Il punto della situazione: Gli spiriti della Vendetta si sono
riuniti ed ora, grazie ad un patto con Mefisto, tramite il medaglione del potere,
possono evocare il fuoco infernale a loro piacimento Mentre Dan e Michael
restano a New York fronteggiando Blackout, Carnage, Shriek e la minaccia dell'invasione Infernale, Blaze cerca di riunirsi ai compagni del circo Quentin da
cui era stato separato in seguito all'attacco delle bestie dello Stige. Non sa
che i suoi compagni sono stati salvati da Steel Wind e Steel Vengeance che però
poi hanno rapito Miranda, conducendolo al cospetto di Deathwatch
che le ha rivelano che lei, come lui, è un Translord...
Il tempo: Prima di Atlantide.
La terra tremò.
Un vento maestoso si alzò a sradicare gli alberi.
Il mare intorno all'isola gridava spumeggiando.
Il castello dei Translord iniziò a disfarsi, mentre
le fiamme lo avvolgevano.
Tre il fuoco si erse Trionfante Zarathos, il suo
teschio rosso ardeva di una luce azzurra, il suo corpo era cinto in un’armatura
nera che trasudava energia dello stesso colore.
"Gli elementi stanno impazzendo..." mormorò il Custode: indossava una
tonaca rossa e teneva i lunghi capelli bianchi raccolti in una coda.
"Ora che indossa l'Armatura Infernale il potere di cui è dotato non ha
limiti..." Il Patriarca comparve accanto a lui: indossava solo un paio di
pantaloni di tessuto blu, i capelli biondi incolti e la lunga barba danzavano mossi
dal vento.
"L'ultimo gradino verso la divinità... sarà ottenere il medaglione del
potere..." aggiunse Foundry, una donna dai
lunghi capelli neri, le cui ampie forme erano strette in dei succinti drappi di
pelle "I Translord... saranno caduti?"
"Se il loro castello è andato distrutto, non vedo altra
spiegazione..." rispose il Patriarca "E se indossa l'armatura vuol
dire che il Pozzo del Destino è stato privato del suo sigillo..."
"Questi erano affari dei Translord... il nostro
unico pensiero deve essere Zarathos" il custode
guardò il medaglione del potere che teneva stretto nel pugno "L'unica
nostra opportunità... risiede negli Spiriti della Vendetta..."
#8 - Transwar: prologo
Il tempo: oggi.
Blaze è un uomo che ha perso molto nella vita: amici,
figli, moglie.
Si potrebbe pensare che una persona così sia abituata al dolore, che il suo
animo sia stato indurito dalle tragedie rendendolo impenetrabile ad ogni
dolore.
Non è così.
"Non di nuovo..." è l'unica frase che riesce a pronunciare, appena
uscito dalla porta del pub del Sangue.[1]
Lo scenario che gli si apre davanti è devastante: della casa di Quinn non
rimangono che le macerie fumanti.
"Non di nuovo..." sentì la forza nelle gambe venirgli meno e crollò
in ginocchio.
Tra le sue mani si materializzò in un lampo il fucile, lo alzò verso il cielo e
premette il grilletto gridando "NON DI NUOVO!"
Una fiammata salì verso il cielo e si allargò esplodendo come in nuovo fuoco
d'artificio arancione.
"Non c'è bisogno di essere così teatrali..." mormorò Wolf alle sue spalle: il nano aveva il braccio fasciato ed
una benda sull'occhio "Non hai una sensazione di Dejà vu?"
"Wolf... cosa diavolo è successo? Dove sono
finite le bestie dello Stige?" chiese Blaze.
"Sarò io a spiegarti Blaze..." mormorò
Quinn comparendo da una botola tra i resti della casa "Ma ti avverto...
potrà essere doloroso... perché delle cose in cui credi dalla tua infanzia
verranno irrimediabilmente compromesse..."
"Di che parli?" grugnì Blaze.
Il ragazzo premette un pulsante su un telecomando, i resti della casa
tremarono, il terreno si allargò e ne vennero fuori alcuni macchinari e un
grosso cubo nero "Il mio laboratorio è l'unica parte della casa che si è
salvata... riconosci quella scatola, Blaze?"
"È il regalo di Eli... la scatola in cui è registrato il suo testamento...
che si attiva con la chiave che mi ha lasciato..."[2]
rispose Blaze.
"Dentro... c'è di più..." spiegò Quinn "Dov'è la chiave?"
Blaze si guardò intorno e riconobbe tra i resti della
casa, quello che un tempo era il suo armadio.
Vi si avvicinò e ne trasse fuori una tuta da motociclista, vi infilò la mano in
tasca e ne trasse fuori la chiave "Eccola..."
Quinn poggiò una mano sul cubo nero "A distruggere la casa sono state
Steel Wind e Steel Vengeance..."
"Quelle due... sono ancora vive?" esclamò Blaze
sorpreso "Ma perché hanno...".
"Volevano Miranda..." spiegò Wolf alle sue
spalle "Sembra cercassero un fantomatico Translord..."
"Translord... ricordo che Deathwatch
usava quell'appellativo riguardo se stesso..." Blaze
aveva cominciato a perdere il filo della situazione.
"Che io sappia a questo mondo sono rimasti solo tre Translord...Uno
è Deathwatch, un'altra e Miranda... è il
terzo..." Quinn fissò negli occhi Blaze
"... Sono io."
"Ora ne ho le scatole piene!" gridò Blaze
avanzando verso Quinn "Cosa diavolo vuol dire che sei un Translord? E cosa centra con quello che è successo?"
"Usa la chiave con il cubo... Ruotala in senso antiorario... e saprai
tutto.. anche quello che neanche io conosco..." esclamò Quinn.
John si avvicinò alla scatola e vi infilò la chiave, ruotandola come gli era
stato detto.
La prima volta che l'aveva fatto la scatola si era aperta e gli era apparso il
volto di Eli in una luce verde.
Anche stavolta la scatola si aprì, ma dal suo interno scaturì un fumo nerastro
che li avvolse.
Le terre del Sangue.
Dentro una caverna, il Patriarca parlava ai suoi compagni, I dieci Caduti, con
voce solenne "Abbiamo sbagliato ad allearci con Hellgate[3]...
ci aveva assicurato che sarebbe riuscito a riportare in vita lord Zarathos ma il suo piano si è rivelato un
fallimento..."
"Ed è per questo che ci hai fatto rinunciare ad appartenere alla razza del
Sangue?" sibilò Komodo.
Ignus si passò una mano tra i capelli "Quando
sei tornato tra noi, dopo essere stato sconfitto dai Figli di Mezzanotte eri
solo un criminale... Il custode ti aveva gettato in cella e non saresti uscito
per tutta l'eternità... Se non fosse stato per Ranter
che ti ha liberato, non ci avresti mai convinti a metterci contro la nostra
stessa gente... ed ucciderla..."
"È inutile lamentarsi, siamo stati noi stessi a segnare la nostra
condanna..." sbottò Silph "Così dicono gli
scritti: il Sangue che versa il Sangue diverrà un Caduto..."
"Ma se ho ucciso i miei stessi fratelli l'ho fatto perché speravo di
diventare un dio... e non per vivere nascosto in una caverna..." commentò
con voce fredda Beholder.
Patriarca strinse i pugni: non sopportava di venir criticato, ma tutto quello
che stavano dicendo era vero... Aveva spinto il Sangue a massacrarsi tra loro
additando la dorata speranza di tornare a servire Zarathos,
perché Ranter gli aveva assicurato che c'era qualcuno
che avrebbe potuto riportare in vita il suo maestro, ma fidarsi di Hellgate era stato un errore e adesso erano rimasti con in
mano un pugno di mosche.
Guardò innanzi a se: all'orizzonte si innalzavano le rovine del castello dei Translord.
"Ma certo!" il Patriarca cozzò il pugno contro il palmo della mano
"L'Armatura Infernale!" si voltò verso i suoi compagni "Volevate
la divinità? Ve la servo su un piatto d'argento! Con il Sangue estinto, le
barriere mistiche che proteggevano il castello dei Translord
sono cadute! Dovremo semplicemente rimuovere l'Armatura Infernale e il Pozzo
del Destino sarà in mano Nostra!"
Metarchius, il caduto mutaforma, che aveva assunto
l'aspetto di una donna dai capelli rossi, lo guardò stranito "Vuoi dire
che..."
"Si... ricreeremo il mondo a nostro piacimento!" gridò l'uomo alzando
le mani in aria.
La scatola nera proietta una luce e sul fumo appare il volto di Eli.
Blaze ha un fremito a vederlo... per un attimo gli
sembra di aver l'amico di un tempo, vivo, innanzi a se.
Il volto sul fumo comincia a muovere le labbra e una voce risuona nell'aria
"Se stai vedendo questo filmato, amico mio, vuol dire che sono morto... ma
soprattutto vuol dire che la guerra dei Translord è
alle porte... Adesso, ti racconterò una storia... o forse sarebbe più giusto
dire che ti confesserò i miei peccati.
Tutto ebbe inizio quando ero ancora giovane e viaggiavo per l'America con il
circo di mio padre: all'epoca avevo ancora il pieno possesso delle mie facoltà
motorie ed aiutavo come meglio potevo nella manutenzione e nei lavori pesanti.
Era una vita difficile ma piena di soddisfazioni, regolarmente scandita dai
ritmi degli spettacoli... fino a quando non incontrai lei...
Era una notte senza luna, stremato per il lavoro mi stesi sotto il cielo
stellato per riprendere le forze, mentre tutto il circo dormiva, quando notai
nel buio brillare una stella di insolita luce verde... Il suo splendore
aumentò, tanto che dovetti socchiudere gli occhi, e la vidi calare dal cielo
verso una radura lì vicino. Udii un tonfo secco e corsi subito a vedere di cosa
si fosse trattato... Mi trovai di fronte ad un piccolo cratere fumante, al
centro di esso vi era una donna con due bambini. La soccorsi portandola alla
mia tenda, prestando le prime cure a lei e a quelli che inizialmente pensavo
fossero i suoi figli... Ripresasi dalla shock iniziale, la donna iniziò a
parlare, ringraziandomi di averla salvata e narrandomi poi la sua storia... una
storia che all'epoca aveva dell'incredibile, non ti nego che inizialmente
pensai di trovarmi di fronte ad una pazza o qualcosa del genere...
Secondo il suo racconto, lei e i bambini provenivano da un altro tempo, un
tempo precedente alla caduta dell'impero romano... Facevano parte di una casta
privilegiata di individui che una qualche entità superiore aveva designato
custodi un crocevia denominato Pozzo del Destino... Il loro nome era Translord, o signori trans-dimensionali, e il patto con le
suddette entità li aveva dotati di poteri magici... Ovviamente, a quel punto
ero già convinto che a mattino fatto li avrei consegnati alle autorità. La
donna parve percepire i miei dubbi, e per placarli si limitò a mostrarmi un
incantesimo, ponendo una mano innanzi e accendendo una fiamma sul suo palmo...
Persuasomi della realtà, la donna iniziò a raccontarmi loro storia: scelti tra
una razza di individui denominati Sangue, i Translord
avevano il compito di custodire il Pozzo del Destino e il sigillo di questi, un
artefatto denominato l'Armatura Infernale... Secondo quanto disse la donna, il
Pozzo aveva la capacità di manipolare il destino. Se qualcuno fosse stato in
grado di manipolarlo, avrebbe ottenuto un potere assoluto; per questo era stato
sigillato ponendo l'Armatura Infernale al suo interno. L'oggetto era dotato di
un'irresistibile potenza distruttiva, e neanche gli stessi Translord
avrebbero potuto rimuoverla dal suo interno... a meno che non avessero unito le
forze... Il tempo passò, e i Translord eressero un
castello intorno al Pozzo del Destino; inoltre, per garantire una continuità
alla custodia del pozzo, i Translord si univano solo
tra di loro in modo di trasmettere il ruolo alle generazioni successive...
Finché uno di loro, stanco dell'esilio forzato, poiché i Translord
non potevano abbandonare la veglia per alcun motivo, propose di riunire le loro
forze per rimuovere l'armatura e impossessarsi del potere di manipolare il
destino... Il capo dei Translord dell'epoca si
oppose, e lo stesso era valso per la donna. All'epoca, gli ultimi Translord erano loro tre e la generazione futura era
composta da tre bambini ancora in fasce... Scoppiò un violento confronto,
interrotto però dal giungere di un demone: il suo nome era Zarathos..."
Blaze si morse il labbro "Il Sangue, Zarathos, i Translord... Eli,
conoscevi tutte queste cose... e non me ne hai mai parlato?"
"Zarathos era coinvolto in un'altra battaglia, e
per vincerla era deciso a conquistare l'Armatura Infernale... Uccise il capo
dei Translord e si impossessò dell'artefatto...
Travolti dalla sua furia distruttiva i restanti Translord
e i due bambini caddero nel Pozzo del Destino...
Come mi spiegò la donna, Il Pozzo del Destino ti porta dove il tuo destino
vuole che tu vada…. Riuscì a stringere a se due dei bambini e quando aveva
riaperto gli occhi si era trovata davanti a me...
Era una storia incredibile, nessuno le avrebbe creduto... ma nei suoi occhi
lessi una profonda sincerità e decisi di crederle... la mattina dopo la
presentai agli altri membri del circo come una ragazza scappata di casa in
seguito ad una gravidanza indesiderata, non sarebbe stata di certo la prima ad
unirsi a noi, non fecero alcun problema... Demmo ai due bambini nome Miranda e
Quinn, mentre il suo nome lo scelsi io, Ophelia...
Passammo anni felici insieme, uniti da un forte legame e vedendo crescere i due
bambini... Io le insegnavo come orientarsi nel mondo moderno, lei i rudimenti
della magia... eravamo felici... fino a quando..."
Le terre del Sangue
I Caduti stavano levitando, volando ad altissima velocità verso il castello dei
Translord, grazie ad un incantesimo di Ranter.
"Attenzione!" gridò d'un tratto Metarchius.
Prima che potessero muoversi una frana li travolse.
Tirandosi fuori dai detriti, i Caduti si guardarono intorno cercando di capire
chi fosse stato il responsabile di quell'improvvisa imboscata.
Sulla cima di una montagna, c'era il Custode: le sue mani brillavano ancora
dell'energia che aveva liberato contro la parete di roccia che aveva
sbriciolato "Finalmente vi ho trovato!" gridò l'uomo "Sono stato
trattenuto da altri impegni... ma adesso è giunto il momento di vendicare i
nostri fratelli che avete massacrato!"
"Sono stati loro che hanno scelto di morire!" gridò Ignus lanciando un colpo al plasma verso l'uomo "Hanno
rifiutato di unirsi ai Caduti!"
"Hanno rifiutato di divenire pedine di Hellgate...
e per questo li avete uccisi?" Il Custode saltò giù evitando il colpo, il
suo corpo iniziò a brillare e quando si schiantò contro il terreno questo
esplose "Vi rendete conto delle assurdità che dite?"
Un caduto dall'aspetto felino si avventò contro l'uomo che lo afferrò dalla
collottola e lo schiantò per terra.
"Avremmo forse dovuto continuare a fregiarci del titolo di razza segreta
del Sangue? Un'esistenza priva di qualsiasi scopo?" gridò una ragazza con
una tuta aderente nera e due pugnali stretti in mano mentre gli si gettava
addosso.
"Scopo? Pensi che solo appartenere ad una razza possa determinare il tuo
scopo nella vita?" il Custode fece roteare la pala e disarmò la ragazza
"Verdict: gli scopi di un'esistenza si trovano
da soli!"
Metarchius saltò alle spalle dell'uomo e
trasformandosi in una creatura dall'aspetto di un polipo lo strinse,
bloccandone ogni movimento.
Gli occhi del Custode brillarono "Stavolta no... non mi fermerò fino a
quando Patriarca non sarà morto!"
"Dannazione... È furioso... non c'è modo di fermarlo." Il Patriarca
era nelle retrovie "A meno che non riesca a raggiungere il Pozzo del
Destino..."
Così dicendo il corpo dell'uomo brillò e sparì.
Il Custode emanò un'onda d'urto che allontanò tutti i caduti "Aspettami...
ti vengo a prendere..." Sputò a terra e poi sparì in una luce anche lui.
Con gli stivali piantati nella neve, Blaze
continuava ad ascoltare il racconto di Eli con un'espressione sempre più
stupefatta sul volto.
"Fino a quando non giunse il momento che Ophelia
aveva cercato di evitare con tutte le sue forze... Il momento del confronto con
l'altro Translord... Giunse d'improvviso, senza che
mi potessi preparare: d'un tratto Ophy mi disse che
stava per arrivare e che dovevo mettere al sicuro i piccoli e poi corse via...
Ma io non potevo lasciarla sola... le corsi dietro e quando la raggiunsi... fu
allora che mi resi conto della mia impotenza... erano in aria lei e quell'uomo,
con i pugni stretti e i corpi brillanti, come se stessero cercando di contenere
a vicenda le proprie forze... Volevo fare qualcosa... ma venni colpito da un
lastrone di cemento e rimasi immobilizzato, a guardarli uccidersi a vicenda...
Alla fine dello scontro, gattonai al fianco di Ophy,
era stremata, la vita stava abbandonando il suo corpo, ma era felice di aver
garantito una futuro radioso ai futuri Translord.. ma
l'altro uomo, prima si spirare, esplose in una solenne risata e ci avvertì che
prima o poi il suo pupillo si sarebbe messo in moto, avrebbe corrotto gli altri
Translord e si sarebbero impossessati del potere del
Pozzo del Destino...
Ophy prima di morire, mi supplicò di impedire tutto
ciò...
Cercai di farlo nei limiti delle mie capacità... per prima cosa separai i
bambini, uno lo mandai a vivere con mia madre, spacciandolo per mio figlio,
l'altra la tenni nel circo... ma c'era il rischio che qualcuno percepisse il
suo potenziale mistico... per questo decisi di circondarla da altri individui
dotati di poteri inconsapevoli... prese il piccolo Cody, figlio di un mannaro e
una strega, Wolf, misticamente longevo, Clara, che
aveva ereditato dalla madre la capacità di vedere nel futuro... e anche molti
altri membri del circo erano dotati di poteri, magari insignificanti, ma che
fungevano come un muro dietro cui celare i poteri di Miranda... ed è per questo
che convissi Barton Blaze a
tenerti anziché abbandonarti...
