La guardia dell’infinito
di Giuseppe Felici rossointoccabile
20
Eclissi, parte prima
“Quando io mi servo di una parola –disse
Humpty Dumpty - quella parola significa quello che piace a me, né più né meno.”
“Il problema è – insisté Alice - se lei
può dare alle parole significati così differenti.”
“Il problema – rispose sprezzante Humpty
Dumpty - è: chi è il padrone?”
L. Carroll
New York. Casa di Curtiss Carr.
- Direttore del settore chimico della filiale americana. E ex detenuto. Potremmo rovinarla, se ne rende conto? Potremmo ricoprirla di accuse così terribili da rovinare la sua vita per sempre. È nelle nostre mani, la sua libertà sulla parola è nelle nostre mani. Per noi il semplice fatto che lei abbia accettato un lavoro del genere è un tradimento. Filiale americana, ma chi si credono di essere. Dei banali metaumani. Si pentiranno di non aver continuato a picchiare ladri per la strada. -
Curtiss Carr è seduto sulla poltrona del suo salotto. L'uomo che sta passeggiando per la stanza, sbraitando, si è identificato come agente dell'FBI.
- Cosa vuole da me? -
L'uomo si volta. Fa, apparentemente, uno sforzo per dominarsi.
- La tua anima, fedeltà assoluta e la testa di Adam Warlock su un piatto d'argento. Non parlare, mi rendo conto da solo che è pretendere troppo da una mezza tacca quale sei.
Mi accontenterò delle risposte alle domande che ti farò, quando te le farò. Tienti pronto a obbedire agli ordini che ti darò. Questo puoi farlo anche tu. Sai bene che cosa ti può succedere se farai il furbo. Parliamo un po' dei tuoi amici supereroi. -
Stazione spaziale dei Guardiani della Galassia. Orbita lunare.
Non appena la nave di Dragoluna ha finito la manovra di attracco, la colossale stazione si sgancia dall'orbita e parte a piena velocità, uscendo sotto il piano dell'ellittica con un leggero angolo, in direzione di Plutone. La nave si prepara ad un breve salto iperspaziale, da effettuarsi non appena sarà sufficientemente lontana dai campi gravitazionali dei corpi più grandi.
In quel momento, quando la struttura della realtà è più fragile, Korvak appare dal passato e la rimuove dalla realtà.
Poi svanisce, prima che creature più potenti di lui possano mostrare interesse per le sue azioni.
Porto di New York, un magazzino.
Calvin Rankin sente che parte dei poteri che ha imitato stanno per andarsene.
Poco male, pensa, avrà modo di rimpiazzarli.
Sguscia invisibile all'interno del magazzino.
Malgrado la luce lo attraversi, rendendolo inindividuabile per qualunque strumento ottico, si muove con circospezione.
Questo non impedisce al colossale pugno argenteo di coglierlo di sorpresa.
L'intero suo corpo superduttile finisce schiacciato contro la parete, mentre un colosso cromato, alto almeno tre volte più di lui, fa un rumorosissimo passo avanti.
È alto e molto tozzo. Le mani superforti del Mimo affondano nel braccio del robot, fracassandolo.
L'altro braccio è pronto a colpire, ma il robot si immobilizza, quando, trafitto da numerose lame invisibili, quasi tutti i suoi sistemi smettono di funzionare.
Calvin proietta il suo potere, cercando di percepire il suo avversario.
È chiaramente fuori dalla sua portata. Riflette, per un attimo, poi viene colpito da una versione più grande (e col manico più lungo) del Mjolnir.
Nonluogo. La televisione, in quasi ogni luogo del pianeta.
- Avete sviluppato poteri mutanti? L'ultima sperimentazione della più recente delle multinazionali vi ha fornito capacità che non sapete come utilizzare? Siete rimasti vittime di un incidente inspiegabile? Avete seguito i corsi di Taskmaster e non vi abbiamo catturato?
Da oggi avete un'alternativa redditizia al crimine.
La Fondazione Scientifica recluta metaumani per organizzare dei servizi scorta gratuiti per ONG, servizi d'ordine e altre iniziative nel settore della sicurezza. Copertura totale.
Presentarsi ogni martedì mattina presso la sezione della Fondazione più vicina, oppure scrivere o telefonare ai riferimenti in sovraimpressione per organizzare selezioni mirate nella vostra zona. -
Per tutta la durata dello spot Adam Warlock e Gamora hanno inscenato sullo schermo un folle balletto in grado di far morire d'invidia qualsiasi esperto di arti marziali.
Orbita lunare. Né prima né dopo.
Carina trae la stazione spaziale dall'attimo dell'oblio.
Suo padre guarda con stupore la padronanza del potere che sua figlia ha acquisito, nel poco tempo (ma ha senso il tempo, nel luogo in cui hanno abitato?) in cui ha frequentato Michael.
Il loro avversario svanisce prima di accorgersi della loro presenza.
- Conosce così poco il suo potere e si impegna così poco a conoscerlo... ma avverto un grave pericolo che incombe sugli Antichi dell'Universo, padre. Un pericolo che non siamo in grado di fronteggiare. Allontanarci da questo segmento dello spazio tempo e non rimettervi più piede è il massimo danno che possiamo arrecargli[i]. -
Poi svaniscono, all'inseguimento del loro, per ora, inconsapevole avversario.
Sede statunitense della Fondazione Scientifica.
Acquario esce dalla sede dopo aver salutato Nathaniel Byrd.
Hanno appena presenziato alla conferenza stampa con cui la Fondazione ha presentato il suo nuovo, più raffinato, detector per le mine anti-uomo.
Byrd per la Fondazione e lui come rappresentante del movimento pacifista.
