed il boia, sorpreso lascia la presa. Ricado a terra
sui piedi, come un gatto, quando le mie labbra si aprono, i canini appuntiti
sono in bella vista.
-Se davvero volete il sangue di
un vampiro, dovrete sudarvelo signori.-
-Attento King…- esclama Asmodeus
–Il potere di Satannish è troppo forte per te.-
E
così dicendo, traccia segni nell’aria con una mano, mentre punta l’indice
dell’altra contro di me.
3.
Elizabeth Scott sente il vociare dal piano inferiore e si chiede cosa stia succedendo. Il padrone ha dato istruzioni precise: il suo compito è badare al neonato, il figlio del traditore Frank Drake, l’ultimo della stirpe del padrone e nulla deve accadere al bambino. Sino ad oggi ha ritenuto questo un luogo sicuro, chi oserebbe mai assalire la dimora di Dracula? Per Elizabeth il tempo in cui non era una schiava di Dracula, in cui non viveva per accondiscendere ad ogni capriccio del Signore dei Vampiri, ha orami assunto i contorni di un sogno lontano; non fallirà nel suo compito
Una
mano vigorosa bussa alla porta.
-Polizia! Sappiamo che siete la dentro,
aprite!-
Elizabeth
impugna una pistola. Sa quello che deve fare.
In
un castello che si erge sulle aspre coste scozzesi Lilith, la figlia di
Dracula, improvvisamente si alza di scatto dalla poltrona dove si concedeva un
attimo di riposo e meditazione.
-Cosa succede mia signora?- le chiede il
cavalleresco Tagak, signore dei Leopardi
-Non saprei.- risponde Lilith –Un’inquietudine
improvvisa a cui non so dare spiegazione. Ho bisogno d’aria.-
Senza
dare a nessuno dei suoi compagni del bizzarro gruppo dei Supernaturals il tempo
di replicare, la Principessa Vampira muta in nebbia e poi, una volta fuori, in
pipistrello e comincia a volare verso il vicino villaggio di Cape Cliff. Non sa
spiegare cosa sta provando, ma è come un vago senso di minaccia incombente a
cui non sa dare un nome. Deve rilassarsi e per lei questo significa andare in
cerca di preda. Cape Cliff può essere un villaggio antico, ma vi sono ancora
dei giovani vigorosi e dal sangue caldo. Mentre plana in un vicolo e riassume
forma umana, un sorriso crudele si forma sulla labbra della figlia di Dracula,
mentre i suoi canini scintillano alla luce della luna.
Quasi
contemporaneamente a Chelsea, Angel O’Hara è in un pub, chiedendosi perché ha
accettato l’invito di quel suo collega del giornale, ma in fondo sa la
risposta: è sola in una grande città e la cosa le pesa. Per fortuna, ha potuto
lasciare il piccolo Ted ad una vicina gentile e concedersi un’uscita. Questo
David forse non è il massimo, ma è simpatico, spiritoso e, chissà… qualunque
cosa stesse pensando, Angel si blocca, portandosi le mani alle tempie.
-Angel, che ti succede?- le chiede David
Sheldon, visibilmente preoccupato.
Angel
stringe i denti, poi sente la pressione alle tempie allentarsi un po’ e
risponde:
-Un’emicrania improvvisa… io… io.. non
capisco.-
-Fa un bel respiro.- le dice il suo compagno
–Come va adesso?-
-Meglio.- risponde la ragazza –Ma per un
momento è stato terribile.-
-Vuoi che ti riaccompagni a casa?-
-Si grazie.
Le
tempie continuano a pulsarle, ma la cosa che la lascia perplessa ed un po’ terrorizzata
è il sapore che sente in bocca, sapore di sangue.
4,
Dracula
barcolla, l’impatto dei colpi lo spinge contro una parete, le sue dita
artigliano l’intonaco, il suo volto sembra deformarsi, mentre urla:
-Come osate? Voi vermi maledetti.-
Dinanzi
a lui, si dispongono a semicerchio Chelm, Fraser, il giovane Arthur Holmwood,
il dottor Charles Seward, ognuno di loro con in mano un appuntito paletto di
legno.
-Sei stato troppo arrogante Dracula.- gli si
rivolge l’Ispettore Chelm –Eri sicuro che non avremmo mai osato toccarti, ma
noi di Scotland Yard siamo tenaci come mastini e non ci arrendiamo mai. In
questo stesso momento, le tue proprietà sono invase dai miei agenti, i tuoi
beni sequestrati…-
-Sei senza rifugi, vampiro.- interviene Arthur
Holmwood –E sei nelle nostre mani..-
-Nelle vostre mani? Voi non siete altro che
sciacalli che latrano dinanzi al leone, non sete niente per me, niente!-
Con
un grido che assomiglia ad un ululato, Dracula si lancia in avanti.
Asmodeus
mormora parole incomprensibili e, di colpo, mi trovo a fluttuare aria.
-Tu hai bisogno di una lezione,
King, e l’avrai.- si limita a dire –Conoscerai l’immenso potere di Satannish.-
Mi
ritrovo inchiodato contro una parete, con manette di forza eterea a bloccarmi
braccia e gambe. Tento di fare una cosa che normalmente aborro, cambiare forma,
ma è inutile, la magia blocca i miei poteri.
-Non sfuggirai al destino che
abbiamo preparato per te, vampiro…- mi dice Nekron –Quando il coltello
sacrificale berrà il tuo sangue maledetto, le porte dell’Inferno si
spalancheranno e noi saremo liberi.-
Come al solito, cerco
di fare lo spaccone, ignorando l’urgenza della mia situazione. In qualche modo
so che quella specie di coltello che il Boia sta tenendo in mano mentre viene
verso di me è davvero in grado di fare quel che dicono, c’è più della mia
bistrattata esistenza in gioco
-Mi deludete, voi tre.- dico –Di
solito, nei racconti horror il rito finale è sempre officiato da un’avvenente
sacerdotessa.
I
tre ridono all’unisono.
-Abbiamo pensato anche a questo
Mr. Drake.- risponde il Boia, mentre il timbro della sua voce cambia
improvvisamente e la sua stessa figura sembra mutare e mentre la comprensione
si fa strada nella mia incredula mente, si toglie con gesto teatrale il
cappuccio, rivelando non il volto di Jason Roland, ma quello inaspettato di:
-Stella Houston?-
E
la donna ride mentre alza il coltello.
Rachel
Van Helsing vorrebbe urlare la sua frustrazione, mentre non riesce a liberarsi
dalla rete che la avviluppa. Con la sua forza dovrebbe riuscire a spezzarla
come niente, ma la benedizione ecclesiastica che ha ricevuto la rende più forte
di qualunque cosa sulla terra per lei e le treccine d’aglio applicate le
rendono impossibile mutare forma. Non l'hanno ancora uccisa, però, Frank non ha
avuto ancora il coraggio di farlo, hanno preferito concentrarsi su Dracula, ma
quando avranno finito con lui, toccherà a lei, non c’è dubbio. Deve usare il
cervello per cavarsela e forse sa anche come.
