The
Others presenta
BIG HERO SIX:
BABEL
di Michele "Mickey"
Miglionico
Introduzione
Questa è la raccolta del primo ciclo di “The Others” (come saprete, la serie
antologica che raccoglie le gesta di eroi non americani). In particolare, con l’aiuto
di Eriugena, ho ripescato i misconosciuti Big Hero Six, un gruppo giapponese
che conoscerete in queste pagine, perché l’unica miniserie a loro dedicata è
inedita in Italia. Buona lettura!
Capitolo primo
CLOVER – prima parte
con la collaborazione di Giovanni Scoto
"Eriugena"
Tokyo. Giri Darkwind
Plaza.
Questo imponente edificio, non molto lontano dal Palazzo Imperiale o dal noto Ginza
Nikko Hotel, è il quartier generale dell'unico team conosciuto di supereroi
giapponesi.
I Big Hero Six. (Ovviamente questo nome, in giapponese, suona diversamente).
E' sempre stato un gruppo abbastanza eterogeneo, spesso non troppo unito. I
suoi due membri più famosi in Occidente, ossia Sole Ardente e Silver Samurai,
spesso si sono fatti distrarre da questioni straniere, rendendo di fatto i Big
Hero Six un non-gruppo. Gli altri membri hanno cercato sempre di rinfoltire le
fila della formazione, ma invano. Il Giappone sembra privo di metaumani.
Qualcosa, però, è
cambiato, dopo la guerra interplanetaria contro Marte[1].
Il gruppo si è riunito solido, compatto sullo stesso fronte, con la difficile
missione di proteggere tutta la nazione dall'attacco alieno. Fortunatamente gli
assalti nemici si erano concentrati sulle città più densamente popolate del
pianeta, così da facilitare la difesa delle metropoli e delle capitali, che,
solitamente, ospitano il numero maggiore di supereroi (e criminali,
ovviamente).
Dopo quella drammatica esperienza, i Big Hero Six sono di nuovo insieme,
cercando di appianare divergenze, di risolvere contrasti e, soprattutto,
dimenticare il loro travagliato passato.
Il gruppo è paragovernativo e, adesso che si è ricostituito definitivamente, è
fisiologico che i suoi finanziatori tengano d'occhio i membri del gruppo, come
è già accaduto in passato.
Il giovane Seto Morita è stato recentemente incaricato di fare da tramite tra
il governo nipponico e i Big Hero Six. Un taxi lo sta portando al Plaza. E’
abbastanza teso: non ha mai avuto a che fare con metaumani, gli incutono un
certo timore; così, per allentare la tensione, bisbiglia tra sé, ripetendosi
ciò che sa sui membri del gruppo.
- Allora vediamo... Sole Ardente... vero nome, Shiro Yoshida... ex-membro
dei...
Il tassista, perplesso, guarda nello specchietto retrovisore per avere la
conferma che il suo cliente sta parlando da solo.
- Ehm... mi scusi, signore... - lo interrompe con relativa maleducazione - ...
posso chiederle se sta parlando dei Big Hero Six? - C'è un lampo di curiosità
nei suoi occhi.
- Sì, perché? Sarò l'intermediario tra il gruppo e il governo... - spiega con
fierezza - stavo giusto ricapitolando ciò che so su di loro...
- Davvero? Be’, è davvero interessante! Sono sempre stato un fan dei supereroi!
Non è che... le andrebbe di dire ad alta voce quello che sa?
Seto è alquanto spiazzato dalla schiettezza dell'autista, ma si lascia piegare
facilmente dalle lusinghe.
- Potrò parlarle solo di informazioni non riservate.
- Certo, si figuri!
- Allora, dicevo... il vero nome di Sole Ardente è Shiro Yoshida, è stato un
membro degli Alpha Flight, in Canada, e degli X-men, negli Stati Uniti... si
presume abbia ricevuto i suoi poteri mutanti in seguito all'esplosione atomica
di Hiroshima... sua madre ha subito gravi danni a causa di quel bombardamento.
- Continui...
- Ha il potere di ionizzare la materia a tal punto da trasformarla in plasma.
Non so se mi spiego.
- La fisica non è mai stata il mio forte.
- Oh, capisco. Passando ad altro... abbiamo Silver Samurai, al secolo Kenuichio
Harada. Un passato losco da dimenticare, sia per la sua famiglia, sia per le
organizzazioni criminali di cui ha fatto parte. E' un mutante che può generare
una forma di energia, probabilmente un campo tachionico, che può incanalare
nella sua spada con effetti deleteri. Manca molto?
- C'è molto traffico.
- Bene. Hiro Takachiho ha soli quattordici anni, ma ha già una delle
menti più geniali del pianeta. Non penso sia molto felice di questa situazione,
dovrò appurarlo. E' lui che si occupa degli aspetti più tecnologici del gruppo.
Sua madre fu rapita da Everwraith[2]
– e non spiega all’autista di chi si tratta, per non inquietarlo. - Invece
Baymax è la misteriosa creatura che gli fa da guardia del corpo. E' un mutaforma che
assume l'aspetto di un drago, ma pare sia un essere di origine sintetica.
- E le ragazze? Che mi dice delle ragazze? - incalza il conducente del taxi,
visibilmente più interessato.
- Non posso rivelarle i loro veri nomi. Posso solo dirle che Honey Lemon
dispone di una tecnologia fenomenale, di cui ignoriamo ancora l’origine, e che
GoGo Tomago, gridando il suo stesso nome di battaglia, trasforma il suo corpo
in una sfera esplosiva di energia, che può proiettarla a immense velocità.
Quant'è la corsa?
- 3000 Yen. E' stato davvero un piacere, signore.
Un minuto dopo, nella Sala Riunioni del quartier generale.
Tutti i membri dei Big Hero Six sono riuniti intorno ad una tavola rotonda.
- Finalmente è arrivato, signor Morita - rimprovera Sole Ardente.
- Scusate il ritardo, il traffico è infernale.
- Capisco. Stavamo parlando della nostra missione - dice, riprendendo a
rivolgersi ai suoi colleghi - Una cosa è certa: questa nazione ha bisogno di un
gruppo come il nostro - fa notare, durante la prima riunione post-guerra del
team, Shiro Yoshida, con un'aria da leader che infastidisce il cugino Kenuichio
Harada; il ruolo è sempre stato combattuto tra i due, soprattutto perché Sole
Ardente è fortemente caldeggiato dai giovani membri Hiro e Honey Lemon, che
vedono in lui un modello.
- Devo concordare con te, Shiro - interviene risoluto Silver Samurai - senza di
noi, il Giappone sarebbe caduto in mano ai nemici, snobbato come al solito
dagli ambienti supereroici occidentali.
- Ti ricordo che gli X-men hanno combattuto più volte per la salvezza di questo
impero, e non solo loro.
- Non cercare di difendere gli occidentali, Shiro. Anche se, misteriosamente,
ti sei affezionato alla loro cultura, non dimenticare quello che hanno fatto a
tua madre e a te… o come ti ha trattato in Canada il Dipartimento H.
Sole Ardente è già sul piede di guerra, ma la disincantata GoGo Tomago tronca
la discussione sul nascere.
- Smettetela! Siamo qui per decidere del futuro del gruppo, non per rinvangare
questioni vecchie di secoli!
La ragazza ha tutti i motivi per spingere i suoi colleghi a questo
atteggiamento: lei stessa fa di tutto per dimenticare il suo passato di
galeotta, precedente al suo ingresso nel gruppo.
- Brava, Itsuki... qui stiamo per intossicarci di testosterone - commenta la
bionda Honey Lemon, per pochi intimi Kana Shirai.
Il giovane Hiro Takachiho contempla estasiato la ragazza che ama da anni,
mentre a sua volta subisce lo sguardo tenero, paterno del suo protettore
Baymax.
Sole Ardente si rischiara la gola, portando il pugno alla bocca, e riprende a
parlare.
- Ehm... dicevo, spero che tutti voi siate decisi a rendere più attivo che mai
questo gruppo. Anche se questa città non brilla certo per una nutrita presenza
di super-criminali, come New York, ci sono molti problemi, a Tokyo e non solo,
che potremmo contribuire a risolvere. Su alcuni, come il diffuso suicidio
giovanile, non abbiamo purtroppo alcun potere – conclude, con particolare
enfasi.
- Certo - risponde il giovane e geniale Hiro - ma da oggi, più che mai,
dobbiamo combattere la criminalità organizzata e tutte le altre piaghe dei
nostri compatrioti. Del resto, il senpai Harada dovrebbe tornarci molto
utile su questo versante, visti i suoi trascorsi negli ambienti criminali.
- Cosa vuoi insinuare, ragazzino? - bofonchia il samurai d'argento.
- Che tuo padre è stato un boss del crimine, se le mie informazioni non sono
errate, e che tu stesso hai agito contro la legalità, quindi...
- Ora basta!! - interrompe platealmente Shiro, ionizzando l'aria intorno a sé
in plasma, quasi accecando i suoi colleghi - La parola d'ordine non era
"Tagliamo i ponti col passato"!?
- Credo sia meglio aggiornare la riunione - osa suggerire il timido Seto, le
cui parole si rivelano provvidenziali. Un minuto dopo, ogni membro del gruppo è
nella sua stanza privata, disteso su di un letto, a riflettere sull'impegno che
si sta prendendo. Riusciranno ad essere un vero gruppo, una volta per tutte?
Qualche giorno dopo.
Le giornate sono passate così, all'insegna di investigazioni, ricerche,
documentazioni sui problemi del Giappone. Gli eroi vogliono essere pronti ad
affrontare - e, possibilmente, risolvere - le piaghe della loro società. E
stanno mettendo a punto un piano d’azione che renda efficace il loro
intervento.
E' un pomeriggio come tanti altri, quando risuona un allarme: c'è una
comunicazione dalle alte sfere della corporazione. C'è finalmente (?) bisogno
dei Big Hero Six.
E' Sole Ardente a ricevere la chiamata, quasi in privato, per poi comunicarla
ai suoi colleghi. Ormai tutti loro si sono permanentemente trasferiti nel
Plaza, ricominciando ad affrontare un'esistenza comunitaria, anche se
difficoltosa, a tratti.
- Cosa succede, Shiro?
- C'è qualcosa, per le strade della città, che sta facendo enormi danni!
- Di che genere è?
- Nessuno lo ha capito... dovremo verificarlo sulla nostra pelle.
- Ok, andiamo! - grida con convinzione Hiro.
- No, tu rimani qui, potrebbe essere pericoloso! - lo "spegne" Sole
Ardente.
- Ma...
- Niente storie, non possiamo rischiare la tua incolumità contro una minaccia
ignota!
Il ragazzino abbassa lo sguardo, con falsa rassegnazione.
Cinque componenti della squadra salpano a bordo del loro nuovo velivolo
personale, mutuato dai tripodi alieni e opportunamente migliorato dal genio
tecnologico di Hiro, e planano verso il luogo del disastro, nel cuore della
città.
