Quel che è successo finora: La Stazione spaziale internazionale Starcore 3 è stata attaccata dagli alieni Rigeliani proprio mentre a bordo si trovava il Vendicatore di riserva Visione che è riuscito a mandare un segnale di soccorso alla Terra. Il suo SOS è stato raccolto dalla sezione Ovest dei Vendicatori che sono subito partiti per lo Starcore. Una volta arrivati hanno scoperto che la crisi era stata risolta ma era un inganno. L’equipaggio e la stessa Visione erano stati sostituiti: i veri nemici erano gli alieni noti come Spettri Neri.
MARVELIT
PRESENTA
di
Carmelo
Mobilia e Carlo Monni
(e
un grazie speciale a Igor Della Libera)
SPACE COWBOYS
– 2° parte
#
45
Stazione Spaziale Internazionale Starcore 3.
Gli Spettri Neri
avevano preso il controllo dello Starcore e sconfitto tutti i Vendicatori
tranne uno. Calabrone era riuscito a fuggire riducendosi alla dimensione di
insetto e volando via.
Non aveva potuto
impedire che i suoi compagni fossero presi prigionieri ma avrebbe fatto tutto
quello che poteva per liberarli.
Infilatosi in un
condotto d’aerazione Henry Pym si stava riposando e contemporaneamente cercava
di elaborare un piano piano d’azione.
Sapeva di avere poco
tempo; prima o poi i suoi avversari avrebbero trovato il modo di rintracciarlo.
Era solo contro
chissà quanti avversari. Avrebbe dovuto essere demoralizzato e scoraggiato ma
non poteva permetterselo. Doveva essere ottimista.
Dopotutto nei primi
tempi della sua attività, quando ancora era solo Ant Man aveva respinto un paio
di invasioni aliene da solo o quasi[1] perché stavolta avrebbe
dovuto essere diverso?
Pensava che gli Spettri
Neri fossero stati sconfitti definitivamente tanto è vero che il loro nemico
storico, Rom, era tornato nel suo pianeta natale e si era sposato con una
terrestre.[2]
A quanto pare erano
riusciti a fuggire dal Limbo e recuperare i loro poteri. Nulla dura davvero per
sempre.
Cercò di ricordare
quello che sapeva sui suoi avversari.
Da quello che
ricordava, gli Spettri Neri, erano divisi in due caste: i maschi erano perlopiù
dediti alla scienza e le femmine alla magia anche se non mancavano esempi di
membri di un sesso esperti anche nella specialità dell’altro.
C’era un’altra cosa
a distinguerli: i maschi normalmente mantenevano in vita coloro di cui
assumevano la forma duplicando le loro memorie con mezzi scientifici.
Le femmine, invece,
usavano una sorta di lingua prensile per succhiare il cervello delle vittime
assorbendone i ricordi oltre all’aspetto. La vittima si dissolveva in cenere al
termine del processo.
C’era la possibilità
concreta che l’intero equipaggio avesse fatto quella fine.
Hank represse un
brivido e cercò di mantenere il distacco tipico dello scienziato ma non era
facile.
Visione non era un
essere umano di carne e sangue ma un androide, anzi un sintezoide, era molto
probabile che su di lui il procedimento usato dalle femmine non funzionasse e
l’alieno che aveva impersonato Corbeau non aveva i suoi ricordi, forse non
aveva fatto in tempo a duplicarli, quindi lo scienziato quasi certamente era
ancora vivo.
Doveva trovarli
entrambi e sapeva come fare.
Hacienda dei Vendicatori, Penisola di Palos Verdes,
Contea di Los Angeles.
Il taxi si fermò
davanti al cancello d’ingresso e per Tigra fu come tornare a casa.
Schiacciò il
pulsante del citofono.
<Hola
Ramon. Ábreme,
soy yo, Greer.>
<<Seῆorita
Nelson! Que placer!>> rispose
affettuosamente il maggiordomo.
L’ampia cancellata
si aprì e il taxi potè arrivare fino all’ingresso della villa.
Ramon era sul
porticato ad attenderla.
<Mi spiace averti
fatto venire fin qui Ramon, ma come vedi ho ancora bisogno di una stampella e
non posso muovermi come voglio.> fece notare la donna-gatto.
<Si, entiendo. Ma lei,
seῆorita, è guarita in un tempo record.>
<Benefici del mio
retaggio felino> rispose la donna < Ma, dimmi, gli altri sono ancora in
missione? Io e Jennifer dovevamo pranzare insieme, ma non avendola vista, ho
immaginato che fossero ancora fuori ...>
<Sì, sono partiti
ieri sera e non hanno ancora fatto ritorno.> disse il maggiordomo
<Intanto vuole che le faccia preparare la sua stanza?>
<No Ramon. Non
sono qui per restare. Ero passata solo per salutare e prendere le mie cose
perché purtroppo devo partire. Vado a Chicago. Mio padre non sta bene.>
<Ah. Lo siento mucho. Porterò io i suoi
saluti alla squadra allora.>
<Grazie.>
disse Tigra <Spero solo che non sia successo nulla di grave.> aggiunse
tra sé e sé.
Stazione spaziale Starcore 3.
Nel frattempo, a
qualche milione di chilometri di distanza, i Vendicatori erano stati rinchiusi
a coppie dentro celle ricavate dagli alloggi dell’equipaggio e rese a prova di
fuga da sofisticati mezzi tecnologici.
U.S.Agent era
rinchiuso insieme all’inerme Jennifer Walters.
Privato del suo
scudo cercava di abbattere la porta a spallate, ma questa era sigillata da un
campo di forza che non voleva saperne di cedere.
<È inutile. Non
ce la farai mai.> sospirò la ragazza, disillusa.
<Cosa dovrei
fare, starmene con le mani in mano?> sbottò Agent continuando a colpire la
porta.
