Osborn
era proprietario di un'industria che aveva varie filiali tra cui quella
con sede ad Kyoto.
Il nome della ditta era Osborn bibite e affini Spa. La sede di Kyoto
della ditta aveva avuto dei problemi con la nuova bibita ritirata dopo
due mesi; la famosa Hyper Boom©.
E' proprio di questo che Osborn, di cui Harry era il figlio, stava discutendo
all'interno di un laboratorio piuttosto attrezzato, con vari macchinari,
provette etc, insieme ad un altro scenziato. Osborn non era uno scienziato
ma era stato lui a mettere in piedi l'azienda partendo con la Osborn
Cola. Da allora non aveva avuto problemi con le altre bibite tranne
questa.
Osborn disse al suo interlocutore: - Quindi anche dopo mesi non siete
riusciti a trovare un rimedio ?
- Sono molto dispiaciuto ma e' proprio cosi' Osborn-san. Abbiamo controllato
molecola per molecola e analizzato il tutto moltissime volte, e non
siamo riusciti a risolvere il problema di quest'effetto collaterale;
anzi, su alcune cavie umane non si e' riscontrato proprio questo effetto
collaterale.
- L'ho letto sul vostro rapporto, e da allora questa sede ha iniziato
a perdere molti yen - disse Osborn un po' contrariato mentre guardava
le provette.
- Si, non sappiamo come riconquistare la fiducia dei nostri clienti.
- Ci pensero' io adesso - disse Osborn. Si tolse la giacca, sollevo'
le maniche della maglia e disse all'altro scenziato: - E' ora di metterci
al lavoro.
Si sedette davanti ad un tavolo pieno di provette ed alambicchi vari
e inizio' a lavorare.
Nel
frattempo Peter stava seduto al suo banco all'interno dell'aula, si
stava osservando le mani ed era cosi' assorto dai pensieri che si era
dimenticato che c'era la lezione di matematica.
Fu il professore Dochiru ad ricordarglielo quando si avvicino' al suo
banco. Lo aveva gia' addocchiato da quando era iniziata la lezione.
Disse: - Peter dimmi, stai seguendo la lezione ?
Tutti gli alunni rimasero a guardare la scena, Peter rispose al professore:
- Certamente. Sono stato sempre attento.
Il professore lo squadro' e penso': - " Non credere che non ti
abbia visto. " - E gli domando' una cosa inerente alla lezione.
Peter lo guardo' e gli disse: - Mi scusi professore, ma la vostra lezione
e' di matematica ?
- Certamente. Perche ? - disse dubbioso il professore.
- Ma allora perche' parlate arabo ? - disse Peter e mentre gli altri
iniziavano a ridere Peter continuo' dicendo: - Potevo capire se insegnavate
lingue esotiche, ma voi stesso mi avete confermato che insegnate matematica.
Il professore furioso disse: - Se voi Peter foste stato piu' attento
non vi sarebbe sembrato Arabo quella formuletta semplice.
- E per fortuna che era semplice - disse stupito Peter. - E se era complessa
che parlavate ? Il thailandese ? - fini' Peter e tutti gli alunni si
misero a ridere.
Il professore si arrese e ando' verso la lavagna, poi disse guardando
la classe: - Per oggi abbiamo finito. Ripetete cio' che vi ho spiegato
per la prossima volta. Specialmente tu Peter - disse indicandolo.
- Non si preocupi Dochi-san - disse Peter alzandosi dalla sedia. E continuo'
dicendo. - La prossima volta l'arabo non avra' piu' segreti per me.
Il professore scosse la testa mettendosi la mano sinistra sulla fronte
e disse a bassa voce: - Meglio che esca da quest'aula.
Usci' mogio mogio mentre suonava la campanella della fine della lezione.
Gli alunni aspettarono l'arrivo del professore successivo
Le
lezioni finirono senza altri problemi riguardanti le mani di Peter.
Tutti gli alunni uscirono dalla scuola. Peter ando' nel parcheggio di
bici a destra dell'uscita della scuola.
C'erano molte bici ma non vide la sua.
Disse preoccupato: - Che fine ha fatto la mia bici ?
Arrivo' un ragazzo che indossava la stessa uniforme di Peter e disse:
- Qualcosa non va Peter ?
L'interessato si volto' e rispose: - Gia' Ishi, non trovo piu' la mia
bici.
- " !?!?!?!?! " - penso' Ishi guardando in modo strano Peter.
