(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 126

 

 

DEMONI DELL’EST

 

 

1.

 

 

            Aeroporto Logan, Boston, Massachusetts. La ragazza in costume che si fa chiamare Vagabond è decisamente preoccupata. Quelli che ha di fronte non sono dei comuni sgherri al servizio di qualche capo criminale. Nella migliore delle ipotesi sono superumani mutaforma semi invulnerabili. Alla peggiore preferisce non pensare.

Quando ha accettato l’incarico di scortare Millicent Hogarth a New York sapeva che sarebbe stato un incarico pericoloso ed ora è tardi per i rimpianti. È il momento di dimostrare che è all’altezza della sua scelta di essere una vigilante in costume, una cosiddetta supereroina.

-Non sei in grado di affrontare gli yaoguai, donna.- le dice uno dei suoi avversari con la sua voce strana che le provoca brividi lungo la schiena -Comportati da saggia ed abbandona questo conflitto prima che ne derivi la tua morte.-

-Spiacente.- replica Vagabond -Ma se fossi saggia, tanto per cominciare non me ne andrei in giro conciata così, quindi non scapperò.-

            Uno dei suoi avversari le sferra un colpo con una mano artigliata, ma lei lo evita con un salto all’indietro. Tutti gli allenamenti intensivi prima sotto la supervisione di Capitan America e poi da sola stanno dando i loro frutti. Quei tizi non riescono a colpirla. Il vero problema, però è che sembrano resistenti ai suoi attacchi. Può rallentarli, forse, ma non fermarli, il che non le impedirà di provarci.

Hanno detto di chiamarsi yaoguai. Sembra una parola cinese e la cosa non la sorprende. Non sa cosa vuol dire, ma è evidente che non è nulla di buono.

Improvvisamente qualcuno piomba in mezzo ai suoi avversari. È una donna che indossa un succinto costume rosso ed il cui volto è nascosto da una maschera di metallo, i lunghi capelli neri sono raccolti a coda di cavallo e nelle mani ha dei ventagli che usa per colpire gli Yaoguai tagliando la testa di netto a due di loro.

-Ce ne hai messo di tempo.- le si rivolge Vagabond.

-Ho dovuto mettere al sicuro Miss Hogarth sull’aereo e poi… ero curiosa di vedere come te la saresti cavata.- replica l’altra.

-E il verdetto è…?-

-Non male per una che non ha superpoteri. Sei in gamba e determinata.-

-Grazie dei complimenti, ma ne riparliamo dopo se non ti spiace.-

-Ti conosciamo.- dice il leader degli yaoguai alla nuova venuta -Sei Bella Figlia della Tigre, una delle Armi Immortali delle Sette Città del Cielo. Una nemica della nostra stirpe.-

-Sono una nemica del Male in tutte le sue forme.- replica la donna -Se voi yaoguai insisterete a servire il demone Ch’I-Lin, non mi lascerete altra scelta che combattervi fino alla morte..-

-E allora morirai adesso!- proclama uno yaoguai balzandole addosso per ritrovarsi un secondo dopo con la gola squarciata da uno dei ventagli della sua nemica .

            Bella Figlia della Tigre e Vagabond si ritrovano schiena a schiena e l’americana si rivolge alla sua compagna di guai:

-Anche tu sei davvero in gamba. Ora, per favore, dimmi che hai una strategia per sbarazzarci di questi yaoguai qualunque cosa siano.-

-Creature malevoli della mitologia cinese.- replica Bella Figlia della Tigre -Voi occidentali li etichettereste come demoni. -

-Demoni? Sul serio?-

-Capisco il tuo scetticismo occidentale, ma è ciò che sono. Per nostra fortuna, quando sono in forma corporea hanno un certo grado di vulnerabilità o saremmo spacciate. Oltre al potere di mutare forma che già conosci, hanno anche quello confondere le percezioni delle loro vittime e quello di creare illusioni.-

-Davvero? E perché non li hanno ancora usati su di noi?-

-Ne sei sicura? Guarda verso l’aereo.-

            Vagabond volge lo sguardo verso il jet privato di Jeryn Hogarth in attesa sulla pista e vede apparire un gruppetto di yaoguai ormai vicini al velivolo.

