Da qualche ora l' Inferno
si è scatenato sulla Terra. Darklady è riuscita a recuperare le due parti
della Cappa delle Ombre e le cinque parti del sigillo e, insieme a Grace
Cross e al redivivo N'Astirh, ha aperto le porte degli inferi, facendo
piombare sulla Terra demoni da ogni dove, svuotando i regni di Mefisto, Satannish
e Belasco. Gli eroi stanno cercando di porre freno a questa situazione, ma
la forza dei demoni è troppo grande e le sorti del nostro mondo paiono
irrimediabilmente compromesse.
Base del Regno, tra i Cloisters di NY.
Padre Peter era seduto alla comoda sedia del suo studio. Aveva appena
ricevuto una telefonata dal misterioso capo dell' organizzazione chiamata
"Il Regno", del quale lui era il capo della cellula newyorkese.
- Sono molto scontento della sua gestione! - fu il primo commento, dopo i
convenevoli di rito, della persona dall' altro capo del telefono.
In effetti le cose non erano andate molto bene. Erano riusciti a catturare
Frank Castle e ad assoggettarlo alla Sfera della Giustizia, un misterioso
artefatto in possesso dell' organizzazione, che aveva il potere di
trasferire gli ideali del vigilante in altre persone pronte a dispensare
giustizia in tutta la città. Ma le cose non erano andate benissimo: prima
il Punitore si era risvegliato, poi avevano subito la rappresaglia di uno
dei boss del crimine emergenti a New York dopo il crollo di Kingpin, e
durante la battaglia qualcuno era riuscito a rubare la sfera sotto il loro
naso. Poi, nel tentativo di rispondere all' aggressione, il loro bersaglio
era sfuggito e il commando era stato massacrato, escluso Frank Castle. Sì,
le cose non erano andate proprio bene.
- Ne sono consapevole, però... - cercò di difendersi timidamente padre
Peter.
- Non esistono però, non ne voglio sentire! - lo interruppe il capo – La
nostra organizzazione ha un solo scopo, dispensare la giustizia sul
territorio americano, e non quello di trovare scuse!
- Capisco!
- Non abbastanza, evidentemente! - la voce si fece greve - Lei aveva
ricevuto un dono fondamentale, qualcosa che le basi di Los Angeles e Miami
le invidiano profondamente, lei non doveva farselo sottrarre! E' stato
irresponsabile!
Padre Peter trattenne il respiro.
- Inoltre - continuò l' interlocutore - la situazione si sta aggravando in
tutto il mondo! Forze oscure si stanno scatenando e solo grazie alle
protezioni che hanno le nostre basi non ne siamo colpiti.
Il sacerdote mugolò.
- Le direttive, che credo lei abbia già ricevuto, sono chiare! Non
intervenire, per nessun motivo al mondo! Non siamo attrezzati per andare in
battaglia contro simili minacce, quindi meglio rimanere nelle retrovie.
- Va bene! - annuì padre O'Neill, inghiottendo l' amaro boccone del
disappunto.
- Cerchi di non deludermi. - concluse freddamente il suo interlocutore,
prima di chiudere la chiamata.
Padre Peter sferrò un pugno sulla scrivania, facendo saltare i fogli
poggiati sopra. Poi si alzò e si diresse verso l' uscita dello studio.
Frank Castle era fuori a
combattere i demoni, nonostante la direttiva giunta alla sede del Regno di
non interferire. Questa era dettata da motivi pratici che lui comprendeva,
vista l' estrema vulnerabilità a cui erano sottoposti gli uomini rispetto
ai demoni, ma lui non sentiva questo pericolo. Era morto ed era stato
resuscitato da un angelo, gli erano state date delle armi di grande
potenza, che lui era capace di far apparire dal nulla, e quindi aveva il
sentore di una maggiore invulnerabilità a questo tipo di minacce. Il suo
modus operandi era semplice: uccidere tutti i demoni e successivamente
tramortire, nell' ordine delle possibilità, gli uomini posseduti. Lavorò
alacremente per qualche ora, finchè non sentì una presenza per niente
sconosciuta ai suoi sensi.
