"Complimenti per la splendida figura..." mormorò Badilino uscendo dalla stazione.
"Cosa ne potevo sapere io che il portafoglio era negli altri
pantaloni?" sbuffò Blaze "Permettimi di
essere un pelino scombussolato, in una sola notte sono stato sballottato da una
parte all'altra dell'America, ho lottato contro un'entità che una volta
possedeva il mio corpo e un fatto un patto con il demonio..."
"Davvero un incubo la tua vita Blaze..."
fece Michael sedendosi alla fermata dell'autobus "Nel caso non l'avessi
notato io sono ufficialmente morto... che diavolo di esistenza aspetta ad un
tizio che non è considerato vivo? Probabilmente avranno già prosciugato i miei
conti in banca..."
"Michael... si può sapere che vuoi fare li? Ti
ricordo che non abbiamo i soldi per pagare il biglietto..." gli fece
notare Blaze "Ora che le nostre moto sono
sparite muoversi è diventata un'impresa... Vorrei sapere perché non le possiamo
evocare di nuovo visto che siamo tornati in possesso del fuoco infernale! Io
devo assolutamente tornare dai membri del circo!"
"Io continuo a non capirci niente della faccenda da cui siamo appena
usciti... ma in fondo non ho proprio mai capito niente di tutta questa storia!
Gli unici che potrebbero spiegarci qualcosa sarebbero il Custode e Seer, ma al solito loro, sono spariti e..." Badilino non terminò la frase che una luce brillò tra lui e
John e apparve una porta da cui fece capolino la testa di Seer.
"Ecco... vi ho trovato... Dan non è con voi?" chiese la ragazza
"Comunque entrate, non state lì fuori al freddo!"
I due seguirono il consiglio di Seer, entrarono nella
porta, questa brillò e poi svanì.
#5 - La resa dei conti |
di Xel aka Joji |
Dan premette il pulsante e attesa che l'ascensore giungesse al piano,
intanto la sua mente si chiedeva il perché di tutto quello che gli stava
accadendo.
Terminata la lotta con Zarathos, aveva deciso di
tornare a casa: era da tanto, troppo, che non vedeva sua madre... come
d'altronde anche Stacy, e Jack, e tutti gli altri
suoi amici... la sua vita era cambiata negli ultimi anni, era cambiata per
motivi che non riusciva a comprendere, si era ritrovato invischiato in trame
troppo complicate per essere comprese da lui, perdendo a poco a poco tutto ciò
che era veramente importante...
Quali certezze erano rimaste nella sua vita? Aveva scoperto che sua madre era
morta mentre la donna che l'aveva cresciuto era in realtà la sua matrigna,
aveva scoperto che John era suo fratello, molte menzogne restavano ancora
insolute... tuttavia, la certezza dell'affetto della sua matrigna gli era
rimasta impressa nel cuore: Frances Ketch aveva sempre amato lui e sua sorella
Barbara...
E quando non aveva trovato nessuno in casa e la vicina gli disse che sua madre
era stata portata via poche ore prima da un'ambulanza, il mondo gli era caduto
addosso...
Il corso degli eventi, lo aveva costretto ad allontanarsi da tutto, Jennifer
aveva pure cancellato il ricordo del suo legame con Ghost dalle menti di Stacy e di sua madre,[1]
però...
Una fitta alla testa al pensiero di Jennifer... sua cugina... che fine aveva
fatto?
Più si sforzava, meno ricordava, restava solo impressa nella sua mente quella
inquietante visione di Ghost con il corpo della ragazza tra le braccia... ma
era morta?
Non poteva pensarci in quel momento... per quanto bene volesse a Jen, sua madre, il suo passato, veniva prima di tutto...
La porta dell'ascensore si aprì e Dan si incamminò per il lungo corridoio
bianco.
Interludio.
Cody si muoveva tra la neve.
Il suo aspetto era bestiale, anche più grottesco del solito, la sua massa si
era accresciuta del doppio, le sue fauci sporgevano dalla bocca come schegge di
vetro, i suoi occhi erano rossi, camminava ansimando.
Era furioso, e proprio preda di quella furia si stava muovendo.
Furioso per l'attacco delle bestie dello Stige, furioso per la sparizione di Blaze, furioso per l'arrivo di Steel Wind e Steel
Vengeance, che aveva risvegliato i ricordi più dolorosi.
E più il suo animo era preda della rabbia, più il suo aspetto diventava
mostruoso e sentiva nel suo cuore crescere la voglia di sangue e distruzione...
L'aveva sempre saputo, fin da quando era un bambino, che dentro di se covava un
mostro e aveva sempre fatto di tutto per cercare di tenerlo nascosto, ma cosi non aveva fatto altro che accrescere la rabbia
repressa rendendo più arrabbiata la bestia...
E in quel momento, si muoveva in preda alla furia cieca, deciso a massacrare
qualsiasi cosa fosse apparsa davanti ai suoi occhi.
Una voce giunse alle sue spalle "Sei tu Cody?"
Si voltò ringhiando.[2]
fine interludio
"Dan..." Stacy era appena uscita dalla
camera della signora Ketch, quando si trovò di fronte Dan.
Aveva gli occhi rossi e non appena vide il ragazzo, ripresero a lacrimare.
Non riuscì a fare altro che saltargli al collo singhiozzando.
Dan rimase per un attimo sbigottito, poi la strinse in un confortante
abbraccio.
"Dan... ero con lei...stavamo parlando... e poi... e poi... è
svenuta..." singhiozzò la ragazza.