Movimento che la Fondazione appoggia, almeno a parole, anche se poi, gran parte delle azioni dei suoi fondatori fanno dubitare della loro adesione a quel tipo di filosofia.
Acquario sta riflettendo su questa apparente contraddizione quando una grossa macchina nera lo affianca, con una frenata stridente.
Si apre uno sportello e un grosso uomo con una mano a rigonfiare in maniera ostentata una tasca gli fa segno di entrare.
Acquario sorride, mentre pensa a una dozzina di modi per liberarsi di quello scocciatore in maniera sostanzialmente incruenta.
La curiosità ha il sopravvento. Quindi sale accanto all'uomo, lo sportello si richiude e la macchina parte in maniera altrettanto rumorosa, lasciando una scia di gomma sull'asfalto.
Luna. Base della Guardia.
Adam Warlock ruota lentamente, mentre levita a circa un metro da terra. Lo sguardo non si stacca dalle migliaia di schermi sui quali guizzano le immagini di tutti i canali della Terra.
Appeso all'orecchio un piccolo telefono (in realtà un sistema di comunicazione ben più complesso, sviluppato da una cultura tecnologica per molti versi più avanzata di quella della Terra, seppur su una linea divergente. Lo strumento è virtualmente irrintracciabile per i terrestri).
- Si muovono in fretta, ma con la stessa grazia di un supercriminale in piena fase di monologo. Allertate i nostri avvocati, prendendo contatti anche con gli studi di Murdock e Sloane.
Lasciate perdere i conti, abbiamo sufficiente disponibilità nelle nostre altre filiali e una mossa del genere li allarmerebbe, visto che li stanno certamente monitorando. Non deporrebbe a nostro favore, inoltre, fornire l'idea che ci stiamo apprestando alla fuga, se mai si dovesse giungere ad un dibattimento pubblico.
Mettete in moto i nostri uffici di lobbing e rintracciatemi Konigsberg su una linea sicura. E voglio sapere chi cazzo è questo fantomatico John Beverley. -
Interno dell'auto, pochi istanti dopo.
L'interno è spazioso quanto può esserlo l'interno di un'auto.
L'uomo accanto ad Acquario si sistema contro lo schienale, senza togliere la mano dall'interno della giacca.
Sul sedile di fronte è seduto un'altro uomo, vestito come il primo, ma più piccolo.
La sua espressione è più inquietante, anche senza la posa da duro.
- Sarò franco, così che non ci sia la possibilità di fraintenderci. Lei e il suo culto agite sul territorio degli Stati Uniti d'America. Non siete più strani o pericolosi di migliaia di altri culti che tolleriamo, ma state frequentando amicizie pericolose. Le consiglio di stare il più lontano possibile da questa fantomatica Fondazione Scientifica, se non vuole passare guai in confronto ai quali il trattamenmto che stiamo infliggendo a Scientology sembrerà un paradiso. -
*Provaci, mi sono sempre piaciute le sfide.*
Acquario, che non è ne aspira ad essere uno di quegli eroi dei fumetti che sembrano pensare che la violenza sia l'unica risorsa per risolvere i problemi sceglie un'altra strada.
- La mia è una scuola di filosofia, sul modello peripatetico, non una religione. Non siamo abituati a subire imposizioni autoritarie, ne ad immischiarci nei conflitti politici. Tutto quello che posso impegnarmi a fare, che è tutto ciò che è in mio potere, è di proporre l'argomento alla discussione. -
- Dovrà fare ben di più, se vorrà cavarsela. -
- Sarà quel che sarà, fare di più è fuori dalle possibilità di chiunque partecipi dell'accademia. -
- Vedremo se sarà abbastanza, si sbrighi. -
L'auto si arresta e lo sportello si apre.
- Arrivederci, mister alieno. - È il saluto dell'uomo più grande, con un sogghigno.
Porto di New York, un magazzino.
Il costrutto, di fatto fragile, rispetto alle necessità si infrange, proiettando però il Mimo, preso di sorpresa, contro la parete.
Tre creature antropomorfe, molto somiglianti a Thor, Capitan America e Iron Man saltano addosso a Calvin.
Thor ha un intero braccio apparentemente ricoperto di fasce metalliche, quello che probabilmente era il suo martello giace in frantuni a terra.
Iron Man è senza casco e al posto della testa c'è solo un esile protuberanza su cui sono posizionati dei ricettori.
Cap sembra integro, ma in tal compagnia...
Calvin accede all'enorme quantità di energia cosmica che ha accumulato in questi giorni, sempre restio ad usare tanto potere, e ne scarica una minima parte dalle mani. Dei tre robot non resta che un denso fumo.
Calvin modifica il suo apparato vocale, in modo da potenziare la sua voce.
- Non sono qui per combattere, ma per parlare. Puoi mandami addosso anche un milione di questi aggeggi, ma non saranno sufficienti a sconfiggermi. - Urla, prima che il suo corpo torni normale, avendo perduto i poteri copiati dal super skrull.
Dall'oscurità avanza un uomo, poco più di un ragazzo, completamente coperto di pelle nera, tranne che per le braccia. Anche il volto è coperto da una maschera di pelle nera, che lascia scoperti solo gli occhi e una massa di capelli tenuti ritti da chissà quale gel.
*Dio mio* pensa Calvin, prima ancora di vedere il colossale robot che accompagna l'uomo.
Su ognuno degli arti e sulla testa sono posizionate delle cabine di comando, ma il robot si muove anche se nessuno vi sieda. *L’uomo quintronico, che cosa...?*
- Bene. Parla. Ma ti avverto, questa macchina è stata progettata per fronteggiare Hulk, quindi se scoprirò che sei tu il responsabile degli attacchi che ho subito in questi giorni, non avrai modo di cavartela. -
- Veramente – fa Calvin - sono qui per offrirti un lavoro e un laboratorio più funzionali. Ma parlami di questi attacchi. -
Vari posti nell'universo, più o meno contemporaneamente.