Studiando la magia e applicando al massimo le mie conoscenze scientifiche ero
riuscito a proteggere i due Translord...
Mentre registro questo messaggio, però, mi rendo conto che qualcosa sta
cambiando... il circo è stato coinvolto in eventi più grandi di lui, minacce
occulte che potrebbero portare i Translord a rivelare
la loro presenza... per questo ho deciso di rivelare a Quinn la verità... gli
ho fatto dono della tecnologia con cui difendersi... e ora che non ci sono più,
ti chiedo, John, di difenderlo anche tu..."
L'immagine di Eli si sfocò e sparì.
Blaze si voltò di scatto verso Quinn "Tu sapevi
tutto questo?"
Il ragazzo si tolse gli occhialetti tondi, aveva gli occhi lucidi "In
parte..."
"Un bel casino, eh?" mormorò Wolf.
Terre del Sangue.
Il Patriarca riapparve in mezzo alle rovine del castello.
Non era mai stato lì, quindi non sapeva bene come muoversi.
Si guardò intorno alla ricerca di un segno che gli indicasse dove potesse
essere il Pozzo del Destino.
Per questo non si accorse del Custode che era apparso alle sue spalle, con la
pala alzata dietro le spalle.
La calò con un colpo secco sulla testa del Patriarca che fine con il muso a
terra.
"Il pensiero che tu abbia tradito la nostra razza non mi da pace." ringhiò l'uomo dopo avergli sputato addosso
"Da quant'è che fiancheggiavi Zarathos? Forse
già durante la prima guerra eri dalla sua parte... e non ce ne siamo
accorti..."
Il Patriarca si trovò con la punta della pala sulla gola "Non hai capito
niente Custode... io ho lottato al tuo fianco... contro i demoni... ma è stato
proprio questo a farmi capire che non era la vita che desideravo!"
I pugni del caduto si illuminarono: li portò innanzi e un’esplosione si allargò
tra lui e il Custode.
Il custode fece un salto indietro, i suoi occhi brillarono.
Il Patriarca allargò le mani mentre il suo corpo si mise a brillare.
Alle sue spalle si alzò un'esplosione che li travolse.
"Ma che diavolo..."
Tra le macerie comparvero sei figure.
Innanzi a loro vi era Deathwatch, nel suo costume,
senza la maschera.
Al suo fianco vi era la donna che il custode riconobbe come Miranda, indossava
un succinto bikini nero sgambato, degli stivali dello stesso colore ed un
mantello colore verde accesso le ricadeva tra le braccia.
Ai lati dei due vi erano Steel Wind, Steel Vengeance, Custode e Troll.[4]
Il Patriarca, più vicino all'esplosione, era a terra privo di forze.
"I vermi del Sangue... osate avvicinarvi a questo castello?" rise Deathwatch "Adesso che i Translord
sono tornati tutto ciò che c'è al suo interno appartiene a noi!"
"Oh.. no…" ringhiò a denti stretti il custode "Qui mi servono
gli Spiriti della Vendetta..." Aprì un portale e vi saltò dentro.
"Prendetelo e uccidetelo!" ordinò Deathwatch
ad Custode e Troll che corsero subito dietro l'uomo.
"I.. Trans... lord.. "
il Patriarca guardò confuso la scena: se i lord transdimensionali
erano tornati, per appropriarsi del Pozzo del Destino, ma soprattutto per
salvare le loro vite, avevano bisogno di tutti i Caduti.
Trasmise allora un messaggio alle menti suoi compagni "Andate via! Subito!
Rintracciate gli altri Caduti: Salomè, Atrocità... ed anche Embyrre...
abbiamo bisogno del sostegno di tutti..."
"Non cosi facilmente..." ridacchiò Deathwatch, come se avesse sentito il messaggio psichico
"Mia cara Miranda, vuoi pensarci tu?"
La donna, senza dire una parola, tese le braccia in avanti, i suoi occhi iniziarono
a brillare di un'energia verdastra, che le avvolse il corpo, sollevandolo in
aria.
L'energia esplose in una potente onda d'urto che si allargò attraverso tutta
l'isola, schiacciando a terra tutti i caduti.
Il Patriarca mugolò di dolore
"Mi spiace vecchio... ma i tuoi amichetti sono stati fermati!" lo
schernì Deathwatch.
"E invece ti dico... che alcuni di loro... sono riusciti ad andare via in
tempo..." biascicò il Patriarca e poi perse i sensi.
Blaze era seduto sui resti della casa di Quinn,
guardava con sguardo perso innanzi a se.
Accanto a lui c'era Wolf e in piedi, poco distante
Clara.
Tutti e tre si sentivano traditi...
"Allora... cosa vogliamo fare?" fece una voce, in lontananza, tra gli
alberi.
Si voltarono e videro Cody uscire fuori dal bosco[5]:
aveva ascoltato in disparte il messaggio di Eli.
"Cosa intendi?" chiese Wolf, mentre il
mannaro li raggiungeva.
"Miranda... è sparita... ed è parte del... la nostra famiglia..." si
accorse che stava per dire, inconsciamente "del nostro Branco".
"Ma la nostra famiglia... è una menzogna..." mormorò Blaze.
"Johnny... per quanto ti posso dire... nonostante tutto... mio pad... Eli, ha voluto bene davvero a tutti noi..."
spiegò Eli.
Blaze rimase in silenzio.
D'un tratto una luce abbagliante si accese poco lontano.
Un portale si spalancò e ne corse fuori il Custode.
"Custode? Cosa diav..." prima che l'uomo
potesse terminare la frase, alle spalle del Custode comparvero Troll e Custode.
"Come ha ordinato il padrone Deathwatch…"
dissero all'unisono i due "… il Custode morirà… e con lui tutti coloro che
lo difenderanno!"
**Spiriti
di vendetta**
Traswar 1(di3)
Michael e Dan si trovano coinvolti in uno scontro tra i caduti, mentre Blaze e compagni partono con il custode alla volta delle
terre del Sangue per impedire ha Deathwatch e alla
traditrice Miranda di appropriarsi del Pozzo del Destino
Il tempo: prima di Atlantide.
L'uomo aprì gli occhi.
Davanti a sé, appariva tutto sfocato e appannato.
Lottando contro il dolore che gli attanagliava la nuca, si sforzò di mettere a
fuoco.
Luci e fiamme turbinavano davanti ai suoi occhi.
Realizzò ben presto di trovarsi di fronte allo scontro tra Zarathos
e gli Spiriti della Vendetta.
Il suo pensiero fu di muoversi, di alzarsi e di prendere parte alla battaglia
per sconfiggere il demone.
Fu allora che si rese conto che il suo corpo, dalla vita in giù, era ridotto ad
una pozza di sangue.
Lo scontro con Zarathos lo aveva segnato, sarebbe
morto da lì a poco, aveva messo i salvo le due successive generazioni di Translord, ma non poteva accettare, in alcun modo, di
morire così, senza vendicarsi del demone.
Trascinandosi con le braccia in mezzo alle rovine del castello, giunse davanti
all'imboccatura del Pozzo del Destino.
Traboccava di un'energia verdastra e senza l'Armatura Infernale a sigillarlo,
stava iniziando a rilasciare il suo potere in modo incontrollato.
Il suo pensiero andò all'armatura: era stata creata per sigillare il Pozzo del
Destino.
Se dunque il pozzo fosse stato distrutto, anche l'armatura sarebbe scomparsa.
Le mani dell'uomo iniziarono a brillare, concentrò tutto il potere che rimaneva
nel suo corpo, poi si gettò del pozzo, rilasciandolo in una devastante
esplosione.
Spiriti
della Vendetta 9
Transwar 1
Il tempo: oggi.
Seduto nella stanza dell'ospedale, Dan pensava.
Pensava a molte cose.
Pensava alla recente crisi infernale affrontata dal pianeta, crisi durante la
quale il suo lato oscuro aveva preso il sopravvento.
Pensava alla madre, che giaceva, in una stanza lì vicino, in coma per ragioni
sconosciute.
Pensava a Jennifer Kale, sua cugina, che l'aveva
aiutato nello scontro contro i mai morti, e della quale aveva perso le tracce
in circostanze che non riusciva a ricordare.
Pensava a Ghost Rider, Noble Kale, il suo antenato
con il quale per molto tempo aveva condiviso l'esistenza, salvo poi esserne
stato separato senza saperne il perché.
Pensava alla visione che aveva frequentemente, come in un sogno, di Ghost che
stringeva tra le braccia il corpo sanguinante di Jennifer.
Pensava a Blackout, il sadico vampiro Lilin, che
aveva ucciso con le sue stesse mani, il suo primo omicidio.
Troppi pensieri per un ragazzo che avrebbe voluto avere una vita come tutti gli
altri, seguire gli studi universitari, lavorare in un bar, vedersi con gli
amici... era quella la vita che voleva, anche se in realtà (e il pensiero lo
spaventava) aveva un brivido di piacere ogni volta che pensava al modo in cui
aveva dispensato vendetta uccidendo il Lilin...
Ma in realtà di tutti i pensieri che poteva avere, era uno solo in quel momento
a martellargli la mente: Stacy.
Era nella sua camera, che l'attendeva al ritorno di una visita.
E si chiedeva cosa le avrebbe potuto dire quando l'avrebbe rivista.
Le avrebbe chiesto scusa, perché in fondo era solo colpa sua se Blackout
l'aveva aggredita e violentata?
Le avrebbe detto che l'amava?
O forse si sarebbe limitato ad abbracciarla in silenzio...
Il rumore della porta che si apriva lo strappò bruscamente ai suoi pensieri.
Stacy entrò nella stanza, accompagnata da
un'infermiera, che, sotto lo sguardo di Dan, l'aiutò a mettersi sotto le
coperte.
"Mi raccomando, cerchi di non strapazzarsi..." la ammonì la donna.
"Non si preoccupi Mrs. Fletcher." rispose la ragazza e la donna uscì
dalla camera, lasciando i due ragazzi soli, immersi in un profondo silenzio.
Si guardavano negli occhi, come se entrambi cercassero qualcosa con cui rompere
il ghiaccio.
Toccò a Dan pronunciare le prime parole "Come è andata la visita?"
"A parte una lieve anemia, tutto a posto... il dottore dice che tra un
paio di giorni potrò tornare a casa..."
"Hai visto tuo padre?"
"È venuto a trovarmi stamattina... sai com'è, con il recente caos, alla
centrale c'è un sacco di lavoro..."
"Stace..." Dan si alzò di scatto dalla
seggiola che occupava e prese la mano della ragazza nella sua "Io... mi
dispiace, tanto... tantissimo... per quello che ti è successo... io
davvero..."
Stacy lasciò scivolare la mano via dalla presa di Dan
e la poggiò al mento "Tu... non hai colpa... le nostre vite... sono state
distrutte da demoni che vi sono piombati dentro... da quando tu sei diventato
Ghost..."
"Stace..." Dan deglutì: era vero allora, Stacy ricordava che lui era Ghost, nonostante l'incantesimo
di Jennifer avesse dovuto cancellare dalla sua mente ogni ricordo in proposito.
"Non passa giorno in cui non mi chieda come sarebbero state le nostre vite
senza di lui... senza quel demone che ha..."
Dan poggiò la mano tra i capelli della ragazza "Stacy...
io... non sono più Ghost..."
La ragazza sbarrò gli occhi "Come?"
"Non condivido più la mia esistenza con lui... non so perché...
semplicemente è successo..." la mano di Dan scivolò sulla guancia di Stacy "Stace, ti ricordi...
una volta ti chiesi se volevi sposarmi... ma poi... mancò l'occasione perché tu
mi rispondessi... Però... io aspetto ancora..."
Si guardarono tacitamente negli occhi.
La porta si aprì e nella stanza entrò un terzo uomo.
Si voltarono di scatto e si trovarono di fronte al Tenente James “Ski” Sokolowski,
ex collega, ma soprattutto ex fiamma di Stacy.
"Oh, Stacy... non sapevo avessi visite..."
mormorò l'uomo guardando di traverso Dan: stringeva in mano un grosso mazzo di
fiori bianchi.
"Fa niente..." masticò a denti stretti Dan, stavo giusto andando
via..." raccolse la sua giacca ed uscì dalla stanza.
Ski aspettò che la porta di chiudesse e poi si rivolse a Stacy
"Noto che siete tornati in buoni rapporti..."
"Abbiamo passato un periodo buio tutti e due... è naturale che ci siamo
riavvicinati..." rispose con un filo di voce Stacy.
Ski poggiò i fiori su un tavolino e si sedette accanto al letto "Tuo padre
mi ha detto che hai intenzione di prendere un congedo a tempo
indeterminato..."
"Si... non mi sento di tornare a lavorare per ora..."
"Sei sicura? Vedi... te lo chiedo perché... ho ricevuto un nuovo
incarico... mi hanno ingaggiato in una squadra governativa... una task force
per lo studio dei fenomeni paranormali... dopo che New York si è riempita di
demoni il governo ha deciso che è il caso di mettere qualcuno a indagare in
modo più attento sugli avvenimenti paranormali... la squadra è composta da
gente in gamba... e penso... che anche tu staresti bene con..."
"No... te l'ho detto... per ora voglio riposare... voglio lasciare lontano
mostri e demoni..." Stacy abbassò lo sguardo.
"Stacy... io... pensavo... speravo potessimo
riavvicinarci... come hai vecchi tempi... e magari...
potresti tornare a pensare alla mia proposta di matrimonio..."
Stacy sorrise malinconicamente "Mi spiace Ski...
ma io... ho già qualcun altro nel mio cuore..."
Lo stesso ospedale, un'altra stanza.
Michael Badilino era al capezzale della giovane Seer, che giaceva incosciente in seguito alle ferite subite
da Carnage.
La ragazza respirava grazie all'aiuto di un macchinario. Nelle ore precedenti
aveva subito una delicata operazione sul cui esito i dottori non si erano
ancora sbilanciati.
Michael aveva poche ore di sonno sulle spalle, nonostante la spossatezza che
sentiva addosso dopo la crisi infernale, e non era riuscito a dormire.
Era corso all'ospedale con un pensiero fisso in testa.
Seer era in condizioni gravi e forse lui poteva fare
qualcosa per lei.
Poteva farlo utilizzando il potere che aveva scoperto di possedere a Ravencroft, quando aveva salvato la vita della dottoressa
Ashley Kafka, quando il fuoco infernale, agendo come mai aveva fatto, aveva
avvolto il corpo della donna sanando le ferite che le aveva inflitto Cletus Kasady.
Non sapeva da dove venisse quel potere, ma in quel momento sentiva di dover far
qualcosa per aiutare la ragazza, aveva un debito nei suoi confronti...
Poggiò una mano sul polso freddo di Seer e una luce
illuminò la stanza.
Una fiamma di una tinta gialla e calda iniziò ad avvolgere la ragazza,
penetrandone le carni.
Quando il fuoco si estinse, Seer aprì gli occhi di
colpo, lanciando un sospiro sommesso.
"Michael... ma cosa... Carnage..." la
ragazza era disorientata.
Con un gesto impulsivo, Michael l'abbracciò "È tutto a posto... ora, ti
spiegherò con calma..."
Dan calciò la porta dell'ascensore.
"Non sapevo che avessi visite... non farmi ridere... scommetto tutto
quello che ho, che sapeva benissimo che io ero lì e che è entrato dentro
proprio per interromperci!" ripeteva tra se e se.
"Siamo di cattivo umore?" fece una voce femminile alle sue spalle.
Si voltò e vide Adrienne e Jack.
"Siamo qui per una visita a Stace..."
spiegò Jack.
"Passo più tempo all'ospedale che all'università... i miei non sarebbero
contenti di ciò." sorrise Adrienne.
"Io stavo andando..." sbottò con fare Burbero Dan "Ci vediamo
dopo..."
La porta dell'ascensore si aprì e Dan vi sparì dentro.
"Sta diventando veramente intrattabile..." sospirò Adrienne.
"Spero sia solo una fase..." mormorò Jack.
Privi di sensi e legati con una catena, Troll e Custode giacevano con il
volto immerso nella neve.
Sconfiggerli non era stato difficile grazie agli sforzi combinati di Blaze e compagni.
Messi fuori gioco i lacchè di Deathwatch, avevano
soccorso il Custode.
L'uomo aveva poi spiegato loro la situazione che si era trovato a fronteggiare
nelle terre del Sangue.
"Non ci posso credere... Miranda, al fianco di Deathwatch..."
Blaze si poggiò le dita sulle tempie "Sta
accadendo tutto troppo in fretta..."
"In fretta o meno... non possiamo perdere troppo tempo in chiacchiere...
se i Translord trovano il Pozzo del Destino, non
avremo più scampo..." mormorò il Custode.
Clara uscì dalle rovine della casa di Quinn e si avvicinò al gruppetto
"John... è successa una cosa strana..."
"Di che parli?" fece l'uomo.
"Ho chiamato a casa dei genitori di quell'amico di Timothy, dove stava
passando un paio di giorni di vacanza... beh, ecco... è strano, ma sembra che
non sapessero di cosa stessi parlando..."
"Questo Timothy è il figlio di Miranda, giusto?" chiese il Custode
"Quello che era stato dato per morto..."
"Si... ma poi abbiamo scoperto che era ancora vivo e..." spiegò Cody.
Il Custode lo zittì con un cenno della mano "La mia è solo una
supposizione... ma forse, Deathwatch ha usato in
qualche modo il bambino per corrompere Miranda..."
"Che stronzo!" imprecò a denti stretti Wolf.
Blaze si alzò in silenzio si avvicinò ad una casa e
l'aprì, ne tirò fuori alcune armi da fuoco, ne mise una sotto la giacca,
accanto al fucile infernale, e le altre le passò a Wolf
"Questa situazione è piena di punti oscuri... l'unica cosa che so è che
non possiamo rimanere con le mani in mano in attesa della prossima mossa dei Translord..."
