Angolo del riassunto: nella strada per riconquistare Genosha Magneto ha subito alcune battute
d’arresto a causa dei Vendicatori e degli X-Men ma ha anche ottenuto qualche vittoria
e l’X-Man chiamato Forge ha cambiato bandiera schierandosi con lui.
Nel frattempo la
sua principale avversaria, Alda Huxley, Governatrice Generale di Genosha, ha
fatto rapire il suo oppositore Philip Moreau che ha scoperto che l’attentato
che ha dato il via alla campagna contro Magneto è stato organizzato da lei
stessa con la complicità della superumana Lodestone.
Moreau è stato
portato a Santa Providencia, la repubblica centroamericana governata
segretamente da Graydon Creed, figlio di Sabretooth e Mystica.
Un gruppetto
formato da alcuni giovani mutanti, allievi dell’Accademia dei Vendicatori e
l’Inumano Woz è arrivato fin lì ma si è trovato di fronte un gruppo di
agguerriti supercriminali.
Per loro fortuna,
Vendicatori e X-Men non sono rimasti con le mani in mano… e se anche Magneto
avesse fatto lo stesso?
MARVELIT
PRESENTA
Di
Carlo
Monni
(con la consulenza di Mickey e tanti ringraziamenti a Carmelo Mobilia &
Igor Della Libera)
TERRE PROMESSE E ALTRE UTOPIE
PARTE SESTA
Paradisi perduti
#41
ATTENZIONE: CONTINUA DA GLI INCREDIBILI X-MEN
39!
Tenuta
dei Vendicatori, Penisola di Palos Verdes, Contea di Los Angeles.
Non tutti i membri della sezione occidentale
dei Potenti Vendicatori vivevano nella grande villa o nei bungalow che ne erano
l’appendice. Molti avevano una casa loro a cui tornavano quando non erano in
servizio. Non era il caso di Tigra che nella sua stanza si stava riprendendo
dalle ferite che le aveva inferto Sabretooth.[1]
Distesa nel letto osservò un Quinjet che,
levatosi in volo, stava puntando verso sud. Un‘altra missione e lei non era in
condizioni di parteciparvi.
Quel che le bruciava di più era che era
ancora viva solo perché quello psicopatico di Sabretooth aveva deciso di non
ucciderla dopo che l’aveva sconfitta con facilità. Greer Grant Nelson non
poteva non chiedersi se fosse ancora all’altezza di essere un Vendicatore
Un bussare discreto la distolse da quei
pensieri cupi.
<Sono Ramon.> disse una voce ben nota
<Desidera che le porti la cena?>
<Sì, grazie. Ramon. Sono davvero affamata.
Ho visto che è decollato un Quinjet. Qualcosa di grosso?>
<Pare che ci sia una crisi a Santa
Providencia.> rispose il maggiordomo <Non so altri particolari.>
A quanto ricordava Tigra, le isole che
costituivano Santa Providencia erano: un paradiso fiscale, una trappola per
turisti ed un rifugio sicuro per chiunque fosse in fuga dalla legge e potesse
permettersi di pagare un costoso soggiorno. In altre parole, Santa Providencia
era un posto pericoloso ma per fortuna anche i Vendicatori sapevano esserlo
quando era necessario.
Isola
di Santa Providencia Grande.
Nel suo studio nell’Hotel Sol del Mar Graydon
Creed stava avendo una videoconferenza con un’interlocutrice di tutto rispetto.
<Mi fa piacere che abbia acconsentito alla
mia richiesta, Signora Governatrice.> disse sfoggiando quello che nelle sue
intenzioni avrebbe dovuto essere il suo migliore sorriso ma che gli dava più
l’aria del predatore. In fondo era questo che era.
<<Non
mi ha lasciato scelta.>> replicò con freddezza una donna attraente dai
corti capelli biondi e gli occhi di ghiaccio.
