PROLOGO: Non ce n’è bisogno, davvero. No.

Come sarebbe a dire?

Presente la storia che hai scritto l’ultima volta?

Quale intendi? Justice Incorporated 17? Che c’entra con…

Non quella ultima volta. Per VGL.

Ahh, e dillo no?

Presente la storia?

Sì. Che ti eri fatto, per ispirarmi quella? Erbette profumate scadute?

Visitato un sito del Governo…ma non è questo, il punto. Insomma, hai voglia di mettere su un prologo relativo a quell’episodio?

Pensandoci bene, no.

Allora direi che è meglio passare al presente. L’ultima volta, fra i pomodori marci c’era una mela matura.

E che c’entra? È me che hanno colpito.

Sì, ma è il mio orgoglio che è rimasto ferito. Su, su, al lavoro, ora.

 

 

MARVELIT presenta

Episodio 15 - Consigli per gli Acquisti.

 

 

Pianeta Spotad, molto lontano dalla Terra

 

“Voi ci avete rapito per cosa?”

Immaginate un alieno…OK, è assodato che ci sono alcuni miliardi di tipi di alieni in giro.

Immaginate il classico alieno…OK, non un Kree, non uno Skrull, non uno Shiar, non uno… OK, furboni, visto che mi sta venendo la gola secca a menzionarveli tutti, questi ‘classici’, fate un altro sforzo, così, bravi, concentratevi, concentratevi, voi avete tanto sonno, desiderate darmi il numero della vostra carta di credito…

No, eh?

Immaginate il più classico degli alieni. Bravi, quello lì, pelle grigio-antracite, con la testa a cuneo, due occhioni che a confronto Bambi sembra un Cinese, un paio di narici che sembrano dipinte e una boccuccia che ci infili giusto una cannuccia -già, e poi ci si chiede perché sono magri come chiodi! Come fanno ad andare oltre un onesto brodino, dico io?

Ecco, in questo momento, uno di tali alieni, vestito con l’equivalente alieno di un abito Armani (e qui, scusate, dovete immaginarvelo voi!), sedeva dietro una scrivania e sorrideva ai suoi prigionieri:

Ø  Mister Immortal, che come diceva il nome, era immortale.

Ø  Flatman, l’uomo elastico

Ø  Big Bertha, il pezzo grosso del gruppo. Molto grosso.

Ø  Doorman, l’uomo-porta

Ø  Dinah Soar, la misteriosa volatrice aliena/rettile/mutante/o che?

Ø  Moonfang, il licantropo.

Ø  Thundersword, il guerriero investito del potere dell’Arcano.

 

Cioè, i Vendicatori dei Grandi Laghi (per chi non lo avesse capito).

“Vi abbiamo prelevato[i],” corresse educatamente la creatura, “perché abbiamo bisogno di testimonial. La nostra agenzia pubblicitaria ha una chiara fama sul mercato, dalla Via Lattea fino alla Galassia di Andromeda. Abbiamo anche provato a coinvolgere voi Terrestri più volte, fin da quando eravate degli scimmioni inarticolati…ma con scarsi risultati. Non c’era una fetta di audience sufficientemente alta per voi primitivi sempre impegnati nella corsa all’autodistruzione; insomma, chi vi prenderebbe come modello?”

Flatman non credeva alle sue orecchie. “In tutti questi anni, i rapimenti alieni… Eravate voi?”

L’alieno, no scusate, Mr. Azzawfay, se i caratteri sulla targhetta non mentivano[ii], annuì. “All’inizio, a dire il vero, si era preferito affidarsi ai segnali pubblicitari. Le piramidi, l’Isola di Pasqua… Ma voi zucconi mai che ci steste dietro.

“Solo negli anni ’40 abbiamo cominciato con i prelievi, ma anche per farvi delle decenti analisi di idoneità psicofisica ci voleva una fatica del buco nero. Abbiamo licenziato un sacco di top manager per avere regolarmente scelto dei pazzi isterici. L’unico che siamo riusciti a convincere delle nostre buone intenzioni era persino peggiore degli altri: voleva comprarsi la nostra agenzia e farsi Presidente. Diceva di essere investito dalla Massima Autorità in persona.”

 “E le mucche?” tentò Immortal.

“Le mucche?”

“Le mucche. Le mucche sventrate, quelle che vi lasciate dietro tutte le volte che passate vicino a una campagna.”

