Nei numeri precedenti: le menti dell’Uomo Ragno, di Goblin, Mary Jane e Flash Thompson sono state trasportate nel passato per colpa del Dottor Destino. Ed ora rischiano di cambiare la storia.

 

Anni fa, Avenue Dinner Club

Per la maggior parte del pubblico, Goblin è ancora solamente uno dei tanti criminali mascherati che rappresentano la piaga di New York City: la sua fama è a malapena nascente.

Solo due persone nella folla di civili che circondano il Folletto Verde privo di sensi sanno la verità: che questo non è il Norman Osborn alle prime armi, ma quello del loro presente... quello che ha passato quelli che gli sono sembrati decenni ad organizzare dietro le quinte la totale distruzione dell’Uomo Ragno.

Eppure Peter Parker e Flash Thompson non solo non possono dire niente al riguardo, ma sono anche troppo lontani per evitare che J. Jonah Jameson afferri la maschera di Goblin.

-Vediamo chi c’è sotto la maschera. Parker, sbrigati a prendere la macchina fotografica!-

-Jonah, aspetta! Potrebbe essere una... trappola?- cerca di avvisarlo Peter.

J.J.J. smaschera Goblin, e tutto quanto si ferma: nell’istante stesso in cui le persone vedono il volto di Norman Osborn, è come se l’universo avesse appena premuto il fermo immagine.

-Che è successo?- si domanda Flash, guardandosi attorno: lui e Peter sono gli unici a potersi muovere. E a vedere la crepa nella realtà che si espande dalla posizione di Goblin.

-Penso che abbiamo appena rotto il tempo.- realizza Peter, scoprendo che le abilità proporzionali di un ragno sono completamente inutili ad evitare di essere inghiottito dalla crepa.

 

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#110 – Ritorno al futuro

di Fabio Furlanetto & Mickey

 

Anni fa, Coffee Bean

Solo un istante fa, Mary Jane Watson stava parlando con zia Anna. Senza neanche rendersi conto del passaggio del tempo, ora si ritrova a baciare un uomo. Che non è suo marito.

-Tutto a posto, MJ? Sembra che tu abbia visto un fantasma!- osserva Harry Osborn.

Facendo onore alle sue doti di attrice, Mary Jane riesce rapidamente a contenere la marea di emozioni contrastanti che sta provando, dalla gioia di rivedere il suo defunto amico al totale senso di smarrimento dovuto alla bizzarra situazione.

-S-sì, scusa, devo aver sentito vibrare il... – prova ad inventarsi mentre rovista nella propria borsetta, ma si ferma quando nota che non c’è nessun cellulare.

Guardandosi attorno per cercare qualcosa, qualunque cosa che possa aiutarla a cambiare la conversazione, nota un Flash Thompson visibilmente disorientato che si sta avvicinando al tavolo.

Il fatto che sia in uniforme militare fa capire a Mary Jane in che periodo si trovi.

-Flash! Ti ho già detto che l’uniforme ti dona?-

-Anche troppe volte, considerato che questo è il nostro appuntamento.- si lamenta Harry.

-E’ vero, voi due stavate insieme prima che conoscessi Liz! Non ci penso da anni!- commenta Flash, che a differenza di Mary Jane non ha anni di esperienza a mantenere segreti.

-Liz chi? Dai Flash, non mettermi in imbarazzo davanti ad MJ. Certo che avevi davvero bisogno di una licenza se farnetichi in quel modo!-

-Licenza? Sono ancora nell’esercito?-

-Flash, forse hai giusto bisogno di un po’ di aria fresca. Harry, ti spiace pagare il conto mentre io scambio due parole con il nostro eroe di guerra?- si affretta a proporre Mary Jane, praticamente trascinando di forza Flash verso l’uscita dal Coffee Bean.

-Ma... siamo appena arrivati...- commenta Harry in totale confusione.

Mary Jane ha già capito che Flash è un involontario viaggiatore del tempo come lei, e spera che possa dirle qualcosa sulla situazione di Peter.

