PROLOGO: Periferia nord di
Los Angeles
“BUCK! Dio, sei davvero tu?!”
L’uomo di nome Buck Cowan
dovette temporaneamente staccare il cellulare dall’orecchio. Il suo vecchio amico
poteva avere una voce profonda, ma gli scappavano certi abbai da trapanare i
timpani. “Anch’io sono felice di risentirti, Jack. È da un pezzo, eh?”
“Un gran bel pezzo. Allora, sei sempre intenzionato a scrivere il
best-seller della tua vita? Dove ti trovi, ora?”
Buck si appoggiò ad uno degli
alberi di quella tenebrosa tenuta. Sentiva tutta l’umidità della nebbia
attentare alle sue ossa, senza contare i brividi che gli venivano al solo stare
in quel posto…
Voltò lo sguardo, ma incontrò
solo la fitta nebbia e le forme spettrali degli alberi, che riuscivano a
sembrare spogli anche quando non lo erano. “Mi trovo a Villa Folssom. Era di
proprietà dell’omonimo padre e padrone della fu Anvil Production, quella dei
film dell’orrore.
“Qui a L.A. si è riformato il
gruppo dei Night Shift, e io mi occuperò di narrare le loro imprese
direttamente dalle quinte. Se ne esco vivo, ti faccio avere una copia autografa
del primo articolo… Jack? Pronto? Jack?”
Dall’altra parte del filo,
Jack Russell, aka Sabre della Justice Incorporated, si era messo a trattenere
il fiato. Quando parlò, fu con un tono mortalmente serio. “Sei in pericolo,
Buck?”
“Neanche un po’, pallaccia di
pelo. Lo so che li conosci… O, almeno, conosci la vecchia guardia dell’N.S. Non
ci sono più il Mostro e Digger, ma un paio di ragazze di cui non avevo mai
sentito parlare. Se ti compri l’inserto settimanale del L.A. Wings, mi
ringrazierai: c’è una ragazza-lupo che ti guarda come se ti chiamassi
S.Daniele, ma scommetto che tu ti faresti mettere il guinzaglio da lei.
“Al posto di Sudario c’è una
nuova incarnazione, almeno credo che sia nuova, del Fantasma. È l’uomo del
mistero, neppure i suoi sanno chi c’è sotto la maschera. Dice di volere fare
molto male al crimine organizzato qui in California. Voi alla J.I. ne sapete
niente?”
Jack Russell ringhiò.
“Chiederò ad Angela… Senti, se vuoi fare il corrispondente di un supergruppo,
perché non vieni qui a Nome? Non saranno giornate calde tutto l’anno, ma
correresti di sicuro meno rischi. Buck, anche con due di quei pazzi in meno,
gli altri sono abbastanza pericolosi di proprio.”
Buck scosse la testa.
“Andiamo, Jack: non credi che siano passati i tempi in cui avevo bisogno della
tua protezione? Anche per questo non ho più voluto contattarti in tutto questo
tempo: non intendevo fare da palla al piede. E per me, l’Alaska è troppo fredda
per viverci, ad ogni modo.”
“Non lo sei mai stato, Buck.
Anzi, pochi avrebbero avuto il coraggio di stare dietro ad un lupo mannaro per
così tanto tempo. E ancora meno avrebbero il coraggio di stare a meno di un
chilometro da un supergruppo di criminali dichiarati. Se avessi bisogno…”
“Lo so, lo so: basta un
fischio. Perché credi che mi sia tenuto il richiamo per cani?”
“Spiritoso, molto spiritoso.
Piuttosto, come mai questa gente non fa alcun mistero della loro presenza o del
loro QG? Il Sudario non usava una tattica così aperta.”
Buck fece spallucce. “Vogliono
fare capire agli altri cattivi chi ce l’ha più tosto. Infatti, anch’io sono qua
che mi chiedo perché non hanno ancora mandato qualche supermercenario a fare la
festa. Ad ogni modo, Jack…”
“Sì?”
“Appena potrò, verrò a farti
visita. Hai notizie di Lissa?”
Una lunga pausa, poi, “Niente.
Speravo che tu ne sapessi qualcosa.”