- A meno che non ti sia trasferito ieri in questa citta' so per certo
che tu lasci la bici all'uscita della stazione del tuo paesino.
Mary sentendo cio' si avvicino' ai due ragazzi.
- Veramente non mi sono trasferito ? - disse stupito Peter.
- Da quello che so non ti sei trasferito - disse Ishi.
Mary disse: - Sempre a parlare di pesca voi due.
L'uniforme scolastica di Mary era composta da una camicietta bianca
con sopra una giacca fine blu chiaro, e una gonna lunga e ampia dello
stesso colore della giacca.
Sulla cima della manica sinistra della giacca aveva ricamato il simbolo
della scuola ovvero, come detto prima, una farfalla appoggiata sopra
l'angolo di un libro aperto. [ Scusate, ma questo particolare mi e'
sfuggito prima. NDR. ]
- Veramente stavamo parlando della sua bici - disse Ishi.
Mary osservando stupita Peter disse: - E' la prima volta che non vi
pesco... Ahahahahaha... a parlare di pesca. - Poi domando': - Cosa c'entra
la bici con il vostro club di pesca ?
- Mi sono confuso - disse Peter guardando Mary. Osservo' il parcheggio
e disse: - Credevo di aver parcheggiato qui la mia bici.
- E credo che tu sia anche molto confuso, caro Peter - disse decisa
Mary, Guardo' Ishi e disse: - Oggi e' stato strano tutto il giorno.
Prima l'ho visto vicino all'infermeria e mi ha detto una bugia.
- Quale ? - domando' curioso Peter.
- Quella che avevi scommesso con Harry. - Poi guardando Ishi disse:
- Mentre parlavo con Hiruko-san, vedo Harry mentre ritornava in classe
e mi ha detto che era lei. D-I-C-O. L-E-I !!!
- "Ops... " - penso' Peter mentre Mary finiva il discorso:
- Quindi era l'infermiera che aveva scommesso, non tu. Non credo che
tu sia una LEI. La tua uniforme non lascia adito a dubbi. - Ci penso'
un po' su e disse guardando il cielo. - Anche se l'abito non fa il monaco.
- Poi guardo' Peter e continuo' incavolata. - E sono sicura che non
sia questo il tuo caso. Mi sono spiegata ?
- Certo Certo - disse Peter cercando di calmarla.
- Ah, senza contare che ho saputo da una tua compagna di classe che
per tutto il tempo delle lezioni ti sei guardato le mani.
Prese le mani di Peter; quest'ultimo non ci credeva. Era segretamente
innamorato di Mary, ma non lo dava a vedere. Quel contatto lo fece sognare
per un istante, ma la voce di lei che diceva: "Io non vedo niente
di speciale nelle tue mani" - lo fece ritornare con uno schianto
sulla terraferma.
Tento' di togliere le sue mani da quelle di Mary, sperando che nel frattempo
non fossero rimaste incollate. Speranza vana. Appena le tiro' verso
di se oltre alle mani gli venne addosso Mary; che venne strattonata
e si ritrovo' ad abbracciarlo.
Mary arrossi' e con tutta la sua forza si allontano' staccando le sue
mani. Si aggiusto' nervosamente i capelli, prese la cartella e disse
colta dal panico: - Ma ma.. cosa ti succede Peter.
- Siete proprio una bella coppia voi due, nessuno ne sapeva niente a
scuola - disse Ishi capendo secondo lui tutto.
La "coppia" guardo' incavolata Ishi ed entrambi dissero: -
Noi non siamo una coppia !!
Ma Ishi disse: - Ma vi siete abbracciati davanti ai miei occhi.
- Ma quello... - dissero entrambi guardando prima Ishi e poi tra di
loro.
- E' inutile che lo neghiate - disse Ishi. - L'avete nascosto cosi bene
che nessuno lo sapeva, chissa' da quanto avete una relazione.
Poi ci ripenso' e disse: - Forse e' stato un impulso improvviso a farvi
abbracciare. - Disse a Peter: - Non ce la facevi proprio ad aspettare
di rimanere soli, non e' vero.
- Ti stai sbagliando Ishi, non e' come pensi.
- Veramente ? Allora perché hai detto a Harry che scommettevi
?
- Ma quella era una bugia !!! Me lo ha confermato lo stesso Harry -
disse un po' disperata Mary, tentando di togliersi da quel pasticcio.
- Lo sai anche tu Mary che Harry e Peter sono ottimi amici - disse Ishi,
e poi lavorando di fantasia elaboro' una sua personale teoria che illustro':
- Secondo me la vostra relazione segreta e' iniziata per caso.