I
due poliziotti che la stanno tirando su evitano il suo sguardo, sono stati
istruiti dai loro capi, ma non sono così esperti, sente il loro disagio, la
loro paura, le basta solo un attimo di distrazione, solo un attimo.
5.
Lo
slancio di Dracula è fermato da un colpo di pistola. Il proiettile d’argento lo
coglie all’addome e lo rilancia indietro. La forma lupina che aveva assunto
lascia di nuovo spazio a quella umana ed il vampiro ringhia la sua
frustrazione. Il primo paletto lo colpisce alla spalla destra, strappandogli un
urlo di dolore, Dracula si sposta appena in tempo per evitare che il secondo
gli spacchi il cuore, ma non per evitare di essere colpito, crolla in ginocchio
-Fa male, vero antenato?- esclama Frank Drake
-Assaggia un po’ del dolore che hai inflitto nel corso dei secoli. È troppo
poco in confronto ha ciò che ha provato Quincy Harker quando hai ucciso sua
figlia o per quello che hai fatto a mia moglie o a Rachel!-
-Uccidimi, se è questo che vuoi.- mormora
Dracula con un moto d’orgoglio –Un Dracula non chiede pietà di fronte alla
morte.-
-È proprio quello che farò. Mostro.-
E
così dicendo, Drake solleva un altro paletto e si prepara a colpire.
Immerso
nella concentrazione dei suoi esperimenti, nel chiuso del suo laboratorio, il
vampiro di nome Deacon Frost alza improvvisamente la testa. Giurerebbe di aver
sentito un urlo lacerante squarciare l’aria, ma sa che non può essere possibile
ed ora… ora tutto è finito qualunque cosa fosse. Non sa nemmeno lui perché, ma indossa
il suo pastrano ed esce, assurdo pipistrello con un ciuffo bianco nella notte
londinese squarciata da lampi sempre più, frequenti.
Lilith
solleva la testa dalla gola della sua ultima vittima, i canini sporchi ancora
di sangue, soddisfatta, poi, improvvisamente, si porta la mani alla testa ed
urla, mentre cade in ginocchio. La sensazione dura solo pochi istanti, ma le
lascia un’amara consapevolezza, mentre le prime gocce di pioggia le rigano il
volto e lei mormora:
-Padre.-
A
Londra Angel O’Hara si porta le mani alle tempie in un identico gesto, mentre
il rumore di un tuono è udito distintamente anche dentro il pub, poi il suo
sguardo si fa duro ed assente al tempo stesso.
.Devo andare.- mormora.
-Andare dove?- le chiede il suo compagno di
serata.
La
ragazza non risponde ed esce come se fosse in trance.
6.
La furia degli elementi si scatena ed un temporale torrenziale si abbatte su Londra, qualcosa che sorprende gli stessi Londinesi, pur avvezzi alla pioggia. Lampi e tuoni in rapida successione scuotono l’aria e chi può corre al riparo, altri, invece, sono nel loro elemento.
Una porta finestra si
spalanca nell’impeto della tempesta ed un giovane poliziotto si distrae
abbastanza per dare a Rachel Van Helsing l’occasione che aspettava.
È un attimo, i suoi occhi
incontrano quelli del poliziotto solo per una frazione di secondo, ma basta per
renderlo in suo potere.
Un sorriso di pura e
malvagia soddisfazione le si dipinge in volto, mentre l’agente punta la sua
pistola contro il suo compagno e spara freddamente uccidendolo, poi,
meccanicamente la libera dalla presa della rete.
-Finalmente!- esclama la vampira, riprendendo
libertà di movimento, poi si guarda intorno e vede Dracula stretto in un
angolo. Sorride al poliziotto.
-Sai cosa devi fare, caro, fallo!-
E
gli volge le spalle, mentre il giovane si infila la canna della pistola in
bocca e, proprio mentre il dito sul grilletto si contrae ed il colpo parte,
riprende la consapevolezza di se, come Rachel aveva voluto, troppo tardi per
fermare ciò che sta accadendo.
La
scena ha richiamato l’attenzione degli altri verso la vampira, ma quando i loro
colpi hanno raggiunto il punto in cui si trovava, lei è già diventata nebbia.
A
Carfax Abbey i poliziotti hanno ormai preso possesso dell’edificio e mentre
Elizabeth Scott è tenuta sotto custodia ed il piccolo Quincy Drake è ormai al
sicuro, alcuni poliziotti scendono nella cripta.
-Fate attenzione. Ammonisce il Sergente
Henderson. –In questo posto ci possono essere pericoli maggiori che scivolare da
un gradino.-
-Questo posto ha un odore di…di… - commenta
uno dei poliziotti
-.. di morte agente Wilkins. Di morte.-
completa il sergente. -Ora pronti con le lampade.-
Una
luce violenta illumina la cripta con i suoi sepolcri allineati e appiattita ad
una parete, una figura di donna.
-Maledetti!- urla e spicca un salto
velocissimo, fa per afferrare Henderson al collo, ma subito si ritrae. Al collo
del poliziotto spicca un crocefisso. La vampira, i poliziotti non sanno che si
chiama Erika, indietreggia. I suoi occhi si fissano sui poliziotti, con odio e
cupidigia.
-Voi non volete farmi del male.- sussurra
suadente –Guardatemi non sono bella, forse?-
-Chiudete gli occhi!- ordina, perentorio
Henderson e poi spara. La vampira urla, mentre un dardo di legno le trapassa il
cuore e ricade all’indietro. Henderson le si avvicina, spara ancora. Il corpo
della ragazza smette di agitarsi ed i suoi lineamenti si distendono nella pace
della morte.
7.
Dracula è a terra, come una maligna caricatura di Giulio Cesare dinanzi ai congiurati. A dispetto delle ferite continua a muoversi, i suoi occhi esprimono odio assoluto. Ogni movimento gli costa dolore, eppure cerca di alzarsi in piedi. Il nitrato d’argento corre nel suo sistema vascolare indebolendolo, procurandogli l’equivalente di una nausea continua, ma il fiero vampiro si rifiuta di arrendersi, se questo è il suo ultimo giorno lo affronterà come fece 544 anni fa sul campo di battaglia dove morì Dracula l’uomo e nacque Dracula il vampiro.. Con la mano para un altro fendente, ma è consapevole di stare solo rimandando l’inevitabile, eppure lotta.
Fuori,
sotto la pioggia ed anche dentro la villa dove si sta consumando il dramma di
Dracula stanno avvenendo cose strane.