- Ancora voi, i Troni - affermò.
- Frank Castle, è giunto il tempo che il debito che abbiamo nei tuoi
confronti venga ripagato. affermò uno dei presunti angeli.
- Sapete, da uno dei nostri precedenti incontri non ho potuto fare a meno
di pormi una domanda: dite di essere angeli, e allora perchè avete bisogno
di uno come me?
- Non è solo il tuo o il nostro destino in gioco, Castle. E lo puoi ben
capire da te: quando ti accennammo all' Inferno imminente, non intendevamo
tirarti un macabro scherzo, era purtroppo la verità come puoi ben vedere.
- Ed io posso fare qualcosa in questa situazione? Troppi innocenti hanno
già pagato con la vita.
- Stai facendo la cosa giusta, quella che hai sempre fatto: punire i
colpevoli. Inoltre grazie a noi sei protetto dagli influssi malefici che
questa invasione genera. Ma ora ti aspetta un altro compito. Ti senti
pronto?
- Sono nato pronto- disse il Punitore - Però il vostro comportamento
non mi piace affatto: potreste fare molto e invece vi limitate a rimanere
lì immobili. Questo non va a vostro merito!
Intanto, in disparte, un altro angelo si rivolse all' interlocutore del
Punitore.
- Sai cosa lo attende, vero?
- Certamente, speriamo non impazzisca.
- E allora? - chiese impaziente Frank Castle.
- Vieni con noi! - rispose il suo interlocutore, prima che tutti svanissero
in un lampo di luce.
Vedere l' inferno, il vero inferno dantesco, fu per Frank Castle un vero
shock: lui aveva visto inferni umani, guerre, campi di prigionia
trasformati in luoghi di morte e disperazione, ma il vero inferno, quello
pieno di demoni, era per lui una cosa inedita.
- Cosa volete da me? - fu la prima cosa che riuscì a dire dopo qualche
minuto di silenzio.
- Vedi la torre lì in fondo? - rispose uno dei Troni, indicando con la mano
una torre grigia arrampicata su una montagnola.
Frank annuì.
- Devi recarti lì e portare via chi ci troverai dentro!
- Cosa troverò?
- Non possiamo dirtelo! Sappi solo che è il nostro premio, quello che ti
abbiamo promesso!
Frank generò un' arma nella sua mano, avvicinandola al volto del suo
angelico interlocutore.
- Sono stanco dei vostri giochetti! Uno di voi, un bastardo che ha lasciato
morire la mia famiglia, mi ha negato la pace facendomi tornare in vita ed
io dovrei continuare a sottostare ai vostri giochi? Datemi un buon motivo!
- Il premio...
Il Punitore avvicinò la canna dell' arma alla faccia dell' interlocutore,
digrignando i denti.
- Voglio sapere di che si tratta, e prima di affrontare nugoli di demoni!
L' altro Trono reagì, facendo svanire l'arma dalla mano del giustiziere.
- Non sfidarci! Sai che possiamo toglierti ciò che ti è stato dato!
Frank li fissò con uno sguardo carico di stanchezza.
- Credimi, non aspetto altro...
I due Troni rimasero per un attimo in silenzio, poi quello che sembrava il
capo riprese il controllo della situazione.
- Raggiungi quella torre, troverai mille motivi per vivere!
E senza aggiungere altro scaraventò Frank nel varco.
Sentì l' arida e bollente
polvere dell' Inferno invadergli la bocca. Annaspò, poi si rialzò
lentamente, osservando la scena attorno a lui. Per un attimo Frank Castle
si chiese dove fosse, ma poi vedendo esseri con le ali di pipistrello che
solcavano l' orizzonte, ricordò di essere giunto all' Inferno. Per un
attimo perse la sua lucidità, e la sua sanità mentale s'incrinò, poi
riprese il controllo dei propri pensieri.