Quello che non si aspetta è di imbattersi nel Peter Parker del passato, che giusto ora sta entrando al Coffee Bean tenendo sottobraccio una Gwen Stacy che Mary Jane non ricordava così giovane.

-Già te ne vai, MJ? Ma che peccato, ora dovrò tenermi Petey tutto per me.- la canzona la sua vecchia rivale in amore.

Così come sua moglie, Peter Parker è un esperto nel tenere segreti. Ed ancora di più a lanciare segnali non verbali all’unica persona a cui non vuole nascondere niente.

Dopo anni di matrimonio, ci sono piccoli cenni che raccontano volumi... uno sguardo che significa “inventati una scusa perché devo mettermi in costume”, un cenno del capo che comunica “il Senso di Ragno è scattato, metti in salvo i civili”.

Anche se non hanno mai concordato nulla di tutto questo, e men che meno hanno mai dovuto discutere un segnale che comunicasse “sì anche io ho viaggiato nel tempo”, gli sposi realizzano quasi all’istante la situazione.

-Peter, non pensavo ce l’avresti fatta. Come sta tua zia dopo l’attacco di cuore?- chiede Harry.

"Zia May ha avuto un attacco di cuore perché ha trovato un manichino di ragnatela al posto mio... ecco quando siamo" fa mente locale Peter[[i]], mentre una fitta gli stringe il petto. Non è solo empatia a distanza con il male della zia: è uno dei piccoli sensi di colpa che lo ossessionano da anni... ogni tanto sogna ancora incubi ambientati in quel frangente.

-Sì, infatti, devo parlare un attimo con Mary Jane per chiedere aiuto a sua zia Anna... - inventa su due piedi una scusa per poter parlare da solo con sua moglie, senza destare troppi sospetti sul suo attuale fidanzato. Harry Osborn li guarda comunque di sguincio, mentre la rossa annuisce complice e si apparta con lui.

-Che altro diavolo è successo?- va al sodo la ragazza, strofinandosi le labbra con un dito, senza neanche accorgersene, per pulir via la fastidiosa sensazione di aver baciato un uomo diverso da suo marito. Una cosa è il palcoscenico, ma quello di Harry non era il bacio di un attore.

-Certezze non posso averne, ma credo siamo stati sbalzati di nuovo nel tempo quando la storia ha rischiato di essere cambiata: JJJ stava smascherando Goblin prima che i tempi fossero maturi.-

-Ah, capisco. Aspetta però, non fingo di capirne abbastanza, ma non hai detto che la tecnologia di Destino non era pensata proprio per cambiare la storia?-

-Ottima osservazione. Evidentemente qualcosa non ha funzionato. Ricordi quando ti ho fatto leggere il libro di Stephen Hawking?-

-L'unico scienziato al mondo che mi faccia capire qualcosa di fisica e astronomia.- annuisce lei.

-Non mi offenderò. Prima che Richards pubblicasse un trattato sull'argomento dei viaggi del tempo, che come sai anche tu creano linee temporali divergenti, Hawking e Penrose ipotizzarono che l'universo preservasse la continuità con una "censura cosmica" che avrebbe impedito di modificare il passato. Non so come o perché, ma dev'essere entrato in campo un meccanismo di questo tipo.-

-Peter, non è proprio il momento di scrivere trattati scientifici, okay? Capisco dove vuoi arrivare, almeno credo, ma come ci aiuta questo? Possiamo provare a cambiare il corso degli eventi per tornare verso il nostro...-

La conversazione viene brutalmente interrotta da Gwen Stacy, che con falsa ingenuità prende sottobraccio il suo ragazzo e chiede:

-Tutto ok con tua zia? Vi vedo molto tesi e... preoccupati - allude alla sua amica e rivale. - Posso aiutarti io in qualche modo?-

Ignorando la pelle d'oca di sentire ancora il tocco e il profumo del suo primo amore, Peter Parker prende un respiro profondo e si chiede se smetterà mai di trovarsi in situazioni così assurde.