Sono
tanti, troppi forse, uomini e donne, sono arrivati richiamati da un comando
irresistibile che lo stesso Dracula non sa di aver mandato, premono contro i
cancelli ed i poliziotti sorpresi non sanno come reagire.
Il polso di Frank Drake è fermato da
una stretta ferrea. Frank si volta per incontrare lo sguardo di:
-Rachel!-
La
vampira non risponde e lo spinge lontano, mentre gli altri si volgono verso di
lei.
-Su coraggio, provateci!- li irride lei.
Ancora una volta diventa nebbia prima che i colpi la raggiungano, poi si
solidifica alle spalle di Charles Seward.
-Ah caro Charles!- esclama –Forse è venuto il
momento che tu ti unisca a me per sempre.-
-Non contarci strega.- replica Seward,
evitando il suo affondo e bloccandole un polso.
-Accetta il tuo destino, Charles, tu sei mio,
unisciti a me.-
Il
medico si blocca, mentre il suo sguardo si perde negli occhi blu della vampira,
per un lungo momento, desidera solo abbandonarsi a lei, non pensare più a nulla
se non a compiacere la donna bellissima che gli sta di fronte, poi…
-Non crederle!- è la voce di Kate Fraser –Hai
la tua volontà, non lasciare che te la rubi!-
La
mano di Seward si muove rapida, in modo automatico, il suo paletto affonda poco
sotto il seno sinistro della vampira. Sul volto di Rachel un’espressione
stupita.
-Ben… fatto. Charles.- dice indietreggiando,
poi, barcollando, si dirige verso Frank Drake.
-Rachel.- mormora lui.
-Oh Frank, la donna che ero ti amava, sai?-
Si
aggrappa a lui e, prima che qualcuno possa fare qualsiasi cosa, si spinge
contro il paletto che lui impugna fino ad esserne trapassata.
-Rachel, ripete lui.
-…Meglio così, Frank… meglio così…- mormora
lei e reclina la testa sulla sua spalla.
In
quel momento le porte del salone cedono.
8.
In seguito capiranno che è stata un’azione spontanea di coloro su cui
Dracula esercitava un’influenza ipnotica o dovuta ad averli morsi pur senza
renderli ancora vampiri. Rispondevano ad un comando mentale inconscio di
Dracula stesso. In breve tempo vengono ridotti all’impotenza, ma quando ci sono
finalmente riusciti, Chelm esclama:
-Dracula è scomparso!-
Deacon
Frost sorride soddisfatto, comunque sia andata a finire, il regno di Dracula ha
subito un colpo forse mortale e sarà lui, presto a dargli il colpo di grazia.
Un
lupo nero dalla criniera bianca si aggira per le strade di Londra e d il suo
muso è contorto da un ghigno malvagio.
Il
pipistrello atterra in un vicolo e riprende le sembianze di un Dracula ferito e
lacero, che deve lasciarsi andare nel vicolo, zuppo di pioggia. Lo hanno
umiliato, gli hanno portato via tutto, i suoi rifugi scoperti, le sue bare
distrutte e l’alba è vicina, ma non importa, non l’hanno ancora sconfitto, lui
sopravviverà a tutto questo, troverà il modo e tornerà per distruggere tutti i
suoi nemici, non può essere altrimenti, perché lui è DRACULA!
La pioggia è cessata ed i raggi di
un pallido sole illuminano il vicolo. Per terra stanno dei vestiti straccati, i
resti di quello che era uno smoking e di una camicia bianca, macchiata di
quello che potrebbe essere sangue; a terra quelli che sembrano dardi e paletti
acuminati di legno; il vento disperde polvere e cenere e fa rotolare un anello
con stampato un drago, il simbolo di un antico ordine cavalleresco e del casato
dei DRACULA.
#22
ALLE PRIME LUCI DELL’ALBA
1.
La tempesta sta cessando d’intensità, mentre i primi chiarori dell’alba esitano a farsi vivi tra le nubi. In questo palazzo prestigioso della City si è da poco consumato un dramma, di cui rimangono tracce nel salone, dove l’unica attività è rappresentata dai paramedici che portano via i cadaveri di due poliziotti, mentre quello della responsabile delle loro morti giace sul freddo pavimento.
Dal petto di Rachel Van Helsing spunta l’impugnatura di un paletto di legno che le ha da poco spaccato il cuore, unico modo in cui una vampira come lei può veramente morire. Nella pace della vera morte i suoi lineamenti si sono distesi ed hanno perso quell’espressione maligna che aveva sino a poco prima, quando aveva lottato con gli uomini che ora le stanno intorno.
Frank Drake pensa all’espressione che aveva pochi minuti prima, quando, ferita, è andata ad impalarsi volontariamente contro il paletto di frassino da lui impugnato, lo stesso che ora le spunta dal petto. L’uomo s’inginocchia accanto alla vampira e mentre le sfiora delicatamente il viso gli sembra di risentire le sue parole di poco prima:
“Oh Frank, la donna che ero ti amava, sai?”
-Anch’io ti amavo Rachel…- mormora -… non avrebbe dovuto finire così tra noi… ed ora è troppo tardi per tutto.-
Poco lontano da lì, il Dottor Charles Seward si tasta il collo. I due piccoli forellini che vi si trovavano, segno del morso di Rachel Van Helsing, sono scomparsi, richiusi, come per magia, subito dopo la morte della vampira. Dunque ora è libero dalla sua maledizione. Quasi gli riesce impossibile credere che quella donna, che giace immota sul marmo, potesse essere la causa dei suoi incubi e delle sue paure, ma è stato proprio così. Ora è passata, però, anche se ha paura a sperarlo.
-Che ne farete di lei, ora?- chiede a Chelm.
-Il solito trattamento.- risponde il poliziotto –Le riempiremo la bocca d’aglio e le cuciremo le labbra, poi taglieremo la testa e la bruceremo. Secondo i testi di vampirologia è il solo modo per impedire, una volta per tutte, che un vampiro possa risorgere.-
-È orribile.- commenta Seward -Per quanto l’abbia fatto molte volte negli ultimi mesi, non credo che mi ci abituerò mai.-
-Non è il solo dottore, non è il solo.- replica Chelm.
-Si è uccisa da sola, sembrava che volesse farla finita.- aggiunge Seward.
-Credo che nei suoi ultimi istanti il suo vero io, la donna che era in vita, sia riemersa ed abbia cercato l’unica vera via d’uscita da ciò che era diventata.- risponde Frank.
Due poliziotti sollevano il cadavere di Rachel e lo depongono su una barella.
-Attenti con lei.- li ammonisce Chelm –Per nessun motivo toccate e tantomeno rimuovete quel paletto di legno e quando sarete alla Morgue, montatele la guardia ininterrottamente sino al mio arrivo, ci siamo capiti?-
-Certo signore.- rispondono all’unisono i due.