-Brutti bastardi!- esclama Vagabond.-Non possiamo fermarli ormai… ma se pensano di cavarsela facilmente, avranno una brutta sorpresa.-

 

            Pochi minuti prima. Millicent Hogarth si sente senza fiato mentre finalmente arriva davanti al jet di suo padre. Non credeva davvero di essere in pericolo, ma adesso deve ricredersi. Quelli che le stanno dando la caccia decisamente non sono comuni esseri umani.

            Il portello viene aperto, una scaletta viene calata ed una stentorea voce maschile dice:

-Sbrigatevi ad entrare. Quei tizi non hanno nessuna intenzione di mollare.-

            Quella voce… possibile che sia davvero lui dopo tutti questi anni? si chiede Millie. Non sarebbe sorprendente, dopotutto ha già lavorato per suo padre in passato.

            La ragazza cinese in uniforme da autista la spinge su per la scaletta ed in pochi istanti sono entrambe all’interno del velivolo dove Millie trova conferma dei suoi sospetti o meglio: speranze.

-Luke! Sei davvero tu?- esclama.

-Non c’è tempo per i convenevoli, Mille.- ribatte l’uomo. Abbiamo cose più urgenti a cui pensare adesso. Priscilla non può farcela da sola.-

-Ci penso io ad aiutarla.- replica la ragazza cinese che nel frattempo si è tolta l’uniforme rivelando un costume rosso molto succinto. Decisamente non è una comune autista.

            Mentre si infila una maschera di metallo, aggiunge:

-Tu pensa agli altri.-

-Quali altri?- chiede lui, ma lei si è già tuffata giù dall’aereo e si è messa a correre verso il bordo pista.

            Improvvisamente li vede: una mezza dozzina di strani esseri con la testa di animale che si muovono velocissimi verso il jet.

            Si volta verso le donne che sono con lui e dice.

-Chiudetevi dentro dopo che sarò uscito.-

-Che vuoi fare?- gli chiede ingenuamente Millie.

            Luke Cage sogghigna e risponde:

-Quello che so fare meglio: menare le mani. Per dirla come il mio amico Ben Grimm: è tempo di distruzione!-

            Cage salta oltre il portello ed il suo atterraggio provoca una piccola onda d’urto che sbilancia i suoi avversari.

-Coraggio, fatevi sotto.- li sfida.

 

            New York City. Danny Rand è in piedi davanti all’uomo di nome Zhou Cheng che esclama:

-Tu sai chi sono?-

-Esattamente come tu sai chi sono io.- risponde Danny -Finiamola con gli inganni. Mostrati per ciò che sei veramente.-

            Il tempo di un battito di ciglia e la figura dell’uomo d’affari cinese è sostituita da quella di un demone grigiastro.

-Come hai fatto a trovarmi ?- chiede -No, non importa. Ciò che conta è che hai osato sfidarmi e ne pagherai il prezzo.-

            Dalla bocca del demone esce una zaffata di fuoco il cui unico risultato è incenerire gli abiti di Danny rivelando il costume di Iron Fist.

-Tutto qui?- commenta quest’ultimo mentre si sistema il colletto e poi la maschera -Impressionante, lo ammetto, ma inutile, no? Avresti potuto approfittarne per uccidermi, ma non puoi farlo, vero? Non puoi uccidermi, non è così? La tua maledizione ti impedisce di farlo se prima non hai ucciso mia sorella Miranda e lei non è qui. Io, invece, posso farti male… molto male.-

            Il potere del Pugno d’Acciaio fluisce lungo la mano di Daniel Rand e si riversa sul suo avversario spedendolo contro una parete.

            Iron Fist lo colpisce ancora e stavolta lo spedisce oltre una finestra nel vuoto sottostante.

-Sarebbe bello se fosse finita così…- dice Iron Fist -… ma inutile farsi illusioni.-

            Un attimo dopo salta oltre la stessa finestra.

 

 

2.

 

 

            Aeroporto Logan, Boston, Massachusetts. Fin da quando ha deciso di tornare a fare l’eroina mascherata Priscilla Lyons è stata consapevole che avrebbe affrontato momenti difficili e adesso è proprio uno di quei momenti. Una parte di lei si sente frustrata. Contro dei comuni criminali di strada può ancora andarle bene, ma contro gente come gli yaoguai è tutto un altro discorso. Senza l’aiuto di Bella Figlia della Tigre ora probabilmente sarebbe morta.