"Cosa dicono i dottori?" chiese Dan.
"Non sanno cosa fare... sembra che stia semplicemente dormendo... non
capisco, perché deve succedere tutto questo... un attimo prima... stavamo
parlando, di te, di noi, di Ghost... e ora..." Stacy
si bloccò quando Dan le afferrò le spalle tra le mani e la fissò negli occhi.
"Di cosa stavate parlando?" fece confuso: era impossibile, loro non
dovevano ricordare il suo legame con Ghost, Jennifer l'aveva cancellato dalle
loro menti con un incantesimo.
"Dan... per favore... non stringere, mi fai male!" mormorò Stacy.
Una voce giunse da un'estremità del corridoio "Sembri agitato... dovresti
riposarti..."
Dan si voltò e vide Jack D'Auria, colui che un tempo era il suo migliore amico:
il ragazzo si frappose tra lui e Stacy e li separò
"Vai a prendere qualcosa da bere Stacy..."
dopo che la ragazza si fu allontanata, si rivolse a Dan "Quindi sei
tornato alla tua vita reale? Hai deciso di riavvicinarti alle persone che ti
vogliono bene?"
"Parli come se allontanarmi fosse stata una mia scelta..." gli
rispose Dan.
"Lo è stata... hai rifiutato l'aiuto che ti era stato offerto, hai deciso
di agire di testa tua, muoverti da solo e..." Dan afferrò Jack per il
bavero e lo sbatté contro il muro.
"Aiuto? Ovvero il farmi controllare dal Custode? Come pensi che mi sia
sentito a sapere che tu, il mio migliore amico, eri il suo galoppino..."[3]
sottolineava ogni parola facendo cozzare la schiena di Jack con la parete.
Jack afferrò il polso di Dan e lo osservò con sguardo comprensivo "Dan...
per quanto tempo pensi di sfogare così il dolore per quanto è successo a tua
madre?"
Gli occhi del ragazzo divennero lucidi, mollò la presa e iniziò a singhiozzare
poggiando il volto sulla spalla dell'amico "Perché... non se lo merita...
ha già sofferto così tanto..."
Jack gli poggiò un braccio sulle spalle e lo accompagnò nella stanza.
Frances Ketch era sdraiata sul letto, sotto una coperta bianca che sembrava un
tutt'uno con il colore del volto, il suo corpo era collegato ad una serie di
macchinari che segnalavano che le sue condizioni erano stabili.
Jack lo aiutò a sedersi "Resta qui... stalle accanto..."
Un camion procedeva a zig zag sulla strada che portava al cimitero di Cypress Hills.
D'un tratto, il mezzo uscì fuoristrada ad andò a cozzare contro un albero.
La portiera del guidatore si aprì e ne cadde fuori un corpo privo di vita.
Blackout saltò fuori dal camion, leccandosi le labbra "Niente male,
considerando che non ho mai preso la patente..." si guardò intorno
"Dunque la spada di cui ha bisogno la madre è qui... "[4]
Balzò oltre la cancellata e si mise ad annusare l'aria.
Riconobbe subito un odore che ben conosceva: l'odore di Zarathos,
quell'odore misto di Zolfo e Fango che aveva imparato a riconoscere nei giorni
passati a lottare al fianco del demone.[5]
Seguì la scia di quell'odore fino a raggiungere un cespuglio, abbandonata tra i
rovi spiccava la spada.
Blackout la raccolse e ne rimirò la finezza della lama: era stata costruita dal
membro del Sangue chiamato Foundry con il solo scopo
di uccidere Zarathos, tuttavia a quanto aveva detto
sua madre, quell'oggetto aveva altri poteri, tra cui quello di permettere che
la rinascita dei Lilin.
Il vampiro osservò il suo riflesso sul metallo "Chi sarà stato così idiota
da lasciarla qui? Questa spada dona un potere incredibile... un potere con cui
io… potrei... uccidere Ghost..." un pensiero balenò nella sua mente
"Si! Lo troverò... troverò Ghost, Dan Ketch... e trafiggerò il suo cuore
con quest'arma... e avrò la mia vendetta..."
"Allora? Dov'è il Custode?" chiese Blaze
versandosi da bere.
"Aveva delle faccende da sbrigare..." esclamò Seer
andando dietro il bancone "Ha detto che la rinascita di Zarathos è stato solo un momentaneo inconveniente che l'ha
distratto da qualcos'altro... oserei pensare che c'entri il Sangue, ma sai
com'è.. intervallando ogni frase con uno sputo non rende molto facile la
comprensione di quello che dice..." La ragazza tirò fuori da sotto il
bancone uno scatolone.
"Cosa c'è lì dentro?" chiese Badilino.
Seer gli lanciò un fagotto, l'uomo lo aprì e si trovò
tra le mani una maschera nera ed un paio di guanti dello stesso colore, su
entrambi spiccava una grossa V cucita con stoffa di un rosso intenso.
"E che sarebbero?" chiese Blaze.
"Che domande!" sorrise Seer "La tenuta
da combattimento degli Spiriti della Vendetta! Non vorrete mica andare a
combattere mostrando a tutti la vostra faccia?"
John gettò la maschera a terra "Cazzate! Non siamo mica i Fantastici
Quattro... siamo tre tipi che si sono trovati per caso a fronteggiare una
minaccia comune! Non esiste un gruppo chiamato Spiriti della Vendetta, questo
non è un fumetto! Abbiamo risolto la crisi con Zarathos
e ora non ne voglio più sapere di questa storia, voglio solo tornare alla mia
vita!"
