John Lomax
fissò con uno sguardo carico di domande Dante. Il racconto che lui gli
stava raccontando sembrava privo di senso: cosa centrava l'incendio di
Londra del 1666 con lui e con Deborah? E che ci faceva lì Lothar Archer? E
chi era il demone che accompagnava Dante?
Si guardò attorno, spaesato, fermando il suo sguardo su Lothar, che abbassò
il suo, scrollando le spalle. Poi istintivamente si rivolse a Twilight, che
non smise di osservarlo attraverso le sue lenti nere.
Dante chiuse gli occhi, alzò la testa e annusò l'aria, come per percepirne
l'odore.
- Sento che qualcosa di grande sta per succedere! - esclamò – Sembra una
bella coincidenza che ci ritroviamo a parlare del passato, del nostro
passato, mentre questo sta per verificarsi di nuovo!
Lothar lo fissò con una sguardo allarmato.
- Che intendi dire?
Dante sorrise.
- Lo saprai tra breve! - rispose, prima di riprendere il suo racconto.
Londra, 1666.
Deborah e Lothar rimasero fermi davanti a Dante e al suo compagno. Non si
mossero, nonostante il nesso dei leys brillasse
dietro di loro. I due demoni avevano sfidato Lothar, intenzionati ad
impedire che lui porti via Deborah nel Darkmere,
dove sarà più difficile raggiungerla.
- Non verrò mai con voi! - urlò la donna, tra le lacrime.
L'uomo accanto a Dante sorrise.
- Tu non hai ancora capito che non puoi rifiutarti! Non puoi rinnegare le
tue origini per scappare con questo spirito! - e indicò sprezzante Lothar.
Lothar non si fece intimorire.
- Sai benissimo che contro di me hai ben poche speranze!
Dante e il suo compagno scoppiarono a ridere.
- Il Darkmere deve averti reso pazzo e
incosciente, Lothar Archer, spirito di terza classe, pedina dell'ordine dei
Guardiani, eterno fallito...
Lothar si scagliò ferocemente contro di due, ma fu respinto da una scarica
di energia, finendo vicino al nesso. Deborah gli si avvicinò preoccupata,
poi, accertato il suo stato, si rivolse ai due demoni.
- LA PAGHERETE! - urlò, mentre la sua mano destra mutava, facendo apparire
una spada luminescente.
- Vedo che hai deciso di accettare il tuo retaggio! - sibilò l'uomo accanto
a Dante.
- Sparda ha ragione, hai fatto la scelta
migliore!
Deborah si avvicinò a loro, sorridendo.
- Credete che io abbia deciso di mettermi dalla vostra parte? - rispose
lei, stringendo l'elsa.
Dante indietreggiò, ma Sparda non fu altrettanto
rapido e Deborah con un rapido guizzo trafisse il suo cuore. Sparda arretrò, mentre la lama lentamente usciva dal
suo petto.
Dante si scagliò contro di lei, colpendola al volto e facendole cadere la
spada.
- Che tu sia maledetta in eterno! - urlò, avvicinandosi all'altro demone. -
Fratello...
Sparda lo fissò, mentre lentamente le sue energie
venivano meno.
Lothar si alzò, avvicinandosi a Deborah per confortarla, mentre Dante
appoggiò il palmo della mano destra sul petto di Sparda
e puntò l'altra mano verso la ragazza.
- Pagherai per quello che hai fatto! - sibilò.
Poi gli occhi cominciarono a brillare, e una lama di energia partì dalla
sua mano, colpendo all'istante Deborah, e sospingendola verso il nesso dei leys.
- Pagherai per quello che hai fatto! Ospiterai dentro di te l'anima di Sparda, rinuncerai alla tua femminilità, e vivrai per
sempre nel Darkmere!
