Giunse la sera in casa Parker e Peter era ancora svenuto, in cucina.
Dovevano essere le 23, quando gli zii entrarono. E lo videro a terra. Lo zio
si avvicinò, mentre zia May si spaventò. Ma suo marito le disse: - Non
preoccuparti… è solo svenuto.
- Meno male - disse la zia, mentre tirava un sospiro di sollievo.
Lo zio schiaffeggiò Peter e quest'ultimo si svegliò. Guardando entrambi,
disse:
- Che è… che è successo?
- Noi non lo sappiamo. Ce lo puoi dire tu? - disse lo zio.
- Uhm… fammi ricordare - disse Peter. Si ricordò del ragno e pensò
"Meglio non dirgli del ragno. Non voglio farli allarmare
inutilmente". - No. non mi ricordo.
- Non fa niente, Peter. L'importante è che stai bene - disse la zia.
- Su, vai a dormire, che domani è giorno di scuola, quindi ti devi alzare
presto.
- Sì - disse Peter e andò nella sua camera a dormire, non mangiando niente,
mentre entrambi gli zii lo guardarono allontanarsi un po’ preoccupati…
Il giorno dopo Peter uscì da casa, indossava l'uniforme scolastica che
comprendeva una giacca blu scuro, camicia e pantaloni blu. La giacca aveva un
taschino in cui era ricamato il simbolo della scuola (ovvero, una farfalla
appoggiata sopra un angolo di un libro aperto). Quindi Peter, con una
cartella nera, salì sulla sua bicicletta invisibile e andò verso la stazione.
Dopo essere arrivato in stazione, lasciò la bici, entrò in stazione, prese
appena in tempo il treno che lo portava a Kyoto. Ci volevano trenta minuti
per arrivarci e, mentre il treno proseguiva la sua corsa, Peter trovò un
posto vicino al finestrino, si lasciò andare ai suoi pensieri. Pensava
specialmente a ciò che gli era capitato il giorno prima, mentre dal
finestrino osservava il paesaggio campagnolo cambiare pian piano in una zona
urbana, e i primi grattacieli iniziarono a nascondere l'orizzonte. E vedendo
i grattacieli i suoi penseri cambiarono, e cominciò a pensare alla sua nuova
giornata scolastica.
Dopo un pò il treno si fermò e Peter uscì dal treno e dalla stazione, e fuori
dalla stazione c'era un ragazzo con capelli brizzolati neri, occhi verde
chiaro, della stessa età di Peter e il ragazzo disse:
- Ciao Peter come sempre puntuale.
- E tu invece sempre ad aspettarmi caro Harry?
- Che devo fare altrimenti ? - Domandò l'amico a Peter.
- No. Lascia perdere. - Concluse la discussione poi disse. - Su
andiamo. - E entrambi andarono a scuola.
La scuola era un edificio di 7 piani, a forma di T con intorno vari spazi per
sport all'aperto. Era circondata da un muretto in cui solo verso l'entrata
stava un cancello aperto, da dove tutti gli studenti stavano entrando. E tra
a questi c'e anche Peter e il suo amico. Vicino ad un albero Peter vide Mary
Jane, la sua amica d'infanzia che stava parlando con alcune amiche, ma poi
entrò in classe, lasciando perdere i suoi pensieri su MJ.
Passarono circa 2 ore da quando Peter stava seduto in classe, osservando le
finestre. Ma non stava certamente pensando alla lezione, bensì al suo
incontro con l'animale. Tant’è che anche l'insegnante se ne accorse. E disse.
- Peter a cosa state pensando ?
- Io ? A niente perché? - Disse cadendo dalle nuvole Peter.
- Veramente ? E la prima volta che uno studente riesce a seguirmi guardando
l'orizzonte. Lo sai? Voglio metterti alla prova.
- " Accidenti... che guaio. " - pensò Peter.
- Dimmi semplicemente che stavo spiegando.
- Ehm... Uhm... Si. Mi ricordo. stavate spiegando... - E in quel momento
Harry gridò dal dolore e disse. - Che male !!! - E si piegò in due.
- Cosa avete Osborn ?
- Ho mangiato troppo ieri.
- Ve lo sempre detto. Non mangiare troppo. Ora ti tocca di andare per
l'ennesima volta all'infermeria. - Disse scocciato l'insegnante.
- Posso.. auch.. farmi accompagnare da Peter ? - Disse Osborn, mentre guardò
con un occhio l'insegnante. E quest'ultimo sconsolato disse. - E va bene,
andate. E per l'ennesima volta Osborn, non mangiare troppo durante i giorni
festivi.
