Nei numeri precedenti: le menti dell’Uomo Ragno, di Goblin, Mary Jane e Flash Thompson sono state trasportate nel passato per colpa del Dottor Destino.

L’Uomo Ragno ha scoperto che ogni modifica al tempo in presenza degli altri porta solo a nuovi salti temporali, e si è alleato con il Dottor Octopus e la Gatta Nera del passato per trovare una soluzione.

 

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#111 – Evasione dal tempo
di Fabio Furlanetto & Mickey

 

Anni fa, sul fondale del fiume Hudson

L’Uomo Ragno cammina nervosamente sul soffitto, immerso nei propri pensieri.

Il suo Senso di Ragno rileva una costante minaccia di fondo, nonostante il Dottor Octopus non stia facendo nessuna mossa nei suoi confronti: tutte e sei le braccia sono troppo impegnate a lavorare sulla propria attrezzatura, e nessuno sgherro li ha seguiti in questo covo segreto.

Eppure il suo nervosismo è chiarissimo per chi lo conosce bene.

-Vuoi stare fermo un minuto, Ragno? Questo posto già mi mette i brividi da solo, non c’è bisogno che ti aggiunga anche tu.- lo redarguisce la Gatta Nera, che sta passando in rassegna i contenuti del laboratorio mentre schiva l’ammasso di macchinari rotti e scatole di cibo andato a male che sono sparsi sul pavimento.

-Facile a dirsi per te, Felicia, tutta l’attrezzatura di questo posto è pensata per ammazzarmi!-

-Non darti troppa importanza. Solo tre quarti.- risponde il Dottor Octopus, senza nemmeno la cortesia di guardare il proprio interlocutore.

-Non ricordo di aver mai visto questo covo in particolare, Ock, ma devo avertene distrutti tre o quattro. Dove trovi i soldi per tutte queste basi, con quanto costa l’affitto a New York?-

-Dai, Ragno, è chiaro che li ha rubati. E scommetto che qui attorno c’è ancora qualcosa di valore che potrebbe tornarci utile.- ipotizza la ladra, adocchiando un marchingegno di cui ignora la funzione ma che sembra di valore. Prima che lei possa metterci le mani, uno dei tentacoli di Octopus lo afferra.

-Tieni sotto controllo la tua sgualdrina, Uomo Ragno. La sua presenza non è...-

-Come mi hai chiamata!?- esclama la Gatta Nera; dai suoi guanti spuntano artigli affilati, e lei si lancerebbe addosso ad Octopus se l’Uomo Ragno non si mettesse di mezzo.

-Aspetta! Felicia, il mio futuro dipende letteralmente dal lavoro di Octopus, cerca di controllarti, okay? E tu, Octavius, non hai idea di quanto sto sacrificando per non strapparti quelle braccia, quindi se non vuoi farmi riconsiderare la nostra alleanza faresti meglio a lavorare!-

-Se tu fossi anche un decimo dello scienziato che sono io, Uomo Ragno, apprezzeresti il genio che è stato necessario per ottenere quello che mi hai chiesto.- risponde il Dottor Octopus.

Le sue braccia meccaniche sollevano l’intero computer su cui stava lavorando, pur di mostrare all’Uomo Ragno l’immagine sullo schermo. Agli occhi di un profano sembrano solo un’accozzaglia di linee, ma dietro la maschera Peter Parker spalanca gli occhi.

-Hai seriamente isolato le particelle che mi fanno viaggiare nel tempo!?-

-Sono un genio, ma limitato dalle patetiche risorse che la società dedica alla scienza. Ho identificato le particelle, vero, ma per isolarle e soprattutto riprodurle in quantità apprezzabili avremmo bisogno di macchinari dal prezzo incalcolabile.-

-Hmm, c’è qualcosa di familiare in quei dati. Penso ci sia un modo per produrre chimicamente quello di cui abbiamo bisogno.-

-Ah! Per un attimo ho creduto realmente che tu fossi uno scienziato. Se tu avessi le più basilari nozioni di scienza, Uomo Ragno, realizzeresti che non è possibile isolare particelle elementari tramite la chimica!-

-Non per un fisico nucleare come te o un biochimico come me, forse. Ma conosco un tizio...-

 