Il nano imbracciò le armi "Andiamo ad aprire il culo a quel Deathwatch?"
"Clara... tu rimani qui..." sussurrò Cody.
"No..." fece la donna "... so che io non potrò darvi molto aiuto
però... il circo... voi siete la mia famiglia, e voglio esserci fino alla
fine."
"Allora Custode, direi che noi siamo pronti...”. esclamò Quinn
"Spero che siate davvero pronti ad affrontare ciò che vi si sta per parare
davanti... le terre del Sangue sono un terreno di battaglia aspro e
insidioso..." mormorò il Custode alzandosi in piedi.
Allargò le mani ed un portale di luce si aprì innanzi al loro.
Il gruppo avanzò.
"In effetti, conoscevo le potenzialità lenitive del fuoco infernale...
ma non avrei mai immaginato che tu fossi in grado di sfruttarle..." spiegò
Seer, mentre usciva dall'ospedale con Michael.
"Ti dirò... dal momento in cui sono rinato... mi sento in possesso di un
potere maggiore... è come se avessi il pieno accesso alle mie
potenzialità..." commentò Michael guardando i palmi delle proprie mani.
"Ehi, guarda chi c'è!" esclamò Seer,
indicando Dan seduto su una panchina, non molto lontano.
Il ragazzo alzò lo sguardo, sentendo le loro voci, e li salutò con un cenno della
mano.
"Come va Dan?" chiese Michael "Come stanno Stacy
e tua Madre?"
"Stacy... si è ripresa... mentre mia madre è
ancora in coma, i medici non sanno che fare..." spiegò con voce priva di
tono Dan.
"Dan, Michael mi ha detto cosa è successo a Stacy,
mi spiace molto..." Seer poggiò una mano sulla
spalla del ragazzo "Penso che sia stato un trauma per te... però...
Blackout è pur sempre un demone... forse dovresti appurare se le sue violenze
non abbiamo avuto qualche conseguenza su..."
Dan si alzò di scatto, scostando con un gesto violento la mano di Seer "Cosa vorresti dire? Stai per caso insinuando che
Stacy..."
"Calma! Non è il caso di scaldarsi!" Michael si frappose tra i due
"Capisco che te ne sono capitate di tutti i colori negli ultimi tempi...
ma questa reazione è eccessiva!"
Prima che Dan potesse rispondere, una fragorosa esplosione risuonò in
lontananza
"Cosa è stato?" chiese Seer voltandosi
verso la fine dell'isolato, dove si era alzata una nube di polvere.
"Nulla di buono..." mormorò Dan iniziando a correre in quella
direzione.
Interludio.
L'inferno.
Gli occhi di Mefisto fissavano le fiamme turbinanti, da cui provenivano le urla
di dolore delle anime dannate.
Dietro di lui, Threnody deglutì in silenzio, in
attesa di un comando.
"Due terzi... due terzi delle mie anime... perdute..." ringhiò il
demone. "Tanto lavoro, per nulla!"
Portò una mano innanzi, e tra le anime scese il silenzio.
Una luce fuori uscì dalle fiamme e sul palmo di Mefisto comparve un cristallo
vermiglio.
"È il momento di tornare a muovere le mie pedine..." annunciò mentre
le anime riprendevano i loro lamenti. All'interno del cristallo una fiamma si
attizzò "E il momento di mettere in gioco pedine che hanno riposato per
fin troppo tempo..." si voltò verso Threnody
"Intendo anche tuo figlio! Finalmente potrete ricambiare la mia
ospitalità..."
"Adam? Ma lui no..." le parole della mutante furono zittite da uno
schiaffo del demone che la fece ricadere a terra.
"Il volere di Mefisto è legge qui all'inferno, donna!" esclamò,
mentre la fiamma all'interno del cristallo prendeva la forma di un teschio.
Fine interludio.
Dan, Seer e Michael giunsero insieme sul luogo
dell'esplosione.
Erano di fronte ad un pub, la cui vetrata era andata in frantumi.
La strada era distrutta ed un idrante era esploso.
In mezzo a questa baraonda tre figure a loro note stavano lottando: erano Metarchius, Atrocità ed Embyrre.
"Non puoi rifiutarti! Rintracciarti è stato ancora più difficile che
trovare Atrocità! I Caduti hanno bisogno di te!" gridava il Caduto mutaforma,
mentre trasformava le sue braccia in delle escrescenze tentacolari.
"i Caduti mi hanno tolto mio padre! Ho abbandonato la vostra strada e non
voglio più avere niente a che fare con voi!" la ragazza di colore fece
partire una sfera di fuoco dalla punta del suo bastone.
Atrocità lanciò una sfera di energia che intercettò la palla di fuoco di Embyrre "Anche io avrei voluto rifiutare! Ma è il
nostro retaggio! È la volta buona per chiudere una volta per tute con il nostro passato!"
"Ho come la sensazione di essere finito nel mezzo di una discussione di famiglia"constatò Michael.
"Beh, cerchiamo di porvi fine!" Dan alzò le braccia e tra le mani
comparve la catena infernale; la fece roteare e poi la lanciò verso Metarchius, afferrandolo per il collo e sbattendolo contro
una parete.
Michael si gettò verso Atrocità; colpì il ragazzo alla nuca con uno dei suoi
pugni infuocati, facendolo collassare a terra.
"Ora che quei due si sono calmati un attimo perché non ci spieghi che
succede?" chiese Seer a Embyrre.
Fu Metarchius a rispondere, rialzandosi e
massaggiandosi le tempie con una mano " Succede che il destino del mondo
sta per essere riscritto... i Translord hanno preso
possesso delle terre del Sangue, Deathwatch sta
cercando il Pozzo del Destino e quando lo troverà nessuno potrà
fermarlo..."
"Deathwatch? Ma di cosa sta parlando?"
chiese confuso Dan.
"Non c'è tempo per le spiegazioni!" il corpo di Metarchius
iniziò a brillare "Volenti o nolenti, verrete tutti con me!"
La luce si espanse dal corpo del Caduto, avvolgendo tutti i presenti.
Quando la nuvola di polvere si diradò e la polizia giunse sul pozzo, non c'era
più nessuno
Deathwatch aprì gli occhi.
Era immerso in una vasca d'acqua calda, insieme a Miranda.
Attorno all'ampia vasca, Steel Wind, Steel Vengeance e dieci figuri ammantati
in delle tonache grigie, erano in ginocchio.
"Due gruppi... hanno violato le barriere dell'isola... uno è nella zona
est, uno in quella nord..." annunciò con voce rilassata.
Miranda si alzò in piedi, le sue forme nude erano solo vagamente coperte dalla
schiuma che era rimasta sul suo corpo.
"Pensate voi ad intrattenerli, mentre noi cerchiamo il Pozzo del
Destino..." ordinò Deathwatch.
Gli occhi di Miranda brillarono e i dodici presenti sparirono in un lampo di
luce.
"Li ho mandati ai loro posti." Disse la donna con voce meccanica.
Anche l'uomo si alzò in piedi, strinse a se la compagna e le sussurrò
all'orecchio "Sono fiero di te... insieme, faremo grandi cose..."
"Non capisco..."
"È la seconda volta che lo ripeti vecchio... ti sei incantato?"
sbottò Wolf.
Davanti agli occhi del gruppo, che si trovava sopra un alto picco, si apriva
una distesa rigogliosa e lussureggiante, in lontananza si ergeva un
castello."
"Le terre del Sangue... erano... desolate... prive di vita e di verde...
Mentre ora... Anche il castello dei Translord, è
stato ricostruito... il tutto in meno di un giorno... il potere dei Translord è veramente inimmaginabile..."
"Quindi Miranda è in quel castello...allora sbrighiamoci a
raggiungerla!" esclamò Blaze impugnando il fucile
infernale.
"Mi spiace ma il vostro viaggio termina qui!" fece una voce alle loro
spalle.
Si voltarono tutti di scatto e videro una figura incappucciata uscire fuori
dalla boscaglia.
"Tu chi saresti?" chiese il Custode.
L'uomo gettò via la tonaca mostrando il suo aspetto, era un ragazzo dai lunghi
e selvaggi capelli neri, con indosso un paio di pantaloni sgualciti, aveva gli
avambracci insolitamente sviluppati.
"Io ti conosco! Eri al laboratorio di Hellgate!
Sei uno dei Caduti!" lo riconobbe Blaze.
"Quello è il passato... ora noi Caduti serviamo un solo signore... Deathwatch: l'ultimo Translord!"
Prima che alcuno di loro potesse muoversi, Quake
piantò le mani nel terreno, fu come se le sue dita si fondessero con la roccia.
La montagna iniziò a sgretolarsi, tremando.
Il Custode cercò di muoversi verso i compagni, per teletrasportarli
lontano da quella frana, ma prima che li potesse raggiungere, il Patriarca gli
fu addosso, lo afferrò per la vita, trascinandolo nel vuoto.
Proxima:
Spiriti della Vendetta#10 Trans war 2
La guerra dei Translord entra nel vivo! La terra del
Sangue diventa teatro di una spietata battaglia contro le forze del male, dove
alleati e avversarsi si mischiano e confondono e dove il destino di molti si
deciderà!
Il tempo: cinque giorni prima.
"Insieme... renderemo possibile un miracolo..." le bisbigliò
all'orecchio Deathwatch.
"Un miracolo? Di cosa parli?" chiese Miranda scivolando fino allo
schienale del letto.
"Un miracolo che solo i Translord posso
compiere... riscrivere il destino del mondo a nostro favore..." l'uomo
salì gattoni sul letto giungendo al fianco della donna.
"Cos'è un Translord?" Miranda lo guardò con
occhi spaventati.
"Cioè che sei tu, ciò che sono io, siamo gli ultimi esemplari di una razza
eletta..." mentre parlava, Deathwatch carezzò i
capelli di Miranda e ne squadrava le forme nude "Siamo stati separati,
mentre invece saremmo dovuti crescere insieme... Che ingiustizia... hai passato
la tua esistenza a lavorare in un circo mentre io vivevo come uno squallido
boss del crimine... ma dovevamo pur sempre mantenerci in attesa del nostro
incontro, vero?"
"Io non capisco di cosa parli..." mormorò Miranda.
"Mamma..." fece una voce al margine del letto.
Miranda si voltò e si trovò di fronte a suo figlio.
"Timothy!" esclamò cercando di raggiungerlo.
Deathwatch sorrise, allungò una mano e il corpo del
bambino iniziò a brillare, sparendo in una luce che volò verso il palmo
dell'uomo.
Miranda strabuzzò gli occhi "Cosa hai fatto a mio figlio?"
"Tuo figlio... è morto anni fa... durante il massacro del circo
Quentin..." esclamò afferrandola "Ma tu, con il tuo potere, sei stata
in grado di ricreare un composto di energia con le sue sembianze... ma ora, è
inutile sprecare i tuoi poteri questo modo..." le baciò il collo "Apri
la mente e lascia che io ti conduca lungo la strada dei Translord."
Miranda sentì il corpo fremere, una forza sconosciuta stava entrando dentro di
lei, sentiva i ricordi e i pensieri farsi più vaghi...
Vide tutto, lentamente, sparire...
#10 - Transwar /2
Il tempo: oggi.
Dan, Michael, Seer e i tre Caduti si erano ritrovati
nei pressi di un piccolo laghetto, circondato da una rigogliosa vegetazione.
"Dove diavolo siamo finiti?" esclamò Dan.
"Non capisco..." Metarchius si guardò
intorno confuso "L'incantesimo che mi ha insegnato il Patriarca... doveva
condurci dritti alle terre del Sangue..."
"Queste... sono le terre del Sangue... le riconosco..." mormorò Seer "Anche se sono cambiate... è come se fossero
tornate a vivere..."
"Ok, questa aggiungiamola alla lista dei misteri senza soluzione... La mia
più immediata esigenza è capire perché siamo qui e che cosa sta
succedendo..." annunciò Michael mentre le sue mani si illuminavano.
"Non cerchiamo la lotta, Spiriti della Vendetta..." lo placò Atrocità
"Almeno non per il momento... se ci troviamo qui è per ragioni... diciamo
di famiglia..."
"Cosa centra Deathwatch?" sbottò Daniel:
fremeva dal momento in cui aveva sentito il nome della sua vecchia nemesi, il
mandante dell'omicidio di sua sorella, di cui sperava di essersi liberato una
volta per tutte, anni prima, durante lo scontro con Centurios.
"I Translord si sono riuniti..." iniziò a
spiegare Metarchius, "è questo tutto quello che
mi ha detto Il Patriarca prima di teleportarmi via in
cerca d'aiuto... Eravamo qui per cercare il Pozzo del Destino, volevamo
ottenerne il potere..."
Cody aprì gli occhi, si portò una mano alla tempia, dove sentiva colare un
liquido caldo.
Si guardò i polpastrelli e vide che aveva la pelliccia intrisa di sangue.
Si rialzò a fatica e si guardò intorno.
Era in una fitta foresta. Su di lui, tra l'intrico degli alberi, poteva
intravedere il picco da cui era Caduto inseguito alla frana.
"Proprio un bel volo..." annusò l'aria, in cerca di un odore
famigliare, ma gli stimoli olfattivi erano cosi vari
e intensi che qualsiasi traccia era coperta.
"Cerchi la strada per il castello dei Translord?"
fece una voce alle sue spalle.
Tra gli arbusti era apparsa un'esile figura avvolta in un mantello, con un
cappuccio calato sul volto.
Cody tese gli artigli e digrignò i denti "Chi sei tu?"
"Sono la tua guida... ti condurrò al castello..." fece il figuro,
voltandosi. Scostò con le mani il fogliame, rivelando un sentiero. "Vieni
con me... se ti fidi..."
Cody, consapevole di non aver altra scelta, lo seguì.
Blaze lasciò scivolare la liana sotto la mano fino
a giungere coi piedi per terra. Stringeva a se Clara; per afferrarla aveva
dovuto lasciare andare il fucile, ma aveva ancora con sé il fucile infernale.
Provvidenzialmente, aveva trovato sotto le dita quella liana che li aveva
salvati dal violento impatto con il pavimento.
"Oh John... dove sono gli altri?" mormorò preoccupata la donna.
"Non lo so... hanno cercato di separarci... e ci sono riusciti..."
erano al margine di una foresta. Davanti a loro si stendeva un'ampia pianura
ricoperta da un fitto stuolo di erba alta. In lontananza poteva intravedere,
oltre una zona rocciosa, il castello dei Translord.
"Non ci resta che muoverci verso il castello... mi spiace lasciare gli
altri, ma rischiamo di avere le ore contate..."
Così, camminando fianco a fianco, Blaze e Clara,
avanzarono verso il castello, immersi nell'erba fino alla vita.
Non avevano fatto che qualche passo, quando Clara allungò una mano afferrando Blaze per il polso "John, c'è.. qualcosa..."
John si immobilizzò, strinse il pugno sulla pistola e si guardò intorno.
Il vento si alzò, increspando il prato.
Un sibilo risuonò nell'aria e due occhi gialli comparvero nell'erba: il Caduto Komodo spuntò con un balzo innanzi ai Blaze.
"Dove diavolo è!" gridò Deathwatch colpendo il muro con un pugno.
Miranda era in piedi, non molto lontano da lui, con gli occhi fissi nel vuoto,
dall'altra parte della stanza vi era Ranter, anche
lui in silenzio.
"Abbiamo ispezionato tutta la zona del castello... ma del Pozzo del
Destino non vi è traccia... eppure ne sento il potere; nell'ultima ora si è
fatto sempre più chiaro e intenso... Ma dov'è?" Miranda non proferì
risposta, si limitò a muovere le labbra, come pronunciando un nome senza
emettere alcun suono.
Tramite le spiegazioni incrociate
dei Caduti e Seer, riguardo le storie del Sangue e
dei Translord, Dan e Michael finalmente avevano
inquadrato la situazione in cui si trovavano; restava da decidere come
muoversi.
"Suppongo che non ci resti che muoverci verso il castello dei Translord..." propose Badilino
indicando la sagoma del palazzo che svettava ad occidente.
D'un tratto l'acqua del laghetto iniziò a ribollire, esplodendo come un geyser,
che travolse i presenti con un getto bollente.
"Cosa è stato?" gridò Dan mentre il getto li schiacciava a terra.
"È il nostro benvenuto, non vorremo essere presi per degli ospiti
maleducati..." sopra il laghetto era comparsa una figura che galleggiava a
mezz'aria, nota già ad alcuni dei presenti: era Ignus,
dei Caduti.
"Ignus? Perché ci attacchi? Siamo qui per
aiutarvi" gridò Atrocità.
"L'unico modo per aiutarci... è servire come noi sua eminenza Deathwatch" accanto a Ignus
apparve Silph, la ragazza alzò un braccio e un'altra
serie di getti d'acqua si sollevò dal laghetto tramutandosi stavolta in grosse
stalattiti di ghiaccio.
"Chissà perché non mi stupisce questo voltagabbana..." esclamò Embyrre mentre una fiammata partiva dalla punta della sua
staffa sciogliendo il ghiaccio "I Caduti sono noti per cambiare fazione
con estrema facilità!"
"Ma era stato il Patriarca a dirmi... di chiamare aiuto!" Metarchius era visibilmente confuso.
"Le priorità dei Caduti sono cambiate..." dietro il mutaforma
comparve Verdict. La ragazza trasse dalla sua tuta di
pelle un ventaglio di pugnali e li lanciò contro i presenti.
All'altra estremità del lago apparve Beholder
"Ora serviamo i Translord...e con loro
riscriveremo il destino, eliminando tutti coloro che intralciano i nostri
piani..."
"Siamo circondati..." mormorò Seer.
"Ancora per poco..." affermò Dan mentre la catena infernale appariva
tra le sue mani.
Tra tutti presenti sul picco
franato, Wolf e Quinn erano quelli che se l'erano
vista peggio.
Erano finiti in una voragine che si era spalancata sotto i loro piedi ed erano
precipitati per molti metri, mentre i loro corpi venivano colpiti dalle rocce.