“Ahh, quelle.” Azzawfay agitò la mano. “Un’idea delle associazioni umanitarie per il terzo mondo interplanetario: volevano aumentare la massa delle vostre bestie per un migliore rendimento, ma non è andata molto bene; ha fatto venire loro un’aerofagia esplosiva. Senza contare il potenziatore genetico per il vostro grano.”

“Il grano?” fece Doorman.

“Sì, il grano. Invece di aumentare i raccolti, ha fatto venire alle piante un fungus geometricus. Quello dei cerchi. Rovina le piante, ma è molto artistico, sapete? Quell’associazione, da no-profit che era, ci ha costruito una fortuna in mostre. Il Kansas è molto visitato, sapete? Ma torniamo a noi, per favore.

“Dicevo: da quando voi superterrestri avete iniziato ad impicciarvi degli affari di altri imperi ed avete scacciato gente come Galactus o la Fenice, abbiamo ripreso a tenervi d’occhio. Siete dei gran bacchettoni, voi e la vostra morale imposta a gente che abita anche solo a qualche parsec di distanza, ma penso che siate pronti per fare da testimonial. Il superterrestre è simbolo di forza e determinazione, e penso che punteremo proprio su questo.”

“E cosa vi fa pensare che accetteremo?” Mr. Immortal contrasse il pugno. “Non siamo giocattoli per il vostro divertimento, siamo esseri umani e…grmlpf!” si trovò la mano corazzata di Thundersword sulla bocca.

“Che copertura garantireste per gli spot? Di che prodotto si parla?”

Gli altri VGL osservarono inquieti lo sguardo luccicante di Stewart Cadwell.

Mr Azzawfay sorrise con accondiscendenza. “Copertura totale su almeno centoventitrè milioni di pianeti, con una frequenza di trasmissione distribuita una volta ogni trenta minuti assoluti. su ogni pianeta…”

“Minuti assoluti?”

L’alieno sospirò. “Il conteggio universale sincronizzato sul battito di un orologio di…insomma, un contatore valido per ogni civiltà. Ora, per esempio, una volta ogni trenta minuti su un pianeta che ha un’ora pari a un mese dei vostri giorni terrestri, vuol dire molte, molte volte nel suo giorno. Persuasione totale. Meno conveniente sarebbe su un pianeta gigante, ma fortunatamente lì non c’è mercato quasi per nessuno. In quei posti ci vivono dei pensatori, degli atei commerciali, insomma… Signor Thundersword? Mi sta sbavando sulla scrivania.”

T-Sword si pulì le labbra col dorso del braccio. “Il prodotto?”

“Penserei ad una linea di prodotti. Ecco, guardate qui.” Tirò fuori una cartella contenente delle immagini. “Le ho studiate pensando a voi: per Mr. Immortal, l’auto dal motore eterno.” Immagine di lui, sfasciato come non mai, senza metà dei denti e con un pollice rotto sollevato in segno di vittoria, alla guida di un’auto uscita invece indenne da un incidente a catena mostruoso. “Per Flatman, corso propedeutico per il conseguimento di una laurea in tempi brevi.” Immagine di Flatman, cubo di cristallo in mano, con il corpo esteso a fare da ponte sopra una serie di ostacoli costituiti da grigi burocrati alieni. “Per Doorman, l’invito a servirsi del servizio privato di smaltimento rifiuti Stella.” Non era un nome del tutto sbagliato: nell’immagine, si vedeva un Doorman disperato, sul quale gettavano fiumi di rifiuti, e la scritta (in alienoide) ‘Gettereste i vostri rifiuti senza sapere dove vanno a finire’? e più sotto, l’immagine di una porta subspaziale dai colori brillanti che portava i rifiuti dritti verso un sole. “Per Big Bertha, un’agenzia di incontri romantici, ecco qui.” Immagine di lei, in modalità-blob, teneramente mano nella mano con un altro peso ‘planetario’. Quando lei fece un’espressione un po’ omicida, lui non si scompose. “È perfetta: e lei potrebbe attrarre parecchi kilogramiti con un solo batter di ciglia. Dunque, poi c’è lei, Dinah: una bella crema depilatoria & lucidante.” Immagine di Dinah in posa seducente, con la pelle lucida come uno specchio, che reggeva in una mano un flacone di Ceramente-Lucidità per il Corpo ed il Pensiero. “Per Moonfang, ecco qui: sponsor contro l’abbandono.” Immagine del licantropo dall’aria più combattiva che mai, e lo slogan ‘se lo abbandoni da piccolo, da grande potrebbe mangiare te. “E chiudiamo con lei, Thundersword, con il completo da rasatura per restare sempre in forma, in qualunque situazione.” Immagine di T-Sword, in piedi nel mezzo di una palude infernale, con l’armatura ancora splendente ed intento ad accarezzarsi un volto tirato a specchio dal prodotto in questione.