“Ci siamo scambiati un paio di
lettere. So che da un paio di mesi si trova a Boston. Lavora alla biblioteca
storica…” il telefonino si mise a vibrare. “Scusami, devo scappare: riunione di
guerra. Mi farò sentire.” E chiuse la linea. Gli seccava farlo così in faccia
al suo amico, ma il dovere prima di tutto!
MARVELIT presenta
Episodio 3 - Colpo Grosso!
Entrò trafelato nel salone,
trovandosi di fronte la tavolata al gran complete del sinistro gruppo:
Ø
Il Fantasma,
vestito con una versione più imbottita del costume che appartenne al fu Brian
DeWolff.
Ø
Dansen Macabre,
sempre bellissima nel suo abito bianco aderentissimo.
Ø
L’ago, solo
all’apparenza un fragile vecchietto. La lancia a forma di ago era un’arma
letale, e così poteva esserlo il suo solo occhio lasciato scoperto dalla
maschera.
Ø
Tick Tock,
un mutante grassoccio, anonimo, ma con il potere di vedere ogni variazione
temporale nell’arco di sessanta secondi.
Ø
Falena,
telecineta specializzata nel controllo dei materiali a struttura fibrosa.
Ø
I Fratelli Grimm, gemelli dagli identici costumi, identici atteggiamenti, e identici
gadget assassini.
Ø
Tatterdemalion,
straccione in apparenza, ma un ottimo informatore, oltre che combattente di
valore.
Ø
Lupa, il
primo più recente acquisto del gruppo, una giovane mutata ferale nell’aspetto e
nel potere. Al suo fianco sedeva uno dei suoi semiantropomorfi ed inseparabili
Lupi Neri.
Ø
Lucciola,
secondo più giovane membro, appena un’adolescente, ma capace di comunicare con
le anime dei trapassati ed usarne le energie.
L’unico posto libero era una
sedia fra Tick Tock e Falena. Si accomodò fra numerose occhiate diffidenti ed
un brontolio del Lupo Nero. “Scusate il ritardo…”
“Ha poco di cui scusarsi, Mr.
Cowan,” rispose il Fantasma. “La strategia era già stata pianificata, e lei non
vi avrebbe comunque partecipato. Lei conosce il Baccus Delight Hotel &
Casinò?”
Buck annuì, ricordando al
dettaglio la descrizione letta proprio al suo giornale poco tempo fa. “La più
recente costruzione di Las Vegas. Il paradiso dei giocatori di classe. La
puntata minima là dentro è di cinquemila dollari, qualunque sia il gioco. Le
slot machine usano gettoni d’oro. Ci sono confort che farebbero invidia a un
principe Kuwaitiano. Si entra solo dietro invito scritto. Sistemi di sicurezza
degni del Pentagono. Il caveau è sepolto in una volta di cemento e vibranio. Ci
vorrebbero più testate nucleari per aprire un buco fin là sotto.”
“Deruberemo il caveau e
distruggeremo il Baccus Delight Hotel & Casinò. E lei avrà il privilegio di
assistere. Potrà scegliere la distanza e il punto di osservazione che vuole,
fin quando non interferirà o sarà causa di interferenza con la nostra
operazione.”
Buck fissò il Fantasma come se
fosse stato un tantino svitato. “Credevo che voi foste il Night Shift, non i
Vendicatori. Ci vorrebbe Thor in persona per aprire la porta del…”
Uno dei Fratelli Grimm gli
puntò un dito ammonitore. “Tu lascia fare agli esperti, bambolo.”
“Il Baccus,” continuò il
Fantasma, “è la banca della Famiglia Corsoni, la quale a sua volta è in buoni
rapporti con il Maggia. Il caveau contiene innumerevoli proventi di altrettante
attività illegali. Colpendoli lì, toglieremo loro ogni potere. Faranno una
figura agghiacciante, e i loro uomini resteranno confusi e disorientati. A quel
punto, attaccheremo gli affiliati, prima che i loro rivali possano fagocitarli
completamente.”
“Già, che sciocco a non averci
pensato…eep!” gli scappò un gridolino al ringhio del Lupo Nero. “OK, OK,
scusatemi.”
Il Fantasma si alzò in piedi.
“Prenda quello che le serve, ma niente che possa essere usato per una diretta.