<Non amo trattare con i sottoposti specie
in un’operazione così delicata come far sparire un suo nemico politico, Miss
Huxley. Immagino che lei si renda conto dei rischi che corro.>
<<Rischi
per i quali ha ricevuto un compenso più che adeguato, Mr. Creed, non lo
dimentichi.>> ribatté Alda Huxley, Governatrice Generale di
Genosha <<Philip Moreau deve
sparire, ma ucciderlo a New York avrebbe sollevato domande imbarazzanti e per
lo stesso motivo portarlo a Genosha era fuori questione.>>
<Mentre nel mio piccolo arcipelago può
accadere qualunque cosa e nessuno ne saprà mai niente, giusto?>
<<In
poche parole: sì.>>
<Che è esattamente ciò che volevo che
ammettesse. Ora che abbiamo chiarito questo punto, la nostra collaborazione può
proseguire proficuamente.>
L’assistente personale di Creed entrò
improvvisamente nell’ufficio senza curarsi di bussare:
<Mi scusi, Signore…> disse <… ma ci
sono cose di cui deve essere informato: prima di tutto i sono stati segnalati
intrusi in costume sulla spiaggia ovest di Pequeña Providencia.>
Creed non appare turbato e replica:
<I ragazzi di cui ci hanno parlato i suoi
agenti, indubbiamente, Dottoressa Huxley. C’è già un… comitato di benvenuto che
li aspetta. Ma c’è dell’altro altro, non è vero, Miss Hines?>
<Si, signore.> rispose la ragazza <Il
Controllo Aereo ci informa che sono in avvicinamento due velivoli non
autorizzati. Sono stati identificati come un Lockheed Blackbird modello SR-77
con le insegne degli X-Men ed un Quinjet dei Vendicatori.>
Creed si concesse un sogghigno poi si rivolse
ancora ad Alda Huxley:
<Pare, Signora Governatrice, che le
complicazioni che avrebbe voluto tanto evitare, stiano arrivando proprio
qui.>
Isola
di Pequeña Providencia.
Rachel Summers, meglio nota quando era in
azione con il suo attillatissimo costume rosso con il nome di Marvel Girl
sospirò e strinse le labbra. E così erano finiti sull’isola piccola della
Repubblica di Santa Providencia ed erano circondati da un bel numero di
supercriminali, alcuni a lei noti altri sconosciuti, guidati dal Nativo Americano
conosciuto come Scalphunter.
Gettò uno sguardo ai suoi compagni: Angel,
alias Grace Worthington, figlia del celebre Arcangelo, che indossava un costume
aderente fucsia che terminava in una minigonna che svolazzava al vento, i suoi
capelli biondi sembravano essere fatti di luce; Finesse, capelli neri e corti,
costume, bianco e blu; Striker, capelli neri come il suo costume su cui erano
disegnati fulmini bianchi; X-23, ovvero Laura Kinney, figlia quattordicenne di
Wolverine, tutina blu che le lasciava scoperto l’ombelico, lunghi capelli neri
e sguardo da belva feroce pronta a colpire, Woz, inumano dalla pelle color
porpora, Lightspeed, Julie Power, nonostante i suoi sedici anni l’unica
combattente esperta della sua squadra a parte Rachel, stessa ovviamente.
I nemici erano
tanti ma Rachel sapeva di avere un vantaggio: dalla madre aveva ereditato
formidabili poteri telepatici ed in più aveva ricevuto una frazione del potere
della Fenice, potentissima entità cosmica, una frazione sì, ma più che
sufficiente a friggere il cervello a tutti gli avversari. Si concentrò, i suoi
occhi brillarono per qualche secondo e… nulla accadde.
<Sorpresa.>
disse con un sorriso irridente in volto Scalphunter. <La Bestia Nera ha
creato una sorta di campo nullificatore che spegne o almeno diminuisce i poteri
telepatici. È stato concepito principalmente come difesa da tua madre ed i tuoi
dannati fratelli[2]
ma va benissimo anche per te.>
Rachel non disse
niente ma con lei in grado di usare solo la telecinesi e la telepatia di basso
livello erano decisamente in svantaggio.
<Vi arrendete
con le buone o volete farci divertire?> chiese, sarcastico, Scalphunter.
Per tutta risposta
X-23 sfoderò due artigli per mano ed uno fra le dita di ciascun piede e
ringhiando balzò verso gli avversari davanti a lei trascinandone un po’ a terra
tra cui Scalphunter.
<Ehi, sei figlia
di Wolverine per caso?> le chiese quest’ultimo mentre lei gli agitava gli
artigli davanti al viso.
<Sì e adesso ti
ammazzo!> gridò Laura.
<Sono duro da uccidere quanto il tuo vecchio.>
replicò, apparentemente calmo, il Comanche e con una mossa improvvisa si
sbarazzò di lei facendola volare sopra la sua testa
X-23 piombò a terra ma si rialzò
immediatamente e si gettò sull’avversario più vicino.