- Siamo in ballo, - disse mentre alcune mitragliette gli apparivano tra le
mani - e balliamo.
La strada per la torre indicatagli dai Troni non era impervia, ma non era
nemmeno semplice e dritta. Non incontrò molti demoni, e si pose anche il
quesito sul perchè l' Inferno fosse così vuoto, e l' unica risposta che
riuscì a darsi era che i demoni che stavano invadendo il suo mondo in
qualche modo venissero da qui.
I Troni stavano osservando dal loro rifugio come Frank Castle stesse
affrontando quella situazione, del tutto inedita per lui.
- Maestro Odelan, siete sicuro che Frank Castle sopravvivrà a questa
missione?
- Argotes, mio dubbioso allievo, il Punitore raggiungerà tutti gli scopi
che si è prefissato nella sua vita tormentata. Ho consultato l' oracolo
prima di procedere per questo assurdo piano che, vorrei ricordare, è stato
caldeggiato da te.
Argotes abbassò il capo.
- Ne sono conscio, ma sono anche convinto che se gli avessimo affiancato
uno spirito guida sarebbe stato meglio. Non possiamo permetterci errori di
nessun tipo, non con la posta che c'è in gioco!
Odelan fece un gesto con la mano, come ad allontanare una mosca o un
pensiero fastidioso.
- So benissimo cosa c'è in gioco, e non pensare nemmeno per un attimo che
sottovaluti il problema, ma non abbiamo altre carte da giocarci sicure come
Frank Castle, quindi cerchiamo di stare tranquilli e di pregare...
Argotes chinò silenziosamente il capo.
Frank Castle raggiunse abbastanza tranquillamente la base della torre
indicatagli dai Troni. L' enorme portone era leggermente aperto. Con un leggero
sforzò lo aprì di quel poco che bastava affinché potesse entrarci dentro.
L' ambiente era buio e tetro, illuminato da poche torce. L' aria era
fetida, come se la torre fosse stata chiusa per anni. Lentamente, con le
armi spianate, salì l' unica scala presente nella torre, che portava nella
stanza alta della stessa, forse l' unica stanza in tutto l' edificio.
Nessun demone sembrò disturbare il suo avanzare, solo un sommesso
piagnucolio sempre più forte gli faceva da guida nella risalita. Alla fine
della scala giunse davanti ad una porta che conduceva al settore centrale
della torre. Era una porta di metallo pesante, dotata di una grata all'
altezza del volto, quasi come se fosse una prigione. Dal suo interno sentì
chiaramente più pianti che si mescolavano tra loro. Si affacciò alla grata
e intravide nell' oscurità, dal lato opposto della stanza, tre figure umane
rannicchiate per terra e ammantate nella penombra.
- Ma chi...? - imprecò.
Dall' altra parte improvvisamente smisero di piangere. Frank non ci pensò
due volte, puntò i mitra alla rudimentale serratura e sparò, squassandola.
Afferrò una torcia dal muro e con un calcio ben dato spalanco la porta,
entrando nella stanza con il mitra puntato sulle figure, mentre con la
torcia cercava di illuminarle, per scoprire quale segreto celassero gli
Angeli in questo inferno.
E quando capì la risposta, desiderò non essersi mai posto la domanda.
I Troni osservarono la
scena col fiato sospeso.
- Ora vedremo se Frank Castle è in grado di sopravvivere a tutto questo! -
esclamò Odelan.
- Deve farlo... non può fallire! - aggiunse Argotes.
Ed entrambi focalizzarono di nuovo la loro attenzione sulla scena che stava
accadendo in quella remota torre dell' Inferno.
- N-non è possibile! -
balbettò il Punitore, osservando le tre figure.
Una delle figure lo fissò altrettanto inebetita, mentre le altre due
giacevano rannicchiate ai suoi fianchi.
- Frank... sei tu? Frank... - disse sommessamente la figura, con la sua
voce femminile.