<Sto solo dicendo
che cederai prima tu della porta.>
<Lo vedremo.>
<Pazzo
testardo.>
<Lo sai, Walters,
quando eri verde ti trovavo irritante e presuntuosa, ma almeno avevi grinta da
vendere. È una cosa che ho sempre ammirato in te. Da quando quegli alieni ti
hanno reso umana non fai altro che lagnarti! Sei ancor più insopportabile!>
<Che cosa vorresti
che facessi, eh? Con i miei poteri di She-Hulk sono almeno dieci volte più
forte di te! Ma così... sono solo un semplice avvocato! Come posso affrontare
quei... mostri? Sono così inutile, sono...> di colpo tutte le insicurezze e
le fragilità che la forte figura di She-Hulk metteva a tacere riemersero
nell’animo di Jennifer Walters e la ragazza iniziò a piangere.
Un pianto che
sciolse il duro cuore del severo U.S.Agent.
Per quanto passasse la
maggior parte del tempo a rendersi odioso e ad attaccar briga con tutti, John
Walker rimaneva un vero gentiluomo del Sud, e non poteva resistere davanti ad
una fanciulla in lacrime.
<Avanti, non far
così, su.> disse, addolcendo la voce e abbracciandola <Siamo i
Vendicatori, non è la prima volta che ci troviamo in una situazione del genere.
Ne usciremo anche stavolta, te lo prometto.> la strinse forte a se <Ti
riporterò a casa, Jennifer. Fosse l’ultima cosa che faccio.>
In un'altra cella, intanto, si stava svolgendo una
scena del tutto simile.
<Niente, non c’è
modo di uscire. Devono aver sigillato l’uscita con una specie di campo di
forza> sentenziò Aracne staccandosi dal soffitto e atterrando in piedi.
<Mi chiedo se
resisterebbe alla mia mazza... domanda retorica ovviamente. Mi hanno tolto il
bastone. Adesso sono solo un architetto. Un architetto zoppo.> sbuffò Eric
Masterson, seduto sulla brandina.
<E che non brilla
certo di ottimismo, eh.> lo riprese la ragazza.
<Scusa. Non sono
il tipo da mollare la spugna... altre volte mi sono trovato senza il mio
martello. Ma almeno ero libero e potevo chiedere aiuto. Rinchiuso qui dentro mi
sento così solo e impotente.>
<Non sei da solo.
Ci sono qui io con te.> disse Julia, smascherandosi.
<Già. Questa è
l’unica cosa positiva della situazione.> rispose Eric, abbozzando un
sorriso.
<Beh volevamo un
po’ di tempo per noi, ricordi? Possiamo far finta di essere in una camera di
hotel> scherzò la donna, abbracciandolo.
<Sì beh... il
servizio in camera fa schifo. Non avranno una buona recensione da parte
mia.>
Julia sorrise.
<Eric Masterson,
sei unico. Riesci a farmi ridere pure in questa situazione.>
<Beh, a scuola
non potevo contare sul fisico per cui lo sai: falle ridere e sei a metà
strada.>
<Beh con me ha
funzionato. Non sono mai stata attratta dai tipi atletici, ho sempre ammirato
più il cervello> ammise <e a proposito di tizi col cervello, Hank è
ancora lì fuori. Vedrai che troverà un modo di liberarci.>
In un'altra cella ancora.
Per una pura
coincidenza, i due acquisti più recenti della squadra furono rinchiusi insieme.
Sia i poteri
pirotecnici di Sole Ardente che quelli anfibi di Namorita erano resi nulli da
delle sofisticate manette ipertecnologiche, e per la ragazza anche dalla
mancanza di acqua.
Shiro Yoshida era
preso dalla rabbia più totale.
<Non conosco bene
il giapponese, ma riconosco le imprecazioni quando le sento. Mi sto facendo una
cultura in parolacce nipponiche.> lo schernì la ragazza.
<Devo liberarmi
da queste dannate cose!> disse lui, picchiando le mani contro la parete
<Se riesco a liberarmi, giuro che fonderò questa astronave!>
<Vorrei poterti
aiutare, ma sono impotente come te.>
Il giapponese
imprecò ancora.
<Secondo te
perché non ci hanno ancora uccisi?> chiese la ragazza <Non che la cosa mi
dispiaccia.>
<Hanno parlato di
dichiarare guerra alla Terra. In quel caso, è sempre meglio avere dei
prigionieri da barattare. Inoltre, il tuo amico è un membro del Nova Corps. È
un ostaggio prezioso.>
<Richard...>
<Già, lui. Se
solo ci fosse un modo per usare il suo casco per mandare una richiesta di
soccorso ai suoi compagni... ci libererebbero in un attimo.>
L’idea di Shiro era
buona, purtroppo non era attuabile.
Proprio per impedire
un’ipotesi del genere, gli Spettri Neri tenevano Richard Rider in un campo di
stasi, impedendogli qualsiasi movimento e il suo casco, come lo scudo di
U.S.Agent e il bastone di Eric Masterson, erano tenuti sotto costante
osservazione da uno degli Spettri.
Nella sala comando.
I due alieni che
fino a poco prima impersonavano Peter Corbeau e la Visione stavano
supervisionando le operazioni di alcuni loro simili.
<Fate più in
fretta!> intimò uno di loro <La riconversione di questa stazione deve
essere completata prima della prossima rotazione terrestre.>
<Questa volta
nulla potrà fermarci, abbiamo pensato a tutto.> aggiunse l’altro.
<Io continuo a
pensare che avremmo dovuto infiltrarci tra i terrestri e conquistarli
dall’interno.> intervenne lo Spettro Nero femmina che aveva neutralizzato
Thunderstrike.