A
bordo di un Quinjet.
Il preavviso era stato troppo breve e nel
velivolo c’erano solamente: USAgent e She-Hulk mentre Sole Ardente li stava
seguendo in volo.
Dei caccia con le insegne dell’Aviazione di Santa
Providencia si affiancarono al Quinjet e dalla radio di bordo arrivò una voce
maschile che parlava Inglese con un pesante accento ispanico caraibico:
<<Intrusi, avete violato lo spazio
aereo di Santa Providencia. Tornate immediatamente indietro o sarete
abbattuti.>>
<Stanno scherzando?> commentò USAgent
<Ascoltate me adesso: siamo i Vendicatori e se proverete ad impedirci di
atterrare nel vostro sputo di nazione, saremo noi ad abbattervi, ricevuto?>
Per tutta risposta un missile partì da uno
dei caccia. Non ebbe nemmeno modo di raggiungere il bersaglio perché fu fuso da
una onda di calore emessa da Sole Ardente.
<<Ci penso io a loro.>> la voce
del mutante giapponese echeggiò nel Quinjet attraverso la radio.
<Mi raccomando, Shiro, non ucciderli se
non è assolutamente indispensabile.> raccomandò She-Hulk.
<<Non sono un macellaio.>>
replicò Shiro Yoshida.
Agent iniziò le manovre di atterraggio mentre
sia con gli strumenti che a vista cercava il posto adatto.
<Ehi ecco i ragazzi e pare che siano
circondati.> annunciò.
<Io scendo a dar loro una mano, tu
raggiungimi appena puoi.> replicò Jennifer Walters poi aprì un portello e
saltò giù.
Rifugio
segreto di Magneto
Magneto guardava da una finestra verso
l’esterno e sembrava immerso in profondi pensieri. Improvvisamente si girò
verso un uomo dalla pelle bronzea, baffi folti e neri come i capelli raccolti a
coda di cavallo, un braccio ed una gamba bionici che era intento a studiare dei
diagrammi e gli chiese:
<Dunque, Forge, pensi davvero che il mio
progetto sia realizzabile?>
<Non sarei qui, altrimenti.> replicò il
mutante Cheyenne <Come ti ho, già detto,[3] la
cosa è fattibile e ti aiuterò a realizzarla ma solo a patto che non ci siano
violenze inutili. Un altro episodio come quello di Exodus[4] e
me ne andrò.>
<Non accadrà, te lo garantisco.> lo
rassicurò Magneto
Prima che Forge potesse replicare, Mystica
entrò nello studio.
<Scusa, Magnus…> disse < ma ci sono
delle notizie da Santa Providencia che secondo me troverai interessanti. >
<Di che si tratta?> chiese lui.
Mystica glielo spiegò ed alla fine Magneto
borbottò:
<Philip Moreau… mi ricordo di lui. Se la
Huxley l’ha fatto rapire è indubbiamente perché teme qualcosa che lui sa o può
fare a suo danno e questo qualcosa può tornare utile a noi.>
<Stai meditando un intervento per
liberarlo? In questo caso avrei qualche idea su come procedere.>
<Non ti imbarazza metterti contro tuo
figlio?>
Mystica scosse la testa e sogghignò
rispondendo:
<Graydon è stato solo un incidente di
percorso… un pessimo incidente di percorso e comunque ho già altri due figli
contro di me in questa faccenda,[5] uno
in più non fa più gran differenza.>
<Allora procedi e portami qui Philip
Moreau sano e salvo.> concluse Magneto.
Isola
di Pequeña Providencia.
She-Hulk atterrò sulla spiaggia e cominciò a
colpire a destra e a manca. Da quel che poteva vedere c’erano diversi
supercriminali. Riconobbe tra loro alcune superstiti delle Femizon di Superia
ed ex membri di qualche incarnazione dei Signori del Male reduci dalle loro
ultime sconfitte. C’erano anche altri che non conosceva. Ogni giorno nasce un
nuovo supercriminale, pensò Jennifer, parafrasando un celebre detto di P.T.
Barnum.[6]
Da quel che ne sapeva lei di questo posto,
Graydon Creed offriva a chiunque fosse in grado di pagarlo un rifugio sicuro a
Santa Providencia. Chi non aveva denaro sufficiente doveva offrire i suoi
servigi come mercenario, I presenti dovevano appartenere a quest’ultima
categoria. Non avevano l’aria di chi si è arricchito con il crimine.
