(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 121

 

 

DEMONI DELL’OSCURITÀ

 

 

1.

 

 

            La sede della Rand-Meachum Corporation si trova in un grattacielo di vetrocemento nel cuore di Manhattan. È relativamente piccolo se comparato agli altri edifici della zona ma fa ugualmente la sua figura. La maggior parte dell’edificio è occupato dagli uffici della Rand-Meachum, gli ultimi due piani ospitano l’attico dove vive Josephine “Joy” Meachum, seconda principale azionista nonché Presidente e COO[1] della società, il decimo piano ospita, invece, gli uffici dello Studio Legale Jeryn Hogarth & Partners che della società cura gli interessi legali.

            È proprio da lì che Jeryn Hogarth in persona prende l’ascensore diretto per il piano dei dirigenti della R-M usando una chiave elettronica che sono in pochi ad avere. Quando arriva nella sala delle riunioni del Consiglio dei Direttori della società, vi trova il Presidente dello stesso, Daniel Thomas Rand, sua sorella Miranda e Joy Meachum.

-Buongiorno a tutti. Immagino che vi chiederete perché abbia chiesto di incontrarvi.-

-Fammi indovinare…- replica in tono sarcastico Joy -… siamo di nuovo sotto attacco di una scalata ostile. Cos’è la decima volta negli ultimi anni?-

-Mi fa piacere vedere che la gravidanza, seppur indesiderata, non ti ha tolto il buonumore, Joy.- ribatte Hogarth sedendosi -In realtà preferirei che fosse davvero una semplice scalata ostile, quelle so come affrontarle, ma pare che è una cosa peggiore e, temo, molto più personale.-

            Adesso Jeryn sa di aver guadagnato l’attenzione di tutti.

 

Le pantere scattano in avanti. I poliziotti sparano freneticamente ma i felini continuano ad avanzare come se niente fosse e con uno scatto finale piombano addosso a due agenti azzannandoli alla gola.

            Per Sabrina Morrell, Tenente della Squadra Omicidi della Polizia di San Francisco, è un vero incubo.  Le micidiali assassine che possono trasformarsi in giaguari a cui sta dando la caccia da tempo sono uscite allo scoperto e sotto la spietata guida del cosiddetto Dio Giaguaro stanno massacrando gli agenti delle squadre speciali senza curarsi dei proiettili che le bersagliano.

            Sabrina inquadra nel mirino della sua Glock l’uomo che le guida, se, è davvero un uomo e non qualcosa di molto peggio si ritrova a pensare. Un tiro facile… se avesse ancora i proiettili speciali che le aveva dato Collette Drumm e con cui aveva ucciso le atre due donne giaguaro poco tempo prima. [2]

            Ci prova ugualmente ma l’unica cosa che ottiene è che il cosiddetto dio giaguaro si volti verso di lei e la fissi con occhi di fuoco. Istantaneamente Sabrina si sente come se fosse diventata di pietra. Gambe e braccia non le rispondono più e lei rimane ferma mentre quell’essere le si avvicina e la sfiora con dita artigliate dicendo:

-Sei coraggiosa, donna… o forse solo stupida?- le solleva il mento e la fissa dritto negli occhi per poi aggiungere -No. C’è coraggio e sfida nei tuoi occhi. Sarebbe un vero peccato ucciderti adesso.-

            Sabrina non può fare a meno di sentire un brivido correrle lungo la schiena.

 

            Lynne McElwain guarda dall’ampia finestra il panorama della baia di Kowloon, i Nove Draghi, nella Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong.

-A cosa stai pensando?- le chiede il cinese in piedi alle sue spalle sul cui petto nudo è tatuato un drago.

-Che questo sarebbe un posto meraviglioso dove vivere se…-

-Se non avessero cercato di ucciderti?[3] Accade nel tipo di lavoro che ci siamo scelti. Dovrai abituartici se vuoi continuare a farlo.-

-E tu ti ci sei abituato, Shen Kuei?-

-Ho perso il conto delle volte in cui hanno cercato di uccidermi. Semplicemente non ci penso e prendo le cose come vengono.-

-Come quello che è accaduto l’altra notte? Suppongo che per te sia normale amministrazione cambiare una donna ogni notte. Sei mai stato davvero innamorato?-

-Sei hai letto il mio dossier, dovresti conoscere già la risposta.-

-Lasciamo stare. Parliamo piuttosto della nostra indagine. Sono preoccupata per Clive Reston. Temo che possa commettere qualche sciocchezza ora che è qui a Hong Kong.-

-Non sarebbe la prima volta per lui, ma a dispetto delle apparenze, sa badare a se stesso.-

-Questo era prima dell’attentato in cui sua moglie è stata quasi uccisa. Le sue speranze di riprendersi dal coma sono quasi nulle. Nel suo attuale stato mentale Reston potrebbe essere imprudente.-

-Sembra che tu tenga molto a lui.-

-Quasi non lo conosco, ma la mia famiglia ha più di un debito morale con la sua e qualunque cosa facessi non basterebbe a ripagarlo.-

-Conosco questo sentimento. Reston è un uomo complesso ma ha più onore di tanti che ho conosciuto. Non so se si renda conto di quanto sia fortunato ad avere tanti amici che si curano di lui.-

            Prima che Lynne possa rispondere il telefono di Shen Kuei squilla e l’uomo noto anche come il Gatto risponde. Ascolta attentamente poi dice qualche parola in cinese, quindi chiude la conversazione.