<Quella strategia
ha fallito in passato e di certo i terrestri hanno elaborato delle
contromisure. Stavolta non falliremo ed il biasimo delle nostre azioni ricadrà
sui Rigeliani sotto il cui aspetto ci presenteremo.>
Nascosto in un
condotto d’aerazione e nelle dimensioni dell’insetto da cui aveva preso il
nome, Calabrone li stava ascoltando. Il traduttore universale incorporato nel
suo casco non aveva colto tutto ma era quanto bastava per preoccuparlo. Doveva
assolutamente trovare il luogo dove era tenuto prigioniero Visione sperando che
non l’avessero smantellato.
Aveva un’idea di
come fare. Mentre volava via sintonizzò le sue antenne su una particolare
frequenza.
Santa Monica, Contea di Los Angeles.
La giovane donna si
chiamava Patricia Starr, Trish per gli amici e professionalmente. Non molto
tempo prima era stata una modella piuttosto famosa: il suo volto ed il suo
corpo erano apparsi su molte copertine. Tutto era finito quando su zio, il
perfido supercriminale che si faceva chiamare Testa d’Uovo, aveva sabotato
l’auto del suo fidanzato di allora, il miliardario Kyle Richmond,[3] facendola esplodere.[4] Erano sopravvissuti
entrambi ma lei aveva perso un braccio, quello stesso braccio ora sostituito da
una protesi bionica che le avevano installato proprio quel giorno e che era
virtualmente indistinguibile da uno vero. Era perfino caldo e morbido al tatto.
Trish avrebbe dovuto
essere felice ma non ci riusciva, anzi si sentiva a disagio. Si ricordava di
come un braccio simile le era stato donato qualche anno prima da suo zio che se
ne era servito per fare di lei la sua pedina inconsapevole in un piano per
distruggere Henry Pym, l’uomo di cui ora era innamorata.[5]
Hank… vorrebbe
parlare con lui di come si sente ma lui è irraggiungibile. Una qualche missione
dei Vendicatori probabilmente. Sarebbe troppo sperare che non sia in pericolo.
Stazione spaziale Starcore 3.
“L’esperienza
insegna” dice un vecchio detto, e di esperienza, sia Henry Pym che i Vendicatori,
ne avevano fatta, nel corso degli anni.
Nel corso della loro
storia era già accaduto che i Vendicatori cadessero nelle mani del nemico, e
pertanto, per evitare di venire colti impreparati in casi come questi, i
Vendicatori avevano piantato un microchip sottocutaneo a ognuno dei loro
membri, in modo da essere immuni da manipolazioni mentali e poter venir
rintracciati dai compagni in caso di scomparsa. Visione non faceva eccezione.
Seguendo il richiamo
del chip, infatti, Calabrone riuscì a rintracciare la stiva dove il suo
compagno e il dottor Corbeau erano stati rinchiusi.
Visione era tenuto
prigioniero dalle speciali manette blocca poteri che gli Spettri Neri avevano
utilizzato anche su Sole Ardente e Namorita, ma nel caso del sintezoide, gliele
avevano messe pure ai piedi, impedendogli di camminare liberamente.
Una volta
accertatosi che i prigionieri fossero soli, Calabrone tornò alle dimensioni
normali.
<Visione!>
esclamò.
<Hank!
Sono veramente lieto di rivederti... hai ricevuto il mio messaggio, devo
presumere.>
<Sì, l’elmetto di
Nova è stato in grado di riceverlo, seppur disturbato. Salve, dottor
Corbeau.>
<Dottor Pym, è il
cielo che la manda! Quei... mostri hanno assassinato tutto il mio
equipaggio!>
<Era quello che
temevo. Mi dispiace, dico davvero.>
<Che
ne è degli altri?> chiese Visione.
<Ci hanno colti
di sorpresa e li hanno fatti prigionieri... solo io sono riuscito a
fuggire.>
<Basterà
per poterci vendicare.>
<Vorrei essere
anche io così ottimista. Hanno con loro delle armi sofisticatissime, in grado
di annullare i poteri dei più potenti dei nostri... e vedo che hanno
neutralizzato pure i tuoi.>
<Sì,
non riesco ad avere ragione di queste manette. Bloccano pure i poteri di natura
artificiale come i miei. Anche la mia gemma solare è inutilizzabile.>
<Si, ho provato a
liberarlo... ma nulla, non c’è stato modo.> aggiunse Corbeau.
<Non per un uomo
normale, certo. Ma per un... Giant Man?> Hank Pym crebbe di dimensioni, e
con la sua statura crebbe pure la sua forza.
Afferrò le manette
ipertecnologiche e, per quanto queste fossero resistenti, riuscì a frantumarle
liberando l’amico.
<Grazie
Hank. È un piacere tornare a muoversi liberamente.>
<Ti capisco. Ora
non ci resta che liberare anche il resto della squadra. Siamo noi due contro
tutto l’equipaggio. Te la senti?>
<Non
dubitarne.>
<Dottor Corbeau,
per il momento le suggerisco di rimanere qui. Non dia nell’occhio. La verremo a
prendere noi quando tutto sarà finito.>
<D’accordo. Buona
Fortuna Vendicatori.>
<Non
si preoccupi dottore. Pagheranno caro quello che hanno fatto al suo
equipaggio.>
Poco dopo, i due
esperti Vendicatori erano nuovamente in azione. Si muovevano furtivamente per non
essere visti. Hank si era nuovamente rimpicciolito alle dimensioni di un
calabrone, mentre la Visione manteneva la sua densità talmente bassa da
riuscire a fluttuare nell’aria e risultare tanto trasparente da essere quasi
invisibile.
<Sai cosa fare
Viz. Manovra O/C.>
<Si.> rispose il sintezoide.
Calabrone iniziò a
volare per i bui e freddi corridoi della nave, alla ricerca di uno degli
alieni.
Attirò l’attenzione
di una delle femmine.
<Ehi!