Oggi, Empire State University

Avendo la mente di un adolescente, Peter Parker potrebbe avere l'istinto di lasciar risolvere i disastri temporali ai più maturi ed esperti e godersi ciò che questo futuro gli propone. Purtroppo, a qualsiasi età dopo la morte dello zio Ben, qualsiasi Peter Parker è schiavo del proprio senso di responsabilità. Per questo non può esimersi dal presentarsi al lavoro del suo futuro, pur essendo in gran parte incapace di portarlo a termine.
Benedice le nuove tecnologie, lo Starkphone e la voce di Edith che l'hanno guidato fino all'università e gli hanno mostrato l'orario delle lezioni e l'agenda. Ha solo dovuto studiare, facendo finta di nulla, una mappa fisica del campus per capire dove fosse l'aula. Ha ancora le idee confuse su quale sarà il suo lavoro - professore? Assistente? Ricercatore? Un po' di tutto? Si aspettava qualcosa di più dalle premesse dei suoi giorni.
Mentre varca la soglia dell'aula, quel genere di pensieri si dissipa per lasciar spazio ad ogni genere di ansia. Peter Parker non è abituato a presentarsi impreparato a scuola, gli succedeva solo negli incubi notturni - che ora si sono materializzati. Tutti gli occhi della manciata di studenti sono puntati verso di lui, mentre lo salutano. Sembrano, e sono, tutti più grandi di lui, eppure dovrebbe tenere per loro una lezione.

-B-buongiorno, ragazzi - li saluta, prendendo posto alla cattedra. Il suo sguardo ricade su un paio di ragazze carine con l'aria da nerd, del genere che gli fa girare la testa, e subito rifugge per non perdere ulteriormente la concentrazione.
-Buongiorno, prof - gli fa eco un sommesso coro.
-Oggi la lezione sarà... un po' diversa. Siccome alcuni di voi mi hanno detto in privato di alcune difficoltà nello studio o di essere rimasti indietro con il programma... ho pensato di fare una pausa nella tabella di marcia e fare il punto della situazione di quello che abbiamo imparato finora.-
Gli studenti si guardano tra loro, in parte perplessi e sorpresi, in parte curiosi di sapere chi sia andato a confessare certe difficoltà durante l'orario di ricevimento. Peter è comunque soddisfatto dell'avvio: chi ben comincia, è a metà dell'opera.

-... e siccome non si può dire che si conosca un argomento se non si è in grado di spiegarlo a qualcun altro, lascerò a voi la parola per darvi modo di mettervi alla prova in vista dei test finali.-
Un certo panico dilaga tra i banchi. Il professore improvvisato sorride, gli ricorda lo stesso panico dei suoi compagni di scuola quando c'era una verifica.

-State tranquilli, non vi giudico e non vi valuto. Ci sono volontari per iniziare?-

Una delle ragazze che aveva adocchiato alza timidamente la mano.
Dio benedica i secchioni come lui.

Reggere la scena per il resto dell'ora è mentalmente estenuante, perché Peter non conosce nel dettaglio il 90% degli argomenti di biochimica di cui tratta il corso che sta tenendo, ma lascia parlare gli studenti mentre ripassano tutto il programma svolto e rimane affascinato da tutto ciò che deve ancora imparare, da tutto ciò che lo aspetta come studente prima e come insegnante poi.

Tutto sommato questo viaggio del tempo può essere utile. Se le cose stanno andando così bene a lui a cui di solito va tutto storto, chissà che successone starà avendo Mary Jane...

 

Oggi, set di “Agents of F.B.S.A.”

Anche per la giovane Mary Jane Watson non è stata una passeggiata raggiungere il luogo di lavoro. Il suo motore non è stato il senso di responsabilità, quanto la curiosità sulla sua carriera. Lei ha sempre nutrito grandi aspettative da quel punto di vista e ora sta facendo i conti con il fatto che le aspettano anni di alti e bassi, senza raggiungere la fama mondiale a cui aspira e aspirava: ha avuto sì una carriera stellare da supermodella, ma da quel che ha capito non è durata abbastanza e ha ceduto con i primi segni di invecchiamento; come attrice non ha avuto abbastanza fortuna, tra soap-opera, spettacoli a teatro (che pubblico potevano mai raggiungere?) e adesso una serie televisiva d'azione. Senza contare che una gravidanza e una figlia non hanno giovato.

Nel tragitto da casa al set ha potuto notare di avere ancora gli occhi molesti degli uomini addosso, nonostante negli specchi si veda appesantita e segnata dal tempo. C'è ancora materiale su cui lavorare: se rimarrà bloccata in quest'epoca, potrà rimboccarsi le maniche per realizzare appieno i suoi sogni; se tornerà nel passato, potrà far tesoro di quello che sta imparando?