C'è un boschetto su ognuno dei pianeti in cui si svolge questa conversazione. All’interno si aggirano alberelli animati e kree rosa che vestono un saio marrone.
*La situazione dei kree è mutata nuovamente[ii].
Occorre investigare.*
*Il loro comportamento nei nostri confronti
non cambierà. L'odio è troppo radicato, nei blu.*
*Eppure, per la prima volta da che si
ricordi, dei militari rinunciano al loro dominio esclusivo di loro spontanea
volontà. Non che io sia disposto a credere che questo mutamento durerà. Ma il
momento sembra propizio da sfruttare, per lo meno per alcuni dei nostri
alleati.*
*Non funzionerà. Alcuni di loro non hanno,
nei nostri confronti, un pregiudizio inferire a quello dei militari.*
*Ciò non toglie che un tentativo non può
guastare. Quale momento migliore di questo, in cui godiamo di risorse e
protezioni maggiori di quante ne abbiamo mai avute?*
*Si, si rende necessaria una conferenza
dell'alleanza per deliberare su questa questione. Alcuni dei movimenti
d'opposizione kree meno radicali potrebbero essere interessati a partecipare a
questa nuova forma di governo. Sarebbero i più adatti a sondare il terreno.*
Terra. Titusville.
Il campanello del piccolo appartamento suona.
Il ragazzo alza gli occhi annoiati dal libro e getta uno sguardo al monitor.
Fuori, calmi, in attesa, due uomini, in abito scuro.
- Credo sia per te, papà. -
La creatura violacea sprofodata sul divano, davanti al televisore si alza.
-Chi saranno questi scocciatori? Non sanno che ho da recuperare tutti i film che mi sono perso mentre mi crogiolavo nell'autocommiserazione? -
Mentre attraversa la parete, che in realtà è una porta dimensionale che lo proietta dall'altra parte della città, la sua forma diventa quella di un afroamericano massiccio, sui cinquanta, vestito con abiti sportivi.
Desmond Pitt apre la porta.
I due entrano, senza andare tanto per il sottile.
- Buonasera, colonnello Pitt. - Il più basso entra con fare sicuro – Si sieda. -
Il più alto spinge Desmond sulla poltrona. Lui asseconda questa operazione, incuriosito.
- Carino qui, un po' modesto, però.
I suoi amici della Fondazione Scientifica non la valorizzano abbastanza, mi sembra. -
Ancora più divertito Pitt risponde – Questo? No, è solo stata una mia idea, non geniale, appena tornato. Ci stiamo gia trasferendo in un posto più grande.
Un monolocale va bene per un ex militare che deve farsi riaffidare un figlio, ma non per lo stesso e il figlio, adolescente per di più. -
- Oh, suo figlio, è vero. Le è stato appena riaffidato. Sarà contento, immagino. Certo, sarebbe triste se le frequentazioni sbagliate facesero si che questo affidamento venisse revocato. In fondo, anche se poi riabilitato, lei è stato considerato a lungo un traditore. Un giudice poco attento potrebbe ritenerlo un grave limite. -
- Mi sta minacciando? - Pitt si alza, il grosso si dirige verso di lui, ma l'uomo prende il braccio dell'agente e lo torce senza sforzo.
- Allora ascolti bene. Le dico subito cosa penso di lei e delle sue minacce. Se ha qualcosa lo tiri fuori nei tribunali, in tv, dove le pare. Poi vedremo come finisce. Io sono tranquillo. Non mi provochi. E ora fuori, oppure vi caccio a calci. -
Terra. New York. Alphabeth City.
"Abe" Brown guarda con rammarico la palestra. È stato il fulcro centrale della sua vita, per lo meno da quando ha abbandonato il medaglione della tigre. Ora, dopo poco tempo che l'ha ripreso deve abbandonarla, chiuderla. Forse per sempre.
Non avrà molta importanza, se lui e i sui amici falliranno.
Poi si scuote. Gia altre volte ha dovuto chiudere per qualche giorno. Non aveva mai attribuito questa importanza al gesto.
Sente dei passi alle proprie spalle.
- Dite al ciccione che le protezioni che ci ha fornito non sono sufficienti. Ho avvertito il tocco dell'avversario. -[iii]
Una pianura desolata. A cinque minuti d'auto e svariati universi di distanza dal centro di Boston.
A guardarla è come se bolle di fango fossero scoppiate un attimo prima di solidificarsi, una sopra l'altra.
Da alcuni di questi crateri escono ancora dei pennacchi di fumo, non sono emissioni vulcaniche.
O forse si, le leggi fisiche, in questo sperduto universo, sono così differenti che chi è in grado di raggiungerlo, compiuti pochi passi, può tornare al nostro avendo viaggiato fino al lato opposto della Terra.
Come puoi descriverlo con termini umani?
È accedendo ad un universo simile a questo che la Guardia dell'Infinito viaggia per lo spazio-tempo grazie alle sue porte.
Andro ne è certo.
È tornato qui, nel luogo in cui è stato confinato per anni (qualsiasi cosa vogliano dire, in un luogo come questo) perché è qui che ha imparato a viaggiare in quel modo.
Ma in un mese di permanenza, dopo aver esteso la sua rete di sorveglianza sull'equivalente di migliaia di chilometri quadrati, dopo aver costruito l'equivalente si una rete satellitare per rilevare un'enorme area di quella terra piatta virtualmente infinita, non ha riscontrto alcuna attività.
Poteva essere una buona idea, peccato. Non doveva contare così tanto sulla fortuna, la fortuna non l'aveva mai aiutato.