Alla fine si erano trovati, pesti e sanguinanti in una caverna sotterranea.
"Come va?" chiese Quinn al nano mentre si rialzava da terra.
"Ho avuto giorni migliori..." sbuffò Wolf,
lanciò un'occhiata indagatrice alla caverna: attorno a loro vi erano
innumerevoli imboccature di diversi tunnel "Adesso dove andiamo? C'è il
rischio si girare per giorni senza trovare l'uscita... Puoi usare i tuoi poteri
per portarci via?"
Quinn lo guardò con aria colpevole "Mi spiace... non conosco questo
posto... se aprissi un portale non so dove finirebbe per condurci. Dovremo
muoverci seguendo il nostro istinto..."
"Beh... allora muoviamo il culo... non siamo qui per fare una
vacanza..." esclamò Wolf imboccando uno dei
cunicoli a caso.
Quinn rimase qualche passo indietro "Wolf... Mi
spiace... è colpa mia..."
"Di che parli?" chiese il nano senza voltarsi.
"Se vi trovate in tutta questa vicenda... è colpa dei Translord..."
"Balle... se siamo qui, è perché l'abbiamo voluto noi... Eli ci avrà pure
manipolato, ma se siamo rimasti insieme per tutto questo tempo è stata una
nostra semplice scelta... è stato il nostro egoismo a spingerci a stare
insieme... prendi me ad esempio: il motivo per cui mi sono aggregato al circo è
stato per sorvegliare John... non è stato certo per le manovre di Eli che mi
sto trovato in tutto questo..."
D'un tratto la terra iniziò a tremare: un muro comparve dal nulla chiudendo la
strada sia davanti che alle spalle dei due.
La voce di Quake risuonò nel corridoio "Mi
spiace: strada senza uscita!"
"Come mai sei venuto qui?"
Cody lanciò un'occhiata confusa al suo interlocutore "A che ti
riferisci?"
"Perché ti stai muovendo contro i Translord?"
chiese la figura incappucciata.
La boscaglia si faceva sempre più fitta e aveva assunto le sembianze di una
foresta tropicale.
"Non ho niente contro i Translord... sono qui
per aiutare degli amici..." spiegò Cody.
La figura si fermò un attimo, come interdetta dalle parole del mannaro, poi
riprese la marcia, scostando cespugli e piante "Amici? Chi
sarebbero?"
"Beh... Blaze senza dubbio... E anche Quinn, è
una vicenda che lo riguarda personalmente... e poi Miranda, voglio sapere cosa
le è successo e voglio aiutarla..."
"Non ha senso..." l'incappucciato scrollò le spalle "Sono
problemi loro... Perché ti sei avventurato in una situazione in cui rischi di
perdere la vita se non è nulla che ti riguarda personalmente..."
"Perché è in gioco la mia famiglia." Fu la lapidaria risposta di
Cody.
"Famiglia..."L'incappucciato si fermò nuovamente e il mannaro poté
giurare di vedere, sotto il cappuccio, due occhi puntarlo con curiosità.
Cody lo guardò torvo "Adesso rispondi tu a una domanda: Dove mi stai
portando?"
L'incappucciato sussultò.
"Per andare verso il castello avremmo dovuto muoverci verso sud, invece è
un'ora che proseguiamo verso nord... sbaglio o vuoi farmi allontanare il più
possibile?"
Il figuro scoppiò in una risata "Speravo che te ne accorgessi il più tardi
possibile... è stato interessante parlare con te." si svestì della tunica
e mostrò le sue sembianze: quelle di un felino umanoide dalla pelliccia bianca:
al suo polso vi era un grosso bracciale d'oro.
"Tu chi saresti?" ringhiò Cody.
"Mi chiamo Wildfang... e la mia missione è
ucciderti!"
Il Patriarca e Il Custode si
trovavano su un piccolo altopiano.
"Qui... nessuno ci disturberà..." annunciò il primo "È il
momento della resa dei conti, Custode!"
L'uomo si alzò e guardò il suo avversario con occhi carichi d'odio "Che
storia è questa? Pensavo che anche se immensamente stupido avresti capito che i
Translord sono una minaccia, in questo momento, per
tutti noi!"
"Sua eminenza Deathwatch mi ha mostrato..."
annunciò il Patriarca, con un sorriso assente sul volto "Tutto quello che
avrò quando potremo manipolare il destino!"
"L'unica cosa che è stata manipolata è la tua mente..." il Custode
impugnò la pala con fare minaccioso "Ma non mi farò degli scrupoli... Sei
una carogna e non meriti altro che la morte!"
"Che si inizi allora!" urlò il Patriarca alzando le mani in cielo
Interludio: Bar Senza nome.
Nel locale di New York, punto di ritrovo per la maggior parte dei criminali,
super e non, era appena entrato un avventore che negli ultimi tempi aveva
iniziato recarvisi.
Il suo nome era Snowblind.
Nonostante fosse cieco, il suo passo era privo di qualsiasi incertezza.
Camminò diritto verso il bancone e si sedette sbattendo una mano per richiamare
l'attenzione del barista.
"Un whisky... liscio..." mormorò.
Dietro il Banco, Madcap, il proprietario del locale,
si voltò facendo roteare tre bicchieri in un gioco di equilibrismo "Non è
un meglio un Bloody Mary? Rosso rosso come il sangue,
rosso rosso come Cappuccetto Rosso..." lasciò cadere i bicchieri a terra e
avvicinò il volto a quel di Snowblind
"Cappuccetto Rosso che ha incontrato il lupo cattivo, hai mai incontrato
il lupo cattivo? O forse l'uomo nero? O forse un Cuor..."
Snowblind lo colpì con un pugno sul muso, facendolo
volare contro lo scaffale degli alcolici "Dammi da bere senza
rompere!"
"Bersaglio centrato!" ridacchiò Madcap
"Complimenti! Primo premio! Oggi offre la casa!" si alzò come niente
fosse e poggiò davanti all'uomo una bottiglia ed un bicchiere.
Snowblind si versò da bere.
"Come siamo ridotti male..." fece una voce femminile nel posto
accanto al suo.
"Non cerco compagnia per stasera..." rispose senza muoversi.
La ragazza scoppiò in una sonora risata, che fece sussultare i lunghi capelli
che ricadevano sullo scollatissimo vestito rosso "Non sono molti quelli
che rifiutano la mia compagnia... anche se di solito quando li accompagno
neanche se ne accorgono... Non ti annoia la tua vita Snowblind?
È per questo che hai fatto il galoppino per così tanto tempo? Per finire ad
ubriacarti ogni sera in questa bettola..."
"Non sono affari tuoi, chiunque tu sia..." Buttò giù un altro sorso
di whisky.
"Oh, e invece si..." la donna poggiò il mento alla spalla dell'uomo
sussurrandogli all'orecchio "Lascia che ti dia una dritta... Il tuo
vecchio capo Hellgate, ha dei problemi... oh si, è ancora vivo... ma è in una situazione problematica...
sono sicura che tu saprai dargli l'aiuto di cui necessita..."
Così dicendo si alzò e si diresse verso l'uscita del locale.
"Aspetta un attimo... chi sei...?" fece Snowblind
voltandosi di scatto.
"Come, non la conosci?" Madcap era
riapparso dietro il bancone "Oh, io si che la
conosco... oh bella bella bella, più di tutte, più tutti, ammaliante, unica,
divina luce..."
La donna si fermò un attimo "Puoi chiamarmi anche solo Luce..." ed
uscì ridendo, lasciando Snowblind solo con i suoi
dubbi.
Attorno al piccolo lago la battaglia
impazzava.
Dan faceva roteare la sua catena lanciando una raffica di anelli infuocati
contro Beholder.
Il Caduto li schivò con un agile salto; una sfera di energia iniziò a formarsi
davanti all'enorme pupilla, ma prima che potesse rilasciare il suo attacco
contro lo spirito della vendetta, Embyrre lo colpì
alla schiena con la sua staffa, facendolo cadere a terra.
Prontamente Dan lo afferrò per un braccio con la catena e lo lanciò addosso a Verdict che in quel momento stava attaccando alle spalle
Michael e Seer.
Badilino e la giovane erano troppo occupati a
fronteggiare gli attacchi di Ignus per accorgersi
della baraonda alle loro spalle.
Atrocità evitava con agilità le frecce di ghiaccio che Silph
gli lanciava contro, mentre a qualche passo di distanza Metarchius
osservava la scena con occhi increduli.
"No... no... io... cosa devo fare?" si ripeteva il mutaforma "I
Caduti... sono i miei compagni... ma i Translord...
io cosa devo fare?"
"Fai come abbiamo fatto noi..." gli sussurrò Beholder,
che dopo l'attacco di Dan era scivolato alle sue spalle. "Scegli la strada
che ti è più congeniale... noi abbiamo compreso che i Translord
ci offrono ciò di cui abbiamo bisogno... la possibilità di riscrivere il nostro
destino..."
Verdict lanciò una raffica di pugnali contro Embyrre, ma la venere d'ebano evitò l'attacco scivolando a
terra, si rialzò di scatto e piantò la staffa contro lo stomaco della ragazza
in pelle, lasciandola senza fiato.
Dan e Michael avevano messo Ignus sotto il fuoco
incrociato dei loro attacchi, era bastato che il ragazzo abbassasse la guardia
per un solo attimo e Dan lo colpì con uno stormo di anelli infuocati, facendolo
ricadere a terra privo di sensi.
"Metarchius! Dammi una mano! È troppo veloce per
me!" gridò Atrocità mentre cercava di colpire Silph,
che però schivava con facilità tutti i suoi attacchi.
Con passi calmi, come se non fosse stato nel mezzo di una battaglia, Metarchius raggiunse il fianco di Atrocità.
Il Caduto stava per chiedere di nuovo aiuto al compagno, ma le parole gli
morirono in bocca quando il mutaforma trasformò la mano in una sfilza di lame
che ne trafissero il corpo, sollevandolo da terra.
"Ho capito... stiamo sbagliando..." esclamò Metarchius,
come per risposta ad una tacita domanda di Atrocità "Questa è la nostra
opportunità... di uscire dal circolo vizioso di un'esistenza sempre uguale... è
per questo che siamo diventati Caduti... ricordi?"
Con un gesto del braccio, lanciò il corpo sanguinante del ragazzo davanti ai
piedi di Dan "Era... un tuo compagno... come hai potuto?"
Silph, Beholder e Metarchius si disposero uno a fianco all'altro "Noi
lottiamo... per garantire il nostro futuro, non conta altro..."
Le nuvole cominciarono ad addensarsi nel cielo.
"Dan... Michael... I tempi stringono..." mormorò Seer
"L'unica funzione dei Caduti è farci perdere tempo, in modo da dare ai Translord l'opportunità di trovare il Pozzo del Destino...
Dovete andare a fermarli, Penserò io a questi qui..."
"E io le darò una mano... non volevo essere immischiata in tutto questo,
ma ormai è inutile rimuginarci sopra..." annunciò Embyrre
stringendo la staffa tra le mani.
"Ma voi non..." contestò Michael.
"Niente ma..." Atrocità si alzò da terra, stringendo la mano contro
una delle innumerevoli ferite "Ho un conto in sospeso con i miei
cosiddetti compagni..."
"Hanno ragione..." disse con voce ferma Dan.
E mentre i due Spiriti della Vendetta iniziavano a correre verso il castello
dei Translord e i Caduti lanciavano il loro nuovo
attacco, il rombo del tuono risuonò con vigore
Cody e Wildfang saltavano da un ramo all'altro degli
alberi della foresta.
Se il loro non fosse stato un duello all'ultimo sangue, a guardarli sarebbe
quasi sembrato che stessero giocando a guardie e ladri.
"Da quello che ha detto il Custode, voi Caduti non dovreste aver motivo di
sostenere la causa dei Translord... perché allora li
state aiutando?" ruggì Cody.
Wildfang alzò una mano in aria, il bracciale che
aveva al polso brillò e cambiò forma, diventando una sciabola la cui elsa prese
posto sul palmo della sua mano.
Il felino calò la spada e fu come se tagliasse l'aria: i cespugli e i rami
nella sua traiettoria vennero recisi e sulla spalla di Cody si aprì un taglio.
"Deathwatch, ci ha mostrato la strada per una
nuova esistenza... ci ha fatto trovare uno scopo nella vita..." sibilò Wildfang "Alcuni di noi sono stati cosi
stupidi da non capire quale strada fosse la migliore... e sono stati
eliminati...ma noi altri abbiamo il privilegio di poter scegliere il nostro
destino!"
"Ha ucciso... i vostri compagni?" Cody avverò un pezzo di un grosso
ramo e lo lanciò verso il felino "Come potete lavorare per lui?"
"Compagni... famiglia... questi legami non hanno senso per quelle creature
che vivono un'immortalità rinchiusa in un ruolo eterno..." Wildfang distrusse il frammento di ramo con un colpo di
spada "Abbiamo tradito il Sangue e ucciso i nostri stessi famigliari per
diventare i Caduti... perché non accettavamo di continuare a vivere
un'esistenza stabilita secoli fa da altri."
Il felino calò un altro colpo, recidendo di nuovo alberi e piante. Stavolta
Cody non fu colpito, tuttavia venne travolto dallo spostamento d'aria e
sbalzato oltre gli alberi.
Si trovò così sul ciglio di un precipizio che costeggiava la foresta.
Si stava per rialzare quando si trovò davanti al muso la lama della spada.
"Poniamo fine ai giochi..." sussurrò Wildfang,
mentre un lampo illuminava il cielo alle sue spalle.
Komodo era rapido, dannatamente rapido.
Girava intorno a Blaze e Clara, sfruttando la
copertura dell'erba alta, poi saltava fuori quando meno se l'aspettavano,
fendeva l'aria con i suoi artigli e poi tornava a nascondersi.
Le braccia di John erano colme di ferite e l'abito di Clara era strappato in
più punti.
"Così non va bene... siamo alla mercé dei suoi attacchi!" ringhiò
John.
"John, non preoccuparti per me..." mormorò Clara.
"Non dire stupidaggini..." Blaze era però
cosciente che il dover proteggere le donna gli precludeva ogni libertà di
movimento.
Il Caduto sferrò un altro attacco, spuntando all'improvviso fuori dall'erba e
ferendo Blaze al fianco.
"Basta, John! Non pensare a me!" gridò a quel punto Clara e iniziò a
correre allontanandosi da Blaze.
Era allontanata di qualche metro, quando l'erba si increspò e dietro di lei
comparve Komodo.
"No!" gridò Blaze premendo il grilletto
della pistola e lanciando una scarica di fuoco infernale.
Ma fu troppo lento: il Caduto aveva calato il suo colpo contro la schiena della
donna, aprendo un'ampia ferita e poi era sparito nuovamente tra l'erba.
Blaze corse subito a soccorrere l'amica.
"Mi spiace... non... volevo... essere un peso..." sussurrò con un
filo di voce Clara e poi chiuse gli occhi.
"No... Clara... No!" Blaze, urlando per la
rabbia e il dolore, inizio a sparare all'impazzata, tutt’intorno a sé, getti di
fuoco infernale.
Le fiamme, di un rosso intenso, quasi sanguigno, avvolsero l'erba iniziando a
bruciarla, creando come un cerchio di fuoco intorno ai due.
Komodo saltò fuori dall'erba, con il corpo avvolto
tra le fiamme.
Distratto dal calore non vide Blaze saltargli addosso.
L'uomo afferrò il collo del braccio e diede un colpo secco contro la testa con
la mano, spezzandogli il collo sul colpo.
Il corpo inerte del Caduto scivolò a terra, John spense con le mani la giacca
che aveva cominciato a prendere fuoco e poi corse di nuovo accanto a Clara.
La donna respirava ancora, anche se a fatica.
Una fitta pioggerella iniziò a cadere, spegnendo le fiamme.
John Si caricò Clara sulle spalle.
"Lasciami... qui..." mormorò come parlando nel sonno la donna.
"No... non ti lascio... non lascio più nessuno..." John riprese il
cammino verso il castello.
Nella caverna in cui erano
prigionieri, Quinn e Wolf si affannavano per evitare
gli attacchi di Quake.
Sia dal soffitto che dal terreno spuntavano grossi spuntoni di roccia e i due
dovevano fare i salti mortali per evitarli.
Tra le mura continuavano a risuonare le risate del loro aggressore, ma non
c'era verso di individuare il punto dove era
"Come si fa ad affrontare un nemico se non sai dov'è?" chiese Quinn.
"Cerchi di spostare il duello in un terreno che ti è più congeniale!"
esclamò Wolf, imbracciando il fucile laser e sparando
un colpo a piena potenza contro il soffitto che iniziò a crollare.
Un piccolo raggio di luce penetrò nelle oscurità della caverna.
"Siamo vicini alla superficie! Se usciamo fuori quel bastardello non sarà
più in vantaggio!" gridò Wolf pronto a sparare
un altro colpo.
In quel momento si accorse che il soffitto sopra la testa di Quinn aveva
cominciato a sgretolarsi e un grosso pilone di roccia stava per schiacciarlo.
"Attento!" Il nano lasciò cadere il fucile a terra e diede una
spallata al ragazzo, ricevendo addosso l'enorme peso.
"Wolf!" gridò il ragazzo portando una mano
avanti: un lampo di luce colpì il pilone distruggendolo all'istante.
Il corpo di Quinn iniziò ad emanare un'intensa energia verde, una sfera di luce
si allargò polverizzando all'istante.
Quake, che si trovava proprio sopra ai due, venne
disintegrato all'istante.
Quinn si fece largo tra le macerie, cercando di portare il corpo del nano
all'aperto "Wolf... mi senti? Come stai?"
Il nano aprì gli occhi, stuzzicato dalle gocce di pioggia che gli carezzavano
il viso "Sto bene... tutto a posto... solo... lasciami... riposare un pò..." richiuse gli occhi "Per favore... pensa
tu... a proteggere John..."
Quinn ebbe un sussulto, ma Wolf non era morto, si era
solo addormentato.
Lo mise sotto un albero, al riparo dalla pioggia che aveva iniziato a cadere e
si mise in marcia verso il castello.