La salma viene coperta con un lenzuolo. È Frank Drake a coprirle il volto dopo averla guardata un’ultima volta, poi si volge e vede Katherine Fraser appoggiata ad una parete, le si avvicina e le chiede:
-Sta bene miss... Ispettore?-
Kate abbozza un sorriso.
-Credo che sia solo una reazione allo stress, nulla di più.- risponde.
-Se vuole posso accompagnarla a casa.-
-Non è necessario… io…-
-Vada pure con Drake, Fraser.- le di rivolge Chelm –Non è più necessaria la sua presenza, adesso. Qui non c’è più nulla da fare, ormai.- le sue parole sono interrotte dal trillo del cellulare, a cui, prontamente, risponde: -Si sono io… si ho capito, grazie.- Chelm si rivolge a Frank. –Era il Sergente Jordan. Hanno trovato suo figlio, Drake, sta bene, l’hanno portato al Victoria Hospital.-
-Ci vado subito.-
-Vengo con lei.- dice Kate Fraser e Frank annuisce.
Mentre li vede uscire, Chelm pensa che una buona notizia ogni tanto è proprio quello che ci vuole.
Gli si avvicina un uomo, un Ispettore della Polizia della City.
-Che ne facciamo di quei tizi?- chiede.
Si riferisce al gruppetto di uomini e donne che poco prima hanno fatto irruzione nella sala, schiavi mentali di Dracula, che gli hanno dato l’opportunità di fuggire, sia pure ferito, prima che il colpo fatale fosse inferto. Ora sono smarriti e confusi.
-Prenda i loro nomi e li mandi a casa.- risponde Chelm –Ormai sono innocui, sembra.-
È di Dracula che si preoccupa, finché lui è in libertà nessuno è veramente al sicuro.
Mentre Frank e Kate escono dal palazzo, incrociano una giovane donna dai capelli rossi, che, prima di oltrepassare il cancello, si ferma un attimo, come smarrita, poi si volta ed i suoi occhi verdi fissano quelli di Frank, prima di incamminarsi lungo il viale.
-Strano.- commenta Frank –Ho avuto una sensazione strana guardando quella ragazza, come se ci conoscessimo da tanto, eppure non l’ho mai vista in vita mia… bah, meglio non pensarci troppo, adesso, andiamo.-
Davanti a lui, riparandosi come può dalla pioggia, Angel O’Hara si sente confusa. Non riesce a ricordare cosa l’ha portata in questo posto dove non è mai stata prima e poi c’era quell’uomo biondo di poco prima. Nel vederlo ha provato un’inquietante sensazione di familiarità, eppure non lo conosce, ne è certa… se solo cessasse il mal di testa… Non può pensarci, deve tornare a casa, suo figlio, il suo Ted l’aspetta.
Per le strade di Cape Cliff la pioggia è ormai cessata, ma l’essere in forma di donna non se ne cura comunque. Una smorfia deforma le labbra di Lilith, figlia di Dracula, un inquietante sorriso.
2.
Il poliziotto è perplesso. Vampiri, chi l’avrebbe mai detto? Fino a poco tempo prima li avrebbe liquidati come roba da film horror, come quelli della Hammer che gli piacevano tanto da ragazzo. Certo, aveva sentito della leggenda del Barone Sangue, il vampiro al servizio prima del Kaiser e poi di Hitler, nemico dell’altrettanto leggendario Union Jack, ma incontrarne uno e non uno qualunque, ma il più famoso di tutti, Dracula, beh doveva vederlo per crederlo. Quella nel retro del furgone era la sua compagna ed ora è morta, si chiede cosa intendano fare di lei, quando… Improvvisamente dinanzi a loro si materializza, letteralmente dal nulla, la sagoma di un enorme lupo nero con una criniera bianca, che mostra loro le lunghe acuminate zanne. È un attimo, l’autista inchioda, vira bruscamente, poi i freni fanno il loro dovere e il furgone si ferma.
I due poliziotti escono entrambi e non nascondono il loro nervosismo.
-Non c’è niente qui.- dice l’autista –Eppure… l’hai visto anche tu, vero Evans?-
-Ci puoi scommettere Atkins, impossibile sbagliarsi tanto era grosso… era un lupo, vero?-
-Non può essere doveva essere un cane, non ci sono lupi a Londra…-
-Dici? Ho sentito certe storie da un collega della Stazione di Westminster e… Oh Dio, no!-
Un rumore soffocato, poi, nulla.
-Evans! Dove sei finito? Che succede? Rispondi!-
-Non può risponderti, uomo.- dice alle sue spalle una voce cavernosa, mentre sul suo collo sente un alito fetido e marcio. Per un attimo il poliziotto di nome Atkins si sente paralizzato, incapace di fare una sola mossa, mentre la voce prosegue: -… e quanto a quello che gli è successo, ora capiterà anche a te.-
Atkins riesce, finalmente, a trovare la forza di girarsi, poi ha solo la possibilità di urlare ed è un urlo che coloro che hanno l’opportunità di sentirlo ricorderanno a lungo nei loro incubi.
Il
mio nome è Hannibal King e sono un vampiro. Si, proprio di quelli dai lunghi
canini acuminati, morti viventi che per sopravvivere succhiano sangue. Non
abbiate paura, però, io sono una specie particolare di vampiro, io sono uno dei
“buoni”; non vado in giro in marsina e con una mantello drappeggiato sulle
spalle, a dir la verità preferisco un impermeabile un po’ stazzonato e nemmeno
addento i colli di giovani vergini, per quanto possano essere attraenti. E poi,
per dirla tutta, non sapete quanto sia difficile trovare giovani vergini a Los
Angeles di questi tempi.
Sin dal tempo in cui un
figlio di buona donna dai capelli bianchi di nome Deacon Frost mi trasformò in
vampiro, non ho mai aggredito un essere vivente e mi sono procurato il sangue
di cui avevo bisogno con mezzi non sempre leciti, ma, se non altro, non violenti.
Ho resistito alla tentazione della caccia e non sono diventato una spietata
belva sanguinaria, come la quasi totalità dei miei simili; anzi, per un certo
periodo ho fatto anche parte di un gruppo di cacciatori di vampiri ed altre
minacce soprannaturali, i cacciatori notturni, ci chiamavano e sa il cielo se
non vorrei che i miei due amici fossero al mio fianco in questo momento.
Come
mi accade abbastanza spesso, sono riuscito a mettermi nei guai, e seri anche.