La fortuna non è compilabile.
Ma un mese, passato da solo in quella terra desolata è stato utile per sperimentare le altre capacità che aveva acquisito con gli schemi mentali e i ricordi del suo creatore.
I pochi dati che era riuscito a sottrarre alla base del Pensatore, unite a queste sue nuove capacità gli avrebbero permesso di costruire un corpo migliore per se.
E una volta potenziato il suo corpo, una visitina al Pensatore stesso, che era riuscito ad accedere al sistema delle Porte non avrebbe guastato.
Andro mette in automatico il suo sistema di rilevazione, incaricato di studiare il più possibile quella strana realtà, poi salta.
Titano. In una delle sale più profonde del palazzo di Mentore.
- Mio figlio non è disponibile, preferisce girare per la Terra a conquistare le umane e divertirsi con il suo gruppo di clown, così ho pensato che, visto che tu gia ti occupi di politica interstellare e che la Guardia non ha realmente bisogno del tuo potere personale nel gruppo di contatto, eri il candidato ideale. -
- Rappresentare Titano al Consiglio di Selandiar? A parte che non riuscirei mai ad avere l'avallo dell'Assemblea, non credo di essere la persona adatta. Fino ad ora mi sono limitato a seguire le idee di persone che mi avevano conquistato, delegando, sostanzialmente, a loro il grosso delle decisioni.
Questo è un ruolo che richiede un forte capacità decisionale. Inoltre il Consiglio non accetta di mantenere sul pianeta sistemi di trasporto dimensionale, il che significa che potrò vedermi ancora meno con Pamela. La cosa, per lo stato attuale del nostro rapporto non sarebbe un bene. -
- La questione della Porta può essere risolta abbastanza facilmente, se ci pensi. Per il resto è un no? -
- Non ti direi mai no, mi fido dei tuoi giudizi. Diciamo che è un proviamoci. -
Una miniera abbandonata, non lontano (si fa per dire) dalla città di New York.
La vegetazione ha riconquistato quasi completamente l'area. Abbastanza da rendere evidente, a chi vuol vedere, che la zona è fortemente trafficata.
Forte di sensi che fino a qualche tempo prima non immaginava neppure esistessero, Calvin Rankin percepisce l'ingresso della miniera come se fosse una cartina con un cartellino accanto ad ogni segno, ad ogni oggetto. Pochi di quei cartellini portano la dizione "oggetto sconosciuto".
La maggior parte delle tracce denuncia la sua origine, come se vi fosse scritto sopra, a caratteri cubitali "robot".
Robot come quello che, pochi metri più dietro, svetta fra i bassi arbusti, protetto, per fortuna, da una fitta fila di alberi.
Il Mimo ha usato parte della forza copiata dal suo nuovo compagno Drax per sostituire la cupola di vetro infranta che copre la cabina sulla testa dell’uomo quintronico.
L'ha fatto dopo aver cercato di ristrutturare a livello molecolare il cristallo antiurto che costituiva la cupola, con risultati fra il drammatico e l'esilarante (drammatico quanto può essere drammatico il fatto che la materia che stai manipolando esploda lanciando schegge ovunque, esilarante quanto può esserlo il fatto che le schegge sono costituite, sostanzialemnte, da una specie di gomma fucsia).
Dagli stretti spiragli della lastra metallica, l'uomo che per il momento conosciamo solo come Riparatore, osserva la scena.
Per lui quello che hanno davanti è solo un mucchio di sterpi sparsi davanti all'entrata di una miniera chiaramente abbandonata da anni.
Si chiede come ha fatto a farsi convincere da questo mutante, dopo anni di sana diffidenza verso un genere umano che lo teme e lo odia, impegnato in quella che sostanzialmente è una guerra genetica a bassa intensità fra le specie sapiens e superior.
Si chiede se in qualche maniera l'ha ipnotizzato, condizionato, anche solo leggermente, se non è lui l'autore degli attacchi dei giorni scorsi.
Solo per un attimo, poi si rimette in attesa dei movimenti e dei consigli di quell'uomo.
Via Lattea. Pianeta degli Zen-Whoberis. Un villaggio tra molti.
Sta meditando da ore dopo aver fatto tutti gli esercizi prescritti.
La mente è sostanzialmente libera, i dolori della posizione scomoda sono svaniti o non più percepiti.
Ma il pensiero non si arresta, non rallenta che un poco.
La pace dell'inazione non è per lei, non ancora, almeno.
Deve muoversi, tornare sulla Terra, partecipare.
Si scuote, si alza.
La sua maestra la scruta, lo sguardo come riflesso in uno specchio deformante.
Gamora è inquieta.
- Non credo di poter imparare altro, da te. Il mio spirito è troppo inquieto, troppo sradicato. Questo non è il mio luogo, almeno, non ancora. Lo era un posto simile, a due universi di distanza, ma sono stati obliati, invece che separarsi, dalle arti oscure del mio signore di allora e dalle azioni delle sue pedine.
Sia io che Adam, alla fin fine, siamo i più grandi genocidi del cosmo, le nostre azioni hanno posto fine a miliardi di vite, a due universi. Poco importa se siamo stati condotti su quella via da qualcuno che conosceva meglio di noi le leggi del multiverso.
Non posso progredire sulla via che mi mostri se non faccio i conti con questa consapevolezza. -
- Progredire può aiutarti anche in questo, non rinunciare. -
- Non sto rinunciando, ma devo seguire la mia via. Questa è la tua. -
- Se questa è la tua volontà, non ho ragione di oppormi. Torna pure quando vuoi, il nostro mondo è il tuo. -
New York City. Un piccolo appartamento.