 

Industrie Osborn

Norman Osborn siede nel suo ufficio, ed i suoi dipendenti hanno l’ordine tassativo di non disturbarlo.

Non è stato difficile avere conferma che la storia non è stata cambiata: Norman non può certo ricordarsi tutti i minimi dettagli del proprio passato, ma se la sua identità segreta fosse stata svelata al mondo ai tempi dei primissimi scontri con l’Uomo Ragno ora Norman Osborn non sarebbe certo a piede libero.

-Sono solo stato sbalzato in avanti nel tempo. Evidentemente, anche con l’interferenza del Dottor Destino la storia non può essere cambiata.- dice a se stesso.

Sulla sua scrivania sono in bella mostra diverse fotografie dove Norman stringe la mano agli uomini può potenti del Paese, e solo una è fuori posto: una foto di suo figlio Harry.

La prende in mano, osservando il flebile riflesso del proprio volto sul vetro del piccolo quadro.

-Quindi sono destinato a rivivere il passato? A rivedere morire mio figlio?-

-Torna a casa.- gli risponde una voce che non sente da tempo.

-Come? Non so come viaggiare nel tempo. L’unico modo in cui mi sono avvicinato al presente è...-

-Uccidi l’Uomo Ragno.-

-Cosa? No, questo non cambierebbe niente! Non posso cambiare la storia...

-Uccidi l’Uomo Ragno.-

-...ma cercare di cambiarla mi fa andare avanti nel tempo.- realizza Norman, che lascia cadere la foto del figlio per tornare a sedersi alla scrivania.

-Anche lui non può evitare di ripetere la storia. Posso trovarlo usando la storia.- dice a se stesso, aprendo sul proprio computer personale l’edizione online del Daily Bugle.

-Trova l’Uomo Ragno e uccidilo. Ancora e ancora e ancora.-

Finalmente Norman trova quello che cercava. Un trafiletto che riporta il servizio televisivo del giorno precedente in cui J. Jonah Jameson incitava il pubblico ad attaccare l’Uomo Ragno alla sua imminente partecipazione ad un talk show.[[ii]]

-I vecchi tempi non erano poi così male, vecchio mio.- risponde il riflesso di Norman sullo schermo del computer... o meglio, il riflesso di un folletto verde.

Ed il sorriso di risposta non è quello di Norman Osborn.

 

Coffee Bean

L’uscita a quattro (più Flash) ha molto meno successo di quanto Peter e Mary Jane ricordano dell’evento originale.

Entrambi devono doversi comportare come se fossero ancora in una relazione con Gwen ed Harry; a complicare il tutto non c’è solo lo shock di rivedere due vecchi amici morti, ma per Peter c’è la fitta al cuore di avere il primo grande amore della sua vita avvinghiata al suo braccio e per Mary Jane l’imbarazzo di non essere mai stata realmente innamorata di Harry, nemmeno nel breve periodo della loro relazione.

-Tutto a posto, Peter? Mi sembri molto... distratto.- si preoccupa Gwen, e nella sua voce Peter rileva una punta di gelosia rispetto a Mary Jane. In effetti Peter ha passato tutto il tempo a cercare di parlare più con la sua futura moglie che con la sua attuale ragazza.

-Sì sì, è solo che sono preoccupato per zia May. Mi spiace se non siamo riusciti a tirarti su di morale, Flash.- tenta disperatamente di cambiare argomento lui.

Flash non ha parlato molto. Non solo conosce la situazione molto meno di Peter e Mary Jane, ma a differenza di loro ha molta meno esperienza in eventi così straordinari... anche se, in qualità di amico di lunga data di Peter Parker, nella sua vita non sono certo mancati eventi assurdi.

-No va tutto bene, Peter, è solo che ritrovarmi in divisa mi ha fatto tornare alla mente tutti gli orrori che ho visto durante la guerra.-

-Ma non avevi detto di non essere ancora stato mandato in combattimento?- chiede Gwen, che pur non avendo un Senso di Ragno ha già ben capito che l’amico le sta nascondendo qualcosa.