            Come se le avesse letto nel pensiero Bella Figlia della Tigre le sussurra:

-Non abbatterti. Stai andando bene.-

-Tu dici? Invece mi sento un peso morto.-ribatte Vagabond.

            Proprio in quel momento Bella Figlia della Tigre viene colpita da uno degli yaoguai e cade. Altri demoni le sono subito addosso.

            Vagabond rimane bloccata a guardare. Se Bella Figlia della Tigre è sconfitta lei non ha speranze. Dovrebbe scappare, dovrebbe…

-No!- grida improvvisamente.

            Con un incredibile salto acrobatico piomba sui demoni che apparentemente si sono dimenticati di lei e li attacca. Non sarà più una vigliacca. Forse morirà oggi, ma non senza aver combattuto fino alla fine senza arrendersi, senza mollare proprio come le ha insegnato Capitan America.

            Una mano le si posa sulla spalla e lei si gira di scatto pronta a colpire solo per trovarsi di fronte a Bella Figlia della Tigre che le dice:

-Calma, è tutto finito.-

            Tutti gli yaoguai sono a terra ed alcuni stanno addirittura scomparendo.

-Non erano poi così tosti per essere dei demoni, eh?- commenta Vagabond, poi un pensiero improvviso la coglie -Tu lo hai fatto apposta a farti colpire.-

-Ho pensato che fosse il modo migliore per farti recuperare la fiducia in te stessa ed ho avuto ragione.- risponde l’altra.

-Non so se picchiarti o ringraziarti. Sei davvero un bel tipo, Bella… hai un nome troppo lungo. Va bene se ti chiamo solo Bella o lo considereresti molestia sessuale?-

-Puoi chiamarmi come desideri. Ora, però, dovremmo aiutare Cage.-

-Non so, io sarei più preoccupata per gli yaoguai.-

            Bella Figlia della Tigre si lascia sfuggire una risatina.

 

             Hong Kong. Sono sei, quattro donne e due uomini, miei fratelli e sorelle di cui fino a poco tempo fa ignoravo l’esistenza. Uno dei tanti segreti di mio padre. Quanti altri ancora ce ne sono?-

-Benvenuti.- dice Kwai Far, la loro leader -Vi stavamo aspettando.

-E vi ringraziamo per averci portato i nostri fratelli rinnegati Fah Lo Suee e Shang Chi.- aggiunge uno che indossa una tunica rossa bordata in oro con un cappuccio che gli nasconde la faccia.

-Molto bene.- replica Clive Reston -E così ci avete preparato un comitato d’accoglienza. Non ne sono sorpreso. Ora non vi aspetterete che ce ne staremo fermi a farci ammazzare, vero?-

-Non sarebbe onorevole uccidervi senza darvi un’opportunità di battervi.- ribatte un altro vestito come un samurai giapponese del XVIII Secolo.

            Un secondo dopo il pavimento sotto i nostri piedi si apri e ci ritroviamo nel vuoto.

 

            Aeroporto Logan, Boston, Massachusetts. Non è la prima volta che Luke Cage affronta degli esseri sovrannaturali. Gli è capitato da quando conosce Iron Fist è sa che non sarà facile sconfiggerli. Non per questo si tirerà indietro. Se quei demoni vogliono rapire o uccidere Millie Hogarth dovranno passare sul suo cadavere.

-Spostati, umano. Non puoi sconfiggere gli yaoguai.- gli dice uno degli esseri che ha di fronte.

-Davvero?- replica Luke in tono sarcastico -E se ci provassi lo stesso?-

-Allora morirai!-

-Che dialoghi scontati.-

            I demoni gli balzano addosso. Provano a ferirlo con i loro artigli affilati, a morderlo con le loro zanne, ma senza far troppo danno alla sua pelle super resistente.

-Sono più tosto di quello che pensavate, eh? Vediamo voi, invece.-

            Luke li tempesta di pugni. Alcuni dei suoi avversari barcollano, altri cadono, ma anche se sembrano comunque troppo forti. Potrà, però, dare a Jill ed Annie la possibilità di decollare mentre lui li trattiene portando in salvo Millie ed è quello che conta.

            Improvvisamente uno dei demoni cade con la gola squarciata dal bordo affilato di un ventaglio che subito ritorna nella mano della sua proprietaria.