“Vi piace? Naturalmente, questi sono solo i primi spot. Se funzionano, penseremo ad altri. Quanto al compenso, direi che 2.000 Gazilinn per spot a testa dovrebbero bastare: certo, non si tratta di cifre spettacolari, ma dovrebbero darv…”

“A quanto ammontano, in dollari terrestri?”

L’alieno tirò fuori una calcolatrice. “Allora,” digitò velocemente i dati. “Dunque, sì: 2.000 Gazilinn, 20.000.000 Dollari.”

Ormai Stu si vedeva lanciato nell’Olimpo dello spettacolo cosmico. “Dove firmiamo?”

“Col cavolo!” disse Bertha, dimagrendo istantaneamente. “Io sono una top model, ho diritto di avere una rappresentanza migliore di questa! Rifiuto di associare la mia immagine a quella di una balena…Arrrgh!” fu avvolta da un tremendo fulmine, lanciato distrattamente da Thundersword.

Mr. Azzawfay si sporse in avanti, gomiti sul tavolo e mento sulle mani. “Parlando di rappresentanze, Voi avete un agente? Qui e ora?”

Esitazione generale, sguardi da Bambi. (non mi farà del male, signor cacciatore, vero?)

“Lo immaginavo. Niente agente, niente diritti. È così che funziona, con noi: lavorerete per la paga concordata sulle scelte degli sponsor…”

“Un momento!” esclamò T-Sword. “Io posso essere il nostro agente!”

Toccò all’alieno di balbettare. “Ecco…veramente…bikbok…”

“Sono stato un rinomato produttore televisivo, vincitore del Premio Shazam, ho tutte le carte in regola.” Si batté un pugno corazzato sul petto. “E farò in modo che i nostri talenti vengano valutati al meglio, inclusa la bellezza della mia cliente!” Indicò con un dito deciso la carne grigliata che sedeva al posto della supermodella.

Mr. Azzawfay avrebbe digrignato i denti, se li avesse avuti. “D’accordo, d’accordo: andate via, per ora. L’autista vi aspetta per portarvi ai vostri alloggi. Ridefiniremo i termini del contratto appena mi sarò fatto un antiacido.” Mise mano ad un tiretto e ne estrasse sette occhialoni. Li diede agli eroi. “Metteteveli e teneteveli, sempre, o rischiate di passare alla concorrenza.” Aspettò che gli eroi si fossero messi gli occhialioni, poi fece dei gesti scaccerecci. “Via, via.”

 

“Non sembrava molto contento, vero?” fece Immortal, indicando con il pollice la porta dell’ufficio.

Il corridoio era una lunga teoria bianca lattiginosa, alquanto fastidiosa per gli occhi, percorso da un andirivieni di testedicuneo[iii] indaffarati e vestiti molto elegantemente.

«ÓÐÐ{» rispose Dinah, con la faccia cupa.

Thundersword le diede una pacca sulla spalla, facendola vacillare. “Ben detto, amica mia, siamo come la peste e le cavallette. Non ci possono fermare!”

“Hhhh...” fece Ashley, in stile lobotomia sorridente, appoggiata di peso alla spalla dell’eroe.

 

Uscirono dall’edificio, e si trovarono davanti ad un colpo d’occhio alquanto banale. OK, si erano aspettati una megalopoli. In fondo, cos’era un bel mondo alieno supersviluppato senza una megalopoli che si stende fino all’orizzonte?

I nostri si tolsero gli occhiali con mirabile sincronia -in fondo, cosa c’era di pericoloso in un panorama?

Il colpo d’occhio cambiò in modo spettacolare! Thundersword dimenticò completamente la sua compagna e la lasciò cadere a terra. Sorrideva come un bambino di fronte al più grosso negozio di dolci del mondo.