Deborah non rispose, resa quasi insensibile alla scarica di energia, ma il
suo corpo comincio a mutare, dapprima lentamente, poi sempre più
velocemente, fino ad avere le sembianze del demone Sparda,
prima di finire nel nesso dei leys.
Lothar rimase in silenzio ad assistere alla scena, quasi impotente di
fronte alla rapidità di azione di Dante. Poi si alzò e si rivolse verso di
lui.
- La tua ritorsione è stata gravissima! Hai compromesso in un solo istante
i delicati equilibri del Darkmere!
Dante scoppiò in una fragorosa risata.
- Sai che cosa me ne può importare a me del tuo Darkmere?
Lothar Archer si avvicinò al nesso, fissando il suo
avversario/interlocutore.
- Non fisisce qui! - disse, mentre entrava.
- Puoi giurarci! - rispose il demone, mentre Lothar svaniva – Prima o poi
torno a prendermi mio fratello!
Adesso, New York.
John Lomax cadde a terra, quasi schiacciato dalle
pesanti rivelazioni del demone noto come Dante. Lothar si gli avvicinò,
assumendo una leggera concretezza, ma John lo scostò in malo modo, per poi
rivolgersi a Dante.
- Chi sono io? Deborah o Sparda? E perchè i miei ricordi sono così confusi?
Dante sorrise, scrollando la testa.
- Tu non sei nè Deborah né Sparda!
O quantomeno, non lo sei più! Un tempo alternavi tra le due personalità,
con tempi sempre più dilatati, fino a che non è uscita una terza
personalità, che ha dominato le altre due! - rimase in silenzio per qualche
secondo – La cosa che non mi spiego è come mai i tuoi ricordi si sono
intrecciati in questo modo! Deborah è diventata la tua compagna, e Sparda sembra essere sparito dai tuoi ricordi.
John si guardò intorno spaesato. Twilight rimase in silenzio, mentre Lothar
si avvicinava a Dante.
- Questo è il risultato dei tuoi atti! - gli disse sprezzante.
Dante osservò meditabondo il volto spaesato dell'uomo.
- Devo dire che quello che è successo mi ha stupito! Pare che non abbia più
coscienza di sé, e per poterlo preservare per i vostri giochetti gli avete
fatto credere chissà che cosa! Magari ha anche creduto di poter interagire
con l'universo circostante!
John alzò il suo sguardo sofferente verso il demone, per poi rivolgerlo
verso lo spirito al suo fianco.
- Cosa... stai... dicendo...
Dante si piegò sulle ginocchia, per poterlo fissare negli occhi.
- Cos'è il Darkmere?
John boccheggiò, cercando una risposta che non riusciva a dare.
- Il Darkmere è un universo intercapedine, un
qualcosa messo tra il piano reale e quello mistico!
Lo sguardo interrogativo di John spinse Dante a continuare le spiegazioni.
- Il piano reale è quello della fisicità, delle molecole e degli atomi,
dove i sensi assumono un concetto ben definito, mentre quello mistico è il
piano della spiritualità, delle anime, dove i sensi hanno un valore
aleatorio, diversificandosi da persona a persona.
Fece una pausa teatrale.
- Il Darkmere è quella zona in mezzo alle due,
dove i sensi si mischiano e si commutano, e la fisicità e la spiritualità vannò uno accanto all'altra! Insomma, sei in una sorta
di limbo, un nulla regolato da principi ignoti a tutti, - fisso Lothar –
tranne che al Triumvirato!
- Intendi dire che sono una specie di fantasma?
Dante sorrise.
- Esattamente! Anche se a te sembra di essere vivo, di interagire con le
altre persone, non è così! Tu interagisci con le cose, non con gli esseri
del piano reale! - poi si fermò di scatto.
John si accasciò in silenzio, mentre Dante si avvicinava alla finestra.
- E' iniziato! - disse.
Lothar si preoccupò.
- Cosa?
- Guarda! - rispose Dante, indicando l'orizzonte.