Badilino si lasciò ricadere su una sedia "Beato
te che almeno ce l'hai una vita..."
Seer raccolse la maschera da terra "Dovresti
avere un po' più di rispetto! Ho passato due ore a cucirvi queste maschere!
Potresti mostrare un po' di gratitudine! Il Custode ha detto che volenti o
nolenti, voi restate gli Spiriti della Vendetta e..."
"Me ne sbatto di cosa dice il Custode!" Blaze
colpì con il pugno il bancone "Non ho intenzione di continuare a starvi
dietro! Ora mi interessa solo sapere come stanno i miei amici del circo! Quindi
muovi quel bel culetto rotondo e vedi di portarmi di corsa a casa di
Quentin!"
Seer strinse la maniglia della porta del night club e
la spalancò "Faccia pure Mr. Blaze!"
"A mai più rivederci..." fece Blaze
uscendo.
Seer gli sbatté la porta dietro "Che uomo
impossibile!"
"Devi cercare di comprenderlo..." sbuffò Badilino
"Tutta questa storia del sangue, del medaglione... ci ha fatto perdere
tutto quello che avevamo..."
Seer lanciò un'occhiata triste alla porta "Non
siete gli unici ad aver perso tutto..." si voltò verso Badilino
"Ora che ci penso... il Custode mi ha chiesto di andare al cimitero per
recuperare Suicidio... è sparito durante la lotta con Zarathos...
ti dispiace accompagnarmi?"
"Bah... tanto non ho niente da fare..." Si alzò e si avvicinò alla
porta.
La aprirono e si trovarono al cimitero, davanti a Blackout.
"Il Lilin!" gridò Badilino,
mentre le sue mani si illuminavano.
Ma il vampiro fu più veloce: non appena vide i due uscire dalla porta che gli
era comparsa d'improvviso innanzi, gli fu addosso colpendoli con una spallata.
Badilino ricadde attraverso la porta, trascinando Seer.
Blackout chiuse l'uscio con un calcio, ficcò la spada nel legno e questo
esplose in mille frantumi.
"Solo un piccolo contrattempo..." mormorò il vampiro "Adesso...
aspettami Dan Ketch! Sto arrivando!"
Intanto all'ospedale, Dan continuava la sua veglia silenziosa al corpo della
madre.
Stacy e Jack lo osservavano da fuori la stanza, a
loro si era unita anche Adrienne LaBelle.[6]
Tutti e tre erano preoccupati per il ragazzo, che non aveva pronunciato una parola
da quando era entrato in quella stanza.
"Dovremmo... fare qualcosa per aiutarlo?" chiese Adrienne.
Il dottore si avvicinò a loro "Scusatemi, dovreste avvertire il signor
Ketch che abbiamo bisogno del libretto sanitario di sua madre... per le
pratiche burocratiche..."
"Beh... non mi sembra il caso di chiedergli di andarlo a prendere a
casa..." fece Jack "Andrò io..."
"No, lascia, andrò io..." Stacy si diresse
verso l'ascensore "Torno subito..."
La ragazza in realtà cercava un motivo per stare da sola.
Voleva pensare, ma pensare a cosa?
A Dan... a come d'improvviso le loro vite si erano tornate ad incrociare...
Erano mesi che non si vedevano, erano stati addirittura nemici per un breve
periodo, aveva dato la caccia a Ghost... ma tutto semplicemente perché rivoleva
Dan, lo rivoleva tutto per se... perché i suoi sentimenti per il ragazzo erano
più vivi che mai...
Scosse la testa mentre usciva dall'ospedale, non doveva pensarci in quel
momento, non poteva dare altri pensieri a Dan...
"Che botta... non ho avuto nemmeno il tempo di reagire..." mormorò
Michael massaggiandosi le tempie "Quel dannato Lilin..."
"Ti dispiacerebbe sollevare dal mio corpo il tuo leggiadro peso?"
chiese Seer, che si trovava sotto la schiena
dell'uomo.
"Oh, scusa!" Badilino si alzò, porgendole
una mano per aiutarla ad alzarsi "Dobbiamo andare di corsa ad avvertire
Dan... se Blackout è in città non significa niente di Buono!"
"D'accordo..." la ragazza tornò di nuovo alla porta e ne afferrò la
maniglia, questa però le restò in mano non appena la tirò, mentre la porta si
tramutò in polvere, lasciando davanti a lei una parete vuota "Oh,
no..." gettò a terra la maniglia, chiuse gli occhi e strinse i pugni: il
suo corpo iniziò a brillare, sparì per un attimo, ma poi riapparve dov'era prima.
"Siamo nei guai..."
"Che è successo?" chiese Badilino.
"Sembra che Blackout abbia distrutto la porta del night club... questo
vuol dire che non ne possiamo più uscire..." mormorò la ragazza.
"Come... ma anche senza la porta... tu puoi teleportarti,
no?" gridò Badilino.
"La porta è non è un semplice mezzo, essa permette a questo crocevia di
essere collegato alle altre realtà... ma con la porta distrutta non posso teleportarmi fuori di qui..." spiegò la ragazza.
"Dannazione.. ci sarà qualcosa che possiamo fare!" fece Badilino.
Seer aprì un armadio e ne tirò fuori un computer
portatile "Certo! Sai giocare ad Otello?"
Stacy posteggiò la macchina davanti a casa Ketch e
scese.