- Maria... non è possibile! - Frank Castle lentamente indietreggiò, quasi
impaurito dalla presenza, ma nello stesso tempo affascinato.
Le due figure ai fianchi della donna alzarono gli occhi, puntandoli sul
vigilante.
- Papà! - disse una di loro, seguita come un eco dall' altra.
L' apprensione sul volto
dei due Troni era visibilissima. Tra pochi istanti avrebbero capito se l'
uomo chiamato Frank Castle sarebbe sopravissuto allo shock che stava
subendo, se la sua psiche era forte quando il suo desiderio di vendetta.
Solo così sarebbe stato utile ai loro progetti.
Un senso di vertigine
colpì in pieno Frank Castle, che barcollò lievemente all’ indietro,
andandosi ad appoggiare alla parete alla sua destra.
- Caro... sei venuto a salvarci, vero?
Senza pensarci due volte il Punitore scosse il capo e puntò il mitra verso
la donna.
- C-cosa stai facendo? - rispose lei spaventata, mentre cercava di
proteggere i figli.
- V-voi siete m-morti! - rispose lui, mentre la mano tremava sul grilletto
- E' un inganno!
La donna sgranò gli occhi, stupita e preoccupata.
- Noi non siamo morti! Siamo vivi, Frank! Non so cosa sia successo, so solo
che quella volta, a Central Park, dei demoni ci catturarono e ci portarono
qui... non so nemmeno dove ci troviamo!
Frank Castle si accasciò a terra, tenendo sempre il mitra puntato verso la
donna.
- Perché?! - si chiese.
Le cose nella sua mente cominciarono ad avere una parvenza di logica, per
quanto oscena e discutibile, c'era sempre una logica. Demoni ed Angeli, uno
scontro millenario, la sua famiglia trascinata nel mezzo di questa lotta,
la sua vita distrutta, solo perchè il suo teschio bianco potesse calpestare
la Terra. Urlò di disperazione, pensando a quanta morte aveva sparso,
mentre i responsabili tenevano prigionieri in un antro demoniaco la moglie
e i figli. Abbassò l'arma, lasciandola cadere, poi alzò gli occhi pieni di
lacrime verso la sua famiglia, e come se un ordine mentale fosse stato
impartito i tre corsero ad abbracciarlo tra le lacrime e i singhiozzi.
- C'è l'ha fatta! -
esclamò Argotes.
- Ora deve tornare indietro, riprendere il suo posto nel mondo...
- ...e portare a termine la sua ultima, grande, missione! – concluse
Argotes, accompagnando la frase con un leggero sorriso.
Frank si rialzò
prontamente, mentre due uzi apparivano sulle sue mani.
- Dobbiamo andare via da qui! - disse lapidario.
- Che posto è questo? - gli chiese la moglie.
- E' l' Inferno... - rimase ad osservare lo sguardo sorpreso della moglie -
E' leggermente vuoto adesso, visto che si sono spostati sulla Terra, quindi
il nostro viaggio dovrebbe risultare agevole e semplice, ma sarà bene non
stare troppo tranquilli.
La moglie fissò il teschio bianco disegnato sul petto, sfiorandolo con un
dito. Frank rabbrividì.
- Cosa è questa cosa, Frank? Cosa ti è successo?
Lui non rispose, incitando la moglie e i figli a scendere per le scale.
Scesero lungo i ripidi gradini, fino ad arrivare alla base della torre.
- Ora statemi vicini e non preoccupatevi, ci penserò io alle eventuali
minacce.
La frase era stata appena conclusa, quando un sordo ringhio provenne dall' ingresso.
Il vigilante si girò e vide un grosso demone entrare dall' enorme portone.
Era completamente rosso, il suo volto era grottesco e terribile, era pieno
di corna che formavano una terrificante corona, il suo corpo era massiccio.
Sorrise, mettendo alla luce dei denti lunghi e affilati come un coltello.
- Dove credete di andare? - disse con una voce cavernosa.