            Sono arrivati i rinforzi.

 

 

3.

 

 

            Manhattan, New York City. Afferrando un’asta di bandiera, balzando da un cornicione all’altro, alla fine Iron Fist riesce ad atterrare al suolo, ma dov’è il suo avversario?

            L’istinto maturato in anni di scontri con nemici umani e non solo gli permette di avvertire in tempo utile l’attacco alle sue spalle evitandolo.

            Si gira di scatto e colpisce il suo nemico.

-Bel tentativo Ch’I-Lin… - gli dice -… ma non ha funzionato. Del resto, non avrebbe potuto comunque. Lo sappiamo entrambi che la stessa maledizione che ti spinge ad uccidermi ti impedisce di farlo se prima non hai ucciso mia sorella.-

-È solo questione di tempo e lo farò.- replica il demone.

-Ma nel frattempo tu sei vulnerabile al potere del Pugno d’Acciaio.-

-E al nostro.-

            A parlare è stato un uomo vestito come un antico guerriero cinese. Accanto a lui un uomo della stazza di un lottatore di sumo ed una giovane donna anche lei cinese. Sono Fratello Cane n. 1, Cobra Grasso e la Sposa dei Nove Ragni, tre delle Armi Immortali delle Sette Città del Cielo.

-Dunque Ch’I-Lin, vuoi davvero combattere una battaglia che non puoi vincere?- lo sfida Iron Fist.

            Il demone digrigna i denti, lancia uno sguardo carico d’odio a Iron Fist poi scompare.

-È andato a cercare tua sorella.- dice Fratello Cane -Il suo potere lo porterà da lei dovunque si trovi.-

-Esattamente come avevamo previsto.- replica Danny Rand -Speriamo solo che anche il resto del piano vada secondo le previsioni.-

 

            Aeroporto Logan, Boston, Massachusetts. Giusto in tempo, pensa Luke Cage. In tre è più facile tenere a bada quei demoni e le speciali abilità di Bella Figlia della Tigre sono senz’altro molto utili.

Anche Vagabond si sta dando da fare. Gli fa molto piacere vedere che ha recuperato la fiducia in sé stessa.

-Siete proprio arrivate al momento giusto.-le accoglie Luke.

-Abbiamo perso un po’ di tempo con altri tizi come questi ai cancelli.- replica Vagabond -Bella dice che sono demoni del folklore cinese.-

-Bella?-

-Io la chiamo così. Mi suona meglio di Tigre.-

            Mentre parlano continuano a combattere e finalmente gli yaoguai si allontanano e si fermano.

-Care signore…- dice Luke -… propongo una bella corsa verso l’aereo prima che i nostri amici riprendano fiato, per così dire.-

            Si volta e comincia a correre imitato dalle sue amiche. Alle loro spalle gli yaoguai li inseguono.

-Non voltatevi.- ammonisce Bella Figlia della Tigre -Potreste cadere vittime del loro potere ipnotico.-

            L’aereo ha già cominciato a rullare. Qualcuno all’interno apre il portello. Sostenuto dai possenti muscoli delle sue gambe, Cage riesce a balzare all’interno seguito da Bella Figlia della Tigre. Insieme tendono le mani verso Vagabond che riesce ad aggrapparsi e viene tirata a bordo. Il portello si richiude e l’aereo comincia a decollare.

-Siete stati magnifici.- interviene Millie Hogarth -Non oso pensare a quello che avrebbero potuto farmi quelle strane creature se fossi caduta nelle loro mani.-

-Per fortuna non dovremo scoprirlo, Millie.-

-Ogni volta che ci incontriamo succede qualche guaio,[1] ma sono lo stesso felice di rivederti, Luke. Sei sempre un gran bel pezzo d’uomo.-

-E tu non sei più un’acerba ragazzina, ma una gran bella donna.-

-Scusate se interrompo il vostro idillio…- interviene Vagabond -… ma se quei cosi erano davvero demoni, come possiamo essere sicuri che non possano inseguirci volando?-

-È quello che stanno facendo, infatti.- replica Bella Figlia della Tigre -Guardate!-

            Tutti si avvicinano agli oblò e possono vedere delle creature alate in avvicinamento.