Mentre percorreva il vialetto, si guardava intorno e ogni cosa che vedeva le
risvegliava un'infinità di ricordi: l'albero sotto cui giocavano da bambini, il
cortile dove Dan e Barbara festeggiavano tutti i loro compleanni, l'erba su cui
passavano ore sdraiati a parlare...
Tirò fuori dalla tasca la copia delle chiavi e la infilò nella serratura: la
porta si aprì senza bisogno che la girasse.
*C'è.. qualcuno?* istintivamente tirò fuori la pistola ed entrò dentro.
La casa era sprofondata nel buio, tutte le tende erano state calate giù, provò
ad accendere la luce premendo un interruttore, ma le lampadine erano state
svitate.
In quelle tenebre risuonò un respiro affannato.
Stacy cominciò a camminare all'indietro: avrebbe
raggiunto la macchina e chiamato rinforzi con la radio.
"Guarda guarda chi abbiamo qui..." la voce di Blackout risuonò nelle
stanze "... speravo di trovare Ketch e invece mi becco la sua
fidanzatina..."
Stacy lo riconobbe, iniziò a correre a perdifiato
verso la porta, ma qualcosa le finì sotto i piedi e cadde a terra.
La pistola le scivolò delle mani, cozzando contro un mobile e lasciò partire un
colpo.
La luce dello sparo illuminò la figura di Blackout che saltava addosso alla
ragazza.
"Lasciami andare... lasciami..." gridò Stacy
mentre cercava di scivolare via dalla presa del vampiro.
"Volevo ucciderlo... ma adesso... ho trovato qualcosa di peggio della
morte..." sibilò Blackout..
Poggiò gli artigli sul petto della ragazza e ne squarciò la divisa e parte del
reggiseno.
Il corpo della ragazza fremette quando sentì un soffio freddo sui seni.
"No... no..." iniziò a piangere.
Le lacrime scivolavano sulle sue guance.
Ne sentiva il calore e poi il sapore salato nel momento in cui giungevano sul
margine della bocca.
Salate, come l'acqua del mare... la sua mente si concentrò su quel pensiero, il
mare, l'acqua fresca, la sabbia sotto i piedi, il suono delle onde... si
concentrava su altro per non sentire quello che stava succedendo al suo corpo,
per non sentire Blackout che le ansimava addosso, per non sentire il dolore...
"Piacerà a Ketch questa sorpresa... sì che gli piacerà..." boccheggiò
il vampiro mentre poggiava le labbra sul collo della ragazza.
I denti del Lilin si fecero largo nel suo collo...
Il mare si tinse di rosso.
****Proxima:****
**Spiriti della Vendetta**
Sangue chiama Sangue
Dan uscì dalla camera di Frances asciugandosi gli
occhi.
Adrienne era seduta sul divanetto di fronte la porta
e sfogliava distrattamente una rivista di moda, mentre Jack era in piedi, con
la schiena poggiata sul muro e sorseggiava un bicchiere di caffè.
Dan si lasciò cadere accanto ad Adrienne
"Sembra… che stia solo dormendo... se non fosse per quel colorito cosi
pallido, sembrerebbe anche felice... ha un'espressione così beata, come se
stesse facendo un bel sogno..."
Adrienne lasciò scivolare a terra la rivista ed
abbracciò Dan "Sono sicura che si risolverà tutto per il meglio..."
"No... non si risolve mai per il meglio..." Dan strinse i pugni fino
a farsi diventare le nocche bianche "Non nella mia vita..." si guardò
intorno "Dov'è Stacy?"
Adrienne si scostò con aria sconsolata *Ha bisogno di
Stacy... non di me...*
" È andata a casa tua, a prendere il libretto sanitario di tua
madre..." Jack guardò il suo orologio da polso "Però... è strano...
dovrebbe essere già tornata..." si diresse verso l'ascensore
"Nell'ingresso c'è un telefono a gettoni, le faccio uno squillo al
cellulare per vedere dov'è..."
Jack, giunto al piano terra, afferrò la cornetta e compose il numero.
Si aspettava di sentirsi rispondere dalla voce femminile di Stacy,
invece dopo un paio di squilli dall'altro capo del telefono parlò un uomo.
Jack chiese di Stacy e ascoltò in silenzio, mentre le
dita stringevano sempre di più il bicchiere di plastica che teneva in mano,
riversando a terra tutto il caffè.
"Perché..." si chiese riagganciando la cornetta "Perché le cose
non si risolvono mai per il meglio?"
Sentì alle sue spalle la campanella dell'ascensore e ne vennero fuori Dan e Adrienne.
"Che ti ha detto Stacy? Dov'è finita?"
chiese la ragazza.
Jack li osservò in silenzio per qualche secondo, mentre il suono della sirena
di un'ambulanza si faceva sempre più vicino.
#6 -
Sangue Chiama Sangue
"Avete una presa telefonica in questa bettola?" esclamò Badilino "Non smetti mai di sorprendermi..."
Seer terminò di tendere il cavo e lo collegò al
computer, poi si voltò sorridendo verso Michael, ed esclamò facendo
l'occhiolino "E non mi sono ancora tolta i vestiti di dosso!"
Badilino arrossì visibilmente, e si andò a sedere
accanto alla ragazza, davanti lo schermo del portatile.
"La porta si riparerà automaticamente tra qualche ora... non possiamo fare
niente per accelerare il processo..." Seer
iniziò a digitare rapidamente sulla tastiera "Piuttosto che restare con le
mani in mano, meglio fare qualcosa di costruttivo...Tipo ricrearti
un'identità!"