Il Punitore non ci pensò due volte: nelle sue mani apparvero due enormi
mitragliette e cominciò a sparare senza sosta all' indirizzo dell' enorme
demone, mentre la moglie e i figli si allontanarono urlando. I colpi delle
armi di origine angelica attraversarono il demone, facendolo urlare di
rabbia, ma senza riuscire a farlo indietreggiare. Con una poderosa manata
il demone colpì Frank, facendolo finire contro un muro, ma lui prontamente
si rialzò.
- Mi piacerebbe mandarti all' Inferno, - disse mentre scaricava su di lui
le armi, impedendogli di raggiungere la sua famiglia - ma vedo che non
avrai molta strada da fare!
Il demone si rivolse di nuovo verso il vigilante, che lestamente fece
sparire i mitragliatori ed apparire un lanciarazzi.
- Ora vediamo come te la cavi con i grossi calibri... - e fece partire il
razzo, che attraversò il capo del demone, che finì polverizzato, andandosi
ad esplodere sul muro della torre. Le mura cominciarono a sgretolarsi, poi
pian piano cominciarono a cadere i mattoni.
- PRESTO! - urlò Frank alla sua famiglia. Afferrò il figlio, mentre la
moglie tirava con se la figlia, ed uscirono dalla torre, mentre questa si
ripiegava su se stessa. I quattro rimasero li fermi ad osservare il
terribile panorama che li circondava. La moglie e i figli di Frank Castle
per la prima volta, dopo tanto tempo, si resero conto di dove erano
prigionieri.
- Oh mio Dio! - esclamò la donna, stringendo a se la figlia, mentre Frank
stringeva il ragazzo.
- Qui Dio non c'entra niente! - rispose lui con un tono di voce piatto,
incamminandosi lungo il sentiero, seguito dalla sua famiglia.
La strada del ritorno fu
abbastanza tranquilla, pochi demoni cercarono di infastidire la passeggiata
della famiglia Castle, lasciando così la possibilità al capofamiglia di
riflettere. Riflettere su quello che stava succedendo, sul ritrovamento,
all' Inferno, della sua famiglia viva. Troppe cose erano successe negli ultimi
mesi, era morto ed era stato resuscitato per mano del suo angelo custode,
colpevole di averlo lasciato solo nel momento del bisogno; era poi stato
catturato da padre Peter e dal Regno e usato per portare la giustizia nella
città; infine erano tornati gli angeli, costringendolo a sopportare la loro
presenza e promettendogli un grande premio. Eccolo il grande premio, ecco
la sua famiglia viva e vegeta, catturata dai demoni e non uccisa dai
criminali come lui ha sempre creduto. Le cose erano assurde, ma sembravano
coincidere con gli eventi che lo hanno colpito subito dopo il suo ritorno
in vita per mano di Gadriel, del suo scontro con Olivier. Non sapeva
che pensare, temeva fosse un inganno dei Troni, o dei demoni, ammesso che
ci fosse una reale differenza, ma non poteva lasciare nulla di intentato,
per nessun motivo al mondo.
La famiglia Castle uscì
dal portale visibilmente scossa. I Troni erano lì ad aspettarli.
- Siamo felici che tu sia tornato sano e salvo! - disse Argotes, ignorando
le espressioni di stupore del resto della famiglia.
Frank senza pensarci due volte puntò contro di loro un mitra.
- Dov'è l' inganno? - chiese rude.
- Nessun inganno, abbiamo rimediato, seppur tardivamente, ad un torto da te
subito per mano di Olivier. Ti chiediamo solo un' ultima contropartita.
Il Punitore li fissò sospettoso.
- Possiamo capire - incalzò Odelan - il tuo desiderio, ora che la famiglia
è riunita, di tornare alla normalità, ma ti chiediamo di terminare una
missione per noi!
Frank sorrise, consapevole che questa richiesta sarebbe arrivata alle sue
orecchie.
- Quale sarebbe la missione?
- Uccidere Kenny McRoland e recuperare quello che è nostro!
