(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 120

 

 

NINJA

 

 

1.

 

 

            I Serpentieri sono un’antica setta giapponese di abili e spietati assassini. Nessuno sa con certezza quale fosse la loro origine ma ci sono leggende secondo cui non siano completamente umani, che siano posseduti dagli Oni, gli spiriti malvagi della mitologia giapponese, e che non possano essere uccisi.

            Su quest’ultimo punto Elektra Natchios, ereditiera greca, ninja ed assassina a pagamento, potrebbe smentire le leggende: lei li ha uccisi tutti… due volte. Forse, dopotutto, le leggende hanno qualche fondamento o forse, più banalmente, c’è gente nuova sotto vecchie maschere, eppure…

            La ninja greca non può fare a meno di pensare che forse sotto la maschera di Tekagi, il capo dei Serpentieri, si cela davvero il suo fratellastro Orestez anche se lei sa benissimo di averlo squartato con la sua katana per poi tagliargli la testa e spedirla all’oyabun[1] della Yakuza[2] Matsu’o Tsurayaba.[3] Del resto lei stessa era stata uccisa da Bullseye e successivamente è resuscitata grazie ad un magico rituale non potrebbe essere successo lo stesso ad Orestez?

            Elektra scaccia questi cupi pensieri. Ha fatto in modo che i Serpentieri seguissero lei e la vigilante giapponese che si faceva chiamare Shi fino al suo teatro off Broadway in modo da poterli combattere sul suo terreno. Anche se Tekagi avesse capito che era una trappola non avrebbe rinunciato ad un altro scontro con lei, Elektra ne è più che certa.

            Deve solo aspettare e sa già che non sarà un’attesa lunga.

 

            Harold Francis Callaghan Sr è stato un poliziotto, un detective, un ispettore come li chiamano a San Francisco. I suoi modi spicci, spesso oltre i limiti dei regolamenti, e gli scontri con i superiori hanno impedito che fosse promosso ma questo non vuol dire che non sia stato un buon poliziotto: ha eliminato un paio di pericolosi serial killer, sgominato una rete di colleghi trasformatisi in vigilanti, salvato il Sindaco da terroristi interni ed altre cose interessanti. Adesso, a più di novant’anni, si sta godendo la pensione ed ha ancora una salute di ferro ed una tempra d’acciaio.

            La ragazza latinoamericana che lo ha fermato mentre tornava a casa è ora nel suo salotto bevendo un caffè e gli sta raccontando di essere arrivata dal Sud America ma di aver scoperto che chi l’aveva portata negli Stati Uniti voleva farla prostituire.

-Ho finto di non ribellarmi ma ho approfittato della prima occasione utile per scappare e cercare aiuto.- conclude.

-Capisco.- replica Harry mentre apre un cassetto -Ma perché è venuta da me?-

-Ho sentito parlare di lei. È un ex poliziotto. Ho pensato che poteva offrirmi un rifugio per stanotte e poi portarmi lei alla polizia.-

-Ma davvero? La tua è una bella storiella, ma fa acqua da tutte le parti.-

            Harry si volta di scatto ed ha in mano una pistola.

-Ma cosa fa Señor Callaghan?- esclama la ragazza.

-Sono vecchio ma non sono stupido. So delle serial killer che si trasformano in giaguari e scommetto che sei una di loro, quindi ora sta buona mentre chiamo i miei ex colleghi. Se hanno ragione loro, non corro rischi che tu possa trasformarti in giaguaro visto che accade solo durante il sesso.-

-Ci sono molti modi di eccitarsi, vejo.. E comunque non sono sola.-

            Gli occhi della ragazza diventano gialli mentre da fuori arriva un cupo ruggito.