Una stagionata diva dei film horror, Stella Houston mi ha assunto per ritrovare
il suo amante, Jason Roland, un'altra vecchia gloria di Hollywood, che aveva
commesso l’errore di vendere l’anima al Diavolo, o almeno ad un suo ragionevole
facsimile. La pista mi aveva condotto ad entrare nella leggendaria Torre delle
Ombre, un luogo che, possiamo dire, fa da tramite tra il mondo fisico e gli
Inferi. Qui sono finito prigioniero di due, chiamiamoli pure fantasmi:
Asmodeus, che in vita era stato capo della setta dei Figli di Satannish,
dedita, tanto per cambiare, ad innominabili pratiche di magia nera e sacrifici
umani; e Lord Nekron, un mago inglese che aveva barattato la sua anima per il
potere assoluto, scoprendo troppo tardi di non aver fatto un bel guadagno nel
cambio. Questi due si sono alleati col Boia, un alias in costume adottato da
Jason Roland quando cercò di fare messe di anime per il suo diabolico padrone.
Immaginatevi la mia sorpresa, quando, mentre io ero imprigionato da mistici
legami, il Boia si avvicinato a me, brandendo quello che sembrava un antico
coltello sacrificale e, prima di vibrare il colpo contro il mio cuore, si è
tolto il cappuccio per rivelare il volto della mia datrice di lavoro: Stella
Houston.
Mentre
comincio a capire di essere stato incastrato, il corpo del Boia comincia a mutare
ed in breve, al posto di quello di un maschio nerboruto di circa un metro e
ottanta, c’è un’aggraziata forma femminile, aggraziata, cioè, se riuscite ad
ignorare il ghigno di pura malvagità che c’è nel suo volto.
-Sorpreso Mr. King?- mi dice Stella –Dovrebbe aver
capito, ormai che il vero motivo per cui mi sono rivolta a lei era proprio
perché sapevo che era un vampiro ed io ed I miei alleati avevamo bisogno di lei
qui, per il rito sacrificale.-
-Prima di fare la parte dell’agnello…- chiedo -…
potrei sapere lo scopo di tutto questo?-
Ho
sempre adorato quelle vecchie storie in cui, prima di ammazzarlo, il cattivo
spiega all’eroe il suo piano per filo e per segno, dandogli il tempo per
trovare un piano di fuga, peccato che non ne abbia neanche uno a disposizione.
-Non l’hai capito di già, King? Potere.- mi risponde
Stella –Cercando una cura per la condizione di Jason ho scoperto i suoi libri
esoterici e li ho studiati. Ho scoperto mondi nuovi, nuovi orizzonti, cose a
cui non avevo mai pensato nemmeno, prima. Mi si è aperta la mente, diciamo.
Satannish mi ha fatto un’offerta che non ho potuto rifiutare, gli ho dato me
stessa e quando è finita, ero un’altra donna.
Ho preso contatto con un piccolo gruppo di Figli di Satannish ed in
breve ne sono diventata il capo. Satannish mi mise in contatto con i suoi
precedenti servi, Asmodeus e Nekron, ed insieme concepimmo il piano che avrebbe
permesso loro di tornare nel mondo dei vivi ed a tutti i tre di guadagnare il
potere assoluto per noi ed il nostro signore.
Per prima cosa, sacrificai
a Satannish l’involucro vuoto che era il corpo del mio amato e così guadagnai
il potere di evocare la Torre delle Ombre, il passo seguente era attirarti lì
al momento giusto. Sapevo che ti saresti recato ad indagare nei luoghi in cui
Jason era solito andare. Organizzai un rito sacrificale nella sua villa, col
solo scopo di convincerti che lui poteva essere tornato in azione. Come
previsto, ti recasti all’osservatorio Griffith, teatro della sua ultima
sconfitta, ed eravamo certi che saresti entrato nella Torre, non appena
l’avessi vista.-
-Complimenti per quel trucchetto del mutare forma
quando sei nei panni del Boia, le dico –L’hai imparato in un circo?-
-Il sarcasmo non ti salverà, King.- ribatte la donna
–Te l’ho già detto: questo coltello ti spaccherà il cuore ed allora i cancelli
tra il regno di Satannish e la Terra si spalancheranno e noi saremo i signori
assoluti di tutto ciò che vive, secondi solo al nostro signore Satannish!-
E
così dicendo, alza il coltello e si prepara a colpire.
Frank Drake è passato dall’ospedale e gli hanno detto che il piccolo Quincy sta bene, ma, per precauzione, preferiscono tenerlo in osservazione almeno per la giornata e Frank, sia pure a malincuore, si dichiara d’accordo, per ora è contento che suo figlio non sia più nelle grinfie di Dracula.
Accompagna Kate Fraser sino al suo appartamento e l’aiuta a scendere dall’auto.
-Non si dia pena per me, Mr. Drake, sto bene.-
-Davvero? L’ho vista molto provata durante lo scontro con Dracula, non lo neghi e non se ne vergogni; conosco l’effetto che Dracula ha sulle donne, è parte dei suoi poteri.-
-No… non è questo.- replica Katherine. -È qualcosa di molto più complesso e risale al nostro primo incontro, temo. Non so se può capirmi Mr. Drake.-
-Può chiamarmi Frank, se lo desidera.-
-Ed io sono Kate. Non ti offendi se ti dico che un po’ mi ricordi lui? Siete fisicamente diversi, ma c’è qualcosa nel tuo comportamento che…-
-Preferirei non parlarne, se non ti dispiace, non è un antenato di cu andare fieri e spero davvero che stavolta non se la cavi.-
-Credi davvero che ce l’abbiamo fatta stavolta, che sia morto?-
-Se non ha trovato un rifugio d’emergenza, direi di si.- risponde Drake –Ormai è quasi l’alba e se è all’aperto finirà sicuramente in polvere entro pochi minuti.-
Parlando, sono giunti di fronte alla porta dell’appartamento di Kate.
-Vuoi entrare?- gli chiede la poliziotta.
Lui rimane per un attimo interdetto, la ragazza sta forse sottintendendo…
-Ne sei certa?- le chiede –Forse non è una buona idea.-
-Forse, ma io so solo che non voglio restare sola, non ora, non dopo quanto è successo, forse è solo paura, o forse…- le dita di lei sfiorano il volto di lui -… non lo so… ma vorrei che non te ne andassi… magari me ne pentirò dopo, ma non adesso… adesso no.-
-Forse me ne pentirò anch’io…- sussurra Frank -… ma la penso come te.-
E chiude la porta alle sue spalle.
3.
Ho
solo una possibilità, non è molto cavalleresca, ma non ci tengo affatto a
diventare la vittima sacrificale di questi tre matti. Mi muovo rapidamente e
sferro un calcio al mento di Stella Houston, che ricade a terra. Quasi
contemporaneamente, la sua corda magica si allenta abbastanza da darmi tempo di
liberarmi. Ho giocato d’azzardo, ma avevo ragione: diversamente dagli altri,
Stella non era un fantasma, ma una persona in carne ed ossa, proprio come me
(per quanto io non sia esattamente un vivente), molto più vulnerabile ad un
inaspettato attacco fisico. Il colpo che le ho dato l’ha stordita abbastanza da
allentare la sua presa sulla corda e consentirmi di liberarmi, ma ora che
faccio?