Nessuno di loro aveva mai visto così tanta pubblicità. Sui palazzi, su tutti i palazzi, al posto della pavimentazione stradale, dipinta in forma olografica sugli abiti e sulla pelle della gente, sulle auto, sui velivoli e sotto forma di cartelloni volanti. Ogni lampione, faro o faretto che fosse, al posto di una luce monocromatica, proiettava un ologramma pubblicitario. Della pubblicità liquida scorreva come olio lungo l’acqua del fiume!

Poteva essere l’inferno o il paradiso, a seconda dei punti di vista.

“Ho una voglia pazza di patatine crucrò…” Mr. Immortal si accarezzò la pancia. “E anche di Skiammocola, qualunque cosa sia.”

“La mia tana per un arricciapelliccia Molovedi…” bofonchiò Moonfang, quasi facendo le fusa.

Thundersword fu lestissimo a rimettere gli occhialoni ai suoi compagni. E la realtà tornò alla ‘normalità’. I poveretti si scuoterono come da un sogno. “Che cosa è successo?” fece Ashley.

“Ora capisco cosa intendeva il nostro manager, quando accennava al ‘passaggio alla concorrenza’,” gli rispose il dorato eroe. “Su questo mondo, la gente deve avere sviluppato un’immunità naturale alla pubblicità, visto che nessuno sembra portare filtri…”

“Oppure, più probabilmente,” enunciò Flatman, “i loro sono personalizzati, forse interni, e schermano solo una parte della pubblicità…ehi,” fece per schioccare le dita, ma queste, gommose, produssero un suono fesso. “Forse è per questo che alcune vittime di ‘rapimenti’ lamentavano intrusioni fisiche: magari questa gente cercava di infilargli le schermature interne.”

“Se ci provano con me,” ringhiò il mannaro, “faranno meglio a cercarsi prima un buon chirurgo! E come fai tu ad essere immune, Stu?”

Il Vendicatore doratore fece spallucce. “Ho avuto a che fare con sponsor e pubblicità da quando portavo i pannolini, pelosone. Sono immunizzato.”

“Sono occhialoni così grossi,” disse Mr. Immortal. “Li vedrebbero ad un miglio di distanza. Che sia anche un modo per marchiarci? Perché tutti vedano per chi lavoriamo… A proposito!” improvvisamente fissò T-Sword minacciosamente. “Razza di esaltato di un teleproduttore! Ma che ti è saltato in mente di nominarti nostro agente?! Qui dobbiamo pensare ad un modo per squagliarcela, e in fretta anche! Meglio tornare sotto le grinfie di Pierce che restare in questa baracca di pazzi!”

Preoccupatevi piuttosto di lavorare per le persone giuste!” fece una voce amplificata, dall’alto, facendo loro voltare la testa.

Un plotone armato fino ai denti, sospeso da zaini-jet, era sospeso proprio sopra di loro!

Mr. Immortal fu lestissimo a gridare, “Vendicatori, Uniti!

Loro gli obbedirono prontamente, mettendosi in formazione serrata.

Il plotone fece fuoco, centrandoli tutti al primo colpo con proiettili a gas!

“Ma perché mi avete dato retta*coff*?” Immortal rantolò, cadendo in ginocchio.

“Perché sei il capo, idiota*caff*.” Replicò Ashley, reggendosi la gola, mentre gli altri erano già a terra.

“Cavolo, me l’ero dimenticato…” poi fu tutto nero.

 

Una secchiata di acqua fredda li risvegliò bruscamente.

“E questi qui sarebbero dei testimonial?” fece una voce femminile. “Azzawfay doveva essere proprio disperato! Ma siamo sicuri che siano Vendicatori ruspanti? Con tutte le griffe copiate, da quando hanno aperto il mercato alla manodopera economica…”

“Capo, ma noi siamo favorevoli al libero mercato,” si lagnò una voce maschile da ciccione. Seguì un sonoro ceffone, e poi, “Ahio!”

Il gruppo aprì definitivamente gli occhi su una stanza tappezzata di manifesti olografici a tema ecologista -almeno, questo suggerivano le illustrazioni di animali sanguinanti, di foreste bruciate, e per contro, di paradisi verdi, deserti, vulcanici… Erano manifesti che inneggiavano a lasciare inalterate le condizioni pristine di un ecosistema -almeno, questo era il desiderio che quei manifesti installavano nella mente…

E tutti gli eroi scoprirono di essere privi di occhialoni!