"Cosa?!" esclamò confuso l'uomo.
"Certo... basterà entrare nel computer della banca... e fare un salto sul
database del governo..." spiegò senza staccare lo sguardo dallo schermo.
"Ma... ne sei davvero in grado?" Michael era basito.
"Certo! Come credi che abbia fatto ad andare avanti finora? Sai, le
creature mistiche non sono molto inclini al lavoro vero e proprio..."
ridacchiò Seer.
"Ma è legale?" chiese Badilino.
"Quando fai parte di una razza segreta semi immortale ti assicuro che la
legalità diventa un concetto vago..." sospirò la ragazza.
Dan era in piedi, immobile, davanti alla porta della sala operatoria.
I suoi occhi puntavano verso la luce rossa che vi brillava sopra, ma erano
vacui, come se in realtà non vedessero ciò che aveva di fronte.
"Dan... vieni a sederti..." Adrienne gli
poggiò una mano sulla schiena, ma lui si limitò ad allontanarla, scrollando la
spalla.
Jack attraversò il corridoio e si avvicinò ai due.
"Sembra... in trance... non vuole parlare, né muoversi..." mormorò Adrienne.
"Puoi biasimarlo?" Jack si avvicinò all'amico "Dan... ho parlato
con un poliziotto.. mi hanno detto che hanno trovato qualcosa a casa tua... un
messaggio..."
Dan si voltò e lo guardò aggrottando le sopracciglia "Un messaggio?"
"Si... su uno specchio scritto con..." Jack deglutì " Il
sangue..."
Dan digrignò i denti "Cosa... cosa c'era scritto?"
"Barbara K. e Linda W. Dormono sotto l'acqua..." rispose Jack.
Dan sentì le gambe cedere e si inginocchiò a terra "Barbara... Linda Wei...[7]
non è.. possibile... Blackout... è stato lui.. ha fatto questo a Stacy..."
"Dan, ora devi solo pensare a stare vicino a Stacy
e a tua madre, lascia stare Blackout e tutto il resto, e..." Jack fu
spinto contro il muro da Dan.
Il ragazzo si alzò , corse verso l'ascensore e premette con un pugno i
pulsanti.
Jack si infilò dentro prima che le porte si chiudessero "Cosa hai
intenzione di fare Dan? Trasformarti in Ghost, saltare in groppa alla tua bella
motocicletta e correre alla ricerca di quel pazzo?"
"Non sono più Ghost..." rispose Dan con voce ferma e decisa "Ma
mai come ora, ho desiderato la vendetta!"
"Lo vuoi capire che ora devi stare accanto alle persone che ami? Rischi
solo di farti ammazzare!" l'ascensore si aprì e i due uscirono nella Hall.
Un'infermiera guardava preoccupata la televisione "Che massacro..."
Dan e Jack osservarono lo schermo dalle spalle della donna.
Un giornalista parlava di fronte ad una palazzina "Questo è il quinto
omicidio multiplo in poche ore... quattro persone sono state dissanguate e i
loro corpi smembrati... Il modus operandi lascia intendere l'azione di un
serial killer, ma la polizia brancola del buio..." apparve una cartina
della città, in cui dei punti rossi indicavano i luoghi degli omicidi "Si
contano in totale quindici vittime, di età, razza ed estrazione sociale diversa
l'una dall'altra..."
"Blackout..." Dan si morse il labbro "Si sta muovendo... e mi
sta lasciando una traccia da seguire..."
Jack guardò la mappa "Proseguendo di questo passo, arriverà dritto al
porto..."
Si voltò e vide Dan correre fuori dall'ospedale.
Interludio
Miranda sbadigliò rigirandosi tra le lenzuola.
Aprì gli occhi e si mise lentamente a sedere, lasciando penzolare le gambe sul
lato dell'ampio letto matrimoniale sui cui era sdraiata.
Si guardò confusa intorno.
*Dove sono? Come sono finita qui? Ricordo... che qualcuno ci aveva attaccato,
John è scomparso, e sono arrivate quelle due pazze…[8]
ma poi nient'altro...* poggiò il piede a terra e il lenzuolo le scivolò di
dosso. Si accorse in quel momento di essere nuda.
"Sei sveglia.. mia compagna..." fece una voce alle sue spalle.
Si voltò e vide all'ingresso della camera un uomo dai lunghi capelli castani
"Chi sei tu?"
"Il mio vecchio nome... non lo uso da tempo, non è importante... sulla
terra mi chiamano tutti Deathwatch..." l'uomo le
si avvicinò.
"Deathwatch? John... ci ha parlato di te! Ci ha
detto che sei malvagio!" Miranda fece un passo indietro e cadde con il
sedere sul letto.
"Malvagio? Ti ricordo che io ti salvato..." Deathwatch
si chinò sul di lei passandole una mano sulle labbra.
"Cosa... vuoi da me?" balbettò la ragazza.
"Insieme... renderemo possibile un miracolo..." le bisbigliò
all'orecchio
fine interludio
Dan premette la frizione e scalò di marcia, mettendosi in coda davanti a un
semaforo rosso.
Era stata una bella fortuna trovare l'auto di servizio di Stacy
davanti l'ospedale, evidentemente portata lì da qualche zelante agente di
polizia: poteva muoversi rapidamente e inoltre la radio lo teneva informato.
Durante il tragitto era giunta comunicazione di altri due omicidi, entrambi,
come aveva sospettato, sulla strada per giungere al porto.