FERMO!>gli intimò.
Calabrone iniziò una
fuga tornando da dove era venuto, lo Spettro Nero gli andò dietro: quando fu
abbastanza vicino da poterlo afferrare però, da una parete adiacente apparve la
Visione, che usando il suo potere, materializzò parzialmente la sua mano
all’interno del corpo dell’aliena, mettendola fuori combattimento.
<Ben fatto. Ne
mancano solo qualche decina.> ironizzò Hank.
La tattica adottata
prendeva il nome dalla leggenda romana degli Orazi contro i Curiazi.
Ripetendola in altre
occasioni, Visione e Calabrone riuscirono a ridurre il numero degli alieni di
guardia ai corridoi e alle celle dei loro compagni. I prigionieri venivano
ridotti alle dimensioni di insetto e rinchiusi dentro un contenitore nella
cintura di Hank.
<Via libera.>
disse, rinchiudendo l’ultimo dei prigionieri.
Gli Spettri Neri
avevano rinchiuso i Vendicatori negli alloggi dell’equipaggio, ma sulla porta
d’accesso di ogni stanza avevano piazzato un generatore di campo di forza, che
sigillava l’ingresso rendendolo inespugnabile per gli occupanti.
Fortunatamente per
loro, quel dispositivo non era in grado di resistere alla forza della Visione,
che assunta la densità del diamante lo schiacciò come se questo fosse una
lattina.
La porta della
stanza si aprì, con enorme gioia da parte di U.S.Agent e Jennifer Walters.
<Pym! Ce l’hai fatta!>
esclamò entusiasta lo Scudiero.
<”With a
little help from my friend” per citare i Beatles> disse Pym, indicando la Visione.
<Jennifer. Che cosa
ti è successo?> chiese, stupito,
quest’ultimo.
<Uno di quei mostri
mi ha fatto una specie di stregoneria... ha cantato una canzone e, non so come,
mi ha fatta tornare umana.> disse, sconsolata, la ragazza.
<Allora sarà la
prima che dovremo neutralizzare.>
sentenziò Visione.
<Ma prima ancora
dovremo liberare gli altri.> disse Pym.
<Ben detto.>
aggiunse U.S.Agent <Fai strada.>
L’insolito quartetto
andò a liberare i proprio compagni, che furono ben felici di rivederli.
<Che ti avevo
detto Eric? Lo sapevo che Hank ci avrebbe liberato!> esclamò fiduciosa
Aracne.
<Già. Vorrei solo
poter essere altrettanto d’aiuto, ma non credo di poterlo fare in queste
condizioni.> rispose Masterson.
<Lo stesso vale
per me.> disse, demoralizzata, l’ex She-Hulk.
<Io invece sono
pronto a farli a pezzi!> esclamò furioso Shiro Yoshida <Quei mostri non
sanno con chi hanno a che fare!> ma al furioso Sole Ardente si contrapponeva
una debilitata Namorita.
<Che ti hanno
fatto?> chiese Julia.
<È
la disidratazione.> fece notare
Visione. <Metterla
in cella con Sole Ardente non è stata una scelta casuale. Le emanazioni di
calore che il nostro amico mutante emette l’hanno a poco a poco disidratata.
Molto acuto. I nostri carcerieri sono degli strateghi molto in gamba.>
<Pagheranno anche
per questo!> esclamò nuovamente Sole Ardente.
<Questa è
un’astronave terrestre, con equipaggio terrestre.> disse U.S.Agent <Da
qualche parte di questa bagnarola ci deve senz’altro essere dell’acqua. I
membri dell’equipaggio si saranno pure fatti una doccia ogni tanto!>
<Richard...
dobbiamo trovare.... Richard ....> disse con voce debole Namorita.
<Giusto, Rider.
Dobbiamo trovare pure lui.> disse ancora U.S.Agent.
<E il mio
bastone. Con quello posso nuovamente trasformarmi e prendere a calci questi
dannati alieni.> aggiunse Masterson.
<Ok, allora ci
divideremo in due squadre. Io, Sole Ardente, U.S.Agent ed Eric andremo a
cercare Nova e a recuperare le vostre armi, Visione, Aracne e Jennifer andranno
a cercare dell’acqua per reidratare Namorita.> disse Hank Pym.
<D’accordo.>
<Ai. Ma come facciamo a sapere dove
tengono prigioniero il novellino?> chiese Sole Ardente.
Hank Pym estrasse
dalla cintura il barattolo con dentro gli Spettri Neri prigionieri.
<Basterà chiedere
a uno dei nostri ospiti...>
Più tardi.
Aracne portava in
braccio Namorita ormai troppo debole per camminare. Non sembrava accusare
fatica e nel suo sguardo si leggeva solo fredda determinazione.
Accanto a loro,
Jennifer Walters non poteva fare a meno di pensare a quanto si sentisse
inadeguata in quella situazione. Era una donna dall’animo forte anche prima
della sua trasformazione in She-Hulk, ma diventare la Gigantessa di Giada non
l’aveva solo resa superforte ma anche più disinibita e sicura di sè, ed ora si
sentiva come vuota.
Jen si chiedeva se
mai avrebbe recuperato i suoi poteri e la sensazione di sicurezza che l’essere
She-Hulk le dava.
Mentre camminavano
in cerca delle docce, improvvisamente da un angolo sbucò una pattuglia di
Spettri Neri.
<Era troppo bello
per durare.> commentò Aracne.
<I terrestri, liberi!>
esclamò uno degli Spettri Neri.>
<Fermi dove
siete, terrestri!> intimò un altro.
Con ostentata calma
Julia depose Namorita sul pavimento e poi disse a Jennifer:
<Resta dietro di
me.> così dicendo, l’ex Donna Ragno emise una tela psionica tra loro e gli
alieni, impedendo a questi di proseguire.