Tokyo è sempre la stessa grande, caotica metropoli. La città più grossa della
nazione, con milioni di abitanti che vanno a formare un inquietante alveare
umano, illuminata da psichedelici neon, costellata di grattacieli e invasa
dalle auto. Un bizzarro incrocio tra New York e Las Vegas, ma con una sua
precisa ed affascinante personalità. E i suoi eroi vogliono fare di tutto per
salvaguardare il centro di una civiltà che, in fondo, adorano.
Pochi minuti e i Big Hero Six sono a destinazione. Tutti sono in silenzio: è
una delle prime missioni del gruppo, dopo gli ultimi avvenimenti. Un silenzio
interrotto da bizzarre esclamazioni di sconforto.
Dinanzi ai loro occhi si presenta uno scenario apocalittico: ci sono stati vari
tamponamenti tra macchine ormai accavallate l'una sull'altra; molte persone
sono state investite, altre corrono per le strade urlando in preda al panico; i
soccorsi faticano a farsi strada e sembrano insolitamente inefficienti.
- Cosa diavolo è successo qui?! - riesce solo a chiedersi una spaventata Kana.
- Non lo so, ma dobbiamo individuare la fonte di questo macello - sentenzia
Sole Ardente, facendo cenno ai suoi colleghi di scendere dal velivolo, che
sarebbe rimasto sospeso sulle loro teste, una volta a terra.
Concittadini sconvolti passano accanto a loro, completamente indifferenti alla
loro presenza. I componenti del gruppo si guardano intorno, invano, senza
comprendere le cause della follia generale. Per un attimo tutti hanno un
capogiro e poi, improvvisamente, il leader dei Big Hero Six vede tra la folla
una figura molto familiare: una donna su di una sedia a rotelle. Shiro non può
non riconoscerla.
"Mamma!?" pensa sconvolto. Infatti sua madre è morta molti anni fa.
Ancora tremante, le corre incontro, per assicurarsi di non aver avuto un
abbaglio, e si inginocchia ai suoi piedi.
- Mamma... ma... che ci fai qui? - chiede retoricamente, dopo aver avuto la
conferma che sia lei. Ma la donna non sembra essere intenzionata a rispondere,
fissandolo con sguardo altero.
- Shiro, che diavolo fai?! - lo riprende il Samurai, sconcertato nel vedere suo
cugino genuflesso, a contemplare il vuoto. Anche lui, però, viene attratto da
qualcosa. Un inquietante ruggito. Si volta lentamente, solo per ritrovarsi di
fronte ad un grosso drago, tipicamente giapponese: una densa nuvola di fumo lo
circonda, dal suo muso spuntano lunghi baffi e il suo corpo è sinuoso come
quello di un serpente, nonostante le sue zampe siano tipiche dei volatili.
- Tu... sei tu che stai terrorizzando la città!! - grida, caricando la sua
spada e fendendo un colpo letale alla creatura, il quale, però, sembra andare a
vuoto.
- Cosa succede, GoGo? - chiede Honey Lemon alla sua compagna di squadra.
- Non lo so... quei due parlano al vento!!!
A qualche metro di distanza, qualcuno atterra tra le strade di Tokyo, con la
discrezione possibile in una situazione del genere. E' un esoscheletro volante
che ha permesso ad un ragazzino molto speciale di arrivare qui.
"Non avreste dovuto escludermi così dalla battaglia" pensa il giovane
Takachiho, avvicinandosi al centro del disastro, guardingo per non farsi
scoprire dagli altri componenti del team. Ma una sconvolgente visione
del passato lo ferma.
Everwraith sta maltrattando davanti ai suoi occhi sua madre.
- Baymax!!! - grida come un ossesso - Aiuto!! Sta uccidendo la mamma! - urla,
in preda all'irrazionalità.
Stranamente, anche la sua mostruosa guardia del corpo è vittima della stessa
allucinazione. Come mai?
Fatto sta che il dragonesco amico di Hiro, udita la richiesta d'aiuto, ignora
ciò che vedono i suoi occhi e balza in direzione del ragazzo, una volta
individuata la fonte delle grida.
- Via di qui! - gli urla all'orecchio, prendendolo in braccio e portandolo
lontano.
Cinquanta metri più in là...
- Cosa facevi qui?! Ti avevamo detto di...
- Avete bisogno di aiuto!
- E pensi di poter essere d'aiuto, in questo marasma!?
- Sì! Baymax, ciò che abbiamo visto... - spiega, fermandosi per un momento -
... è frutto di un’allucinazione! Hai avuto anche tu un capogiro, lì vicino?
- Sì, ma...
- Ecco! Per un secondo, ho visto un ragazzo accovacciato, al centro della
folla... nessuno lo nota, ma sembra spaventato... penso sia lui la causa di
tutto! E non ha poteri mentali, credimi!
- Ci credo, sei tu il genio qui! Cosa dovremmo fare allora?
- Lascia fare a me, tu tieni tutti a bada!
Intanto, i miraggi continuano a terrorizzare la popolazione e i suoi
protettori.
Sole Ardente sta piangendo a causa del silenzio di sua madre. Non lo capisce.
A smuoverlo, è la visione di un aereo americano che sta sganciando qualcosa
sopra di loro.
- No! Ancora... vogliono farti del male!! - dice a voce alta e rancorosa. Così
spicca il volo verso la bomba che sta cadendo sulle loro teste. In pochi
secondi la sua altitudine aumenta vertiginosamente, fino a raggiungere
l'immaginario ordigno atomico cadente, sfogando tutti i suoi pirotecnici poteri
nell'insano tentativo di disinnescarla (sarebbe stato come buttare benzina sul
fuoco, se la minaccia fosse stata concreta). Tutto l'isolato viene illuminato a
giorno dalla furia di Shiro, scosso dal ricordo dell'olocausto di mezzo secolo
fa. Fortunatamente, lontano dall'epicentro allucinatorio, pian piano Sole
Ardente (che, mai come oggi si rivela degno di questo nome) si sta rendendo
conto di quello che succede. "Ma...?"
Baymax raggiunge gli altri per cercare di farli ragionare, ma sia Silver
Samurai che le due ragazze lo scambiano per un minaccioso drago delle leggende.
- A morte! - gridano in coro. Convinti che Baymax sia la causa del dramma
generale, lo attaccano con violenza.
- No! Fermi! - invoca invano la creatura artificiale.
Nel frattempo, Hiro
entra a tutta velocità in una farmacia.
- Prego? - gli chiede con aria distratta la farmacista, allarmata per il caos
che sta imperversando fuori dal suo negozio.
Per risposta, Hiro le sbatte sotto il naso il tesserino di riconoscimento come
membro dei Big Hero Six.
- Signora, presto! Scusi se salto i convenevoli... - si giustifica il ragazzo,
avvezzo alle tradizionali rigide regole della mentalità nipponica nelle
relazioni col prossimo, specialmente in presenza di un adulto - E' una
questione d'emergenza: mi dia un secchio pieno d'acqua... e tutti i deodoranti
antitraspiranti che ha!
Qualche isolato più in là, la battaglia infuria. Nonostante la sua forza
disumana, Baymax è messo in difficoltà dai suoi stessi compagni. Kana sfoggia
la sua cultura in fatto di arti marziali, per non parlare del suo Power
Purse, il fantascientifico apparecchio che le permette di evocare infiniti gadgets.
Silver Samurai ha rischiato di ferirlo più volte con la sua spada, caricata dal
suo potere mutante. E GoGo Tomago l'ha ripetutamente colpito a super-velocità,
invocando ogni volta il suo stesso nome.
Quando farà la sua mossa decisiva Hiro!? Baymax non ce la farà per molto.
Armato di un secchio
d'acqua e di tutto il coraggio di cui dispone, Hiro corre all'impazzata verso i
suoi compagni. Vede lo scontro che sta avendo luogo, e socchiude gli occhi per
sottrarre alla propria vista quell'assurda violenza ed ogni altra eventuale
allucinazione. Non si fermerà neanche se dovesse sentire la sua stessa madre
invocare il suo aiuto.
"Dove sei, bastardo?!" pensa, cercando il ragazzo che ritiene
responsabile di tutto. Finalmente lo vede: è ancora lì, rannicchiato,
piangente, con le mani sulla testa. Non si accorgerà mai di Hiro.
"Meglio così" valuta, rovesciandogli addosso tutto il contenuto del
recipiente. Il ragazzo si scrolla spaventato, mentre, nel giro di pochi
secondi, le allucinazioni scompaiono e le vittime tornano alla realtà. I
commenti sono univoci per tutti.
"Ma cosa...?"
Sole Ardente scende in picchiata, atterrando accanto al suo collega più
giovane.
- Hiro! Che ci fai qui? Cos'è successo? - domanda, mentre il resto del gruppo,
ancora confuso e dolorante, si raduna intorno a lui.
- Questo povero ragazzo è un mutante. Il suo corpo emana dei ferormoni
allucinogeni in un'area limitata intorno a sé, e non sembra in grado di
controllarlo. O, almeno, questa è l'ipotesi più probabile.
- E come... hai fermato tutto questo?
- L'ho inzuppato di deodorante antitraspirante. Non avrà effetto per molto,
perciò sarà meglio portarlo via... con noi.
Intanto il ragazzo borbotta qualcosa, e Shiro si china per parlargli.
- Come ti chiami?
- Io... sono Keiji... ero prigioniero insieme ad altri mutanti... i Clover...
all'istituto Babel...
- Cosa? Mutanti prigionieri? Chi sono i Clover?
- E’ la classificazione... grande Shiro, anche tua sorella è con...
Il mutante sviene prima di poter proferire le ultime, decisive parole.
Evidentemente la sovrapproduzione di tanti ferormoni lo ha privato di ogni
energia.
- No! No! - urla Sole Ardente, infiammandosi e volando via. Cosa sa quell'uomo
riguardo sua sorella... la sorella che era scomparsa in circostanze mai
chiarite? E' ancora viva? Il risveglio del mutante non avverrà mai troppo
presto, per Shiro. Deve indagare con ogni mezzo possibile su questo... istituto
Babel.
Istituto Babel. Nel
sottosuolo dell'isola di Hokkaido.
Le strutture
sotterranee di questa società segreta sono fornitissime e verosimilmente
illimitate. In una delle stanze più nascoste, due dirigenti dell'organizzazione
stanno commentando i recenti avvenimenti di Tokyo.
- Era fisiologico che, prima o poi, qualcuno dei Clover[3]
riuscisse a fuggire. Nemmeno noi possiamo contenerli tutti, con la varietà dei
loro poteri. Sono state anche troppo poche le falle nella nostra sicurezza.
- Il problema maggiore è che il fuggitivo era classificato come Trifoglio: un
elemento alquanto prezioso, quindi.
- Senza contare l'intervento delle marionette della Giri Corporation, tra le
poche a esserci sfuggite.
- Nessuna novità nell'operazione di inglobamento della corporazione?
- Purtroppo no... è il governo che la finanzia, e il governo non vuole
ulteriori rogne. Ha bisogno di una facciata rispettabile, dicono.
- Un vero peccato. Ciò avrebbe accelerato il Progetto per il Perfezionamento
dell'Uomo. C'è un Quadrifoglio, tra di loro, dopotutto.