Avrebbe trovato Blackout e gliel'avrebbe fatta pagare una volta per tutte... la
sua mente pensava solo a questo, non al fatto che ora era un semplice umano,
che anche se aveva la catena e il fuoco infernale, gli mancava la forza e la
resistenza di Ghost, ma d'altra parte se come Ghost sarebbe stato vincolato a
non uccidere il vampiro, stavolta l'avrebbe ammazzato con le sue stesse mani...
anche a costo di morire...
"Ecco fatto!" Seer premette il tasto
invio e si alzò soddisfatta, sgranchendosi le braccia "Da ora Michael Badilino esiste di nuovo! Hai un conto in banca non
esattamente cospicuo, ma che comunque ti permetterà di tirare avanti finché non
trovi un lavoro..."
Michael la guardò stupito "Sei davvero riuscita fare tutto questo... in cosi poco tempo?" poi lanciò un sospiro "Beh...
adesso ho di nuovo un'identità... mi chiedo solo se riuscirò a iniziare una
vita normale..."
"La risposta la sai già... non potrai..." fece Seer
andando dietro il bancone e versandosi da bere "Perché non sei una persona
normale... Tu, Dan e Blaze siete legati a trame più
grandi di voi che non potete ignorare..."
"Bella fortuna... veniamo coinvolti sempre in storie in cui spesso neanche
c’entriamo, rimaniamo feriti, perdiamo le persone a cui siamo
affezionati..." borbottò Badilino.
"Almeno voi esistete anche al di fuori di questi eventi... io... il
Sangue... esistiamo solo in funzione degli Spiriti della Vendetta..." Seer mandò giù il martini tutto in un sorso.
"Cosa intendi dire?" chiese Badilino.
"Lascia perdere..." Seer si avvicinò alla
parete dove prima c'era la porta e vi poggiò l'orecchio "Sembra che
qualcosa si stia muovendo... tra poco il passaggio sarà di nuovo
integro..."
Dan era sceso dall'auto a pochi metri dal porto, proseguendo poi a piedi,
per non farsi notare.
L'ultimo comunicato alla radio era stato di un altro omicidio a qualche
chilometro da li...
Si mosse tra i capannoni con fare ramingo, guardandosi intorno, pronto a
scattare appena non avesse intravisto qualcuno muoversi.
Fece un passo e sentì qualcosa di molle sotto il piede: calò lo sguardo e vide
quello che gli ricordava un intestino umano.
Scostò lo sguardo disgustato.
Da lì, partiva una scia di sangue che arrivava fino ad una saracinesca mezza
aperta.
Dan vi si infilò sotto ed entrò nel capannone.
Dentro era tutto buio, illuminato fiocamente solo da alcune lampade al neon
sparse qua e là, che lasciavano intravedere le sagome delle enormi casse
riposte lì dentro.
L'aria era intrisa dell'odore del sangue e tra le casse risuonava un suono,
simile ad un rubinetto che perdeva.
Dan seguì il rumore e finì per trovarsi davanti ad uno spettacolo
agghiacciante: un uomo completamente squartato, legato con le sue stesse
budella ad una trave del soffitto, il sangue colava lungo le sue gambe,
gocciolando poi sui piedi ed andando a raggrumarsi in una pozza nel pavimento
sotto di lui.
Il ragazzo era cosi preso da quella visione, che non si accorse della catasta
di casse alle sue spalle che gli stava crollando addosso.
Blackout premette un interruttore accendendo tutte le luci del magazzino, che
venne cosi illuminato a giorno.
"Non ti facevo cosi avventato Ketch..." il Lilin
infilò il braccio tra le casse e ne tirò fuori lo stordito Dan "…
avventurarti qui nella tua forma umana... avresti dovuto avere la furbizia di
diventare Ghost..."
"Io... non... sono... più Ghost..." ringhiò il ragazzo allungando un
braccio verso il viso del vampiro.
Blackout lo gettò contro un pilastro prima che potesse toccarlo.
"Non sei più Ghost? Davvero un peccato..." Blackout sfoderò la spada
"Avrei voluto squartarlo con questa... mi accontenterò di trafiggere il
tuo cuore..."
Dan si alzò a fatica, guardando Blackout con occhi colmi d'ira "La.. spada
di Foundry?"
"Oh si... Sono venuto qui per questo..."
Blackout leccò la lama della spada "Però ho deciso di approfittare di
questa mia nuova visita a New York per passare a farti un salutino... Ma
purtroppo non eri in casa..." iniziò a ridere "Dan, Dan, Dan! Che
modo di comportarsi con gli ospiti è questo? Per fortuna c'era la tua dolce
fidanzatina ad accogliermi..." si leccò il mignolo "Era davvero
dolce... e poi, una vergine! Avresti dovuto darti da fare prima bello mio...
Però ora è tardi, ormai me la sono presa io..."
Cogliendo alla sprovvista il vampiro Dan vi si lanciò contro facendo roteare la
catena che era improvvisamente apparsa nelle sue mani.
Gli anelli si strinsero intorno al viso di Blackout, che sentì le carni
bruciare al tocco del fuoco infernale che avvolgeva il metallo.
Lanciando un urlo di dolore, il Lilin ghermì l'aria
con la spada, ferendo alla spalla Dan, che mollò la presa sulla catena la quale
svanì dopo qualche secondo.
"Tu... hai... violato... il mio viso... di nuovo!"[9]
gridò Blackout con occhi spiritati, allungò un braccio e afferrò la testa di
Dan con una mano.