Si parte fra cinque minuti.”
Buck si alzò insieme al resto
del Night Shift. Al Grimm che gli aveva parlato prima, disse, “Mi pareva di
ricordare che voi…parlaste solo in quel modo buffo, no?”
“Non sempre, è vero,” rispose
quello, subito seguito dall’altro, “Risolvi tu il mistero.”
Falena
gli diede una pacca di simpatia sulla spalla. “E tu pensa che dovrai anche
farci l’abitudine. Io non ci sono ancora riuscita.”
Deserto del Nevada
Il Baccus Delight sorgeva alla
periferia estrema di Las Vegas. Confinava letteralmente con il deserto. Solo
una strada a due corsie lo collegava alla città. Aveva persino una sua pista
per i piccoli aerei privati, mentre c’erano due piste per elicotteri sul tetto.
La direzione amava pubblicizzare la facile raggiungibilità della sua risorsa
migliore.
L’elicottero compì un
atterraggio da manuale.
Il portello della sezione
passeggeri si aprì, e un gruppo di persone vestite al meglio della moda imposta
dall’alta società uscì dall’apparecchio. Una aveva un grosso alano al
guinzaglio. Per ultimo uscì Buck Cowan.
Il gruppo fu accolto dal
Direttore in persona, un uomo così in tiro che sembrava essere uscito dalla
stireria insieme al suo abito. Nonostante il vento delle pale e dell’altezza,
non gli si scompigliava un capello.
Il Direttore fece rapidamente
cenno ai suoi ospiti di seguirlo verso una cabina di cristallo. Quando furono
tutti dentro, la porta, pure interamente di cristallo, si chiuse con un sibilo.
L’uomo digitò un pulsante
della tastiera, e la cabina iniziò a scendere. “Spero che il volo sia stato
confortevole, Mr. Barrymore,” disse con un breve inchino. Storse appena il naso
alla vista di Cowan. La regola era: niente ospiti non invitati, ma per un
giornalista disposto a fare pubblicità gratis si poteva fare un’eccezione.
Soprattutto se era raccomandato da clienti che lui stesso aveva corteggiato per
almeno due mesi di fila…
Albert Samuel Barrymore,
biondo, occhi azzurri, un volto così bello da essere al limite del femminino,
si guardò intorno muovendo solo gli occhi, mentre la cabina entrava nel salone
da gioco.
Buck spalancò gli occhi: non
aveva mai visto tanto lusso in una volta sola. Riconobbe almeno una dozzina di
nomi della crema della crema dell’alta società californiana. Istintivamente,
pensò due cose: che dopo quell’impresa, non solo il L.A. Wings sarebbe
diventato il giornale più esclusivo della contea, e che il Night Shift sarebbe entrato
di prepotenza nella top ten dell’FBSA[i].
Sì, qui ci sarebbe scappato il
Pulitzer…se lui ne fosse uscito vivo.
Un vero peccato che i suoi
‘amici’ non avessero voluto pianificare un semplice furto, magari con uno di
quei piani arditi come in quel film con Clooney: sarebbe stata lo stesso una
splendida storia, e magari non ci sarebbe stato il rischio di venire equiparati
a dei terroristi…
La cabina si fermò. Le porte
si aprirono.
“Devo ammettere che l’ambiente
sembra essere all’altezza della sua…fama,” disse Barrymore, uscendo per primo.
Fece un cenno verso il rappresentante più anziano di quella congrega.
L’uomo in smoking bianco si
voltò a fissare il Direttore del Baccus Delight. Il suo occhio destro brillò di
una luce intensa.
L’espressione di sorpresa di
Daniel Pascal fu di breve durata, prima di spegnersi insieme alla propria
volontà.
Barrymore sorrise. “Ora,
signor Pascal, prenda la pistola, faccia sei passi avanti tenendola bene in
vista. E si spari.”
L’uomo mise mano alla fondina
sotto la giacca, prese l’arma e camminò come ordinato, proprio sotto gli occhi
di un esterrefatto croupier. “Signor Pascal!”
Quel grido scatenò una
reazione a catena: personale e clienti
si voltarono uno dopo l’altro verso il Direttore, che puntava la pistola
contro il soffitto.