-Hai ragione vecchio. Normalmente è il sesso a far scattare la, trasformazione ma stavolta il mio signore e padrone è qui con me ed ha garantito alle sue figlie un maggiore potere. Osserva!-

            La ragazza comincia a cambiare, le sue vesti si stracciano mentre il suo corpo cambia in quello maculato di un giaguaro e lei si mette a quattro zampe. Dalla sua gola esce un ruggito

            Harry Callaghan reagisce d’istinto ed è questo probabilmente a salvargli la vita. Spara contro la creatura che ha di fronte prima ancora che la trasformazione sia completata. La donna giaguaro è sbalzata indietro contro una parete.

            Se quello che suo figlio gli ha raccontato è vero, non basterà ad ucciderla ma lui non resterà ad accertarsene. È sopravvissuto a tante cose quando era un poliziotto e non intende farsi ammazzare a novant’anni da una gatta mannara o quello che è.

            Esce all’aperto ma la corsa seppur breve ha il suo prezzo. Il cuore gli batte in maniera forsennata. Deve fermarsi.

Si appoggia al cancello ed è allora che vede l’uomo che viene verso di lui. Ma è davvero un uomo? Porta una maschera a forma di muso di giaguaro o quella è davvero la sua testa? ai suoi lati scivolano flessuose due pantere nere.

            Stavolta è davvero finita, pensa Harry.

 

            Rex Carpenter esce sulla terrazza e contempla il panorama di Los Angeles in direzione dell’Oceano Pacifico. È stato un lungo cammino, pensa, ma ormai è quasi finito.

            Suo sorella Astrella esce a sua volta in terrazza e gli posa le mani sulle spalle.

-A cosa stai pensando?-gli chiede -Non dirmi che sei preoccupato per le elezioni. Il tuo avversario non ha la minima speranza e tu lo sai.-

            Rex sorride. Si volta ed accarezza il volto della sorella sfiorando il tatuaggio a forma di stella che ha sulla guancia destra.

-Non credevo davvero che sarei arrivato sin qui, è stato più facile del previsto.-

-Gli elettori ti adorano, li hai davvero conquistati. E il Senato è solo il primo passo. Un giorno tu sarai Presidente, è nel tuo destino, io lo so.-.

-E se anche avessi ragione, quale prezzo dovrò pagare per la mia ambizione? A che giova, infatti, all’uomo guadagnare il mondo intero se perde la propria anima?-[4]

-Perché dici così?-

-Perché c’è sempre un prezzo da pagare per certe cose ed io ancora non so quale sarà.-

-Non pagherai nessun prezzo, te lo garantisco ed in caso ci fosse, sarò io che dovrò pagarlo.-

            Dopotutto, pensa, Astrella, è lei quella che ha venduto la propria anima.

 

 

2.

 

 

            L’entrata del teatro è chiusa ma non è certo un semplice portone che può sbarrare la strada a Tekagi ed al resto dei Serpentieri. Entrano con facilità, infatti, muovendosi nei locali bui senza alcun problema ed a un cenno del loro leader si disperdono in cerca delle loro prede.

            Tekagi raggiunge la platea e dice:

-Ti nascondi, Elektra? Non dirmi che hai paura! Non sarebbe da te.-

-Sono qui.- replica una voce dall’ombra,

            D’improvviso la luce dei riflettori illumina un settore del palcoscenico rivelando la presenza di Elektra con la katana stretta nella destra.

            Tekagi fa una risatina e balza sul palcoscenico. Proprio in quel momento le luci si spengono di nuovo ed il salone piomba nella totale oscurità.

-Credi davvero che un trucchetto del genere basti a disorientarmi? Se è così sono molto deluso, Elektra.-

-Chissà?- è la risposta che arriva da dietro le sue spalle.

            Un attimo dopo l’affilata lama di una katana penetra nella sua schiena.

 

            In un’altra zona del teatro una donna attende e riflette sugli strani casi del destino che l’hanno portata qui e adesso. Non si fa illusioni: o i Serpentieri saranno eliminati oggi o sarà le a morire per mano loro, quindi non le resta altra scelta.