            Lynne lo guarda negli occhi e chiede:

-Guai in arrivo, non è vero?-

-Forse.- risponde lui senza sbilanciarsi -Credo che ti convenga vestirti. Stiamo per ricevere visite.-

 

 

2.

 

 

            A Paul Carson, comandante dell’unità speciale SWAT[4] anti superumani della Polizia di San Francisco denominata Codice Blu, sembra di rivivere un incubo mentre un giaguaro femmina balza contro di lui incurante delle pallottole che le sta sparando.

            La belva lo travolge trascinandolo a terra. Mentre cade sente una voce di donna gridare:

-Paul, no!-

            Sabrina Carson non ha il tempo di pensarci. Il giaguaro sta calando le zanne alla sua gola e lui vede la morte in faccia.

            Improvvisamente ecco che si ode una voce:

-Ferma!-

            Il giaguaro si ritrae sbuffando mentre Sabrina Morrell corre verso Carson.

-Tutto bene, Paul?- gli chiede chinandosi su di lui.

-Un po’ di lacerazioni alla divisa e poco più, tranquilla.- replica lui alzandosi.

            Il dio Giaguaro si avvicina e si rivolge a Sabrina:

-E così quest’uomo è importante per te.-

-Lui… è un amico… un collega.- replica lei.

-Per questa volta sarò generoso e vi lascerò in vita. La prossima morirete tutti. Tutti tranne te, diventerai una delle mie spose.-

            L’essere si volta e si allontana seguito dai tre giaguari. Mentre camminano sembrano diventare sempre più evanescenti sino a sparire del tutto.

-Se non lo avessi visto con i miei occhi non ci crederei.- commenta Harry Callaghan Sr.

-Ma è vero e non è ancora finita.- replica, cupa, Sabrina.

 

            Il posto è una villa sulla Baia di Kowloon a Hong Kong. Gli intrusi che sono penetrati nel giardino che la circonda indossano abiti differenti ma sono accomunati da una cosa: sono tra i migliori assassini del mondo. Si dividono in piccoli gruppi: chi aggirando la casa, chi entrandovi direttamente dopo aver forzato facilmente il portone d’ingresso.

            Il primo ad entrare fa solo pochi passi nell’atrio prima che un calcio rotante lo prenda in pieno risbattendolo oltre la soglia.

            Il Gatto fissa gli altri senza parlare, immobile come se fosse una statua di marmo. I suoi avversari sfoderano un’incredibile varietà di armi da taglio e balzano su di lui.

            Nessuna descrizione potrebbe davvero rendere giustizia a quello che accade dopo. Diciamo semplicemente che ad un eventuale spettatore sembrerebbe di assistere alla scena di azione di un film di Bruce Lee. Alla fine Shen Kuei è l’unico rimasto in piedi… o almeno così crede, perché un avversario sta arrivando alle sue spalle stringendo nelle mani un rhumal, il famigerato fazzoletto annodato dei Thugs indiani.

            Un proiettile lo coglie in pieno alla schiena facendolo cadere proprio mentre Shen Kuei si stava voltando. Il Gatto alza gli occhi e sulle scale vede Lynne McElwain con in pugno una pistola ancora fumante.

-Pare che sia arrivata al momento giusto.- dice la ragazza.

-Non è ancora finita.- sentenzia Shen Kuei mentre da fuori arrivano nuovi rumori.

 

            Jeryn Hogarth termina la sua pausa ad effetto e dice:

-Ieri sera ero a cena con mia figlia…-

-Non sapevo che Millicent fosse tornata a New York.- lo interrompe Danny Rand.