-Maledetto!- esclama Asmodeus –Ma non ti servirà a
niente, qui dentro sei in nostro potere, non puoi sfuggirci.-
Ha
ragione, io sono solo e loro sono dei maghi esperti, non ho speranze… a meno
che…. Ma certo, non è così che funziona con la magia ed i regni ultraterreni:
esistono regole e limiti a cui devono sottostare, come quando ho affrontato
quell’altro, Dunwick, non poteva seguirmi oltre la stanza in cui era confinato.[7]
Da quando sono arrivato, solo il Boia mi ha attaccato, gli altri sono rimasti solo
a guardare e parlare, ma se il loro potere è davvero grande come affermano,
allora perché hanno lasciato il lavoro sporco a Stella? Spero proprio di non
sbagliare nell’immaginare la risposta.
-Provateci.- li sfido.
Lord
Nekron si alza e punta un dito verso di me, poi contrae le labbra in una
smorfia di disappunto ed odio.
-Come immaginavo.- dico –Vi è proibito agire
direttamente contro di me, potete farlo solo per mezzo di lei.- indico Stella
ancora sdraiata per terra –E non ve ne servirete a lungo.-
Balzo
addosso a lei e le serro i polsi in una morsa di ferro.
-Maledetto.- sibila lei con odio.
Si divincola come una gatta selvaggia e sento che
il suo corpo tenta di mutare, di assumere la forma del Boia, ma non importa,
non ci riuscirà prima che io abbia finito con lei. Quello che sto per fare mi
ripugna, ma non c’è altro modo per finire questa faccenda: una volta che lei
sarà eliminata il potere degli altri sarà totalmente annullato.
Senta
la voce di Nekron che urla un disperato:
-NOO!-
Lascio
che i miei canini si allunghino e mi preparo ad affondarli nel collo di Stella
Houston.
L’ispettore Chelm scuote la testa sconfortato, mentre il Medico Legale alza la testa dai due corpi straziati, che giacciono accanto al furgoncino. È Charles Seward ed è mortalmente pallido.
-Per quanto posso dire adesso…- dice -… sono stati sbranati, letteralmente fatti a pezzi, come se fossero stati aggrediti da una belva feroce... sono quasi del tutto privi di sangue, ma al momento mi è impossibile dire se…-
-… se è o no un omicidio vampirico?- conclude Chelm –Lo scopriremo con le autopsie. Quello che mi preoccupa è la scomparsa del corpo della Van Helsiing.-
-Teme che sia stato un vampiro che voleva liberarla?-
Chelm si massaggia il mento, perplesso.
-Non saprei.- dice, infine –Se questo era il suo scopo, perché non rimuovere semplicemente il paletto? E poi l’efferatezza insolita dell’assalto.. ho paura che ci sia molto di più dietro a tutto questo, qualcosa di molto pericoloso.-
-Forse dovremmo chiamare la Fraser.- dice Seward –I suoi talenti psicometrici potrebbero esserci utili.-
-No, si è guadagnata la sua giornata di riposo.- taglia corto l’Ispettore Capo –Ci sarà tempo per questo. Piuttosto, ho paura che tutto il nostro lavoro non sia servito a nulla. Abbiamo, forse, distrutto l’impero sotterraneo di Dracula, ma non sappiamo se lui sia sopravvissuto e Van Helsing è sparita. I due più pericolosi vampiri di Londra e, forse, del mondo potrebbero tornare a colpire presto. A volte mi chiedo se questo lavoro finirà mai.-
Hanno fatto l’amore con foga quasi selvaggia. Katherine Fraser si è lasciata andare come mai si ricorda di aver fatto prima, come se quello stesse facendo fosse il suo modo di riaffermare la vita sulla morte. Si è donata a Frank Drake senza riserve e lui si è mostrato un amante tenero ed appassionato. Alla fine si sono abbandonati, stanchi, l’uno sull’altra ed hanno ceduto al sonno quando ormai il sole era sorto da tempo su una città dove la pioggia è solo un ricordo della notte appena trascorsa.
Ora, mentre sta facendo la doccia, diverse ore dopo, Kate si chiede perché l’ha fatto. Non è nel suo stile proporsi così sfacciatamente ad un uomo e ad uno, poi, che, in fondo, conosce da poco. Per la prima volta nella sua vita di controllata scozzese presbiteriana, ha seguito l’impulso del momento. Ne è pentita? Non può dirlo. Indossato l’accappatoio, torna nella camera da letto dove Frank sta ancora dormendo. Il discendente di Dracula, eppure quanto è diverso dal suo antenato. Katherine ricorda le volte che Dracula è penetrato in casa sua, le sensazioni che ha provato, il brivido misto all’eccitazione. Scaccia quel pensiero.
Un mugolio l’avverte che Frank si sta svegliando.
-Buongiorno.- gli dice sorridendo.
Frank ci mette qualche secondo a focalizzare e le restituisce il sorriso.
-Buongiorno a te Kate… vedo che hai fatto la doccia.-
-Esatto, puoi farla anche tu se vuoi, nel frattempo io preparo la colazione.-
Frank dà un’occhiata all’orologio.
-Un po’ troppo tardi, forse, abbiamo dormito parecchio…-
Fa un sorrisetto imbarazzato e Kate ribatte:
-Non abbiamo dormito molto in realtà. Su, vai, immagino che sarai ansioso di andare all’ospedale a vedere come sta tuo figlio.-
-Giusto, farò in un attimo.-
Alzandosi la sfiora, sembra che voglia baciarla, ma poi ci ripensa e si dirige verso il bagno.
Si è pentito di quello che c’è stato tra noi? Si chiede Kate, lo capisco, anch’io sono confusa su quanto è accaduto, forse dobbiamo solo andare avanti e vedere cosa succede.
4.
Esito.
Se mordo Stella Houston e la uccido qui, in questa specie di limbo, che ne sarà
di lei? Rinascerà come vampira? Ma che tipo di non morta sarà? Forse un
pericolo peggiore di quello rappresentato da qualunque altro vampiro sulla
Terra. Non risolverei nulla così, devo trovare un altro sistema ed in fretta.
Un momento e se… potrebbe non funzionare, ma non ho molto da perdere nel
provarci.
Afferro
il bavero del costume di Stella e la sollevo di peso facendola roteare sopra la
mia testa e poi punto al mio bersaglio.
-Cosa fai?- urla lei, mentre la sorpresa interrompe la
sua trasformazione nel mortale Boia, poi sembra capire il mio intento…-Noo,
fermo!- urla –Fermoo!-
Troppo
tardi, il suo corpo vola contro una delle finestre della stanza, che si spezza,
mentre la forza d’inerzia porta Stella oltre la finestra stessa, in quello che
c’è al di fuori.