            Nascosta nell’ombra attende il primo dei suoi nemici e finalmente la sua attesa è premiata: tra le ombre distingue una figura in costume. È Enteki l’arciere. Dicono che nessuno sia migliore di lui in tutto il Giappone.

La donna di nome Shi si concede un leggero sorriso mentre impugna il suo arco pensa che stanotte si vedrà se è davvero così. Incocca la freccia e chiude gli occhi mentre ricorda gli insegnamenti del suo maestro.

Sgombra la mente da ogni altro pensiero che non sia il suo bersaglio e lascia partire la freccia.

 

Osaku è l’unica donna del gruppo dei Serpentieri, la sua specialità sono gli shuriken, le piccole ma letali armi da lancio dei ninja, ed i pugnali.

Si muove circospetta lungo il corridoio che porta ai camerini e riflette. Tutto troppo silenzioso, troppo tranquillo, pensa. Dov’è la sua preda?

-Cercavi me?-

            La voce di donna dal tono vagamente ironico echeggia alle sue spalle. Osaku si gira di scatto e si trova di fronte una ragazza dai capelli biondi che indossa un costume simile a quello di Elektra ma nero invece che rosso.

-Tu!- esclama Osaku -Tu non sei…-

-Shi? Ovviamente no. Puoi chiamarmi Cigno Nero se vuoi.-

            Osaku non replica, non a parole almeno. Quasi dal nulla ecco le sue mani impugnare due pugnali.

-Un bello scontro all’arma bianca?- commenta Cigno Nero con un sorrisetto -Perché no? Divertiamoci allora.-

            Getta a terra la sua katana proprio mentre Osaku vibra un primo fendente che lei evita gettandosi indietro e facendo una capriola. Non l’ha ancora completata che già ha estratto uno dei suoi pugnali dalla fondina alla sua coscia e lo ha scagliato contro la sua avversaria.

            Il pugnale compie una breve parabola per poi conficcarsi nella gola di Osaku. Contro ogni aspettativa la ninja non cade e dopo un attimo di apparente smarrimento le sue dita stringono l’elsa del pugnale per poi strapparselo dalla gola.

-Elektra mi aveva avvertito che tu ed i tuoi compagni sareste stati difficili da uccidere.- dice Nina McCabe rimettendosi in piedi  -…ma difficile non significa impossibile.-

            Osaku, la cui ferita sta già guarendo, avanza verso di lei. Cigno Nero si abbassa, le sue dita si stringono sull’impugnatura della sua katana, le sue gambe scattano verso quelle della sua avversaria facendola cadere in avanti poi si rialza mentre Osaku resta a terra.

-Che scherzo mi stai combinando?- chiede Cigno Nero senza ricevere risposta.

            Usando il piede gira il corpo di Osaku e scopre che si è conficcata nel cuore il suo stesso pugnale.

-A quanto pare non sei proprio invulnerabile alle tue stesse armi, ma giusto per stare tranquilla…-

            Raccogliendo tutta la sua forza Nina cala la sua lama sul collo della sua nemica.

 

 

3.

 

 

            La freccia parte e compie tutta la sua traiettoria con un leggero fischio, quanto basta perché i sensi acuti dell ninja chiamato Enteki lo avvertano e lo spingano a girarsi. Troppo tardi, la freccia si conficca nel suo petto e lui cade all’indietro.

            Shi esce dal suo nascondiglio e lo raggiunge tenendo stretta tra le mani la sua naginata. Fa qualche passo verso il suo avversario ma si ferma di botto perché nonostante abbia la punta della freccia ben piantata nel cuore Enteki si sta rialzando e contemporaneamente, apparentemente indifferente al dolore, ai muscoli lacerati, al sangue che esce copioso dalla ferita, si strappa la freccia dalla carne e la getta a terra.