Il Custode e il Patriarca, alle due
estremità del piccolo altopiano, continuavano a tempestarsi con raffiche di
sfere di energia, senza tuttavia procurarsi alcun danno, dato che gli attacchi
di uno intercettavano quelli dell'altro.
D'un tratto, un attacco del Custode anzi che puntare verso l'avversario puntò
ed esplose contro il terreno, alzando una nuvola di polvere.
Il Patriarca si protesse gli occhi portandovi una mano davanti, ma così non
poté fare nulla per evitare l'attacco del Custode, che spuntò fuori dalla nube
con la pala alzata sopra la testa.
Calò con inaudita violenza l'arma contro il busto del Patriarca, scagliandolo
nel vuoto.
Il Caduto precipitò a peso morto schiantandosi contro il terreno brullo.
Il Custode saltò nel vuoto e gli fu subito addosso, si gettò in picchiata,
tendendo in avanti la pala.
Un'altra esplosione, una devastante energia venne rilasciata sollevando una
pioggia di frammenti di roccia.
La punta della pala era infilata nell'addome del Patriarca, un rivolo di sangue
colava dalla bocca del Caduto.
"È questo che ti meriti... per aver tradito la nostra razza..." il
Custode gli sputò in volto e iniziò a tempestarne il volto di calci "Il
Sangue aveva un compito: proteggere il medaglione del potere: molti sono morti
per portare a termine questa missione, il tuo tradimento ne ha infangato il
ricordo, nonché l'onore della nostra stessa stirpe! Come hai potuto?"
Quando la furia dei colpi del Custode si placò, del volto del Caduto non era
rimasta che una maschera di sangue.
"Tu... potevi vivere... un'esistenza eterna che non ti dava
sbocchi..." biascicò, mentre la pioggia iniziava a cadere ripulendogli il
volto "Io no... io... volevo... cambiare... il destino..."
Il Custode lo guardò disgustato "Non meriti neanche il colpo di
grazia..."
Gli strappò la pala via dal ventre, si voltò, iniziando ad allontanarsi.
Alle sue spalle, con un movimento plastico e silenzioso il Patriarca si drizzò
in piedi.
Prima che il Custode potesse reagire, l'uomo gli afferrò la nuca con il palmo
della mano e una scarica di energia ne attraversò il corpo.
Il Custode lanciò un lungo, contorcendo gambe e braccia che dopo qualche
istante ricaddero inerti.
Il Patriarca rimase qualche secondo immobile, poi entrambi sparirono in una
luce.
Deathwatch
si affacciò ad una delle finestre del castello.
I suoi occhi si fissarono su un punto indeterminato oltre la fitta pioggia.
"Il Pozzo del Destino... non capisco come, ma si sta avvicinando..."
Sorrise.
Proxima:
Spiriti della Vendetta#11
Transwar 3
La battaglia giunge al suo apice e viene rivelato il segreto del Pozzo del
Destino!
Il tempo: prima di Atlantide.
Seduto sul suo trono, il Patriarca aveva lo sguardo perso nel vuoto e pensava
agli ultimi eventi che lo avevano coinvolto.
Zarathos era stato sconfitto, gli Spiriti della
Vendetta si erano sacrificati, il medaglione del potere separato e dato in
custodia a due famiglie umane, della cui protezione si sarebbe occupato il
Custode...
"E ora?" non poté fare a meno di chiedersi.
Proteggere il medaglione, lottare contro Zarathos,
erano stati solo questi i due scopi dell'immortale esistenza del Sangue, adesso
cosa restava loro da fare?
Una corrente d'aria penetrò la stanza e davanti gli occhi del Patriarca
comparve l'immagine di Zarathos.
L'uomo spalancò gli occhi "Non è possibile… tu... sei stato
sconfitto..."
"Certo… per ora… ma presto o tardi tornerò libero e allora cosa farete?
Tornerete a combattermi e a sigillarmi? Per poi attendere di nuovo la mia
rinascita? È così che avete intenzione di trascorrere la vostra
esistenza?" sibilò lo spettro del demonio
Il Patriarca si morse il labbro inferiore.
"Io vi offro l'opportunità di rinunciare al destino che vi è stato
imposto... diventate miei seguaci... diventate me… date un nuovo senso alla
vostra vita..." lo spettro tese una mano verso il Patriarca.
L'uomo esitò un attimo, poi allungò la mano sfiorando le dite eteree
dell'apparizione.
#11
Transwar 3
Il tempo: Oggi.
Una sala del castello dei Translord.
Miranda era seduta a terra, con le mani poggiate sulle gambe, muoveva le labbra
senza pronunciare alcuna parola.
Alzò le braccia e le mosse come per stringere l'aria davanti a se.
Per un secondo, davanti a lei comparve la figura di un bambino. Era un'immagine
sfocata, come una foto venuta male, ma era dotata di peso e dimensione.
"Timothy..." sorrise la donna.
Un lampo rischiarò la stanza e la figura del bambino scomparve.
Wildfang sferrò il suo colpo.
Cody riuscì ad evitarlo, rotolando all'indietro, ma finì per trovarsi
pericolosamente sul ciglio del burrone, che a causa dell'acqua piovana era
diventato scivoloso.
"Sai volare lupetto?" esclamò il felino correndogli contro con la
sciabola sguainata.
Cody gli si mosse incontro tendendo gli artigli.
Si ferirono a vicenda, ma i graffi che fece Cody sul volto di Wildfang, non erano neanche paragonabili come danno allo
squarcio che la spada aveva aperto sul ventre del mannaro.
Cody ricadde con il viso per terra, mentre una pozza di sangue si allargava
sotto di lui.
"Hai visto cosa hai ottenuto a lottare per la tua ‘famiglia? Tutti i tuoi
sforzi sono stati inutili..." Wildfang lo
sovrastava con la sciabola alzata sopra la testa.
"La mia... famiglia..." Cody socchiuse gli occhi... pensò alla sua
famiglia... un padre e una madre... pensò al circo Quentin... pensò a tutto
quello che gli avevano dato, insegnato le persone che aveva incontrato... No,
non erano inutili gli sforzi che portava a termine per difendere la propria
famiglia, non lo sarebbero mai stati.
Dalle fauci del mannaro fuoriuscì un profondo ululato e il suo corpo sprigionò
una potente energia rossa.
Wildfang non ebbe il tempo di reagire: l'energia lo
travolse, dilaniandone il corpo e spingendolo verso il burrone, mentre la spada
riprendeva la forma di bracciale.
Il felino si trovò a precipitare nel vuoto, quando d'improvviso, una mano gli
afferrò il polso.
Era Cody, che si era sporto dal ciglio per afferrarlo.
"La tua vita... ti ha negato la possibilità di avere un branco, di sapere
cosa fosse una famiglia..." ringhiò il mannaro "ma sono sicuro, che
se tu avessi un'altra possibilità, potresti rinnegare le tue azioni..."
Wildfang sorrise malinconicamente "il mio
destino... era già scritto..."
"No!" ruggì Cody " Sei tu l'unico responsabile delle tue azioni!
E con le tue scelte potrai rimediare ai tuoi errori!"
Wildfang chiuse gli occhi e due piccole lacrime
scivolarono mischiandosi alla pioggia "Se magari ci fossimo conosciuti
prima.. la mia vita sarebbe stata diversa... Ti invidio, Cody..." apri gli
occhi di scatto e sfoderò gli artigli lacerando le carni del braccio del
mannaro "Però ormai è troppo tardi!"
Cody lasciò la prese lanciando un ululato di dolore.
Wildfang precipitò nel vuoto, mentre una luce partiva
dal suo polso andando ad avvolgere quello di Cody.
Quando il mannaro riapri gli occhi, vide che il bracciale del felino era ora al
suo braccio.
Guardò con occhi meditabondi il fondo del burrone, poi spostò lo sguardo sul
bracciale.
Lancio un lungo ululato, poi si mise a quattro zampe e iniziò a correre a
perdifiato verso sud.
"Sei avessimo ancora le moto,
non sarebbe così faticoso!" sbuffò Michael, aveva i vestiti appesantiti
dall'acqua piovana e la pioggia gli sbatteva ripetutamente contro gli occhi.
"Ancora un piccolo sforzo, ci siamo quasi…" l'entrata del castello si
profilava all'orizzonte, ma le parole di Dan vennero improvvisamente coperte
dal rombo di un motore.
Dal portone d'ingresso uscirono fuori due grosse moto guidate da Steel Wind e
Steel Vengeance, che imbracciavano due fucili al plasma.
"Quelle due... le conosco..." esclamò Badilino.
"Ma che ci fanno qui?" chiese Dan.
"Deathwatch ci ha salvate… ci ha fatto
rinascere... ci aiuterà anche a vendicarci di colui che noi odiamo e di questo
gli saremo sempre riconoscenti... Per questo obbediamo solo ai suoi
ordini!" sentenziò Steel Wind.
Le due donne iniziarono a sparare contro gli spiriti, che si scansarono dalla
traiettoria dei raggi.
Steel Vengeance accelerò, muovendo la moto in direzione di Dan.
Il ragazzo creò prontamente la catena infernale e la lanciò contro la ruota
della moto, facendola sbandare, così la ragazza si trovò a finire addosso al
mezzo della sorella.
Steel Wind saltò giù dalla moto un attimo primo dell'impatto, ma prima di
mettere piede a terra si trovò subito addosso Michael, che la colpì con un
pugno fiammeggiante al volto, lanciandola su ciò che rimaneva delle moto, dove
giaceva la sorella priva di sensi.
"Pensavo fosse più difficile..." sbadigliò Michael.
In quel momento, nello spiazzo davanti al castello giunsero, da due direzioni
diverse, Quinn e Blaze con in braccio Clara.
"Voi che ci fate qui?" esclamarono quasi in contemporanea John e Dan.
"Il destino... ci ha portati... nel posto... dove il nostro destino deve
compiersi..." delirò Clara.
"Siamo qui per Deathwatch..." disse Dan.
"Noi dobbiamo salvare Miranda..." spiegò Blaze.
"Miranda?"
"E anche lei è una Translord... è una storia
lunga..."
"La signora sembra in pessime condizioni..." fece Michael fissando
Clara, che Blaze aveva fatto sdraiare a terra
"Forse posso fare qualcosa per lei..." poggiò una mano sulla schiena
della donna e una fiamma lucente si allargò avvolgendone il corpo, iniziando a
curarne le ferite.
"Non sapevo potessi fare di questi giochetti..." mormorò Blaze "Anche se in effetti una volta il fuoco
infernale ha curato anche lei mie ferite..."
Tuttavia accadde qualcosa di inaspettato: nel momento in cui le fiamme si
estinsero, il corpo di Clara ebbe un sussulto, alzò la testa e aprì gli occhi
di scatto.
Sotto le palpebre non aveva pupille, ma delle sfere che pulsavano di energia
verdastra.
La donna teneva la bocca aperta in urlo silenzioso.
"Clara? Che succede?"
"Sono davvero deliziato..." esclamò Deathwatch
uscendo dal castello. Ranter e Miranda erano al suo
fianco; la donna teneva una mano sul ventre, mentre l'altra era tesa di lato,
contratta come se stesse stringendo qualcosa, anche se il pugno era vuoto
"Neanche se avessi impegnato tutto me stesso sarei mai riuscito a trovarlo
e invece me l'avete portato voi... chi avrebbe mai immaginato che quella donna
fosse il Pozzo del Destino?"
La pioggia iniziò a scrosciare con più violenza.
Al fianco del laghetto, lo battaglia proseguiva senza sosta.
Silph usava il suo potere per congelare la pioggia,
così Seer, Atrocità ed Embyrre
si trovavano sotto l'attacco continuo di una raffica di aghi di ghiaccio.
Embyrre fece roteare la sua staffa creando un vortice
di fuoco che sciolse gli aghi di ghiaccio.
Beholder inizio ad emanare un raggio dall'enorme
occhio e i tre furono preda di una violenta vertigine, Seer
gli lanciò una sfera di luce contro la pupilla, costringendolo a chiudere
l'occhio e porre fine all'attacco.
Metarchius saltò addosso ad Atrocità prendendo le
forme di un gigantesco scimpanzé e lo afferrò, stringendolo nel tentativo di
spezzargli la schiena.
"Come puoi? Sei stato tu stesso a venirmi a cercare! A supplicarmi di
ritornare coi Caduti, che avevate bisogno di me..." Atrocità portò una
mano sugli occhi di Metarchius accecandolo.
"Tu ci hai lasciato… tu non puoi capire, perché hai dimenticato... hai
dimenticato il perché siamo diventati Caduti... ci hai tradito!" ringhiò
il mutaforma, prendendo le sembianze di un grosso polipo e avvolgendo
l'avversario coi suoi tentacoli.
"Io... avrei... tradito?" sbottò Atrocità "Io ho ucciso Xoc, per rimanere fedele alle mie scelte! Le ho detto che
l'amavo e poi l'ho uccisa!" gli occhi gli si illuminarono "Mentre
voi... dicevate di aver tradito il Sangue per ottenere l'indipendenza, per
riscoprire la vostra individualità... e invece, alla prima occasione, permettete
che sia un altro a decidere per voi! Siete patetici!"
L'energia riversata dal corpo del ragazzo costrinse Metarchius
a mollare la presa, Atrocità si voltò di scatto e colpì il compagno di un tempo
con una raffica che gli fuoriuscì dagli occhi, carbonizzandolo sul colpo.
Atrocità rimase immobile a guardare la pioggia spazzare i resti del cadavere di
Metarchius.
Nel frattempo Embyrre e Seer
erano riuscite, con molta fatica, a mettere fuorigioco Beholder
e Silph.
La ragazza dalla pelle scura, si avvicinò al ragazzo, visibilmente sconvolto
"Capisco come ti senti... anche io mi sono sentita così quando ho
abbandonato la strada dei Caduti... È qualcosa che ci porteremo sempre dentro,
il peso dei nostri peccati, le morti che abbiamo causato, il tradimento alla
nostra stessa razza... non ci resta che conviverci assieme..."
Seer poggiò una mano sulla spalla del ragazzo
"Il Sangue, i Caduti, ormai non esistono più... noi siamo gli ultimi di
una razza ormai estinta. In fondo hai ottenuto ciò per cui i caduti hanno così
tanto lottato… da oggi il tuo destino te lo costruisci tu."
Interludio: Laboratorio di Anton Hellgate
Anton Hellgate riaprì gli occhi ridestandosi da un
sogno, uno di quelli che si dimenticano al risveglio e di cui non resta che
qualche vado ricordo e fugace visione.
Nel suo caso ricordava che nel sogno c'era una donna bionda, vestita di rosso,
che gli diceva qualcosa.
Ma era solo un sogno, o forse era un ricordo? Scrollò il capo per togliersi
quei pensieri dalla testa.
Si alzò in piedi: si era addormentato sulla poltrona al centro del suo
laboratorio, ai suoi piedi, come due cuccioli, dormivano Astaroth
e Astarte.
Hellgate si mosse silenziosamente fino a raggiungere
il bagno, si chiuse la porta alle spalle e rimase a fissare il proprio riflesso
nello specchio.
Ma chi era la persona che vedeva? Anton Hellgate,
rappresentazione su questo piano della realtà del demone Ba’al...
ma era davvero così? Allora perché ogni volta che cercava di pensarci su, di
capire... la testa iniziava a dolergli? Perché aveva solo vaghi ricordi di
tutto ciò che era successo prima di risvegliarsi dopo il suicidio di Vendetta?
Quando qualcuno l'aveva soccorso (forse una donna bionda?) e detto qualcosa…
spiegato chi era... spiegato che era Ba’al... ma
tutto il resto era così confuso... Quello che sapeva sulle persone che lo
circondavano, sui suoi nemici, l'aveva preso dai database dei suoi computer...
Un nome gli era rimasto impresso, tra quelli che aveva letto, il nome di una
persona che aveva raccolto informazioni su di lui: Gerard Dolan...
un semplice agente di polizia, che però aveva avuto il coraggio di sfidare la
sua organizzazione...
Gerard Dolan... possibile che quell'uomo sapesse su Hellgate più di quanto lo stesso Hellgate
sapesse su sé stesso?
Forse era il caso di fargli una visita al più presto...
"Cosa vorrebbe dire che
Clara è il Pozzo del Destino?" Blaze puntò il
fucile contro Deathwatch.
"Oh, non è ben chiaro neanche a me... tuttavia mi è proprio impossibile
non riconoscere quella forza... in fondo, durante l'infanzia, sono stato
sottoposto a continui insegnamenti proprio per essere capace di riconoscere il
Pozzo del Destino..." l'uomo esplose in una profonda risata quasi
contemporanea ad un tuono "Se l'avessi saputo! Che l'oggetto del mio tanto
cercare era in realtà una così facile preda! Mai e poi mai avrei perso tempo ad
organizzare un impero del crimine a New York, per finanziare le mie ricerche.
Ho pure rilasciato parte delle energie che ho accumulato in questi anni, per
far rivivere questa landa desolata, convinto che il pozzo fosse nascosto qui e
questo fosse il modo migliore per riportarlo alla luce."
"E ora.. cosa avresti intenzione di fare?" gli Spiriti della Vendetta
si posero come una muraglia tra Deathwatch e Miranda.
Il Translord strinse il pugno, che brillò fiocamente
"Assimilare le energie delle persone che ucciderò... e poi manipolare
quell'energia a mio piacere... È questo il potere che il mio destino di Translord mi ha donato... Sarà molto facile uccidere la
donna e prendere dentro di me il potere del Pozzo del Destino..."
"E per quale motivo pensi che te lo permetteremo?" chiese Michael.
"Noi non vi permetteremo di mettervi sulla strada del nostro
padrone!" Dai resti delle moto si alzò una figura.
Dan sbarrò gli occhi quando si accorse che Steel Wind e Steel Vengeance avevano
riunito i loro corpi cibernetici in uno solo: la creatura che ne era uscita
aveva due teste e quattro braccia "Noi, adesso, siamo Steel-x!".
"Ranter, mia diletta Miranda... lascio a voi il
compito di occuparvi di questi guastafeste, mentre io prendo il potere che mi
spetta diritto.."