-Che tu sia maledetto Drake… che tu sia maledetto!- la
sento urlare, mentre cade e la sua voce si perde in un’eco infinita,
proveniente da un abisso senza fondo.
Mi
giro, per vedere Asmodeus e Nekron perdere consistenza e svanire in volute di
fumo.
-Che la tua anima possa marcire in mille inferni
Hannibal King.- urla Asmodeus mentre sparisce –Io ti maledico! Prima della
prossima luna piena tu…-
La
sua voce si perde, mentre la stessa Torre delle Ombre sembra perdere di
consistenza ed io mi ritrovo a cadere in un mulinello senza fine.
Improvvisamente la caduta
cessa ed io mi ritrovo dove tutto è cominciato: l’Osservatorio Griffith a Los
Angeles. Come avevo sperato, la caduta di Stella oltre i confini della Torre
delle Ombre ha interrotto il collegamento mistico della Torre con la realtà ed
io sono tornato a casa. Come facevo a saperlo? Semplice: non lo sapevo, ho
giocato d’azzardo ed ho vinto. È ancora notte, mi chiedo quanto tempo sia
passato da quando sono entrato nella Torre: minuti, ore, giorni? Potrei anche
credere di aver sognato, se non fosse per quello che mi sono ritrovato in mano:
il cappuccio del Boia. Stella Houston avrà tempo di meditare sulla sua follia e
se mai la sua caduta nel vuoto cosmico dovesse terminare, scoprirà che
Satannish non è un padrone misericordioso, ma questo i suoi alleati Asmodeus e
Lord Nekron già lo sanno. Vorrei dire che mi dispiace per la loro sorte, ma
mentirei.
Fisso il cappuccio e con un
gesto teatrale lo lascio cadere nello strapiombo sotto di me, poi scendo tranquillo.
I soli fantasmi che hanno diritto di cittadinanza qui sono quelli di James
Dean, Sal Mineo e Natalie Wood, [8]
ribelli senza causa di tempi lontani e, forse, rimpianti. I brutti ricordi li
spazzerà via il sole che sta arrivando e che non deve trovarmi ancora qui.
Il mio luogo di riposo mi
attende. È stata una lunga notte.
Ospedale Victoria. Blade si sente bene, ormai, non ha importanza che i dottori pensino che dovrebbe restare a riposo un altro paio di giorni. Quando si tratta di ferite vampiriche lui ha dei poteri di recupero straordinari, il suo organismo ha rigenerato in fretta il sangue di cui ha bisogno ed ora è pronto per un altro scontro
Dopo essersi rivestito esce dalla sua stanza e s’incammina verso l’uscita, dove s’imbatte in Frank Drake e Katherine Fraser.
-Blade, sei proprio tu?- esclama Drake –Sapevo che avevi la pelle dura amico.-
-Drake che ci fai qui tu? E chi è il neonato con te?-
-Una domanda alla volta Blade, il bambino è mio figlio Quincy e quanto al resto… prima di spiegartelo, lascia che ti presenti Katherine Fraser, Ispettore di Scotland Yard.-
-Ci siamo incontrati anni fa, se non sbaglio.- commenta Blade –Quell’affare della Legione dei dannati, vero?-[9]
-Già. .-risponde Kate –Per sua fortuna, l’accusa di omicidio nei suoi confronti è caduta ormai.-
-Allora Drake, dimmi come stanno le cose.- chiede Blade all’ex socio.
E Drake gli spiega dell’ultimo scontro con Dracula e del suo esito.
-Dunque, il vecchio “Zanne” potrebbe essere sopravvissuto…-commenta, alla fine Blade.
-Purtroppo si, era ridotto male, ma non siamo sicuri della sua fine e per quanto riguarda Rachel…-
Il cellulare di Kate squilla e la ragazza risponde.
-Si, ho capito Ispettore, si, grazie di avermi informata… si, glielo dirò.- chiusa la comunicazione Kate si rivolge agli altri due: –Ci sono notizie su Dracula.. e forse sono buone. Se v’interessa possiamo andare sul luogo.-
-Puoi scommetterci, sorella.- è la risposta di Blade.
-Andiamo.- è il secco commento di Frank Drake.
L’uomo, possiamo a buon diritto chiamarlo così, non è bello a vedersi: è alto, sproporzionato, la pelle verdastra ed un’espressione truce sul volto. Chi lo incontra lo scansa istintivamente, ma non può fare a meno di guardarlo. Per quanto sembri impossibile, il primo pensiero che salta alla mente è che somiglia straordinariamente al Mostro di Frankenstein, nell’interpretazione di Boris Karloff, nel film di James Whale del 1932. Lui sorriderebbe a sentirselo dire, ha visto quel film e gli è piaciuto, certo si è preso un po’ di libertà con la storia, ma ha ricreato bene l’atmosfera, quella disperata voglia di essere accettato e la furia come reazione alla paura altrui. Lui lo sa bene, è stato lui a viverla, perché lui, che oggi si fa chiamare Adam Dippel, è la Creatura, il vero ed autentico Mostro di Frankenstein, ma, pensateci, il vero mostro della storia non era, forse, il suo creatore? O forse entrambi erano interpreti di una tragedia più grande di loro nel palcoscenico della vita?
Lui non conosce la risposta e, forse non gli importa di saperlo. Sotto queste spoglie deformi si nasconde un animo che è giunto a detestare profondamente la violenza, eppure, se sarà necessaria per liberare il mondo dalla minaccia del vampiro dai capelli bianchi chiamato Deacon Frost, non avrà scrupoli ad usarla quando l’avrà trovato. È per questo che è a Londra e non se ne andrà senza aver raggiunto lo scopo, anche se non sa ancora come.
5.
L’Ispettore Capo Chelm osserva la scena davanti ai suoi occhi e scuote la testa, scettico: possibile che la caccia sia davvero finita? Che Dracula sia davvero morto una volta per tutte? Difficile crederlo, viste le precedenti delusioni, eppure… si rivolge a Katherine Fraser:
-Ispettore
Fraser, vuole…-
Non ha bisogno di dire altro. Katherine Fraser non è solo un semplice Ispettore della famosissima Scotland Yard, ma è anche dotata di poteri psicometrici, di probabile origine mutante, che le permettono di “leggere” la storia di un oggetto e del suo proprietario solo toccandolo.
Senza parlare, Kate afferra un lembo della giacca dello smoking e subito nella sua mente si accavallano scene su scene: Dracula ferito, lacero, zuppo di pioggia, avvelenato dal nitrato d’argento, un paletto conficcato vicino al cuore, altri nelle spalle e nelle braccia a lacerargli le carni; è debole, grida vendetta, ma l’alba è vicina e non ha alcun posto in cui rifugiarsi, nessuno, ma non vuole morire così, non vuole, eppure…
Kate lascia andare l’indumento come se scottasse.