E prima che si potesse
impedirglielo, si puntò la pistola alla tempia e si sparò un colpo!
Fu come avere fermato il
tempo. Per qualche secondo, regnò sovrana l’incredulità. Era calato nel salone
un silenzio assurdo.
L’ospite in abito lungo bianco
saltò elegantemente in aria. Gli sguardi si fissarono su di lei, mentre la sua
apparenza elegante si dissolveva come neve al sole, rivelando la figura di
Dansen Macabre.
La donna ballò in aria,
disegnando velocemente le figure che, altrettanto velocemente, schiavizzarono
le volontà dei presenti.
Dansen
atterrò accanto al Fantasma, che a quel punto aveva fatto cadere la sua
illusione.
“Fratelli
Grimm?”
I
due gemelli si avvicinarono ad una delle porte -com’era prevedibile, il
personale addetto alla sicurezza aveva fatto scendere dei pannelli stagni
blindati.
Grimm
1 e 2 sollevarono i palmi delle mani, facendo apparire un uovo in ognuno di
essi. All’unisono, lanciarono le uova contro il pannello. I gusci si ruppero, e
dalle uova si riversò una sostanza corrosiva, che in pochi istanti fuse del
tutto il pannello, aderendo ad ogni sua molecola come una malattia ad un corpo
organico.
“Signore
e signori,” disse a tutti i suoi schiavi, “uscite di qui, ed attaccate chiunque
doveste incontrare, tranne noi. Andate.”
Al centro di controllo del
complesso, il personale osservò esterrefatto clienti e personale uscire di
corsa dal salone. Con il Direttore morto, non sapevano cosa fare per quella
crisi piombata letteralmente fra capo e collo!
“Dobbiamo lanciare l’allarme!”
disse uno degli addetti. “Isoliamo il piano, non abbiamo altra scelta!”
“Sei
impazzito?” fece il capo della sicurezza. “Quella gente non è in sé. Se si
accalcassero contro i pannelli, qualcuno finirebbe calpestato dagli altri, e
sarebbe un disastro! No, suoniamo l’allarme, ma lasciamo tutte le vie di uscita
aperte. Guardate.” Indicò una fila di schermi. “Usano le scale, non hanno
neppure la testa per usare l’ascensore. Evacuate l’edificio, presto!”
“Se posso permettermelo,” fece
Buck, “perché coinvolgere quella gente? Loro non sono…”
“Le spiegazioni strada
facendo, signor Cowan,” disse il Fantasma. “Dirigiamoci all’ascensore di
servizio, adesso.”
Il gruppo si diresse di corsa
verso l’uscita.
Come c’era da aspettarsi, la
porta dell’ascensore di servizio era chiusa, e si poteva aprire solo con il
badge del Direttore. Rubarlo, tuttavia, non sarebbe servito a niente: la
sicurezza aveva bloccato certamente tutti i mezzi di accesso al caveau.
“Lucciola, puoi fare
qualcosa?”
Lei annuì al suo capo: quel
posto era stato battezzato col sangue di centinaia di vittime innocenti, dagli
operai reclutati fra gli immigrati clandestini ai rappresentanti della legge
che avevano ficcato il naso dove non dovevano una volta di troppo…
Buck la vide appoggiare una
mano alla porta dell’ascensore. Un momento dopo, sentì come una corrente di
aria gelida attraversarlo da parte a parte, e si sentì rabbrividire -come se
qualcuno avesse camminato sulla sua tomba. Avrebbe usato spesso quella frase,
descrivendo quello che faceva quella ragazzina.
La porta si aprì con un
sibilo. L’ascensore era un montacarichi, ampio abbastanza per tutti, visto che
doveva portare non solo gli incassi della giornata al caveau, in un flusso
continuo, ma anche una squadra degli uomini della sicurezza in caso di un
tentativo di assalto armato.
E non c’era. Si trovava al
piano inferiore.
Ancora una volta, Lucciola
osservò l’aria, fissando cose che solo lei poteva vedere.
I
cavi si mossero senza il ronzio del motore. Silenziosamente, l’ascensore salì.