- Non abbiamo bisogno di accelerare. Nonostante l'ultimo, recente avvistamento
degli Dei Spaziali nell'orbita del pianeta[4],
la Quinta Schiera è ben lungi dal dover essere riunita. Per allora, saremo
pronti per essere giudicati.
Note
Parlando dei Big Hero 6, mi sono ispirato abbastanza alla cultura dei manga,
per forza di cose. Per esempio, per la trama dei Clover, ho preso spunto
dall'omonima serie del gruppo di mangaka detto CLAMP, anche se adatterò
il concetto di base all'universo Marvel, prendendo quindi vie diverse, come
avrete potuto dedurre. Mi sono anche ispirato vagamente a Neon Genesis
Evangelion, ma molto meno di quanto si possa pensare…
Capitolo secondo
CLOVER – seconda parte
con la collaborazione di Giovanni Scoto
"Eriugena"
Tokyo. Giri Darkwind Plaza.
L'infermeria del quartier generale dei Big Hero Six ha un nuovo ospite. E'
stato preso in custodia dal gruppo dopo il caos che ha provocato nelle strade
della città e, da allora, non ha parlato granché, perché gli mancano le forze,
ha bisogno di riposo. Ai medici della Giri ha rivelato di chiamarsi Keiji Sei e
ha indicato loro la sostanza capace di inibire il suo potere mutante, dopodiché
ha nuovamente perso conoscenza.
Shiro Yoshida (in arte Sole Ardente) sta osservando il giovane mutante
dall'esterno del trasparente baldacchino che lo ricopre (atto a impedire la
fuga dei suoi ferormoni allucinogeni). Aspetta trepidante che si risvegli per
scoprire ciò che gli è stato solo accennato: il destino della sua scomparsa
sorella. Ma Keiji sembra intenzionato a dormire ancora a lungo e anche i medici
gli consigliano di andare a riposare, verrà chiamato quando il paziente sarà in
grado di parlare.
Così Shiro torna nel suo alloggio all'interno del palazzo. Da quando il gruppo
è gestito da Seto Morita, il collegamento con il governo, ai suoi membri è
stato velatamente imposto di coabitare. E, nella sua stanza, l'eroe contempla
dalla vetrata la maestosità di Tokyo.
Qualcuno bussa alla porta, interrompendo le sue riflessioni.
- Avanti - proferisce, senza neanche pensarci tanto.
- Yoshida-san, sono io... posso entrare? - chiede timidamente la bionda Kana
Shirai, conosciuta come Honey Lemon. E' incredibile quanto i ragazzi nipponici
si facciano influenzare dalla cultura occidentale, arrivando anche a tingersi i
capelli di colori innaturali.
- Vieni pure, Shirai-kun - dice, senza neanche girarsi.
Honey Lemon deglutisce vedendolo: è a torso nudo, mani dietro la schiena, di
spalle a lei; sullo sfondo, l'affascinante paesaggio urbano.
- Volevo sapere se va tutto bene... l'ho vista alquanto malinconica - dice,
avvicinandoglisi.
- Hai visto bene. E' solo che ho mille pensieri per la testa. Sto solo
aspettando che quel ragazzo si svegli.
- Certo... noi tutti vogliamo saperne di più su ciò di cui parlava.
"Ma perché non si gira a guardarmi?" si chiede la ragazza, mentre il
suo interlocutore continua a rimanere muto, incantato. "Ha bisogno di
essere scosso", conclude. Così gli si avvicina e lo abbraccia, riuscendo
nell'intento di farlo sciogliere. Volta solo la testa verso di lei, confuso.
- Non stia così - gli dice, dandogli un bacio sulla spalla. Shiro si stacca da
lei e si gira, sul punto di chiedere spiegazioni, ma la ragazza continua,
rimettendogli le mani sulle spalle e annullando sempre più la distanza tra i
loro volti.
- Qualsiasi sia il problema, ci solo molti modi per risolverlo o dimenticarlo -
continua, finché lo bacia.
Nella mente di Sole Ardente si scatenano mille considerazioni, sulla
correttezza di un atto del genere. Ma Honey Lemon ha ragione: ha bisogno di
distrarsi, di sfogare le sue frustrazioni; e se Kana è disponibile ad aiutarlo,
accetterà il suo sostegno.
"Da quanto tempo è lì?" si chiede Hiro Takachiho, il più giovane del
gruppo. Stava andando da Honey Lemon per parlarle, ma l'aveva vista dirigersi
verso la camera di Sole Ardente, per poi entrarvi. E' rimasto ad aspettare che uscisse,
ma sono passati più di cinque minuti. Con discrezione, la curiosità lo spinge
ad avvicinarsi alla porta ed appoggiare l'orecchio. Sente dei sospiri che, pur
non particolarmente plateali, non lasciano molto spazio all'immaginazione.
Il pugno di Hiro si serra violentemente. Perché è costretto a subire tutto
questo? Maledice la sua età, per ciò che gli comporta. Addirittura gli avevano
impedito di partecipare all'ultima missione, durante la quale, poi, il suo
genio si era rivelato fondamentale. E Kana... lo tratta come se fosse la sua
sorella maggiore, ignorando gli effetti che esercita su un adolescente in piena
tempesta ormonale.
"Evidentemente preferisce gli uomini più grandi... e nessuno dei due si fa
scrupoli, pur conoscendo i miei sentimenti" pensa con rancore il
ragazzino, tornando nella sua camera mesto. Non ha voglia nemmeno di parlare
con Baymax.
- Cos'è successo, piccolo? - gli chiede la sua guardia del corpo.
- Non chiamarmi piccolo!!! - grida, mentre sbatte la porta dietro di sé.
"Cos'ho detto di male?"
- Chi è che gridava? - è la voce della schiva Itsuki Hashiba (nome in codice:
GoGo Tomago).
- Hiro... non so che gli è preso!
- E' in camera sua? Provo a parlarci...
- Ma io... - cerca di dire Baymax, ma è troppo tardi. Con tutta la sua
irruenza, Itsuki è entrata nella stanza.
- Cos'è successo, Hiro? - gli chiede, vedendolo buttato sul letto, con la
faccia premuta contro il cuscino.
- Niente, non preoccuparti - mugugna l'adolescente. La ragazza gli si siede
accanto. Ha intenzione di saldare i legami con gli altri componenti del gruppo,
è sempre stata troppo riservata e scontrosa; questo sarà un primo passo verso
il cambiamento.
Hiro reagisce positivamente alle sollecitazioni.
- E' che... non so se dovrei dirtelo, ma... Kana e Yoshida-san... bé, sono a
letto insieme.
- Cosa?! Assurdo... a cosa aspira
quella ragazza? Sfrutta la sua bellezza per conquistare le simpatie del gruppo
- pensa, quasi tra sé - e poi... sapendo quello che provi per lei... non ha
nessun ritegno...
- Ma lei è così... spontanea, solare... se ha avuto voglia di farlo e Sole
Ardente non si è tirato indietro...
- Certo che anche lui... con tutta la differenza d'età! Ma ne sei sicuro?
- Al 99%.
- Purtroppo, Hiro, queste sono le dinamiche di un gruppo - dice,
abbracciandolo.
Baymax, nella sua forma umanoide, adesso è seduto sul proprio letto.
"Perché Hiro ha accettato di confidarsi con Itsuki e non con me? Forse...
sì, è normale che gli adolescenti maturino un rapporto contrastato con i propri
genitori... o meglio, so che è così perché me l'hanno detto. Sono stato solo
programmato per essere la figura paterna che Hiro ha perso... forse dovrei
chiamare sua madre", si ripropone di fare.
Poco dopo.
Una comunicazione interna interrompe qualsiasi riflessione (o altro...)
stessero facendo i Big Hero Six.
"Si comunica che il paziente Sei ha ripreso conoscenza ed è in grado di
parlare con il gruppo".
Shiro si sta giusto rivestendo quando viene comunicata la
cosa.
- Oh! Devo affrettarmi! - dice a Kana, mentre infila un paio di pantaloni con
maggiore frenesia.
- Io vi raggiungo dopo, non sono presentabile adesso - risponde la ragazza con
un sorriso malizioso.
- Come vuoi - replica Sole Ardente, indossando un paio di scarpe - e... mi
raccomando, discrezione. Non far vedere a nessuno che sei uscita di qui.
- Agli ordini, Shiro - sussurra malinconicamente. Per lui è stata solo
uno sfogo episodico isolato? Non può chiederglielo neanche se lo volesse: è già
volato verso l'infermeria.
- Salve, Yoshido-san... è un onore parlare con lei.
- Si figuri, Sei. Può chiamarmi Shiro, se vuole. Allora... ci dica tutto quello
che sa. In particolare... su mia sorella.
- Come volete. L'Istituto Babel è un'organizzazione segreta che si dipana per
chilometri, nel sottosuolo del nostro impero. Ospita centinaia e centinaia di
mutanti... praticamente, tutti i mutanti del Giappone.
- Ma... com'è possibile? Nessuno ha notato la loro scomparsa?
- Shiro... com'è scomparsa tua sorella?
Sole Ardente fa mente locale. Perché quella domanda?
- Be’... io so che... si è uccisa. Non... aveva superato un esame.
Sono ricordi molto dolorosi da rievocare.
- Esattamente. Il suicidio giovanile è una piaga reale, drammatica della nostra
nazione. Ma alla Babel... alla Babel la sfruttano indegnamente, amplificando
falsamente il fenomeno. Una volta che hanno individuato giovani mutanti,
cercano di catturarli prima che manifestino i loro poteri; ne simulano il
suicidio, il più delle volte, o anche banali incidenti... in modo da poterli
gestire senza alcuna difficoltà.
Il sangue si gela nelle vene degli ascoltatori, ossia Sole Ardente e Seto
Morita. Gli altri hanno preferito lasciare Shiro da solo.
- No... non è possibile...
- Purtroppo è così. E' stato così per me... ed è stato così anche per Leya.
Sole Ardente non ha parole. E' vero che conosce sua sorella!
- Lei sta bene... tutto sommato. Il suo nome in codice è Pira Ardente, sai?
- Devo recuperarla - dice istintivamente Shiro - dimmi dov'è la Babel!
- La Babel? Dappertutto... sotto l'intero arcipelago.
- Sì, ma... tu da dove sei fuggito? E come?
- Alla maggior parte di noi viene innestato un sistema di inibizione del
fattore X - spiega, chinandosi fino a mostrare la nuca, cosicché tutti possano
vedere uno strano apparecchietto metallico impiantato all'altezza delle
vertebre cervicali.
- ... in modo da non creare fastidi - continua - ma stamane il mio è andato in
tilt. Il mio potere si è scatenato in tutta la sua potenza, creando un
pandemonio nella base. E ho approfittato della confusione per fuggire...
- Da dove sei uscito? - incalza il leader dei Big Hero Six.
- Io... ho molta confusione riguardo quei momenti. Ma da
quel che ho visto... risalendo in superficie sono sbucato in un negozio dal
centro. Un negozio di manga. Se riusciste a procurarvi la mappa... credo
che la scia di distruzione che ho lasciato alle mie spalle sia più indicativa
delle mie parole.
- Probabilmente. Andiamo subito ad informarci, dopodiché irromperemo alla
Babel.