            Shi aveva sentito parlare di questa sorta di immortalità dei Serpentieri, ma vedere dal vivo come opera è tutta un’altra cosa e così rimane come paralizzata dallo stupore. Il suo avversario ne approfitta estraendo un pugnale tānto[5] e vibrando un fendente contro di lei. Shi si riscuote appena in tempo e lo evita di misura. Ha solo guadagnato tempo, però. Come può battere un avversario che non può essere ucciso? Improvvisamente ricorda cosa le ha raccontato Elektra del suo precedente incontro con i Serpentieri. Forse può funzionare, pensa, deve funzionare.

            Evita ancora un altro fendente e riesce ad afferrare il polso del suo avversario facendogli perdere l’equilibrio. Mentre Enteki cade a terra Shi solleva la sua naginata e la fa ricadere vibrando con tutte le sue forze un fendente al collo del suo nemico. Ignora il sangue che le schizza addosso ed osserva la testa del ninja rotolare lontano. Il corpo di Enteki ha qualche sussulto poi cessa del tutto di muoversi.

            Shi si appoggia ad una parete, prende un profondo respiro poi finalmente si muove. Vincendo il disgusto afferra la testa di Enteki e la scaglia oltre il ballatoio del palco dove si trova. Anche ammesso che Enteki si possa rimettere in piedi avrà un po’ da fare per ritrovarla. Anche se è sistemato, ne restano altri e deve essere pronta ad affrontarli.

 

L’uomo, se tale è, si ferma davanti a Harry Callaghan, indica la sua pistola e dice con voce grave:

-Quella non ti servirà contro di me.-

-Sul serio?- ribatte il vecchio -Immagino, quindi, che non ti dispiacerà se ti sparo lo stesso, giusto per provare.-

            L’altro ride e replica:

-Mi piace il tuo atteggiamento, uomo. Non hai paura di morire.-

-L’ho già detto alla tua ragazza: alla mia età ogni giorno può essere quello buono, quindi aver paura non ha molto senso.-

-Ti sei guadagnato il mio rispetto. Farò in modo che la tua morte sia rapida ed il più possibile indolore.-

-Fermo dove sei. Non ucciderai nessuno stanotte!-

            A parlare è stata il Tenente Sabrina Morrell della Squadra Omicidi della Polizia di San Francisco. Ai suoi lati l’Ispettore Harry Callaghan Jr e l’Agente Speciale del F.B.S.A. Donna Kiel. Dietro di loro si sta fermando il furgone dell’unità speciale anti superumani della Polizia denominata Codice Blu guidata dal Comandante Paul Carson.

-Dovrei essere impressionato, donna?- dice il presunto Dio Giaguaro rivolto a Sabrina.

-Puoi essere quello che vuoi ma al minimo gesto ostile riceverai addosso tanto di quel piombo che, immortale o no avrai bisogno di una gru per riuscire a rialzarti.-

            Nel frattempo sono arrivati altri poliziotti pesantemente armati che si dispongono a semicerchio dietro i tre detective circondando la zona.

            Le pantere ai suoi lati fremono ed il Dio Giaguaro si rivolge loro:

-Pazienza, figlie mie, non è ancora il momento.-

            Il Dio Giaguaro fissa Sabrina negli occhi e la donna ha la netta percezione che non stia indossando una maschera. Non lo ammetterebbe mai ma sente un brivido correrle lungo la schiena.

            L’essere parla ancora alle pantere:

-Uccideteli tutti, figlie mie! Tutti tranne le donne, loro sono mie.-

            Le pantere ruggiscono e spiccando un balzo in avanti. Sabrina urla:

-Sparate! Sparate!-

            Un attimo dopo è l’inferno.