“Figli di puttana! Anche la
telecinesi…” il capo della sicurezza non perse un secondo: fece scorrere il suo
badge in uno degli interruttori di emergenza. Sugli schermi intanto, era il
caos: i clienti posseduti da Dansen Macabre, come degli animali rabbiosi, si
erano gettati sui clienti del piano inferiore. Il tentativo di evacuazione si
stava progressivamente trasformando in un fallimento. C’era solo da sperare
che, in quella confusione, la maggioranza dei piani potesse essere evacuata
senza vittime. Per quanto numerosi, i posseduti non erano superveloci… Ma gran
parte del personale doveva essere usato per controllare la situazione.
“Maledetti!”
Il capo della sicurezza schiacciò il pulsante dell’interruttore.
Con un colpo secco, i cavi si
spezzarono! Il colpo di frusta echeggiò a lungo nella tromba, mentre allo
stesso tempo la cabina precipitava senza freni fino al suolo.
“Molto bene,” disse il
Fantasma. “Ci hanno aperto la strada. Fratelli Grimm, a voi.”
I Grimm saltarono nella
tromba, e sotto i loro piedi si materializzarono delle spesse nuvole dorate. “A
bordo, gente.” “O non se ne fa più niente.”
Buck, sempre per ultimo, esitò
a mettere i piedi su quella che comunque gli sembrava una sostanza
impalpabile…fino a che il solito ringhio del Lupo Nero non lo convinse
altrimenti.
La nuvola iniziò a scendere
velocemente verso il suo obiettivo.
“In un modo o nell’altro,
signor Cowan, ogni singolo invitato di questo casinò è un criminale, coinvolto
direttamente in operazioni che vanno dal riciclaggio dei narcodollari alle
grandi truffe azionarie della Borsa. La sola cosa che li differenzia dalla
feccia che infesta le strade è il metodo di approccio, ma i risultati sono gli
stessi: vite rovinate, istituzioni calpestate, corruzione ad alto livello,
morti. Questo posto funge anche da centro di scambio di informazioni.”
“Non credete che sarebbe più
giusto esporre le malefatte di questa gente al pubblico, piuttosto che fare di
loro dei martiri? La vostra parola contro la loro…”
“Preferiamo che vivano per
spargere la parola: potranno essere al sicuro dalla legge, ma non da noi. Non
sul nostro territorio.”
Buck continuò a tenere acceso
il registratore portatile. Vide che tutte le porte che oltrepassavano restavano
chiuse. Si era aspettato di trovare almeno sei sicari armati ad ognuno di quei
punti…
“Li troveremo tutti a terra,”
gli disse il Fantasma.
Finalmente, giunsero al
termine della corsa, sette livelli sotto il suolo, dove li aspettavano i resti
della cabina.
Tick Tock si aggiustò gli
occhiali, mentre osservava la sua cipolla. “Corridoio ampio, dieci uomini in
assetto da combattimento. Due armati di bazooka. Non hanno piani alternativi al
riempirci di piombo non appena aprissimo le porte.”
“Peccato per loro,” disse un
Grimm. “Mr. Cowan, si tappi occhi e orecchie.” E diede un colpetto di piede
alla nuvola. “Fagli vedere, bellezza.”
Un tremendo fulmine scoccò dalla nube, con uno
scoppio che rimbombò come una cannonata nella tromba.
I detriti si fusero a contatto
con la corrente, mentre l’impatto della saetta scardinò le porte come se
fossero state di cartapesta! Subito dopo si udirono le grida di dolore degli
uomini del Baccus.
Il Night Shift schizzò nel
corridoio!
“Fra trenta secondi, scatterà
la prima trappola,” disse Tick Tock.
“Sei sicura della direzione?”
chiese Buck a Lucciola.
“Ho preso la mappa dal loro
sistema,” rispose lei. “Saremo lì in un…”
Con un tonfo tremendo, un
pannello metallico così lucido da potervisi specchiare dentro si chiuse alle
loro spalle. Davanti a loro, subito dopo, un altro fece lo stesso. Se avessero
tentato di liberarsi a colpi di laser, sarebbero finiti come il groviera.
Bocchette si aprirono sul
pavimento e sul soffitto. Il gas iniziò a riempire la trappola.
