Jonh
rimase a fissare la donna ferma sull'uscio. Gli aveva appena detto che
Deborah voleva parlargli.
- Chi è Deborah? - chiese Twilight, intromettendosi quasi tra i due.
- Mia moglie! - rispose Jonh.
- Oddio! - esclamò teatralmente la ragazza, mettendosi una mano sulla fronte
- Ora scopriremo che tua moglie ti ha lasciato perchè il tuo lavoro è
pericoloso e lei ha rischiato spesso la vita, e che tu sei triste e abbattuto
per questo! Giusto Marlowe?
Jonh si rivolse verso Lothar con uno sguardo spento.
- Ha accesso all'Akaschi?
Lothar fece un secco no con la testa.
- E' morta... - disse secco a Twilight.
La ragazza rimase muta per qualche secondo.
- Capisco, non ha fatto in tempo! - aggiuse, ma si riammutolì quando Jonh la
fissò con uno sguardo omicida.
Poi si rivolse a Patricia.
- Cosa vuoi da me?
- Tua moglie vuole parlarti!
- Non hai sentito? Mia moglie è morta!
Patricia sorrise.
- Ne sei sicuro?
Jonh si girò verso Lothar.
- Cosa dice il tuo Akaschi?
Lothar alzò le mani, stringendo le spalle.
- Cosa? Il tuo infallibile Akaschi non sa dire se Deborah è viva o morta?
- Non è così! Per l'Akaschi Deborah è morta, su questo non ci sono dubbi,
però sento che lei non mente!
Jonh chinò il capo, sconsolato.
- Ora siamo di nuovo all'inizio! - si rivolse verso Patricia - Non mi rimane
da fare altro che seguirti e scoprire se stai mentendo o no!
Patricia si girò per allontanarsi, ma Jonh le puntò una pistola alla nuca.
- Bada bene, però: non provare ha fare scherzi o ti faccio saltare le
cervella!
Patricia degluttì rumorosamente, poi si inciamminò lungo le scale, seguita da
Jonh, Twilight e da Lothar.
Marcus
Delorane era soddisfatto: era riuscito a recuperare una delle sfere dei
Superni presenti a New York nonostnate fosse la più ardua da recuperare. Ora
aveva due possibilità: o occuparsi di quel tipo che gli ha rubato una delle
sfere, oppure ritrovare le altre sparse per il resto del mondo. Rimase
qualche secondo sovrappensiero, poi decise che un giro del mondo sarebbe
stato più utile. Poi sarebbe ritornato a prendere la sfera mancante.
Patricia,
seguita dal gruppetto guidato da Jonh Lomax, aprì la porta del suo
appartamento e vi entrò. L'ingresso era spoglio, con pochi mobili di bassa
fattura. Un tappeto sdrucido copriva parte del pavimento, e tutto
l'appartamento era immerso nel buio. Jonh si avvicinò all'interuttore della
luce, ma la donna lo fermò.
- Fermo!
- E' buio qui...
- E così deve rimanere! - rispose lei.
Jonh scrollò le spalle, mentre Twilight e Lothar entravano.
- Dov'è Deborah?
- Sono qui... - disse una voce proveniente da una sedia coperta completamente
dalla penombra. E per la prima volta da quando era entranto, Jonh si rese
conto che su quella sedia c'era una figura umana.
- D-deborah! - balbettò.
- Si, sono io amore mio, come stai?
Lothar Archer gli poggiò un mano sulla spalla.
- Stai attento! Non riesco a percepire la realtà!
Jonh si allontanò di un passo, ignorando le sue parole.
- Sto bene, e tu?
- Sto bene anche io, sai?
- Sono contento!
- Anche se sono stata male, lo ricordi vero?
Jonh degluttì.
- Si, ricordo!
- Mi hai abbandonata al mio destino, Jonh!
Lentamente Twilight si spostò alle spalle di Jonh.
- Non volevo!
- Lo so Jonh, ed è per questo che sono qui, per perdonarti!
Jonh fece un passo, avvicinandosi. Deborah alzò una mano, verso Jonh.