 

            Tekagi barcolla ma non cade. Si gira nella direzione da cui è venuto il colpo che avrebbe dovuto ucciderlo e dice:

-Elektra, Elektra! Eppure ormai dovresti aver imparato che non basta un colpo di spada ad uccidermi.-

-E se stavolta ti staccassi la testa dal collo e poi la bruciassi?- replica Elektra uscendo dall’ombra -Non dirmi che ti ricrescerebbe.-

-E chi lo sa? Tu dovresti ben sapere come la morte possa essere una cosa temporanea per quelli come noi Forse non ne porti più i segni ma scommetto che non hai dimenticato la sensazione che si prova quando una lama ti squarta dall’inguine fino al collo, Non è così?-

            Elektra reprime a fatica un brivido mentre la sua mente ritorna alla fatale notte in cui Bullseye la uccise con la sua stessa arma.[6] Certo che ricorda quel momento e ricorda anche quando il mistico rituale della Mano la riportò in vita.[7] La fede e l’amore di Matt Murdock ripulirono la sua anima. Lei ha poi di nuovo scelto il sentiero oscuro ma non ha dimenticato. Non può dimenticare.

            La sua lama cozza contro quella di Tekagi producendo scintille. Lo scontro continua.

 

 

4.

 

 

            Shi osserva ancora per qualche istante il cadavere senza testa di Enteki. Non si è ancora mosso ed ormai non lo farà più… o almeno lei lo spera. Ma dove sono gli altri? La risposta giunge quasi subito.

            Forse è stato il sibilo della lama o forse solo un istinto primordiale, ma fatto sta che Shi si getta a terra appena in tempo per evitare di essere colpita da una pesante ascia. L’uomo che la impugna è chiamato Doka ed ancora una volta tenta di colpirla e lei ancora una volta lo evita.

            Non ha nessuna intenzione di continuare all’infinito e tenta una mossa audace: si tuffa verso Doka mentre lui è a braccia sollevate e gli trapassa il collo con la sua lama. Doka barcolla e cade pesantemente mentre Shi balza evitandolo di poco. La mano del gigante cerca di raggiungere la sua ascia ma Shi sa cosa deve fare ormai. La sua lama cala sul collo del gigante una, due, tre volte.

            All’improvviso qualcosa si annoda al suo polso e lei si trova trascinata indietro verso quello che è chiamato Feruze che la attende stringendo nella destra un tānto.

 Shi si rende conto di avere poche possibilità e non perde tempo. Scaglia la sua naginata e centra il suo avversario al cuore. Sa di non avere tempo da perdere. Si, libera dalla corda, balza verso il suo avversario, recupera la naginata e fa quello che sa di dover fare.

Quanti avversari sono rimasti? E come se la starà cavando Elektra?

           

            Da un’altra parte del teatro un duello prosegue accanito. Tekagi è in gamba, Elektra deve riconoscerlo, forse anche più di lei ma lo ha già battuto in passato e può rifarlo, deve.

-Non ce l’ho con te Elektra.- le dice il suo avversario -È vero, mi hai già ucciso due volte ma hai solo fatto quel che dovevi e non perseguo la vendetta fine a se stessa. Il mio bersaglio stasera è Shi e tu sei solo un ostacolo tra me ed il mio obiettivo.-

-Mi stai dicendo che se mi faccio da parte risparmierai la mia vita?- replica Elektra

-Esattamente. Ti sto dando una possibilità.-

-Grazie ma purtroppo sono un’assassina con il senso dell’onore ed ho promesso la mia protezione a Shi. Non mi tirerò indietro e poi… ti ho battuto in passato e posso rifarlo.-

-Così mi piaci, Elektra: fiera e combattiva. Avremmo potuto essere una gran coppia io e te.-

-Nei tuoi sogni.-

            Il duello riprende. Non è più il tempo delle parole, si combatte per la vita e forse non solo per quella. Ognuno dei due avversari cerca un varco nella difesa dell’altro e chi cederà per primo perderà lo scontro e la vita.

            Elektra scivola, rotola a terra. Tekagi alza la sua katana lanciando un grido di trionfo.

-Sei mia!- esclama.