Falena si concentrò, e gli
strati esterni del suo costume sembrarono esplodere. In un attimo, viluppi di
fibre andarono a formare altrettante maschere antigas per coloro che ne avevano
bisogno.
Lucciola era pronta. Questa
volta non chiese il permesso alle anime dei caduti. I suoi occhi lampeggiarono,
mentre ne assorbiva l’energia come una spugna…per poi lanciarla contro il
pannello di fronte a loro, sotto la forma di un uccello di fuoco!
Le guardie in attesa videro il
pannello blindato andare in pezzi! La nebbia del gas si riversò nel corridoio.
Il Night Shift, però non uscì.
Le guardie in attesa dietro
gli angoli non abbassarono comunque la guardia...
Qualcosa, finalmente, schizzò
di colpo fuori dallo squarcio! Qualcosa di scuro, grosso ed estremamente
veloce!
Gli uomini fecero fuoco, ma
era come cercare di colpire un fulmine incarnato. Con un ringhio tremendo, la
cosa fu addosso al primo sventurato. L’uomo gridò, verso che diventò un
gorgoglio quando la sua gola fu squarciata.
Gli altri tre, istintivamente,
fecero fuoco contro il mostro lupino, ma ottennero solo di crivellare il loro
compagno: la bestia era già saltata verso di loro.
Un ventilatore enorme apparve
magicamente davanti alla camera a gas. Le pale si misero a girare, e il gas fu
velocemente sparso verso l’interno.
Il Night Shift riprese a
correre nel corridoio. “La trappola elettrica scatterà appena ci metteremo i
piedi sopra,” disse Tick Tock, guardando il segmento di corridoio che li
aspettava.
“E chi ha detto che dovremo
camminarci?” uno schiocco di dita, e un’altra nuvola si materializzò sotto i
piedi del gruppo. Il Lupo Nero li raggiunse con un balzo.
Arrivarono alla porta del
caveau senza incontrare altra resistenza.
Appena misero i piedi a terra,
Tick Tock disse, “Ora.”
Tutti i pannelli blindati
superati fino a quel momento si chiusero uno dopo l’altro.
“E questo ci sistema le
spalle,” disse Dansen.
Tock guardò la porta,
aggrottando la fronte. “Non potremo teleportarci nel caveau. Ci sono dispersori
molecolari: se ci materializzeremo là dentro, saremo disgregati nel bel mezzo
del processo.”
“Immaginavo che ci sarebbe
stata qualche sorpresa studiata per i metaumani, assente dalle mappe.” Lucciola
si sfilò lo zaino. Lo aprì ed estrasse un laptop molto compatto e una specie di
scatola nera. Aprì la macchina e la accese. Poi, assicuratasi del contatto fra
computer e scatola nera, prese quest’ultima e la applicò ad uno dei pannelli
alfanumerici connessi alla serratura.
Lo schermo del computer mostrò
come in radiografia ogni circuito del meccanismo. “Solo un minuto, gente…”
Altro svolazzare di dita sulla tastiera.
I computer della serratura
riconobbero l’intruso come loro master, e ignorarono l’ordine trasmesso dalla
centrale di sicurezza. Con una sequenza di scatti, le barre del portone si
aprirono.
Poi toccò al portone stesso.
Tick Tock non disse nulla. Il
gruppo si rilassò, mentre il metallo si spalancava sotto i loro oc*
Non ebbero neppure il tempo di
urlare: le raffiche di plasma li investirono tutti, incluso il povero Cowan,
con precisione infallibile! Le carni furono martoriate dalla testa ai piedi, i
costumi bruciarono come carta, le ossa esplosero! L’odore di morte riempì
l’aria. Poi, fu il silenzio.
Un piede avvolto da uno
stivale blindato oltrepassò la soglia del caveau.
La donna indossava un’uniforme
da battaglia corazzata nera, e reggeva fra le mani un vero e proprio cannone
pure nero.
Il copribocca si aprì in due,
rivelando un sorriso soddisfatto. Due uomini, vestiti dello stesso tipo di uniforme,
si avvicinarono, tenendo le armi puntate sui cadaveri.
Nel microfono dell’auricolare,
la donna disse, “Tutto a posto, Mr. Corsoni: Codice Nero ha fatto la sua parte, come stabilito.”