Ne aveva abbattuti già un po’ quando qualcosa
la colpì alle spalle: era uno degli arpioni di energia dell’Inuit noto come
Harpoon appunto.
She-Hulk si sentì mancare il fiato ma il suo
fisico potenziato resse il colpo anche se cadde in ginocchio.
Harpoon stava per colpirla ancora ma uno
scudo circolare saettò nell’aria e lo colpì sbattendolo contro un vicino
albero.
<Vi conviene arrendervi prima che diventi
davvero cattivo.> disse con voce stentorea USAgent mentre lo scudo tornava
nella sua mano.
<Credi davvero di poter vincere da solo
contro tutti noi?> disse il supercriminale chiamato Piledriver.
<Mettimi alla prova.> fu la secca
risposta.
<E chi ha detto che è solo?>
Sulla spiaggia c’erano adesso anche
Arcangelo, Fenice Nightcrawler e Sole Ardente.
Lemuria,
Capitale dell’omonimo impero sottomarino nelle profondità dell’Oceano Pacifico.
In piedi nel salone del Trono, Namor
MacKenzie, il Sub Mariner, ibrido tra Homo Sapiens e Homo Mermanus, capì
dall’espressione cupa sul volto dell’Imperatore Karthon che non erano in arrivo
buone notizie
<Mi dispiace, amico mio…> disse infatti
quest’ultimo <… ma né i nostri scienziati né i pochi maghi rimasti a Corte
sono riusciti a fare qualcosa per curare la condizione di Namorita.>
<Ne ero quasi certo ma non mi erano rimaste
molte speranze.> ammise Namor <Nessun essere di questo piano di realtà
potrebbe reggere allo shock di essere stata violentata da uno degli Abitatori
del Profondo ed aver poi partorito la sua progenie.>[7]
<Il risveglio dei Grandi Antichi ha
portato la devastazione a Lemuria costringendoci ad evacuarla in fretta e
furia.> commentò Karthon <L’unica cosa buona è stata il risveglio di tua
cugina Namora dalla catalessi che tutti scambiammo per morte.>[8]
<L’unica cosa buona, sì. Ora governa
Atlantide in nome di sua figlia in attesa che lei ritorni e più il tempo passa
e meno questo diviene probabile. Mi resta solo una possibilità..>
<Ovvero?>
<Chiedere l’aiuto alle non comuni capacità
di un vecchio compagno d’armi che ora sta a Los Angeles.>
Karthon non esitò:
<Ti farò mettere a disposizione una delle
navi più veloci della flotta di Lemuria per farvi arrivare il prima possibile
alla dimora di quell’uomo. Come tu hai detto, il tempo è un fattore
essenziale.>
<Io… ti ringrazio, vecchio amico.> replicò
Namor.
<Non c’è bisogno di ringraziamenti tra
noi. Ciò che conta è che Namorita sia salvata.>
Namor annuì. Doveva aggrapparsi a
quest’ultima speranza, non aveva scelta.
Sede
del Club Infernale, New York
Emma Frost partecipava ormai sempre più raramente
alle riunioni del Cerchio Interno di questo club molto esclusivo e molto
particolare anche se ne era ufficialmente la Regina Bianca.
<Il tuo è un progetto molto affascinante,
Emma, lo ammetto.> disse, infine, il Re Nero Sebastian Shaw dopo averla ascoltata
<Tuttavia mi chiedo che convenienza avremmo ad aiutarti a realizzarlo.>
Emma diresse il suo sguardo verso i nove
uomini e donne disposti a semicerchio davanti a lei. Alcuni erano mutanti come
lei, altri semplicemente disponevano di potere economico ed influenza politica
quasi illimitati, una di loro era la sua sorella minore Cordelia e sarebbe
stata capace di votarle contro solo per dispetto.
Impensabile cercare di influenzarli
mentalmente. Non solo Cordelia era immune alla sua telepatia, ma ce n’era anche
un’altra, una di cui era meglio non suscitare la collera.
<Molta convenienza, Sebastian.> si
decise a dire Emma <Oltre a vantaggi che ritengo evidenti, potrete contare
su un’alleata fidata per i vostri progetti… purché non siano in contrasto coi
miei obiettivi s’intende.>
<S’intende.> convenne Shaw poi chiese
agli altri <Voi che ne dite.>
<Mi piace.> rispose con un sorriso
mefistofelico Selene, la Regina Nera.