Falzon si guarda attorno, guarda il luogo dove ha vissuto per anni, nascosto dal suo popolo, nascosto da tutto.
Nascosto dalla vita stessa.
Una leggenda, almeno lui pensa sia una leggenda, terrestre vuole che lo struzzo, all'approssimarsi del pericolo, nasconda la testa in un buco scavato nella sabbia.
Questo dovrebbe impedirgli di vedere il pericolo che si avvicina, magari nella convinzione che se lui non vede il pericolo, il pericolo non può vederlo.
Falzon ha qualche dubbio che una creatura chiaramente evolutasi per la fuga attui invece una strategia tanto autodistruttiva.
Ma, comunque sia, per lui è passato il momento di nascondere la testa sotto la sabbia.
È passato anche il momento di fuggire.
Chiude la porta dietro di se.
Nella sua nuova casa l'aspetta un manufatto kree, una bacchetta.
È tutto ciò che rimane di un'arma che i kree hanno usato sulla Terra quando l'inseguivano.
Proiettava un avatar virtuale, controllato da un operatore remoto, in grado di combattere contro i metaumani terrestri più potenti.
La bacchetta non è più in grado di fare gran parte delle cose che faceva, ma possiede una piccolo, rudimentale, proiettore omni-onda, sufficiente a costruire una trasmittente con la quale porsi al servizio, se se lo meriteranno, del nuovo governo kree.
È venuto il momento di dare una nuova opportunità alla pace.
Un ufficio anonimo in uno dei palazzi di Washington (DC).
Il lobbing è un'attività tranquillamente permessa e regolamentata, negli Stati Uniti d'America.
Non è, quindi, strano che un lobbista aspetti fuori dall'ufficio di un Senatore.
Più strano è che lo stia facendo da più di un'ora.
Con gente che va e che viene e che lo vede fare anticamera mentre sbrigano i loro appuntamenti.
Ad un certo punto gli viene fatto segno di passare.
Si alza, tranquillo senza dimostrare il nervosismo che prova.
In altri momenti nessuno avrebbe osato farlo attendere, anche solo un minuto.
L'uomo dall'altra parte è servile, malgrado l'abbia fatto aspettare.
Il lobbista si rilassa un po'.
- Scusa per l'attesa, ma sai come sono queste cose, in certi momenti meglio essere prudenti e diffidenti. Sei qui per la storia della Fondazione? -
- Non so di che parli. Del resto se lo sapessi non lo ammetterei. Sono qui per chiederti un favore. La nuova organizzazione dello Spezzabandiera ci ha dato parecchi grattacapi, ultimamente. Attacca i nostri uomini, uomini che non ammetteremmo di avere alle nostre dipendenze, ma che svolgono un buon lavoro. Al Governo e all'opinione pubblica non sembra vero che non se la prenda più con loro e fingono di non vedere. Però le tasche che si vuotano grazie a queste operazioni non sono solo le nostre e i soldi che non entrano non possono finanziare la campagna elettorale di nessuno.
Fai circolare la voce e ricorda al vecchio chi è che ha comperato i suoi voti. Il fatto che non può essere rieletto non lo esime da un po' di gratitudine, mi pare. -
Terra. Casa Harkness
La lunga scalinata potrebbe spezzare il fiato dell'organismo più allenato, stranamente l'ascesa è agevole.
Per l'uomo, avvolto nella cappa verde, quella stranezza ha un nome. È il nome di un potente incantesimo di protezione. Che l'ascesa sia agevole significa solo che il questuante è stato riconosciuto ed accettato.
Modred arriva davanti alla porta ed alza la mano per bussare.
La porta si apre su un ingresso luminoso, un grosso gatto nero lo attraversa, infilandosi in una porta aperta.
Modred lo segue in un salottino. Su una poltrona, con alle spalle un enorme finestra, siede una donna anziana, davanti a lei, su un tavolino una teiera con due tazze.
La donna versa nelle tazze il potente infuso che riempie la stanza di un forte odore di cannella.
Porge una tazza al mago, con un cenno lo invita a sedersi.
- Ho l'impressione che stia forzando le barriere, sento la sua presenza, sempre forte nella mia mente, più vitale. Non so se sono io che perdo il controllo. Con l'oggetto che devo sorvegliare non posso permettermelo. Ho bisogno di un maestro. -
- Di una maestra, vorrai dire. - La donna prende un lungo sorso dalla sua tazza. - Quello di cui hai bisogno è conoscenza. Hai un grande potere. Ti viene dalla tua formazione con Gervasse, ma soprattutto ti viene dal Darkhold e il Darkhold è Chthon. Malgrado l'intervento di Merlino, tu non afferri fino in fondo il patto che questo potere, come alcuni altri che detieni, stabilisce fra te e l'entità che il potere rappresenta.
Lavoreremo su questo aspetto, ma attento, questo sarà un viaggio pericoloso. Incontrerai esseri di potere e dovrai acquisire molte conoscenze.
Come spesso succede, nell'apprendimento della magia, il costo sarà commisurato al guadagno.
Ora bevi il tuo te, prima che si raffreddi. Questa è la prima lezione. -
Una miniera abbandonata, non lontano (si fa per dire) dalla città di New York.
Cadere in una trappola è una cosa che si può fare in molti modi. Quando poi la trappola si è considerata possibile, anzi probabile fin dall'inizio, è una cosa che fa arrabbiare ancora di più.
Calvin Rankin non ha il tempo di riflettere su questa sua ingenuità.
Non mentre viene aggredito da tutte le parti da robot che sembrano sbucare dalle pareti stesse, che sembrano essere vari strati delle pareti.
Per quanti ne possa distruggere, con gli sconfinati poteri che ha mimato dai suoi nuovi compagni d'avventura, non sembrano mai finire.