-Maledizione!- borbotta Luke assieme ad un’altra sfilza di imprecazioni più colorite.

            Improvvisamente davanti ai demoni si forma una strana nebbia verde che li avvolge e quando si dissolve i demoni sono scomparsi.

-Il Principe degli Orfani.- commenta Bella Figlia della Tigre.

-Poteva anche farsi vivo prima. Non ci avrei rimesso un’altra camicia.- replica Luke.

-Per tacere del mio completo da 500 dollari. Dovrò ripagarlo a Hogarth.- dice Vagabond.

-Tranquilla. Per papà sono solo spiccioli. Li dedurrà della prossima dichiarazione delle tasse.- ribatte Millie.

            Dalla cabina di pilotaggio arriva una voce femminile:

<<Qui è il comandante che vi parla. Vi informo che dovremmo arrivare all’aeroporto La Guardia di New York fra poco più di 45 minuti. Vi consiglio di rilassarvi e godervi il viaggio. Se lo desiderate, potete usufruire del servizio bar e se avete bisogno di riposare, potete usare una delle cabine. Vi auguro buon viaggio.>>

-Era Jill o Annie?- chiede Millie -Non mi ricordo mai chi è delle due il comandante.. ora che ci penso, non credo nemmeno di sapere i loro cognomi.-

-Non chiederlo a me, tesoro.- replica Luke -Sai, credo che approfitterò dell’offerta di usare una cabina per fare un pisolino.-

-Quella di papà è bellissima. Ti ci accompagno.-

 

            Massiccio del Pamir, noto anche come Tetto del Mondo. Gli yaoguai escono dalla nebbia verde e cadono nella neve. Intorno a loro praticamente il nulla o quasi.

            Improvvisamente ecco apparire una figura avvolta in una tunica verde con il volto parzialmente coperto da un cappuccio ed apparentemente indifferente alla temperatura glaciale.

-Tornate da dove siete venuti.- si limita a dire.

            I demoni sibilano qualcosa che si confonde nel vento poi svaniscono. Sotto il suo cappuccio il Principe degli Orfani fa un mezzo sorriso e scompare a sua volta.

            Il suo lavoro non è ancora terminato.

 

 

4.

           

 

Upper East Side, Manhattan, New York City. Questa bella villa a due piani, più un seminterrato adattato a palestra, appartiene alla famiglia Rand da decenni. Pochi sanno che prima di diventare uno stimato uomo d’affari Wendell Rand era stato un avventuriero nei turbolenti anni 30 del XX Secolo e che la sua prolungata giovinezza era frutto di mai del tutto spiegate connessioni con la leggendaria città di K’Un Lun.

            Oggi Wendell Rand è morto, ma la sua eredità sopravvive nei suoi due figli: Miranda e Daniel ed è appunto Miranda Rand, nel suo costume di Death Sting, a trovarsi in piedi nel mezzo della palestra ad aspettare, un’attesa che termina quando in uno sbuffo di fumo il demone chiamato Ch’I-Lin le appare davanti.

-E così sei arrivato.- gli si rivolge Miranda.

-Non sei sorpresa di vedermi.- ribatte il demone.

-Perché dovrei esserlo? Sappiamo entrambi che il solo scopo della tua esistenza è uccidere gli Iron Fist. Il nostro duello era inevitabile.-

-Ti ucciderò come ho ucciso tutti gli altri.-

-E allora smetti di parlare e provaci… provaci.-

            Il demone balza contro di lei.

 

            Midtown, Manhattan. Il jet privato di Jeryn Hogarth atterra all’aeroporto La Guardia nel Queens in perfetto orario sulla sua tabella di marcia. Con sorpresa di nessuno di loro, all’uscita del terminal li attende una limousine con i vetri oscurati che ha come autista una bella ragazza che non dimostra più di 25 anni.

            Proprio nello stile di mio padre, pensa Millie Hogarth salendo nell’auto. Chissà se è una semplice autista o, come Bella Figlia della Tigre, è qualcosa di più?

            In poco più di mezz’ora sono a Midtown Manhattan. La limousine si ferma in un garage sotterraneo. Scortata da Luke Cage, Vagabond e Bella Figlia della Tigre, Millie Hogarth viene accompagnata ad un ascensore che, dopo una breve salita, li porta in un ampio locale dove altre persone li stanno aspettando.