-Parlo di Jeri, la mia primogenita. Come sapete è tornata a New York di recente ed è stata promossa socia dello studio legale di Rosalind Sharpe. È stata lei ad invitarmi e l’ho subito trovato strano. Io e lei… come dire… non andiamo molto d’accordo.-

-Curioso, visto che vi piacciono le stesse cose: le macchine veloci e le belle donne.- commenta ridacchiando Joy Meachum -O è proprio questo il problema?-

            Hogarth le rivolge un’occhiataccia e replica:

-Se stai insinuando che non mi piace che sia lesbica, sbagli di grosso Joy. La sua sessualità è una cosa che riguarda solo lei. Quando si è sposata le ho anche fatto un regalo. Certo visto come è andato a finire quel matrimonio avrei potuto risparmiarmelo.-

-Non volevo offenderti Jeryn, scusami. La mia è stata una battuta fuori luogo.-

-Non c’è bisogno di scusarti Joy, non mi sono offeso. Quello che divide me e Jeri è piuttosto la sua etica molto più disinvolta di quanto io sia disposto ad accettare, non il suo stile di vita su cui non posso certo dare lezioni.-

-Tua figlia mi è sembrata una tipa decisa.- interviene Miranda Rand -Tutte le volte che ci siamo incontrate ho avuto la netta sensazione che mi stesse facendo delle garbate avances ma potrei sbagliare.-

-Ne dubito. Jeri ha un debole per le bionde… come me del resto… ed ha stile ed anche in questo ha sicuramente preso da me.- ammette Jeryn -Ma non è il momento di parlarne adesso. Ovviamente non era solo l’amore filiale ad aver spinto Jeri ad invitarmi a cena. Mi ha informato che rappresentava un cliente interessato a rilevare l’intero pacchetto azionario della Rand-Meachum al doppio del suo valore di mercato.-

-E quindi è davvero un’altra scalata.- commenta Joy -E non poteva dirtelo durante l’orario d’ufficio?-

-Jeri mi ha chiesto di convincervi a cedere pacificamente. Che sarebbe stato meglio per tutti se lo avessimo fatto. Sembrava davvero preoccupata per me. La cosa mi ha scosso. Dopo cena ho fatto una capatina su internet per cercare notizie sulla società di cui mi aveva parlato Jeri e guardate cosa ho trovato: questo è il logo della società.-

            Jeryn mostra loro un’immagine che Danny e Miranda trovano subito inquietante. Rappresenta un serpente che stringe tra le sue spire un drago e quel drago è Shou Lao il cui cuore pulsante è la fonte del potere del Pugno d’Acciaio.

 

 

3.

 

 

            La città di Macao si trova nella penisola omonima che confina via terra con la Cina Continentale per soli 310 metri. È la capitale della Regione Amministrativa Speciale che porta lo stesso nome e gode di una grande autonomia interna garantita dall’accordo sino-portoghese del 1999. Le sue maggiori risorse economiche sono il turismo ed il gioco d’azzardo. Nei suoi alberghi e casinò è possibile incontrare molti turisti provenienti dalle più varie parti del mondo come l’uomo alto ed attraente di età indefinibile che indossa un elegante smoking nero fatto evidentemente su misura e siede al tavolo del blackjack di uno dei più noti casinò della zona dove ha appena vinto una partita.

            Si alza dal tavolo e si reca al bar dove il barista gli chiede:

-Il solito, Mr. Bryce?-

-Naturalmente!- risponde l’uomo -E mi raccomando…-

-Agitato e non mescolato, ormai lo so.-

-Credevo di essere la sola a conoscere il Cocktail Vesper da queste parti ma vedo che non è così.-

            A parlare è stata una giovane donna bionda che indossa un abito da sera decisamente molto scollato.

-Era il cocktail preferito di mio padre ed io ho ereditato molti dei suoi gusti.- replica l’uomo con un sorriso ammiccante -Visto che è un’estimatrice, posso offrirgliene uno, Miss..?-

-Beresford. Theodora Beresford ma gli amici mi chiamano Terry. Accetto volentieri Mr… Bryce, giusto?-

-John Bryce, per servirla. Chang, un cocktail anche per la signora e portali a quel tavolo là in angolo, per favore.-

-Come desidera, Mr. Bryce.-

            Pochi minuti dopo i due sono seduti uno di fronte all’altra ed è la donna a parlare per prima dopo che il cameriere ha servito i cocktail:

-Lei è inglese, Mr. Bryce?-

-Ho un passaporto britannico ma la mia genealogia è un po’ complicata: sono in parte scozzese, in parte svizzero ed in parte…-

-Orientale, giusto? Cinese?-

-Giapponese… la cosa le crea problemi?-

            La ragazza ride divertita poi risponde:

-Buon Dio, no! Sono stata l’amante di un uomo d’affari cinese per due anni. Per me non conta il colore della pelle di un uomo ma che sia gentile e generoso.-

-Già, lo immagino. Che, ne dice, Miss Beresford… Terry, se proseguiamo questa interessante conversazione a cena? Io sono solo qui a Macao ed odio cenare da solo.-

-Dico che accetto volentieri.-

            I due si alzano e lei lascia che lui la prenda a braccetto. A pochi tavolini di distanza una ragazza orientale li osserva e fa una smorfia di disgusto. Subito dopo che sono usciti si alza lasciando sul tavolo il costo della consumazione più una mancia generosa, poi li segue.