<Non ci terrai
lontana con questi trucchetti, umana.> dichiarò uno degli Spettri
<basterà mutare di forma per...> ma non terminò la frase, perché dal
soffitto si calò Visione nella consueta forma spettarle e usando la sua tipica
mossa, solidificò parzialmente la mano nel corpo dell’alieno mettendolo fuori
causa.
Il secondo Spettro
aveva una pistola laser e riuscì a sparare un colpo ma questo, com’era
prevedibile, attraversò il corpo del Vendicatore, lasciandolo illeso.
Aracne proiettò una
tela verso l’arma e lo disarmò, lasciandolo indifeso verso il gancio destro di
Visione, resosi nuovamente solido.
<Ben fatto
Viz.> disse la donna.
<Altrettanto Julia.
Muoviamoci adesso. Ho trovato le docce sono poco più avanti, svoltando a destra.>
Le tre donne
avanzarono nella direzione indicata dal sintezoide, mandato precedentemente in
avanscoperta, e videro i corpi di altre alieni svenuti.
<Ti sei tenuto
occupato, vedo.> osservò Jennifer.
<L’effetto sorpresa
procura un grande vantaggio, avrebbe detto Capitan America. Eccoci, siamo
arrivati. Ora adagiate qui Namorita.>
Lo scrosciò d’acqua
rigenerò a poco a poco l’atlantidea, che nel giro di pochissimo passò
dall’essere stremata all’essere piena di vigore ed energie.
<Aaaaah ... dio,
sto molto meglio!> esclamò <Adesso muoviamoci!> esclamò Nita
<Voglio proprio dare una bella lezione a quei bastardi!>
Sferrò un pugno che
sfondò una parete.
<Ehi!> esclamò
Julia <Ricordami di non farti mai arrabbiare quando sei in forma.>
<Sono una Sub
Mariner, non dimenticarlo.> ribattè l’altra.
Jennifer vide con
quale facilità la sua compagna era tornata ad essere forte e combattiva in
pochi istanti.
Se solo fosse
bastato così poco anche a lei... e di nuovo, cominciò a chiedersi se sarebbe
mai tornata ad essere She-Hulk, o se avrebbe dovuto passare il resto dei suoi
giorni nei panni della semplice Jennifer Walters.
Sempre che fosse
sopravvissuta a quell’avventura, ovviamente.
<Non temere
Jennifer. Vedrai che tornerai a essere di nuovo te stessa. La mia esperienza
con la magia mi dice che gli incantesimi hanno quasi sempre effetti
temporanei.> intervenne
Visione.
<Come fai a dirlo?>
<Ero
sposato con una strega ricordi?>
<Tu sì che sai consolare una ragazza, Viz.> replicò Jen.
<Era
una battuta sarcastica?>
<Sei davvero sveglio.> rispose la ragazza, sforzandosi di
sorridere.
Altrove.
Attraverso i condotti dell’areazione, il resto del gruppo raggiunse il
luogo dove Nova era prigioniero, ovvero quella che in precedenza doveva essere
la sala mensa.
Stavano in fila indiana, a carponi. Sole Ardente aveva insistito per
andare per primo, U.S.Agent gli era subito dietro. Calabrone, ridotto di
dimensioni, era in testa accanto al giapponese. Ultimo restava Masterson, che
non riusciva a stare al passo dei compagni.
<Ecco Nova.> disse Sole Ardente sottovoce.
Richard Rider fluttuava a mezz’aria dentro un campo di forza,
provocato da quattro generatori che fluttuavano anch’essi, all’altezza di polsi
e caviglie.
< Vedi anche il mio scudo?> chiese U.S.Agent
<Si.> disse Calabrone <Lo stanno analizzando insieme al casco
di Nova e il bastone di Eric.>
E in effetti, gli scienziati alieni erano proprio intenti a studiare
le armi dei nemici.
<I caschi dei Nova Corps hanno proprietà incredibili. Se solo
riuscissimo a farlo funzionare...> esclamò uno degli alieni.
<Forse potremmo interrogare il prigioniero.> disse un altro.
<Forse. Magari è in grado di dirci anche qualcosa su questi
oggetti... lo scudo è composto da una lega metallica apparentemente
indistruttibile, e in grado di assorbire l’energia cinetica, ma il bastone...
beh pare legno terreste al 100%. Mi chiedo quali capacità speciali possa
avete.>
<Per quello credo che dovremo rivolgerci ai nostri stregoni. Non vi
è alcuna scienza in quell’oggetto, ma magia occulta.>
<Ok ragazzi ci siamo: è il momento. Voi occupatevi degli Spettri,
io libero Richard.> disse Calabrone.
<Bene, non vedevo l’ora!> così dicendo, il mutante nipponico usò
il suo potere per fondere le grate e si lanciò all’attacco.
<Maledetti mostri spaziali, non vi perdonerò mai!> esclamò Sole
Ardente, lanciando una sfera di fuoco contro gli alieni.
<I TERRESTRI SONO LIBERI!> diede l’allarme uno degli Spettri.
Un intera armata di alieni raggiunse il luogo, e tutti aprirono il
fuoco verso Shiro Yoshida, che volteggiava fra i laser rispondendo agli
attacchi.
Mentre si batteva, la sua memoria andò ad un vecchio racconto che gli
aveva fatto il suo vecchio compagno X-Man Banshee, legato a una missione
spaziale contro un pazzo di nome Steven Lang.
Quello scontro finì quasi per costare la vita a Jean Grey.
Curiosamente anche quella volta c’era di mezzo il Dottor Corbeau.[6]
Forse Shiro non era il compagno di squadra più piacevole del mondo, ma
non avrebbe permesso nessuna perdita nel suo team.
”Non finchè sarò in grado di combattere.” pensò tra sé e sé.