Flash praticamente non la sta ad ascoltare, troppo perso nei tipici dilemmi dei viaggiatori nel tempo e troppo impulsivo per non rifletterci sopra a voce alta.

-Stavo pensando: e se disertassi? Eviterei la guerra, ma poi dovrei nascondermi da qualche parte e non incontrerei mai Sha-Shan!-

“Flash, per la miseria la vuoi smettere di parlare!?” pensa Peter, che inizia ad ingegnarsi per trovare un modo per metterlo a tacere. Ma è troppo tardi: Gwen ha raggiunto il limite.

-Okay voi tre, si può sapere che sta succedendo? Peter, tu e MJ continuate a parlottare, e Flash non la smette di dire cose insensate!-

-In pratica è il solito Flash che tutti amiamo.- scherza Peter, pur sapendo di non potersela cavare così facilmente.

-Ah no mister, questa non è una di quelle volte in cui te la cavi con una battuta! Che cosa sta succedendo, davvero?- chiede Gwen, puntando il dito contro il proprio ragazzo.

Per esperienza, il suo sguardo si dirige verso Mary Jane. Riceve il messaggio tramite un sopracciglio leggermente alzato ed una impercettibile alzata di spalle: “Non guardare me, non ho idea di come tirarci fuori da questo casino”.

-Ecco, Gwen, la verità è che... che...- cerca di prendere tempo Peter, fino a quando non avverte un familiare pizzicore alla base del collo.

“Oh grazie al cielo, qualcuno che vuole uccidermi” pensa Peter, i cui riflessi vanno in iperstimolazione in risposta allo scatto del Senso di Ragno.

Muovendosi con la velocità proporzionale di un ragno, afferra il tavolino e lo ribalta in direzione dei pipistrelli-rasoio che hanno appena sfondato la finestra.

-L’Uomo Ragno può uscire a giocare? HAHAHAH!!!- sghignazza Goblin, che con il proprio aliante scende ad altezza della strada.

-L’Uomo Ragno? Cosa c’entriamo noi con... dov’è finito Peter?- si chiede Gwen, guardandosi attorno senza vedere più il proprio ragazzo.

-A prendere la macchina fotografica.- rispondono all’unisono sia Mary Jane che Flash.

-L’uscita è libera! Andiamo, MJ!!!- la esorta Harry, prendendola per mano e correndo verso l’uscita del Coffe Bean ma fermandosi quando una scarica elettrica colpisce l’ingresso.

-Nessuno va da nessuna parte finché non lo dico io.- proclama Electro, incrociando le braccia; l’elettricità proveniente dal suo corpo costruisce una vera e propria barriera di fronte al locale.

-Ho intrappolato i teenager, Goblin.- dice al suo alleato.

-Hey! Teenager a chi!?- protesta Gwen.

-Perfetto! Tienili sotto controllo, l’Uomo Ragno tenterà sicuramente di salvarli.-

-Sei tu quello che paga, Goblin. Questo è un lavoro molto più semplice che chiedere a Jameson di pagarmi per attaccare il Ragno.[[iii]] E’ un piacere lavorare con una persona normale, dopo quel pazzo del Dottor Octopus!-

-Ma povero Otto, vuoi dire che la vostra torbida storia d’amore è già finita? Pensavo progettaste di adottare delle anguille elettriche!- interviene l’Uomo Ragno, che per distrarre Electro lancia una palla di ragnatela verso la sua testa... che viene incenerita da una scarica.

“Accidenti, dimenticavo che la formula che usavo all’epoca era molto più suscettibile all’elettricità di quella che uso oggi.” pensa il tessiragnatele.

-Sono felice che tu sia arrivato, Uomo Ragno. Da scienziato a scienziato, è il momento di testare una mia teoria.- dice Goblin, scagliandogli contro delle bombe-zucca.

-Che il motivo per cui non hai mai fatto comunella con Electro è perché non riuscite a mettervi d’accordo su chi ha la maschera più ridicola?-

-Che l’elettricità aumenti il potenziale distruttivo delle mie bombe.- risponde Goblin, premendo un pulsante nascosto all’interno del suo guanto.

