Riassunto: dopo essere fuoriuscito dal Darkmere, John incontra
Strage, a cui chiede aiuto. Questi entra dentro di lui e scopre che in
realtà è un omuncolo molto evoluto dentro il quale albergano due demoni. Ma
visto che è un omuncolo, perchè è dotato di anima? Con questo enigma,
Stephen affida al misterioso essere un oggetto mistico, la Sfera Oscura,
assicurandogli che gli sarà d'aiuto. Ma nel contempo John è costretto ad
affrontare aletre minacce, tra cui un drago zombie, affrontato insieme
all'uomo conosciuto come Jonnhy Corso.
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John Lomax aprì la porta di
quello che era una volta il suo rifugio, quando era ancora nel Darkmere,
quando ancora nutriva fiducia in Lothar Archer. Si guardò intorno, e vide che
tutto era molto diverso: quello che prima gli sembrava un appartamento
discretamente arredato, ora era un cumulo di macerie e immondizie.
Evidentemente, pensò, lo sfasamento di realtà tra il Darkmere e il mondo
reale non era così sottile come credeva. Sentiva che doveva ripartire da qui,
da quella che era stata, per un tempo indefinibile, il suo mondo, la sua
vita.
Sentiva dentro di se pulsare le altre due anime dannate, i due demoni che
volevano uscire e togliergli l'esistenza, ricondurlo nel buio. Afferrò la
Sfera Oscura, donatagli da Strange, e la strinse tra le mani con forza,
finchè non sentì il fluido mistico attraversargli il corpo, infondendogli un
tepore rilassante.
Improvvisamente però, un'ombra accanto al muro si mosse.
- Chi è là? - chiese, preparandosi ad affrontare questa nuova minaccia.
L'ombra assunse una certa consistenza, fuoriuscendo dal muro e assumendo
l'aspetto di una donna dal corpo sinuoso e snello, ma dal volto privo di
lineamenti, se si escludevano due sottili occhi privi di pupille. In mano
teneva un foglio, una pagina di un antico libro.
- Chi sei?
La donna non parlò, ma lentamente porse il foglio verso John. Questi lasciò
la Sfera, che rimase sospesa a mezz'aria, lanciando tentacoli neri
tutt'attorno, e lentamente, quasi ipnotizzato, afferrò il foglio.
Non appena lo fece la donna si ritirò nell'ombra, fino a svanire nel nulla.
John fissò il foglio, che conteneva scritte in un linguaggio a lui
sconosciuto, eppure riusciva misteriosamente ad interpretarle, riuscendo a
leggervi con facilità l'intestazione, che recitava: "Liberarsi del demone
dentro". Sospirò, eccitato ma anche preoccupato.
Stava camminando da ore
Twilight, ma di John Lomax non vi era nessuna traccia mistica. Ora che era
fuori dal Darkmere poteva ampliare i suoi ricettori innati, che erano la cosa
che più la rendevano diversa dagli altri abitanti della sua dimensione, ma il
suo bersaglio sembrava svanito dalla faccia del pianeta.
- Maledizione! - si ritrovò ad imprecare.
Fece contrarre i propri sensi, finco a farli rientrare dentro di se, poi li
riespanse di nuovo, ma nulla, di John Lomax ancora nessuna traccia. Continuò
a camminare, senza accorgersi che, da dietro una vetrina, una donna la stava
fissando attentamente.
In un altro luogo, nascosto
nei sotterranei di NY, sconosciuto persino ai suoi abitanti più conosciuti e
pericolosi, i Morlock, si celava un ambiente carico di sanguinarie
suggestioni. Pontili di legno attraversavano il baratro, congiungendo tra
loro piattaforme e caverne, in un intrico inestrabile. Appese lungo i muri,
inchiodate ad essi con lunghi pezzi di ferro arruginiti, vi erano decine di
corpi di donna orribilmente squartati e deformati dalla decomposizione. Lungo
i pontili si aggirava, come uno spettro, una figura ammantata di nero. Uno
stridio metallico sembrava venire dalla sua figura, mentre agitava le braccia
in segno di disperazione.