I due si mossero in avanti, Ranter con fare
minaccioso, Miranda mantenendo il fare assente.
"Io penso al mago." Ringhiò Badilino.
"John, io cercherò di trattenere Miranda..." esclamò Quinn.
"Allora mi occupo di Steel-x" sentenziò Blaze.
"Dunque se non sbaglio i conti..." esclamò Dan "Io e te balliamo
assieme Deathwatch! È il momento di mettere in pari i
conti per sempre!"
Il Translord sorrise "Il giovane Ketch... allora
è vero che non sei più Ghost... Non crederai davvero di rappresentare una
minaccia per me?"
"Lo lascio giudicare a te!" tra le mani di Dan comparve la catena
infernale e il ragazzo si lanciò addosso all'uomo.
"Quand'eri Ghost eri un avversario temibile... ma ora..." il Translord allungò una mano ed afferrò la catena, l'arma
mistica sparì dopo qualche secondo "La tua capacità di controllare il
fuoco infernale è così debole... non mi ci vuole niente ad assorbire il tuo
potere e usarlo contro di te!"
Deathwatch aprì il palmo contro Dan e una fiammata
avvolse il ragazzo, il cui corpo fu preda di un dolore talmente profondo da
laceragli l'anima.
"Miranda... torna in te! Abbandona il fianco di quell'uomo!" gridò
Quinn, mentre creava degli scudi di luce per proteggersi dagli attacchi della ragazza.
Miranda era immobile, fatta eccezione per una mano che si muoveva innanzi al
corpo lanciando una serie di raggi di luce. L'altra mano era ancora contratta
sul fianco "Io non posso..." disse con voce cantilenante "Grazie
a lui… io... ho di nuovo Timothy..."
Per un attimo, al fianco della ragazza, apparve il figlio, che le stringeva la
mano.
"Timothy... come ho potuto non capirlo prima... il bambino, era un
costrutto di energie mistiche... l'avevi creato tu... È tramite il suo ricordo
che Deathwatch ti sta manipolando..." Quinn
corse verso Miranda, zigzagando tra i raggi di luce.
La raggiunse e l'afferrò per le spalle scrollandola violentemente "Timothy
è morto Miranda!"
"N.., non è vero…" piagnucolò la ragazza.
"Capisco il tuo desiderio di averlo ancora con te, ma lui non c'è più! Il
bambino che vedi è un'illusione, ed è merito dei tuoi poteri, Deathwatch non centra niente! Devi farlo sparire, sennò non
riuscirai a liberarti del suo influsso!"
"Timothy è mio figlio... non rinuncio a lui!" gli occhi di Miranda
iniziarono a brillare.
"Questo non vuol dire rinunciare a lui! Fai vivere il tuo ricordo in te!
Come fai anche con Eli... l'uomo che ci ha cresciuto come fossimo figli
suoi!"
"Eli..." La luce negli occhi di Miranda si affievolì.
Quinn stava per dire qualcos'altro, ma le parole vennero interrotte da Deathwatch che gli afferrò la testa con la mano "Come
fossimo figli suoi…quanto sei stupido... non hai ancora capito che tu eri
veramente figlio di quel mortale?"
"Cosa?"
"Ogni generazione di Translord conta solo due
individui, un maschio e una femmina, che daranno vita alla generazione
successiva... tua madre ha però ceduto a quel mortale e dalla loro unione sei
nato tu."
"Eli... eri davvero mio padre..." una lacrima di commozione scivolò
dietro gli occhiali del ragazzo.
"È inutile commuoversi!" rise Deathwatch,
mentre la pioggia e il vento gli scompigliavano i capelli "Adesso stai per
morire... sarai anche un Translord imperfetto ma il
tuo potere mi sarà in ogni caso utile!"
Alzò il braccio, pronto a calarlo per trafiggere il petto del ragazzo, ma
Miranda gli saltò addosso bloccandolo.
"Cosa fai stupida?" Deathwatch gettò i due
in mezzo al fango. con una spinta.
"Quinn ha ragione... non ha senso continuare a tormentarmi… non voglio
permetterti di usare il ricordo di Timothy contro di me!" strillò la
ragazza, mentre la pioggia le ripuliva il volto.
"Adesso... anche tu sei inutile... "gli occhi di Deathwatch
brillarono di una luce assassina "Ma forse è meglio così... Uccidendovi e
ottenendo i vostri poteri, sarà molto più facile manipolare il Pozzo del
Destino!"
Blaze si affannava per sfuggire alla presa delle mani
di Steel-x: ognuna di esse aveva lunghi artigli acuminati che lanciavano una
scarica elettrica non appena lo toccavano.
L'uomo non aveva neanche il tempo di spararle contro, appena si fermava per
sollevare il fucile, gli artigli della cyborg calavano verso di lui,
obbligandolo a riporre l'arma e a fare un salto indietro.
"Da quello che ricordo..." Blaze cercò di
distrarre l'avversario con le parole "Hai sempre odiato dovere obbedire a
qualcuno!"
"Noi non obbediamo a Deathwatch! Stiamo solo
ripagando il nostro debito!" rispose la testa che era di Steel Vengeance
"E inoltre Deathwatch ci aiuterà a vendicarci di
colui che noi odiamo!"
"Colui che noi... non starai mica parlando di Centurios?"
Blade sorrise "Nel caso che tu non lo sapessi…
Il tuo attuale capo ha lavorato proprio per Centurios
qualche tempo fa!"
"Cosa..." la notizia lasciò interdetta la donna, che si bloccò per un
attimo.
Blaze approfittò di quell'attimo di distrazione,
pianto il fucile contro il petto della donna e premette il grilletto.
L'esplosione che ne conseguì, mandò in frantumi il corpo di Steel-x. Le teste
delle due donne, ancora vive e dotate di coscienza, rotolarono sino ai resti delle
loro moto.
Deathwatch stava per colpire Quinn e Miranda, quando
alle sue spalle comparve il Patriarca: teneva per un braccio il corpo privo di
sensi del Custode.
"Ottimo tempismo..." commentò il Translord
"Il Pozzo del Destino è stato rintracciato" e con un cenno della
testa indico Clara, ancora a terra, con il corpo contratto da spasmi e gli
occhi lucenti spalancati "Il tempo di sistemare un piccolo conto in
sospeso..."
"Prendi pure tutto il tempo che vuoi..." mormorò il Patriarca, poi
portò un pugno in avanti e travolse il Translord con
una scarica di energia "Tanto, ora che il Pozzo del Destino è stato
trovato, non ho più bisogno di te!"
Il caduto si avvicinò a Clara "Non sono una persona che si lascia
manipolare... se mi sono assoggettato ai Translord è
stato solo per trovare il Pozzo del Destino... e ora che l’ho tra le mie mani,
non ho più bisogno di nessuno!"
Il Patriarca tese una mano verso la donna, ma un ululato risuonò nell'aria e
giungendo di corsa Cody si frappose tra i due.
"Non toccherai la mia amica con quelle tue sporche mani." ringhiò il
mannaro.
Il Patriarca lo guardò indispettito "E un cucciolo come te, da solo,
vorrebbe creare problemi ad una creatura millenaria come me? Se non fossi così
patetico, riderei!"
"Cody non è solo!" Miranda e Quinn, saltarono sul Patriarca,
bloccandogli ognuno un braccio.
"Sarete pure dei Translord, ma il vostro potere
non è ancora abbastanza sviluppato da fronteggiarmi!" gli occhi del
Patriarca si accesero, un violento vento si alzò, sbattendo via i tre.
"Tutto così facile..." Il Patriarca tornò a rivolgere la sua
attenzione a Clara. Si stava per muovere, quando sentì un intenso dolore al
petto, calò lo sguardo e vide la mano di Deathwatch
spuntare in mezzo al suo torace, cercò di dire qualcosa, ma sentì mancare il
fiato.
Il Translord alle sue spalle aveva un'espressione
spietata dipinta sul volto "Non perdono il tradimento... Questa è la tua
fine Patriarca... avresti potuto cambiare il tuo destino, ma a quanto pare non
ne sei stato capace."
Le energie del caduto vennero assorbite dal Translord
e del corpo del Patriarca non rimasero che dei resti avvizziti che ricaddero a
terra, frantumandosi al contatto con il terreno.
"No... lui... dovevo ucciderlo... io..." Il Custode aprì gli occhi
giusto in tempo per vedere la scena, poi perse i sensi di nuovo.
Ranter tese la mano in avanti e dalle sue dita
fuoriuscirono delle spire di luce che tentarono di avvolgere Badilino.
"Mi prendi per un pivellino?" Michael rilasciò il fuoco infernale e
distrusse le spire, anche quell'attacco del caduto non sembra essere diretto a
ferirlo.
Sotto il suo cappuccio, sembrò che il mago oscuro sorridesse "Non è mai
stato nelle mie intenzioni ucciderti, Spirito della Vendetta..." lancio
dei cerchi di fuoco contro l'uomo.
"Cosa vorresti dire?" esclamò Michael schivando l'attacco.
"Il mio compito... è stato condurre gli eventi!" Ranter
si sollevò in aria "Ho liberato il Patriarca dalla sua prigionia, l'ho
aiutato a corrompere il Sangue per dare vita ai nuovi Caduti, ho manipolato i
miei sedicenti compagni di squadra affinché cedessero e passassero dalla parte
dei Translord... In modo che il Pozzo del Destino
tornasse a rivelarsi."
Badilino lo guardò confuso, con la pioggia che
sbatteva violentemente contro il viso "Cosa vorresti dire?"
"Il tempo dei giochi è finito... rimanere ancora qui sarebbe pericoloso
per la mia integrità... e oltretutto devo fare rapporto al mio capo..." e
così dicendo Ranter sparì nel nulla, lasciando
Michael con un palmo di naso e la sensazione che di qualunque cosa stesse
parlando il Caduto, sarebbe stato qualcosa che avrebbe pesantemente influito
sugli eventi futuri.
"Fermo lì, Deathwatch!"
Il Translord si voltò e trovo Dan Ketch a fissarlo
con colmi di rabbia.
"Ne ho le scatole piene di gente che mi interrompe." Ringhiò l'uomo
"Non ti è bastata la lezione di prima?".
"Questa volta non mi farò sconfiggere! È il momento di ripagare tutte le
vite che hai spento!" tra le mani del ragazzo iniziarono a formarsi gli
anelli della catena infernale.
La catena si allungò fino a terra, e poi continuò ad espandersi sul terreno.
Quando poi giunse ai piedi di Deathwatch, l'estremità
si drizzò d'improvviso, come fosse stato un serpente e cominciò ad avvolgere il
corpo del Translord.
L'uomo si trovò presto legato fino alle spalle, ma gli bastò gonfiare i muscoli
per farla sparire; poi si gettò contro Dan, con la mano tesa, pronto a
colpirlo.
"Fermò li!" gridò Blaze,
la sua pistola, insieme ai pugni di Badilino erano
puntati contro il Translord.
L'uomo si fermò: non avrebbe potuto mai e poi mai assorbire tre attacchi
contemporaneamente.
"Sembra che io sia spacciato…" Deathwatch
sorrise, poi allargò le braccia.
La terra iniziò a tremare e grosse crepe si andarono ad aprire lungo tutta
l'isola: gli alberi appassirono, i fiumi si prosciugarono, in pochi secondi le
terre del Sangue tornarono una distesa secca e brulla.
Il corpo di Deathwatch brillò di energia "Ho
recuperato il potere che avevo dato a quest'isola..." una scossa fece
crollare il castello dei Translord alle loro spalle
"Anzi, ho preso anche quel poco di energia che aveva di suo, per questo
penso che tra poco sprofonderà negli abissi."
In contemporanea i tre Spiriti della Vendetta lanciarono il loro attacco, ma Deathwatch fu agilissimo ad evitarlo, schivando da basso e
scivolando verso Clara.
"Adesso il potere del Pozzo del Destino sarà mio... e nessuno me lo
impedirà!" gridò alzando il pugno contro la donna.
Un lampo illuminò il cielo. Alla luce proveniente dall'alto se ne aggiunse
un'altra, verde, proveniente da terra.
La mano di Deathwatch aveva attraversato il corpo di
Clara, solo che le membra della donna erano diventate intangibili e pulsavano
di un chiarore verde.
Sotto gli occhi stupefatti dei presenti, Clara divenne pura luce e si sollevò
in aria, dove si riformò nelle sue sembianze umane.
"Clara! Cosa succede?" urlò Blaze.
"Io sono Clara..." parlò con una voce che non era sua, era roca e
maschile "Ma sono anche il Pozzo del Destino... e sono anche un Translord."
"Che stai dicendo?" ringhiò Deathwatch.
"Io sono l'ultimo Translord che custodì il Pozzo
del Destino... Ridotto a fin di vita da Zarathos,
sono stato costretto a distruggere il pozzo per evitare che il demone
sfruttasse il potere dell'Armatura Infernale. Mi sono gettato all'interno del
pozzo distruggendo il mio corpo. Così il Pozzo del Destino è imploso, ma nello
stesso momento ha cercato di preservarsi, inglobando una parte di se... La mia
coscienza è stata così fusa con una parte del pozzo e la restante energia del
crocevia mistico ci ha fatto rinascere sotto questa nuova forma... Ogni ricordo
passato è stato cancellato dalla mia mente... fino ad oggi..."
"È... tutto... assurdo.." commentò Michael.
"Sei un Translord! Sei come me! Allora mi
capisci! Io sono qui per ottenere il potere di riscrivere il destino, il potere
del Pozzo del Destino! Dammelo! Deve essere mio!" Deathwatch
parlava con occhi spiritati, sembrava fuori di sé, camminava in avanti con lo
sguardo fisso verso l'alto, fu così che non si accorse di un'ampia crepa nel
terreno, mise un piede in fallo e vi cadde dentro.
L'isola tremò un'altra volta e la crepa si richiuse di scatto.
"Il Pozzo del Destino... è estremamente pericoloso... l'ho sempre
saputo... la coscienza di un fato già scritto, indebolisce gli uomini e fa
dimenticare loro il libero arbitrio... Il Sangue, i Caduti, i Translord, hanno abbandonato la responsabilità delle loro
azioni e gli scopi delle loro vite sulle spalle di entità superiori..." la
voce risuonò nelle orecchie dei tre Spiriti della Vendetta, sovrastando lo
scroscio della pioggia e ai boati della terra che andava spaccandosi.
"Clara? Sei ancora... li?" chiese confuso Blaze.
"La coscienza di Clara è dentro di me Jonathan Blaze...Ma
non per molto... Tra poco scomparirà, assieme alla mia, non appena la parte di
noi che è il Pozzo del Destino avrà preso il sopravvento... A quel punto
l'energia residua del pozzo verrà liberata ed ingoierà ogni cosa nel raggio
dell'isola."
"Vuoi dire… che il pozzo destino ci distruggerà tutti?" sbottò Dan.
"Il Pozzo del Destino vi permetterà di affrontare il vostro destino."
"E cosa vorrebbe dire?" fece Badilino.
"Tra poco lo scoprirete... Ormai l'energia sta per essere rilasciata... Blaze, quella parte di me che è Clara vuol dirti che ti
ringrazia per tutto ciò che hai fatto per lei..."
"No aspetta!" ma prima che Blaze potesse
dire altro, il simulacro con le sembianze di Clara esplose in un'onda di
energia verde, avvolgendo l'intera isola.
Quando si diradò, sull'isola non vi era più anima viva, il temporale continuava
con maggior furia e il terremoto proseguiva la sua opera distruttrice.
Nel giro di pochi minuti, le terre del Sangue sprofondarono nelle acque.
Epilogo.
Ranter galleggiava a mezz'aria sopra il mare, ad un
centinaio di chilometri di distanza dal punto in cui, fino a qualche ora prima,
sorgevano le terre del Sangue.
Sotto di lui l'acqua si increspò in una serie di cerchi concentrici. Al centro
di essi, apparvero i lineamenti confusi di un volto immerso nel buio.
"Ho completato la mia missione" fece con tono ossequioso il mago
oscuro "Il Pozzo del Destino non esiste più e quindi non rappresenta più
una minaccia. Adesso posso tornare al mio ruolo originale."
Dal centro delle acque volò fuori un piccolo fagotto che finì tra le mani di Ranter.
Il mago lo aprì e vide che conteneva l'elmo di un armatura.
"Prima" fece una voce nella sua testa "hai un'altra missione da
compiere..."
Proxima:
Spiriti della Vendetta 12
Dispersi
Risucchiati dal Pozzo del Destino, Dan, Michael e John vengono condotti nei
luoghi e nei momenti dove il loro destino deve compiersi!
#12 - Dispersi
Il Pozzo del Destino ti porta,
dove il tuo destino dovrà compiersi.
Ma il destino è un gioco sottile, anche un semplice, breve incontro, potrebbe
segnare il percorso.
Parte
1- Blaze Of Glory
Blaze si tolse la maglia e la legò attorno alla
nuca, per proteggersi dall'intenso calore del sole.
Erano ore che camminava per quelle lande desolate, aveva abbandonato la giacca
di pelle, nella cui morsa sembrava soffocare, e adesso, a petto nudo, lasciava
che la schiena si scottasse sotto i raggi del sole.
D'un tratto la sua attenzione fu attirata dal nitrire di un cavallo.
Si voltò e vide due uomini galoppare verso di lui.
La notte scese rapidamente, accompagnata da un freddo gelido e tagliente.
Quella era la seconda notte che passava all'aperto da quando il Pozzo del
Destino l'aveva lasciato in mezzo al nulla.
Stavolta, poteva però trarre giovamento dal caldo del falò accesso dai suoi due
interlocutori.
Appena li aveva visti, aveva capito di essere finito parecchio lontano da casa:
si trovava al cospetto di due cowboy originali del vecchio west; il Pozzo del
Destino l'aveva spedito alla fine del diciannovesimo secolo.
Preferiva non pensare a come sarebbe potuto tornare a casa, concentrandosi
sulla conversazione "Figlia del Sindaco?"