Una nube nera stava allargandosi da Greenwich Village, ma non era una nube
temporalesca, ma una nube diversa, viva, carica di odio e distruzione. Lothar
sgranò gli occhi, maledicendosi di non averne avvertito il pericolo.
- Ora capisco perchè sei di nuovo su questo
mondo, dopo tanti anni!
Dante sorrise, poi i due furono interrotti da qualcuno che stava battendo
insistentemente sulle loro spalle.
- Cosa c'è adesso Twilight? - chiese Lothar, fissando la ragazza.
- Secondo voi è normale questo?
Indicò John, che raggomitolato a terra, tremava vistosamente, mentre un
bagliore nero usciva dal suo corpo.
- No, - disse Lothar – non è normale!
Il Triumvirato osservò
con una certa inquietudine gli eventi che stavano colpendo la Terra 616 sul
piano reale. Rachel, Jona e Kalhed rimasero in
silenzio ad osservare gli effetti degli atti compiuti da Darklady con l'unione delle due Cappe delle Ombre. Kalhed sospirò preoccupato.
- Dovremmo forse intervenire? - chiese agli altri due.
Rachel rimase in silenzio, mentre fu Jona a parlare.
- Attenderemo! Terra 616 è piena di eroi, di esseri potenti, che potranno
fermare questa invasione! E se mai non ci riusciranno, allora interverremo
noi tre!
Rachel annuì.
- Credo sia la soluzione migliore! Meno esterni ci conoscono, più
possibilità abbiamo di vivere in pace!
Dante, Twilight e Lothar
rimasero fermi ad osservare quello che stava succedendo a John. Un'aura
oscura lo stava circondando, e si rendeva pian piano sempre più spessa e
densa, fino a diventare una patina opaca.
- Il Darkmere! - sibilò Dante.
- Già, - annuì preoccupato Lothar – proprio lui! Non capisco cosa stia
succedendo!
Dante ritorno a guardare fuori dalla finestra, a guardare i demoni che
svolazzano per il cielo di New York.
- Forse Darklady ha scatenato qualcosa di
inimmaginabile!
- Darklady?! Conosci chi ha dato vita a tutto
questo?
Dante lo fissò ironico.
- L'avresti saputo anche tu, se avessi dato un'occhiata meno marginale all'Akashki.
Lothar stava per rispondere, quando un urlo li paralizzò. L'urlo, grottesco
e irriconoscibile, proveniva da John, che disteso a terra tremava come un
bambino, mentre la patina nera si stirava e raggrinziva ad un ritmo
indiavolato.
Lothar capì subito cosa stava per succedere, riacquisto consistenza e si
diresse verso di lui, ma una forte scarica di energia lo scaraventò
indietro, facendolo finire contro il muro. Scosse la testa e rimase fermo
ad osservare con crescente preoccupazione cosa stava succedendo a John.
Questi si alzò in piedi, rimanendo leggermente inclinato e con le braccia
pendente. Il suo volto era altarato, gli occhi
gonfi e iniettati di sangue. Il suo sguardo si posò prima su Lothar, poi su
Dante, per ritornare ancora su Lothar.
Poi sorrise debolmente, alzando un angolo della bocca.
Intorno a lui il Darkmere cominciò ad espandersi
lentamente, fino a formare un parallelepipedo. Tutti rimasero in silenzio
ad osservare la scena, nell'attesa che gli eventi giungessero al culmine. E
così fu: John allungò la mano verso una delle facce del parallelepipedo,
deformandola come una sorta di pellicola. Dal punto in cui John toccò il Darkmere partirono delle onde sussultorie che colpirono
Lothar e Twilight.
- NO! - urlò il primo, ma era troppo tardi. La mano di John aveva lacerato
il Darkmere ed era uscita fuori. In quel momento
ci fu un boato assordante, che sembrava provenire dai confini
dell'universo, e l'intero ambiente fu inondato da una luce nera.
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