- State attenti! Possono mandarvi contro tutti i mutanti della nazione!
- Ecco! Ho trovato! - dice Hiro, irrompendo in tutta fretta nell’infermeria.
- Cosa? – chiede Morita, confuso.
- Ho trovato il punto da cui è sbucato il nostro amico. E' proprio il manga-store
da cui mi rifornisco io!
- Tu l'hai... hai pensato prima di noi ciò a cui stavamo pensando solo
adesso...
- Non è colpa mia se mi ritenete ancora un ragazzino! – li rimprovera
velatamente.
- Hai ragione, abbiamo sottovalutato il tuo apporto nel team
– confessa Sole Ardente - ma l'ultima volta ci hai dimostrato che il tuo
cervello è in grado di operare dei grossi salti logici, quando ragiona,
arrivando a giuste conclusioni. Purtroppo nel nostro lavoro non serve solo la
forza bruta.
-
Allora andiamo? – replica Hiro.
Shiro sorride: il ragazzo non vede l’ora di entrare in azione e dimostrare
quanto vale.
- Sì, andiamo… o almeno lo spero – dice Hiro, guardando in direzione di Seto,
che ha l’autorità di mandarli in missione o meno.
Mentre si aspetta l'autorizzazione, gli altri sopraggiungono e restano a
parlare, incuriositi, con Keiji Sei. Il mutante è costretto a ripetere tutto
ciò che ha rivelato a Yoshida e Morita, ma i Big Hero Six gli spremono altre
informazioni.
- Ma... avete tutti dei nomi di battaglia? – chiede GoGo Tomago,
particolarmente sensibile su questo argomento, visto che il suo potere è legato
al suo alias eroico.
- Sì, più che altro nomi in codice identificativi – spiega - io sono... Mirage.
- Ah, Mirage... ho già sentito questo nome... – nota il Samurai, cercando di
ricordare qualcosa.
- Sì, non è particolarmente originale – ammette il portatore del nome di
battaglia.
- Ma... perché tutto questo? Tenervi prigionieri...
- C'è in ballo qualcosa di grosso. Fondamentalmente, credo che nelle alte sfere
dell'organizzazione siano convinti che l'Homo Sapiens Superior sia
davvero il prossimo gradino dell'evoluzione umana.
- Ehi, per una volta che non vogliono sterminarci... - commenta Sole Ardente.
- Già. Per questo penso che stiano studiando le innumerevoli manifestazioni dei
geni mutanti, per estinguere l'Homo Sapiens Sapiens nel modo più...
utile.
- Ossia, vogliono renderci tutti mutanti, cercando di non farci avere poteri
inutili o dannosi? - conclude genialmente il giovane Hiro.
- Più o meno credo sia così. Ma penso che la questione sia molto più
complessa...
In un’altra stanza, Seto Morita è in videoconferenza con i suoi superiori e con
colleghi dei servizi segreti giapponesi. Ha dovuto convocare questo briefing
per decidere la fattibilità di uno scontro con l’Istituto Babel.
- I tizi della Babel sono ossi duri. Per quello che ne sappiamo… il loro grado
di discrezione è massimo, le informazioni trapelano da quel posto con un
contagocce… è un’organizzazione potentissima – rivela sinceramente il
rappresentante dei servizi segreti.
- Questa potrebbe essere l’occasione giusta per portarla allo scoperto –
interviene un ministro – l’esistenza della Babel ha pregiudicato qualsiasi
programma governativo concernente i mutanti e/o i metaumani, ponendoci un
gradino più in basso dell’ONU, degli Stati Uniti, della Russia, del Canada, della
Cina e presto dell’Europa. Le risorse dell’Istituto potrebbero rivelarsi vitali
per il nostro governo.
- Allora manderò i Big Hero Six in missione – conclude Seto Morita.
Il governativo torna in infermeria, mentre i Big Hero Six stanno ancora facendo
un terzo grado al povero mutante fuggitivo.
- Ragazzi… lasciate riposare il nostro ospite. Dovete partire alla volta della
Babel, adesso.
- Agli ordini – risponde, con tono ambiguo, Shiro.
- Adesso andiamo… a presto, Mirage!
Il
giovane mutante saluta i Big Hero Six, sperando che non cadano anch'essi nelle
mani della Babel.
Seto Morita è dubbioso.
"Ho autorizzato la missione, ma se questo Istituto Babel è potente anche
solo la metà di quello che ho sentito... né i Big Hero Six né il nostro governo
potranno intaccarlo”.
Nuovamente a bordo del proprio mezzo volante, il gruppo sorvola molti isolati
in pochi minuti, finendo per atterrare sul tetto dell'edificio incriminato.
- Mi raccomando, una certa discrezione - consiglia Sole Ardente.
- Non voglio certo far chiudere bottega al mio negozio preferito! - confessa
Hiro.
Un calcio netto di Baymax apre di forza la porta che conduce al tetto, in modo
che gli eroi possano scendere con facilità fino al piano terra.
- Meno male che dovevamo essere discreti – commenta sarcastica la giovane
Itsuki.
La rampa di scale sembra non finire mai, tutti rimangono in silenzio, finché
non si giunge ad un vicolo cieco.
- Sarà da qui che è uscito Mirage? - si chiede Honey Lemon, leggendo il cartello
sull'unica porta che si para dinanzi a loro occhi: "Vietato l'ingresso.
Pericolo".
- E' evidente di sì... Baymax? - dice eloquentemente Hiro. Il dragone sintetico
apre con facilità la porta, nonostante si riveli molto più spessa e rinforzata
di quando apparisse.
Un'altra rampa di scale si appresta ad essere scesa.
- Fate attenzione - bisbiglia Kenuicho Harada, guardingo come solo i samurai
sanno esserlo.
Superato l'ultimo gradino, un oscuro corridoio che porta ad un grande portale
d'acciaio.
- L'abbiamo trovato al primo tentativo - nota sollevata GoGo Tomago, prima di
fermarsi e intimare agli altri di farlo.
- Cosa... - cerca di chiedere Honey Lemon, ma la sua collega è già in azione.
- GoGo... Tomago!!! - urla con tutta la sua forza. Così è in grado di caricarsi
di energia cinetica e partire come un razzo in direzione della porta.
- No! - urla Shiro preoccupato, ma invano.
Come il collega americano Cannonball, la ragazza è protetta da un campo
cinetico che la rende invulnerabile. Grazie alla rincorsa offerta dal lungo
corridoio, l'impatto con la porta è di una potenza notevole, tale da piegare
l'acciaio rinforzato che la costituisce.
Un varco aperto.
- Wow - commenta Kana.
Rumori assordanti prendono a risuonare nel corridoio, provenienti da oltre la
porta.
E' evidente che sono scattati degli allarmi.
Con coordinazione, gli altri cinque componenti dei Big Hero Six corrono per
raggiungere la loro compagna.
Quando, a fatica, si fanno strada tra le lamiere della porta, uno spettacolo
impressionante appare ai loro occhi.
Un intero mondo sotterraneo. Sembra che ci sia davvero il cielo. E che non ci
sia fine una fine a questa immensa metropoli.
- Incredibile... un sofisticatissimo ambiente artificiale - cerca di spiegare
Hiro.
- Quindi... questa è la Babel - conclude sollevato Shiro, ma le sirene
continuano ad infestare le loro orecchie. In pochi secondi sono circondati da
molti tizi armati.
- Non costringeteci a farvi del male - intima Silver Samurai, sguainando la sua
spada.
Ma la battaglia sembra imminente, quando dozzine di persone, apparentemente
innocue, li circondano.
Quando qualcuno di loro manifesta qualcosa di strano – lampi di energia dalle
mani, tentacoli e roba simile - la situazione è drammaticamente chiara. Ed è il
giovane Hiro a farla presente a tutti.
- Sono… sono tutti mutanti. E stanno per attaccarci.
Capitolo terzo
CLOVER – terza parte
con la collaborazione di Giovanni Scoto
"Eriugena"
I Big Hero Six sono appena penetrati nel cuore dell’Istituto
Babel, la società segreta che tiene, apparentemente, prigionieri tutti i
mutanti del Giappone. E un bel po’ di loro li sta per attaccare, vista la loro
intrusione clandestina.
Con un pensiero Sole Ardente ionizza l’aria intorno al suo gruppo, creando ciò che
all’apparenza sembra un cerchio di fuoco.
- Preparatevi allo scontro, non posso mantenere per troppo tempo il muro di
plasma – incita Shiro.
- Cerchiamo solo di metterne ko il più possibile – consiglia Honey Lemon, prima
di mettersi una mano in tasca ed estrarne un bastone. Ne preme un bottone e i
suoi lati più estremi si allungano e si illuminano – Questo bastone
elettrificato ne stordirà parecchi.
- Ok, allora nessuna strategia – dice Silver Samurai, sguainando e caricando la
sua spada.
Un pensiero di Shiro li porta faccia a faccia con i loro avversari. In realtà
non vogliono far loro del male: sanno che sono costretti a farlo. Ma questo non
vuol dire che hanno intenzione di soccombere facilmente.
Purtroppo è uno scontro decisamente impari, condannato in partenza ad essere
perso dai Big Hero Six. Nelle schiere della Babel ci sono mutanti dai poteri di
ogni tipo, dalla telecinesi al controllo dei campi magnetici… un assortimento
degno delle più sfrenate fantasie.
Sessanta secondi dopo, i Big Hero Six sono caduti uno dopo l’altro.
L'allarme cessa e una figura autoritaria si fa strada tra le guardie armate. Un
distinto giapponese in giacca e cravatta, sulla quarantina.
- Spero riusciate a sentirmi, sedicenti eroi - esordisce – Purtroppo non
possiamo denunciarvi per violazione di proprietà privata, in quanto questa
struttura ufficialmente non esiste. Quindi, sarete nostri ospiti a tempo
indeterminato.
- Ci farete prigionieri come tutti gli altri!? Come mia sorella? – riesce a
dire Sole Ardente, ancora sveglio, ma incapace di muoversi.
- Si calmi, signor Yoshida. Se mi seguirete, tutto si farà più chiaro.
Naturalmente, i sei vengono portati a braccia dai mutanti dell’Istituto.
Qualsiasi opposizione equivarrebbe ad un suicidio.
I Big Hero Six si guardano tra loro. Bastano gli sguardi per concludere che
tutti preferiscono introdursi in questo modo nell’organizzazione per sventarla
dall’interno. Per ora rimarranno al gioco. Scortato dalle guardie
armate, il gruppo segue il misterioso uomo per un centinaio di metri, finché
non entrano in un piccolo edificio. Altri dipendenti dell’organizzazione si
avvicinano agli eroi e li rendono definitivamente inermi.
Qualsiasi arma o attrezzatura viene perquisita. A Sole Ardente, Silver Samurai e GoGoTomago viene impiantato un
apparecchio – simile a quello che hanno visto sul collo di Mirage – che
inibisce i loro potenti mutanti; lo stesso accade per Baymax, che non riesce
più a trasformarsi in dragone.
Naturalmente, speciali manette vengono serrate ai loro polsi e alle loro
caviglie.