 

            Quando una persona normale non riesce a prendere sonno si rigira più volte nel letto poi magari si alza e si mette a fare qualcosa come leggere un libro o guardare la TV, un supereroe o supereroina nella stessa situazione si infila il suo costume attillato e colorato poi balza fuori da una finestra e comincia a pattugliare la città in cerca di un cattivo da combattere.

            Anche se ancora piuttosto nuova del giro, Miranda Rand non sfugge a questa regola e così si infila il suo costume di Death Sting, che poi altro non è che una versione del costume di Iron Fist di suo fratello con il rosso al posto del verde ed il verde al posto del giallo, la cui scollatura quasi inguinale consente di vedere il piccolo marchio a forma di drago formatosi nell’incavo dei seni quando Orson Randall le ha trasferito il suo potere,[5] e lascia silenziosamente la villa di famiglia nel quartiere residenziale di Riverdale a Manhattan.

            Il vento le scompiglia i lunghi capelli biondi mentre balza agilmente di tetto in tetto cercando qualcosa che forse non potrà mai trovare e ponendosi domande che potrebbero non avere mai risposta.

            Non sa bene perché è arrivata sin qui, nella zona del porto, dinanzi ad un magazzino apparentemente abbandonato. È come se qualcosa l’avesse attirata sino a lì. Si ferma davanti al portone ed esita poi allunga la mano sui lucchetti che si aprono al suo tocco.

-Decisamente curioso.- commenta perplessa.

            Il portone cede facilmente non appena lo spinge e lei aggiunge:

-Sempre più curioso.-

            Entra e si guarda intorno. Il suo sguardo è attirato da un vecchio orologio a pendolo in un angolo. Possibile che…

Si avvicina e prova a far oscillare il pendolo. Il mobile si sposta rivelando un passaggio segreto. Miranda scende pochi gradini ed arriva in un luogo pieno di strani oggetti. Comprende subito cos’è:

-Uno dei rifugi segreti di Orson!- esclama.

-Sapevo che saresti venuta.- dice una voce alle sue spalle -Questo è proprio un luogo adatto alla tua morte.-

            Death Sting sente un brivido correrle lungo la schiena.

 

            Nemmeno Jeri Hogarth riesce a dormire. Mentre la sua compagna di questa notte ancora dorme, si alza dal letto, si infila una vestaglia ed esce sul terrazzo del suo appartamento.

Per la prima volta da tanto tempo questa donna che si è fatta fama di essere senza scrupoli e con un’etica discutibile, che ha fatto assolvere le famigerate Punitrici[6] e difende il boss di un traffico internazionale di schiave sessuali,[7] ha davvero paura.

Questa volta il suo studio può aver fatto il passo più lungo della gamba. Quella che sembrava una normale pratica di consulenza ed assistenza in una transazione finanziaria si è rivelata qualcosa di molto più sinistro, qualcosa da cui sarebbe stato meglio stare alla larga.

Lei lo aveva capito subito quando la giovane praticante della Sezione Commerciale dello studio era venuta a parlarle riferendole alcune cose che la preoccupavano. Per questo lei aveva deciso di parlare lei stessa con suo padre anche se tecnicamente l’affare non era di sua competenza visto che lei era la responsabile del settore penale. Anche se non erano mai stati in buoni rapporti, in qualche modo doveva metterlo in guardia.

Suo padre si è sicuramente accorto, che qualcosa non andava durante il loro incontro ne è sicura ma avrà davvero capito? Forse dovrebbe rinunciare all’orgoglio e parlargli di nuovo.

            Le sue riflessioni sono di colpo interrotte quando alle sue spalle qualcuno le dà una spinta facendola finire oltre la ringhiera e precipitare urlando dal ventesimo piano.

 

 

4.

 

 

            Death Sting si gira verso la direzione della voce e si trova di fronte un essere decisamente non umano, una creatura demoniaca alta almeno tre volte più di lein e decisamente molto grossa.