            In quel momento si ode il rumore di detonazioni ravvicinate. Proiettili raggiungono Tekagi alla schiena. Il capo dei Serpentieri barcolla e perde la presa sulla sua katana. Per qualche istante sembra che stia per cadere poi si gira e vede davanti a sé il massiccio afroamericano di nome McKinley Stewart con ancora in pugno una pistola.

-Il cagnolino di Elektra.- dice Tekagi -Se desideri dare la tua vita per lei, sarai accontentato. Morirai prima di lei.-

            Mentre parla Tekagi balza addosso a Stewart, con una mossa rapida lo disarma, lo costringe a terra e sta per infilargli il suo pugnale nella gola. Dal petto spunta la lama della sua stessa katana che lo ha attraversato da parte a parte. Riesce a stento a voltarsi per vedere Elektra incombere su di lui.

-Tu!!- esclama -Io…-

-Mi avevi dimenticato sia pure per un istante ed un istante era tutto quello che mi serviva.- gli si rivolge Elektra.

            Tekagi prova a rialzarsi ma non ci riesce.

-La tua katana è magica non è vero? A quanto pare anche tu sei vulnerabile ad essa.-

            Tekagi non risponde. Elektra afferra l’elsa della katana e con un gesto deciso la sfila dal corpo del suo nemico. Nella sua mano sembra senza peso, facile da maneggiare come se fosse fatta per lei. Vuole sangue di cui nutrirsi, Elektra lo sente. Vuole sangue e lo avrà un’ultima volta.

            Con un gesto rapido e deciso Elektra spicca la testa di Tekagi dal suo collo. Per qualche istante rimane ferma a fissare la lama insanguinata poi la scaglia ad incastrarsi contro una vicina parete.

 

            Cigno Nero è l’ultima a raggiungere il palcoscenico dove si è appena svolto l’ultimo atto dello scontro tra Elektra e Tekagi. Il suo cadavere è a terra e non molto lontano sono posate la sua testa e quelle di due altri Serpentieri. In un angolo Shi è in piedi silenziosa. Elektra sta con la testa appoggiata al petto di McKinley Stewart.

-Non ditemi che è tutto finito e che abbiamo vinto.- dice la ragazza,

-Sì abbiamo vinto, ma non credo che sia ancora finita.- replica Elektra poi guarda Shi e le dice -I Serpentieri sono stati sconfitti ma Azuma Gōda non si darà per vinto, lo sai. Per lui ormai è una questione d’onore.-

-O me o lui.- replica Shi -So già che finirà così un giorno o l’altro.-

            Il rumore di sirene in lontananza interrompe i loro discorsi.

-La Polizia sta arrivando qui. Temevo che sarebbe successo.- dice Elektra -Charlotte Jones non è stupida.-

-Si mette male.- replica Mac -Non riusciremo di certo a far sparire i cadaveri e ripulire questo posto nel poco tempo che abbiamo.

-Ehm… credo che i cadaveri non siano più un problema.- interviene Cigno Nero indicando il pavimento.

Il cadavere di Tekagi e le teste sul palcoscenico si stanno dissolvendo in nuvole di fumo. Elektra non ne è affatto sorpresa.

-Immagino che stia succedendo la stessa cosa anche agli altri cadaveri.- commenta Shi -Avevo sentito dire che accadeva agli adepti della Mano dopo essere morti. Non pensavo accadesse anche ai Serpentieri.-

-Meglio così.- replica Elektra -Ora è meglio che tu te ne vada. La Polizia non deve trovarti qui.-

-Sparire tra le ombre è la mia specialità ma voi?-

-Non preoccuparti. Ho già pensato a tutto.-

-Sono in debito con te.-

-Lo ripagherai un altro giorno. Ora vai. Mac ti indicherà la via per il lucernario.-

            Il massiccio pugile fa un cenno a Shi che lo segue. Lei si volta solo un attimo e sussurra:

-Grazie.-

 

 

5.