U.S.Agent dal canto suo, tra un’acrobazia e un calcio riuscì a
recuperare il suo fidato scudo.
<Così bello, vieni da papà. Mi sento perso senza questo coperchio
per i rifiuti!> esclamò, poi i rivolse al compagno:
<Ehi Masterson, a te!> disse, lanciandogli il bastone.
<UFF!> Eric Masterson però non era altrettanto agile. Cadde dal
condotto, atterrando sul sedere, e non riuscì ad afferrare il prezioso oggetto.
<Ti prego, ti prego, fammi resistere solo un altro po’...> ma
gli spari degli Spettri Neri gli impedivano di raggiungere il suo bastone.
<Andiamo... e lì a pochi metri ... > sbuffò.
U.S.Agent provava a coprirlo, ma il numero degli alieni aumentava,
perché i rinforzi non tardarono ad arrivare.
<UCCIDETELI!> sentenziò uno di loro.
Pym intanto cercava di disattivare i generatori di stasi che
imprigionavano Nova.
<Resisti Richard, ci sono quasi.> disse.
<Al diavolo, chi non risica...> esclamò Eric, stufo di ripararsi
dietro un tavolo.
Si lanciò verso il suo bastone e una raffica laser lo colpì di
striscio.
<Yhooouw!> gridò di dolore.
<Masterson! Stai bene!> gridò preoccupato U.S.Agent.
Il boato di un tuono gli rispose.
<SÌ, E ADESSO NON VEDO L’ORA DI ROMPERE LE CORNA A QUALCUNO!>
gridò Thunderstrike.
<C’è posto per tutti.> disse Sole Ardente.
Calabrone sparò una scarica contro uno Spettro Nero che tentava di
colpirlo poi tornò a concentrarsi sul campo di stasi.
<O la va o la spacca.> mormorò premendo un pulsante.
Il campo si spense e Richard Rider si ritrovò di colpo sul pavimento.
<Molto umiliante.> borbottò rialzandosi.
<L’importante è che sei libero.> replicò Hank <Pronto a
combattere?>
<Sono nato pronto.> ribattè spavaldamente Rich.
Afferrò rapidamente il suo casco, se lo infilò e spiccò il volo.
<E adesso regoliamo un po’ di conti.> aggiunse.
Abituati più al sotterfugio che agli scontri aperti, gli Spettri Neri
cedettero rapidamente.
<Ottimo lavoro.> commentò U.S.Agent.
<E adesso?> chiese Namorita.
<Andiamo a sistemare quelli rimasti in sala comando.> affermò
Agent.
<Non sarà facile: non dimenticate che la maggioranza di loro è
composta da femmine streghe.> replicò Calabrone.
<Ma vinceremo.> ribattè Nova <Siamo i Vendicatori
dopotutto.>
<Adoro il tuo ottimismo Richie.> disse Namorita ridendo.
Sala Comando.
Una parte dei Vendicatori guidata da Calabrone e composta, oltre che
da lui stesso, da Aracne, Thunderstrike e Jennifer Walters era stata ridotta
alla dimensione di insetto grazie alle Particelle Pym e stava raggiungendo la
Sala Comando a bordo di Rover, il velivolo microscopico che Hank portava sempre
con sé per situazioni di questo genere, percorrendo rapidamente in volo i
condotti di aerazione.
<Non credo che mi abituerò mai a questo.> borbottò Aracne
decisamente nervosa.
<Ti capisco,> replicò Thunderstrike, poi si rivolse a Jennifer
<Forse non saresti dovuta venire con noi.>
<E perdermi tutto il divertimento? Mai!> replicò lei mostrandosi
spavalda ma nascondendo in realtà un crescente nervosismo. Le piaceva essere
She-Hulk, molto di più che essere la semplice Jennifer Walters. Nella forma
della Gigantessa di Giada non soffriva di costrizioni e inibizioni, si sentiva
libera, e se non si fosse ritrasformata mai più?
Le sue riflessioni furono interrotte dalla voce di Calabrone:
<Siamo arrivati.>
Lo aveva detto alla radio e subito dopo una delle pareti si fuse e
dallo squarcio così prodotto apparve il resto della squadra, al comando di
U.S.Agent.
<Sorpresa!> esclamò Nova.
<I terrestri sono liberi!> esclamò uno degli alieni.
<Tu sì che sei un tipo sveglio.> disse Namorita mentre lo
colpiva.
La strega che aveva neutralizzato She-Hulk e Thunderstrike[7]
cominciò a recitare una cantilena ma aveva appena detto qualche parola cadde a
terra mentre una voce che sembrava venire dal nulla diceva:
<Non sono molto fiero di colpire qualcuno alle spalle ma stavolta
non sono pentito.>
Il resto dei compagni di viaggio di Calabrone riprese le sue
dimensioni originali e si tuffò nella lotta.
<Non date loro tregua!> urlava U.S.Agent.
I suoi compagni non avevano bisogno di troppi incoraggiamenti. Avevano
decisamente voglia di rivincita e non lesinarono i colpi
Jennifer
Walters si teneva in disparte, ma improvvisamente si trovò afferrata e spinta
sul pavimento. Su di lei incombeva uno Spettro Nero. Era una femmina, come
divenne evidente quando allungò la sua lingua prensile verso Jennifer. Con
quella le avrebbe per succhiato il cervello e si sarebbe trasformata in lei
mentre la vera Jen sarebbe stata incenerita.
La giovane donna si
sentiva impaurita e inerme. Urlò.
Prima che la
micidiale lingua dell’aliena potesse toccare Jennifer lo scudo di U.S.Agent la colpì
mandandola contro una parete.
<Tutto bene?>
chiese Agent a Jennifer aiutandola ad alzarsi.