Il suo alleato, poi, è stato di un'utilità strabiliante.
L’uomo quintronico è infatti il più accanito nel colpirlo. Non che gli si possa fare una colpa di ciò. Il riparatore è svenuto all'interno della cabina.
Questo è un problema, poiché è difficile neutralizzare un robot costruito per fronteggiare Hulk senza danneggiare l'occupante mentre centinaia di altri robot ti saltano addosso.
È difficile anche se hai la forza di Drax. Certo, una scarica energetica ben piazzata o la telecinesi pottrebbero essere d'aiuto.
Ma per piazzare bene la scarica bisognerebbe sapere dove, con la vista non si capisce e quando prova ad usare gli innumerevoli sensi che sono fra i poteri dei suoi alleati deve restare molto concentrato, perché non li controlla molto bene, alcuni non saprebbe neppure descriverli. Quando ne perde il controllo è come andare sull'otto volante, fatto solo di giri della morte, dopo aver inghiottito svariati tipi di allucinogeno, ad una velocità prossima a quella della luce. Più o meno. Di solito più.
La telecinesi? Provate voi a concentrarvi in questa situazione.
Se solo gli riuscisse il giochino dei raggi ottici che usa l'eterno.
Quando uno vi dice che quello è il modo più diretto di usare in maniera grezza e distruttiva il potere di manipolazione della materia degli eterni voi pensereste che è facile.
Per nulla, richiede anni di esperienza, oppure una conoscenza particolare, tant'è che sono pochi anche gli eterni che riescono ad usarlo.
Potrebbe provare ad usare la Porta, una fuga tattica.
Ma la Porta ha un limite, forse l'unico, ha bisogno di una superfice materiale alla quale applicarsi.
E li dentro l'unica cosa che manca è una superfice materiale stabile.
Potrebbe, probabilmente, fuggire dal pavimento brulicante, ma difficilmente riuscirebbe a portarsi dietro il suo compagno.
Ora, tutte queste considerazioni, fra un pugno che distrugge cinque androidi, un calcio che ne frantuma tre.
Schivando grazie all'agilità acquisita (sorprendentemente non molto superiore a quella della Bestia, guardando Warlock e Gamora che si allenano non lo si direbbe) innumerevoli colpi e incassandone, grazie alla forza di Drax, quasi altrettanti.
Quanto pensate possa durare uno che, mettiamo il caso, non sia, comunque, un corpo artificiale creato per incassare colpi in grado di frantumare pianeti ma un essere sostanzialemnte umano, per quanto potenziato?
La risposta dovrà attendere, poiché il Mimo vede uno spiraglio, dalla sua mano destra parte una potente raffica diffusa che distrugge tutti i robot che lo fronteggiano da vicino, dalla sinistra un sottile raggio concentrato che amputa chirurgicamente l'intera parte inferiore del corpo robotico in cui è contenuto il suo alleato.
Il problema è che quel corpo è stato concepito per funzionare anche dopo aver subito le più orrende mutilazioni, quindi il Mimo, sbilanciato dalla sua azione, poco può fare per fronteggiare un pugno abbastanza potente da distruggere la stessa mano che l'ha sferrato e che lo schiaccia al suolo svenuto.
Orbita lunare. Stazione spaziale dei Guardiani della Galassia.
Dragoluna prova un attimo di smarrimento quando sul ponte principale appare Michael. Non è ancora riuscita a scacciare l'orribile sensazione che la realtà sia stata sospesa per un istante (o più, come misureresti il tempo, una volta sospesa la realtà?) che appare davanti a lei un uomo che credeva da tempo morto.
Certo, non è la prima volta che un essere, per di più virtualmente onnipotente, torna dalla morte e Dragoluna ha una ampia esperienza nel settore (suo padre l'ha fatto ben due volte).
Eppure la cosa la colpisce in maniera particolare.
Il sacrificio di Michael aveva lasciato una profonda ferita nel suo animo, per la sua sostanziale inutilità, vittima di un conflitto che aveva abbandonato da tempo e al quale non sapeva sottrarsi in alcun modo.
Infine un modo l’aveva trovato, inscenare la propria morte. E l'aveva fatto con stile, coprendo la menzogna con la menzogna. I corpi erano morti, loro li avevano visti.
Ma cos'è la percezione di fronte ad un essere virtualemnte onnipotente?
Onnipotente ma ingenuo, Dragoluna ricorda con un sorriso il modo in cui l'avevano scoperto. Si era completamente cancellato dalla percezione di Falco Stellare, così completamente che non poteva percepirlo neppure con la sua semplice vista umana.
Un piccolo errore, un'ingenuità.
Ingenuità che, evidentemente non ha ripetuto nella sua seconda sparizione, dalla memoria dei Vendicatori, dei Guardiani della Galassia e, ora se ne rende conto, anche sua.
Mentre riflette su questa consapevolezza si chiede anche come reagirà Falco Stellare.
Ma il Guardiano percepisce ancora più sottilmente di lei ed alza la mano per fermare i suoi compagni che stavano gia per caricare il loro nemico di sempre Michael Korvak.
- Fermi, Korvak è qui solo per parlare. Credete a colui che sa. -
Terra. Sede
della rivista word.
Pamela sta guardando le bozze per il logo del primo numero.
Su campo multicolore, con un semplice book antigua campeggia la scritta minuscola word. Dietro, a riempire il riquadro si accavalla la stessa parola, in lingue diverse "palabra, parola ecc".
Stanno arrivando i primi articoli. La rivista, pur essendo dello stesso genere, non contenderà mai il mercato di colossi come Time. Si propone meno superficialità, meno servilismo e meno ruffianeria.
Il computer segnala l'arrivo di un messaggio.
Il Governo ha iniziato una inchiesta fiscale sulla casa editrice.