 

 

             Le porte del teatro si spalancano di colpo ed irrompe l’intera Squadra di Codice Blu guidata dal Tenente Charlotte Jones. Alle loro spalle ci sono: un uomo alto, sui trentacinque anni, vestito di scuro, il volto incorniciato da una corta barba ed uno più anziano, più basso, parzialmente calvo e con gli occhiali

All’interno, nell’atrio solo un uomo di evidente etnia asiatica ed una donna alta dai capelli biondi e corti.

-Libero.- dice Charlotte alzando la visiera del casco.

-Si può sapere perché avete fatto irruzione qui?- le si rivolge in tono indignato la bionda.

            Charlotte ordina di abbassare le armi, si qualifica e poi chiede:

-Voi chi siete e perché siete qui a quest’ora in un teatro ufficialmente chiuso?-

-Mi chiamo Konnie Weiss e sono la direttrice di questo teatro. Ho tutto il diritto di stare qui e venirci quando voglio. Ero a cena con il mio fidanzato quando ho ricevuto la notifica di un ingresso non autorizzato e così siamo corsi subito qui A controllare. Stavo appunto pensando di chiamare la Polizia quando siete arrivati voi pronti a combattere una guerra.-

-Posso confermare tutto.- interviene l’asiatico -Mi chiamo King Lau e come ha detto Konnie eravamo insieme.-

King Lau?- esclama il Sergente Julius “Cane Pazzo” Rassitano -Il campione coreano di arti marziali miste per caso?-

-Sono proprio io, Sergente. Non mi dica che era un mio fan.-

-Ho seguito i suoi incontri. Mi sembrava una faccia nota.-

-Gli chiederai l’autografo in un altro momento, Rassitano.- interviene Charlotte Jones -Adesso dobbiamo perquisire questo posto da cima a fondo.-

-Suppongo che abbiate un mandato o non vi muoverete di lì.- ribatte Konnie.

            Si fa avanti l’uomo con la barba tenendo in mano dei fogli.

-Eccolo qua. Abbiamo dovuto svegliare un giudice in piena notte per ottenerlo in fretta. Io sono il Detective Michael Morissey della Squadra investigativa del Procuratore Distrettuale della Contea di New York e sono stato mandato qui per garantire la regolarità delle operazioni.-

-Non è una procedura insolita?-chiede King Lau.

-Questo è un caso insolito. Stiamo sulle tracce di una vigilante in costume ricercata per multipli omicidi ed abbiamo buone ragioni per credere che possa essersi rifugiata qui.-

-Il che non spiega ancora la sua presenza e questo spiegamento di forze.-

-È perché questo teatro appartiene a...-

-Me.- dice all’improvviso una voce alle loro spalle.

            Tutti coloro che già non sono orientati in quella direzione si voltano verso l’ingresso dove si trovano una donna dai capelli neri che indossa un elegante tailleur rosso ed un afroamericano massiccio dai folti baffi neri.

-Lei è…?- esclama Charlotte Jones.

-Elektra Natchios e come stava per dire il Detective Morissey, sono la proprietaria di questo teatro e di altri edifici in città.- replica la donna.

-La famosa killer a pagamento che ha lavorato per Kingpin.-

-Presunta killer e sono stata prosciolta da tutte le accuse. Non è convinta, Tenente?-

            Charlotte scuote la testa.

-La donna che ho incontrato questa sera e che era in tenuta da ninja… non l’ho potuta vedere bene in faccia… ma potrebbe… potrebbe essere proprio lei.-

-Peccato che io abbia un alibi, non è vero, Mac?-

-Oh sì.- conferma con un sorriso McKinley Stewart -Siamo rimasti insieme tutta la sera e lo saremmo ancora se qualcuno non ci avesse rovinato una serata perfetta.-

            Morissey abbozza un sorriso. Lui sa perfettamente chi è Elektra ma ha ragioni personali per sostenere la sua commedia.