- Ma non e' vero !!! - disse Mary sempre piu' disperata.
Peter non disse niente.
Ishi continuo': - Per alcune circostanze fortuite siete riusciti a tenere
all'oscuro tutta la scuola. Ma TU !! - E indico' Peter. - Ti eri stufato
di tutta questa segretezza e oggi hai elaborato un piano. Harry pero'
non credeva che lo realizzassi. - Poi guardo' Mary e disse: - Ecco perche'
quando lo avevi incontrato in infermeria ti aveva detto di aver fatto
una scommessa con Harry. Proprio per metterti in guardia.
- La scommessa riguardava che questo stupido di Peter doveva rimanere
immobile finche' Harry non usciva dall'infermeria - disse Mary calmandosi
un po'.
- E poi ricorda che il mio amico Harry aveva detto a Mary che io avevo
raccontato una bugia. Era con l'infermiera la scommessa - disse Peter.
- Si lo so, ma lo ha detto solo per confondere le acque con Mary, altrimenti
non si spiegherebbe perche' ti ostinavi a guardarti le mani - disse
Ishi.
Peter domando': - E questo cosa c'entra con la nostra fantomatica relazione
?
- TU ! - disse Ishi indicandolo. - Sapevi benissimo che le ragazze si
incuriosiscono per un comportamento strano. In piu' alcune di loro sono
anche pettegole. - Guardo' Mary - Senza offesa Mary. - E poi continuo'.
- Come mi ha confermato Mary. Se una tua compagna di classe non diceva
a Mary che tu ti guardavi di continuo le mani lei non veniva qui a guardartele
e tu d'istinto l'hai tirata a te e l'hai abbracciata.
- Oltre a me lo ha detto a molte altre - disse Mary, con grinta. - Io
saro' stata la cinquantesima, quindi anche un'altra ragazza poteva essere
stata al posto mio.
- Ne dubito - disse Ishi con sicurezza professionale. - Tu Mary sei
l'unica ragazza nel gruppo di amicizie di Peter che comprende solo Harry
ed io, ma io non c'entro perche' e' un'amicizia che riguarda solo il
club di pesca. Senza questo club io non avrei conosciuto Peter ne' molti
altri ragazzi e ragazze nella scuola che hanno il mio stesso hobby.
E poi tu sai benissimo Mary che nessuna ragazza, a parte durante quel
giorno famoso, si avvicina ad un ragazzo e gli controlla le mani. Solo
tu potevi fare cio'.
- Bella ipotesi. Molto articolata, ma bella - disse Harry entrando nel
merito. Intorno al gruppetto si era radunato un cerchio di ragazzi/e
che avevano ascoltato interessati.
Harry si avvicino' a Peter ed a Mary e disse: - Peter non farebbe mai
una cosa cosi' complicata, lo conosco troppo bene. - Poi guardo' Mary
e disse: - E la mia amica Mary non abbraccerebbe mai Peter se non per
farti uno scherzo.
- Uno scherzo ? - disse stupito Ishi.
- Si' e tu hai mangiato tutta l'esca amo incluso, eheh ehehe - disse
Mary rincuorandosi ma non facendolo notare.
- Tutta la scuola sa che tu sei appassionato anche di gialli e di storie
di detective - disse Peter e poi rincaro' la dose continuando: - Alcuni
tuoi amici mi hanno detto che ti piace investigare su tutto. Hanno detto
che davanti ad un vetro rotto hai fatto ipotesi complicate, non accettavi
che si fosse rotto per una semplice pallonata.
Tutti i ragazzi/e vociferavano. Harry guardo' l'orologio e disse a Peter:
- Dovrai aspettare altri venticinque minuti per il prossimo treno.
- Non importa. Ne approfitto per visitare la citta'.
- Vuoi che ti accompagni Peter ? - disse Mary prendendo la sua cartella.
- Non voglio più coinvolgerti, altrimenti il mio amico Ishi chissa'
che si inventa - rispose Peter guardandola.
Si allontano' dalla scuola, mentre usciva dal cancello penso': - "
Grazie Harry. " - E ando' a zonzo per Kyoto.
Mentre
passeggiava per le vie di Kyoto, Peter non pensava ad altro che a cio'
che gli era capitato. Quell'accusa di Ishi nei suoi confronti era campata
in aria. Con cio' che gli stava capitando poteva benissimo convincere
i suoi compagni. Poi penso' al quel contatto; e con una faccia da ebete
disse a bassa voce: - Sognavo di abbracciarla, ma non immaginavo di
abbracciarla in quel modo.