- E adesso avvicinati, amore mio, lasciati accarezzare.
Altrove.
Il Principe Nero riapparì su una piccola piattaforma sospesa sul nulla.
- Mio alleato, mostrati! - ordinò.
E così dal nulla apparve una gigantesca figura dorata, una enorme statua
d'oro, dalle fattezze aliene, grande milioni di volte il Principe Nero
stesso.
- Oscuro Alchimista, ho notizie buone da darti.
La figura tacque, mentre il suo occhio sovrastava il Superno.
- La nostra attesa sta per concludersi, presto torneremo e ci vendicheremo!
Uno stridiò riempì il nulla, prima che l'enorme figura svanisse in pochi
istanti nuovamente nel nulla.
- E adesso
avvicinati, amore mio, lasciati accarezzare!
Jonh lentamente si avvicinò alla sedia dove, nella penombra, era seduta la
donna che lui amava, la cui mano tendeva verso il suo volto. Improvvisamente
Twilight aprì le finestre, facendo entrare la luce nella stanza. Jonh sbarrò
gli occhi per l'orrore e indietreggiò goffamente: la donna che diceva di
essere Deborah era uno scheletro scarnificato, che indossava gli stessi vestiti
di sua moglie al momento della sua scomparsa.
- Che tranello è mai questo? - sibilò.
Afferrò la pistola e sparò al volto dello scheletro., frantumandolo. Poi,
incredibilmente, al posto della testa apparve, evanescente come un fantasma,
il volto di una donna dai lunghi capelli corvini e dagli occhi grandi e vivi,
che sorrideva. Ma il sorriso era amaro e accogliato, e dopo un po' svanì nel
nulla.
- DEBORAH!!!!!!!!!!! - urlò Jonh, accasciandosi a terra.
Poi si girò verso Patricia, che sorrideva malignamente, e gli puntò contro la
pistola.
- Chi sei tu?
Patricia battè teatralmente le mani, mentre il suo corpo mutava dapprima
lentamente, poi sempre più rapidamente di forma, fino a diventare un uomo
alto quasi due metri, dai lunghi capelli bianchi e dagli occhi azzurri.
Indossava un lungo impermeabile rosso sangue.
- Dante!? - esclamarono contemporaneamente Jonh Lomax e Lothar Archer.
- Già, proprio io! - rispose lui.
Jonh senza pensarci un attimo si scagliò su di lui, colpendolo con un pugno
al volto e facendolo cadere a terra.
- Maledetto bastardo! Come osi farmi questo?
Dante si rialzò in un lampo, estraendo altrettanto velocemente una pistola da
dentro il suo impermeabile e puntandola alla fronte di Jonh, che si
immobilizzò.
- Cosa credi ci perda a spararti e toglierti da questo mondo?
- Sei solo un fottuto bastardo! - ringhiò Jonh, mentre Twilight rimaneva
immobilizzata a fissare la scena - Mi hai portato via Deborah, ed ora giochi
con me!
Dante lo fissò incredulo, poi scoppiò a ridere fragorosamente, riponendo la
pistola e allontanandosi.da uno stupefatto Jonh. Si rivolse a Lothar.
- Ha dimenticato?
Lothar fece un lieve cenno di assenso che stupì Twilight.
- Cosa ho dimenticato? - chiese ai due Jonh.
- La tua scelta! - rispose Dante.
Jonh si toccò la testa, come per fermare una forte emicrania.
- Di cosa state parlando! Non ci sto capendo più niente!
Dante sorrise, scuotendo la testa.
- Perchè hai perso il contatto con cosa sei diventato!
- Cosa vorresti dire? - esclamò Jonh.
- Voglio dire che tu hai scelto tempo fa... hai scelto di far parte del
Darkmere!
Note: come avrete letto molte cose potrebbero essere svelate nel prossimo
episodio, ma non credete a tutto quello che vi verrà detto, scegliete con
cura. Per il resto offro un NO-PRIZE a chi mi dice a chi è ispirato il
personaggio di Dante (suvvià non è difficilissimo).
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