            Millie ne riconosce poche. Ci sono le famose Figlie del Drago, Misty Knight e Colleen Wing. Poco distanti stanno due uomini ed una donna, presumibilmente cinesi, che indossano strani costumi. Accanto a loro un uomo quasi interamente coperto da una tunica verde. Che siano le Armi Immortali di cui le ha parlato Bella Figlia della Tigre? Riconosce anche Josephine Meachum, una delle azioniste di maggioranza della Rand-Meachum Corporation. L’uomo in costume accanto a lei, dove lo ha già visto? Ma certo! È Paladin, ha visto un servizio su di lui una volta. C’è Iron Fist ovviamente.

            Dal gruppetto si staccano un uomo corpulento ed una ragazza dai capelli neri che è un po’ più anziana di lei. Non l’ha mai vista prima, ma ha qualcosa di familiare. Oh, Cielo! Deve essere…

-Bentornata a New York, Millie, tesoro.- le dice suo padre abbracciandola -Ho avuto davvero paura che potesse accaderti qualcosa di brutto.-

-C’è mancato poco, papà, ma per fortuna è andato tutto bene.-

            Millie si scioglie dall’abbraccio di Jeryn Hogarth e si rivolge alla donna accanto a lui:

-Tu sei…?-

-La tua sorellastra cattiva.- risponde Jeri Hogarth con un sorriso -Avrai sentito molte cose brutte su di me. Sono quasi tutte vere.-

-Beh, almeno non cerchi di edulcorare la pillola.-

-Non avrebbe senso non credi? Ma ora parlami un po’ di te. Sul serio vuoi diventare anche tu un avvocato? Non ti sono bastati il mio cattivo esempio e quello di nostro padre a dissuaderti?-

-Vorrei dimostrare di poter fare meglio.-

-Mi piace come ragioni. E sei anche un bel bocconcino. Se non fossi mia sorella farei qualche pensierino su di te.-

-Da quello che ho sentito su di te, il fatto che siamo sorelle non dovrebbe essere sufficiente a fermarti.-

-Ehi, per chi mi hai preso? Anche io ho un’etica, sai?-

-Posso ridere?-

            Jeryn non sa cosa pensare. Anche se si beccano, le sue due figlie sembrano andare abbastanza d’accordo e lui ne è contento. Non è mai stato un buon padre per nessuna di loro, ma forse non è ancora troppo tardi.

            Il corso dei suoi pensieri è interrotto dalla voce di Iron Fist:

-Io e le Armi Immortali andiamo a chiudere questa brutta faccenda una volta per tutte. Se ritorneremo saprai che abbiamo avuto successo, altrimenti…-

            Non c’è bisogno che Iron Fist continui.

 

            Pochi minuti prima. Il Principe degli Orfani si avvicina ad Iron Fist e gli dice:

-Il momento è arrivato.-

-Era ora.- ribatte Danny Rand -Aspettare non è mai stato il mio forte, specie quando è in gioco la vita di mia sorella.-

-Era necessario che Ch’I-Lin non percepisse la nostra presenza fino al momento opportuno.-

-Sarà, ma avrei di gran lunga essere già al fianco di Miranda.-

-Siete sicuri di non volere anche il nostro aiuto?- chiede Luke Cage -Io non mi tiro certo indietro e credo di poter dire lo stesso degli altri.-

-In effetti, oltre al generoso onorario, c’è anche l’incentivo di aiutare una damigella in difficoltà.- interviene Paladin.

-Questa è una cosa che spetta solo a noi.- replica John Aman -Ma vi ringrazio.-

            Vagabond si avvicina a Bella Figlia della Tigre e le dice;

-Cerca di non farti ammazzare, per favore.-

-Farò tutto quello che posso.- replica l’altra e Vagabond si chiede se sotto la sua maschera di metallo non stia sorridendo.

            Le Armi Immortali si raccolgono intorno al Principe degli Orfani. In un attimo sono avvolti da una nebbia verde, l’attimo seguente sono scomparsi.

-Ditemi che non sono l’unico che detesta questi trucchi magici.- borbotta Luke.

-Decisamente no.- gli risponde Vagabond, poi, silenziosamente, recita una preghiera.

 

 

5.