Mentre sognava continuava a camminare, cosi' inciampo' in un piccolo
sasso e cadde in mezzo alla strada. Quello lo riporto' nel mondo reale...
oltre ai passanti che lo stavano additando gridando: - FERMATE QUEL
RAGAZZO, SI VUOLE SUICIDARE !!
- Eh ? Chi ? Io ? Mica son matto - disse Peter. Tento' di alzarsi, ma
per uno scherzo del destino le gambe gli tremavano e si sentiva molto
debole.
Disse. - Aiutatemi !!! Perche ve ne state li'?
La risposta la ebbe quando si volto' a sinistra. Una maccchina sparata
a tutta velocita' stava frenando, pero' troppo tardi visto che mancava
solo un metro tra lui ed essa.
I passanti si voltarono indietro per non guardare. Peter fece un gesto
come se si aspettasse un miracolo, ovvero allungo' la mano destra sperando
che qualcuno gliela prendesse sfruttando le sue mani appiccicose, ma
nessuno si voleva avvicinare.
Si penso' spacciato e chiuse gli occhi in attesa di morire, ma dal palmo
della mano parti' un filo di ragnatela sottilissimo che si attacco'
ad un lampione che stava all'angolo dell'incrocio che stava attraversando.
Quel filo tiro' via Peter da una morte quasi certa, pero' fini' lo stesso
all'ospedale perche' urto' la testa contro il palo del lampione perdendo
i sensi.
Furono i passanti che dopo aver constatato lo scampato pericolo di Peter
lo accompagnarono di urgenza all'ospedale.
Tempo
dopo all'interno del laboratorio. Osborn si alzo' contento con in mano
una provetta con all'interno un liquido verde scuro, e disse felice
come una pasqua: - Ce l'ho fatta.
In quel momento il suo assistente, che si era assentato, entro' nel
laboratorio e disse: - Quella sara' la nuova bibita ?
- Esatto !! Ammira. Hai davanti a te il primo campione del folletto
!!!
- Folletto ? Cosi' volete chiamare la bibita ?
- Certamente ? Perche'? Hai qualcosa in contrario ?
- Posso sapere come vi e' venuto in mente quel nome ?
- Il suo verde scintillante mi fa ricordare l'Irlanda, i quadrifogli,
i folletti !! - disse Osborn guardando la provetta. Poi guardo' il suo
assistente e disse: - Per questo motivo l'ho battezzata bibita folletto.
- Capisco. Pero', se volete una mia opinione, sarebbe meglio chiamarla
bibita goblin - disse il suo assistente.
Osborn lo guardo' sdegnato e un po' schifato e disse: - Goblin, che
brutto nome. Ma non vedete la brillantezza e la vivacita' del suo verde?
Goblin. Bleach... Che schifo... No, no, no. Lo chiameremo folletto -
disse tutto contento Osborn.
- Come volete voi Osborn-san - disse l'assistente inchinandosi, mentre
pensava: - "Verde brillante ? Mi sembra di piu' un liquame tossico
che altro." - Poi guardando il principale tutto contento penso':
- "Se il sapore e' 100 volte meglio del suo colore guadagneremo
un sacco di soldi."
Dopo disse: - Porto il campione nei laboratori per iniziare la produzione
? - tendendo la mano per prendere la provetta.
Ma Osborn si fermo', guardo' l'assistente e disse. - No, prima vi faccio
vedere una sparizione senza usare i piedi.
E senza che l'assistente se l'aspettasse Osborn bevette il contenuto
della provetta.
L'assistente disse preoccupato: - Ma Osborn-san non avete paura degli
effetti collaterali ?
- Non preoccuparti, questa e' la terza provetta che bevo.
- Cosa ? Ma non aveva detto che...
- Si. Quello era il primo campione, ma non significa che non avessi
fatto alcune copie. - E indico' un tavolo quasi nascosto all'interno
del laboratorio. Sopra di esso c'erano una decina di provette con campioni
della bibita folletto. Poi guardo' l'assistente e disse: - Per domani
sera voglio la citta' tappezzata di cartelloni reclamizzanti questa
bibita.
- Sara' fatto - disse l'assistente e poi domando': - Quando la immetteremo
sul mercato ?
- Fra una settimana. Diamo il tempo alla curiosita' delle persone di
aumentarne l'interesse, finche' non la compreranno per forza. Ahahahahahaha.