-Ancora una volta hai risposto tu al mio richiamo.- dice l’essere con una voce che dà i brividi anche a Miranda -Mi dispiace, perché non sei tu quella che vorrei uccidere, ma pare che non ci sia scelta.-

-Perché?- chiede, Miranda -Cosa ti obbliga?-

-Una maledizione così antica che perfino io non ricordo come e perché è nata, ti basti sapere che ogni volta che un mortale ottiene il potere del Pugno d’Acciaio io mi risveglio e mi metto alla sua caccia e quando lo ho trovato, lo uccido assorbendo il suo potere . Il solo che è riuscito a sfuggirmi è Orson Randall ed a quanto pare, tu hai preso il suo posto nell’ordine delle cose, il che non mi dà scelta: prima di poter uccidere tuo fratello, dovrò uccidere te.-

-Vuoi dire che ci proverai ma scoprirai che non è così facile.-

-Lottare è inutile. Io sono Ch’I-Lin e Ch’I-Lin non può essere sconfitto.-

-Perché voi demoni dobbiate sempre ripetere il vostro nome e parlare in terza persona non lo capirò mai.-        Senza aggiungere altro Death Sting lancia un grido e balza contro il demone sferrandogli un calcio poi fa una capriola, passa oltre la sua testa e lo colpisce di nuovo alla schiena con i piedi uniti per poi ricadere lontano.

-Sei brava, lo ammetto. Riconosco lo stile di Lei Kung il Tonante, ma devi capire che la tua resistenza è inutile: io sono del tutto immune al tuo potere e non posso essere sconfitto. È solo questione di tempo prima che tu cada.-

         E il tempo è tutto quello che mi serve, ma tu non devi ancora scoprirlo, pensa la ragazza.

 

            È in giorni come questo che Sadie Sinclair vorrebbe non essere il Sindaco di San Francisco così non si troverebbe nella necessità di dover rispondere alle pressanti domande dei media in un’improvvisata conferenza stampa davanti all’ingresso dell’ospedale della Contea.

            Si schiarisce la voce ed inizia a parlare:

-Prima di tutto voglio informarvi che quasi tutti gli agenti ricoverati non sono in gravi condizioni. Solo tre sono in rianimazione in prognosi riservata.-

-E dei morti cosa ci dice, Sindaco?- chiede una giovane donna afroamericana -Come è stato possibile che più squadre SWAT siano state letteralmente massacrate? Perché l’unità speciale Codice Blu, creata apposta per fronteggiare superumani non è stata in grado di fermare questa specifica minaccia?-

-A questo posso rispondere io.- interviene il nuovo Capo della Polizia Stephen Keller -con voce ferma e decisa -Purtroppo gli avversari che le nostre squadre si sono trovate di fronte erano completamente invulnerabili a qualunque arma in loro dotazione. Nonostante questo hanno continuato a fare del loro meglio fino alla fine. Spero che questo lo dirà ai suoi spettatori, Miss Jones.-

            Lucretia Jones, anchorwoman della WWN, annuisce cupa poi chiede:

-E che accadrà in caso di un nuovo scontro?-

-Stiamo studiando delle opzioni. Mi perdonerà se non intendo fornire altri particolari al riguardo.-

Un altro reporter interviene:

-Cosa ci dice delle voci secondo cui gli avversari in questione erano belve gigantesche? C’è un collegamento con gli omicidi delle pantere della scorsa estate?-

-Al momento preferisco non rispondere. Ci sono delle indagini in corso al riguardo e non intendo divulgare informazioni che potrebbero ostacolare la cattura di eventuali sospetti. Al momento opportuno sarete debitamente informati di tutto. Altre domande?-

            Ce ne sono anche troppe ma sia Keller che la Sinclair riescono in qualche modo a tenervi testa. Alla fine salgono tutti e due sull’auto di servizio del Sindaco assieme all’assistente di quest’ultima, la bionda Kate Kildare.

-Mi auguro che lei abbia davvero qualche idea per risolvere la situazione Capo Keller…- dice Sadie mentre l’auto parte -… perché altrimenti, anche se non ho voluto ammetterlo in pubblico, le cose non potranno che peggiorare.-

-Preoccupata di perdere le prossime elezioni?- replica Keller con un sogghigno.

-Non sono così cinica.- ribatte, piccata, la donna -Mi preoccupa che ci siano in giro almeno tre assassine invulnerabili che potrebbero far strage di altri poliziotti per tacere degli altri cittadini.-

-Già, gli onesti membri della nostra rispettabile comunità.-

-Mi risparmi il suo sarcasmo, Keller… e non ha ancora risposto alla mia domanda.-

-Se ho qualche idea per risolvere la situazione? Qualcuna in effetti… e l’avverto che non la troverebbe molto ortodossa.-

-A questo punto, non discuterei nemmeno se mi dicesse che ha chiesto aiuto all’Arcangelo Gabriele.-

-Non ci è andata molto lontano.- replica, criptico, Keller.

 

            Una donna precipita urlando da un grattacielo. Una volta che si sarà schiantata al suolo probabilmente non rimarrà un solo osso intatto, una morte orribile. Suo padre e la sorella che non ha mai davvero conosciuto piangeranno per lei o saranno sollevati dalla sua scomparsa?

            Jeri Hogarth è, per sua fortuna, destinata a non saperlo perché si sente afferrare alla vita mentre la caduta si arresta lasciandola senza fiato.