La mini-bomba che ha chiesto ad Electro di agganciare alla propria cintura esplode; il Senso di Ragno avverte l’eroe dell’imminente esplosione, ma non può fargli sapere che l’aura di Electro l’avrebbe potenziata abbastanza da decuplicarne la potenza.

Ed il tempo si rompe ancora.

 

Anni fa, Shea Stadium[iv]

L’Uomo Ragno si chiede se viaggiatori nel tempo più avvezzi di lui si abituino mai alla confusione che accompagna ogni salto temporale. Ma passa ben presto a preoccuparsi di altro, perché è abbastanza certo che la maggior parte di loro non deve allo stesso tempo riprendersi da un pugno in faccia ricevuto da una esatta copia di se stessi.

-Questo dimostra che sei tu il clone! Il vero Uomo Ragno non si sarebbe mai lasciato prendere di sorpresa in quel modo!- gli dice il suo avversario, anch’egli in costume da Uomo Ragno.

-Ben!?- esclama Peter, riconoscendo quello che in futuro si chiamerà Ben Reilly.

Guardandosi attorno, capisce subito quando si trova. Lo Sciacallo ha preso in ostaggio Ned Leeds ed il clone di Gwen Stacy, organizzando uno scontro all’ultimo sangue con il suo clone. [[v]]

-Aspetta! So che suona assurdo, ma non sono io il clone! Sono l’Uomo Ragno del futuro che è stato sbalzato indietro negli anni!-

-E dovrei bermi una cosa del genere!?-

-Andiamo, sarebbe davvero la cosa più assurda che ti sia mai capitata? Ci siamo fatti crescere quattro braccia [[vi]] o visto Zia May sposare il Dottor Octopus?[[vii]]-

-Non hai tutti i torti. Ed una idiozia del genere non fa parte del modus operandi dello Sciacallo.- concorda il clone.

-Che cosa stai aspettando!? Uccidi il tuo clone!!!- protesta il supercriminale.

-Senti, che ne dici di prendere a cazzotti mister scienziato pazzo e di discutere dopo di chi è il clone?- suggerisce il futuro Ragno Rosso.

-Niente mi farebbe più... un secondo. Il fatto di non combattere l’uno con l’altro dovrebbe aver già cambiato la storia, quindi perché sono ancora qui?- si domanda il vero Uomo Ragno.

 

Manhattan, Lower West Side

Mary Jane cammina a passo spedito per le vie della città. Per fortuna la conosce come il palmo della sua mano, e si ricorda ancora meglio dove viveva Peter Parker all’epoca.

Ha ricordi complessi di questo periodo... è quando si è resa conto di essere veramente innamorata di lui, ma allo stesso tempo è quando lo ha allontanato respingendo la sua prima proposta di matrimonio. [[viii]]

Non ricorda con particolare precisione quale crisi stesse gestendo Peter in questo preciso momento, e non ha nemmeno potuto telefonargli perché Peter all’epoca poteva a malapena permettersi l’acqua calda, figuriamoci un telefono.

Mary Jane bussa insistentemente alla porta dell’appartamento, che è ancora più malandato di quanto si ricordasse.

-Peter? Peter, sono io. Dobbiamo trovare un modo per tornare indietro!-

La porta dell’appartamento si apre, ed una mano afferra il polso di Mary Jane. Lei viene trascinata dentro con velocità e forze sovrumane.

-Indietro. Sì, ai bei vecchi tempi.- risponde Norman Osborn, chiudendo la porta e schiacciandone il pomello come se fosse fatto di carta straccia.