Altre mani si alzarono ed Emma dovette fare
uno sforzo per trattenere un sospiro di sollievo.
Isola
di Pequeña Providencia.
Sulla piccola spiaggia non mancava l’azione:
sei supereroi piuttosto agguerriti si stavano dando da fare ma anche coloro che
in teoria sarebbero venuti a salvare non se la stavano cavando male.
Finesse si stava battendo contro una donna di
colore dalla testa rasata ed un costume succinto di chiara matrice africana. Se
avesse fatto bene i suoi compiti avrebbe saputo che la sua avversaria si
chiamava Impala, era originaria dello Zambia e come il mammifero africano da
cui aveva preso il nome era agile e veloce.
Quel che Impala capì, invece, era che la
ragazzina era in grado di ripetere ogni sua mossa.
<Hai i riflessi fotografici come
Taskmaster!> esclamò.
<Mai sentito nominare.> replicò l’altra
forse con troppa enfasi.
Poco distante due donne dalla chioma rossa ed
un’indubbia somiglianza si ritrovavano fianco a fianco.
<E così sei venuta a salvarmi,
mammina?> disse con un po’ di ironia Rachel Summers.
<Non chiamarmi così.> replicò Jean Grey
<E comunque non ti avrei certo lasciato nei guai. Che ti è saltato in mente
di portarti dietro questo branco di ragazzini?>
<Dovevo inseguire i rapitori senza perdere
tempo e poi pensavo che con i miei poteri avrei potuto tenere a bada chiunque.
Non mi aspettavo un campo inibitore.>
<Prima regola del nostro mondo: aspettati
sempre l’inaspettato.>
Il giovane che si faceva chiamare Striker
affrontava un supercriminale noto come Supercharger anche lui dotato di poteri di
manipolazione dell’energia elettrica ed era in evidente difficoltà almeno
finché non arrivò She-Hulk che stese Supercharger con un pugno ben piazzato.
<Potevo farcela da solo.> sbuffò
Brandon Sharpe.
<Oh, ne sono convinta, era evidente.>
replicò Jennifer Walters con un sorrisetto ironico.
L’Inumano di nome Woz non era avvezzo a
combattere ma per sua fortuna Angel era stata addestrata dai guerrieri
dell’Alba Cremisi.[9]
Le sue piume di luce trafissero due avversari che crollarono al suolo.
Purtroppo per lei non si avvide che alle sue spalle c’era una ragazza che
dimostrava più o meno la sua età che stava puntando le braccia verso di lei.
Dalle sue dita uscì dell’energia azzurrognola che avvolse Grace facendola
cadere al suolo. La ragazza che l’aveva colpita si avvicinò forse per
completare l’opera ma una figura alata calò dall’alto e le sferrò un pugno che
la fece svenire.
Arcangelo atterrò accanto alla figlia e le
tese la mano per aiutarla a rialzarsi.
<Non riesci proprio a stare lontana dai
guai eh?> le disse sorridendo <Sei proprio una Worthington.>
<Dev’essere nel nostro sangue.> replicò
lei sorridendo a sua volta.
Intorno a loro non era ancora finita.
Isola
di Santa Providencia Grande.
L’uomo chiamato Graydon Creed entrò
nell’edificio che ospitava le prigioni di Santa Providencia scortato da un uomo
dai capelli biondi in costume arancione che gli assomigliava sinistramente ed
una giovane donna dai capelli castani e il costume violetto.
Con fare sicuro disse:
<Voglio vedere il prigioniero Moreau,
portatelo qui, adesso.>
Nessuno osò ribattere. Tutti sapevano che
anche se c’era un Presidente in carica, in realtà il vero potere era nelle mani
di Creed ed il suo ordine non fu discusso.
Pochi minuti dopo Philip Moreau era davanti a
lui ammanettato e scortato da due guardie.
<Toglietegli le catene.> ordinò Creed.
<È molto irregolare.> disse una delle
guardie.
<Stai discutendo i miei ordini?>
<No, Signore.> replicò l’altro dopo
aver deglutito.
Philip fu liberato. Si guardò intorno
sconcertato. Perché Graydon Creed era venuto sin lì e perché era in compagnia
di suo padre, Sabretooth, che odiava e soprattutto di Jenny Ransome che lui
sapeva essere alleata di Magneto? Jenny di cui lui era ancora innamorato e che
stava platealmente facendo finta di non conoscerlo?