Più facile a dirsi che a farsi.

-Che succede? - chiede in giro, trovando meno gente del previsto e più agitata di quanto si aspettasse.
-Non hai letto in chat?
No, perché non ha ancora confidenza con la tecnologia attuale.
-C'è uno sciopero degli sceneggiatori - le spiega una collega di cui apprezza il bell'aspetto fisico, nonostante sia grande per lei.
-Uno sciopero degli...? Roba da matti, non pensavo fosse possibile.-
-Dov'eri negli ultimi anni? Ah, forse rapita da quel Goblin - le manda una frecciatina che lei non riesce a cogliere.

-Quindi che si fa?
-Aspettiamo direttive dalla produzione.-
Da un lato l'imprevisto è motivo di sollievo, perché non aveva avuto modo di prepararsi, per ovvi motivi. Dall'altro la delusione è cocente, perché si aspettava di toccare con mano il magico mondo della recitazione e dello schermo. Esce dallo studio per prendere una boccata d'aria e nota un gruppetto di ammiratori della serie appostati fuori. Sorridente, si avvicina a loro per assaggiare che cos'è la popolarità.

-Mary Jane! Un selfie?! - le chiede un ragazzo.
Inutile dire che la ragazza non sa di che cosa si parli, quindi rimpalla con le conoscenze che ha a sua disposizione.
-Uh? Vuoi un autografo?
-Che me ne faccio?
-Come, scusa? Il mondo va al contrario adesso? - dice, allontanandosi stranita e ricongiungendosi all'unico volto familiare sul set.

-Gli sceneggiatori che si permettono di scioperare e bloccare un'intera produzione, i fan che si permettono di fare richieste astruse agli attori e sputano su un autografo...? Dove siamo andati a finire?
-MJ, sta' attenta a quello che dici, ormai in un niente ti si ritorce tutto contro - le consiglia l'altra attrice.
-Mi sto sfogando con te, mica sto parlando con i giornalisti...
L'ingenuità della ragazzina d'altri tempi non contempla le dinamiche del mondo post-contemporaneo. Mai avrebbe immaginato che un assistente della produzione, frustrato dall'essere impiegato solo per portare caffè e poco più, abbia potuto riprendere tutta la scena con il suo telefono e pubblicarla anonimamente sui più diffusi social network nel giro di cinque minuti.

 

Anni fa, Ryker’s Island

Henry Pym è nella propria cella, intento a leggere l’ultimo numero dell’unica rivista scientifica su cui è riuscito a mettere le mani.

Nonostante il suo passato da Vendicatore, non è considerato abbastanza pericoloso da meritarsi una cella per supercriminali; dopotutto, non ha superpoteri di per sé e la Volta non è ancora stata costruita.

Nessuno si aspetta più che cerchi di conquistare il mondo o cose simili: viene al più considerato un totale fallimento, e viene tenuto il più possibile separato dagli altri detenuti principalmente per evitare che l’ex supereroe sia attaccato da criminali in cerca di vendetta. [i]

La voce di una donna proveniente dall’altra parte della sbarra distrae la sua attenzione dalla rivista.

-Neanche una prigione di massima sicurezza? Questo è sprecare i miei talenti.- protesta la Gatta Nera, che lancia in aria un mazzo di chiavi per riafferrarlo prima che cada a terra.

-Non mi interessa.- risponde Pym, tornando a leggere.

-Hey genio, se non l’hai capito sono qui per farti evadere. Potresti almeno apprezzare il modo in cui sono sgattaiolata dietro le guardie per rubare le chiavi, non ti pare?- aggiunge lei, aprendo la cella.

-Non so quale siano le sue intenzioni, signorina, ma non ho alcuna intenzione di evadere. Quindi le chiedo di chiudere a chiave prima di andarsene.-

-Dottor Pym, le chiedo seriamente di riconsiderare.- aggiunge l’Uomo Ragno, parlando dall’altro lato della finestra bloccata dalle sbarre.

-L’Uomo Ragno? Non avrei mai creduto di dover dare credito al Daily Bugle, ma se sei qui per farmi evadere farei solamente il gioco dell’opinione pubblica.- risponde Pym.

-Non è come pensa, Dottor Pym. Vengo dal futuro.- rivela l’Uomo Ragno.