-Sono i suoi abiti.- dice –Lui è stato qui, questo luogo è intriso della sua sofferenza.-
-Dunque è davvero morto?-
-Così sembra, cosi sembra.- risponde Kate e c’è quasi una nota di tristezza nella sua voce, mentre pronuncia queste parole. Chelm le poggia una mano su una spalla e le dice:
-Andiamo via adesso.-
Kate raccoglie qualcosa da terra: l’anello di Dracula ed un cammeo che raffigura un volto di donna. Ci pensa su e poi li porge a Frank Drake.
-Credo che spettino a te come ultimo discendente diretto.- gli dice –Credo sia l’anello di famiglia.-
-L’anello del Drago.- commenta Frank –Era menzionato nei diari di famiglia. Si, credo che lo prenderò.- esita un istante, poi scuote la testa e lo infila all’anulare destro. –E questo?- chiede, indicando il cammeo. -È molto bello e la donna del ritratto… ti somiglia un po’.-
-È sua moglie vero?- chiede Kate –Dracula me lo ha detto spesso durate i nostri incontri che gliela ricordavo.-.
-Si, Maria, la suo seconda moglie e madre del suo unico figlio maschio legittimo, il mio antenato diretto. Dracula non l’avrebbe mai abbandonato, se fosse sopravvissuto. Terrò anche questo.- lo infila in una tasca, poi… si rivolge a Kate e Blade, che è sempre rimasto in silenzio –Su, andiamo via adesso… Blade, va tutto bene?-
Blade sembra riscuotersi da un sogno ad occhi aperti:
-Come? Oh si, va tutto benissimo, andiamo pure, qui non c’è più nulla per noi.-
Si allontanano e Blade si volge per un attimo indietro. Non era una voce quella che ha sentito? Non distingueva le parole, eppure… Scuote la testa e si dirige verso l’auto di Frank. Forse è solo troppo stanco, solo troppo stanco.
Los Angeles. Il cappuccio del Boia è volato per lungo tempo, sospinto dal vento, senza mai cadere, sino a giungere nei pressi del mare aperto, poi all’improvviso, una mano artigliata emerge dal nulla e lo afferra, per poi scomparire com’è venuta, lasciando dietro di se un vago sentore di zolfo.
Cape Cliff, Castello Salisgrave. Lilith, figlia di Dracula, scende nel salone e di rivolge ai suoi alleati.
-Devo recarmi a Londra per un po’.- annuncia –Ma non temete, tornerò per onorare il mio debito d’onore.-
-Sai che solo se sei sincera la maledizione degli Sterling ti permetterà di andartene senza danno per te e gli altri?- la ammonisce Lord Salisgrave..
Lilith ammicca al vecchio stregone e pensa al momento in cui sarà finalmente libera di decidere del suo destino.
-La figlia di Dracula ha una parola sola.- replica -Ed ora scusate, ma ho un lungo viaggio da fare e voglio partire subito.-
-Davvero non possiamo accompagnarti, mia signora?- le chiede Tagak, il Signore dei Leopardi.
-No mio buon Tagak, questi sono affari che debbo sbrigare da sola, sono affari di famiglia, dopotutto… devo rivedere vecchi amici, chiudere vecchi conti ed ho una promessa da mantenere.-
E mentre pronuncia queste parole, un sorriso maligno le increspa il bel volto.
FINE VENTIDUESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Poche cose realmente da
dire e, quindi diciamole subito:
1) Con
questa sequenza di episodi si conclude idealmente un ciclo di questa serie ed
al tempo stesso si gettano le basi di partenza per un altro. Rachel Van Helsing
morta, l’impero londinese di Dracula smantellato, ma lui è sopravvissuto e
finché lui è vivo, nessuno è al sicuro ed i nostri coprotagonisti potrebbero
scoprirlo nel modo più duro.
2) Si
chiude, almeno per ora, la storyline della Torre delle Ombre, i più attenti di
voi avranno capito che, quando si tratta di forze soprannaturali, non si può
mai essere sicuri di nulla
3) Dopo
l’uscita di scena di Simon Garth e Marie Laveau, ecco il ritorno del Mostro di
Frankenstein e delle due affascinati sorelle Von Frankenstein.
4) A
questo proposito v’interesserà, forse, sapere che i suddetti personaggi ci
faranno compagnia per un po’ e che, anche se il loro bersaglio primario è
Deacon Frost, non mancheranno altri incontri (Mmm qualcuno ha detto: “Dracula
contro Frankenstein”? Beh, perché no? Ma c’è anche qualcun altro che
specialmente Viktoria Von Frankenstein amerebbe incontrare, meditate gente.
5) Che
significa quell’accenno al Darkhold, col sogno di Blade che ai lettori attenti
ricorderà certe scene di Darkhold #11? Abbiate pazienza, lo saprete
prestissimo.
6) Chi
ha “rapito” il “cadavere” di Rachel Van Helsing, non credo sia un segreto, ma
quanto al perché, temo che dovrete aspettare un po’ per saperlo.
7) Lilith
compare su queste pagine su gentile concessione di Valerio Pastore e la sua
apparizione è da situarsi qualche tempo prima di Supernaturals #16
8) A quanto sembra, Dracula è proprio morto, eppure la testata si chiama ancora: “La Tomba di Dracula”, come mai? A dir la verità siamo ancora incerti se chiamarla: “Lilith, la Figlia di Dracula”, ” Deacon Frost Signore dei Vampiri” o “Nightstalkers” e, nel frattempo, stiamo saggiando quale soluzione preferite. -_^ … Ma, un momento: chi ha detto che Dracula è davvero morto? Non si è mai sicuri di nulla con questi vampiri.
Carlo
[1] Come mostrato negli episodi #17 e 18
[2] Avvenne niente meno che in Doctor Strange Vol 1° #175/177 (Uomo Ragno, Corno, #6/11)
[3] Un resoconto alquanto distorto di fatti narrati in Doctor Strange Vol 1° #174 (Uomo Ragno, Corno, #6)
[4] Nell’ultimo episodio
[5] Il tutto splendidamente narrato in Doctor Strange (già Strange Tales) #174/1178 e Avengers Vol 1° #61 (Ur Corno 6/16)
[6] E’ accaduto in Doctor Strange #174 (Ur, Corno, #6)
[7] Vedi episodi #17/18
[8] Protagonisti del film “Gioventù bruciata” (Rebel without a cause) di Nicholas Ray, le cui scene chiave sono state girate proprio nell’Osservatorio Griffith.
[9] Marvel Preview #3 inedito.