 

 

            Upper East Side, Manhattan. Death Sting evita abbastanza facilmente l’assalto di Ch’I-Lin. Non ha passato invano anni ad allenarsi, pensa mentre scarta ancora di lato evitando un nuovo colpo.

-Non riuscirai a sfuggire ai miei assalti per sempre.- le dice il suo avversario -Mi basterà colpirti una volta sola e la tua vita ed il tuo potere saranno miei.-

-Sì, sì, certo.- ribatte Miranda Rand -Sono abbastanza nuova del giro, ma ho già capito che voi cattivi megalomani parlate tutti allo stesso modo.-

            Ch’I-Lin ringhia furioso e si lancia nuovamente su di lei, ma stavolta Death Sting rimane immobile mentre la sua mano destra brilla del potere del Pugno d’Acciaio. Il demone riceve il colpo in pieno petto e se fosse un normale essere umano ora il suo cuore sarebbe in frantumi nel senso letterale del termine, ma lui non ha un cuore sia in senso letterale che figurato.

            La sua mano scatta ed imprigiona il polso destro di Miranda in una stretta ferrea.

-Sei mia!- grida in tono trionfante.

            Proprio in quel momento nella stanza comincia a condensarsi una nebbia verde.

 

            Midtown, Manhattan, qualche tempo fa. Una ragazza dal costume violetto indugia su un tetto. Perché è venuta sin qui? Cosa cerca? Una redenzione per procura, forse?

-Sapevo che saresti venuta.- dice una voce alle sue spalle.

            La ragazza che si fa chiamare Spadaccina si volta per trovarsi di fronte la ragazza che conosce come Cigno Nero.

-Ed io sapevo che ci saresti stata.- replica sfoderando la sua spada,

 

            Upper East Side, Manhattan. Le Armi Immortali appaiono nella palestra di Villa Rand e circondano Ch’I-Lin che li squadra con odio.

-E così siete qui.- dice -Credete di potermi impedire di portare a termine la mia missione?-

-Hai capito male.- gli risponde il Principe degli Orfani -Noi siamo qui solo per assicurarci che lo scontro si svolga in modo equo ed imparziale e che tu non tenti di sfuggire al tuo destino.-

-Non avrò bisogno di fuggire dopo che avrò vinto ed avrò assorbito il potere degli ultimi due Iron Fist.-

-Piantala di parlare e combatti.- lo sfida Death Sting.

Di nuovo il potere scorre dal suo Chi interiore al suo braccio che sembra illuminarsi e sprigionare energia come mai prima.

            Ch’I-Lin molla la presa sul polso della ragazza. Se fosse un essere umano la sua mano sarebbe completamente incenerita.

-Ne vuoi un’altra dose?- lo incalza Miranda.

Lo colpisce ancora una volta facendolo cadere in ginocchio. Adesso un’aura brillante la avvolge tutta.

-Tu stai attingendo al Chi degli altri. Mi avete ingannato.-

-Non abbiamo agito direttamente contro di te, ma non abbiamo mai detto che Death Sting non avrebbe potuto attingere al nostro potere- spiega il Principe degli Orfani.

-Cosa si prova ad essere quello destinato a perdere ?- lo irride Iron Fist.

            Un attimo dopo lui e Death Sting lo colpiscono all’unisono e per la prima volta da tempo immemorabile Ch’I-Lin urla.

            Alla fine ciò che resta di lui è un mucchietto di cenere sopra una macchia scura sul pavimento.

-È morto?- chiede Miranda che, tornata normale, si appoggia, sfinita al fratello.

-Difficile dirlo di un demone.- risponde il Principe degli Orfani -Forse è semplicemente tornato da dove proveniva e lì resterà finché qualcuno non lo evocherà nel modo appropriato. In ogni caso, la sua minaccia alla vita degli Iron Fist è ormai finita –

-Me lo auguro, perché non credo che riuscirei a sostenere un altro scontro come questo.- commenta Miranda.

            Immediatamente dopo sviene.

 

 

EPILOGO UNO

 

 

            Sala convegni della Rand-Meachum Corporation, qualche tempo dopo. Quello che si sta svolgendo in questo salone può essere definito un party di ringraziamento per lo scampato pericolo e Jeryn Hogarth si augura davvero che gli ospiti si divertano. Ne hanno tutti davvero bisogno.