-Okay.-

-Sinceramente mi aspettavo una reazione un po’ diversa...-

-Sono... ero un Vendicatore. Incontra Kang una dozzina di volte ed il viaggio del tempo non sarà più neanche tra le dieci cose più strane con cui hai avuto a che fare.-

-Capisco il suo punto. Ma ho bisogno del suo aiuto per tornare al futuro, Dottor Pym: abbiamo identificato le particelle temporali che mi fanno saltare tra un’epoca e l’altra, ma non ho i mezzi per sintetizzarle. Lei può farlo: è l’uomo che ha scoperto le Particelle Pym con un composto chimico!-

-I viaggi nel tempo non sono la mia specialità. Dovresti chiedere un consulto a Reed Richards.-

-Reed ha una macchina del tempo, lo so. Ma non è quello di cui ho bisogno: il mio corpo non si è mosso, solo la mia mente. Devo solo sintetizzare quelle particelle, e lei è l’esperto.-

-Ti auguro di riuscire ad ottenere il tuo scopo, Uomo Ragno, ma non ho alcuna intenzione di evadere di prigione. Mi merito di essere qui.-

-Se ho ragione, Dottor Pym, una volta tornato a casa qualunque modifica alla linea temporale sarà annullata. Sarà come se non fosse mai evaso!-

-Interessante teoria. Che prove hai?-

-Basta perdere tempo!!!- sbraita il Dottor Octopus, la cui voce è quasi coperta dal frastuono creato quando abbatte il muro della cella con i suoi tentacoli.

-Otto!!! Avevamo un accordo, dovevi lasciarmi fare!!!- protesta l’Uomo Ragno, pentendosi immediatamente di aver concesso al suo nemico di seguirlo.

-Quindi era tutto solo un trucco? Probabilmente hai fatto il lavaggio del cervello all’Uomo Ragno, Octopus! Ora non ho più intenzione di...- protesta il Dottor Pym, prima di essere steso a terra dalla Gatta Nera grazie al manganello rubato ad una delle guardie.

-Quale parte di “seguite il mio piano” fate tutte e due così fatica a capire!?- protesta l’Uomo Ragno, mentre l’allarme della prigione inizia a suonare.

 

Anni fa, Florida
-Tutto bene?- chiede un ragazzo aitante all'altrettanto avvenente rossa con cui sta uscendo. L'ha vista sbandare per un attimo, come in preda a un capogiro. Potrebbe mai immaginare che la sua mente del futuro è stata appena sbalzata in questo frangente spaziotemporale, nel suo corpo più giovane?

-Sì, dammi un secondo... - chiede Mary Jane Watson-Parker, per avere modo di fare mente locale su dove e quando si trova. Ha riconosciuto il bel ragazzo, anche se nello stato confusionale in cui si trova non ne ricorda il nome. Hanno passato qualche piacevole serata, anni fa, qui in Florida. Se si trova qui, è perché è single, o meglio non è impegnata con il suo futuro marito. Facendo un rapido calcolo - la gelosia è uno strumento potente - in quest'epoca l'Uomo Ragno fa comunella con la Gatta Nera. Felicia Hardy è una sua amica, adesso (nel futuro), ma questo ha richiesto un lungo lavoro su se stessa e sul loro rapporto per arrivarci.

Per un brevissimo, fugacissimo istante, Mary Jane è tentata. È giovane, bella e single. Secondo quello che dice suo marito, se tutto andrà bene la linea temporale si azzererà. Quindi potrebbe portare fino in fondo l'appuntamento della sua giovane controparte.
In realtà, la sua mente è troppo preoccupata perché tutta la situazione si risolva al più presto. Se ripensa che la piccola May potrebbe essere nelle mani della sua versione adolescente, le si gela il sangue nelle vene.

-Scusami, devo avere un... calo di pressione. Possiamo risentirci domani?
-Ehm, ok, ti accompagno... - si offre il ragazzo, colto di sorpresa.
-Non c'è bisogno.-
-Ma se...
-Grazie!
Man mano che si allontana dal bidonato, riaffiorano i ricordi di quel momento e rievoca istintivamente che percorso fare per andare nella sua stanza.