-Tutto bene, Miss?-

            A parlare è un uomo che indossa una versione completamente nera del costume dell’Uomo Ragno e si sostiene proprio ad una ragnatela attaccata ad un’asta di bandiera. Dio benedica il patriottismo degli americani.

-Io… credo di sì.- risponde infine Jeri -… sono viva perlomeno e devo ringraziare te. Sei l’Uomo Ragno?-

-Sigh. Dovrò decidermi ad assumere un buon agente. Sono il Ragno Nero, spietata nemesi di quella razza codarda e superstiziosa che sono i criminali. Le piace come slogan?-

-Gli spietati vigilanti notturni non dovrebbero essere cupi e silenziosi?-

-Non io. Siamo tutti chiacchieroni in famiglia.-

            Mentre parlano il Ragno Nero scende lentamente al suolo ed una volta giù lascia la presa su Jeri e poi le dice:

-Non mi ha ancora detto cosa le è successo, Miss… a proposito, come si chiama? Mi piace sapere qualcosa delle donzelle che salvo.-

-Jeri Hogarth.- risponde lei.

-Ho sentito parlare di un Jeryn Hogarth ma è un maschio piuttosto sovrappeso e molto più vecchio di lei.-

-È mio padre.-

-Bene, Miss Hogarth, suppongo che non stesse cercando di vedere se sapeva volare, quindi cos’è successo?-

-Ero nella terrazza del mio appartamento e qualcuno mi ha spinto di sotto.-

-Chi? Lo sa?-

-Con me c’era solo una ragazza.-

-Una vecchia amica?-

-Non proprio. Mi era stata mandata da un’agenzia di escort di cui mi servo di tanto in tanto. Scandalizzato?-

-Ne ho viste troppe per scandalizzarmi per questo. Forse è stata proprio lei a giocarle questo brutto scherzo ed in questo caso sarà già fuggita dal suo appartamento, ma per poter controllare dovrei lasciarla sola e non me la sento mentre c’è un potenziale assassino ancora libero. Bel dilemma.-

-Che possiamo risolvere noi per te.-

            Il Ragno Nero e Jeri si voltano nella direzione della voce e si trovano di fronte due uomini che sono loro familiari.

-Luke Cage e Iron Fist!- esclama Ragno Nero -La mia coppia di eroi in vendita preferita. Immagino che non siate qui per caso.-

-Voi avete lavorato per mio padre in passato. Vi ha mandato lui?- chiede Jeri.

-In effetti è così, ma a quanto pare, stavamo per arrivare troppo tardi. Per fortuna il Ragno Nero era da queste parti.-

-Il tempismo è sempre stato uno dei miei superpoteri anche se di solito è pessimo.- commenta il Ragno Nero.

-Mai come l’umorismo di voi ragni.- replica Cage.

-Ha parlato Mr. Simpatia. Bene, ora che ci siete voi, io vado a dare un’occhiata di sopra.-

            L’Arrampicamuri oscuro lancia la sua tela e scatta verso l’alto. In pochi minuti è nell’appartamento di Jeri. È vuoto e gli basta una rapida occhiata per rendersi conto che l’ospite se n’è andata sulle sue gambe. Un’assassina prezzolata pagata da chi? Forse la mancata vittima sa la risposta.

            Il rumore di una chiave che gira nella serratura lo mette in allarme ma si rilassa quando vede sulla soglia della porta d’ingresso la massiccia figura di Cage.

-Calma, ragnetto. Siamo qui perché Miss Hogarth deve prendere un po’ di roba prima di trasferirsi in un luogo più sicuro sotto sorveglianza ventiquattr’ore su ventiquattro.-.

-Ottima idea. Spero che non vi dispiaccia se sono della partita.-

-A me sta bene.-

-Anche a me.- aggiunge Iron Fist -Mentre salivamo ho chiamato il mio vecchio amico Rafael Scarfe, che adesso è comandante del Distretto di Polizia di Midtown Nord. Non è stato entusiasta di essere stato svegliato nel cuore della notte ma ha capito la situazione ed ha inviato due auto di pattuglia.-

-Bene, io non vado molto d’accordo con la Polizia, quindi me ne andrò. Non cercatemi, vi troverò io.-

            E senza aggiungere altro, il Ragno Nero balza oltre la stessa ringhiera da cui era precipitata Jeri Hogarth poco tempo prima e si allontana nella notte.-

-Detesto quelli come lui quando fanno così- borbotta Cage.

 

 

5.

 

 

            Una casa sicura, un modo che hanno le varie agenzie di intelligence e le forze dell’ordine per definire un luogo che gli eventuali nemici non conoscono e dove, appunto, poter essere al sicuro dai loro attacchi. Nel nostro caso, è una villetta nel Lower East Side a Manhattan.