"Si, è stata rapita, due giorni fa..." Spiegò Kid
Due pistole, il pistolero con una maschera calata sugli occhi "Sembra che
il colpevole sia Il Cavaliere Fantasma... un uomo mascherato che negli ultimi
tempi si è fatto notare soprattutto in New Mexico. Arthur è venuto fin qui in
Arizona, per cercarlo, proprio dal New Mexico... " indicò l'altro uomo,
che stava in disparte e che rispose con un grugnito.
"Sembra proprio un film di Cowboy..." Commentò tra se Blaze.
Kid lo guardò stranito, poi proseguì "I rapitori
hanno chiesto un riscatto, che svuoterebbe le casse della città. Abbiamo tempo
fino a domani per trovarli, altrimenti uccideranno la ragazza."
La fatica cominciò presto a farsi sentire, e Blaze e Kid si misero a dormire, mentre Arthur rimaneva sveglio a
fare la guardia.
Prima di cadere addormentato, Blaze lanciò
un'occhiata all'uomo: aveva il volto segnato dal tempo, folti baffi bianchi e
due occhi azzurri che puntavano severi l'orizzonte.
"Vuoi il cambio?" gli chiese.
"Non ho sonno... di solito dormo pochissimo..." Rispose Arthur
rompendo il silenzio che ostentava da quando aveva incontrato Blaze e che lo avevano portato a pensare che fosse muto.
"Ha paura che il Cavaliere Fantasma ci attacchi di notte?"
"Gli uomini hanno paura di tutto quello che non conoscono..." Da come
lo disse, non sembrava una risposta alla domanda di John.
"Hai una famiglia in New Mexico?"
"L'avevo... poi ho perso tutto... per colpa del Cavaliere
Fantasma..."
"Li ha… uccisi?"
"Peggio..."
"Lo cerca per vendetta?"
"Vendetta... la mia vita sembra segnata da questa parola... ma a volte mi
chiedo cosa voglia dire veramente... Forse la vendetta è solo un'ossessione che
ci lega alle cose passate non credi?"
John pensò per un attimo a Roxanne e ai suoi figli, pensò
al dolore per averli perduti, pensò al suo stato d'animo, fino a qualche tempo
prima.
"O forse solo un modo per mantenere vivo il ricordo delle cose
perdute..." Proseguì Arthur.
"Anche io ho perso i miei cari... ed ho cercato di vendicarli…."
"E dopo la vendetta cosa ti è rimasto?"
"Niente..." Mormorò John.
"Buona notte..." Arthur si allontanò dal falò, lasciando John solo
coi suoi pensieri.
La mattina dopo, si alzarono ai primi raggi del sole.
Blaze prese posto sul cavallo bianco di Kid e assieme galopparono al fianco di Arthur, che guidava
uno stallone nero.
Si stavano dirigendo verso la valle in cui pareva nascondersi la banda del
Cavaliere Fantasma.
"Mi spiace costringerti a venire con noi, ma non abbiamo proprio il tempo
di accompagnarti fino in città..." Si scusò Kid.
"Fa niente, tanto non ho nulla di urgente da fare." Rispose Blaze "Piuttosto... che tipo è questo Cavaliere
Fantasma?"
"Io non l'ho mai visto, ma quelli che l'hanno incontrato, lo descrivono
come un uomo con una maschera a forma di teschio avvolta dalle fiamme, che
cavalca un enorme cavallo dai cui zoccoli sprizzano fiamme e scintille..."
Spiegò Kid "Ma sono probabilmente tutte
fantasie."
John annuì, ma nella sua testa l'idea di un teschio avvolto dalle fiamme si
associava a Ghost, o, ancor peggio, a Zarathos.
Cavalcarono tutta la giornata, mentre la valle si faceva sempre più vicina.
Giunsero con i cavalli sul ciglio della vallata: sotto di loro potevano vedere
una costruzione di legno contro la parete di roccia.
"È quella..." indicò Kid.
"Aspettiamo che cali la notte." Disse Arthur.
"Stanotte potrebbe essere troppo tardi..." mormorò Kid.
"Ma ora sarebbe troppo facile individuarci." Gli fece notare John
"Rischieremmo di mettere in pericolo la vita della ragazza."
Kid si morse il labbro "D'accordo...
aspettiamo..."
Si alternarono di vedetta, a controllare quello che succedeva nella capanna,
fino al tramonto.
Un piccolo spicchio di luna calante comparve nel cielo.
"È il momento di muoverci..." esclamò Arthur "Sai usare il
fucile che porti con te, ragazzo?" chiese a Blaze.
"Diciamo che me la cavo..."
"Perfetto. Voi due andate dall'altra parte del Canyon e scendete alle
spalle della casa. Io li prenderò frontalmente... "
Kid e John saltarono sul cavallo e galopparono nella
direzione indicata, ma prima che fossero giunti sentirono degli spari risuonare
nell'aria.
"Che diavolo..." si voltarono e videro nel buio della vallata,
risplendere qualcosa.
"È il Cavaliere Fantasma!" gridò Kid e fece
tornare il cavallo sui suoi passi.
Galopparono così veloce che John dovette stringersi alla vita di Kid per non cadere da cavallo.
Quando giunsero nei pressi della vallata videro la casetta in fiamme, ma
soprattutto videro il Cavaliere Fantasma.
Il suo destriero era un cavallo nero come la notte, con gli occhi rossi e la
criniera avvolta dalle fiamme, i suoi zoccoli di rame lasciavano impronte di
carbone sulla terra.
Quello che dicevano di lui era vero: la sua testa era un teschio fiammeggiante.
Indossava un completo nero, con stivali di pelle che arrivavano fino al
ginocchio e gli speroni erano fiammeggianti: tra le braccia teneva una ragazza
priva di sensi.
"È la figlia del Sindaco! Allora è stato veramente lui!" esclamò Kid partendo al galoppo, sparando con le pistole.
Mentre il Cavaliere Fantasma evitava i suoi colpi, un altro sparo risuonò nella
valle.
Kid cadde da cavallo, con una ferita nel braccio,
inflitta da un uomo che stava uscendo dalla casa in fiamma bestemmiando contro
di loro.
L'uomo fu rapidamente fatto fuori da un colpo di Kid
"Blaze! Prendi Il Cavaliere Fantasma! Non
pensare a me!"
In effetti, il Cavaliere Fantasma aveva iniziato a galoppare allontanandosi.
John afferrò le redini e spinse il cavallo all'inseguimento.
Tenendosi con una sola mano, afferrò il fucile e lo tese in avanti, sparando
una raffica di fuoco infernale che si alzò come un muro fiammeggiante di fronte
al Cavaliere Fantasma.
Ma, come se niente fosse, il suo cavallo nero si limitò a spiccare un balzo ed
oltrepassarlo.
Imprecando a denti stretti, John fece estinguere il fuoco e continuò
l'inseguimento, che stava proseguendo sul ciglio del Canyon.
Guardandolo da vicino, John non aveva dubbi, quel cavaliere assomigliava
dannatamente a Ghost...
Davanti a loro si profilava un ampio crepaccio.
"Perfetto! È con le spalle al muro....dovrà fermarsi se non vorrà cadere
nel vuoto!"
Il cavallo invece proseguì tranquillo la sua corsa, semplicemente, giunto sul
ciglio del crepaccio, il Cavaliere Fantasma si limitò a lanciare un poderoso
urlo e il cavallo saltò nel vuoto, proseguendo la sua corsa nel cielo.
"In… credibile..." mormorò John guardandolo sparire nella notte.
John tornò sconsolato indietro, dispiaciuto di dover dare a Kid la brutta notizia di aver perso il ricercato.
Trovò il ragazzo accanto alla casetta, ridotto ormai a un cumulo di macerie,
accanto a lui c'erano tre uomini legati, Arthur e, cosa inaspettata, la figlia
del Sindaco che dormiva su un telo.
"Cosa mi sono perso?" chiese John.
"A quanto pare il Cavaliere Fantasma non c'entra." Spiegò Kid "Questi tre hanno compiuto il rapimento
fregiandosi del suo nome..."
"Ma io... l'ho visto andare via con la ragazza..."
"L'ho incrociato io... mentre la abbandonava non lontano da qui..."
spiegò Arthur.
"Beh, il tuo aiuto è stato indispensabile, anche se non hai partecipato
all'azione!" Kid diede una pacca sulle spalle ad
Arthur "Peccato, mi sarebbe piaciuto un giorno poter raccontare di aver
combattuto fianco a fianco con Arthur Kale, la furia
messicana."
John strabuzzò gli occhi "Arthur... Kale... ma
non è che sei tu il..."
Il corpo di John si illuminò e sparì, lasciando con un palmo di naso i
presenti.
Parte
2- Under the Fire
Le sirene risuonarono nelle orecchie di Dan.
Il ragazzo corse, spingendo al massimo le proprie gambe, tenendo gli occhi
fissi verso il cielo: stormi d'aerei fendevano la notte della capitale inglese,
sovrastando le case in fiamme e fendendo le nubi di fumo.
Uno degli aerei sganciò una bomba, che finì per schiantarsi a qualche
chilometro di distanza dal luogo dove si trovava Dan, distruggendo un palazzo.
L'onda d'urto trascinò il ragazzo a terra, ai piedi di una parete che tremava
pericolosamente.
Dan ebbe il tempo di alzare lo sguardo e vedere il muro crollargli addosso,
quando fu trascinato via attraverso la strada.
Riaprì gli occhi e vide sovrastarlo un ragazzo con il volto sporco di
fuliggine, che gli disse sorridendo "Non è il momento migliore per fare
una passeggiata..."
"Me ne sono accorto… senti, so che è una domanda che può sembrare strana,
ma mi puoi dire la data d'oggi?" chiese Dan.
"Per essere strana è strana..." il ragazzo si grattò la testa "È
il dieci Settembre millenovecentoquaranta..."
Dan deglutì: era finito sessant'anni indietro nel tempo e se le sue nozioni di
storia non lo ingannavano si trovava nel bel mezzo della seconda guerra
mondiale.
"Non sei inglese vero? Dal tuo accento azzarderei che sei americano come
me." L'uomo gli tese una mano aiutandolo ad alzarsi.
"Si... mi chiamo Daniel… Dan per gli amici."
"Piacere Daniel, io sono Mark Todd." Si incamminarono con rapidi
passi per la strada "C'è un piccolo rifugio antiaereo qui vicino... saremo
senza dubbio più sicuri lì."
"Che cosa fai a Londra, Mark?" gli chiese Dan mentre entravano nel
rifugio.
"Beh, sarei un giornalista..." Rispose l'uomo chiudendo la porta alle
sue spalle.
"E di norma i giornalisti vanno in giro sotto i bombardamenti?" fece
scettico Dan mentre si guardava intorno.
"Diciamo che cerco di dare una mano anche aldilà del mio ruolo..."
Mark si avvicinò ad un tavolo con su una rudimentale radio.
"Non è pericoloso?" Dan gli si sedette a fianco.
"Senza dubbio." Mark iniziò a trafficare con le manopole del congegno
"Ma pensare che io sia l'unico che rischi la vita in questo conflitto è
quanto meno semplicistico... Se rischiando la vita, so di poterne salvare
un'altra, sono ben felice di farlo..."
"I tuoi cari saranno in pensiero..." Mentre lo diceva Dan pensò ai
suoi di cari, che non sentiva da giorni, a Stacy e
Jack, e a sua madre, ancora in coma in un letto d'ospedale.
"La mia ragazza mi manda un sacco di lettere. Mi dice di stare attento..."
sorrise tra se e se "Dice che quando tornerò dovremo assolutamente avere
dei bambini... Ah, scusa... sto sparlando..."
"Figurati..." Dan osservò con un po' d'invidia nel cuore l'uomo:
nonostante la situazione difficile in cui si trovava, non si faceva problemi a
progettare un futuro radioso, lui invece sembrava essersi ormai precluso ogni
possibilità di raggiungere la felicità...
"Aspetta... sto ricevendo qualcosa..." Mark trafficò ansioso con le
manopole e premette una levetta: dagli altoparlanti fuoriuscì forte e chiara
una voce che parlava in una lingua sconosciuta a Dan.
Ma Mark sembrava capirla bene, il suo volto assunse un'espressione preoccupata
"Cazzo..."
"Cosa ha detto?" chiese Dan alla fine della comunicazione.
"Erano i tedeschi..." Mark si alzò di scatto e parlò mentre
raccoglieva le sue cose in uno Zaino "Ho intercettato una loro
comunicazione.. Hanno scoperto dov'è Churchill..."
"Churchill?"
"Si. La controffensiva inglese può andare avanti perché nella loro opera
d'attacco i tedeschi stanno bersagliando solo il centro di Londra, mentre
Churchill ha arretrato tutti gli impianti aerei e i rifornimenti verso nord...
Quindi gli attacchi non stanno distruggendo nulla di vitale. Ma qualcuno ha
parlato. Ha comunicato ai tedeschi dov'è Churchill e stanno preparando un
attacco diretto. Sembra che un aereo decollerà da un casolare abbandonato in
campagna e punteranno direttamente verso il centro nevralgico dell'esercito
inglese... Se ci riescono, le sorti della guerra saranno decise." Uscì di
corsa dal Bunker e tirò un sidecar fuori dal garage "Partirà tra un'ora...
non posso perdere tempo..."
Dan si posizionò sul sidecar "Ti accompagno... avrai bisogno di
aiuto."
Mark assunse un'espressione interdetta, presto sostituita da un sorriso
"Grazie."
Sfrecciarono per le strade di Londra a tutta velocità e in poco più di
mezz'ora furono fuori dalla città, diretti verso la campagna.
Dan teneva la mappa aperta e grida alle orecchie di Mark la direzione più
rapida.
Erano giunti nei pressi del casolare, quando, da dietro dei covoni di fieno
saltarono fuori quattro soldati tedeschi armati di fucile, che gli spararono
contro.
"Ci penso io!" gridò Dan sollevandosi in piedi: nelle sue mani
apparve la catena infernale e la roteò intercettando la traiettoria dei
proiettili.
"Niente male quel giocattolino!" urlò Mark, ma intanto un proiettile
colpì la ruota del sidecar, che iniziò sbandare pericolosamente "Cazzo!
Saltiamo giù!"
Dan e Mark saltarono a terra, mentre il sidecar si andava a schiantare contro
una staccionata.
I soldati iniziarono a corrergli contro.
"Mettiti al riparo." Intimò Mark a Dan alzandosi in piedi.
Il corpo del giornalista fu avvolto da una fiammata.
I soldati gli spararono addosso ma i proiettili furono sciolti nel fuoco.
Quando le fiamme si diradarono al posto di Mark vi era una figura vestita di
rosso, con due ossa incrociate dipinte sul petto ed un teschio fiammeggiante
"Attenti a voi, dannati tedeschi! La furia di Blazing
Skull calerà implacabile sulla vostra anima!"
Con una rapida mossa fu addosso ai soldati e con dei pugni rapidi e precisi li
mise fuorigioco.
Dan si alzò in piedi, osservandolo stupido "No…ble
Kale?"
La creatura si voltò verso di lui "Come fai a conoscermi mortale?"
allungò una mano verso Dan "In effetti... c'è in te qualcosa di stranamente
familiare..."
"Ma… Mark... come fa..."
"Il corpo che mi ospita, non il mio discendente diretto di questa
generazione... tuttavia quando Mark Todd ha incontrato la razza segreta degli
Uomini Teschio, loro hanno purificato il suo corpo con il loro potere,
rendendolo adatto a trasformarsi nello Spirito della Vendetta... " spiegò Blazing Skull.
Dan avrebbe voluto chiedere mille cose a Blazing Skull, ma prima che potesse aprire bocca dal casolare uscì
fuori un aeroplano.
"Stanno partendo all'attacco!" gridò Blazing
Skull.
Dan e l'uomo iniziarono a correre verso l'aeroplano che stava iniziando a
prendere velocità nella rudimentale pista costruita nei campi.
Erano a qualche metro di distanza, quando il mezzo cominciò a sollevarsi in
aria.
Con un balzo, Blazing Skull,
riuscì ad attaccarsi ad una delle ruote e seguì l'aereo nel cielo.
Dan rimase a terra, ad osservare con il fiato in gola le Evoluzioni di Blazing Skull.
L'aereo piroettò nel cielo, tornando sulla sua traiettoria e alla fine andò a
schiantarsi contro il casolare.
Frammenti di legno si alzarono in cielo, tra fiamme, fumo e vapore.
Dan si mise a correre, temendo per l'incolumità di Mark, quando il suo corpo
iniziò a brillare di una luce verde.
"No... non ora..." gridò "Io... devo aiutarlo..."
Ma senza poter fare niente, sparì nel nulla, trascinato dal potere del Pozzo
del Destino.
Parte
3. Looking Trough The Flame
Michael strizzò gli occhi, infastidito per il
puzzo che gli penetrava nel naso.
Si tirò fuori da cassonetto dove si era risvegliato e subito si guardò intorno
stupito.
Il panorama che lo circondava non assomigliava a nulla che avesse mai visto:
palazzi altissimi pieni di luci, mezzi volanti che sfrecciavano nel cielo,
schermi che galleggiavano a mezz'aria.
"Sono finito sul set di Blade Runner..."
mormorò tra se e se l'uomo.
Si muoveva in mezzo a delle carcasse d'auto e montagne di rifiuti: qua e là
poteva vedere dei barboni riuniti attorno a dei falò; attorno ai loro piedi si
muovevano piccoli eserciti di topi.
D'un tratto un boato risuonò nell'aria.
Dalla cima di una montagnola di rifiuti saltò giù un uomo, che teneva stretta
al petto una valigia.
L'uomo atterrò a qualche passo di distanza da Michael, rotolando per terra, poi
si drizzò in piedi e si mise a correre: dalle sue labbra usciva incessantemente
una sola parola: "Aiuto!".
La montagna di rifiuti esplose qualche secondo dopo, costringendo Michael ad
abbassarsi per evitare i detriti.
Davanti a lui saettò una motocicletta, pilotata da una figura vestite di nero,
il cranio era una superficie lucida avvolta da un alone fiammeggiante.
La moto corse a fianco dell'uomo e il pilota allungò un braccio, afferrandolo
per la cintura.