“Benvenuti, Vendicatori,” disse una donna dalla pelle rossa come il sangue e dai capelli biondi. Al suo fianco stava una specie di orco dalla pelle grigia. “Io sono Fuhnatika, fondatrice, presidente, leader spirituale e castramaschi dell’Agenzia Pubblicitaria Mondovostro. Quello al mio fianco è Lordoso, il mio segretario e avvocato part-time.

“Scusate se non vi abbiamo preparato un banchetto di benvenuto, ma siamo finanziati essenzialmente dalle organizzazioni no-profit. Sapeste che mutuo abbiamo fatto per l’attrezzatura per catturarvi, ma spero che ne varrà la pena. Lo spero per voi, s’intende: con quello che si aspettava il mio ex-marito, da voi, dovete valere parecchio.”

“Suo marito..?” fece Doorman.

“Azzawfay, e chi se no? Su questo mondo, il solo modo per svettare nella pubblicità è sposarsi con uno già affermato, divorziare e prendersi una fetta abbastanza grossa per aprire la propria agenzia. Se ci prova uno piccolo, al massimo finisce a fare il consulente sottopagato per uno grosso.” Poi si voltò e guardò attraverso lo schermo. Verso di te. “OK, razza di morboso maniaco per ogni sordido dettaglio di un PG, sei soddisfatto, adesso?”

Uhm, scarnuccio, (non mi guardare così che ho paura!) ma dovrebbe andare bene. Eee…azione!

“E voi vorreste fare di noi la vostra prossima fonte di guadagno?” chiese Flatman, ovviamente conoscendo la risposta.

“Indovinato: il vostro nome diventerà il nostro trademark, ma non solo. Dove il mio ex vi preferirebbe a fare i modelli a vita per i suoi stupidi spot, voi diventerete una strike-force! Se dopo avere visto gli spot con voi, la gente non dovesse seguire i nostri inviti, voi interverrete per…convincerli. In cambio, vi daremo vitto e alloggio.”

“Tutto qui?” fece T-Sword, ormai intrappolato in quei mostruosi schemi di pensiero. “Almeno mille Gazilin dovete concederceli!”

“Trova un’organizzazione for profit che si preoccupa dell’ambiente, e ne riparliamo.”

“Hmm,” Sword si strofinò il mento. “Non so se è giurisdizione del WWF, ma…” fu spinto rudemente da parte da una mano guantata di rosso.

“Ho sentito abbastanza sciocchezze in un giorno solo, per oggi,” fece Immortal, avvicinandosi alla donna. “Senti, ho io un consiglio buono per voi, branco di pubblicitari: voi ci lasciate andare prima di adesso, e noi non vi trituriamo per bene. Affare fatto?”

Dalla faccia di lei, era chiaro che non si era aspettata una simile reazione. “Err…volete riconsiderare la vostra posizione?” tentò un tragico sorriso dentato. “Con un po’ d’impegno, potremmo anche darvi anche una decina di Gazillin al mese, mentre cerchiamo di sanare il nostro bilancio...”

“Grrr…”

“Ehi, quello lo dico io!” fece Moonfang.

Fuhnatika tentò un ultimo affondo. Si impettì improvvisamente, e disse, “Del resto, non potete andarvene. Hah, ho distrutto i vostri schermi, e appena metterete piede fuori da qui sarete inondati dalla pubblicità! In alcune zone ce n’è persino di molecolare, nell’aria: un solo respiro, e passerete il resto delle vostre vite su questo pianeta a fare shopping!”

“Stai trattando con la persona sbagliata, pupa,” ghignò il capo dei VGL. “Io posso anche farmi ammazzare dai debiti, ma risorgerò sempre. E Thundersword è immune, e…Ghihihihihihi!” fece questo curioso verso, irrigidendosi tutto, quando fu praticamente folgorato dall’eroe appena menzionato.

“Parla per te, capo. Questa è l’occasione della mia vita.” Mostrò un inquietante sorriso a Fuhnatika. “Sento che faremo parecchi affari, io, te, ed il tuo ex. E ti conviene non contraddirmi, bella: ho due o tre idee con cui creare la super-holding del prossimo millennio. E da questo momento,” disse agli altri, esterrefatti compagni, “il capo sarò io! Deciderò io dei nostri sponsor e del nostro destino…AHIA!”