Ricorda anche il vecchio numero di telefono di Peter: certi dettagli si marchiano a fuoco nella mente, quando sono legati a forti emozioni. In realtà è la memoria muscolare che fa gran parte del lavoro: sul vecchio telefono a tasti, le dita si muovono da sole per comporre il numero.
Non risponde nessuno.
Che abbia sbagliato nella falsa sicurezza di ricordare?
Riprova, più lentamente. È sicura di non aver sbagliato stavolta.
Peter non risponde e non le resta che rimanere qui al sicuro, in attesa, come una donzella in pericolo pronta a essere salvata dal coraggioso principe. Il ruolo che ha sempre più detestato.

 

Anni fa, in un rifugio sulle Alpi svizzere

Il risveglio di Norman Osborn è più dolce. Si è ritrovato catapultato in un soffice letto, da solo. Non ne avrebbe bisogno, ma di primo acchito si alza e si sporge alla finestra. Non ne parla spesso, eppure ricorda molto bene quel paesaggio di montagna. Passare del tempo a fissare le Alpi era uno dei pochi rimedi temporanei al caos che regnava nella sua mente in questo periodo di stasi e di stallo. Un periodo in cui tutti lo credevano morto, in cui doveva mantenere un basso profilo, in cui non poteva seguire l'istinto di tornare in America, e dare una dura lezione all'Uomo Ragno e mettere in riga suo figlio Harry.
Harry. Potrebbe prendere un volo e andare a rivederlo.
Avrebbe dovuto approfittarne prima, quando era stato spedito nel passato a New York.

Sono altre le priorità. Si ricompone, esce dalla stanza e percorre corridoi a cui non pensava da anni. Sa a chi deve rivolgersi.
-Buongiorno, signor Osborn - lo saluta un uomo incappucciato, membro della Confraternita degli Scrier.
Senza nessun convenevole, Goblin ordina perentorio:
-Ho bisogno di un aggiornamento immediato su ciò che sta facendo Obiettivo-2 - usando un nome in codice per l'Uomo Ragno.
-Allertiamo subito chi di dovere, signore - china il capo il suo sottoposto.

 

Perso nei suoi pensieri, Norman non si rende conto di quanto tempo sia passato quando uno Scrier gli si presenta con un rapporto mentre è intento a fare una colazione all'europea. La sua rete di spie e informatori era efficientissima, tanto addestrata e tanto addentrata da non far scattare più il Senso di Ragno.
-Signore, le informazioni che chiedeva - gli porge un sottile fascicolo - Vuole che gliele presenti?
-Sì.-
-Obiettivo-2 mostra un'attività insolita, perché è stato avvisato in complicità con Otto Octavius e Felicia Hardy.-
Osborn sorride mentre sfoglia le fotografie sgranate fresche di stampa: capisce perché lo Scrier si mostri stupito, ma per lui è una chiara dimostrazione che l'Uomo Ragno sta lavorando con il Dottor Octopus per risolvere il pasticcio temporale. Dev'essere proprio disperato.

 

Anni fa, sul fondale del fiume Hudson

La Gatta Nera ed il Dottor Octopus aspettano impazienti davanti ad una porta chiusa. Dall’altra parte, l’Uomo Ragno ha insistito per avere un colloquio a porte chiuse con Henry Pym.

-Avremmo dovuto drogarlo.- protesta Octopus.

-Con cosa, una droga per il controllo mentale?-

-Esattamente.-

-Non hai una droga per il controllo mentale.-

-E tu come fai a saperlo?-

-Perché sei un supercriminale. Se tu avessi una cosa del genere l’avresti già usata.-

-Touché. Tu l’avresti usata?- si domanda Octavius.

-Certo che no. Ho già a disposizione tutto quello che mi serve per convincere qualsiasi uomo a fare quello che voglio.-

-Interessante. Ho sempre pensato che ai Sinistri Sei mancasse, diciamo, un tocco femminile.-

-Tieni i tentacoli nei pantaloni, Otto, se non fosse stato per il Ragno mi avresti uccisa!-

La porta si apre, e la prima cosa che Pym fa è porgere una mano per stringere quella di Octopus.