- Adesso possiamo parlare a quattr'occhi. Il mio nome è Kaji Ikeda e sono il
responsabile di questa struttura, che si propone di raccogliere tutta la
popolazione mutante dell'impero giapponese con il principale scopo di educarla
e studiarla. A seconda dell'utilità e della portata del potere mutante che
possiede, ogni soggetto è classificato come Foglia, Bifoglio, Trifoglio e
Quadrifoglio.
- Ecco perché... Clover! - deduce Sole Ardente, attingendo alla sua conoscenza
della lingua inglese.
- Già. Lei sarebbe un perfetto Quadrifoglio, signor Yoshida. Ha il controllo di
uno dei quattro stati fondamentali della materia, in fondo.
- Purtroppo non mi avete preso in tempo.
- Esattamente.
- Quello che fate qui dentro è contrario all'etica comune! - grida GoGo Tomago.
- Molto meno di certe pratiche religiose praticate nell'entroterra africano,
che nessuno si preoccupa di sedare - replica sapientemente - mentre gli ospiti
dell'istituto sono liberi di muoversi al loro interno, di socializzare. Le
uniche misure precauzionali riguardano l'uso dei loro poteri, che in molti casi
viene specificatamente inibito. Per il resto, quando non vengono addestrati o
studiati, viene permesso loro di leggere qualsiasi cosa o di dedicarsi ad
attività ludiche. Seguitemi, devo presentarvi una persona – dice, schioccando
le dita in direzione di un suo collaboratore.
Il cuore di Shiro batte. Che parli di sua sorella?
Qualche secondo dopo lo scopre.
C'è un uomo abbastanza anziano di fronte a loro.
- Vi presento... Omen.
Sole Ardente non manifesta la sua delusione, mentre Omen china il capo
ossequiosamente, senza proferire parola. E' evidente che l'uomo è cieco.
- Il nostro amico Quadrifoglio è un chiaroveggente, in grado di sintonizzarsi
con il tessuto della realtà in maniera molto particolare. Basta fargli una
domanda ed egli vi risponderà.
- Ma è... assurdo - dice Hiro, perché ciò sfida la sua mentalità prettamente
scientifica e razionale.
- Eppure reale. E' così che siamo venuti a sapere... degli dei spaziali. Non
sappiamo molto di loro. Conosciamo il loro aspetto, dalla descrizione che ci ha
fornito Omen tramite le sue visioni. Sappiamo che hanno visitato questo pianeta
più di cinque volte. Che sono responsabili dell'evoluzione umana per scopi
ancora ignoti. E che, la prossima volta che verranno, sarà per giudicarci
definitivamente.
- Ammesso che questa storia sia vera... cosa vi cambia? - domanda disincatata
Kana Shirai.
- Ci stiamo preparando. Prepareremo l'umanità al loro ultimo avvento, in modo
che ci giudicheranno idonei e non ci stermineranno. Ma se ciò non dovesse
accadere comunque... ci stiamo premunendo adeguatamente. Li combatteremo, non
permetteremo loro di estinguere la nostra specie.
- Avete i mezzi per combattere degli dei spaziali e non avete alzato un dito
contro i Marziani!?
- La vittoria era assicurata. L’umanità ha sventato così tante invasioni
aliene… ad ogni modo, se il conflitto fosse degenerato saremmo intervenuti. Nessuna
specie mortale è comparabile alla pericolosità degli dei spaziali. E non nego
che esporci alla luce del sole avrebbe mandato in fumo l’intero progetto. Questo
è quanto dovete sapere.
- Perché ci ha parlato di tutto questo? Per soddisfare il suo ego da villain?
– chiede giustamente Baymax.
- Affatto, non mi considero tale. Semplicemente voglio farvi vedere sotto una
luce diversa ciò che facciamo qui. Avete irrotto con intenzioni bellicose,
sicuramente per smantellare questa struttura. Voglio solo convincervi a
prestarci i vostri talenti di vostra spontanea volontà.
- Queste manette lo confermano – lamenta Silver Samurai.
- Prendete il nostro materiale genetico e lasciateci liberi, allora, se il
vostro scopo è rendere tutta l’umanità mutante… - lo stuzzica Sole Ardente.
- Perché sprecare risorse in clonazioni ed esperimenti di laboratorio, quando
la Natura ci ha offerto così tanto materiale? Qui alla Babel il valore più alto
è la vita stessa… è per salvaguardarla che è stato imbastito tutto questo.
I Big Hero Six non sanno più che rispondere. Forse un minimo, recondito dubbio
si sta insinuando nel loro inconscio. E se avesse ragione?
- Adesso, purtroppo, per voi, sono stanco di parlare. In effetti è contro la
mia natura. Sarete ospitati in celle diverse. Quando avrete qualcosa di
concreto di comunicarci, saremo pronti ad ascoltare le vostre decisioni.
Le guardie strattonano gli eroi con forza e li conducono verso l’area di
detenzione.
- Oh, sono stanca di camminare - sussurra Honey Lemon a Sole Ardente - oggi ho
fatto già abbastanza movimento - continua, sorridendo. Ma l'uomo non è in vena
di scherzare, così la ragazza abbassa lo sguardo delusa.
Qualche minuto dopo, ogni membro del gruppo è rinchiuso in un’ampia stanza.
Ognuno pensa ad un modo per fuggire, per risvegliare i propri poteri o
sfruttare i pochi mezzi a disposizione. Ma l’organizzazione non è affatto
sprovveduta. Possono solo sperare che la loro assenza metta in allarme la Giri
Corporation…
Sole Ardente freme più di tutti. Accende il comunicatore che gli è stato
concesso e chiama il signor Ikeda.
- Ha già preso una decisione, Yoshida?
- Forse. Se mi farete vedere mia sorella, mi unirò alla vostra causa.
- Farò finta di credervi. L’attesa sarà di pochi minuti.
Shiro prende a percorrere su e giù la stanza. Sono passati secoli da quando ha
visto sua sorella… viva! Giura a se stesso che se Ikeda lo ha preso in giro o
le ha fatto qualcosa di male, non ci sarà inibitore di poteri che tenga.
Quando le porti scorrevoli si aprono, Leya Yoshida è lì, e non appena riconosce
suo fratello, corre ad abbracciarlo. Entrambi piangono copiosamente.
- Leya… non riesco ancora a crederci… - dice con voce spezzata.
- Sono contentissima di vederti, Shiro… mi dispiace per te, per papà e mamma…
non volevo pensaste che mi fossi tolta la vita…
- Adesso non importa più nulla, l’importante è che sei qui, in carne ed ossa…
Prima di continuare, guarda in cagnesco il mutante che sta di guardia; così,
riprende a parlare sottovoce.
- Non so se adesso ci stanno ascoltando… ma dobbiamo fuggire di qui, Leya. Tu
puoi usare i tuoi poteri?
- Io… sì, in certi orari disattivano gli inibitori, ma… perché dovrei fuggire?
Qui si sta bene, fuori non ho più una vita!
- Cosa? Stai scherzando, spero…
- No, ma… se è questo che vuoi, ti aiuterò. Troverò un modo per farvi uscire.
- E tu verrai con me, volente o nolente.
Leya guarda suo fratello negli occhi, poi si gira di scatto e una fiammata
parte dalla sua mano per avvolgere le guardie.
”Tutto come previsto”, pensa Keiji Ikeda, che sta monitorando la situazione.
- Vai verso l’uscita, Shiro, e torna con rinforzi! – gli grida.
Sole Ardente non se lo fa ripetere due volte: sua sorella terrà occupata le
guardie finché non le disattiveranno i poteri e lui dovrà far fruttare questi
attimi preziosi per trovare una via di fuga. Gli piange il cuore al pensiero di
non poter liberare e portare con sé Leya e gli altri, ma al momento non ne ha
né il tempo né la facoltà.
Corre più che può… è tutto così vasto, si estende per chilometri… e non ne ha
visto abbastanza per potersi orientare con cognizione di causa.
”Da dove siamo venuti?” si chiede, guardandosi intorno affannosamente, mentre
mutanti volanti lo stanno inseguendo.
Finalmente vede una porta che non è chiaro dove porti. Ma è pur sempre una
porta.
Si arresta di fronte ad essa e la prende a calci, inutilmente. E le guardie gli
sono alle calcagna, sempre più vicini.
”Devo usare i miei poteri” cerca di convincersi, sforzandosi di metterlo in pratica.
La fatica e il dolore sono enormi… la sua nuca – dove è impiantato
l’apparecchio – inizia a sanguinare e ad infiammarsi… non solo nel senso
medico, ma anche nel senso fisico! Il collo di Sole Ardente fuma, finché…
l’aria intorno a lui diventa plasma, travolgendo tutto ciò che è nelle
circostanze.
La porta è ormai liquefatta e i suoi inseguitori dileguati.
”Portentoso” è l’unico pensiero di Ikeda, che si atteggia da Grande Fratello
di orwelliana memoria.
Purtroppo, davanti ai suoi occhi si profila una scala discendente.
- Cazzo – commenta. “Non mi porterà in superficie! Ma… non ho alternative”
realizza, e si mette a correre sugli scalini. Shiro scende sempre più in
profondità, braccato come una fiera, disperato di qualsiasi spiraglio di
salvezza. Scende, in qualcosa di molto simile ad un hangar.
E lo vede.
Un enorme robot, lungo centinaia di metri, disteso su una
sovrastruttura in grado di reggere la sua enorme stazza. Lo sguardo non riesce
a contenerlo tutto.
- Cosa diavolo è!? – si chiede ad alta voce.
- Lo vuoi proprio sapere? – gli replica il dirigente della Babel,
improvvisamente spuntato da un ascensore vicino.
- Se arriva qualcun altro, giuro che metto tutto a ferro e fuoco… sai che posso
farlo.
- Sì, lo so. Non preoccuparti, non ci disturberà nessuno. E’ andato quasi tutto
come pensavo… volevo avere un colloquio privato con te… e questo ti convincerà
– gli dice, indicandogli il robot.
- Perché dovrebbe?
- Questo robot è stato costruito ad immagine e somiglianza degli dei spaziali
di cui vi parlavo prima - spiega Ikeda.
- Ma... quanto è costato...
- Miliardi di dollari. Una cifra esigua, per la salvezza dell'umanità. Questo
robot è di natura tecnorganica, costruito con l'aiuto di molte facoltà mutanti.
"Qualcuno con il potere di Forge, forse" pensa in meno di un secondo
Sole Ardente, pensando all'alleato degli X-men.
- E’ in grado di replicare, su larga scala, i poteri mutanti dei suoi piloti -
continua Kaji Ikeda - In questo modo potremo sconfiggere gli dei spaziali, se
dovessero giudicarci nel modo sbagliato.
- Mi sembra tutto così assurdo... non avete visto un po' troppo Mazinga,
da giovani? - lo canzona audacemente.
- Certo, abbiamo preso ispirazione dalla cultura dei manga... o è stato
forse il contrario? Chissà. Del resto, i robot giganti fanno parte del
contemporaneo immaginario collettivo del Giappone. E alla Babel non siamo
immuni a tutto ciò.