- Credo che tu ti debba calmare! - disse una voce calda e flemmatica.
A parlare era stato un uomo, minuto e insignificante, apparso sul più alto
dei pontili. La figura di fermo e lanciò un acuto stridio.
- E' inutile che ti lamenti, ti sei risvegliato nell'era sbagliata, adesso è
più difficile trovare delle vergini, tanto più a New York City.
Lo stridio della tenebrosa creatura si fece ancora più forte, costringendo
l'altro uomo a tapparsi le orecchie.
- Ok, ok, ti cercherò una vergine, ma non garantisco risultati in breve
termine. Oddio, se scendi sotto i 18 anni ci sono maggiori possib... - uno
stridiò acuto lo interruppe. - Ok, ok, come non detto. Dopotutto con le
minorenni ci potrebbero essere ben altri tipi di problemi. E credimi, io lo
so visto che sono Advocatus.
Così come era apparsa, il misterioso uomo scomparve, infilandosi in un antro,
mentre la figura ammantata di nero lanciava acuti stridii, che rimbombavano
lungo le pareti insanguinate del pozzo.
Jonh Lomax fissò incredulo
il foglio ingiallito. Non riusciva a capire perchè quella strana donna
l'avesse dato proprio a lui, come facesse a sapere della sua condizione, però
quel foglio, con quell'incantesimo, era lì davanti ai suoi occhi.
Sentì dentro di se che era una trappola, che se avesse attivato
quell'incantesimo avrebbe scatenato qualche orrore indicibile. Ripiegò il
foglio e se lo infilò in tasca. Poi afferrò la Sfera Oscura, che aveva
fluttuato per tutto quel tempo davanti a lui, e se la mise in tasca.
- Ora devo decidere cosa fare... - disse tra se e se.
Uscì dall'appartamento, mentre fuori cominciava ad albeggiare e i camione
della nettezza urbana svuotavano i bidoni della spazzatura: lentamente la
città si stava svegliando, e presto l'attività sarebbe ripresa frenetica
nella città.
Nel suo lussuoso
appartamento, Faust Falstaff osservò con curiosità la lettera che gli era
appena giunta: un sigillo mistico la chiudeva, ma era un semplice ornamento.
Agitò le mani, e da esse partirono dei nastrini colorati, con su incise delle
parole in oro, in caratteri ebraici. I nastrini circondarono la busta, poi la
strinsero, generando un lampo di luce. La busta si aprì, e con leggeri gesti
delle mani ne fece uscire la lettera dentro contenuta.
La lesse attentamente, poi sorrise.
- Non so chi sia questo Joe Donner, ma credo che accetterò di buon grado il
suo invito.
Twilight osservò con
crescente stupore New York City di notte. Fino ad allora l'aveva sempre vista
dalla prospettiva deformante del Darkmere, ma era veramente tutta un'altra
cosa. Entrò in un vicolo, poi con i suoi poteri saltò direttamente sulla cima
di un palazzo, per poter meglio osservare il panorama. Si guardò attorno, e
per un attimo dimenticò due cose: la sua missione, quella di ritrovare John
Lomax e di trascinarlo nel Darkmere... o ucciderlo, e di tenere in allerta i
suoi sensi. E infatti fu rapidamente aggredita dalla misteriosa creatura
avvolta nel nero mantello e scagliata lontano. Twilight cercò di alzare le
sue difese, ma l'essere l'afferrò per il collo e l'alzò in aria. Twilight si
ritrovò a fissare, attraverso le sue lenti nere, il volto della creatura e
lanciò un urlo prima di svenire.
John Lomax piombò a terra,
afferrandosi la testa tra le mani e lanciando un urlo privo di suono. Per
qualche secondo rimase immobile, poi si rialzò e preoccupato si guardò
attorno.
- Qualcuno è in pericolo... - disse - Qualcuno venuto dal Darkmere...
Note: episodio
d'interludio questo, semplice e privo di grossi eventi, che porta dritto
dritto verso due trame, una delle quali sarà un crossover con le testate dei Figli di Mezzanotte
entro fine dell'anno.
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