- Un'inchiesta fiscale su cosa, che abbiamo appena ricominciato?- Ma il dubbio è di breve durata.
Pigia l'intercom e da rapide istruzioni.
Il comitato di redazione, a partire da Offspring e Chomsky viene mobilitato, inviati speciali vengono mandati a intervistare Mumia Abu Jamal e Leonard Peltier, detenuti politici eccellenti e famosi, una campagna di stampa viene approntata e la pubblicazione del primo numero accellerata.
Circa un'ora dopo, quando il processo è ormai avviato Pamela si abbandona contro lo schienale della poltrona, rilassandosi.
*Sciocchi, non siamo più negli anni cinquanta, quando bastava una caccia alle streghe per costringere la stampa a mettersi il bavaglio da sola. Avrete pane per i vostri denti.*
Bar senza nome.
- Oste, una birra, più grande del più grande dei bicchieri che hai su quel lurido bancone. -
- Veramente questo sarebbe un bar per supercriminali, quindi non dovrei servirti e farti cacciare fuori. Ma avrebbe senso, e il mondo è un tale non senso.
Ecco qui una birra, ma ti avverto, fra poco ti riconosceranno e qui dentro succederà un caos bestiale. Cosa che non dovrebbe farmi piacere, visto che il bar è mio e i danni li fareste a me. Disperarmi avrebbe senso, ma visto che il mondo... -
Pip fissa per un attimo il tizio dietro al bancone. Col suo ridicolo costume giallo, nero e fucsia.
Il cappello da pirata in testa, la mantellina.
- Amico, tu passi troppo tempo a razionalizzare, prima di agire. Prenditi una birra, offro io. -
- AAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRRRRRRGH!!!! -
Orbita lunare. Stazione spaziale dei Guardiani della Galassia.
-... rischia di incrinare la realtà, con l'uso spregiudicato che fa di un potere che non comprende. Quindi, quando Carina mi ha raccontato di avervi de-obliati, in questo segmento del multiverso, ho pensato di controllare. In questa linea temporale il vostro mondo, il mondo da cui tutti proveniamo, non dovrebbe essere e le tracce tachioniche che rilevo su di voi segnalano che vi siate limitati a risalire indietro nel tempo.
Non mi avete ancora affrontato, a fianco dei Vendicatori, non ho potuto alterare la vostra percezione della realtà. È sorprendente come gia siano indebolite le barriee fra i mondi.
So che non avete ragione di credere alle mie parole, ma il pericolo è grande per tutto il multiverso e ogni aiuto è il benvenuto. Prima di sottrarmi alla vostra vendetta è giusto che vi chieda di combattere al mio fianco contro Korvak. Vi lascia discuterne. - E svanisce.
Galassia di Ercole. Sirius X. Cabaret di Mamma Alpha.
Come ogni locale che si rispetti, il cabaret è un locale a molti livelli.
Questo è pressocché chiuso da anni, il precedente gestore vi aveva organizzato uno speciale poligono di tiro, Mamma Alpha ha smesso di usarlo quando ha chiuso col traffico d'armi, troppo rischioso, a livello di dettaglio.
È qui dentro che tiene alcuni oggetti che ha, diciamo così, ereditato da un suo ex concorrente in affari, che ha avuto la pessima idea di venire a reclamare nel momento sbagliato per le cose sbagliate.
Sta pian piano imparando l'uso di questi oggetti, il cui potere potenziale è sconfinato.
Il livello più elementare che usava anche Pro-boscis, che permette di lanciare scariche energetiche di una certa potenza, piegare lo spazio per eseguire brevi teletrasporti fino a pochi parsec e poco altro è abbastanza semplice da dominare, basta un po' di allenamento e qualche elementare conoscenza unite a un minimo di forza di volontà.
Ma c'è chiaramente di più, Mamma Alpha lo percepisce ogni volta che attinge al potere degli anelli. C'è chiaramente di più.
Una miniera abbandonata, non lontano (si fa per dire) dalla città di New York.
Riprendersi da uno svenimento è sempre spiacevole.
Se poi la causa dello svenimento è stata una grandinata di cazzotti il risveglio è ancora più spiacevole.
*A volte vorrei poter duplicare definitivamente il potere di Wolverine.*
- Bentornato tra noi, signor Rankin. - La voce, sostanzialemnte umana, è chiaramente una voce di sintesi. Troppo piatta, regolare e priva di inflessioni.
Mimo apre gli occhi, non che pensasse veramente che quel vecchio trucco potesse funzionare, ma nulla va lasciato intentato.
Gira la testa per quel che può. Alla sua sinistra, legato in quella che potrebbe anche essere una gabbia da realtà virtuale, sta il Rianimatore. *Che nome del cazzo, sarà il caso di cambiarglielo.*
Indossa un pesante e inelegante collare ultratecnologico, quasi sicuramente un inibitore di potere.
Calvin testa il proprio potere, non riesce a sentire la presenza di alcun essere vivente, esperienza che non provava da molto tempo.
Man mano che abbraccia con lo sguardo la stanza, fra le "sbarre" di una gabbia molto simile a quella che trattiene il Rianimatore, vede solo macchinari, robot e, infine, molto piccolo, montato in maniera instabile, probabilmente a loro esclusivo uso e consumo, un piccolo schermo.
Proiettato dal tubo catodico *Quale primitivismo* un volto, deforme, avvolto da una sorta di cappuccio verde, un occhio più piccolo dell'altro.
*Quasimodo* pensa Calvin. Verbalizzarlo è inutile, ma è quasi impossibile per gli esseri umani esprimere qualcosa in un'altra forma, foss'anche a se stessi.
- Quasimodo! - Esclama, invece, in segno di riconoscimento.