L'assistente se ne ando' con alcuni dei campioni della nuova bibita.
All'inizio
era tutto sfocato, le voci gli sembravano lontane, troppo lontane per
essere vero.
Si sveglio'. Era a letto e aveva un forte mal di testa. Si tocco' la
testa con la mano sinistra e disse: - Che male.
Si guardo' intorno avendo ancora la mano sopra la testa e disse: - Che
posto e' questo? Dove mi trovo?
In quel momento si apri' la porta della stanza. Colto da spavento tento'
di togliere la mano dalla testa, ma la mano rimase appiccicata.
Subito si fermo' perche' entro' una graziosa infermiera. Peter dimentico'
all'istante cio' che stava facendo e rimase ad ammirare l'infermiera
con sguardo da ebete.
- Come sta il nostro paziente ? - disse l'infermiera cosi' gentilmente
che a Peter gli sembro' di sognare.
Disse: - Beeee... ne...
- Hihihi. Mica siete una pecora - rispose gentilmente l'infermiera.
Peter era pressoche' succube di quella voce e non rispose. [ Voce della
sirena. Attacco magico di livello 3. Annulla la volonta' umana. ] [
Ops... Forse sono andato un po' fuori trama... Scusate. NDR.]
L'infermiera gli si avvicino' e disse mentre gli toccava la mano sinistra:
- Su togliete quella mano.
Peter rispose ebetamente. - Siiiiiii.
L'infermiera tento' di togliere la mano con tutte le sue forze, ma non
ci riusci'. Non perdendosi d'animo disse sorridendo a Peter: - Su da
bravo togliete quella mano.
- Siiiiiii - disse ebetamente Peter. [Dottore lo abbiamo perso. NDA.]
L'infermiera osservando la faccia da ebete di Peter penso': - "
Poverino e' ridotto cosi male che non riesce a capire."
Si inchino' e penso': - "Scusate, ma mi serve quella mano."
Da una tasca della gonna tiro' fuori un piede di porco e tento' di staccargli
la mano dalla testa, ma non ci riusci'.
Peter guardo' ebetamente gli sforzi dell'infermiera.
L'infermiera butto' a terra il piede di porco e tolse dalla tasca un
piccolo saldatore, e tento' con esso di staccare la mano dai capelli.
Nel
frattempo nella corsia della stanza dove era ricoverato Peter arrivarono
Mary e Harry.
Mary portava dei fiori. Entrambi indossavano ancora l'uniforme scolastica.
[Hanno saputo dell'incidente mentre stavano rientrando nelle loro case.
Erano vicini all'ospedale e subito hanno cambiato percorso per andare
a vedere come stava Peter. Harry ha avvisato gli zii tramite cellulare.
NDR ]
Mary disse a Harry: - Speriamo che non gli sia successo niente di grave.
- Da quello che ho saputo dai dottori ha solo subito un colpo sulla
testa, ma niente di preoccupante.
- Si si. Pero' non ti e' sembrato strano ? - domando' Mary.
- E' strano - rispose Harry. E continuo' dicendo. - Come' possibile
che un ragazzo, investito in pieno, anziche' finire sbalzato in avanti,
finisce contro un lampione a sinistra dell'incidente ? Mi sembra assurdo.
- Come se fosse scivolato su una banana: - penso' Mary.
- Cioe' ? - domando' Harry, e poi si rispose da solo. - Credi che in
mezzo alla strada ci fosse una buccia di banana ?
- Perche' no ? - rispose Mary con assoluta convinzione. E continuo'
spiegando. - Puo' darsi che Peter si fosse alzato, e abbia tentato di
fuggire, solo che per la paura di quei momenti non abbia visto la buccia
e ci abbia messo un piede sopra. E la buccia abbia funzionato da pattino,
che abbia mandato Peter verso il marciapiede, ma poi fermandosi contro
il marciapiede, abbia fatto volare letteralmente Peter facendolo urtare
contro il palo del lampione.
- E secondo te questa e' la soluzione ? - disse sconcertato Harry.
- Puo' sembrare assurda come ipotesi, pero' la fortuna quando si impegna
usa tutti i mezzi possibili - disse Mary giustificando la sua ipotesi.
- Come dici tu Mary - disse Harry sconsolato.
In quel momento a due porte di distanza si udi' un'esplosione. Una porta
della corsia venne sbattuta contro la finestra che si trovava alla sua
destra, frantumantola. La porta cadde vicino ad un gruppo di pazienti
che per lo spavento dovettero ricorrere alle cure mediche.