Sollevò il ragazzo in aria e lo lanciò contro una vetrata.
Dan fini sulla banchina, con parecchie schegge di vetro che gli trafiggevano il
corpo e le ossa che gli dolevano per l'impatto.
Blackout sfondò la saracinesca con una spallata e fu subito fuori anche lui:
sul suo volto erano impressi i segni degli anelli della catena.
Avanzò verso Dan con la spada alzata.
La calò, ma Dan rotolò rapidamente sul legno allontanandosi da qualche metro,
tra le sue mani ricomparve la catena infernale e la fece schioccare contro la
mano del vampiro che perse la presa sulla spada.
Blackout gli fu di nuovo addosso e lo afferrò per il collo "Volevo farti
soffrire lentamente... volevo distruggere la tua esistenza un passo alla
volta...ma ora come ora, meriti solo di morire subito!"
Le fauci del vampiro calarono sul collo di Dan.
Il sangue del ragazzo iniziò a scorrere, mentre il corpo di Blackout si
poggiava sul suo.
Dan sentiva le forze venirgli meno, alzò a fatica le braccia, sollevando la
catena sotto il collo del vampiro.
Con un gesto rapidissimo le fece fare un giro intorno e fece un passo indietro,
buttandosi in acqua e trascinando Blackout in acqua con se.
Confuso, il vampiro staccò le zanne dal collo di Dan, che al contrario strinse
la presa della catena sul collo.
Blackout agitò gli artigli, ferendo il corpo del ragazzo nella speranza che
mollasse la presa.
Dan sentì le ferite bruciare per l'acqua salata, ma non desisté.
Il vampiro iniziò ad agitare i piedi per nuotare fuori dall'acqua, sentiva il
fiato venirgli meno, si faceva tutto scuro davanti ai suoi occhi.
Cimitero di Cypress Hills.
In tutto il mondo, stava accadendo qualcosa.[10]
Un'energia negativa si stava diffondendo...
E in quel luogo sacro, la forza oscura si stava risvegliando...
Un vento iniziò a soffiare, spazzando via la terra e rivelando uno scheletro
sepolto sotto la terra.
Le ossa brillarono e d'improvviso gli organi si riformarono all'interno della
cassa toracica, mentre anche i muscoli e la pelle si andavano rigenerando.
Quando il corpo fu di nuovo integro, un liquame rosso e nero fuori uscì dal suo
petto e lo avvolse.
La figura si alzò e si guardò le mani "IO... vivo... ancora... io... sono
immortale."
Carnage esplose in una risata.
Dan trascinò il corpo di Blackout fuori dall'acqua e lo adagiò sulla banchina.
Lo guardò e sentì la rabbia bruciare dentro, pensando a cosa quell'individuo
aveva fatto a Stacy.
Era privo di sensi... ma non lo sarebbe rimasto per molto...
Dan si avvicinò alla spada che era stata lasciata cadere dal vampiro, la
raccolse e poi tornò al fianco di Blackout.
Sollevò la spada in aria.
La lama brillò mentre il fuoco infernale l'avvolgeva.
La calò al centro del petto del vampiro.
Schizzi di sangue si alzarono in aria, macchiando le mani e i vestiti di Dan,
mentre la spada si faceva largo nella cassa toracica.
Blackout spalancò la bocca in una smorfia di dolore, lanciando un sibilo
acutissimo e dimenandosi come in preda ad un raptus, ma non parve riuscire a
muoversi.
"Toglila! Togli la spada!" urlò con voce alterata dal dolore.
Dan lo guardò con occhi freddi e si allontanò da qualche passo.
Lanciò un'ultima occhiata al nemico immobilizzato a terra e poi sollevò in aria
la mano.
La catena comparve di nuovo.
La calò con un colpo poderoso sulle assi di legno, che iniziarono a tremare e
vacillare.
Infine le assi si spezzarono.
"No! No!" gridò Blackout mentre sprofondava nelle acque.
Dan si voltò, fece qualche passo e poi cadde in ginocchio.
Poggiò le mani a terra e scoppiò in lacrime
Cimitero di Cypress Hills.
Un suono attirò l'attenzione di Carnage, appena
rinato.
Davanti ad una cripta era appena comparsa una porta.
Il serial killer cominciò ad espandere sotto terra i tentacoli del suo
simbionte demoniaco.
La porta si aprì e ne fuori uscì Seer.
Era voltata, stava dicendo qualcosa a Badilino che
era dietro di lei.
Non appena si accorse di Kasady, Badilino
spinse via Seer.
Intanto i tentacoli del simbionte si erano insinuati nelle fondamenta della
cripta.
Prima che Badilino potesse muoversi, la costruzione
gli crollò addosso e si trovò travolto dal cemento.
"Michael!" gridò Seer, correndo per cercare
di liberarlo dalla macerie.
"Oh... non cosi facilmente signorina!"
ridacchiò Carnage giungendole di fronte "Ha idea
da quando tempo non ammazzo qualcuno?"
La ragazza gli lanciò un'occhiata minacciosa, giunse le mani e gli lanciò
contro un raggio, che però il demone evitò facilmente con un rapido salto
finendo alle spalle della ragazza.
Il simbionte demoniaco afferrò la ragazza, stringendola al corpo di Carnage.
"Che pelle morbida che abbiamo..." Kasady
ritirò il simbionte dal viso mostrando il suo volto e leccò la guancia di Seer.
La ragazza cercò di protestare ma un lembo del simbionte demoniaco le tappò la
bocca.