<Io… sì…
attento!>
Un altro Spettro
Nero aveva sparato alle spalle di Agent che cadde in avanti
Si era preso quel
colpo perché era impegnato a difenderla. La cosa fece nascere in Jen una rabbia
sempre più forte. Mentre gridava e si gettava di corsa contro gli Spettri Neri
non si accorse nemmeno che si era trasformata nuovamente in She-Hulk.
Continuò a colpire
finché una mano si posò sulla sua spalla ed una voce che ben conosceva disse:
<Basta, è
finita.>
She-Hulk si voltò di
scatto e si trovò di fronte una faccia familiare.
Agent!> esclamò
<Stai bene! Credevo che…>
Agent indicò uno
strappo del suo costume all’altezza della spalla destra e replicò:
<Un semplice graffio,
ho subito di peggio.>
Lei lo abbracciò e
lo baciò imbarazzandolo non poco.
Attorno a loro la
battaglia era effettivamente finita: gli alieni erano stati sconfitti ed i
buoni avevano ripreso possesso della nave.
Calabrone azionò il
comunicatore di bordo dopo pochi istanti apparve il volto di una donna dai
capelli verdi come la sua uniforme e le lenti a specchio dei suoi occhiali.
<<Dottor Pym, a che debbo la sua chiamata dallo
Starcore?>>
Hank spiegò ad
Abigail Brand, Direttrice dello S.W.O.R.D.,[8] l’agenzia delle Nazioni
Unite che si occupava delle minacce extraterrestri alla sicurezza mondiale,
tutto quello che era successo e l’apparentemente imperturbabile donna disse:
<<Credevamo che la minaccia degli Spettri Neri
fosse stata definitivamente debellata, dovremo aggiornare i database ed il
software di sicurezza delle nostre celle.>>
<Potrei avvisare
il comando dei Nova Corps.> intervenne Nova <Loro sono attrezzati per la
detenzione di qualunque specie ostile.>
<<Compresi noi terrestri, suppongo. C’è chi dice
che siamo la specie più letale dell’Universo. Bene, Rider, avverti pure i Nova
Corps, in attesa del loro arrivo manderò una squadra a prendersi cura dei
vostri prigionieri. Chiudo.>>
Il monitor si spense
e Nova borbottò:
<Quella donna
conosce la mia identità segreta.>
<Abigail Brand è
come Nick Fury: quel che le interessa sapere lo sa.> replicò Calabrone.
<È…
inquietante.>
<Lei lo
prenderebbe come un complimento.>
Peter Corbeau si
aggirava per la sala con aria sconsolata.
<Tutto
l’equipaggio sterminato. Non riesco ancora a crederci. Come farò a dirlo alle
loro famiglie?>
<Non è stata
colpa sua, dottore.> gli replicò Calabrone.
<I veri colpevoli
sono gli Spettri Neri e saranno puniti per i loro crimini.> aggiunse Nova
<Me ne assicurerà personalmente.>
<Magra
consolazione.> ribattè Corbeau sconsolato <Questo progetto deve essere
maledetto. Per due volte la Stazione è stata distrutta[9] ed io l’ho testardamente
fatta ricostruire. Forse dovrei lasciar perdere.>
<Non si lasci
perdere dallo sconforto, Corbeau.> disse Calabrone <So cosa prova. Noi
tutti qui abbiamo provato sensazioni simili prima o poi, ma da collega
scienziato le dico che il Programma Starcore è importante ed il miglior tributo
che potrebbe fare agli uomini e le donne che hanno lavorato con lei è non
mollare e continuare il suo lavoro.>
<Forse ha
ragione, Pym.>
<Certo che ce
l’ho, sbaglio molto di rado.> replicò Hank ammiccando.
<Ma quando
sbaglia, i suoi sbagli sono colossali.> commentò U.S.Agent.
<Ehi, prendete
nota.> intervenne Thunderstrike <Agent ha fatto una battuta… o almeno ci
ha provato.>
Agent gli rivolse
un’occhiataccia.
<In ogni
caso…> aggiunse Corbeau <… temo che ci vorranno mesi prima di poter
riprendere le operazioni, quindi per un po’ dovrò tornare sulla Terra e
restarci.>
<La prenda come
una vacanza, Dottore.> replicò She-Hulk
<Una
vacanza meritata, se posso interferire>
intervenne Visione.
<E tu che ne sai
di vacanze, Viz?>
<Nel
mio database sono inseriti i dati delle più note località turistiche del mondo.
Se il Dottor Corbeau vuole un consiglio…>
<Viz… sei incredibile.> ribattè Jennifer ridendo.
EPILOGO
Hacienda dei Vendicatori, Penisola di Palos Verdes.
Erano di nuovo a casa
e potevano finalmente rilassarsi. La missione li aveva provati ma erano
riusciti a tornare sani e salvi, e finalmente a poco a poco i Vendicatori
riuscivano a distendersi un po’.
Nel grande salone si
udiva il rumore delle chiacchiere rilassate mentre una cameriera serviva da
bere.
Thunderstrike e
Aracne se ne stavano in disparte parlando tra loro.
<Che ne dici,
Eric? Lo facciamo?>
<Si facciamolo.
Abbiamo rimandato pure troppo.>
Julia richiamò
l’attenzione dei compagni.
<Ragazzi, ascoltate! Un momento di
attenzione. Scusate, ma io e Eric vorremmo parlarvi. Ecco vedete... negli
ultimi tempi mi sono dedicata interamente ai Vendicatori. È stato un onore per
me, ma già da un po’ stavo pensando di prendermi del tempo per me, da dedicare
a mia figlia e alla mia carriera. Un giorno può capitare che partiamo in
missione e non sappiamo per quanto tempo staremo via, non è giusto per Rachel.
Ho bisogno di tempo per me, per riorganizzare la mia vita.> disse Julia.