Mary disse: - Ma quella e' la stanza di Peter !!!
I due corsero verso la stanza n. 313.
Appena
si affacciarono nella stanza videro a sinistra un bunker anti-atomico
con delle finestrelle chiuse nella parte davanti e una pesante porta
sul lato sinistro. Quasi in mezzo alla stanza c'era lo scheletro abbrustolito
di un letto di ospedale, sopra di esso, quasi irriconoscibile, c'era
Peter tutto nero, con la mano ancora sopra la testa che diceva ebetamente:
- Siiiiii.
A sinistra del letto c'era una montagna di oggetti tra cui alcune padelle,
una fiamma ossidrica, un piede di porco, un joypad, una batteria d'auto
con agganciati fili che servono per passare l'elettricita' da una batteria
ad un'altra, alcuni strumenti di tortura, (che erano serviti solo ad
allungare il braccio ma non a staccare la mano sopra la testa di Peter).
L'infermiera usci' dal bunker, li guardo' e disse: - Siete parenti ?
- Amici - disse Mary.
- Siiiii - disse Harry, con la faccia da ebete.
Mary guardando sia Harry che Peter capi' tutto o quasi e disse all'infermiera:
- Potete andare un'attimo a cercare un vaso dove mettere questi fiori
?
- Certamente.
L'infermiera usci'; Harry stava per andarle dietro con faccia da ebete
dicendo: - Siiiii. - ma Mary butto' sopra a Peter i fiori e disse guardando
Harry: - Scusami Shin, ma lo faccio per il tuo bene. - E gli diede un
carosello di schiaffi sulla faccia. [ Rimedio della Nonna. Attacco magico
di 5 livello. Cura tutti gli status psichici, quali confusione. malia,
silenzio, etc... In piu' protegge da attacchi futuri di quel tipo per
10 turni ]
Shin dopo dieci minuti [ Credo che dieci minuti durasse il carosello.
NDR.] sotto a quella cura, si riprese e disse: - Ma cosa mi e' successo
?
- Niente Shin-chan - disse Mary innocentemente.
Harry guardando la stanza disse: - Ma cos'e' successo qui ?
- Non farci caso. Mi puoi fare un favore ? - disse Mary mentre prendeva
i fiori che erano sopra le gambe di Peter.
- Si, certamente - disse Harry.
- Alcuni minuti fa ho mandato l'infermiera a cercarmi un vaso per mettere
questi fiori e non e' ancora tornata. Per favore la puoi andare a cercare
? - disse Mary facendo l'innocentina. [ Innocentina o Innocentino. Attacco
magico di 5 livello. Fa ubbidire il sesso opposto agli ordini impartiti
da chi ha sferrato l'attacco. ]
Harry ubbidi' e con i fiori in mano come un fidanzato ando' a cercare
l'infermiera.
Mary rimasta da sola nella stanza ando' da Peter e disse: - Mi ascolti
Peter ?
- Siiiiii - disse Peter ebetamente.
Mary diede anche a lui una razione della magia. [ Rimedio della nonna.
Attacco magico di 5 livello. Sapete gia' cosa fa'. ]
Dopo 10 minuti anche Peter ritorno' normale e disse: - Ciao Mary, come
mai da queste parti ?
- Puoi staccare quella mano dalla tua testa ? - disse Mary.
Peter accorgendosi che aveva la mano attaccata alla testa con un grande
sforzo riusci' a staccarla.
Guardo' il posto e disse: - Ma cos'e' successo ? Dove mi trovo ?
Mary rispose: - Sei in ospedale. Saprai tutto tra poco. Mi sembri stanco
meglio che dormi.
Gli si avvicino' e gli accarezzo' i capelli e cantando una ninna nanna.
[Ninna Nanna. Attacco magico di 1 livello. Fa addormentare un nemico
o un alleato, per un periodo di 3 turni. ]
Dopo che Peter si fu addormentato si videro dall'esterno della corsia
delle luci colorate provenire dalla stanza di Peter.
Quando
Harry vide l'infermiera lei portava un vaso pieno a meta' di acqua.
Stava per ricadere nella magia quando gli apparve in mente l'incubo
di un carosello di schiaffi e subito si sveglio' dalla paura.
Disse: - Eccovi i fiori.
- Grazie - rispose l'infermiera.
Mentre l'infermiera metteva dentro il vaso i fiori, Harry penso': -
"Che strano incubo ad occhi aperti."
Entrambi andarono verso la stanza N. 313.
Continua...
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