 

QG della Divisione SHIELD di Chicago, presso i Magazzini Loreson

 

“AHIA!” Stewart Cadwell si svegliò di colpo, quando sentì una specie di tagliola sulle chiappe. Il corpulento ex-produttore poté solo constatare che nel sonno i suoi quarti posteriori erano diventati oggetto di un assonnato lupo mannaro in evidente stato di fame da sonno.

“E piantala, cagnaccio!” gli diede un ceffone sul muso, e ‘Fang fu desto con un guaito.

Uno dopo l’altro, gli altri Vendicatori, tutti rigorosamente in pigiama, uscirono dal loro coma. “Perbacco,” sbadigliò Ashley. “Ma che ore sono?”

Craig Hollis (Mr. Immortal) controllò l’orologio. “Le due e quaranta…il film sarà già finito, ormai.”

Sullo schermo ultrapiatto scorrevano le immagini di un b-movie in bianco e nero: Master SpandeXX e la Dimensione delle Amazzoni Diaboliche.

“Ancora quello?” sbottò Hollis DeMeer (Doorman). “Ma dovrebbe essere finito quasi tre ore fa!”

In quel momento, la scena fu interrotta per fare spazio alla pubblicità.

“Ecco spiegato il mistero,” disse Harold Ventura (Flatman), scuotendo mestamente la testa. “Combinazione letale: overdose ipnotica di spot, noia e cibo-spazzatura. E così finisce che ci si sogna di missioni senza senso, rapimenti alieni e mondi pieni di pubblicità…” si accorse di essere insistentemente guardato. “Cosa sono quelle facce?”

“Io mi sono sognato la stessa cosa,” disse Craig.

“E anche io,” fece Hollis.

Ô” disse Dinah.

“E anche noi,” dissero in coro Stewart (massaggiandosi la zona dolorante) e Moonfang.

Ashley invece rivolse un’occhiataccia a Stu. “Già…e mi sono anche sognata che tu, razza di farabutto, volevi venderci tutti a quegli schiavisti per rifarti la verginità mediatica.”

Stu si tirò il colletto e deglutì. “Mia cara…amici miei…era solo un sogno, giusto? Sapete bene che nella realtà non farei mai una cosa simile…”

“Sarà,” fece il licantropo. “Ma l’idea che qualcuno mi possa infilare una sonda antispot dove non batte il sole, proprio non la mando giù.”

 

Dall’esterno della camera giunse uno spaventoso ringhio, poi un grido da ragazzina che nessuno avrebbe scambiato per quello di Cadwell. Poi seguirono i suoni di abiti lacerati a morsi.

 

In un mondo lontano, un alieno dalla testadicuneo e i grandi occhioni neri si svegliò urlando.

“OmmammaOmmammaOmmamma…” si mise una mano dalle tre lunghissime dita al petto, e poi allo stomaco, e poi allo sterno…insomma, ovunque avesse un cuore.

Ormai completamente sveglia, la creatura scese dal letto ad aria -che sogno del cavolo! Usare dei Vendicatori come testimonial! E che razza di Vendicatori? Ma quale strano disegno del destino gli aveva infilato in testa un simile incubo psichedelico?

Andò alla finestra, e spalancò le tende, osservando ammirato il panorama interamente pubblicitario del suo mondo.

Sì, se mai avesse deciso di coinvolgere dei super-esseri nel meraviglioso mondo del marketing, avrebbe fatto una scelta molto accurata…

 

La Zona Blu, Luna

 

Lo schermo fu spento con un solo pensiero.

“Devo ammetterlo: la tecnologia Dreamvision Interactive è divertente,” disse la creatura umanoide dalla testa enorme e assolutamente pelata. “Quando ho stimolato certi…ricordi nelle menti di alcuni Terrestri, ne è nata una guerra. Così, invece, posso godermi ben altri risultati da osservare.”

L’Osservatore osservò soddisfatto l’apparecchio appena ricevuto come premio dal Mojoworld, un premio conseguito accumulando prova di acquisto su prova di acquisto della miracolosa crema Ceramente

Buona visione a tutti!



[i] Ultimo ep. (vabbe’, almeno citarlo)

[ii] Va bene, anche i musi ispiratori hanno bisogno di un traduttore universale, e allora?

[iii] Questa parola è stata fortemente voluta dalla Pro Loco e dall’Ente Turismo di Cuneo, che non desiderano essere associati a dei rapitori alieni e meno che mai a dei pubblicitari.