-<Che succede, Creed? Hai intenzione di
vendermi a Magneto?> chiese,
<Qualcosa di simile.> replicò l’altro
<Ora seguici.>
C’era decisamente qualcosa di strano, pensò
il giovane genoshano mentre veniva fatto salire su un auto che partì subito
dopo, e forse aveva capito cosa.
L’auto percorse un breve tragitto per poi
fermarsi su un tratto deserto di spiaggia ma sarebbe stato meglio dire:
apparentemente deserto perché improvvisamente sembrò materializzarsi dal nulla
una navicella finora nascosta da un dispositivo di camuffamento capace di
ingannare anche le sofisticate difese fatte installare da Creed. Sulle fiancate
era dipinta una M rossa inscritta in un cerchio nero dai bordi anch’essi rossi.
Salirono tutti a bordo e durante il decollo
il pilota, una giovane donna dai capelli castani che indossava la classica
uniforme rossa e blu degli Accoliti di Magneto, si rivolse a Creed dicendo:
<Vedo che è andato tutto bene.>
<A meraviglia, Unuscione.> replicò “Creed”
mentre ritornava alle sue vere sembianze, quelle di Mystica <Per fortuna mio
figlio sa come farsi obbedire dai suoi sottoposti senza discutere.>
<Nostro figlio, baby.> intervenne
Sabretooth ghignando <Ci sarebbe da esserne orgogliosi eh?>
Mystica storse le labbra e senza replicare si
diresse al posto del secondo pilota.
Alle sue spalle Jenny Ransome stava
abbracciando Philip Moreau.
<Finalmente sei al sicuro… e insieme a
me.> disse e lo baciò con passione.
<Che teneri piccioncini.> commentò,
sogghignando, Sabretooth <Peccato che non ci sia un violino.>
<Perché non provi a startene buono e zitto
nel tuo angolino, Victor?> lo redarguì Mystica <Se vuoi ti faccio
preparare una lettiera.>
Sabretooth rise sguaiatamente.
Isola
di Pequeña Providencia
Gli scontri volgevano al termine ed era ovvio
chi stesse vincendo
Sole Ardente era un po’ seccato di non aver ar trovato avversari alla sua altezza. A parte
aver fuso un po’ di missili non c’era stata nessuna sfida degna di lui.
Si guardò intorno e vide che Nightcrawler si
stava occupando di alcuni avversari nel suo modo peculiare: sparendo e
riapparendo poi alle loro spalle oppure confondendosi tra le ombre proiettate
dagli alberi ed uscendone all’improvviso.
Non molto lontano da lì la ragazzina chiamata
X-23 si stava accanendo contro un tizio che sembrava un leone antropomorfo… e
magari lo era.
Una mano forte la prese per la collottola e
la sollevò mentre una voce profonda diceva:
<Ora basta, ragazzina, hai vinto.>
Laura provò a divincolarsi ma USAgent, perché
di lui si trattava, non si scompose e la lasciò cadere a terra.
<Sei la figlia di Wolverine eh?> disse
<Hai lo stesso caratteraccio.>
X-23 lo guardò storto ma intanto la rabbia le
era passata.
Agent aveva ragione: lo scontro era terminato
ed i buoni avevano vinto. Gli scagnozzi di Graydon Creed erano a terra o si
stavano leccando le ferite.
Improvvisamente Mystica e Philip Moreau
apparvero sulla spiaggia. Ci vollero solo pochi istanti ai presenti per capire
che non erano davvero lì.
<<Questa è una comunicazione olografica
a lunga distanza.>> chiarì Mystica.
<Come l’induttore di immagini di Tony
Stark.> commentò She-Hulk.
<<Philip Moreau ora è sotto la protezione
di Magneto. Con noi sarà al sicuro da chi lo vuole morto.>>
<<Sto davvero andando con loro di mia
spontanea volontà.>> chiarì Moreau <<C’è una cosa che dovete
sapere, però: il mio rapimento è stato organizzato da Alda Huxley perché avevo
scoperto un suo complotto per impadronirsi stabilmente del potere a Genosha. Ne
ho le prove. Fate parlare Lodestone, lei vi dirà tutto.>>
Le immagini tremolarono e scomparirono.
In quel momento un elicottero arrivò e dopo
che fu atterrato ne scese Graydon Creed affiancato da una donna dai capelli
neri, la pelle lattea e un rombo rosso sulla fronte che indossava una guepiere
nera e stivali. Con lei c’era anche una donna bionda con una grossa pistola al
fianco.