-Dottor Octavius, il suo collega mi ha convinto ad aiutarvi. Potrei esaminare la funzione d’onda delle particelle che ha misurato?-

-“Collega”. Come se l’Uomo Ragno fosse al mio stesso livello! Tuttavia... è un piacere poter finalmente parlare con una mente brillante quasi quanto la mia, Dottor Pym.- Octopus risponde, rifiutandosi di stringere la mano all’eroe caduto in disgrazia, ma facendogli strada verso i suoi strumenti. La Gatta Nera, invece, afferra l’Uomo Ragno per un braccio per chiedergli:

-Okay, devo saperlo: come lo hai convinto?-

-Gli ho detto la verità. Che nel futuro tornerà ad essere un Vendicatore e si riguadagnerà il rispetto delle comunità eroiche e scientifiche, nonché del mondo intero.-

-Sembra che tu lo conosca piuttosto bene!-

-Non molto. Ma uno scienziato con una carriera da supereroe con nome d’insetto che è amato dal pubblico e straricco? Non ti nascondo di aver provato giusto un po’ di invidia per Pym negli anni.-

-Un supereroe che fa coppia fissa con una supereroina. Non che straveda per l’idea di matrimonio, ma... avremmo potuto essere noi, vero?- si domanda Felicia.

-In un’altra vita, forse. Abbiamo preso strade diverse ed io ho trovato un’anima gemella. Forse un giorno ne troverai una anche tu. Magari non un mio clone, eh.-

-Se era una delle tue battute non l’ho capita.-

-Meglio così. Spero solo di aver fatto la scelta giusta coinvolgendo Pym, e che ci sia abbastanza tempo. Per fortuna Mary Jane e Norman sono tutti in posti diversi del paese in questo periodo, quindi non possono cambiare la storia in presenza di un altro di noi. Spero solo che Flash non faccia casini: non è abituato al viaggio nel tempo, posso solo immaginare quanto si sentirà perso!-

 

Anni fa, appartamento di Flash Thompson

Il vecchio Flash Thompson si è risvegliato a letto con Sha-Shan Nguyen. Per un attimo pensa di essere tornato al presente ma, per quanto la donna sarà in forma invidiabile per una trentenne, i suoi sensi percepiscono che questa è la ragazza con cui era fidanzato da giovane. La sua pelle tesa alla vista, morbida al tatto, profumata all'olfatto...
Non ha la minima idea di cosa stia succedendo. Non sa se in realtà non si tratti di un sogno - dopo tutto quello che ha passato con Mysterio e come Mysterio - ma sa solo che non lascerà sfuggire questa occasione. Si è già fatto sfuggire Sha-Shan all'epoca e ora più che mai non sa come abbia potuto farlo.
Con il fisico giovane in cui si è incarnato, se lei vorrà, potrà concedersi almeno un tris.


Oggi, appartamento di Sha-Shan Nguyen

Il giovane Flash Thompson si è ritrovato a letto con questa tale Sha-Shan che ha preso l'iniziativa con lui. Non riesce a definire la sua età: dovrebbe essere coetanea del suo io futuro, ma se quello è il caso, si mantiene bene, e alla sua mente si affacciano pensieri pregiudiziali sull'invecchiamento delle persone orientali.

Non si pente di non averle detto di no. Non ha idea di che cosa fare per sistemare la follia in cui si trova e in più si ritrova tra le braccia di una bella donna, con un'evidente esperienza e sapienza che le sue coetanee possono solo sognarsi.

A caval donato non si guarda in bocca.

 

Anni fa, sul fondale del fiume Hudson

È stata necessaria una nottata di duro lavoro, ma sotto la maschera Peter Parker resta a bocca aperta mentre fissa la centrifuga che smette di far girare la provetta che ora emette una debole luce verdastra.

-Non riesco a crederci. Ce l’abbiamo fatta.-

-C’era alcun dubbio?- si vanta il Dottor Octopus.

-Il merito va a te, Uomo Ragno. In tutti questi anni non ho mai pensato anche solo alla possibilità di usare lo stesso processo di sintesi delle Particelle Pym per creare particelle anti-temporali, e tu lo hai fatto in una notte.- lo loda Henry Pym.

-Adesso non esageriamo. È stato Octavius ad identificare le particelle, Dottor Pym, e senza di lei non avrei completato la sintesi. Per quanto odi ammetterlo è anche merito del Dottor Destino... se non avessi studiato le caratteristiche delle sue “Particelle Von Doom” prima del nostro ultimo scontro, non avrei notato la somiglianza tra la loro antiparticella e le Particelle Pym.-

-In qualità di loro scopritore, dovremmo chiamarle Particelle Octavius.- si offre Doc Ock.

-Chiamale come vuoi. Tra un minuto non esisteranno più.- chiarisce l’Uomo Ragno, afferrando la provetta ed aspirandone i contenuti con una siringa.