- Vedo che l'identità del suo catturatore non le è estranea, contrariamente a quanto accade per il suo compagno. Ammetto che la cosa mi sorprende, credevo che voi mutanti foste troppo presi dalle vostre questioni di supremazia razziale per prestare attenzione al resto del mondo. -
- Può essere vero, ma conoscere i pricipali pericoli di questo mondo di metaumani, esseri cosmici e intelligenze artificiali in cui viviamo è quasi obbligatorio, per chi fa la mia vita. Non trova? -
- Cerca di blandirmi con complimenti per allungarsi la vita, signor Rankin?
Immaginerà certo da solo che se la mia intenzione fosse stata quella di ucciderla non avrei atteso che rinvenisse, ne mi sarei preso il disturbo di incatenarla a un complesso sistema per neutralizzare i suoi poteri.
Non è mia intenzione ucciderla, per lo meno, non è mia intenzione ucciderla subito e senza necessità. Il mio interesse, al momento, è lo studio del potere del suo compagno. Aver catturato lei, assieme a lui, è solo un inaspettato colpo di fortuna (dite così voi umani, vero?) che mi permetterà di studiare una copia del potere, riducendo le possibilità di danneggiare l'originale con i primi, necessariamente casuali, sondaggi. Non si guardi attorno, non ho lasciato nulla, di replicabile, entro la portata delle sue capacità, quindi anche quando abbasserò il campo inibente, così da permetterle di replicare il potere che il suo compagno esercita sui robot, nulla di ciò che la circonda potrà fornirle la capacità di liberarsi. -
- Oh, ma lei fraintende le mie intenzioni. Non stavo cercando qualcosa che potesse liberarmi, poiché il suo inibitore mi impedisce di utilizzare il mio potere di mimare le capacità altrui, ma non le altre funzioni vitali. Con i sensi che ho copiato (e sono molti, non sa quante sensibilità particolari sono necessarie per l'uso di certi poteri) ho esplorato il complesso, fino a trovare l'unità centrale dalla quale controlla tutto, isolandola, grazie al potere di controllo delle macchine che avevo gia mimato dal Rianimatore. In questo momento, tutto ciò che può fare è inviare, a questo terminale, i pochi dati che le permettono di parlarmi. Fra pochi istanti, neppure quelli. -
Lo schermo si spegne. Le manette elettroniche e il neutralizzatore di poteri si aprono. Calvin Rankin prende il Riparatore, ancora svenuto e si avvicina ad una parete, attraversandola (si fa per dire).
*Beh, un nuovo alleato e una nuova base. Buon bottino. Chissà se Richards gradirebbe Quasimodo come gentile presente?*
Atlanta. Georgia. Biblioteca pubblica. Appena fuori dall'ingresso.
Drax esce, come ogni giovedì, dalla porta principale, nell'istante esatto della chiusura.
Fuori lo attendono 5 uomini in abito scuro.
Il più piccolo, quello meno simile a un gorilla gli si avvicina, sorridente.
- Che piacere, Signor Douglas, contavo di trovarla qui e desideravo parlarle...-
- Contavo anche io di incontrarla, ho avuto notizia dei suoi traffici e dei suoi argomenti. Quindi mi ascolti.
Sono cittadino statunitenze, sostanzialmente immune alle vostre legislazioni speciali. Questo non può essere invertito o negato in tempi brevi, non, tra l'altro, con in corso un processo per il trattamento che riservate ai mutanti[iv]. Il mio organismo è stato modificato per resistere a battaglie con un essere potentissimo, se ci scontrassimo su un mondo usando il nostro pieno potere il pianeta potrebbe sbriciolarsi senza che uno di noi riporti ferite significative. Nessuna delle vostre armi può impensierirmi, probabilmente neppure quella che avete usato per il genocidio marziano. Neppure se riusciste nell'impossibile tentativo di replicarla. Le mie proprietà, le mie poche proprietà, sono conferite ad una Fondazione con sede legale fuori dai confini del paese, non potete, quindi, colpirmi neppure su questo frangente. Quindi, mi faccia un favore, risparmi il mio e il suo tempo. A non rivederci, signor non-so-chi-sia.- Detto ciò, penetra nella parete, svanendo.
- Ehm, non avevano detto che era un povero idiota?-
Sede statunitense della Fondazione Scientifica.
Nathaniel Bird rigira fra le mani la notifica che gli è stata appena consegnata.
- Accertamento fiscale? Ma sono pazzi? -
Seguimos en combate
Nota dell’autore: Episodio di passagio per molti personaggi della nostra serie.
Alcuni personaggi: John Beverley, il nome dell’agente dell’FBI che sta giocando sporco contro la Fondazione è un inside joke, magari qualcuno lo indovina.
Il Rianimatore, per quanto ne so, è apparso soltanto in una storia di Wolverine, oltre tutto fuori continuity, in cui era rappresentato come un adolescente un po’ scemo, vestito da buffone, con un nome improbabile, che si atteggiava a malvagio signore dei robot per prendersi non so che rivincita contro il mondo.
Però è un mutante con poteri di manipolazione delle macchine, il che mi serviva.
Usare lui mi ha permesso di non tenere prenotato Madison Jeffries per 2 anni in attesa di questo episodio (e dei successivi).
Data la scarsità di personaggi disponibili un buon risultato (anche perché qualcuno, alla fine, si è deciso ad usare quel personaggio)
La mini dei Figli della Tigre comincerò a scriverla appena conclusa la fase di revisione di questo episodio, chissà che non escano assieme? È il terzo spin off che pubblico, in poco tempo, da questa serie.
Per insulti, commenti e quant’altro, come sempre, l’indirizzo è in cima all’episodio, cmq rossointoccabile@katamail.com