<Mia madre ha sempre avuto il gusto della
teatralità.> disse Creed con un mezzo sorriso <Visto che l’uomo che
cercavate non è più qui, vi è concesso di andarvene tutti pacificamente.>
<Cosa?> esclamò USAgent <Pensi
davvero di poterci cacciare?>
<Questo è uno Stato Sovrano è voi siete
entrati illegalmente, quindi sì, penso di potervi intimare di andarvene
immediatamente>.
La tensione che si era creata si poteva,
tanto per usare una frase fatta, tagliare con il coltello, poi She-Hulk disse:
<Ce ne andiamo ma portiamo con noi
Lodestone.>
<E se provi ad impedircelo, vedrai che ne
facciamo del tuo Stato Sovrano.> ribadì Agent.
Creed sembrò riflettere per qualche istante
poi disse:
<Ma sì, in fondo che m’importa di lei?
Fatene pure quel che volete,>
La superumana brasiliana era tra gli
sconfitti. Non ci volle molto a trovarla, ancora svenuta, ed a caricarla sul
Blackbird.
Creed non rinunciò ad un’ultima
punzecchiatura e si rivolse a Nightcrawler:
<Ciao, fratellino. Ho sentito che non vuoi
più fare il prete. La tua ragazza ne sarà contenta. Oh, giusto, ti ha
piantato.>
<Crepa, Graydon.> replicò Kurt Wagner
all’indirizzo del fratellastro.
<Mi è già capitato. Non è poi questa gran
cosa.> replicò lui.
In breve Quinjet e Blackbird decollarono e
Creed li osservò allontanarsi.
Peccato per la Dottoressa Huxley, pensò, ma
si sa cosa accade ai piani migliori di uomini e topi.
Rifugio segreto di Magneto
Philip Moreau scese dalla navetta e si trovò
di fronte Magneto. Accanto a lui l’onnipresente Emma Frost e Forge.
<Benvenuto
tra noi Philip.> lo salutò il Signore del Magnetismo <Spero che si
troverà bene.>
<Ed io
spero di non aver cambiato una prigione con un’altra.> commentò Philip
<Niente
affatto, è libero di andarsene quando vuole. Anzi, che ne direbbe di accompagnare
Jennifer Ransome a New York e portare un mio messaggio personale al Consiglio
di Sicurezza delle Nazioni Unite?>
<Che
messaggio?>
Magneto
glielo spiegò ed alla fine il giovane disse:
<D’accordo,
sarò il suo messaggero.>
<Ottimo.
Una volta terminato il suo compito potrà restare a New York se lo desidera.>
Philip
annui e strinse la mano di Jenny che gli sorrise.
Rinfrancato,
decise di togliersi una curiosità e si rivolse a Forge:
<Tu
eri uno degli X-Men, perché hai cambiato bandiera?>
< È
molto semplice.> rispose il Cheyenne <Magneto mi ha dato un’occasione più
unica che rara di costruire qualcosa che sarà di aiuto a tutti i mutanti nel
Mondo.>
Indica quel
che c’è intorno a loro, il luogo stesso in cui si trovano: un’isola artificiale
la cui superficie è fatta quasi interamente di plastica.
<Benvenuto
a Utopia.> dice, sorridendo, Magneto.
CONTINUA
su X-MEN #45.
Le Note
Ed eccoci arrivati al termine di questo nuovo capitolo del nostro
lungo crossover tra Vendicatori e X-Men. Non c’è molto da dire per la verità.
L’azione prosegue su X-Men #45 e si conclude finalmente su
Vendicatori #103.
Nel prossimo episodio: Namor. Basta così.
Carlo
Carlo
[1] Su Vendicatori #102.
[2] Ovvero Cable e X-Man ma forse dovremmo contare anche Adam Essex lo Sciamano.
[3] Su Gli Incredibili X-Men #39.
[4] Nelo scorso episodio e su X-Men #44 e Vendicatori #102.
[5] Si riferisce ovviamente a Nightcrawler ed a Rogue.
[6] Ogni giorno nasce un nuovo pollo da spennare.
[7] Di cosa parla Namor? I dettagli su Namor MIT #1/7.
[8] Su Namor MIT #2.
[9] Come dettagliato nella miniserie MIT Arcangelo.