-Per me dovresti chiamarle Particelle Ragno. E ancora mi sfugge come farà un’iniezione a farti tornare nel futuro.- ammette la Gatta Nera.

-Espellendo le Particelle Von Doom dal suo corpo, l’effetto del viaggio nel tempo dovrebbe cessare e la sua mente dovrebbe ritornare al suo posto.- Pym la rassicura.

-“Dovrebbe”?- ripete l’Uomo Ragno, non senza una certa ansia.

-Ti ho suggerito di consultare Reed. Questa tecnologia usata da Destino è diversa dagli altri metodi di viaggio nel tempo che conosco, a giudicare dalla tua esperienza.- ammette l’ex Vendicatore.

-Non preoccuparti, donna. Il peggio che possa succedere è che lo uccida.- aggiunge Octopus.

-Grazie tante, Ock. Ma ogni altra volta in cui ho rischiato di cambiare la storia sono solo stato sbalzato... quindi se mi sbaglio, il peggio che possa capitare è dover ricominciare da capo.- ipotizza l’Uomo Ragno, preparandosi all’iniezione.

-Aspetta. Potrei non avere un’altra occasione.- si propone la Gatta Nera, avvicinandosi per baciarlo in bocca. Ma lui l’anticipa, iniettandosi prima che possa farlo.

 

Casa Parker, Queens

Peter Parker si risveglia sul divano, scattando in piedi aspettandosi di sentire il Senso di Ragno.

In realtà non sente neanche il minimo pizzicore. Si chiede se abbia funzionato, quando vede Mary Jane precipitarsi dalle scale.

-Peter? Dimmi qualcosa che solo il mio Peter dovrebbe sapere.-

-La prima volta che ti ho chiesto di sposarmi mi hai detto di no. [ii] E’ il mio turno: qual è la nostra canzone?-

-“Kung Fu Fighting”- [iii]

-Nessun altro sarebbe così matto da amare quella canzone, quindi sì, sei la mia Mary Jane.-

-Cosa c’è che non va nei miei gusti musicali... lasciamo perdere: come abbiamo fatto a tornare!?-

-È una lunga, lunga storia. Sarà meglio controllare subito se anche Flash e Norman sono tornati; il Dottor Destino può cavarsela da solo, è l’ultima persona che voglio vedere al momento.-

-Dovrai anche spiegarmi cosa cavolo c’entra Destino. Ma ho visto che May non è in casa, vado subito a controllare se è da Zia Anna... dopo questo.- risponde sua moglie, prima di dargli un appassionato bacio sulla bocca.

-Wow. Dovremmo viaggiare nel tempo più spesso se questi sono gli effetti!-

-No, grazie, una volta mi è bastata. E’ stato bello tornare ai vecchi tempi, ma le avventure super le lascio volentieri a te.- risponde Mary Jane, prima di uscire di casa.

Peter prende il cellulare e si prepara a chiamare Flash... ma esita.

Recupera un blocco degli appunti e si affretta a scribacchiare delle note. Incomprensibili alla quasi totalità degli scienziati, ma ancora fresche nelle sue memorie.

Ed alla fine scrive due parole che non aveva mai pensato di mettere assieme, cerchiando più volte la scritta “Particelle Parker?”.

Prima di telefonare a Flash, cancella quel punto di domanda.                

 

CONTINUA

 

 

 

 

 

 

 

NOTE



[i] Nel numero scorso, l'Uomo Ragno è tornato indietro agli eventi di "Peter Parker: Spectacular Spider-Man #73" pubblicato a Settembre 1982 (in Italia, su “Uomo Ragno” Star Comics #24).

Henry Pym era stato arrestato in Avengers #217 del Dicembre 1981 (in Italia, su “Capitan America E I Vendicatori” Star Comics #7), ed è ancora a Ryker's Island su Avengers #227 di Ottobre 1982 (in Italia, su “Capitan America E I Vendicatori” Star Comics #15).

 

 

[ii] Su “Amazing Spider-Man #182/183” pubblicato a Luglio/Agosto 1978 (in Italia, su “Uomo Ragno” Corno #266/267).

 

 

[iii] “Kung Fu Fighting” di Carl Douglas è la canzone di Peter e Mary Jane... secondo Mary Jane in Amazing Spider-Man #153 (in Italia, su Uomo Ragno Corno #194), anche se la cosa confonde non poco Peter. Un po’ matta deve pur esserlo per stare con lui!