- Basta con queste fandonie - lo interrompe
- per quanto i vostri propositi siano nobili, avete sacrificato in nome
della vostra causa la serenità di migliaia di famiglie, l’avvenire di
adolescenti e…
- Quale avvenire? Un’esistenza discreta in un mondo che odia e teme i mutanti?
Qui c’è il pieno rispetto nei loro confronti. Sono felici di rimanere qui… e
anche tua sorella te l’ha confermato, se non sbaglio.
Shiro grugnisce.
- Forse gli avete fatto il lavaggio del cervello. Forse non vedono altra
alternativa.
- Forse, ma permettimi di dubitarne.
- Lasciami parlare con loro. Se mi convinceranno della sincerità delle loro
idee…
- Hai già fatto una promessa che hai infranto. Per di più, sei un cane libero
adesso.
Il battibecco è interrotto dall’irruzione dei Big Hero Six.
Sei, perché c’è Pira Ardente tra le loro fila.
- Leya! Hai liberato gli altri! – nota con sollievo Shiro.
- Kaji – dice la ragazza, dimostrando la confidenza instaurata tra gli ospiti
della Babel e il suo dirigente – non volevo arrivare a questo, ma hai
esagerato. Non dovevi farli prigionieri.
- Hai quasi ragione, mia cara, e giustifico in pieno il tuo comportamento. Ma
questi tuoi nuovi amici… sono alquanto ribelli. Se torneranno in superficie,
renderanno di dominio pubblico i nostri piani e vanificheranno il lavoro e il
sacrificio di anni. Vuoi che accada questo?
- No, e non accadrà. Da’ loro ciò che vogliono e loro ti ricompenseranno.
- Io vorrei che rimanessero con noi. Ma se vogliono andarsene, dovranno
mantenere segreto tutto ciò che hanno visto e non dovranno interferire.
- Ci stiamo – interviene il leader del gruppo – ma prima fammi parlare
ai tuoi… ospiti.
- Va bene. Se non rispetterete gli accordi, il vostro destino sarà segnato –
sentenzia, risalendo la scalinata, seguito a ruota dai sette eroi. Quando
tornano alla luce, si ritrovano davanti a centinaia di mutanti.
- Oh, vedo che la curiosità ha preso il sopravvento su tutti - sottolinea con
un sorriso Ikeda.
Silver Samurai fa suoi i propositi di Sole Ardente e si rivolge con tono
possente ai prigionieri della Babel.
- Ragazzi... se volete, potete venire con voi... vivere una vita come si deve!
Non in questo posto opprimente!
I bisbigli tra di loro iniziano a farsi assordanti, finché uno di loro non si
fa avanti per replicare.
- No, grazie. Ormai le nostre famiglie... avranno elaborato i nostri lutti. Qui
riceviamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Abbiamo uno scopo... un ruolo nel
futuro dell'umanità. Ma soprattutto... a questo punto non saremmo in grado di
affrontare il mondo esterno. Soprattutto l'emarginazione esercitata contro la
nostra razza.
Ma qualcuno non è d'accordo.
- No, io non ci sto! - grida un ragazzo.
- Davvero? Se vuoi andare, vai... - lo canzona Kaji Ikeda, pensando che fuori
non ce la farà.
Presto altre, pochi voci si levano dal coro.
- Bene, bene... siete tutti liberi di andare, a patto che l'esistenza
dell'Istituto Babel rimanga segreta.
- E' un prezzo equo per la libertà - replica qualcuno di loro - allora...
addio.
- Vieni con noi, Leya, vero?
- Sì, sì - dice Pira Ardente, abbassando lo sguardo – Mi
dispiace, Kaji…
L’uomo non la degna di una risposta.
I Big Hero Six non riescono a capacitarsi né che la maggior parte dei mutanti
abbia deciso di restare nella Babel, né che tutto stia andando così liscio. Ma
la condizione è chiara.
L'esistenza dell'istituto deve rimanere segreta. E, viste le risorse di cui
dispone, è meglio non infrangere la regola. Almeno finché non viene organizzato
un piano decente.
Il gruppo si allontana dalla cittadella sotterranea con molte precauzioni.
Tutti si aspettano da un momento all'altro un attacco da parte degli scagnozzi
della Babel. Ma ciò non si verifica.
Il silenzio è rotto solo dal chiacchiericcio di Shiro e Leya, entusiasti di
potersi aggiornare l'uno sulla vita dell'altro in quel tragitto.
Più sotto...
Ikeda si avvicina al monitor di un terminale, scorre l'indice generale degli ospiti
dell'organizzazione e seleziona coloro che hanno lasciato l'istituto, per
archiviarli in un altro file.
Jin Kurono (Zetman) ha il totale
controllo dei campi elettromagnetici. E' classificato come Quadrifoglio.
Aimi Komori (Shadow Lady) può utilizzare un'illimitata facoltà di teletrasporto, solo in assenza di luce. E' classificata come Trifoglio.
Kenta Hirono (Wingman) ha ossa cave e un
paio di poderose ali che gli permettono di volare. E' classificato come Foglia.
Yuki Shibata (Vander) ha la capacità di
infondere particolari sentimenti nel prossimo, specialmente amore o attrazione
sessuale. E' classificata come Bifoglio.
Leya Yoshida (Pira Ardente) è una pirocineta. E' classificata come Trifoglio.
Kamui Katsuragi (Voguman) ha deboli
facoltà di telepatia e psicocinesi. E' classificato come Bifoglio.
Katsuhiro Nakata (Jin Roh) ha una forma di licantropia congenita. E’
classificato come Bifoglio.
Keiji Sei (Mirage) può creare stati allucinatori negli altri tramite emanazione
di ferormoni. E' classificato come Trifoglio.
”Bé, a parte Zetman, non abbiamo avuto grossissime perdite” pensa,
facendo mente locale, “anzi, niente è perduto. L'organizzazione non è ancora
stata smascherata. E abbiamo il genoma dei ragazzi fuggiti. Il Progetto può
continuare senza intoppi”.
Sul tetto dell'edificio della fumetteria...
- Leya... sei sicura che non vuoi stare con me? - chiede sconsolato Shiro.
- Io... no, ho bisogno di fare delle esperienze da sola, senza la tua ala
protettiva. Altrimenti non potrò mai sopravvivere qua fuori!
- Allora cosa farete adesso? - domanda perplessa Itsuki.
- Siamo fuggitivi, in fondo... gireremo per tutto il Giappone... andremo dove
c'è bisogno di noi.
- Allora... buona fortuna, Clover!
- Ottimo nome per il nostro gruppo, Baymax! Grazie per il suggerimento!
E così, i ragazzi si perdono nel cielo di Tokyo.
Note
E così, è nato un nuovo gruppo di eroi in Giappone, che agirà sotto silenzio,
almeno finché non avremo occasione di raccontare le sue storie! Riguardo la
Babel... è chiaro che si parla dei Celestiali. Peccato che i dirigenti dell'Istituto,
interpretando in maniera approssimativa le visioni di Omen, non abbiano idea
della reale natura dei Celestiali e del loro metro di giudizio. Tutto
ciò spiega perché, perlomeno in Giappone, i supereroi sono così pochi,
nonostante la numerosa popolazione.
Capitolo finale
DI DEI E D’ALTRO
Tokyo.
Giri Darkwind Plaza.
Come sempre, da molti mesi a questa parte, i Big Hero Six sono nel proprio
quartier generale. In questo momento sono tutti e sei impegnati in una dura
sessione d’allenamento. Sono passate ormai settimane dalla loro avventura più
tragica, che li ha visti prigionieri dell’ambiguo Istituto Babel,
l’organizzazione segreta che controlla tutta la popolazione giapponese mutante.
E sono passati mesi da quando è finita la guerra con Marte, l’occasione di cui
hanno approfittato per ricostituirsi definitivamente.
Di acqua ne è passata sotto i ponti; in questo periodo gli eroi non sono stati
con le mani in mano: hanno collaborato con le autorità locali per minare lo
strapotere della criminalità organizzata, hanno contribuito a sventare un
mercato di pornografia infantile che infestava certi quartieri e hanno
addirittura combattuto il sedicente gruppo terroristico Tenrai Shobatsu
(il Castigo Divino), composto da guerrieri addestrati e armati delle più
sofisticate tecnologie. E sono usciti indenni e vincitori da tutto questo,
segno che stanno facendo bene il loro lavoro.
- Hai… sentito Leya, per caso? – chiede con affanno Harada, impegnato a
tagliare in due un droide da combattimento.
- Non è facile contattarla – cerca di rispondergli Yoshida, vaporizzandone un
altro – ma l’ultima volta che le ho parlato… mi… ha detto che lei e i Clover
stanno bene.
- Cosa stanno combinando, quelli? – si intromette la giovane Hashiba.
- Stop! – grida Sole Ardente, per interrompere la sessione e poter parlare più
tranquillamente – Dicevo… mi ha raccontato di aver combattuto un folle monaco
dai grandi poteri mistici…
- Figo – dice Shirai, avvicinandosi sensualmente a Yoshida, suo oggetto del
desiderio da tempo, ormai. E’ riuscita a conquistare solo qualche piccante
incontro, ma il leader del gruppo non sembra intenzionato a volersi impegnare
in una relazione stabile con lei, facendo la gioia di Takachiho, il genietto
follemente innamorato di Honey Lemon.
- Venite in sala riunioni – li richiama, tramite un altoparlante, il loro
manager Seto Morita.
- Ci mancherebbe solo una missione adesso, che siamo stremati – si lamenta
Baymax, tornato a forma umana.
Le sue nefaste aspettative si rivelano fondate.
- Che succede?
- Guardate – li invita Morita, indicando uno schermo dietro di lui – niente che
ci riguardi ufficialmente, ma penso possa interessarvi.
Il gruppo guarda inquieto le apocalittiche immagini che arrivano dall’America:
Los Angeles è diventata inaccessibile, invasa da un’entità aliena, e l’Arizona
è vittima di uragani e terremoti. Morte e distruzione disseminate da esseri
cosmici.
- Noi… dovremmo fare qualcosa…?! – si chiede Baymax.
- Guarda che in America ci sono migliaia di eroi, non penso abbiano bisogno di
noi – lo zittisce Honey Lemon.
- Anche se voleste intervenire, non avreste certo la mia autorizzazione –
chiude la discussione Morita – In realtà è per un’altra questione che vi ho
interpellato…
Con un telecomando che stringe in mano, fa cambiare l’immagine sullo schermo.
Sembra un fotogramma ripreso dal satellite: si riesce a vedere un’immensa
distesa oceanica, con un grosso punto fucsia al centro.
- Cos’è?
- Non sappiamo esattamente. E’ certamente un essere alieno, è calato nella
nostra atmosfera e si è fermato lì, sospeso in un punto dell’oceano
praticamente equidistante tra Tokyo e Los Angeles. Eccovi un’immagine scattata
da un elicottero.
La fotografia rende la spaventosa grandezza dell’essere. Pare alto chilometri.
Ma non è questo a colpire Sole Ardente… quanto il suo aspetto.
- Quello… è un dio spaziale, quelli di cui parlava Ikeda, alla Babel!
- Sì, è vero… somiglia un sacco al robottone che abbiamo visto nei sotterranei!