-Bene, signori.- dice -Vogliamo procedere? Anche se…-

-Non troveremo Shi, questo è certo ma ormai che siamo qui tanto vale andare fino in fondo.- finisce per lui Charlotte

            Ed anche se non lo confesserebbe mai apertamente, il Tenente Joe La Bianca in fondo è contento che sia andata così.

 

            E’ tarda sera quando Ana Ishikawa arriva all suo appartamento. La Detective Rachel Thompson avrebbe preferito portarla in quella che ha chiamato una casa sicura, uno di quei posti dove la Polizia alloggia la gente sotto protezione, ma lei è stata irremovibile ed è voluta tornare a casa sua. La Polizia ha comunque messo due poliziotti all’ingresso del palazzo ed un’autopattuglia a fare il giro dell’isolato, giusto in caso che tentino di nuovo di ucciderla.

            Ana si chiude la porta alle spalle ed accende la luce che rivela la figura di Shi seduta sula divano a gambe accavallate.

-Ciao Ana.- le dice in Giapponese,

-Tomoe!- esclama Ana poi corre verso di lei e l’abbraccia.

            Per un po’ le due donne rimangono semplicemente in silenzio strette l’una all’altra poi Ana dice:

-Somo stata in pensiero per te tutto il giorno. Ho seguito i resoconti dello scontro con i Serpentieri al Lincoln Center poi siete spariti e non ho saputo più nulla.

-Ti racconterò tutto con calma.- replica Shi -Ora ho bisogno di farmi una doccia e togliermi il trucco dalla faccia.-

            Ci vogliono pochi minuti, poi Tomoe Gozan, con indosso un kimono, è di nuovo seduta sul divano al fianco di Ana.

-So che sei stata tu a mandare in mio aiuto Elektra.- dice.

-In realtà si è offerta lei di farlo.- replica Ana -E ne sono felice. È colpa mia se sei diventata un bersaglio.-

-Ho scelto io di assumere il ruolo di Shi, nessuno me lo ha imposto e conoscevo i rischi.-

-E adesso?-

            Il volto di Tomoe si incupisce mentre risponde:

-C’è un solo modo di uccidere un drago: tagliargli la testa. Affronterò Azuma Gōda e… lo ucciderò.-

 

            Nella solitudine del suo alloggio a New York Azuma Gōda, oyabun della Yakuza, è giunto alla stessa conclusione.

Ha mandato contro Shi i suoi migliori assassini e loro hanno fallito. A causa anche dell’interferenza di Elektra, certo, ma non è una scusante. Se vuole redimere il suo onore non ha che una scelta: affrontare Shi lui stesso ed ucciderla.

            Si avvicina ad una panoplia su una parete e ne stacca una katana che soppesa tra le mani. È una delle lame maledette del Maestro Muramasa e quando sarà il momento lo servirà bene.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Estremamente scarne anche stavolta:

1)     I più attenti di voi potrebbero aver trovato familiari i casi che cita Harry Callaghan Sr ed in effetti dovrebbero esserlo -_^

2)     Gli Oni sono demoni della mitologia giapponese ma avremo modo di riparlarne.

Se in questo episodio ci siamo concentrati su Elektra e Shi, dal prossimo riprenderemo le fila delle vite di altri nostri personaggi e ne sapremo di più sul sanguinario Dio Giaguaro di Tierra Verde.

 

 

Carlo



[1] Padrino.

[2] Il crimine organizzato giapponese

[3] Nell’episodio #38.

[4] Dal Vangelo secondo Marco 8,34-38, 9, 1

[5] Tipo di pugnale giapponese.

[6] Su Daredevil Vol. 1°#182 (In Italia su Fantastici Quattro, Star, #16)

[7] Su Daredevil Vol. 1°#190 (In Italia su Fantastici Quattro, Star, #24)