"No lasciami! Lasciami!" gridava l'uomo.
"Avresti dovuto pensarci prima infiltrarti nei computer di Latveria..." ringhiò la creatura fermando la moto e
sollevando l'uomo.
La mano libera si trasformò, prendendo la forma di una sega elettrica.
"Ehi! Fermo! Non vorrai mica ammazzarlo!" gridò Badilino
correndogli incontro.
La creatura si voltò: il suo volto era simile ad un teschio e nelle sue vacue
orbite brillavano due occhietti rossi "E perché non dovrei farlo? Perché
me lo ordina un fantoccio di carne come te?"
"Chi diavolo ti credi di essere?" ringhiò Michael a denti stretti.
"Io sono Ghost Rider. E so anche chi sei tu. Un piantagrane che mi
diletterò a togliere di mezzo!" Ghost gettò via l'uomo che aveva in mano e
si gettò contro Michael tendendo la sega elettrica.
Michael si gettò a terra, lasciando che l'arma colpisse l'asfalto
conficcandovisi dentro.
Mentre Ghost lottava per estrarla fuori, Michael si pose alle sue spalle e gli
scaricò una raffica di fuoco infernale contro la schiena.
Con suo gran stupore, non ebbe alcun effetto.
"Sento un pizzicorino..." ridacchiò Ghost voltandosi.
"Ma... perché il fuoco infernale non gli ha fatto niente?" si chiese
Michael.
"Perché il fuoco infernale non può ferire una creatura che non è fatta di
carne..."
La voce giunse alle sue spalle: una ragazza dai capelli neri, in parte coperti
da una bandana, con indosso un paio di jeans neri e un top del medesimo colore
che lasciava al vento l'ombelico, stava fluttuando a qualche centimetro da
terra.
"E tu chi saresti?" chiese l'uomo.
"Prima di parlare, riportiamo la calma..." la ragazza portò una mano
avanti e un raggio travolse Ghost, che dopo qualche secondo si trovò
imprigionato in una gabbia di luce "Perfetto. Mi presento straniero... il
mio nome è Strange."
"Strange? Ecco perché quel medaglione che porti al collo mi è
familiare." Disse indicando l'occhio di Agamotto
al collo della ragazza.
"Tu non appartieni a questo mondo. Ti ho sentito giungere qui... e
qualcosa mi ha attirato qui a Detroit..." si avvicinò a Michael e gli
poggiò una mano sul petto "Sento un potere dentro di te che mi
attira..."
Poco lontano, l'uomo inseguito da Ghost, aveva aperto la valigia e stava
trafficando con il computer che conteneva.
"Razzo! Razzo! Io non ci volevo neanche entrare in questa storia! Me ne
frego dei soldi che mi dovevano dare... non so neanche cosa siano questi dati
che ho preso... gli manderò tutto via mail, e poi sparisco dalla
circolazione... e chi razzo se ne frega!" d'un tratto il monitor si accese
di un verde brillante e iniziò a ribollire.
"Ma... che... razzo..." Il monitor esplose e l'energia verde avvolse
il corpo, mentre urlava di dolore.
Michael e Strange si voltarono e videro il corpo dell'uomo sussultare, mentre
la sua pelle veniva lacerata e la sua carne si tingeva di tutte le sfumature
del verde, rilasciando un calore tale da sciogliere la plastica del computer
che aveva accanto.
Il suo volto si allungò e deformò, mentre i suoi occhi divenivano bianchi e
vacui e i suoi denti si allungavano e appuntivano.
"Io... vivo..." esclamò l'essere appena formatosi "Necrotek vive! Pensavo che avrei passato tutta l'eternità
nell'anfratto del cyberspazio in cui mi aveva rinchiuso Destino... e invece c'è
stato qualcuno di così stupido da rilasciare i codici per la mia liberazione...
Adesso porterò a termine la mia vendetta, contro Von Doom
e quell'odioso bambino con l'occhio di Agamotto!"
notò solo allora Strange. "Tu... hai... un occhio di Agamotto!
Lo voglio! Deve essere mio!"
Necrotek si lanciò contro Strange, la quale portò le
mani avanti creando una barriera invisibile.
La creatura vi si spiaccicò contro come una torta su un muro, colando a terra e
infiltrandosi nel terreno.
"Pensi che un trucchetto così stupido possa mettermi fuori gioco?"
tentacoli verdi fuori uscirono dalla terra sotto i piedi della ragazza,
avvolgendola.
Michael le si fiondò addosso, affondando le mani nell'inconsistente sostanza di
Necrotek e rilasciando una scarica di fuoco
infernale.
La creatura si ritirò con un grido, ma anche Strange aveva in qualche modo
subito danni dal fuoco e perse i sensi tra le braccia di Michael.
"Dannato mortale!" ringhiò Necrotek
"Me la pagherai! Assorbirò il tuo corpo e ti ucciderò e ti... agh.."
La sega elettrica di Ghost entrò nella schiena di Nekrotek,
spuntando poi fuori dal suo addome.
"Sbaglio o tu eri la mia preda?" esclamò Ghost, sollevando la
creatura e gettandolo contro un muro.
Mentre Ghost lottava contro Nekrotek, Michael si mise
da parte con Strange.
"Ehi, ragazza... mi senti? Su, riprenditi?" parlava dandogli degli
schiaffetti sulla guancia, senza però che Strange si risvegliasse.
Il corpo della ragazza aveva invece cominciato a brillare.
Un guaito scomposto attirò invece la sua attenzione.
Ghost era a terra e il corpo di Nekrotek si stava
allungando avvolgendolo.
"Un corpo così ricco di potenzialità... così ricco di dati... collegato ad
un archivio enorme... si, lo voglio!"
Ghost si stava opponendo, ma sembrava in procinto di crollare.
Michael gli corse incontro e gli sparò contro una raffica di fuoco infernale.
Necrotek gridò di dolore, tuttavia non arretrò.
Ghost smise di dibattersi, mentre il suo corpo iniziava a cambiare colore.
"Oh cazzo... se prende possesso del suo corpo, sono fottuto!"
bestemmiò Michael rincarando la dose di fuoco infernale.
D'un tratto una luce brillò alle sue spalle.
Lingue di fuoco saettarono dietro di lui, unendosi al suo attacco e andando ad
avvolgere Nekroteck.
Il grido di dolore divenne più acuto, la creatura si distaccò dal corpo di
Ghost e venne sollevata in aria.
Il fuoco infernale si insinuò nel suo corpo, fino a quando non ne rimase che
cenere.
Michael si voltò.
Dove un attimo prima c'era Strange, adesso c'era una figura con un'armatura
bianca, il cui volto era un teschio avvolto da un’intensa fiamma, che portava
un lungo mantello fiammeggiante.
"Ma tu sei..."
"Tu mi conosci Michael Badilino... Io sono Noble
Kale, colui che era conosciuto nella tua epoca come
Ghost Rider..."
"Ma quindi... Strange..."
"La ragazza è l'ultima discendente della famiglia dei Kale...
ma non è a conoscenza del suo retaggio. Io ho smesso di manifestarmi nel mondo
mortale dopo che le multinazionali iniziarono la caccia spietata che portò la
fine dell'era degli eroi. Lo feci per non fare correre rischio ai miei
discendenti. Tuttavia, oggi, il fuoco infernale mi ha richiamato in questo
mondo... per quella che sarà l'ultima volta... "
"Ma allora... tu hai visto il futuro... sai quello che succederà? Abbiamo
combattuto contro i Translord, magari puoi dirmi
cosa..."
"Il futuro è uno tra tanti... Cambia in ogni momento così come cambia il
destino degli uomini" Rispose laconico Noble Kale
"Ti dico solo Michael Badilino, di prepararvi a
una catastrofe..."
"Catastrofe? "
"Sarà una catastrofe... per alcuni sarà come la fine del mondo,
ma..."
Prima che Noble potesse completare la frase, Michael vide tutto sparire davanti
ai suoi occhi e si strappato da una forza che lo trascinò via.
nel
prossimo numero:
Spiriti della Vendetta 13
Interludio
Mentre John, Dan e Michael sono impegnati nelle Transwar,
cosa combinano i nostri amati comprimari? Un numero speciale incentrato su Stacy, Jack, Lo Spaventapasseri, Suicidio, Threnody e tutto il cast di contorno della serie!
NOTE DI CARLO
Eccoci arrivati alla terza Ultimate Edition di Spiriti della
Vendetta, come al solito è compilata da me e come al solito ho lasciato
sostanzialmente intatte le note originali di Xel con
qualche adattamento. Lascio, quindi, la parola a lui
NOTE DELL’AUTORE
Eccoci ad una nuova saga x gli spiriti: questa storia ci allontanerà per un po'
dalle atmosfere Horror dei primi 7 numeri spingendoci in un clima più
"fantasy"...
Scopo principale di questa saga è spiegare cosa sia un Translord...
e al riguardo vi avverto: mi sono inventato TUTTO... C'erano troppe poche
tracce lasciate nella gestione di Mackie... ho
cercato di risolverle collegandole ad altre trame, come quella relativa ai
membri del circo Quentin, ma sopratutto quella del
medaglione del potere (che, per inciso, tra un po' diventerà probabilmente la
trama portante della serie...) Scusate per il risultato pietoso di parte di
questa sequenza di episodi, speravo risultasse meglio, ma alcuni punti sono
venuti fuori troppo frettolosi... la storia dove entrare subito nel vivo e
invece alla fin fine non è successo niente... ho anche tagliato lo scontro tra Blaze e Custode e Troll, essenzialmente perché non
ricordavo che poteri avessero questi due ^^,
Questo episodio doveva essere incentrato su Blaze, ma
alla fine è andato un po' in secondo piano, rispetto al racconto di Eli...
recupererò nel prox!
Ps a tutti i simpaticoni all'ascolto: Transwar NON racconterà della guerra all'ultimo sangue tra Platinette e Vladimir Luxuria! (mi prevengo dalle probabili battutacce!;P).
Le cose che potreste non sapere:
1) le proposte di matrimonio a Stacy da parte di Dan e Ski sono avvenuti in numeri inediti di Ghost Rider, e sempre in numeri inediti Jen ha cancellato dalla memoria di Stacy e della Signora Ketch il ricordo della doppia identità di Dan.
2) Riguardo a Timothy il figlio di Miranda, apparentemente morto su Ghost MITA 5 si è rivelato essere vivo in numeri inediti di Blaze, se vi chiedete perché non ne abbia parlato nei primi numeri, semplicemente me n'ero dimenticato ^^,
3) Mefisto ha perso le sue anime durante Inferno2 (rileggetevi in particolare il primo numero della mini e Thor#15) Embyrre è una caduta che però ha rinnegato le proprie origini, ed ha lottato al fianco degli spiriti di mezzanotte durante l'assedio delle tenebre, battaglia che è costata la vita a suo padre
4) Per quanto riguarda i Caduti, ricordo che alcuni di loro hanno fatto la loro prima apparizione nei primi numeri di questa serie: ho inventato sul momento la storia del "sangue che versa il sangue", spero di poter recuperare più avanti queste vicende per spiegare meglio come sono andati avanti: per ora accontentatevi di sapere che il Patriarca è stato liberato da Ranter e che ha convinto alcuni del Sangue ad unirsi a lui diventando Caduti uccidendo gli altri membri della razza.
5) Sempre riguardo ai Caduti (mi sembra di averlo già detto... ma x sicurezza ripeto) Metarchius, Patriarca, Ranter, Embyrre e Atrocità sono personaggi creati da Mackie, tutti gli altri li ho inventati io appositamente per questa fanfic.
6) Quanto a Embyrre e Atrocità, al termine dell'assedio delle tenebre sembravano essere morti, io ho voluto intendere che siano riusciti a sopravvivere
7) Snowblind è un ex galoppino di Deathwatch e Hellgate. L'ultima volta era stato visto su Ghost MUSA #76, unico sopravvissuto della schiera di Hellgate dopo il suicidio di Vendetta, dove veniva avvicinato da Blackheart
8) La Transwar è entrata nel vivo... il terzo racconto è stato veramente lungo per i miei standard e, nonostante alcuni punti di cui non sono particolarmente soddisfatto (troppi personaggi fanno la parte di "carne da cannone"), devo dire che ritengo abbia un buon ritmo... la sensazione di "crescendo" in vista del gran finale è ben percepibile...
9) Se l'accenno alla love story tra Atrocità e Xoc vi è sembrato vago, non stupitevi... negli albi originali si è detto ancora di meno!!! L'intera vicenda è stata accennata in meno due di vignette... (per la precisione nell'ultimo albo dell'assedio delle tenebre)
10) Il capitano Gerard Dolan, padre di Stacy, si è messo a raccogliere informazioni su Hellgate in numeri inediti di Ghost, arrivando a diventare l'informatore di Ghost riguardo le azioni del criminali, nascondendosi sotto la falsa identità di Gola Profonda (Deep Troath).
11) Steel Vengeance, dopo le apparizioni sui Ghost MITA è apparsa in degli episodi inediti di Blaze, dove faceva coppia con John e sembrava redimersi... vi sarete accorti che ho ritenuto che non fosse poi una redenzione molto sentita;
12) Quando Blaze dice che Deathwatch ha lavorato x Centurios, non è proprio esatto... Centurios si è limitato a far catturare Deathwatch da Steel Vengeance, per poi mandarlo contro Ghost, non vi è stato un vero proprio rapporto tra i due dunque.
13) Riguardo a Kid-Due-Pistole: è l'alias dell'avvocato Matt Hawk (Nato Matt Leibowicz) che agiva nel sud ovest degli Stati Uniti (Texas, Arizona, New Mexico) negli anni settanta del 1800. Nel 1973 ha incontrato i vendicatori e per un po' è stato spalla di Occhio di falco, per poi tornare nel suo tempo Si ritirò nel 1883, stabilendosi nel Montana col nome di Clay Harder, ma ritornò in attività, per breve tempo, nel 1885, unendosi al resto degli eroi western Marvel per l'ultima battaglia che vide la morte eroica di quasi tutti loro, compresa la sua. (Nella serie Blaze of Glory).
14) Blazing Skull è il reporter Mark Todd che nel 1937 si trovava in Cina per seguire la Guerra Cino-giapponese, che di lì a pochi anni sarebbe confluita nella 2° Guerra Mondiale, un incidente durante un attacco giapponese, lo fece finire in una caverna nascosta, dove incontrò una strana razza di "Uomini Teschio", che lo dotarono di superpoteri. Tornato in patria, Blazing Skull (che, appunto vuol dire "Teschio fiammeggiante") usò le sue capacità per combattere il crimine ed i soliti nazisti, in un'occasione ha incontrato faccia a faccia lo stesso Hitler. In Invaders Vol. 2 (Marvel Extra #8) lo abbiamo visto lottare al fianco degli Invasori, mentre su Midnight Sons Unlimited #9 (inedito in Italia) scopriamo che Blazing Skull è una delle tante incarnazioni di Ghost Rider/Noble Kale.
15) Strange 2099 e Ghost Rider 2099: provengono dal mai troppo rimpianto "futuro ufficiale" dell'universo Marvel. Della prima non si sa molto, ha brevemente incontrato l'Uomo Ragno del futuro durante la festa dei morti. Il secondo è invece Kenshiro "Zero" Cochrane, un Hacker ucciso mentre era collegato al cyber spazio. Il suo corpo è stato ricostruito da un collettivo di intelligenze artificiali noto come "Ghost Work" (non ricordo ora il nome italiano). Quando Destino è diventato regnante degli stati uniti, Ghost è entrato nello SHIELD come secondo del Punitore (ed è più o meno a quel punto che si colloca il viaggio di Michael nel 2099).
16) Nekrotek spunta da una storia di Destino 2099 pubblicata su X-Men 2099 4 (anche se in quel racconto non veniva esattamente rinchiuso nel cyberspazio... mi sono concesso una piccola licenza).
17) Vi starete chiedendo... cosa diavolo vuol dire questo episodio? Alla fin fine non succede niente a parte l'introduzione di altre due incarnazioni di Noble Kale in due linee temporali diverse e la risoluzione di due dubbi (come mai nel 2099 Noble Kale non si fosse incarnato in qualche suo discendente e il legame tra Blazing Skull e Ghost)... e il destino dei personaggi non sembra compiersi... in effetti ... è cosi!!!:P
E con questa UE si può dire che
finisce il primo ciclo di Spiriti: diamo all'addio ad un sacco di personaggi,
ad alcuni probabilmente per sempre, altri probabilmente prima o poi
ritorneranno, mentre qualcun'altro è GIÀ ritornato (se non ci credete date un
occhio a Power Pack, dove il buon Cody è pronto a nuove evoluzioni sotto la
penna dell'abile Valerio Pastore). Molte trame sono state risolte, anche se
alcuni punti sono rimasti all'oscuro (e dubito che verranno mai chiariti). Vi
rivelo un piccolo retroscena su questa saga: originalmente doveva essere
supportata da una sottotrama lunghissima ed entrare nel vivo solo nella parte
avanzata della serie e concludersi sul numero 25, poi sono saltati fuori
piccoli inconvenienti, come il fatto che quando ho pubblicato il #1 di spiriti
il personaggio di Ghost non era ancora utilizzabile liberamente, quindi ho
dovuto rimediare anticipando alcuni eventi. Ecco il perché alcuni personaggi
sono poco approfonditi: la loro introspezione sarebbe dovuta essere di sfondo
prima della saga, solo che non c'è ne stato il tempo materiale (anche se nella
mia mente, ad esempio, ogni Caduto ha la sua storia. Verdict
è la sorellastra di Embyrre, Beholder
è un rivale di Ranter, Silph
e Ignus sono gemelli... piccoli spunti che non
saranno mai approfonditi nella storia ;D)
Adesso gli Spiriti della Vendetta sono pronti a lanciarsi per nuove strade, che
li riporteranno alle ambientazioni metropolitane e Horror a loro più consone,
non senza deviare ogni tanto per lidi un po' più "alternativi" (ne
sarà esempio il prossimo numero).
Thanx a Carlo Monni
per buona parte delle info sui pg.
XEL AKA JOJI