Anche se ha colori più kitsch… - ammette Honey Lemon, riferendosi all’armatura
blu e fucsia che lo ricopre.
- Se quello è uno di quei dei spaziali, la Babel non può essere lontana ancora
per molto – fa notare Hiro.
- Appunto – riprende Seto - E’ l’occasione buona per risolvere una volta per
tutte la situazione! Preparatevi alla traversata, Big Hero Six…
Istituto
Babel, nel sottosuolo giapponese.
Qualche minuto fa.
Per la prima volta dalla fondazione di questa organizzazione, è scattato un
particolarissimo allarme. I dipendenti pensano subito ad un’esercitazione o ad
un guasto delle macchine: non sono pronti psicologicamente a ciò che
l’assordante sirena sta annunciando. Nessuno, però, osa manifestare i propri
timori. Nessuno perde tempo ad agire, in qualsiasi eventualità; il comandante
Ikeda non transigerebbe su una negligenza di questa portata.
- Avvistamento di un Dio Spaziale nell’atmosfera!
- Posizione: 35° N 172° N!
- Eseguire il Protocollo Neith!
Partito quell’ordine, il personale inizia a mobilitarsi come non mai. C’è molto
da fare: bisogna recuperare i piloti scelti per guidare il robot gigante
modellato sulle fattezze dei Celestiali… e bisogna attivare il reattore
nucleare del robot stesso, perché parta.
Per ora nessuno nell’istituto può saperlo, ma ciò che li ha messi in allarme è
un Celestiale. Ziran l’Esaminatore è sceso, nel bel mezzo del Pacifico, per
assistere con discreta lontananza allo scontro cosmico che sta avvenendo sulla
costa occidentale degli Stati Uniti: contrastati dai Protettori dell’Universo e
Capitan Marvel, il malefico Maelstrom (apparentemente impadronitosi della mente
di un Celestiale) e il pianeta vivente Ego rischiano di cancellare ogni forma
di vita di questa parte di mondo.
Kaji Ikeda corre subito dal suo mutante più utile, colui che è in grado di
sintonizzarsi con il tessuto della realtà e fornire risposte.
- Omen, non sono affatto soddisfatto. Avremmo dovuto essere preavvisati di
questa situazione.
- Signore, sa bene che non posso prevedere il futuro, ma solo dare risposte…
- Renditi utile, dandoci le informazioni utili su questa entità.
Gli occhi bianchi del mutante diventano improvvisamente neri.
- E’ l’Esaminatore. Sta valutando l’entità dello scontro negli Stati Uniti.
- Questo è tutto? – si lamenta Ikeda, vedendo tornare normale il mutante, che
non ha nemmeno il coraggio di rispondergli.
”Come al solito, dovrò arrangiarmi da me… questo potrebbe rivelarsi il momento
più importante della mia vita… anche se… questo dio spaziale non è venuto per
il giudizio finale, a quanto sembra. Forse è meglio non attivare subito il
Progetto per il Perfezionamento dell’Uomo… almeno, non sulla popolazione”
pensa, dirigendosi verso i laboratori di genetica dell’istituto.
Più
tardi, sulle acque del Pacifico…
I Big Hero Six, grazie al loro velivolo personale, giungono in tempo relativamente
breve a metà strada tra l’arcipelago giapponese e la costa occidentale
dell’America. E lo vedono.
- Per tutti…! – esclama il Silver Samurai.
- Ma… è immenso!
- Puoi dirlo forte, Honey – conferma Baymax.
Sono a centinaia di metri da lui, ma il loro campo visivo non riesce a coprire
tutta la mole del Celestiale. Il capo dell’imperscrutabile divinità è rivolto
verso il continente americano.
- Cosa dobbiamo fare?
- Non lo so, Hiro! – risponde allarmato il samurai - Per lui… per lui siamo
come moscerini! Ve ne rendete conto? Non sono abituato a trattare con… cose di
questa portata!
- Lo so! Proprio per questo i tizi della Babel potrebbero avere ragione… - osa
affermare Sole Ardente - quanti scrupoli avreste nel pestare un formicaio?
- Vuoi dire che potrebbe fare una strage senza neanche accorgersene? – deduce
il giovane Hiro.
- L’avete visto bene?
Dopo questa osservazione, l’atmosfera si fa più pesante e angosciante, nella
cabina.
Sole Ardente ricomincia a fare il leader e chiama il quartier generale. E’
Morita, a rispondergli.
- Novità? – chiede il manager del gruppo, dalla sua webcam.
- Il gigante sembra immobile, ma se dovesse avvicinarsi alla terraferma… quali
sono le direttive?
- Ricordate che la vostra missione è intercettare un eventuale intervento
dell’Istituto Babel. Finché non si faranno vivi o il gigante non costituirà una
minaccia per il Giappone, rimanete pure sospesi sull’oceano.
- Ma… è assurdo! E se la Babel non arrivasse? Se questa bestia dovesse… che ne
so, starnutire e distruggerci senza neanche accorgersene?
- Sono possibilità remote, GoGo Tomago. Sto aspettando comunque notizie dal
primo ministro.
- Non possiamo stare qui ad aspettare – continua la ragazza - quando in America
rischiano di morire migliaia di persone per l’altro gigante!
- Purtroppo non ho l’autorizzazione per farvi entrare in suolo straniero.
Prima che Itsuki possa rispondergli per le rime, la trasmissione diventa
evidentemente disturbata. Ma non c’è un semplice sfarfallio dell’immagine… a
muoversi, è soprattutto ciò che viene ripreso.
- Che succede? – chiede Shiro Yoshida.
- Un… un terremoto! – grida spaventato Morita, e poi la comunicazione si
chiude.
- Torniamo indietro!
I motori del velivolo vengono messi in moto per fare inversione di marcia.
- Ci mancava solo questo! – si lamenta Honey Lemon.
- Be’, purtroppo siamo abituati a questi episodi sismici… - le ricorda GoGo
Tomago.
Il gruppo macina diversi chilometri in pochi minuti, vedendo solo una distesa
d’acqua.
Ad un certo punto, scorgono dei punti in lontananza, nel cielo.
- Cosa sono quelli?
- Penso siano elicotteri, Harada-san – risponde Hiro - … ma… quel simbolo!
Il ragazzino nota, sul fianco dei mezzi, il disegno di una lunga torre. E fa
immediatamente due più due.
- Quella… è una torre… la torre di Babele!
Pochi secondi dopo, l’oceano si frange… e, lentamente, dalle acque, sorge un
nuovo gigante!
- Non è possibile… - sussurra Baymax.
- E’ il robot che abbiamo visto all’istituto! – fa notare Sole Ardente.
- Deve aver causato lui il terremoto! – immagina il giovane Takachiho - Pensate
cosa deve significare spostare un giocattolo del genere da sottoterra!
- Sono pazzi? Provocherebbero un sisma così, senza scrupoli? – si imbestialisce
GoGo Tomago.
- Per il loro obiettivo finale, sì…
Nel frattempo che i Big Hero Six commentano l’evento, il robot – nome in
codice: Neith – è completamente risalito e sta levitando di fronte a loro.
- E’ grande quasi quanto il dio spaziale… - constata Shiro.
- Big Hero Six – recita una voce disturbata, dal centro di comunicazione del
loro mezzo.
Gli eroi si precipitano a vedere chi stia parlando, visto che non si tratta di
Seto Morita.
Lo schermo fuga i loro dubbi.
- Ikeda! – grida Sole Ardente, avendo riconosciuto il dirigente della Babel.
- Che intenzione avete, eroi?
- Impedire una catastrofe! Che intenzioni avete voi?
- Saggiare le capacità del nostro robot Neith e valutare i rischi dell’avvento
di questo dio spaziale. Intendete osteggiarci?
- Solo
per questa volta, Ikeda, siamo disposti a collaborare. Non conosciamo le
intenzioni di quest’entità e non possiamo correre rischi.
- Per una volta siamo d’accordo, Yoshida. L’unico problema è che… Ziran non è
venuto per giudicare il genere umano.
- Si chiama così? E chi le assicura tutto questo?
- Ha già dimenticato Omen, samurai?
- Oh, già… e allora?
- Sembra molto più pericoloso l’essere che sta imperversando in Arizona.
Nonostante il suo aspetto, i nostri rilevatori satellitari non lo classificano
come dio spaziale.
- Secondo quale criterio?
- E’ infinitamente più osservabile dal punto di vista fisico, mentre Ziran
sfugge alle scale dei nostri strumenti.
- Allora se potete, andate in Arizona! Noi non ne siamo autorizzati!
Sorveglieremo noi questo gigante.
- Bene… il nostro istituto si ripromette di salvare l’intero genere umano, non
solo il Giappone, come il vostro governo bigotto.
Lo schermo si annerisce, e Sole Ardente ne approfitta per puntualizzare la sua
scelta di collaborazione.
- Non ci piacciono i loro mezzi, ma penso che, dopotutto, abbiano davvero a
cuore il futuro dell’umanità.
- Scherzi? Quello ti ha fatto credere che tua sorella si fosse suicidata! Ha
scatenato un terremoto solo per fare un test sul suo giocattolo preferito! E
vuole trasformare l’umanità in… mutantità!
- Pensi sia un male, Baymax?
- Oh, al diavolo!
Nervosi, i Big Hero Six seguono il lento cammino del robot della Babel verso
Ziran l’Esaminatore.
- Dovete ammetterlo, è un sollievo sapere che la Babel aiuterà l’Arizona con…
- Non cercare di indorare la pillola, Yoshida-san – lo frena GoGo Tomago - La
situazione è quella che è…
In breve, il Neith, il mezzo dei Big Hero Six e gli elicotteri della Babel
rasentano il Celestiale.
- Non riesco a guardarlo, mi fa girare la testa – confessa Honey Lemon.
Di colpo, però, il Neith si blocca.
- Che succede?
Ziran ha mosso la mano in sua direzione. E’ evidente che la singolarità della
macchina lo ha attratto, essendo poco più piccola di lui e alquanto
sofisticata. E adesso l’ha bloccata, per esaminarla.
- No! Se lo ferma non potranno sconfiggere l’entità nera in America! – grida
Itsuki, delusa.
- Come temevo, Ziran si sta rivelando ostile. Sarà un’ottima occasione per
dimostrare agli dei che non siamo da meno di loro – sentenzia Ikeda, al sicuro
nel suo istituto, riattivando senza preavviso il collegamento.
- Basta! Entrerò nel Neith… i miei poteri potrebbero tornare utili! – decide
Shiro Yoshida.
- Saggia scelta, Sole Ardente, per quanto inaspettata. Ratificherò
immediatamente l’autorizzazione ai miei collaboratori sul posto. Adesso devo
salutarvi, buona fortuna, eroi – si congeda Ikeda, non senza una punta di
sarcasmo.
Ha ben altro da fare adesso… ciò a cui aspirava da tempo… l’esperimento a cui
non aveva mai avuto il coraggio di sottoporsi. Il momento attuale è propizio.
Intanto, con il Neith ancora paralizzato, i piloti degli elicotteri della Babel
fanno cenno ai Big Hero Six di avvicinarsi a loro. Evidentemente hanno ricevuto
gli ordini.