<E lo stesso vale
per me.> prese la parola Eric <Sono un padre anche io, e da quando mi
sono trasferito qui nella West Coast non ho più lavorato. Si certo, ho
riprogettato la nostra base, ma adesso ho bisogno di cercarmi altri progetti.
Voglio aprire uno studio tutto mio.>
<Lo capiamo.>
disse Hank Pym <Io per primo mi rendo conto che la vita del Vendicatore è
spesso inconciliabile con la propria carriera e la vita privata. Io stesso
altre volte ho lasciato la squadra per dedicarmi alle mie ricerche. È del tutto
comprensibile. Ci mancherete, ma ne avete tutto il diritto.>
<Ma ehi, se ci
sono delle vere emergente, dei casi veramente urgenti, e vi servono muscoli
chiamatemi pure: grazie a questo spostarmi rapidamente non è un problema.>
aggiunse Eric, agitando il suo bastone <Ma solo se è strettamente
necessario, d’accordo?>
<Grazie Eric. Lo
apprezziamo davvero.> rispose Hank, a nome di tutta la squadra.>
<Senti ‘Nita, ma
secondo te quei due stanno insieme?> bisbigliò Nova all’orecchio dell’amica.
<Beh anche se
fosse la cosa non ci riguarda, Richard.> rispose l’atlantidea.
<A questo punto,
vorrei cogliere l’occasione per suggerire la mia candidatura per sostituirli.> esordì la Visione. <Il lavoro
all’Accademia dei Vendicatori è appagante, ma credo che qualcun altro possa
sostituirmi nella formazione di quei ragazzi. Al contrario di Julia, io è da
tempo che stavo valutando un mio ritorno in pianta stabile, anche se nella
formazione a Est sono al completo. Se non ci sono obiezioni, mi offro per un
posto in squadra.>
<Uh Viz, mi cogli
di sorpresa, ma ne sono assolutamente felice: nessuno può mettere in
discussione il tuo valore e il tuo stato di servizio: sei uno dei membri più
anziani e rispettabili, ci sarai di grande aiuto.> replicò Calabrone.
<Già, senza
contare che ci hai salvato le chiappe, lassù nello spazio.> fece notare
She-Hulk <Bentornato Viz.> aggiunse poi.
Ognuno prese la
propria strada, preso dalla proprie faccende.
Sole Ardente, senza salutare
nessuno, prese il volo in direzione del consolato giapponese dove alloggiava.
Namorita e Nova
uscirono nel patio e lei chiese:
<Ti va di fare
qualche vasca in piscina?>
<Contro di te?
Non se ne parla.> replicò lui
<Fifone.>
Nita si tuffò
sollevando intenzionalmente uno spruzzo d’acqua che colpì in pieno Nova e rise.
Hank Pym si cambiò
d’abito e di diresse dalla sua fidanzata, Trish Starr.
Visione andò a
ufficializzare il suo ingresso in squadra e a stilare il rapporto dell’ultima
missione.
U.S.Agent rimase a
guardare fuori dalla finestra a fissare Julia ed Eric salire sul taxi e
lasciare la base.
She-Hulk gli si
avvicinò.
<Facce nuove si
uniscono a questo circo.> disse Agent <Nel giro di poche settimane
abbiamo perso Tigra, Aracne e Thunderstrike e ci siamo accollati Sole Ardente,
Namorita e adesso la Visione. Qui la gente va e viene ad una rapidità a cui non
mi abituerò mai.>
<È così fin dal
principio, da quando i Vendicatori sono stati fondati. Ogni tot di tempo cambia
la formazione, ma il nostro lavoro rimane lo stesso.>
<Già, qualcuno
deve pur difenderlo, questo pazzo mondo.>
<E a proposito di
difendere, John io ... ti volevo ringraziare per quanto hai fatto lassù. Io...
non amo assumere la mia forma umana. Mi fa sentire così... debole, vulnerabile.
Odio che mi vedano così. Ma tu... ti sei preso cura di me, mi hai fatto sentire
protetta e al sicuro quando più ne avevo bisogno. L’ho apprezzato molto.>
<Ho solo fatto il
mio dovere.> disse U.S.Agent, apparentemente disinteressato, senza
distogliere lo sguardo dalla finestra.
<Si. Capisco
...> disse la donna, lasciandolo solo, ma prima che potesse essersi
allontanata troppo, lo sentì bisbigliare:
<È un piacere riaverti, verdolina.>
Jennifer non
aggiunse nulla, si limitò a sorridere, rinfrancata.
FINE
NOTE DEGLI AUTORI
Non perdiamo tempo e
passiamo alle note:
1) Gli
Spettri Neri sono stati creati da Bill Mantlo & Sal Buscema su Rom #1 datato
dicembre 1979. Sono sostanzialmente una sottospecie degli Skrull e come loro
hanno poteri di mutare la loro forma, potere che funziona come descritto nella
storia.
2) Vale
anche la pena di ricordare che Jennifer Walters quando è umana non è forte e
sicura di sé come quando è She Hulk. I raggi gamma oltre a renderla superforte
hanno infatti liberati la sua parte più repressa
3) Visione
torna in servizio operativo dopo essersi congedato dagli Est nel lontano
Vendicatori #70.
Nel prossimo
episodio… una strana seduta psichiatrica -_^
Carlo & Carmelo
[1] Credeteci sulla
parola. -_^
[2] Rom #75 inedito in
Italia.
[3] Sapete chi è,
vero?
[4] Su Giant Size
Defenders #4 (in Italia su Hulk & I Difensori #26/27).
[5] Su Avengers
Vol. 1° #217 (In Italia su Capitan America & I Vendicatori #7).
[6] Su Uncanny
X-Men #100 (prima edizione italiana Capitan America, Corno, #122).
[7] Nell’ultimo
episodio.
[8] Sentient World Observation and Response Department.
[9] Durante Operazione Tempesta
nella Galassia e La Guerra dei Mondi.