-Norman? Tu non puoi essere qui! Eri morto all’epoca!-

-Un inganno necessario, per darmi tempo al mio corpo di guarire a dovere dalla ferita inferta dal tuo futuro marito.[[ix]] Ma ora mi rendo conto di aver sprecato tutti quegli anni... ho guadagnato un impero, sì, ma mi sono perso l’euforia di essere il vero me stesso.-

-Norman, stammi a sentire. Tu non stai bene. Credo che il viaggio nel tempo non abbia fatto bene alla tua mente...-

-Interessante teoria. Ne riparliamo alla tua prossima morte.- risponde Goblin, facendo detonare una bomba-zucca che esplode in faccia ad entrambi.

 

Anni fa, baia del fiume Hudson

Un secondo fa, l’Uomo Ragno stava per dare il colpo di grazia allo Sciacallo. Invece si ritrova a dare un pugno all’aria, nuovamente spiazzato.

-Un altro salto temporale! Ma perché non è successo quando mi sono rifiutato di combattere Ben? E quando sono...- si domanda, rendendosi conto solo ora di essere davanti ad un uomo ferito.

Si assicura immediatamente che sia ancora vivo. Solo dopo lo riconosce come il Gufo, nemico di Devil ed attuale signore del crimine di New York.

-Quand’è l’ultima volta che... ah certo, quando ha avuto la brillante idea di dichiarare guerra al Dottor Octopus per il controllo del mondo criminale.-[[x]]

Non ha senso spendere troppe energie nell’aiutare il Gufo: sa benissimo che se la caverà. E non c’è nessuno attorno a lui, se non una manciata di sgherri che il suo io passato ha già sconfitto.

-Hm, se non ricordo male, siamo in quella specie di assurda voliera gigante che il Gufo usava come base. Sono arrivato a cose fatte? Era stato Ock a stendere il Gufo, ed in questo momento il non-tanto-buon Dottore dovrebbe essere... oh accidenti!!!- esclama l’arrampicamuri, rendendosi conto di cosa sta per accadere in questo momento della sua storia.

Si muove con la massima velocità tra le travi che sorreggono la bizzarra costruzione, raggiungendo la sua compagna di avventure dell’epoca.

La Gatta Nera sta infatti compiendo acrobazie per restare lontana dai tentacoli del Dottor Octopus, per tenere fuori dalla sua portata il detonatore necessario ad attivare la bomba al neutrone che il criminale intende far detonare su New York.

Il passato scorre rapidamente di fronte agli occhi del tessiragnatele. Sa che cosa sta per succedere: la fortuna della gatta ladra durerà poco, sarà afferrata da Octopus e nella battaglia che seguirà verrà ferita mortalmente.

-Octopus! Lasciala stare! E’ me che vuoi!!!-

-Ragno! Insieme possiamo batterlo!- lo incita la Gatta Nera.

-Lei ha osato rubare il detonatore al Dottor Octopus! Nessuno può prendersi gioco di me e continuare a vivere!!!-

-Otto, dai, è da anni che ti prendo costantemente in giro e sono ancora vivo.-

-La solita insolenza! Ma questa è l’ultima volta che...-

-Ferma, ferma, time out. Lo sai come va a finire questa storia, Otto? Tu le fai del male ed io mi arrabbio così tanto da strapparti le braccia. E per quanto sarebbe molto, molto catartico farlo di nuovo, sarebbe una vera e propria perdita di tempo.-

-Ragno, ma che ti è successo!? Se non lo fermiamo, distruggerà la città!!!-

-No, Felicia, non lo farà. Otto, ascoltami, sono io il tuo bersaglio. E non ho intenzione di impedirti di colpirmi.- annuncia l’Uomo Ragno, allargando le braccia per esporre il petto ad ogni attacco.

“Se la mia teoria è giusta, adesso dovrei saltare avanti nel tempo.”

-Che razza di strategia è mai questa? E poi hanno il coraggio di chiamare me pazzo!- commenta il Dottor Octopus, allungando un tentacolo verso la vecchia nemesi... ma fermandosi prima di toccarlo, esitando.