- E cosa sarebbe vostro?
- Il corpo di un nostro fratello, di un angelo!
Frank rimase per qualche secondo in meditazione, poi fece la domanda
decisiva.
- E cosa succede se mi rifiuto?
La risposta fu altrettanto decisiva.
- Come ti abbiamo ridato la vita, così te la possiamo togliere... finiresti
tu all' Inferno, e senza la tua ricongiunta famiglia!
ORIGINI
by Fabio
Volino
Charlie Snow osserva il
foglio bianco virtuale, rappresentato dallo schermo del computer: dopo le
buone critiche ricevute in seguito al suo reportage su Prowler, gliene è
stato commissionato un altro, stavolta su un personaggio più ostico e
spesso sfuggevole. Non che manchino le notizie su di lui, ci mancherebbe…
solo che il parlarne non gli dà una gioia estrema. In ogni caso fa un bel
respiro e inizia a scrivere:
“La vita del reduce
di guerra, nonché ex marine, Frank Castle subì una drastica svolta durante
un drammatico pomeriggio a Central Park. Desideroso solo di vivere in pace
dopo gli orrori a cui aveva dovuto assistere, Castle portò la sua famiglia
in un parco insolitamente deserto per fare un picnic. E qui avvenne l’
irreparabile: mentre giocavano con un aquilone, infatti, i suoi due figli
divennero testimoni di un regolamento di conti mafioso e chiamarono i loro
genitori per assistere alla vicenda. Ma i criminali si accorsero di ciò e,
senza esitare, uccisero i poveri bambini e Maria, moglie di Frank, il quale
invece miracolosamente non venne colpito. Esternamente, almeno.
Da quel giorno tutto
cambiò per l’ ex marine: dopo un periodo passato a meditare in un convento,
forte della sua esperienza militare si imbarcò in una sorta di ‘crociata’
volta ad estirpare totalmente la criminalità organizzata. Quella
criminalità che aveva così barbaramente trucidato la sua famiglia. Si
procurò un arsenale da far invidia a qualsiasi signore della guerra, adottò
un costume con un teschio sul petto e divenne da quel giorno noto come il
Punitore.
Le sue prime esperienze
lo portarono a confrontarsi con l’ Uomo Ragno e con Capitan America, a
volte pare come insolito alleato. Si scoprì anche che Castle possedeva una
sorta di atipica morale, dal momento che la prima volta che si fece
catturare fu perché si rifiutò di uccidere un poliziotto per poter fuggire.
Dopo due brevi periodi di detenzione, riuscì ad evadere per riprendere la
sua antica missione: molti da quel giorno le persone cadute sotto i suoi
colpi, soprattutto nomi eccellenti della malavita. A volte sembra anche
scomparire nel nulla, per riapparire come per magia quando tutti iniziano a
tirare un sospiro di sollievo. Anche ora le sue attività paiono essersi
limitate, anche se lo si è visto bazzicare nei dintorni di una Chiesa e nei
pressi del grattacielo dell’ affarista Kenny McRonald, insieme, è questa la
particolarità, ad una nutrita schiera di seguaci.
Ma è un altro il dubbio
che attanaglia molti da svariato tempo: tutte le fonti possibili confermano
che Castle è riuscito senza ombra di dubbio non solo a vendicarsi degli
esecutori materiali della strage della sua famiglia, ma persino dei loro
mandanti. Perché dunque continua ancora a perseguire la sua crociata? Forse
che il bisogno di vendetta sia stato sostituito da una cieca follia?
Speriamo di non dover mai scoprire la risposta a questa domanda”.
Snow rilegge l’ articolo:
non ne rimane molto soddisfatto, ma nel parlare di un personaggio tetro
come il Punitore non poteva fare di meglio. Salva dunque il tutto e ne
stampa una copia, che lascia nell’ ufficio di Jonah, sperando che l’
indomani non inizi a latrare come suo solito. Poi esce dall’ ufficio,
accendendosi un sigaro.
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