Quando Luke Cage e Jeri Hogarth vi arrivano trovano ad aspettarli una giovane donna dai lunghi capelli rossi che indossa una tuta aderente di colore bianco e che porta una katana a tracolla. Con lei un’afroamericana dalla pettinatura afro vestita di rosso che porta a tracolla una fondina con una pistola.

-Colleen… Misty...- le saluta Cage.

-Lo so chi siete.- dice Jeri -Colleen Wing e Misty Knight, le titolari della Nightwing Restorations, l’agenzia di investigazioni e protezione di cui si serve spesso mio padre.-

-Ed è stato lui a mandarci qui infatti.- replica Misty Knight -Ci ha incaricato di occuparci della sua protezione 24 su 24 finché sarà necessario.-

-Ha dato lo stesso incarico anche a me.- conferma Cage.

            La donna dai capelli neri e corti si guarda intorno, fa una smorfia e chiede:

-E dovrò rimanere nascosta qui tutto il tempo?-

-Almeno per stanotte poi vedremo. Mi rendo conto che non è lo standard a cui siete abituati voi Hogarth ma dovrà adattarsi, temo. Immagino che si renderà conto che restare nel suo appartamento, almeno per ora, può essere rischioso.- interviene Colleen Wing.

-In effetti, avrei preferito una suite al Marriott ma immagino che dovrò accontentarmi… per ora. Per fortuna almeno la compagnia è gradevole. Rimane lei per il turno notturno, Miss Wing? E posso chiamarla Colleen, spero.-

            Misty allarga le braccia in un gesto di esasperazione, poi prende da parte Cage e gli sussurra:

-Questa ci darà più guai di quanti ne abbia dati la sua sorellastra qualche anno fa a te e Danny[8] me lo sento. A proposito, perché non è venuto con te?-

-Mi ha mollato di colpo perché sentiva che sua sorella era nei guai. Da quello che ha detto sembrava una cosa seria.-

-Odio queste cose mistiche. E odio ancora di più non poter fare nulla per aiutarlo.-

-Se la caverà, non è un novellino e poi ha il potere del Pugno d’Acciaio. Ci sono pochi avversari capaci di tenergli testa.-

-E sono quei pochi che mi preoccupano.-

 

            Death Sting evita a stento gli artigli del demone. È veloce, pensa, e probabilmente anche forte quanto basta per spezzarla come un fuscello se lei gli permettesse di afferrarla. Finora è riuscita ad evitarlo, ma non può continuare a lungo. Deve trovare un modo per sconfiggerlo e trovarlo alla svelta.

            Ch’I-Lin ha detto di essere immune al potere del Pugno d’Acciaio ma può credergli? Non è forse una caratteristica tipica dei demoni mentire ed ingannare? Deve correre il rischio- Silenziosamente comincia ad attingere al suo chi, l’energia spirituale da cui deriva il Pugno d’Acciaio.

-Ti batti bene, ragazza.- le dice Ch’I-Lin -… ma alla fine cadrai ed una volta che avrò assorbito il tuo potere cercherò tuo fratello e gli farò subire la stessa sorte.-

-Perché aspettare? Io sono già qui.-

            Iron Fist è appena arrivato sulla scena.

 

            La donna dai capelli biondi che entra nel Municipio di San Francisco attira immediatamente l’attenzione dei presenti come una calamita attira il ferro. In molti, sia uomini che donne, rimangono incantati a fissarla e si renderanno conto solo dopo di essere rimasti letteralmente a bocca aperta.

            Con incedere elegante e sensuale ma non volgare la donna si avvicina al banco della reception e dice:

-Buongiorno, ho un appuntamento con il Sindaco.-

            Prima che l’addetto possa dire una sola parola si ode un’altra voce femminile:

-La Professoressa Starr, giusto? la stavamo aspettando.-

            A parlare è stata una donna bionda con gli occhiali che tende la mano verso la nuova venuta dicendo:

-Mi chiamo Kate Kildare e sono la responsabile delle Pubbliche Relazioni. Se vuole seguirmi, la accompagnerò dal Sindaco,-

-Molto volentieri Miss Sinclair.-

            Il tragitto fino all’ufficio privato del Sindaco è rapido. Kate Kildare bussa poi apre la porta. All’interno un giovanotto dai capelli castani ed una donna dai capelli rossi stanno discutendo.

-Insomma, Bree, possiamo dire che siamo ancora vivi grazie al tuo bel sederino… letteralmente. Se quel bel tomo del Dio Giaguaro non si fosse preso una cotta per te…-

-Piantala Harry. Se credi che la cosa mi faccia piacere…-

            Sabrina Morrell e Harry Callaghan Jr si zittiscono bruscamente all’ingresso della nuova arrivata che come era accaduto poco prima calamita l’attenzione di tutti.