-No. Questo dev’essere un trucco.-

-Nessun trucco. Andiamo Ock, in onore dei vecchi tempi. Facciamola finita.-

Come quando sta per stapparsi una bottiglia di spumante e, pur sapendolo, d'istinto qualcuno chiude lo stesso gli occhi, così fa l'Uomo Ragno mentre coscientemente altera il suo passato, pronto alla sensazione di essere sbalzato verso il futuro, spiacevole persino per qualcuno come lui pressoché immune a vertigini e nausee. Il silenzio che lo circonda gli fa riaprire gli occhi e gli fa rendere conto di essere ancora all'epoca di quegli eventi, ormai modificati.

-Ma come diavolo..?! - si lascia sfuggire. Il tempo non si è infranto, per qualche motivo. La censura cosmica ha raggiunto il suo limite di applicazione? La tecnologia di Destino ha avuto la meglio?

E' una di quelle situazioni in cui da solo non può venirne a capo.

L'Uomo Ragno alza le mani in segno di resa e si rivolge al Dottor Octopus.

-Time out. Tregua. Dammi trenta secondi per parlare.-

L’istinto di Otto Octavius gli dice di non ascoltare. Che questo è solo l’ennesimo trucco di un uomo che odia dal profondo del suo cuore.

Ma c’è un’altra parte di lui che non resiste alla tentazione. Forse per la vanità di doversi dimostrare più intelligente della sua nemesi, forse per una recrudescenza di curiosità intellettuale.

-Parla.- concede il supercriminale.

-Vengo dal futuro, per colpa del Dottor Destino. Nel futuro ti sei redento e siamo alleati. Aiutami adesso a tornare nel mio tempo.-

Felicia Hardy, ancora stordita, pensa di star avendo allucinazioni uditive.

Stupore e perplessità si disegnano sul volto di Octavius, per quanto cerchi di rimanere impassibile:

-... questo era inaspettato. Che prove hai?-

-Di concreto nulla, è solo la mia coscienza a viaggiare nel tempo. Posso dimostrarti la mia buona fede portandoti a... nel mio rifugio segreto.-

-Sono ufficialmente intrigato, arrampicamuri. Dimmi di più nel tragitto.-

I newyorkesi più attenti sarebbero rimasti perplessi nell'assistere allo strano terzetto che si sposta da un tetto all'altro, mentre Peter Parker spiega l'assurda situazione in cui si è trovato, finché non entrano di soppiatto nello squallido appartamento che vuole spacciare per proprio covo.

-Ora sono deluso. Questo non è degno del rifugio segreto dello "stupefacente Uomo Ragno".-

-Mantengo un basso profilo e mi nascondo in bella vista.- risponde l’eroe, che tutto sommato non sta esattamente mentendo.

“Ed in più, anche se la mia teoria è sbagliata, in questa topaia non rischio di fare del male a nessuno dei miei cari.” aggiunge solo pensandolo, per poi proseguire a voce alta.

-Tornando alle questioni serie, in base a quello che ti ho detto, ti sei fatto un'idea del perché stavolta non ho fatto il salto temporale?-

-Ci sto ancora ragionando. All'epoca ho studiato le dimensioni parallele[[xi]] ma è molto che non mi aggiorno sui viaggi nel tempo - si giustifica, non senza tradire un certo imbarazzo da uomo di scienza.

-Hai pensato di confrontarti con tua... moglie... - interviene con un certo disagio Felicia Hardy, dopo aver scoperto che fine farà la sua relazione con l'uomo che ama - ... per capire che cosa può essere successo di diverso?-

-Sarebbe un buon punto di partenza, grazie - ammette sorpreso Peter - solo che non ricordo il suo numero di casa dell'epoca... noi ormai usiamo telefoni portatili con una rubrica incorporata...-
-In ogni caso non sarebbe a casa: è in Florida.-

-Oh, è vero, ora che ci penso... E tu come lo sai?-

-Sono una Sherlock Holmes in erba, sto attenta a ogni dettaglio e tengo tutto sotto controllo, soprattutto sul mio uomo e sulle mie rivali in amore.-

-Inquietante, ma calzante, un giorno aprirai una tua agenzia di... aspetta, quindi stavolta Mary Jane è lontana da me, lontana da New York... - ragiona ad alta voce Spidey - ... che sia questa la variabile? Le altre volte non ero solo al momento del cambio della storia, c'erano o lei o Flash...-

-Non so quanto senso abbia che la storia possa essere cambiata solo se un cronoviaggiatore è isolato dagli altri, a meno che non abbia a che fare con un qualche campo cronoquantico che ognuno di voi emette e interagisce con quello degli altri - prova a reinserirsi nel discorso il fisico nucleare.