- Yoshida, sei impazzito? Potrebbe essere una trappola… o in ogni caso
pericoloso!
- Correrò il rischio, Shirai-kun. Nel bene e nel male, sono affezionato agli
Stati Uniti… e non lascerò che si consumi una tragedia senza che abbia provato
ad impedirla!
Il portello del velivolo si apre, lasciando entrare il forte vento generato
dalle eliche dell’elicottero. Sole Ardente saluta con un cenno i suoi colleghi
e salta.
Poco dopo, l’elicottero raggiunge la schiena del Neith. Un co-pilota inizia a
digitare qualcosa.
- Che sta facendo?
- Sto inviando al robot il codice d’accesso per far uscire una entry plug.
- Ossia?
- Il modulo per farla entrare e metterla in contatto neurale con la macchina.
Ecco, guardi – gli dice, indicando una cabina poco più grande di un uomo che
emerge dalla corazza del Neith.
Accostandosi all’entry plug, Sole Ardente è costretto quasi a tuffarsi, per
entrarvi. Capisce che la procedura canonica non è quella, e vi si adatta,
utilizzando la sua capacità di volare per entrare dolcemente nel modulo.
Una sensazione di claustrofobia lo assale, quando, a tutta velocità, la cabina
si chiude su di lui e rientra nel robot. Dozzine di cavi mobili lo avvinghiano,
collegandosi ai suoi centri nervosi; qualcuno, addirittura, gli penetra nella
carne, per attingere al suo DNA e alle sue energie mutanti.
- Ah! – urla Shiro.
- Tutto bene? – gli chiede una voce misteriosa.
- Che mi state facendo?
- Il dolore passerà subito. E’ necessario per l’interfaccia…
La promessa viene mantenuta; qualche secondo dopo, le sensazioni di Shiro
cambiano… soprattutto quando sente di essere entrato in collegamento empatico
con gli altri piloti. Avverte la presenza di altri dodici mutanti, nel robot. E
riesce a vedere al di fuori… si sente immenso e piccolo allo stesso tempo.
”E’ tutto così surreale” si dice “ma adesso devo fare quello che per cui sono
venuto… speriamo che funzioni!”
Con un pensiero, le infinite energie del Neith vengono messe a disposizione del
potere mutante di Sole Ardente. E così, tutto l’azoto e tutte le anidridi che
circondano Ziran passano allo stato plasmatico, avvolgendo il Celestiale in un
ambiente simile a quello del nucleo solare. Tutto avviene per pochi secondi,
Shiro non vuole compromettere gli equilibri del pianeta.
”Incredibile… allora è vero! Il Neith si sintonizza sulle facoltà mutanti e le
riproduce in grande scala!”
Quando l’accecante bozzolo di plasma cessa di bruciare, Ziran si rivela a
tutti, completamente indenne.
- Non è possibile! – urla Sole Ardente, quando si rende conto del fallimento.
A peggiorare la situazione… il Celestiale sembrerebbe quasi irritato, se un
sentimento del genere è attribuibile ad un’entità di questo calibro. I timori
di tutti vengono confermati: il dio alza la sua mano fucsia verso il Neith… e
spara un potentissimo colpo di energia!!
- Shiro!!! – urla disperata Honey Lemon, dall’aeronave, a quella vista. I suoi
compagni ammutoliscono, al contrario… sono pietrificati.
Per fortuna, uno dei piloti del Neith ha il potere mutante di erigere campi di
forza, con uno dei quali ha protetto costantemente il robot. In questo caso, le
energie cosmiche evocate da Ziran erano fuori scala, ma lo scudo energetico ha
assorbito gran parte della scarica… senza impedire, però, che il Neith si
danneggiasse più che gravemente.
- Dobbiamo salvarlo! Il robot potrebbe esplodere e…
- Calma, Kana! Ci sarà sicuramente un dispositivo di emergenza! – la rassicura
Hiro.
Intanto, all’Istituto Babel…
Nudo e solo, Kaji Ikeda si è immerso in qualcosa di molto simile ad una camera
iperbarica.
”Finalmente… diventerò un mutante… il più potente di tutti!”
Pochi minuti fa, ha settato le sperimentali macchine del laboratorio genetico.
In teoria, quella tecnologia – non ancora accreditata come perfettamente
operativa – avrebbe dovuto trasformare tutta la popolazione del pianeta in
mutanti, perché il giudizio dei Celestiali fosse più favorevole. Questo grazie,
anche, ad una vasta raccolta di codici genetici mutanti, appunto.
E adesso, il capo dell’istituto vuole sottoporsi per primo a quelle macchine…
impregnando il suo corpo dei poteri più disparati, nella speranza di diventare
onnipotente.
La camera si illumina… e Kaji Ikeda grida.
Sull’oceano…
All’interno del Neith, il panico si sta impadronendo dei piloti,
contaminando l’uno con l’altro a causa dell’empatia reciproca.
- Va tutto a pezzi!
- Al fuoco!
Un discreto allarme risuona in tutti gli entry plug, dopodiché vengono
tutti delicatamente espulsi dal robot.
- Ah! – grida spaventato Sole Ardente, che si ritrova improvvisamente sbalzato
fuori, a decine di metri dall’oceano! Per fortuna, è in grado di volare e,
quindi, evitare la caduta. Vede i suoi nuovi colleghi, invece, ammarare grazie
a dei paracaduti. Loro dovevano essere stati addestrati ad ogni eventualità.
Non senza difficoltà, Shiro raggiunge i suoi compagni.
- Come stai!? – si informa Honey Lemon.
- Stordito, ma sto bene…
- E adesso che facciamo? Il Neith è fuori uso! – chiede Baymax.
- Freghiamocene degli ordini! Andiamo in Arizona! – sentenzia Sole Ardente.
Proprio quando gli altri Big Hero Six stanno per acconsentire, un punto
luminoso all’orizzonte attira l’attenzione di tutti, soprattutto perché si fa
sempre più vicino, a velocità assurda.
- Ma cos’è?
- Non lo so!
- Punta dritto verso Ziran!
*Hai distrutto il mio Neith, bastardo!!!*
La voce rimbomba nelle teste di tutte le persone della zona. I Big Hero Six,
come gli altri, sobbalzano terrorizzati.
- Era… la voce di Ikeda! – riconosce Baymax.
- Oddio… quello è lui!! – capisce Hiro, indicando il corpo fiammeggiante.
Come una cometa dotata di consapevolezza, Ikeda si catapulta verso il
Celestiale superando ampiamente la velocità del suono in pochi secondi. E,
incredibilmente, al contatto non si sfracella contro la misteriosa armatura
della divinità, ma riesce a infrangerla e ad attraversare Ziran, trapassandolo
da parte a parte!
- Sì! – urlano in molti, al primo successo dall’inizio della controversa
vicenda.
Evidentemente il cocktail genico a cui si è sottoposto lo ha portato davvero
vicino all’onnipotenza. Ma tutto ha i suoi rischi: infatti l’entusiasmo
iniziale viene subito smorzato dalla vista del fiammeggiante Ikeda che,
all’uscita dal corpo del Celestiale, vola per qualche altro metro,
disperdendosi in cenere, divorato dalle fiamme scatenate dalle sovrabbondanti
energie mutanti utilizzate.
- La nostra unica speranza di salvare l’Arizona… svanita nel vento! – prende
atto GoGo Tomago.
- Big Hero Six – recita una voce, come aveva fatto poco prima Ikeda… e come non
potrà fare più.
- Morita-san – lo saluta Sole Ardente, con espressione seria – novità?
- Se può consolarvi, la minaccia sulla costa ovest americana è cessata. Molti
eroi locali si sono mobilitati per arginare i danni.
- Meno male…
- Voi cosa riportate?
- E’ appena morto il dirigente dell’Istituto Babel, e la loro arma principale è
inutilizzabile.
L’espressione di stupore di Seto Morita è eloquente.
- Il primo ministro ne sarà contento…
Senza preavviso, la cabina viene inondata di luce. Questo perché Ziran sta
levitando verso lo spazio e non genera più un’immensa ombra su di loro.
- Se ne va! E’ davvero finito tutto! – esulta Honey Lemon.
- Tornate alla base, Big Hero Six.
Qualche ora dopo, al Giri Darkwind Plaza.
Riposati e ristorati, gli eroi vengono convocati in una riunione da Seto
Morita, che comunica loro le importanti novità.
- Il
governo ha confiscato tutti i beni dell’organizzazione. L’istituto è proprietà
statale, adesso, e diventerà una nuova città, pur sotterranea.
- Cosa? Ma susciterà grosse polemiche l’esistenza della Babel, una volta resa
pubblica… per non parlare dell’improvviso boom di mutanti che ci sarà adesso!
Dove verranno dislocati?!
- Sicuramente molti di loro preferiranno rimanere a Babel, Baymax, e verrà data
loro la precedenza rispetto agli altri civili…
- Potrebbe anche crearsi un’intera comunità mutante legale, lì sotto! – si
augura Sole Ardente.
- Alla fine, comunque, lo stato ci ha guadagnato moltissimo – polemizza GoGo
Tomago - … adesso che succederà? Ci sarà un programma governativo per i
metaumani?
- E’ questa la notizia più importante. I Big Hero Six… non esistono più – li
informa.
- Non è possibile! – commenta spaventata Honey Lemon.
- Il governo ha promosso la nascita dei Rising Suns – continua Morita, inamovibile.
- Cosa? Sol Levanti? E’ un nome ridicolo! – si esprime il Silver Samurai, sulla
discutibile scelta.
- Ma è significativo della nostra nazionalità, evidentemente. Verranno
organizzate squadre speciali nelle principali città del territorio nazionale.
Naturalmente parlo dei mutanti disposti a collaborare al progetto, così come di
tutti gli altri metaumani che riusciremo a contattare. E’ la nascita di una
nuova forza dell’ordine. E anche voi ne farete parte, qui a Tokyo. Non
preoccupatevi di questo.
- Quindi… è una rinascita del gruppo… - ricapitola Sole Ardente.
- Dovrete abituarvi a nuovi membri, nuovi ritmi e nuove responsabilità. La Giri
Corporation ha ottenuto l’appalto per gestire le nuove forze dell’ordine.
Quindi, dovrete sopportarmi ancora. Arrivederci – si congeda bruscamente Seto.
Gli ex Big Hero Six si guardano stupiti. Per loro si apre una nuova era.
Note
A sorpresa, ecco nascere, dalle ceneri dei Big Hero Six, il nuovo (non-) gruppo
del Giappone! Trovavo ridicolo che tutta la nazione fosse rappresentata da sei eroi
(interessanti solo in parte, come personaggi) in un gruppo dal nome ancora più
ridicolo di quello nuovo… le gesta dei Rising Suns
sono attualmente raccontate dal fido Xel sempre su questa serie! Non perdetevi, intanto, la saga principale “Di dei e d’altro” su
“Quasar”#28-29 e “Capitan
Marvel”#10-11, oltre agli altri due tie-in su “Rangers”#8 e “Thor”#11.
Per saperne di più su Ziran, cliccate qui.