È il Capo della Polizia Stephen Keller a rompere il silenzio alzandosi in piedi e dicendo:

-Benvenuta Victoria. Signori e signore, lasciate che vi presenti la Professoressa Victoria Nutley Starr, docente all’Università della California Berkeley. Ci siamo conosciuti qualche mese fa quando ancora insegnavo lì e quando l’Agente Speciale Kiel ha fatto il suo nome come esperta, ho accettato subito e le ho chiesto di aiutarci in questo difficile caso.-

-Un’altra consulente? Ne avevamo bisogno? L’ultima si è rivelata essere un serial killer mutaforma.-[9] interviene Sabrina.

-Le assicuro che io non lo sono, Tenente Morrell… perché lei è il Tenente Sabrina Morrell, giusto? Ed il bel giovanotto con cui stava discutendo al mio arrivo è l’Ispettore Harold Callaghan Jr suppongo.- replica Victoria Nutley Starr

-Ci conosce?- esclama Sabrina.

Abbiamo qualche conoscenza comune e poi lei è abbastanza famosa dopo che ha risolto casi che coinvolgevano la Donna Ragno e gli X-Men. Quanto all’Ispettore Callaghan, somiglia molto a suo padre, è impossibile sbagliarsi. Ha anche il suo stesso temperamento sanguigno?-

-Lei… conosce mio padre?- replica un sorpreso Harry.

-Ci siamo incrociati durante una sua indagine anni fa.-

-Come è possibile? Mio padre è andato in pensione una trentina di anni fa e lei non ne ha nemmeno 35.-

-La mia vera età ti stupirebbe, Harry…- replica lei ridendo -…  Posso chiamarti Harry, non è vero?-

-Ah… una come lei può chiamarmi come vuole… cioè, voglio dire…-

-Harry, non renderti più ridicolo di quanto già sei.- interviene Sabrina -E gli occhi di Miss Starr sono più in alto di dove stai guardando.-

-Chiamatemi pure Victoria o Vicky se preferite. Non sono mai stata troppo formale.-

-Scusate se mi intrometto nelle vostre schermaglie…- interviene il Sindaco Sadie Sinclair -… ma credevo che lo scopo di questa riunione fosse trovare un sistema per neutralizzare quel dio giaguaro e le sue figlie prima che trasformi la città nel suo mattatoio personale.-

-Lei ha ragione Miss Sinclair.- replica la bionda Agente Speciale del F.B.S.A. Donna Kiel -E la Professoressa Starr può aiutarci davvero. È un’apprezzata consulente del F.B.S.A., dello S.H.I.EL.D. e di altre agenzie sulle questioni che coinvolgono l’occulto e la mitologia. Ha un vero talento nel risolvere casi bizzarri ed è stata una felice coincidenza che avesse ripreso ad insegnare in quest’area proprio adesso.-

-Felice coincidenza o imperscrutabile disegno del Fato? Chi può saperlo per certo?- ribatte Victoria -In ogni caso, sono qui e posso aiutarvi davvero.-

-E come?- chiede Sadie -Non mi dirà che può far sparire quelle… creature con uno schiocco di dita!-

            La donna accenna un sorriso e replica:

-Mio padre forse potrebbe farlo se lo volesse anche se di solito preferisce non interferire con… questo genere di questioni. Per me non sarebbe così facile ma posso fare qualcosa che a voi era negato almeno finora: affrontare quelle belve ed il loro genitore alla pari e forse sconfiggerle una volta per tutte.-

            E quello che i presenti vedono nei suoi occhi mentre parla li convince che non sta scherzando.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE.

 

 

            Poco da dire in realtà, quindi diamoci una mossa:

1)     Ritorna in scena Iron Fist assieme al suo cast storico di comprimari dopo una lunga assenza riprendendo le fila di una trama che potrebbe avere interessanti sviluppi.

2)     Ritornano anche gli agenti del MI6 britannico con le loro atmosfere di sapore bondiano e se loro sono tornati, puo Shang Chi essere lontano?

3)     Chi è Victoria Nutley Starr e perché dovrebbe essere in grado di affrontare alla pari il Dio Giaguaro? Chi è il padre così potente a cui si riferisce? Il mio attento supervisore e pochi altri lo avranno già indovinato, per tutti gli altri la risposta arriverà nel prossimo episodio.

 

 

Carlo



[1] Chief Operating Officer.

[2] Nel numero #100.

[3] Vedi episodio #105.

[4] Special Weapons and Tactics,

[5] Nell’episodio #65

[6] Su Devil & la Vedova Nera #10

[7] Vedi i recenti episodi di Pantera Nera.

[8] Power Man & Iron Fist #110 inedito in Italia

[9][9] Negli episodi #99 e 100.