-Non è la teoria più strampalata che abbia sentito in vita mia. Quindi se non incontrassi più MJ o Flash... potrei evitare tanto spargimento di sangue...-

La sua mente inizia a macinare a gran velocità.

Non manca molto alle Guerre Segrete e all'incontro con il simbionte: potrebbe evitare la genesi di Venom, con tutto quello che ne consegue.

Non manca molto all'omicidio di Jean DeWolff per mano del Mangiapeccati.

Si ritrova davanti a un bivio: se resta da solo, può effettivamente cambiare la storia, ma se torna da sua moglie, qualunque cosa faranno li farà sbalzare nel tempo di nuovo.

Nonostante indossi ancora la maschera, la sua confusione traspare dal suo volto attraverso il tessuto.

Anche a Felicia Hardy gira la testa all'idea di poter cambiare il proprio destino segnato di perdere l'uomo che ama in favore della sua rivale.

Per quanto non sia uno stinco di santo, sa che cosa deve dire.

-La tentazione è forte. Anch'io vorrei approfittarne per cambiare il mio futuro, visto che mi hai detto che cosa mi accadrà. Ma ti conosco troppo a fondo. Salveresti vite a fin di bene, ma non reggeresti il peso... la responsabilità... di esserti arrogato il diritto di cambiare la storia.-

-Mi duole convenire con lei. Conosci l'effetto farfalla, Uomo Ragno?-

-Sì, Otto, sono uno scienziato anch'io.-

-Come sospettavo. Quindi sai che cosa potresti provocare, involontariamente, in negativo, cambiando il corso degli eventi più di quanto tu abbia già fatto. -

-Avete ragione. La cosa più semplice e sana da fare è tornare nella mia epoca e, se possibile, cercare di resettare la linea temporale. Mi aiuterete?-

 

CONTINUA

 

Note



[[i]] precisamente, siamo in Amazing Spider-Man #82 (in Italia, Uomo Ragno Corno #83 o Uomo Ragno Classic 24)

 

[[ii]] sempre su Amazing Spider-Man #82

 

[[iii]] la trama di Amazing Spider-Man #82, se non fosse chiaro

 

[[iv]] tecnicamente lo stadio è stato demolito nel 2008 per fare spazio al Citi Field, e considerando il tempo fumettistico la scena dovrebbe ormai svolgersi dopo la sua demolizione. Ma non ditelo a nessuno.

 

[[v]] nella cosiddetta “Saga del Clone originale”, precisamente Amazing Spider-Man #149 (in Italia, Uomo Ragno Corno #190 o Uomo Ragno Classic 44)

 

[[vi]] chi può dimenticare Amazing Spider-Man #101? (in Italia, Uomo Ragno Corno #102 o Uomo Ragno Classic 29)

 

[[vii]] nel caso vi siate persi l’invito, su Amazing Spider-Man #131 (in Italia, Uomo Ragno Corno #151 o Uomo Ragno Classic 37)

 

[[viii]] è successo su Amazing Spider-Man #183 (in Italia, Uomo Ragno Corno #267 o Uomo Ragno Classic 59)

 

[[ix]] come scoperto alla fine della seconda Saga del Clone

 

[[x]] su Peter Parker, The Spectacular Spider-Man #75 (in Italia, Uomo Ragno Star Comics #25). Il fatto che sia la prima saga dell’Uomo Ragno letta da uno dei due autori di questa storia potrebbe avere qualcosa a che fare con l’uso di questo periodo.

 

[[xi]] vedi Uomo Ragno: Speciale Crossover