- Seguirò il suo consiglio. Ma questi sakura-mochi e okonomiyaki
erano troppo invitanti. - Disse Harry.
E mentre l'insegnante scosse la testa sconsolato, Peter accompagnò l'amico
fuori dalla classe. Dopo che furono fuori andarono verso le scale e le
scesero e durante la discesa l'amico si rimise in sesto e disse. - Devi
ringraziarmi. ti ho salvato da una brutta figura.
- Si, però scommetto che andrai sempre li.
- Certamente! Perché non dovrei andare ? Su accompagnami.
- Ok. - rispose Peter, ed entrambi scesero le scale fino al primo piano e si
ritrovarono vicino all'infermeria della scuola.
- Tu aspettami qui! Ci metto un attimo. - disse Harry prima di entrare
nell'infermeria fingendo il dolore, mentre Peter iniziò ad aspettarlo
poggiando la mano destra sul muro.
Ma da lontano apparve Mary Jane che stava andandogli incontro, e Peter non
poteva vederla
perché era di spalle. Quando MJ gli tocco la spalla, Peter ebbe un piccolo
spavento cercò di girarsi, ma non poté perché la mano era stranamente
incollata al muro.
- Come va Peter ? sempre il solito problema con il tuo amico ? - chiese MJ.
- Gia. - Rispose dandole le spalle.
MJ lo superò, lo guardò e disse. - Cos'hai?
- Nulla. Perché ? - Disse un po’ imbarazzato Peter.
- Ma perché non togli dal muro quella mano ? - Domandò MJ.
- Non posso. - disse a bassa voce Peter.
- Perché non puoi? - domandò con curiosità Mary Jane.
- Ho fatto una scommessa con Harry. Tu sai che si sta otto secoli prima che
il rumore di uno schiaffo segnali la fine della visita.
- Si lo so. Per questo e divertente. - Disse sorridendo la ragazza mentre
guardava la porta dell'infermeria. Poi guardò Peter e disse. - Qual'è la
scommessa?
- Semplice. Devo rimanere immobile in questa posizione finché il mio amico
non esca. Solo cosi avrò vinto. Ecco perché non mi son girato. Mi capisci
adesso ?
- Hihihih si.. ma siete completamente matti tutti e due! - Poi guardò
l'orario sull'orologio e disse. - La prof si arrabbierà se farò tardi. -
Quindi si allontanò di corsa dicendo. - Salutami Harry!.
- Sta tranquilla, lo farò. - E guardò dietro con la coda dell'occhio, e
appena vide Mary salire le scale e tentò con tutte le sue forze di staccare
la mano al muro, ma non ci riuscì. E proprio in quel momento si senti il
rumore di uno schiaffo e Peter pensò. - " Osborn sta per uscire. Devo
far presto. " - E tirò con le gambe tentando di staccare la mano. In
quel momento la porta dell'infermeria si aprì e proprio in quell'istante
mentre Osborn stava uscendo con una mano sulla guancia sinistra che copriva
l'orma di uno schiaffo, Peter riuscì a staccare la mano cadendo a terra.
Osborn lo guardò mentre Peter nascondeva dietro la schiena la mano.
- Quell'infermiera mi fa uscire pazzo per quant'è bella. - disse.
- Si nota! Ahahahahaha.
- Ma che ci fai a terra ? - Chiese.
- Ho un piccolo dolore alla mano. Ahiohiohiohi. - Finse Peter.
- Allora vai in infermeria. Te la lascio. Mentre vado in classe.
- Grazie. - Disse Peter e guardò l'amico andarsene. Dopo che non ci fu più
nessuno per il corridoio si alzò e vide che in quel pezzo di muro mancava un
pezzo di intonaco. Poi guardò la mano e vide l'intonaco appiccicato si di
essa.
- Che mi sta succedendo? - si chiese.
Nello stesso momento ad 2 piani di distanza MJ che stava parlando con una
professoressa, nel corridoio. Vide arrivare Harry, si scusò con la prof e si
avvicinò a lui.
- Chi ha vinto la scommessa ?
- Lei. - Rispose Harry, mentre Mary con faccia strana pensò. - " Lei !?
"
Continua...
Note del non autore: come vedete la vita di Peter cominci a complicarsi
un pò, e viene a conoscenza di parte dei suoi poteri. Se pensate che il mio
amico abbia copiato Ultimate Spider-man nella scena del muro, vi sbagliate di
grosso: lui non l'ha mai letto. Mi raccomando fate giungere i vostri commenti
a hen3tai10@libero.it, vedrete che
sarete ascoltati. PS: se pensate che le storie siano brevi, preparatevi alle
prossime!
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