Avvolta dalla sostanza rossastra, Seer fu sollevata
in aria.
Il simbionte si allargò prendendo la forma di una ragnatela, al cui centro era
imprigionata la ragazza.
Carnage la guardò sorridendo "Entra nella mia
tela... disse il ragno alla mosca...", lame partirono dal corpo dal
simbionte ferendo il corpo di Seer.
La ragazza sputò in faccia al serial Killer "Divertiti quanto vuoi... ma
quando gli Spiriti della Vendetta ti troveranno ti rispediranno all'inferno da
cui provieni!"
"Cara mia... Forse non te ne sei resa conto... ma l'inferno adesso è su
questa terra!" così dicendo trasformò la sua mano in una lama e la conficcò
nel ventre di Seer.
La ragazza scivolò a terra, boccheggiando sangue.
Carnage riassorbì il simbionte "Bah... non è
stato divertente..." si guardò intorno "Sento... l'odore del sangue..
e della follia..." sulle spalle dell'uomo il simbionte prese la forma di
due grosse ali da pipistrello "Questo è il mio mondo! È giunto il momento
di una bella riunione di famiglia!"
E si alzò in volo, allontanandosi dal cimitero.
Il cumulo di macerie sotto cui era stato sepolto Badilino
tremò.
L'uomo si sollevò, scrollandosi di dosso la polvere, si guardò intorno e notò
il corpo di Seer steso a terra.
Le corse subito accanto e la sollevò.
Respirava a fatica e aveva perso molto sangue.
Si tolse la maglia e gliela legò intorno alla vita, poi la sollevò da terra e
corse verso la strada, intenzionato a portarla all'ospedale più vicino.
"Non morire piccola... non morire..." mormorava l'uomo "Vedrai
che andrà tutto bene... poi troverò quel mostro... e sarà VENDETTA!"
****Proxima:****
**Spiriti della Vendetta**
Spiriti di Carnage
Impazza l'inferno! Carnage Scatenato arriva a Ravencroft! Gli Spiriti della Vendetta si alleano all'uomo
Ragno! Il destino di Stacy Dolan!
Il ritorno di Shriker!
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NOTE DI CARLO
Eccoci giunti al termine di una Ultimate Edition che
raccoglie anche gli episodi collegati alla maxi saga Inferno.² Per una maggiore
comprensione dell’intera saga ho inserito anche degli estratti dall’Uomo Ragno
#33 dove continuava la battaglia al Ravenscroft Asylum iniziata su Spiriti della Vendetta #7 (In pratica ho
eliminato gli interludi e l’ultima parte che riguardavano solo ed
esclusivamente al serie dell’Uomo Ragno). Come al solito, mi sono limitato ad
un lavoro di “ripulitura del testo e, come al solito, ho praticamente lasciato
intatte le note… ed ora un commento dell’autore su SdV
#7.
NOTA DI XEL
Un
commento rapido rapido: anche gli Spiriti della Vendetta si trovano invischiati
in Inferno... Blaze è un assente giustificato, per
sapere cosa combina non perdete il prox numero dove
sapete anche cos'è che aveva il Custode di così importante da fare... Invece
per aver maggiori rivelazioni sul fato di Stacy dovrete aspettare un po' di più... infine ringrazio
Mickey x l'opportunità datemi dal xover... è stato un
piacere scrivere con te a quando un'altro bel meeting
tra i nostri pg? :D
[1]
In numeri inediti di
Ghost Rider
[2] Continua su Power Pack #12
[3] Si riferiscono ad
avvenimenti inediti in Italia: Jack D’Auria è in realtà il vigilante mascherato
Shriker (si è visto in alcuni episodi di Ghost apparsi su Venom), affiliato al
Custode e che per conto di questi ha per un certo periodo sorvegliato Ghost.
Quando Dan l'ha scoperto, si è sentito tradito da entrambi ed ha intimato loro
di non mischiarsi più alla sua vita.
[4] Vedi Spiriti della Vendetta
MIT #1 (non chiedetemi COME Blackout faccia a sapere che la spada sia lì!! ;D)
[5] Durante “L'assedio delle
tenebre”
[6]Adrienne è apparsa in alcuni
numeri di Ghost, è una studentessa presso un corso di cinematografia; ma non è
mai stato rivelato il suo cognome, per questo l'ho inventato io... nel caso
qualcuno conosca quello vero mi contatti!)
[7] Linda Wei è una giornalista
corrotta, che è stata uccisa da Blackout su Venom 30(Ghost Musa vol. II 54)
[8] Su SdV MIT #1-2
[9] Per le altre volte in cui
Blackout è stato sfregiato vedi ALL AMERICAN COMICS, Comic Art #30(mi pare!:O)
e Ghost, Marvel Italia #10
[10] Per sapere di più, leggete
“Inferno²” #1!
[11] Vedi “L’Uomo Ragno”#25.
[12] Vedi “L’Uomo Ragno”#11
[13] La fidanzata di Michael uccisa in “Marvel Comics Presents” inediti
[14] Dan Ketch (o meglio, Ghost) ha conosciuto Venom durante il crossover “Spiriti di Venom”, che abbiamo omaggiato nel titolo… mentre Michael Badilino ne è diventato amico nella miniserie “Notti di Vendetta”, presentata sulle pagine del vecchio mensile “Venom”, appunto.
[15] Su “Spiriti della Vendetta” #2
[16]In numeri inediti di “Ghost” e in fuoriscena precedenti la serie MIT.
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