Si avvicina a Danny Rand e Joy Meachum e dice:

-Ho parlato con gli attuali dirigenti della Zhou International. Cesseranno ogni tentativo di scalata ostile alla Rand-Meachum. Non è stato difficile convincerli. La misteriosa scomparsa del loro fondatore… misteriosa per loro, ma non per noi… li ha gettati nel caos. Ci sono voci di una possibile acquisizione da parte dei nostri vecchi amici delle Wai-Go Enterprises.-

-Un problema di meno per noi.- commenta Joy.

 

            Poco distante Luke Cage e Millie Hogarth stanno chiacchierando.

-È stato davvero un piacere rivederti, Luke.- dice la ragazza -Ed anche conoscere finalmente la mia sorella maggiore dopotutto. Sto per tornare a Harvard, ma alla fine del semestre potrei fare una capatina New York e magari farti visita. Che ne pensi?-

-Che sarebbe davvero un’ottima idea.-risponde Luke.

 

            Jeri Hogarth si avvicina a Miranda Rand e le dice:

-Ho trovato un prezzo per il mio silenzio sul tuo segreto.-

-E sarebbe?- le chiede Miranda un po’ preoccupata.

Il fatto che la figlia maggiore di Jeryn Hogarth avesse scoperto che lei è Death Sting e suo fratello Danny è Iron Fist l’aveva resa inquieta negli ultimi giorni.

-Un appuntamento romantico, chiamiamolo così. Io e te sole. Diciamo: sabato prossimo. Al ristorante ci penso io. Tu metti il tuo vestito più sexy.-

-Ci sto.- replica Miranda decisamente sollevata.

            Alla fine, potrebbe anche essere interessante.

 

 

EPILOGO DUE

 

 

            Da qualche parte. L’uomo seduto all’angolo di una strada sembra un senzatetto qualunque, un cinese di circa quarant’anni o almeno così sembra.

            Non sa dire come sia arrivato fin lì. Non ricorda nulla della sua vita passata, nemmeno il suo nome, la sua mente è vuota e le sue sole preoccupazioni sono trovare qualcosa da mangiare ed un posto dove dormire.

            Lentamente si alza e comincia a camminare.

 

 

FINE?

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Episodio pressoché completamente dedicato alla conclusione della storyline di Iron Fist e Ch’I-Lin, ma niente paura perché dal prossimo episodio…ehi, stavo dimenticando qualcosa.

            Non scappate perché abbiamo un…

 

 

PROLOGO

 

 

            Inguainata nel suo costume rosso la donna di nome Elektra raggiunge un ampio terrazzo da cui poi entra in un ancor più ampio salone.

            Ad attenderla un uomo dai capelli castani scuri, occhi grigi, alto, dal fisico tonico che dimostra circa 35 anni e veste un completo scuro.

-Benvenuta, Elektra.- la saluta -Ti stavamo aspettando.-

            L’uomo indica le due donne sedute dietro di lui: una bionda che indossa una pratica tuta bianca ed una rossa che veste un tailleur scuro.

-Ti presento Sharon Carter e Kathryn O’Brien. Condividono il tuo stesso desiderio di vendetta ed insieme la porterete a termine.-

 

 

CONTINUA SU LETHAL HONEY #32

 

 

NOTE DELL’AUTORE BIS

 

 

            Dopo avervi offerto quella che potremmo definire una scena post credits che oggi va tanto di moda, ma anche una specie di inserzione pubblicitaria per un’altra storia del sottoscritto, riprendiamo da dove eravamo rimasti:

1)    Le vicende di Shang Chi e del suo variegato gruppo di alleati continueranno e, forse, finiranno nel prossimo episodio.

2)    La seconda scena del capitolo 5 è ripresa pressoché identica dal n. 108 e porterà alla continuazione di una storyline rimasta in sospeso da allora e non sarà la sola.

3)    Le vicende di Elektra e Nick Carter si intersecano con altre provenienti da Vendicatori Segreti e Lethal Honey #31 per continuare, a partire da Lethal Honey #32, in una storia di donne vendicative e molto pericolose, intrighi, azione, spionaggio e molto altro offerta dal sottoscritto coadiuvato da Carmelo Mobilia.

Vi aspetto.

 

 

Carlo



[1] Come ne loro primo incontro su Power Man & Iron Fist #110 attualmente inedito in Italia.